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Nikkor Z 70-200/2.8 S e TC 1.4x/TC 2.0x : unboxing
M&M posted an article in Nikkor Z : Test obiettivi Nikon
Ho avuto la fortuna di poter usare a lungo il sample del Nikkor Z 70-200/2.8 in questi mesi, mentre attendevamo pazienti la data di consegna. Potete leggere i vari articoli che ho scritto al riguardo in questa stessa sezione. Ma ecco finalmente che l'agognato pacco arriva con il MIO esemplare. Che, sorpresa, è accompagnato da entrambi i nuovi teleconverter che Nikon ci ha fatto tanto agognare ... ma che per fortuna arrivano a solo un mese dalla presentazione ufficiale. le tre scatole nel consueto stile della "nuova" Nikon : nero integrale con solo una sfumatura gialla. E' tutto materiale di distribuzione ufficiale Nital Spa per l'Italia con garanzia 4 anni che ho acquistato per me. il terzetto in bella mostra i due teleconverter confronto all'americana tra il nuovo TC 2.0x Z e il TC20E III per reflex dettaglio dei due tappi che devono coprire e proteggere la parte sporgente dell'ottica. Sull'esterno del tappo è ben serigrafata l'azione da evitare .... tentare di sfondare il sensore infilando la parte che invece va verso l'ottica, dentro al corpo macchina ... il quartetto con in primo piano i due TC 1.x4, a sinistra il nuovo Z, a destra il TC14E II Unboxing, che come sempre prenderete con tanta indulgenza, fare il video e intanto anche l'attore, non è il mio mestiere. Per il momento perdonerete se non descrivo l'azione a voce, un giorno ci proverò ... per strapparvi un ulteriore sorriso. A seguire una vista dettagliata dei due oggetti. Sappiate che li stiamo guardando insieme per la prima volta. 1b.mp4 2b.mp4- 8 comments
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Nikon Z7 II e Nikkor Z 50mm f/1.2 S : unboxing e presa in mano
M&M posted an article in Nikon Z : Test fotocamere
Sono appena entrati in distribuzione, insieme. Sia la nuova Nikon Z7 II che il tanto atteso Nikkor Z 50mm f/1.2 S. Intendiamoci, non è che gli altri obiettivi della serie Z o le fotocamere Z non siano importanti, prestazionali o eccellenti nella maggior parte dei casi. Ma un 50mm f/1.2 autofocus per Nikon lo attendevamo da almeno 35 anni. E lo straordinario Noct Nikkor Z 58mm f/0.95 ci ha creato tantissime aspettative al riguardo. Insomma, oggi, se volete un 50mm di prestazioni eccezionali per la vostra Nikon, non avete alternative ad adottare il sistema Z se già non l'avete fatto. Perchè potreste avere in casa già due D6 e due D850 ... ma il Nikkor Z 50mm f/1.2 S non lo potrete usare con quelle ! Sarete limitati al vecchio e modesto 50/1.4G. Detto questo, ecco qua. Arrivate ieri le scatole : ringraziamo BRT che consegna regolarmente anche in tempi di virus. Ho scelto la Z7 II in kit con l'FTZ perchè al momento ... non ho in casa nemmeno un adattatore per i miei obiettivi Nikkor F. I due che avevo se ne sono andati ai nuovi proprietari delle mie Z6 e Z7 vendute negli ultimi mesi. Quindi ho approfittato di una delle offerte presenti nel listino Nikon che rendono l'adattatore molto conveniente (come pezzo sciolto invece, secondo me ha un prezzo decisamente esagerato, benchè sia un dispositivo assolutamente inappuntabile). tagliamo il sigillo Nital, operazione sempre emozionante perchè aumenta l'attesa per vedere il contenuto. naturalmente non fate come me che mi dimentico sempre di registrare il prodotto entro i 30 giorni previsti. Solo così otterrete il raddoppio a 4 anni della garanzia ! all'interno si apre una presentazione del meglio che il sistema Z offre al momento : e che inquadra il prodotto Z7 II come il top di gamma attuale. dentro troviamo le due scatole separate dei due prodotti : FTZ e Z7 II, ognuno altrettanto sigilliato. dell'FTZ oramai sappiamo tutto e quindi andiamo direttamente alla Z7 II. vengono subito fuori i manuali, comuni per Z6 II e Z7 II, multilingue. mentre all'interno c'è tutta la dotazione : cinghia, caricabatterie, cavetti, caricabatteria USB, cavetto USB-C, etc. che, batteria esclusa, ritorneranno (per quanto mi riguarda) nella scatola per conservarsi come nuovi. Anzi : nuovi. eccola qua ! La macchina è totalmente analoga alla Z6 II che abbiamo appena "scartato" poco più di un mese fa. E' come ritrovare una vecchia amica, lasciata da poco tempo. Il nikonista ci si ritrova perfettamente. Io ho in casa 5 batterie EN-EL15c e quindi appena montata una batteria carica, impostato lingua, data, fuso orario e orario (sincronizzato con quello della Z6 II), ho verificato il firmware dell'FTZ. Non avevo dubbi che fosse aggiornato ma volevo essere sicuro che ci fosse la versione 1.1 pubblicata lo scorso mese di luglio. Tutto ok, si passa alle personalizzazioni che faccio di solito : nome del file, sia per foto che per video, formato NEF e JPG, video in MP4. Tasto funzione FN1 impostato per il formato immagine e ghiera interna dell'obiettivo, per la modulazione della sensibilità. E macchina pronta per scattare. Con il nuovo partner arrivato insieme a lei. Per l'appunto, il nuovo 50mm f/1.2 la cui dimensione della scatola già mette in guardia sul contenuto qui vicino il piccolo Nikkor F 50mm f/1.8G che tengo solo per le foto di rito. tagliamo i sigilli ? due robuste protezioni in schiuma di polistirene e doppio avvolgimento di schiuma morbida. Trascuriamo l'astuccio morbido. I manuali restano in scatola così come sono. lo liberiamo dalle protezioni per scoprire che il paraluce è bloccato in un doppio foglio di cellophane avvolto strettissimo che fatico a rimuovere. ed eccolo ... vicino all'anziano 50/1.8G per reflex. Purtroppo non ho più in casa un Nikkor Z 50/1.8 S, ottimo obiettivo, perchè "l'ho dovuto vendere" e in questi tempi di confinamento in casa non me la sono sentita di ricomprarlo anche se si trova a prezzi convenientissimi. Ma possiamo immaginare la differenza di proporzioni appena avviciniamo il 50mm (qualcuno avrà il fegato di chiamarlo mai "cinquantino" ? Sembra che Nikon abbia voluto proprio evitare all'origine questo pericolo ...) al fantastico Nikkor Z 70-200/2.8 S che sembra sottile come una matita e solo appena più alto qui col suo paraluce e il tappo, identico a quello degli altri Nikkor Z. montato sulla nuova Z7 II si rileva in tutte le sue proporzioni, chiamando a gran voce una corpo macchina della classe della D6 per poterlo maneggiare bene. il display OLED che permette di visualizzare i parametri di scatto premendo il pulsante DISP, il pulsante funzione L-FN programmabile da menù e la ghiera interna che può essere anche essa programmata per controllare quello che vi sembra più utile, il diaframma o la sensibilità. Per me che userò questo obiettivo al 99,99% ad f/1.2 meglio la sensibilità con cui modulare l'esposizione, avendo tempo e diaframma sempre fissi. l'obiettivo, come il 70-200 e il 14-24 è costruito in Tailandia. Questo ha come matricola il 2480. Secondo la nomenclatura Nikon è possibile che sia uno dei primi 500 prodotti. Bene, con questo volevo solo farvi partecipare alla cerimonia di apertura delle scatole. Le primissime impressioni sono le stesse che ho avuto con la Z6 II per la Z7 II : una rifinitura rispetto alla Z7. Il 50mm f/1.2 è un cosone impegnativo esattamente come mi aspettavo. Appena più compatto del 58/0.95 il cui ricordo mi è rimasto impresso in maniera indelebile. Peraltro esattamente un anno fa. E come un anno fa, domani metterò alla prova nelle medesime circostanze di ambiente, di luce, di stile, per vedere se ne ritrovo i caratteri. Ma di questo parleremo poi ! Alla prossima puntata.- 18 comments
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L'ho appena rispedita indietro dopo 13 giorni di impiego. Ne sono venuti 6 articoli in tutto che vi condivido in coda a questa anteprima. Nikon Z6 sopra, Nikon Z5, sotto Nikon Z50, in piedi, Nikon Z5 coricata le tre sorelle riprese dalla mia Z7 Il dorso è del tutto identico a quello di Z6 e Z7 il frontale è del tutto identico a quello di Z6 e Z7 dove si differenziano le tre ? Nel vano memorie : la Z5 è la prima Z con due slot di memorie. e lo sportellino è leggermente più alto. ma distinguerle, a parte la posizione della torretta è impossibile. o per l'obiettivo kit montato. Che però sono chiaramente intercambiabili ... perchè ogni Z può montare ogni Nikkor Z con il suo bel 24-50mm, buio ma prestazionale molto compatto anche quando esteso La Z5 arriva con un firmware che è allineato a quello della versione 3.1 di Z6 e Z7 che si differenzia da quello delle altre sorelle per pochi dettagli, tra cui credo il più importante, quello della gestione dei due slot di memoria La Z5 é identica per quanto riguarda forma, ancoraggi, agganci, a Z6 e Z7. Può quindi montare il battery-pack MN-B10 proposto per Z6 e Z7 e quindi anche per Z5. In esso possono andare batterie EN-EL15, EN-EL15b ed EN-EL15c, la batteria standard della Z5 Z6 a sinistra, Z5 a destra lato sinistro esattamente identico posteriore identico memorie. La Nikon Z5 in mano sta esattamente come stanno la Z6 e la Z7. Mancano sempre quei due centimetri verso il basso che consentirebbero di tenere il mignolino non all'aria, specie con obiettivi importanti. Per il resto, una volta che mettete l'occhio al mirino, vi dimenticate di quale fotocamera state utilizzando. Il sensore è diverso ma nei test che ho fatto (informali perchè la Z5 che ho avuto è un sample e il software di sviluppo preliminare) non credo ci sia molto da desiderare. 3200 ISO 6400 ISO 12800 ISO 25600 ISO Il range lineare promesso va da 100 ISO a 51200 ISO. Nella pratica sino a 6400 ISO le foto sono chiare e il livello del rumore contenuto. Da 6400 ISO a 12800 ISO con una certa cautela si può ancora usare, dipende certo dalle vostre aspettative. Ma il rumore è contenuto. Oltre siamo a situazioni di emergenza ma comunque sempre a disposizione. E' un sensore di precedente generazione - idealmente della stessa famiglia di quello della D750 - che probabilmente è stato scelto per risparmiare (e consentire un costo utente inferiore) Ma alla prova pratica solo nel video 4K c'è una limitazione importante. Infatti se a 2K il video è perfettamente impiegabile, in 4K la qualità c'è ma il formato è un crop 1.7x (come dire che un 50mm inquadra l'angolo di un 85mm). Tenetelo a mente. *** Nikon Z5 e Nikkor 24-50mm ad f8, 42mm Nikon Z5 e Nikkor Z 70-200/2.8 S ad f/2.8, 180mm Nikon Z5 con FTZ e NIkkor F 70-200/2.8E FL ad f/6.3 in condizioni di esposizione molto sfidanti. Nessun problema. Come va ? Va benissimo, va come una Z6. Se non sapete che cosa avete in mano e non tentate di andare oltre i 4 scatti al secondo, non vi renderete conto di quale macchina state usando. Questo è il più bel complimento sintetico che si può fare alla Z5. L'obiettivo offerto in kit è ottimo, nonostante la fattura economica e la luminosità massima molto contenuta. Ma è compatto, leggerissimo, poco costoso. Estremamente nitido da parte a parte, corretto, lineare. Ben contrastato e con colori ben dosati. Conclusioni Pro sinceramente io mi aspettavo una cosa estremamente economica, costruita in Cina in massa, di aspetto ed ergonomia del tutto allineati alla Z50. Invece è tale e quale a Z6 e Z7 tranne piccoli dettagli, tutto sommato trascurabili il prezzo di lancio è di 700 euro inferiore a quello di listino della Z6 (kit contro kit) le prestazioni sono elevate, superiori ad ogni reflex Nikon sino alla D750 compresa l'autofocus è allineato con quello della Z6 l'obiettivo kit è leggero, compatto, performante il file è pulito, bello, lavorabile. Equivalente, se non meglio, di quello della D750, Forse un filo meno dinamico alle altissime sensibilità rispetto alla Z6. Ma è tutto da verificare. totalmente coerente con il sistema Nikon Z sia lato obiettivi (totale compatibilità con ogni Nikkor Z presente e futuro, compatibilità via Nikon FTZ con gli obiettivi Nikon F motorizzati di generazione recente) ha due slot di memorie, la prima Nikon Z, di tipo SD che non saranno la massima frontiera per le prestazioni ma sono adeguate alle prestazioni di questa macchina e, soprattutto, consentono di risparmiare un 300-400 euro rispetto alle CFexpress+Lettore necessarii alla Z6 prestazioni live-view e video ben superiori ad ogni reflex Nikon, con la sola esclusione della D780 la nuova batteria EN-EL15c è una furbata galattica : compatibile con le precedenti ma più potente e più smart ! Contro raffica anacronistica. Ok, la concorrenza fa lo stesso. Ma un processore del genere con quel sensore, minimo deve portare 8 scatti al secondo il buffer è adeguato ma Nikon è sempre taccagna su questo fronte io odio le SD (che comunque vanno bene) e il fotografo sarà sempre tentato di usare schede scarse che farebbe meglio a buttare con ovvie conseguenze su prestazioni e sicurezza il video 4K è croppato 1.7x. Ma se uno ha bisogno del 4K può prendere la Z6 che ne offre uno di qualità, o attendere le novità della Z6s che magari offrirà il 4K60p resta sempre piccola da impugnare - come del resto Z6 e Z7 - e rende abbastanza necessaria una staffa ad L o almeno una basetta l'autofocus è allineato con quello della Z6 ... anche nei limiti il prezzo potrebbe essere più generoso. Io la vedo di pieno successo ai 1590 euro obiettivo incluso l'obiettivo è bello ma adatto alle foto in esterni con il sole. In interni spesso servirà il flash. Ma per fortuna a catalogo ci sono ottime aggiunte al corredo. 50/1.8, 35/1.8, 85/1.8 sono li che vi aspettano con tanto di cash-back ! Nel corredo Nikkor Z manca per il momento uno zoom tele di fascia adeguata alla Z5, escludendo il 70-200/2.8 S che è un obiettivo dichiaratamente professionale sia per prezzo che per prestazioni. Ci vorrebbe un equivalente del 50-250mm in formato FX. Altri articoli di copertura della Nikon Z5 su Nikonland
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L'avevamo lasciato così lo scorso febbraio e lo ritroviamo ancora così in luglio-agosto, con, finalmente, una data di consegna prevista per fine mese. Con la sorpresa dell'aggiunta, graditissima di due teleconverter TC Z 2.0x e TC Z 1.4x che saranno distribuiti con l'obiettivo. Ma non abbiamo perso l'occasione di utilizzarlo questa volta più a fondo per dimostrare l'assunto, del tutto non strumentale, che l'obiettivo perfetto (per quello che ti serve) esiste. Mi dicono molti ben informati che con un 70-200/2.8 ci si fanno anche paesaggi e panorami. E' vero, ho perfino provato. Panorama del Primo Bacino del Lago di Como. Focale 165mm, f/8, unione in Photoshop. L'immagine finale è da 200 megapixel ed il file RAW occupa circa 720 megabyte su disco. Un dettaglio 1:1 senza particolari interventi : Ma io questo obiettivo lo comprerò come gli altri, per farci sport e soprattutto ritratto. Terrò anche il modello da reflex, il fantastico 70-200/2.8E FL che al lancio mi fece esclamare "Ma chi ha più bisogno dei fissi ?" Ecco, questo nuovo Z va oltre. Perchè aggiunge la possibilità di essere quasi invariante di focale. Cambi focale, ti avvicini o ti allontani restando sempre alla minima distanza di messa a fuoco, e il ritratto viene delle medesime dimensioni, solo con la diversa prospettiva concessa da quella lunghezza focale. Ecco qua : 200mm 135mm 105mm 85mm 70mm E ditemi voi se questa non è una novità grandiosa, specie ricordando come si comportava il vecchio 70-200/2.8 VR II. Ma oggi con il video permesso dalle Nikon Z, è possibile avvicinarsi e allontanarsi dal soggetto, e intanto cambiare focale, con l'obiettivo che vi segue. Come uno zoom cine di quelli da 100.000 euro. Ma se questo non vi affascina, posso confessarvi che La nitidezza sul piano di messa a fuoco è sensazionale Lo sfuocato è da sogno Funziona con ogni Nikon Z Z50, 200mm Z7, 150mm Z6, 200mm Z5, 200mm Se lo sapete usare, rende i soggetti più belli In mano da' le sensazioni di un vero Nikkor professionale In poche parole è bellissimo ed insostituibile. Anzi, sostituisce in un botto solo 85, 105, 135, 180 e 200mm se non li avete (e visto che in catalogo i Nikkor Z sono per ora limitatissimi questo costituisce da solo un intero corredo). Z5, 180mm Z5, 200mm Z5, 145mm *** Non mi attardo oltre, troverete decine di altri scatti nell'album dedicato nel Club dei Nikonisti. In attesa che ad inizio settembre mi arrivi il mio esemplare, ordinato già nel dicembre scorso, mi sento però di trarre le mie conclusioni da queste settimane di utilizzo abbastanza intenso (purtroppo quest'anno sport niente e temo sarà così fino a nuovo ordine, speriamo con un corpo Z più prestazionale della Z6). CONCLUSIONI PRO l'obiettivo perfetto esiste, è questo. Se ha difetti sono impercettibili lo sfuocato è sensazionale la nitidezza è sensazionale non ha distorsione non ha aberrazione cromatica è veloce, silenzioso, è "quasi" parfocal nel video è imbattibile in casa Nikon esce con una coppia di teleconverter che si preannunciano "micidiali" CONTRO doveva essere messo in vendita per Natale 2019 ! Altre foto qui : e l'anteprima del 4/3/2020 :
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La Nikon D610 del 2014 ha un sensore da 24 megapixel che produce immagini da 6016x4016 pixel. La raffica massima raggiunge i 6 scatti al secondo. La Nikon D750 del 2014 ha un sensore da 24 megapixel che produce immagini da 6016x4016 pixel. La raffica massima raggiunge i 6.5 scatti al secondo. La Nikon Z5 del 2020 ha un sensore da 24 megapixel che produce immagini da 6016x4016 pixel. La raffica massima raggiunge i 4.5 scatti al secondo. Se il sensore non è esattamente lo stesso, è certamente della stessa famiglia. L'otturatore è capace di raggiungere il tempo di scatto di 1/8000'' di secondo. Quindi la limitazione all'anacronistico valore di 4.5 scatti al secondo per la Z5 deve essere motivato da altro che non sia tecnico, oppure ci sfugge qualche cosa. Nel video che segue, (girato alla buona mi perdonerete) ho voluto sintetizzare le tematiche di raffica, buffer e quanto relativo alle schede di memoria per la Nikon Z5. In coda ci sono anche i suoni degli otturatori di Z5, Z50 e Z6 ripresi da vicino con un microfono professionale. Z5_red.mp4 E' indubbio che la Z5 nasca con qualche limitazione, più che accettabile in considerazione di un prezzo di acquisto più contenuto, considerato il pacchetto corpo+obiettivo kit + dotazione di memorie. Ma se alla maggior parte dei fotografi che usualmente fanno uno scatto singolo senza aver necessità di raffica la cosa non importerà, agli altri un pò sensazione vedere quanto sia molto più frizzante la Z50 - che al netto di essere una APS-C produce file solo marginalmente inferiori per dimensioni a quelli della Z5 - che è indubbiamente di una categoria e di un segmento inferiore. Delle due l'una. O Nikon si è lasciata andare con la Z50 che sembra una spider sportiva rispetto alla "utilitaria" Z5, oppure al contrario si è voluta molto contenere con la Z5 che a nostro modesto avviso ha tutte le carte in tavola per stampare una prestazione da 8 scatti al secondo. In quanto alla limitazione del numero di scatti consecutivi, qui come su altre Nikon (compresa la D6) non abbiamo spiegazioni e nella letteratura ufficiale non c'è alcun commento al riguardo. In buona sostanza è un mistero. Però per tornare all'ambito pratico che è quello che contraddistingue Nikonland - non ci interessano le polemiche sterili sui numeretti delle specifiche quando una macchina ha così tanto da offrire, onestamente - corremmo sottolineare in coda a questo articolo un nostro vecchio pallino, oggi valido più che mai. E' vero, la Z5 monta comunissime schede SD UHS-I e UHS-II indifferentemente sui due slot interni (e qui è un lusso rispetto alle altre tre Nikon Z a listino). Ma è altrettanto vero che con Z6 e Z7, essendo obbligati ad usare XQD o CFexpress da minimo 450 megabyte al secondo di velocità di scrittura, l'utente non creerà mai un collo di bottiglia allo svuotamento del risicato buffer di memoria che Nikon continua ad ostinarsi a mettere nelle sue fotocamere per risparmiare sui costi di approvvigionamento. Mentre se il fotografo si ostina ad usare la scheda SD che gli è stata regalata con la Nikon D90, allora si che le cose cambiano e rischia di ritrovarsi che, anche senza fare raffiche, se segue un'azione importante, ad un certo momento la macchina si siede e poi impiega un mese pieno per svuotare la memoria buffer. E fino a quel momento la raffica si riduce a 1 o 1/2 scatto al secondo. Insomma, capisco risparmiare fino all'ultimo centesimo possibile, ma spendere 1899 euro per il kit della Z5 e poi ostinarsi a mettere una SD 60x recuperata nel cassetto, è idiota prima ancora che dannoso. Meditate, gente. Meditate !
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Nikkor Z 70-200mm f/2.8 VR S : L'anteprima di Nikonland
M&M posted an article in Nikkor Z : Test obiettivi Nikon
Il confronto con il pariclasse per reflex è d'obbligo. Il Nikon 70-200/2.8E FL montato su Nikon D780 a sinistra, il Nikon 70-200/2.8 S montato su Nikon Z6 a destra : In termini dimensionali, lunghezza, peso, ingombro, costruzione, i due obiettivi sono confrontabili. Montati sulle rispettive macchine sono equivalenti dimensionalmente Confrontabili non significa, ovviamente identici. Ma il passo filtri da 77mm li accomuna, il collarino del treppiedi integrato nel corpo dell'obiettivo, anche. E' invece del tutto diverso il piedino. La cui logica è la medesima (l'unica parte sganciabile) ma non lo è la geometria. In mezzo il piedino del Nikkor Z, ai lati i due - identici - piedini del Nikkor F 70-200/2.8 FL e del Nikkor F 500mm f/5.6E PF. visti da sotto i fori a vite restano due ma posizionati diversamente. Il piedino del Nikkor Z è completamente diverso sia nella fattura, più raffinata, che nelle dimensioni. Tanto da non essere intercambiabile con i due. Anche in questo caso, purtroppo, non abbiamo compatibilità con gli attacchi delle teste in standard Arca Swiss. Andando agli altri dettagli, i paraluce sono simili ma ... non esattamente identici. E lo stesso i tappi Naturalmente le similitudini finiscono qui. L'estetica è differente, più sobria e lineare, da 21° secolo quella dello Z, più anni '90/2000 quella del F, comune a tutti i suoi contemporanei. Qui in tutto il suo splendore montato sulla mia Nikon Z6 che non si separa mai dal suo battery-grip MB-N10 : oltre al display OLED su cui possiamo far comparire i parametri correnti di diaframma, distanza di messa a fuoco etc. per il tramite del tasto DISP, sono presenti due tasti funzione programmabili L-Fn sul lato sinistro mentre il secondo, L-Fn2 è replicato sui quattro lati del barilotto, anche sotto. Io ho impostato sul tasto 2 l'attivazione e la disattivazione del tracking 3D che ho potuto sperimentare dopo l'uscita del Firmware 3.0 proprio con questo obiettivo. Nel complesso la costruzione è esemplare, al tatto e in mano appare molto solido, quasi fosse costruito d'acciaio. Non che il modello da reflex - eccezionale in tutto - non lo sia altrettanto ma all'apparenza sembra di plastica rispetto a questo. Tutto qui. Nel complesso la costruzione è esemplare, al tatto e in mano appare molto solido, quasi fosse costruito d'acciaio. Ma questa anteprima non si ferma alla descrizione fisica (vi rimando alla letteratura Nikon per pesi, diametri, schemi ottici etc.) perchè la prima cosa che volevo verificare appena ho letto le specifiche è questa qua : ripresa a 70mm, 50cm di distanza di messa a fuoco ripresa a 200mm, 100cm di distanza di messa a fuoco ebbene, fatte salve le ovvie differenze di prospettiva e di resa alle differenti focali, questo obiettivo è costruito perchè progressivamente la distanza minima di messa a fuoco diminuisca al calare della focale di utilizzo, da un massimo di 1 metro a 200mm ad un minimo di 50cm a 70mm. In questo modo spostandoci dal soggetto e intanto variando la focale utilizzata, praticamente possiamo avere lo stesso livello di ingrandimento e di inquadratura. Se guardate nei due scatti alla buona qui sopra, il volto di Jessica riempie del tutto il fotogramma, pur essendo due scatti completamente differenti. Nel Nikkor F 70-200/2.8E FL le cose sono differenti perchè la distanza minima di messa a fuoco è costante (1.1 metri) al variare della focale. L'altra peculiarità che volevo verificare è la capacità di mantenere il fuoco nonostante la zoomata. Questo 70-200/2.8 S non è propriamente parfocal come si era sentito dire in un primo momento ma all'atto pratico si comporta come tale. Durante la zoomata non perde il fuoco che viene mantenuto perfettamente sul soggetto e la variazione della lunghezza focale variando al contempo la distanza con il soggetto è praticamente ininfluente sulle prestazioni di messa a fuoco. Chi mi ha seguito fin qui in questo ragionamento si renderà conto cosa significa all'atto pratico questa potenzialità, non solo in fotografia ma soprattutto nel video. Per chiarirlo nella pratica vi condivido un brevissimo video che ho girato alla buona. Io non mi sono mai mosso, si è mosso solo il soggetto ed io ho variato la lunghezza focale in tempo reale per vedere se l'obiettivo manteneva il fuoco a sufficienza : Premere sul triangolo per visualizzare il video e poi tornare indietro per continuare a leggere Se tutto questo non vi impressiona non saprei che altro aggiungere. Ah, si, l'obiettivo é velocissimo nella messa a fuoco, silenzioso e rapido ed è sostanzialmente privo di difetti ottici (vignettatura, distorsione, aberrazioni cromatiche) ed è di una nitidezza imbarazzante sul piano di messa a fuoco, tanto che ogni difettuccio del soggetto balzerà in primo piano come se fosse una trave maestra .... ! Mentre lo sfuocato, beh, se non vi piace, vi consiglio di comperarvi un Nikkor 200/2, l'unico obiettivo che possa fare meglio di questo. E se non ci credete, faccio come il mio Archibald che sinceramente se ne infischia della necessità di dovervi convincere, tanto lui è soddisfatto così Nikon Z6, Nikkor Z 70-200/2.8 S a 200mm, ISO 2200, f/2.8, 1/400'', Picture Control su Auto lo stabilizzatore fa il suo dovere (1/10'', f/22, 100 ISO, 200mm) e se il soggetto lo merita, beh, ditemelo voi che cosa ve ne pare : Nikon Z6, Nikkor Z 70-200/2.8 S, f/2.8, in giro per Milano. L'unico difetto che ho potuto riscontrare ? Che per cause non dipendenti da Nikon sta tardando oltre il dovuto in termini di consegna. Dovremo pazientare ancora qualche settimana (speriamo non mesi) per potercelo godere. Nel ricordare che questo obiettivo è un sample e che le immagini riprodotte sono al meglio delle possibilità offerte, ma che ci riserviamo di approfondire in ogni condizione appena disponibile un esemplare di produzione effettiva, (immaginiamo nel corso del mese di aprile se tutto va bene), ringraziamo ancora Nital Spa per averci concesso questa attesa anteprima.- 20 comments
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Impiego prettamente "professionale" per la Nikon Z5 e il Nikkor Z 70-200/2.8 S impegnati questa volta in un casting a Milano. La Nikon Z5 equipaggiata con una scheda di memoria Sandisk 170mb/s da 128 megabyte, utilizzata quasi esclusivamente per ritratto. Di backup la Z7 che ha alternato il Nikkor Z 24-70/4 S con il fantastico Nikkor F 105/1.4E, molto impegnativo da utilizzare al meglio, ma sempre eccezionale quando portato al suo limite. Due modelle presenti a Milano in questo agosto post-Covid, Ania, una magrissima polacca e Amanda, una pinup svedese. Oltre 3100 scatti con la Z5 che solo in un paio di occasioni ha esaurito il buffer, scattando per lo più a raffica L e otturatore meccanico. Luce naturale dall'esterno della finestra e schiarita con LED da 200 W su ombrello parabolico bianco da 150cm, bilanciamento a 4600 K complessivi. Uno spezzone di video di solo un minuto, girato in 2K con la Z5 e il 70-200/2.8 ad f/2.8 per introdurvi nel mood. Di sfondo Rossano che comincia a fare pratica con la sua nuovissima Nikon Z6 che va a sostituire la sua vecchia Nikon D750. Z5V_3386_1.mp4 Tutte con il 70-200/2.8 S invariabilmente sempre tutto aperto, tranne le ultime due fatte con il 24-70/4 S ad f/4. Alcune foto sono finalizzate per il book (quindi con il fotoritocco) ma la maggior parte sono al naturale, con la luce dosata in manuale e a occhio a mirino, regolando la sensibilità ISO con la ghiera interna del 70-200/2.8 S. Devo precisare che non solo la macchina è un Sample (e anche il 70-200/2.8 S) dato che la consegna dei modelli di produzione è attesa solo verso fine mese ma che anche il supporto di sviluppo dei file (trasformati in DNG via Adobe DNG Converter beta e poi importati in LR) è preliminare. Se queste foto vi sembrano interessanti, saranno certamente migliori quando avrete ritirato il vostro esemplare di Z5 e di 70-200/2.8 S che vi raccomando di acquistare. Si perché se la Z5 nasce come "entry-level" delle Nikon Z full-frame, nella realtà si comporta nell'uso in modo praticamente indistinguibile dalla Z6 (che usava Rossano) in tutto e per tutto tranne che per la raffica. Insomma, la Z5 passa gli esami a pieni voti anche in questo caso, in modo estremamente più convincente di quanto fece la D600 in condizioni simili (ma all'epoca c'era una bionda belga, al posto della svedese ) e il suo precario autofocus. Anche il video mi sembra di livello, contentandosi del formato 2K60p che per i miei usi è ben più che sufficiente (un minuto e dieci, 450 megabyte di file, poi esportato in Premiere contenendone lo spazio, non la qualità, a 97 megabyte. Giusto per renderci conto dei pesi in gioco). Comprerei la Nikon Z5 come muletto ? Sinceramente si, per certi versi è anche meglio della Z7 quando non serve tutta quella risoluzione, sebbene io oramai odi le schede SD e sebbene abbia da ridire alla scelta ridicola di contenere la raffica a 4 scatti al secondo (che in questo caso è quello che ci voleva ma in altri casi non mi basterebbe certo ....). Ultimo appunto, con la batteria EN-EL15b (la c arriverà a fine mese insieme alla Z5 di serie), i 3107 scatti hanno comportato un consumo del 43%. Più che adeguato ma segnatevi un +30% con la batteria di serie.
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ATTENZIONE SI TRATTA DI UN SAMPLE DI PREPRODUZIONE IN VISIONE - OGNI CONSIDERAZIONE QUI ESPOSTA VA PRESA A COERENZA esteso in posizione di scatto ritratto sul corpo in posizione di trasporto Potrà far storcere il naso un obiettivo kit 2x che alla focale massima apre soltanto ad f/6.3 e sicuramente non può essere considerato l'obiettivo buono per ogni occasione, specie in interni o al buio, ma a noi sembra che Nikon abbia scelto con piena coscienza e coerenza di proporre la nuova Z5 con questo obiettivo. Perchè la sua compattezza è l'arma principale, oltre al prezzo abbastanza contenuto. Certamente il Nikkor Z 24-70/4 S è un oggetto di fascia superiore ma è giusto che quello sia offerto con le macchine superiori come Z6 e Z7. Questo però non è un demerito del 24-50mm f/4-6.3, piuttosto della bontà di un obiettivo che di kit ha proprio poco, essendosi dimostrato validissimo in ogni circostanza. In ogni caso le ragioni della soluzione proposta sono di tutta evidenza dal confronto : Nikkor Z 24-70/4 S e Nikkor Z 24-50/4-6.3 alla massima estensione. entrambi a 24mm in posizione di trasporto. Per entrambi gli obiettivi questa è una situazione in cui gli elementi ottici rientrano su se stessi e quindi non è possibile scattare. La macchina stessa inviterà con un messaggio di estendere l'obiettivo per poter fotografare. Le scelte economiche sul piano costruttivo sono comunque evidenti. Il bocchettone lo evidenzia. come nel caso del 16-50mm della Z50 che è un obiettivo pensato con gli stessi criteri, il paraluce Nikon HB-98 è opzionale ed è da acquistare a parte. Mentre é simpatica la scelta del passo filtri da 52mm che richiama all'eredità classica Nikon. Comunque per concludere le considerazioni costruttive, sta benissimo in mano e naturalmente non pesa (sui tre etti). Il fusto iniziale è in metallo, anche la ghiera di messa a fuoco sembra in metallo, il resto è in buona plastica. Non ci sono segni di sbavature di fusione e al tatto la qualità avvertita è di ottimo livello. Insomma, più di quello che si tenderebbe ad accreditarlo a prima vista. Andando alle più dolenti note devo rimarcare come solo a 24mm l'obiettivo apra ad f/4. A 28mm è f/4.5 A 35mm è f/5 A 40mm è f/5.6 Per finire ad f/6.3 alla massima estensione di 50mm. Come tutti i Nikkor Z, Nikon procura di correggere automaticamente distorsione, aberrazione cromatica e vignettatura come riportato nell'avviso di LR/ACR : ed in effetti io non trovo tracce né di vignettatura né di aberrazione cromatica. Anche la distorsione mi sembra assolutamente ben controllata : 35mm 50mm 24mm 31mm In quanto a flare e riflessi, qui siamo senza paraluce e con il sole in pieno fotogramma, peraltro con il diaframma non troppo chiuso : mentre qui sono andato ad f/36 COME VA ? Nell'uso l'obiettivo si comporta come previsto. Nonostante il range contenuto consente piena libertà creativa in tutti i generi a 24mm a 24mm, f/9 a 44mm, f/9 a 50mm, f/6.3 un panorama da 140 megapixel (in formato 1:1) creato con più scatti in verticale con la Z5 e il 24-50mm a 50mm ed f/8 montati con Lightroom Se lo aprite (senza esagerare, non è una foto nata per essere stampata in formato poster ma per avere grande quantità di dettaglio in formato A2 o 50x70cm), vedrete la tenuta complessiva anche per lavori impegnativi. Sono tutti scatti mano libera. Rimarco la semplicità di utilizzo. E anche il fatto che una volta sbloccato e messo in posizione d'uso, poi sostanzialmente non muta più di lunghezza con la focale (l'escursione sarà non più di 3-4mm). Conclusioni Come sapete non sono un grande appassionato di rese ai bordi estremi, di valutazioni di cose come il focus-shift e altre sofisticherie, certamente importanti ma poco - secondo me - in un obiettivo di questo genere. La prova, certamente breve, ha portato a queste conclusioni : PRO nonostante l'apparenza modesta, l'obiettivo è ben costruito pur a fronte di scelte produttive certamente di natura economica compatto, leggero, perfettamente adeguato ad un corpo come quello della Z5. Ma per nessun motivo non a suo agio su Z6 o Z7 nitido quanto può esserlo un obiettivo di questa fascia economica, anzi di più, rispetto ai parametri del mondo reflex dove per lustri ci hanno propinato obiettivi plasticosi come questo che erano poco nitidi anche chiudendo il diaframma (penso per esempio al 24-85 VR che era pure maledettamente distorto a tutte le focali). Qui già ad f/6.3 c'è tutta la nitidezza necessaria tanto che chiudendo il diaframma non sembra migliorare in modo sensibile corretto automaticamente secondo il trend attuale, non mostra evidenti difetti ottici di nessun genere ammesso che uno voglia usare filtri su un obiettivo del genere, il passo da 52mm consente di risparmiare. Stesso discorso per l'eventuale uso in modalità foto ravvicinata con una lente addizionale (possibilmente di qualità acromatica) perfetto per viaggiare, andare al mare o comunque d'estate, col sole. Da associare ad almeno un fisso f/1.8 per foto in interni. abbastanza economico se comprato in kit, un filo caro - secondo me - se lo si cerca singolarmente CONTRO sempre maledettamente poco luminoso, considerata la breve escursione focale, forse uno sforzettino in più lo si poteva fare su questo versante inutile andare a cercare sfuocati con questo obiettivo, si passa dal tutto a fuoco al ... poco a fuoco senza troppe sfumature. Ma per fortuna il corredo Nikkor Z offre tante altre soluzioni secondo le proprie esigenze, budget, aspettative. Insomma, l'obiettivo perfetto per un kit abbastanza economico ma con una qualità ottica che non sfigurerebbe pure sulla Z7. Così come sulla Z7 non sfigura affatto il suo "fratellino" DX 16-50mm che condivide impostazione, peculiarità, limiti con questo full-frame.
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Ecco alla prova dei fatti la freschissima Nikon Z5 che abbiamo in visione (E' in esemplare ancora di preserie, quindi non chiedeteci i soliti test di rumore sottoesposti di 1.000.000 di stop perchè non vi accontenteremo) Perchè è uscita abbastanza in sordina ma tra meno di un mese sarà in negozio e sarà il caso di parlarne, no ? Domenica ho detto al mio amico Rossano Rinaldi, professionista abituato a dirigere set con più modelle, "lascia la tua D750 in borsa ed usa questa macchina nuova". Lui usa Nikon da 15 anni ma tutta la sua esperienza con le Nikon Z è stata una mezz'ora con la Z50 e il Nikkor Z 50/1.8S. Qui invece ha avuto a disposizione oltre alla Z5, il Nikkor Z 70-200/2.8 S, il Nikkor F 70-200/2.8E FL, il Nikkor Z 24-70/2.8 S, il Nikkor Z 24-70/4 S e persino il Nikkor Z 24-50/4-6.3 in dotazione alla Z5. La nuova Nikon Z5 accetta schede SD, due schede SD per ridondanza o per backup, sia UHS-II che UHS-I "Ma aspetta", mi chiede," la mia scheda qui dentro non ci va, vero ?" "Sbagliato, guarda", gli dico io aprendo il vano memorie della Z5, "c'è già dentro la mia SD, aggiungi la tua che la macchina è già impostata per fare il backup in automatico ad ogni scatto". Abbiamo due ore di noleggio al Cross+Studio di Milano, usiamo luce naturale dai grandi finestroni e in qualche caso la schiarita di un LED con un ombrello gigante. Rossano mi chiede qualche informazione sulle modalità di messa a fuoco. Gli dico di non insistere con le sue abitudini e di sfruttare le caratteristiche della macchina, per lo più il riconoscimento dell'occhio e le qualità delle ottiche. Lui scatta in manuale puro e generalmente ha impostata la visualizzazione dello scatto appena fatto con la D750. Qui non ne ha bisogno perchè vede la foto ancora prima di scattare. Nikon Z5 + Nikkor Z 24-70/2.8 S "Guarda", gli dico io, "puoi cambiare la sensibilità con questa ghiera interna dell'obiettivo" (nei due zoom f/2.8) così se ti serve puoi schiarire o scurire il tono dell'immagine senza toccare tempo e diaframma. Nikon Z5 + Nikkor Z 24-70/2.8 S Dopo una decina di minuti lo lascio da solo mentre io mi dedico all'altra modella. Ogni tanto mi chiede qualche altra cosa ma vedo che ci si mette d'impegno. Nikon Z5 + Nikkor Z 70-200/2.8 S Morale niente del suo corredo esce dalla sua borsa e fotografa solo con la Z5 e perlopiù con i Nikkor Z. Ci spostiamo all'esterno, per qualche scatto di fashion per strada. Nikon Z5 + Nikkor Z 70-200/2.8 S a 120mm Nikon Z5 + Nikkor Z 70-200/2.8 S a 200mm Nikon Z5 + Nikkor Z 24-50/4-6.3 a 44mm Nikon Z5 + Nikkor Z 24-50/4-6.3 a 50mm Il risultato non programmato e non commissionato potrebbe tranquillamente essere pubblicato in un editoriale su una rivista senza troppi problemi. La mano c'è ma gli strumenti lo seguono anche nella lettura "a prima vista". Alla fine ci fermiamo per qualche considerazioni insieme. Sulle modalità di uso della macchina. - il riconoscimento dell'occhio va bene e le foto vengono quasi sempre perfettamente nitide anche in condizioni abbastanza al limite. Ma riusciamo a mettere in difficoltà la macchina facendo foto "creative" attraverso un plexiglass. Il limite del sistema però è l'instabilità della messa a fuoco che oscilla tra un occhio e l'altro, a seconda - immagino io - della ricerca del miglior contrasto tra i due. Sarebbe indispensabile per avere risultati omogenei, che la macchina si fissasse sempre su quello visibile più prossimo al fotografo e all'osservatore perchè è proprio brutto avere foto con il primo occhio sfuocato mentre il secondo è nitidissimo - il corpo macchina è compatto, l'otturatore è silenzioso, tutto sommato i comandi ci sono ma qualche combinazione porta a fare strani contorsionismi innaturali. Ma soprattutto mancano un paio di centimetri sotto per avere una presa più comoda. Il battery-pack aiuta (ce l'ho io sulla Z6 e glielo faccio provare) ma la mancanza dei comandi è un handy-cap Niente altro da dichiarare. Nikon Z5 + Nikkor Z 24-50/4-6.3 a 24mm Tanto che andiamo sui consigli per gli acquisti. "I miei clienti mi chiedono oramai quasi sempre il video in formato 4K60p, é diventato standard". "Per farlo stavo pensando di acquistare una videocamera (Panasonic) ed affiancare una Nikon Z per tutto il resto con cui sostituire la mia D750, che oramai non è più all'altezza" Quale scegliere a questo punto non dovrebbe essere un problema, ma ... : - Nikon Z5 in modo da non dover spendere gli ulteriori soldini per una o due schede CFExpress e il relativo lettore (uno scherzo da 400 euro ai prezzi attuali) che pur non avendo formati video evoluti, si integra bene con la videocamera - oppure Z6 ma ad un costo superiore e nella prospettiva che in autunno esca una Z6s con il video 4K60p che né la Z6 né la Z5 fanno ? La Z5 sul video va bene ma limitandosi al formato 2K, mentre il 4K è croppato e anche abbastanza malamente. Per il resto il buffer, la "raffica", l'autofocus, sono sufficienti tranne situazioni particolarmente limite per il genere di lavoro che fa Rossano. Solo, gli raccomando io, "abituati - tu e le tue modelle - ad impiegare l'otturatore elettronico, perchè un pò per sicurezza un pò perchè la macchina ti invita, scatterai tanto di più, appena avrai comprato una Z e gli obiettivi che ti servono" Nikon Z5 + Nikkor Z 70-200/2.8 S a 200mm Nikon Z5 + Nikkor Z 24-70/2.8 S a 55mm [foto (c) Rossano Rinaldi 2020, conversione on-camera dei jpg dal NEF, profilo Portrait]
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Lexar Professional CFexpress da 256 gigabyte in prova
M&M posted an article in Memory cards and card readers
Lexar Professional arriva anche sul mercato italiano con le sue nuove schede di memoria CFexpress, già compatibili (via Firmware 3.0) con le fotocamere Nikon Z. confezione, colori, imballo, blister, tutto é allineato al classico aspetto delle schede Lexar che da anni utilizziamo sulle nostre macchine. a confronto con le precedenti XQD che sino ad oggi mi hanno accompagnato con le varie Nikon D4/D5, D850 e D500, oltre che alle Z si capisce come la Lexar voglia mantenersi anche solo a livello esteriore agli stessi livelli. Del resto Longsys, il produttore cinese che ha rilevato da Micron il marchio Lexar qualche anno fa, ne detiene tutti i diritti. La tecnologia però è proprietaria e non deriva da brevetti o processi precedenti. Longsys produce ogni tipo di supporto di memoria, dal più comune al più complesso, tra cui, appunto, queste CFexpress. Appena arrivata l'ho subito inserita nella mia Nikon Z7 e ne ho verificato la perfetta compatibilità. La scheda è già formattata e quindi non è necessaria nessuna operazione. Sia a scatto singolo che a raffica, nessun problema. E' anche compatibile con il mio lettore di schede CFexpress Prograde, cosa tutt'altro che disprezzabile, visto che al momento è l'unico lettore che si trova sul mercato. A questo punto l'ho misurata con i soliti test sintetici rapidissimi. Si tratta di benchmark che cercano di simulare condizioni operative comuni in ambito informatico, non necessariamente fotografico. Peraltro AJA è un simulatore di cattura video HD. il trasnfer rate con il mio lettore USB 3.1 Gen. 2 sfiora i 400 megabyte. Lontano dai 1.000 teorici promessi dalla scheda ma comunque ben superiori ad ogni altro formato presente sul mercato (una XQD ha prestazioni sullo stesso pc di circa un terzo, una SD, anche di fascia altissima, nemmeno si avvicina ad una XQD). nel video la velocità sarebbe ancora più sostenuta. Il semplice trasferimento di una cartella di fotografie (circa 110 gigabyte di NEF della Z7) dal mio pc alla scheda mostra una velocità adeguata : oltre trecento megabyte al secondo rispetto agli 85-90 permessi dalle pur eccellenti XQD Lexar 2933x rappresentano un bel salto di prestazioni. Lato impiego, come già con le ProGrade devo invece confermare che le differenze prestazionali, al di là della piena compatibilità senza il minimo impuntamento, apparentemente non ci sono. Nel senso che il buffer si riempie lo stesso e poi si svuota più o meno allo stesso modo. Non c'è quindi un visibile miglioramento nell'impiego di una di queste CFexpress (e nemmeno delle altre) rispetto ad una buona XQD Lexar, secondo la mia presente esperienza. Probabilmente dovremo attendere o la nuova Nikon D6 oppure le prossime Nikon Z di fascia superiore per sfruttare le doti velocistiche delle nuove schede. Però già adesso, con Lexar, ProGrade e con Sony abbiamo già tre produttori di schede per le nostre fotocamere, al posto del residuo quantitativo di schede XQD - tutte Sony - ancora disponibili sul mercato. Attendiamo Sandisk che al momento non è certificata da Nikon ma che apparentemente per certe serie di schede dovrebbe poter offrire la piena funzionalità. Dal mio punto di vista, oltre alla maggiore scelta, c'è finalmente il superamento del limite dimensionale che con il mio rateo di scatto attuale, a 128 gigabyte mi stava un pò plafonando. Io detesto dover cambiare scheda durante le mie sessioni di scatto. E visto che le attuali Nikon Z non offrono un secondo slot di sfogo ai miei scatti, devo risolvere aumentando la dimensione delle schede. 256 gigabyte sono adeguati ma tutti i produttori offrono anche tagli superiori fino a 512 e probabilmente 1000 gigabyte. I costi per il momento sono elevati ma probabilmente con la piena disponibilità di schede e di fotocamere di differenti marchi, dovrebbero diventare più competitivi. Per il momento salutiamo il ritorno di Lexar sulle nostre Nikon, anche se nella realtà il marchio non se ne era mai andato. Adesso Lexar è cinese mentre prima era californiana ma a noi in fondo interessa il risultato. Ottimo sotto ogni aspetto.- 3 comments
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Quando mi è arrivato il pacco e l'ho aperto ... per un attimo ho sperato che avessero confuso le valigette e mi avessero mandato un Noct in omaggio ! E invece Nikon, che ha veramente intenzione di fare le cose in grande con le sue mirrorless, ha deciso di riservare una valigetta simile anche al super Experience Kit della Z50. Se non lo sapete, ve lo dico io, nei migliori rivenditori Nikon nazionali è a disposizione questo kit, che potete richiedere gratuitamente in prova. La valigetta contiene proprio tutto il necessario per una ... Experience completa. oltre, ovviamente, alla Z50 con la sua batteria e il relativo caricabatterie, ci sono i due obiettivi formato DX con cui viene venduta (il compatto Nikkor Z 16-50 e il più potente Nikkor Z 50-250). Ma non manca anche l'adattatore FTZ per provare la macchina con le decine di obiettivi Nikkor F compatibili (sostanzialmente ogni obiettivo motorizzato, sia in formato DX sia in formato FX che magari già possedete). A me sembra una bellissima iniziativa che vi consente di capire nelle vostre condizioni di uso se la macchina e il suo corredino fanno per voi. Perchè, diciamo la verità, due scatti dentro al negozio non permettono mai di farsi veramente un'idea concreta. E sinceramente, anche solo per il gusto di uscire dal negozio con quella valigetta da James Bond, io un giro me lo farei ! A SCANDO DI EQUIVOCI PRECISIAMO ANCORA CHE OVVIAMENTE QUESTO KIT E' UN DEMO, NON E' IN VENDITA. Una volta riconsegnato il kit, la Z50 che vorrete acquistare, verrà comunque consegnata nella confezione normale. La valigetta che vedete nelle foto è esclusiva per il kit. Non è in vendita. Questa configurazione speciale da Experience, non è destinata alla vendita.
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Il vero tester sarà Massimo Vignoli che lo condurrà per fiumi e monti. Ma io non potevo certo lasciarlo imballato. Eccolo qua ! Unboxing Doppia scatola di cartone. Esterna : con tutti i sigilli del caso E interna : con sigillo di garanzia e talloncino Nital Vip l'interno è ulteriormente protetto da un altro foglio di cartone che protegge la sacca in nylon che contiene l'obiettivo : avvolto nel cellophane Eccola qui, liberata dall'involucro, con tutti i manuali d'uso in bella mostra all'interno, altro cellophane protettivo la cinghia e la custodia per i filtri finalmente riesco a liberare l'obiettivo che si presenta con il paraluce in carbonio montato all'inverso. La classica cappa copripolvere di protezione è identica a quella degli altri superteleobiettivi Nikkor il dettaglio del piedino del treppiedi con marchiata la focale obiettivo e paraluce : dettagli del paraluce in carbonio. Tutto made in Japan in bilico, la lente anteriore sposta il peso sull'anteriore dettaglio della ghiera di zoom e della targhetta con le caratteristiche dell'obiettivo il complesso e robusto piede del treppiedi con il suo collarino mobile. Il maniglione è abbastanza comodo anche per il trasporto e nella parte interna ha una placca in materiale morbido per le dita la bottoniera con le funzioni di base, modalità di autofocus, dello stabilizzatore integrato, del richiamo delle memorie e della limitazione di messa a fuoco che può partire dai 6 metri di distanza il cassettino portafilitri che all'origine contiene un vetro trasparente ma può essere sostituito con filtri ND o un polarizzatore il suo vano, aperto. eccolo in posa artistica con la mia D5 perfettamente bilanciata dietro il baricentro è esattamente calibrato per mantenere in perfetto equilibrio il complesso di obiettivo con paraluce e corpo macchina ma ho lasciato per ultimo la funzione principale di questo obiettivo, ovvero il teleconverter TC14 integrato, che si può innestare o disinnestare con un dito, tenendo l'occhio sul mirino (a condizione che sia disarmato il blocco, ovviamente !) ultima immagine "artistica" con l'obiettivo montato su una testa Manfrotto 400 *** COME VA SUL CAMPO Giusto pochi scatti. Ho approfittato della riapertura del Parco Faunistico Le Cornelle di Valbrembo per andare a trovare i miei amici quadupedi e fare quattro scatti di prova, prima di dare la parola a Massimo Vignoli che vedrò domani. Un saggio dell'escursione focale : paesaggio a 180mm dettaglio a 400mm superdettaglio a 560mm La zoomata è incredibilmente fluida e l'utilizzo dell'obiettivo totalmente intuitivo per ogni nikonista. Si avverte una qualità complessiva, sia costruttiva che qualitativa ben superiore al vecchio Nikon 200-400/4 che io ho usato per un paio d'anni senza mai riuscire ad innamorarmene. Qui devo ammettere che l'esperienza è abbastanza ... destabilizzante. Se non fossi costretto - per mera questione di disponibilità economica - a guardare il cartellino del prezzo, lo ordinerei già oggi stesso. Ed io ho avuto sostanzialmente ogni grosso calibro Nikon, con l'esclusione del solo 800/5.6 ... Mi immagino quale potrebbe essere la reazione di chi si deve accontentare del pur onesto Nikon 200-500/5.6 o, peggio, di qualche zoomone Sigma o Tamron f/6.3 ... Ma andiamo a quella che non esito a definire una esperienza mistica, come quella che i credenti devono provare andando in Tibet ... (immagino). Siamo con l'occhio al mirino, stiamo inquadrando un soggetto. Abbiamo sbloccato in anticipo il blocco del teleconverter. Allunghiamo il dito anulare della mano destra .... e .... con una dissolvenza degna del miglior John Ford, l'immagine si ingrandisce otticamente davanti ai nostri occhi e passiamo da 400 a 560mm. Non vi sto prendendo in giro, davvero, Io la descrivo ma provarla diventa totalmente naturale ma al contempo da ... assuefazione. Ok, mi sono dilungato abbastanza con le chiacchiere. Ecco l'album con un pò di foto dei miei amici : Le mie considerazioni sommarie e non scientifiche dopo veramente una brevissima prova di contatto che spero di bissare il mese prossimo quando riaprirà la stagione in autodromo. PRO obiettivo di classe superiore, che rivaleggia con 400/2.8 e 600/4 ultima serie flessibilità assoluta resa ancora più pratica dalla possibilità di andare da 180 a 560mm con un solo obiettivo, senza dover montare teleconverter (quindi immaginiamo chi fotografa in condizioni estreme, d'inverno, con il freddo, con i guanti, oppure in barca o in situazioni pericolose e non può avere due corpi macchina con due ottiche complementari) costruzione di livello assoluto in casa Nikon e non solo prestazioni ottiche (nitidezza, sostanziale assenza di aberrazioni, distorsioni, vignettatura) CONTRO il prezzo ne fa un oggetto per pochi, se non per pochissimi, anche perchè non è detto che possa essere l'unico obiettivo di cui uno necessita, spesso è solo un complemento ad uno o più superteleobiettivi fissi in questa fascia di prezzo ci stanno i migliori superteleobiettivi Nikkor (io sarei in forte dubbio se comprare questo o un 400/2.8 FL, per esempio !) Nikon dovrà decisamente convincersi che lo standard per gli attacchi delle teste dei treppiedi è quello Arca Swiss. Montare la piastra sotto al piedino è una rottura di scatole e potenzialmente un rischio come per il caso del Nikon 200-400/4, la sacca in dotazione è bella, anzi, fantastica, imbottita, comoda da trasportare. Ma Santiddio che cavolo ci vuole a farla leggermente più alta così che possa contenere anche una D5 già montata sull'obiettivo ? Per valutazioni più approfondite, in vero ambiente wildlife e non allo ZOO che è il massimo che può offrirvi il sottoscritto, e confronti con altri obiettivi di questa classe, dovrete però attendere le prove che farà il nostro Massimo Vignoli. Intanto tutti i ringraziamenti a Nital Spa, distributore italiano dei prodotti Nikon, per il prestito di questo superzoom. Senza la sua benevolenza nei confronti di Nikonland, questi articoli non sarebbero stati possibili.
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Uno degli obiettivi più richiesti su ogni marchio fotografico in commercio, tra quelli che producono tradizionalmente indirizzati a TUTTE le fasce di utenti, è certamente il telezoom, ossia un obiettivo che consenta facilmente di variare la lunghezza focale per passare dalle focali più adatte al ritratto a quelle più consone alle attività sportive di ogni genere. Il più generalista dei telezoom è oggi certamente il 70-300mm, comunemente inteso come zoom a luminosità variabile, non eccessivamente luminoso al fine di agevolare una costruzione semplice, leggera, compatta e, last but not least, non eccessivamente costoso come i 70-200 f/4 ed f/2,8 Nell'attesa di un Nikkor S 70-300mm di nuova progettazione Z, ci siamo ricordati dell'ultimo nato di questa categoria di telezoom Nikon, il test del quale è già su Nikonland, dall'indomani della sua presentazione ufficiale, ma si tratta forse dell'obiettivo in catalogo Nikon più trascurato e dimenticato, forse per il periodo in cui è apparso, subito prima della presentazione della Nikon D850 e della fase di avvicinamento alla commercializzazione delle Nikon Z, fatti questi che hanno diminuito l'interesse che avrebbe, a nostro avviso, invece meritato, sia per le qualità che avevamo già sottolineato due anni fa, ma anche per un intelligente prezzo, che supera di poco i 600 euro, che ne fa il telezoom più economico tra i prestazionali del listino Nikon. Per questi motivi ne abbiamo chiesto in prova un esemplare a Nikon Italia ipotizzando un suo provvisorio inserimento in un corredo Z, specificamente basato sul kit Z6, insieme all'adattatore FTZ, ed al 24-70/4 di primo equipaggiamento, fin quando non potrà essere sostituito da un omologo Z, che però manca anche dalla chart Nikon delle future realizzazioni. Il Nikon AF-P Nikkor 70-300mm f/4,5-5,6 ED VR è un compatto obiettivo da 730 grammi (paraluce incluso) che misura 8,1x14,6cm a...riposo e si allunga fino a 20cm alla focale massima più altri 8cm abbondanti del profondo paraluce a petalo ancora maneggevole, grazie al peso non eccessivo, dotato di motore elettrico supersilent stepless e diaframma elettromagnetico (come da sigla AF-P già si comprende), stabilizzazione VR regolabile tra Normal e Sport (per agevolare il panning) uno schema ottico da 18 lenti in 14 gruppi di cui una sola ED a definire l'economia progettuale di questo zoom, accreditato però di tracciati MTF davvero molto interessanti, nonostante la categoria commerciale. Possiede diaframma a 9 lamelle, mette a fuoco a partire da 1,2m che a 300mm di focale determinano un RR da 0,25x, che risulta facile da portare a valori davvero interessanti anche soltanto con una lente addizionale da poche diottrie, (diametro filtri 67mm) con una ancora agevole distanza operativa di maf da 24cm dalla lente frontale... (RR 1:1,11 !!!) Made in Thailand Tutto ci porta a pensare che, come sulle reflex per le quali è stato progettato, anche sulla mia Z 6 + FTZ questo zoom venderà cara la propria pelle... Fin dai primissimi scatti, mentre pioveva, dalla finestra di casa, mi rendo conto delle potenzialità in termini di nitidezza e contrasto di questo zoom, che sono normalmente i punti di debolezza di realizzazioni economiche, prive di lenti asferiche o ad extra-low dispersion (da ricordare che questo 70-300 non gode neppure del trattamento ai nanocristalli) I dettagli a TA e 300mm sono difficilmente riscontrabili nei progetti ottici degli universali compatibili Nikon, anche di prezzo ben superiore a questo (sto pensando ai 100-400 oltre che ai 70-300). Andiamo sulla spiaggia, con lo stesso tempo incerto? Sembra quasi che abbia utilizzato un fill-in flash per dare dettaglio cromatico ai colori degli indumenti della passante, ma così non è... ed anche il crop qui sotto della precedente foto, mostra la qualità in termini di nitidezza e definizione del dettaglio così minuto del tatuaggio pochissima postproduzione, talvolta basta cliccare sulla correzione automatica, per vedere risaltare in buona tridimensionalità il soggetto sullo sfondo, anche poco illuminato Figuriamoci quando la luce invece arrivi... incredibile la resa anche in presenza di forte emissione ultravioletta dello sfondo fuori fuoco, mai impastato la resa in controluce è davvero esaltante, specie in presenza di colori adeguatamente contrastati giocare con ogni formato è facile con la Z6 e la composizione ed il grafismo a mare sono compagni abituali del mio fotografare Questo 70-300 AF-P vibra sulle onde luminose di intensità differente, realizzando delle situazioni di contrasto talora al limite dell'esagerazione (Ustica, sullo sfondo della foto qui sopra, dista 60 km circa...) La combinazione con FTZ su Z6 non diminuisce le velleità velocistiche della mia Z, capace di raffiche fino a 12 ftg/s in determinate combinazioni di uso la possibilità di scendere di focale fino a 70mm determina la possibilità di inquadrare interamente anche soggetti difficili come il surfista e la vela del kite, insieme il crop qui sopra denota la capacità della Z6 di mantenere il fuoco nonostante l'adattatore FTZ interposto ancora un crop della foto precedente solo con l'AF di una mirrorless si può pensare di mettere a fuoco in quell'angolo in basso... o quest'altro... dettaglio su tutta l'inquadratura già ad f/8 alla focale di 85mm Non solamente soggetti lontani sulla spiaggia, come vengo spesso accusato dagli amici, 😛 ma anche altri ...soggetti in rapido avvicinamento... nemmeno in questo caso il 70-300 AF-P si scompone, restituendo alla Z 6 tutti i contenuti delle inquadrature, come si vede dal crop qui in basso della ultima foto della sequenza Con questo obiettivo ho già scattato fino ad oggi, nelle poche occasioni in cui ho potuto utilizzarlo, più di 5mila scatti e già so quanto sarà duro restituirlo all'importatore italiano di Nikon che così gentilmente ce l'ha rimesso a disposizione ... 😏Penso che dovrò vendere qualcos'altro di F mount per aggiungere questo zoom al mio corredo Z (che consta del 24-70/4 del 50/1,8 e del prossimo ad arrivare 14-30/4 già prenotato per essere uno dei primi ad averlo in Italia...) Zoom 70-300... ossia gli obiettivi per le partitelle e gli sport dei nostri figli... senz'altro adatto... abile ed arruolato ! Viaggi, monumenti...? una lama se utilizzato alla giusta distanza a TA, anche a f/5,6, come nella foto qui sotto cambia la luce e ogni foto appare diversa dalla precedente... controluce a dir poco ....commovente, per uno zoom di questa fascia ! Street, people...? anche l'Olympus risulta a fuoco... Veloce, reattivo, acuto nelle luci forti, tanto quanto graduale nelle luci diffuse: incredibile, con una sola lente ED...! appena possibile cromaticamente sorprendente, magari un pelino anche sopra le righe, ma è questo il gusto attuale dei destinatari di questo zoom VR efficacissimo, che grazie alla compresenza del sensore stabilizzato della Z6 si commuta automaticamente in un controllo a tre assi (qua un improbabile f/40 per tenere un pò nitido il putto al centro della fontana, con un tempo di otturazione da 1/13" a 200mm ISO 100) Documentativo ed analitico nei particolari più minuti e distanti dallo stesso punto di ripresa anche ipersaturo, solo sottoesponendo, o utilizzando la più appropriata delle cellule esposimetriche della mia Z, questo obiettivo regala emozione e divertimento su ogni soggetto con cui lo si utilizzi. Il consiglio della Redazione di Nikonland agli amici di Nital è di essere i primi in Europa a realizzare un bundle di questo, ingiustamente trascurato, 70-300mm AF-P con i kit della Z6 che continua ad essere a nostro avviso la fotocamera ideale per sfruttarlo al meglio delle sue possibilità. Il mio giudizio su questo obiettivo verte sui suoi... Pregi: qualità di immagine, nitidezza, contrasto, saturazione progetto ottico, al tempo stesso complesso ma economico: efficacissimo compattezza e peso prezzo di mercato Difetti: reperibilità difficoltosa vignettatura leggera ma costante costruzione economica galleria delle immagini Max Aquila photo (C) per Zetaland 2019
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Bene, eccoci arrivati al primo quesito che il neo acquirente Nikon Z si pone, in relazione all'acquisto dello zoom transtandard, del quale dotare la propria mirrorless Z che il negoziante ci ha appena messo sul bancone del negozio. E ciò grazie all'inaspettata presentazione del 24-70/2,8 inizialmente previsto per essere presentato più avanti nel 2019 e certamente in concorrenza fin da subito con l' f/4 presentato in bundle con Z7 e Z6 nei kit che hanno fin qui alimentato il mercato Nikon Z, fin dalla presentazione dello scorso agosto 2018. Abbiamo parlato a lungo su Nikonland di entrambi gli zoom e scritto anche diversi articoli che potete trovare nella sezione del sito dedicata. Ma grazie alla fruttuosa collaborazione col distributore nazionale Nital, che ci ha consentito di utilizzare il neo presentato Nikon 24-70mm f/2,8S per un periodo sufficiente a formulare delle valutazioni oggettive, mi posso permettere di esternare il mio parere in proposito, avendo utilizzato i due 24-70mm sulla mia Z6 in situazioni differenti allo scopo di evidenziarne pregi ed eventuali difetti. Gli elementi da considerare per confrontare due zoom di questo range di focali, quello nel quale probabilmente scattiamo la parte più rilevante delle nostre immagini usuali, tanto da poterlo considerare uno degli strumenti fondamentali per tutti coloro che non fanno nel loro fotografare una questione specialistica all'nterno di ambiti precisi e delineati, sono al solito alcuni parametri, quali: maneggevolezza e peso nitidezza e contrasto efficienza del motore AF caratteristiche complementari (distorsione, vignettatura, aberrazioni cromatiche) Come tradizionalmente su Nikonland scriviamo, teniamo in nessun conto il rapporto qualità/prezzo in quanto lo riteniamo assolutamente soggettivo, in termini della differente disponibilità economica di ognuno di noi e, sopratutto, in funzione delle diverse (anche opposte tra loro) motivazioni all'acquisto, se distinguessimo utenti fotoamatori da utenti professionisti. La maneggevolezza distingue questi due zoom per ovvii motivi: ingombri e posizionamento delle ghiere sono diversi e soddisfano due esigenze differenti, inconciliabili, quella di scegliere lo strumento di riferimento di un sistema per prestazioni e dotazioni, oppure quella di dotarsi di un obiettivo facile da trasportare e utilizzare senza neppure guardare il barilotto: queste sono le caratteristiche che separano il Nikon 24-70/2,8S dall' f/4. Inappuntabile la cura costruttiva ed i materiali impiegati per entrambi: anche il design, per quanto diverso ha i suoi perchè per ognuno dei due zoom. Prezzo, peso e dimensioni distinguono profondamente questi due zoom, che costano (tenendo conto il valore dell' f/4 all'interno dei kit) uno dal doppio al quadruplo dell'altro, pesano uno mezzo chilo e l'altro 800 grammi, misurano diametri ben differenti e sono equipaggiati in modo ben differente, spartano il meno luminoso, dotato di due ghiere (una programmabile) e del solo selettore AF-MF, addirittura tre ghiere sul più luminoso, oltre a due pulsanti: l'inedito tasto display per leggere sull'apposito display digitale, alternativamente, diaframma, lunghezza focale, distanza di maf e scala di pdc, oltre ad un tasto funzione programmabile da menù fotocamera. Motorizzazione AF silenziosissima in entrambi gli zoom, affidata agli stepper passo-passo: ideali per il video (costanti e silenziosi) eccezionali in fotografia. Due obiettivi della stessa focale, differenziati quindi da una diversa impostazione di utilizzo, da una diversa dotazione comandi (inedita non solo per Nikon), ergo... anche da una diversa resa ottica? Aspettate un attimo, direi... non è ancora finita ! Schemi ottici ben differenti: 17/15 per l' f/2,8 14/11 per il meno luminoso f/4 strutturalmente molto diverso negli elementi e per la loro disposizione in gruppi determinano però una resa ottica mediamente simile sulle distanze medio-lunghe e a diaframma chiuso, come f/11 per entrambe le foto a seguire (metterò sempre per primo lo scatto con l' f/2,8 e poi quello con l' f/4) così come ad f/16 dove si notano le differenze tra i due zoom è naturalmente alle aperture maggiori, sia per le maggiori potenzialità del diaframma in più del più luminoso, sia per i potenziali problemi di vignettatura che a parità di diaframma potrebbero affliggere il meno luminoso f/2,8 TA @ 2,8 f/2,8 @ 4 f/4 TA @ 4 dove ci si dovrebbe aspettare che a TA il meno luminoso dei due zoom possa vignettare più del fratellone allo stesso diaframma di f/4...ma questa affermazione di principio non trova riscontro, a mio vedere, quanto invece il più luminoso deve sopportare alla sua massima apertura, per motivi legati alla maggior dimensione della sua lente anteriore f/4 per entrambi in queste due immagini, dove il meno luminoso, qui sotto è quindi a TA ancora f/11 per entrambi Sappiamo inoltre come gli obiettivi per Nikon Z oggi collaborino con il software di sviluppo per la risoluzione già on camera delle principali istanze legate alle caratteristiche complementari quali appunto vignettatura e distorsione e per tutta la durata del confronto ho avuto la netta sensazione che i dati promananti dal più luminoso dei due zoom vengano come...interpolati meno di quelli del 24-70/4 come a demandare alla successiva determinazione del fotografo, almeno una parte della postproduzione. Se così fosse, il 24-70/2,8S diventerebbe lo zoom prediletto dai fotografi professionisti (cui intrinsecamente è già ovviamente dedicato) lasciando la palma dello zoom più easy al meno luminoso f/4 la cui fascia di prezzo parla in via generale di obiettivo allround per tutti. Aspettando conferme ufficiali a questa mia impressione epidermica, proseguo con le coppie di foto, presentando per ognuno dei nostri due zoom, un ...ritratto prima a TA e poi a quegli f/11 che mi sembrano la soglia immediatamente prima del pericolo di diffrazione, pur potendo chiudere entrambi fino a f/22 f/2,8 f/11 prima il più prezioso e poi lo zoom da kit... f/4 f/11 ed ancora, faticando non poco con...l'eccesso di luce solare e di bianco, ma sempre nella considerazione di nitidezze e contrasti f/2,8 entrambi a tutta apertura f/4 (con le relative prestazioni di nitidezza e stacco dallo sfondo, frutto della diversa apertura iniziale dei due zoom) Insomma, se il valore aggiunto della maggiore apertura a f/2,8 del più importante dei due zoom è chiaramente una prestazione di rilievo a mio avviso è f/4 il diaframma di eccellenza del 24-70/2,8 (in termini dello stacco tra soggetto e sfondo) dove comunque a tutta apertura, il più smart dei due zoom non sfigura per niente Per mettere ancora più in crisi questi due zoom in condizioni di luce così contrastata e diretta, provo anche il controluce diretto per considerare la risposta a f/22 in totale diffrazione, a causa dei raggi solari diretti senza pietà sulle lamelle del diaframma elettronico (9 lamelle il più costoso, 7 l'altro) e qui le differenze emergono, a vantaggio, come ci si aspetta, del più coerente dei due zoom, molto più corretto dal suo trattamento speciale antiriflesso (Arneo), dai nanocristalli del suo coating e per ultimo, anche dallo specifico trattamento al fluoro di alcune delle sue lenti anteriori e posteriori Siamo ai difetti ed alla loro correzione automatica (o meno...) Proprio per quanto lungamente già scritto nelle nostre anteprime sul sistema Z e sugli articoli già pubblicati su fotocamere ed obiettivi per Z, mi soffermerò brevemente a parlare solamente della distorsione, che in questi due zoom appare in entrambi appena percettibile con un leggerissimo e regolare barilotto che si riesce a percepire unicamente alla focale più corta, i 24mm come potete osservare in queste due immagini scattate entrambe da un metro di distanza dal soggetto bello tarare la distanza sul display del 24-70/2.8S ! che si traduce poi in una ineccepibile resa sul soggetto, (astenendosi dal fotografare improbabili muri di mattoni rossi) preferendo a questo scopo utilizzare soggetti usuali dai quali, croppando come nell'immagine qui sotto, si deriva anche la grande risolvenza di questi obiettivi, sui particolari anche i più minuti Tale livello di correttezza (...correzione?) a livello di distorsione, ben si attaglia con la possibilità di utilizzare questi due zoom alle distanze brevi di messa a fuoco loro consentite (la minima per l'f/2,8 sta a 38cm e solamente 30cm per l'f/4 ) nella riproduzione di originali, per esempio, alla quale con le focali intermedie si prestano particolarmente. E se a f/2,8 ci desse fastidio la palese vignettatura, sempre in agguato in situazioni di ripresa similari, basta collocarsi, come da manuale, alle aperture intermedie: qui f/8 e a seguire, f/8 anche sul meno luminoso dei due, ma decisamente orientato ad essere un prezioso strumento in ogni occasione di close-up photography così come lo stiamo utilizzando da mesi con grande profitto e soddisfazione, noi della Redazione di Nikonland ! spesso anche in unione alle nostre lenti addizionali ipercorrette, come i doppini acromatici di Maruti, almeno fino a quando Nikon non ci ridisegnerà le sue analoghe sui diametri filtro che si usano ai nostri giorni, oppure, direttamente, un bell'obiettivo macro per il sistema Z (anche due o tre...) Qui la differenza tra i due zoom si vede propria tutta tutta ed è nettamente a favore del miglior RR del 24-70/4S... e della sua propensione a queste brevissime distanze 70mm f/16 (prima foto sempre il più luminoso dei due zoom) qua sotto invece tre diverse interpretazioni date dal diverso diaframma del 24-70/4 Altra caratteristica in comune ai due zoom, unitamente al sensore della mia Z6, la grande vivacità cromatica, indipendentemente dalla luce disponibile, anche nelle peggiori condizioni di illuminazione... come la oscura navata di una chiesa barocca crop al centro immagine avvicinandosi zoomando, a dispetto dei più lenti tempi di otturazione, salvaguardati solamente dal VR del sensore (ancora nessuna ottica Z stabilizzata sul mercato) 35mm entrambe (t/20) 60mm entrambi qua davvero al buio più totale, a 30mm circa, 6400 ISO... volevate stupirci con effetti speciali ??? Beh, in Nikon ci sono riusciti : al buio, a mano libera, ISO elevatissimi, contrasto luminoso nullo, correzioni automatiche per distorsione, aberrazioni cromatiche, vignettatura e stabilizzazione sensore: si può fare di più ? Forse si, ma direi che se stiamo parlando a 9 mesi dalla presentazione dei primi due pezzi della serie (Z7 e 24-70/4) di cose così... il parto ha avuto successo: aspettiamo che la creatura cresca per poterne parlare ancora più compiutamente. di fatto questo range di focali si presta già nel breve spazio da 24 a 35mm a realizzare inquadrature così diverse su soggetti simili da rendersi insostituibile se di elevata qualità così come avviene con l'ultimo nato della serie per Nikon Z, questo f/2,8 dalle prestazioni ottiche assolutamente ineccepibili .. da un diaframma al suo opposto Allo stesso tempo penso che la resa dei due zoom segue un percorso quasi sovrapponibile fin dalle caratteristiche a TA come già diaframmando di un solo stop, dove entrambi trovano probabilmente il miglior diaframma cui lavorare (rispettivamente f/4 ed f/5,6) Nel frattempo ho materializzato alcune convinzioni rispetto la domanda espressa nel titolo di questo articolo: la domanda su quale dei due zoom sia da scegliere è falsamente posta... La risposta è chiara: verrà scelto quello dei due più adatto alle esigenze di ripresa personali. Il prezzo non determina solamente la potenzialità d'acquisto, ma sopratutto la soddisfazione di un'esigenza e in questo senso comprerà il 24-70/2,8 S chi : sentirà il bisogno del diaframma di luminosità in più, per esempio tra i 50 ed i 70mm dove ai fini della pdc la differenza tra TA a f/2,8 oppure a f/4 ha il suo perchè (e non è detto che sia in direzione del diaframma più aperto) troverà nel display dell'obiettivo una novità irrinunciabile non solamente per la sua più importante accezione, ossia la scala delle distanze di ripresa (orrendamente assente ormai nella maggior parte degli obiettivi moderni, di ogni livello di prezzo) e quella, ancora più sfiziosa, della pdc (che sarà oggetto del terzo articolo che scriverò su questo obiettivo) consideri un valore aggiunto la presenza del tasto funzione programmabile da menù fotocamera in 21 modi differenti e della terza ghiera sul barilotto che riporta sull'obiettivo, volendo, la ghiera dei diaframmi, regolabile elettronicamente a step di 1/3 o programmabile anch'essa per esempio con la regolazione dell'esposizione desideri un obiettivo meno incline degli altri Z ad aggiustare tutto da solo una volta infornati nel sw di sviluppo, perchè vuole metter mano lui nell'apportare o meno le dovute correzioni scarichi il prezzo per lavoro e quindi trovi in questa motivazione all'acquisto un criterio di vantaggio fiscale maggiore rispetto all'acquisto del meno costoso f/4 Comprerà (se non l'ha già fatto) il 24-70/4 S chi: ha comprato un kit con questo zoom e si è trovato in possesso del miglior zoom transtandard entry level mai venduto in bundle con una fotocamera ha comprato una Nikon Z solo corpo oppure body + FTZ e poi si è posto il problema di scattare foto con tutta la tecnologia Nikon del "mirrorless reinvented" Z a disposizione, concentrata in unico barilotto, senza dover spendere i 2500 euro necessari per acquistare l'altro prodigio chi comprerebbe subito un Nikon Z Macro per scattare con RR da 1:5 fino ad 1:3 , ma Nikon non glielo ha ancora progettato e noi di Nikonland gli consigliamo seriamente di comprare questo zoom, molto più indicato dell'altro in termini di resa alle brevi distanze di ripresa chi desideri uno zoom transtandard da portarsi in giro dappertutto senza problemi di alcun genere: non vistoso, non pesante, non inferiore al più uminoso per la maggior parte dei parametri che ho preso in considerazione chi compra una Nikon Z6 e la consideri per lo strumento che è: una mirrorless che quando la linea Z sarà completa, rappresenterà il middle level, corrispondente per destinazione d'uso in ambito reflex alla vendutissima D750 Ringrazio nuovamente Nital per la gentile disponibilità ad averci affidato in prova il Nikon 24-70/2,8 S oggetto di questo confronto con l'altro mio Z-oom Max Aquila photo (C) per Zetaland 2019
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La Nikon D780 prossimamente in test su Nikonland con montato lo splendido Nikkor F 105/1.4E banner di Nikon USA con le caratteristiche peculiari della Nikon D780 : versatilità e agilità. Avevamo detto all'annuncio che non l'avremmo provata. Ma si può cambiare idea, ed abbiamo trovato il tester ideale per provarla. Un vero uomo-reflex, di quelli "real-man-don't-use-mirrorless" che sembra uscito direttamente dagli anni '80. Forse questa macchina è destinata a fotografi come lui, aggrappati al senso di sicurezza che una reflex continua a infondere. Ma questa (bella) Nikon D780 è il giusto ponte tra il mondo tradizionale delle reflex e quello già realtà delle mirrorless moderne. Stiamo parlando ovviamente di casa Nikon - delle case degli altri continuiamo a non essere interessati - e il fotografo Nikon con questa nuova macchina si troverà subito a casa sua. Che la si voglia usare come una reflex - del tutto simile alle altre Nikon ma con qualche piccola cosina (in meglio) in più - che la si voglia usare come se fosse una Z6, macchina con cui condivide buona parte dell'elettronica e delle modalità di funzionamento in Live-View, risulterà di immediato utilizzo. Perchè alla base c'è l'assoluta appartenenza alla casa Nikon, secondo gli ultimi aggiornamenti, sia in termini di resa dei file che di impostazioni di menù, comandi, modalità di sviluppo. Di più. Perchè questa D780, come le Nikon Z, finalmente dialoga anche con il mondo software Adobe. L'ambiente di sviluppo Adobe non è ancora compatibile con la D780 ma aprendo i file NEF con un editor esadecimale, si notano le impostazioni di dialogo che consentiranno di sviluppare i NEF in Camera Raw o in Lightroom con le stesse impostazioni dell'ambiente Nikon (sia in termini di impostazioni di Picture Control e parametri relativi che di correzioni degli obiettivi, oltre alle modalità di riduzione del rumore e di sharpening) che certamente faciliteranno l'uso in quell'ambiente, di fatto standard. E ancora, la disponibilità dell'autofocus a rilevazione di fase sul sensore principale (con le medesime modalità di impiego della Nikon Z6) crea una frattura nell'utilizzo in campo video con tutte le altre reflex Nikon. Tanto che il video creato con questa D780 risulta del tutto simile a quello creato con le Nikon Z full-frame. Scomparse le incertezze di funzionamento del Live-View (imbarazzanti su D850, D500 e D5 ... non parliamo di D750 e D600), l'autofocus è attivo e scattante, tenendo sempre a fuoco il soggetto. Nel complesso, anche se l'ho avuta in mano solo poche ore ne ho ricavato una impressione più che positiva. Con solo piccolissime critiche che faremo insieme in fondo a questo articolo. Come è fatta Già nell'unboxing si nota la prima novità. L'estetica della scatola della D780 si stacca da quella delle precedenti reflex per abbracciare quella delle Nikon Z. Il colore è il nero con sfumature giallo/dorato e non più dorato. anche se i sigilli e le consuete marchiature sono quelli che conosciamo bene. i codici sono ovviamente nazionalizzati. Attenzione alla matricola : le macchine per il mercato europeo hanno la marcatura che comincia con il 6. Solo queste saranno riconosciute in assistenza nei service europei. Le altre macchine sono destinate alla commercializzazione negli altri continenti. qui sulla scatola c'è la lista delle nazionalità coperte da questo prodotto che poi ovviamente è personalizzato per l'Italia (manuale in italiano) ed in più marchiato da Nital con i suoi 4 anni di garanzia e le ulteriori opzioni Nital Vip. l'interno è tutto cartonato e nell'intercapedine è presente il manuale e la scheda di memoria in omaggio. Una Lexar Professionale UHS-I 667x da 64 GB, più che adeguata a questa macchina (io ho usato una della precedente serie 600x senza problemi di sorta) le due sezioni dell'interno della scatola, a sinistra il vano con il corpo macchina, a destra cavetteria, batteria e caricabatterie la macchina è avvolta nel pluriball ed molto ben protetta, state tranquilli, qui l'avevo già liberata per fotografarla ed eccola qui con il mio 105/1.4E montato sopra sul lato sinistro le connessioni multimediali aggiornate. Microfono, USB-C, HDMI il bel display mobile che arriva a diventare orizzontale. Piuttosto robusto, del tutto identico all'apparenza a quello delle Z6/Z7 la torretta di sinistra la identifica come macchina Consumer (posizione Auto, Effect, U1 ed U2) una immagine pubblicata da Nikon che svela la scocca in lega di metallo completa. Il vano doppio per le memorie SD di tipo UHS-II vista artistica del frontale senza obiettivo il lato pulsante di scatto. I comandi sono del tutto analoghi a quelli delle altre Nikon di ultima generazione altro dettaglio della torretta di sinistra con le selezioni relative alla raffica (quando mi spiegheranno perchè nelle Z6/Z7 hanno omesso questa ghiera mi sentirò meglio .... !) Il posteriore è leggermente differente in qualche dettaglio ma ci si fa la mano subito. Si nota - purtroppo ! - l'assenza del joystick. E' vero, non c'è nemmeno nella D750 che questa macchina va a sostituire ma c'è in Z6 e Z7 e sinceramente oramai mi pare assolutamente indispensabile. Quanto avranno risparmiato non mettendolo ? Cinque euro ? E per la miseria, costasse 500 euro questa macchina lo capirei ... vista artistica Il Display Posteriore In modalità "specchio" il funzionamento è analogo a quello di D5/D850/D500/D7500. Totalmente touch, rapidissimo da impostare. Anzi, certe cose, tipo il bilanciamento del bianco vengono meglio con il touch che via menù ... Lo so, lo so, real-man-don't-use-touch. E si vede che io non sono un real-man ma uno strano ibrido. così come è ibrida questa macchina che una volta selezionato il Live VIew, selettore a destra immediatamente vicino al mirino, si comporta esattamente (ma proprio esattamente !) come una Z6 Con tutti i comandi e modalità di funzionamento di una Nikon Z6 comprese quelle di messa a fuoco. Qui è selezionato l'AF-Auto con riconoscimento dell'occhio di default qui con l'area Wide-S e qui con la matrice a 9 settori i Picture Control Creativi esattamente come nelle Z6/Z7/Z50 Nell'uso in Live View l'esperienza è fluida, a livello di quello delle Z full-frame (Z6 in particolare) con l'ultimo firmware. Nessuna impuntatura, sistema che risponde con immediatezza. Stesse peculiarità e stessi limiti. Tutto identico. Come va Nikkor F 105/1.4E ad f/1.4 in Vive View con riconoscimento dell'occhio. Se aprite l'immagine vedrete che il fuoco è sulla pupilla azzurra di destra. Quanto sia precisa la messa a fuoco dipenderà dalle vostre aspettative. Per me è perfetta per uno scatto fatto al volo e a braccia tese. Vedete un pò voi se vi soddisfa. In modalità reflex le cose sono analoghe a quelle che riscontro con una D7500 qui siamo a raffica con il 70-200/2.8 e messa a fuoco automatica, lo scatto è riquadrato perchè è quasi impossibile centrare i miei due piccolini quando giocano. La Nikon D780 è ovviamente di casa con ogni ottica Nikon F che già possediate (anche quelle non motorizzate che invece non hanno l'autofocus sulle Nikon Z). La raffica è adeguata sia in reflex (7+ scatti al secondo) che in mirrorless (12 scatti al secondo) e anche con una scheda scarsa come la mia vecchia 600x, il buffer non si riempie mai. Vedo circa 20 scatti di riserva e anche premendo a fondo non si va fuori scala. Ovviamente scrivo di impressioni di pochi minuti perchè la macchina l'ho già consegnata a Valerio Brustia ed avevo solo questo tempo - e nessuna occasione seria di scatto - per farmene giusto un'idea. Alti ISO A me questi discorsi non appassionano più di tanto ma so che per molti sono questioni importanti. Quindi mettendo le mani avanti in considerazione della precarietà dello sviluppo (conversione in TIF a 16 bit senza regolazioni e NR su OFF da Nikon Capture NX-D per poi portarli in JPG via Photoshop senza alcun intervento) ecco qua qualche scatto sotto a dei vecchissimi neon che producono oscillazioni di ogni genere di frequenza : 7200 ISO 16000 ISO 28800 ISO 51200 ISO che a me sembrano tutti utilizzabilissimi. La macchina a 6400 e a 12800 ISO è assolutamente meglio della D750 che oltre i 6400 ISO diventa molto morbida. Secondo me anche a 25600 si può lavorare "professionalmente". Poi dipende dalle condizioni di scatto, dalle aspettative, dalle necessità di ingrandimento, dalle capacità del software e del fotografo. Etc. etc. etc. Qui non voglio essere né asseverante né definitivo. Non voglio e non posso esserlo. Ma io la Nikon Z6 - che ha lo stesso sensore la uso senza limiti e non ci penso nemmeno a fare ragionamenti ulteriori. Questa D780 credo che sia del tutto equivalente se non un pelo meglio (del resto è passato un anno e mezzo dal lancio della Z6 e i laboratori Nikon mica passano il tempo a pettinare le bambole o a fare la punta alle matite ...). E tanto mi basta ! A chi è destinata questa macchina ? Secondo me a tre categorie di fotografi : - a chi viene da D7x00, D7x0 o D6x0 e vuole fare un deciso salto in avanti ma ancora non è interessato alle mirrorless, vuoi perchè non vuole cambiare il corredo, vuoi perchè non può farlo - a chi è ancora restio al passaggio alle mirrorless ma vuole provarne le possibilità restando nel comfort del suo sistema reflex, specie - ma non solo - nel video che certamente nella sua attuale reflex è più carente - ai professionisti che hanno basato il loro corredo sulla D750 (per motivazioni più che condivisibili) e che vogliono aggiornare il sistema continuando ad utilizzare le loro ottiche (perchè si sa, passare a Z costa tutto un corredo e non si può certo spesare in un solo esercizio fiscale !). Troveranno nuove funzionalità e un video assolutamente aggiornato. Concorrenti Ovviamente restando in casa Nikon, non è costume di Nikonland confrontare una Nikon con macchine non compatibili con il nostro sistema : - la Nikon D750, per chi ha corpi macchina DX o macchine vintage, perchè costa un migliaio di euro meno anche se offre molto meno vista come è la D780 - la Nikon Z6, perchè è una mirrorless e se si è interessati ad usare la D780 più come mirrorless o più nel video che nelle foto, allora la Z6 ha non una, ma due marce in più. E al momento - al netto delle campagne di incentivazione - costa pure meno. Conclusioni ... non conclusive Perchè questo non è un test ma soltanto un'anteprima. A favore la Nikon D780 è maledettamente bella ! Per quanto l'estetica non conti proprio nulla in termini di qualità fotografiche é proprio riuscita bene. L'aver tolto il flash pop-up non ha permesso soltanto di avere maggiore robustezza intrinseca ma ha consentito di rastremare e affinare l'estetica che adesso risulta anche più elegante di quella della già bellissima Nikon D850. Bella, compatta, leggera, elegante e aggraziata. è costruita maledettamente bene. Certo resta una consumer con qualche plastica di troppo. Ma la costruzione e l'ergonomia sono da Nikon. Idem per le pelli e i comandi. C'è anche la retroilluminazione dei comandi se non l'aveste notato è aggiornata in tutto. Sinceramente salvo fare tentativi di ibridazione del mirino, con costi assolutamente non sostenibili, sarà difficile andare oltre per le reflex. Sappiamo che Nikon vuole continuare a svilupparle in parallelo alle mirrorless ma il mercato parla chiaro ed io credo che andare oltre questa generazione sarà molto difficile finalmente c'è l'AF a rilevazione di fase. Con tutto quanto concerne in termini di autofocus evoluto in Live-View sia nelle foto statiche che nei video. Con questo Nikon colma finalmente il gap. Era ora ! la qualità di immagine e di video e a livelli di eccellenza. Alti ISO ? C'è. Video sofisticato con AF efficiente ? C'è ! Contro non è una mirrorless. Nel video il rumore dell'autofocus si capta. E' indispensabile usare un microfono esterno. non è una mirrorless. L'autofocus in reflex resta costretto al centro. Ed io non sono più capace di usarlo .... non è una mirrorless. E quindi gli obiettivi vanno tarati uno ad uno perchè altrimenti la messa a fuoco può non essere ottimale. ok, è una macchina consumer. Ok, nella D750 non c'è. Ma quanto sarebbe costato mettere il joystick ? Ditemelo un pò ... ok, è una macchina consumer. Ok, sono una piccola frazione i fotografi che lo comprano. Ma anche in questo caso quanto sarebbe costato mettere contatti ed agganci per il battery-grip ? In molte applicazioni e per i professionisti o chi usa ottiche importanti, il battery-grip è un necessorio non un accessorio L'effetto novità è un lusso ma questa macchina costa troppo per avere successo immediato. Il prezzo giusto, anche guardando a quello della D750 e della Z6 nuove dal Nikonstore.it, sarebbe a mio modesto parere almeno un 33% in meno. A proposito di prezzi, quelli ufficiali consigliati al pubblico sono : corpo con SD 64GB Lexar Pro : € 2.499 corpo con SD 64 GB Lexar Pro e Nikkor 24-120/4 VR : € 2.999 ma è in corso una campagna di rottamazione presso selezionati rivenditori fisici di Nikon, che offre uno sconto alla cassa di € 200 per l'acquisto della D780 contro consegna di una fotocamera digitale di qualunque tipo e marca, purchè funzionante Oltre al valore di permuta eventualmente offerto dal rivenditore a suo insindacabile giudizio. Bene, l'anteprima si conclude qui, vi lascio alle parole di Valerio Brustia che ha in mano la D780 e cercherà di torchiarla a fondo dal suo punto di vista di fotografo tradizionale ancora diffidente nei confronti del nuovo che avanza. Ma non trascurate di leggere i commenti (qui sotto) che potrebbero contenere interessanti aggiunte e considerazioni. ***** In action a partire da domani, dalla viva voce del vostro tester, Valerio Brustia : premere sul triangolo verde per visualizzare. Filmato girato (alla buona) in esterni con Nikon D780 e Nikkor F 105/1.4E ad f/1.4 per saggiarne le capacità di tenuta del fuoco. Formato MP4 nativo, Picture Control Ritratto, nessuna postproduzione.
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Come i gioielli più importanti, il Noct arriva ben protetto. Sono due i cartoni che lo contengono. Quello esterno. che porta ben evidente come debba essere impacchettato ad uno ad uno il sigillo di Nital già sul cartone esterno che reca le indicazioni dello spedizioniere perchè arriva così dal Giappone via Amsterdam questo invece è il cartone interno, ben marchiato. con l'altro sigillo che promette quattro anni di garanzia. Ma saranno molti di più di gioia di utilizzo per chi potrà permettersi il Koh-I Noor dei Nikkor ! ecco apparire la valigetta che contiene il Noct, ben protetta da cellophane e polistirolo che sembra un intermedio tra la valigetta con i codici di lancio degli ICBM e quelle che contengono le armi portatili dei poligoni ma non è così minaccioso il Nikkor Z Noct che qui compare, bloccato nelle sezioni preformate di assorbente poliuretanico dentro alla valigetta. Lo scomparto anteriore è coperto da uno sportellino che reca serigrafato lo schema ottico dell'obiettivo. Complessissimo e ben lontano da qualunque normale abbiate mai visto. libero lui e il paraluce dal loro alloggiamento. Fino al ritorno a Moncalieri, gli prometto che starà alla luce insieme a me tappo, un pezzo normale come gli altri Nikkor Z, passo da 82mm, nemmeno troppo enorme in primo piano il paraluce in metallo a vite eccolo qui. Non c'è un dettaglio in plastica in questo oggetto costruito a mano da pochi artigiani nella fabbrica giapponese di Nikon, come si faceva una volta con il suo progenitore, il mitico Noct-Nikkor 58/1.2 come gli altri Nikkor Z di fascia alta, c'è il tasto funzione aggiuntivo, la ghiera interna programmabile, il tasto di controllo del display OLED che normalmente mostra la distanza di messa a fuoco visto dall'alto con le serigrafie perfettamente scolpite e verniciate. Bianco e giallo sono i colori scelti per la doppia scala della distanza di focheggiatura. imponente, solido, robusto, eppure facile da maneggiare la splendida ed orgogliosa serigrafia anteriore e il riflesso dello schema ottico dei nidi d'ape dei miei due softbox che non ho voluto togliere per mostrare la qualità del trattamento dei singoli strati Matricola 2167. Quindi non ne hanno prodotti poi così pochi .... Made in Japan, come una volta ! un dettaglio del fermo del collarino del treppiedi, grosso e ben robusto con un serraggio a prova di sblocco. montato sulla mia Z6 in tutto il suo splendore. L'obiettivo è certamente (molto) grosso ma non così sproporzionato. come si vede in queste viste dall'alto. dettaglio del bel paraluce che reca da una parte la filettatura per il montaggio, sicuro, all'anteriore - anche esso in metallo - dell'obiettivo, mentre dall'alto ha una parte gommata simile a quella dei paraluce in fibra di carbonio dei superteleobiettivi Nikon. come si vede in questa vista laterale. Anche qui orgogliosamente Made in Japan. bello come il sole, robusto come uno strumento destinato a lavorare migliaia di ore consecutive senza problemi. dettaglio della enorme ghiera di messa a fuoco che ha una rotazione di quasi un angolo giro completo. Tra 50 e 60 cm di messa a fuoco corrono forse cinque centimetri (non scherzo !) di corsa. Lo ricordo ai più distratti : questo è un obiettivo meccanico a fuoco manuale. Non c'è nessun motore, lo dovete focheggiare voi a mano ! La messa a fuoco è fluida, sicura, agevole. La meccanica a prova di orologeria svizzera. La costruzione è inappuntabile. Ogni dettaglio è funzionale, prima che pensato per stupire. I pulsanti sono sicuri, fermi, perfetti. Il display Oled visibilissimo in ogni circostanza. Anche la ghiera interna è ben sfruttabile. Io l'ho impostata per controllare la sensibilità ISO. Se posso fare un appunto, va alla solita scelta di Nikon di trascurare lo standard di mercato degli attacchi dei treppiedi. Oramai si usa quasi esclusivamente l'attacco Arca Swiss. Qui il piedino è liscio e deve necessariamente essere avvitato un adattatore Arca Swiss che può creare qualche problema di fermo. Una svista secondo me inspiegabile su un oggetto così perfetto. L'unica parola che può definirlo a pieno. Utilizzarlo, dopo i primi minuti in cui si deve superare la soggezione, è una gioia. E più passa il tempo, e più viene voglia di continuare a mettersi alla prova utilizzandolo sempre più al meglio. Ricordiamoci sempre una cosa. La profondità di campo ad f/0.95 alla distanza minima di messa a fuoco è qualche cosa meno di 3 mm. Ovvero 1.6 mm davanti al soggetto, 1.6mm dietro al soggetto. **** NOTE STORICHE Facciamo due passi nel mito per spiegare quanto la focale 58mm sia intimamente importante per Nikon. Magari pensate che il primo normale Nikon luminoso sia stato un 50mm. Ebbene vi sbagliate. Perchè al lancio del sistema F nel 1959 il 50mm era considerato un obiettivo di attacco, ed era un bel f/2, ne ho un esemplare in ottime condizioni di quell'anno. Ma la versione luminosa, lanciata nel ottobre del 1959, pochi mesi dopo il lancio della Nikon F, era il 58mm f/1.4 marchiato Nippon Kogaku Japan. Il Nikkor-S da 5.8cm f/1.4 dell'ottobre 1959. Foto Courtesy Ken Rockwell Guarda caso un Nikkor S, con focale da 5.8cm e luminosità 1:1.4 Solo nel 1962 verrà presentato un 50mm f/1.4 ma non confondiamo la focale 58mm con quella da 50mm. A 50mm il ritratto viene già deformato, mentre a 58mm no. 58 non è solo formalmente la trasposizione dei numeri che compongono anche 85mm, la focale per eccellenza del ritratto. Al primo 58/1.4 del 1959 farà seguito il mito cui si rifà anche questo nuovo obiettivo per Nikon Z. Il Noct-Nikkor 58mm f/1.2 in versione AIs del 1982 Quel 58mm f/1.2 Noct-Nikkor del 1977, prodotto fino agli anni '80. Obiettivo pregiato, con una lente asferica molata a mano con tempi di realizzazione molto lunghi. Esattamente come questo nuovo Noct che si rifà al progenitore anche nel nome, oltre che nelle ambizioni. Per lungo tempo il Noct-Nikkor è stato molto ambito tra fotografi e collezionisti, con quotazioni arrivate al limite dell'assurdo (anche oltre i 3500-5000 euro per un esemplare perfetto). Più recentemente, Nikon alla ricerca di una conferma nella sua focale "normale" d'eccellenza, si è riproposta con un progetto finalmente autofocus e progettato per le moderne reflex digitali il nuovo 58mm è un obiettivo correntemente in produzione. Tutto in plastica, costruito in Cina, con caratteristiche particolari di resa del soggetto e del suo sfuocato. Che pur essendo un obiettivo di pregio, non brilla particolarmente in nulla se non nello sfuocato. Si tratta quindi di una focale particolare, non scelta a caso, che è stata riprodotta anche da altri marchi nel passato anche recente (Minolta con il suo Rokkor 58/1.2, un progetto parallelo a quello del Noct-Nikkor del 1976 e Voigtlander con il suo Nokton 58/1.4 che si rifà ad un altro progetto dell'Università di Tokyo degli anni '80). Oggi è Nikon stessa che per introdurre degnamente il nuovo attacco del 21° secolo, lo Z Mount, riprende sia la focale che la sigla Noct, per portarla a limiti inesplorati con l'apertura massima addirittura inferiore ad f/1. Il nuovo obiettivo esclusivo per Nikon Z è talmente superiore ai precedenti, per costruzione, prezzo e prestazioni, da staccarli nettamente di categoria. *** PRESTAZIONI Resta però la filosofia di fondo. Il Noct è un obiettivo di altissime prestazioni ma pensato per dare il massimo di se nel mondo reale. Non aspettatevi misure di laboratorio cliniche e al limite di quelle teoriche. Tutt'altro. Nell'uso non ho notato distorsione o vignettatura, ben corrette anche via software. Ma l'aberrazione cromatica assiale è presente, specie negli scatti reali. Pur ricordando che è un iper-luminoso, ci sono oggetti più corretti nelle fotografie alle mire ottiche, come potete vedere qui sotto : e qui, intorno alle luci dei led : Qualcuno potrà anche obiettare che la resa dei punti di luce non è omogenea. E' vero, al centro abbiamo dei circoli perfetti, mentre ai bordi estremi avremo i classici ossi di seppia : Le sue caratteristiche però lo portano ad essere un reale campione dove veramente conta. La transizione tra fuoco e fuori fuoco che è a livelli che sinora non avevo mai visto, certamente non in questa lunghezza focale. è abbastanza evidente qui ma lo è ancora di più in queste rose : ad f/0.95 il primo piano è nitidissimo e addirittura tridimensionale, mentre il secondo piano è totalmente dissolto Ad f/5.6 si mantiene lo stesso tipo di rendimento, senza alcuna soluzione di continuità. Praticamente si può giocare cambiando continuamente l'apertura del diaframma a parità di ogni altro parametro, per vedere l'effetto che fa sui soggetti inquadrati. e a differenza di altri progetti moderni, il tipo di resa è omogeneo, sia che il campo di sfuocato sia dietro che, davanti al soggetto come si vede in questa foto : con altri obiettivi, il primo piano sarebbe nervoso e rigido, qui invece abbiamo lo stesso tipo di dissoluzione dell'oggetto, nonostante questo prenda la luce in modo differente. Potrei continuare a lungo a fare questi giochi ma io questo obiettivo l'ho usato per fotografare in questi giorni, e se mi sarà possibile continuerò a farlo finchè non lo dovrò restituire. Con foto come questa, grazie ad una particolare combinazione fortunata tra luce, soggetto, predisposizione e un pizzico di magia natalizia : Ma restando alla resa del soggetto e del suo sfuocato, sia davanti che dietro al piano di messa a fuoco, vorrei sottoporvi questo piccolo filmato. Se guardate bene, vedrete per un attimo materializzarsi un capello davanti al viso di Jessica. Un sottilissimo capello reso nitidissimo pur con un campo visibile sia davanti che dietro. Premere sull'immagine per visualizzare il video e poi tornare indietro per proseguire nella lettura dell'articolo. Conclusioni Non la faccio troppo più lunga, credo che chi ha occhi per vedere abbia già visto ciò che doveva vedere. Per gli altri, non c'è nulla da fare, non è colpa nostra ! Dimenticatevi del prezzo, non è con il cartellino che si fanno le foto. Ma con il manico e con gli strumenti fotografici. L'album con un pò di foto : la descrizione di un mio servizio fotografico : con commenti, confronti e puntualizzazioni operative. Se posso sintetizzare : - è un obiettivo speciale, nel senso letterale del termine, io non ho mai visto nulla di simile - è un obiettivo vivo, non uno strumento di laboratorio pensato per eccellere nelle misure. Valutatelo per le foto che vi consentirà di fare, non per misure scientifiche, non è quel tipo di obiettivo - è un obiettivo che da assuefazione. Visto questo all'opera, ogni cosa che conoscete o possedete, vi sembrerà ordinaria. - l'unico appunto che mi sento di fare è un piccolo peccato veniale, il piedino del treppiedi (necessario per fare foto decenti almeno se non siete fatti di pietra !) non è a norma Arca Swiss il prezzo invece è una variabile non sostanziale per dotarsi di uno strumento del genere. Anzi, se lo vediamo in campo cinematografico, il suo costo è anche piuttosto conveniente e io mi aspetto che se ne vendano parecchi ... ! Insomma, un capolavoro. Che ve lo dico a fare ? Non l'avevate capito ? Grazie a Nital Spa, distributore dei prodotti Nikon in Italia, senza la cui benevolenza nei confronti di Nikonland questa prova sul campo non sarebbe mai stata possibile.
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Nikkor Z 85mm f/1.8 S : l'anteprima di Nikonland
M&M posted an article in Nikkor Z : Test obiettivi Nikon
Se non avete inteso bene, ebbene lo ripeto subito, nella mia modesta opinione e pur al netto del fatto che ho avuto a disposizione questo nuovo - ed atteso ! - primo teleobiettivo Nikkor Z solo per pochi giorni, questo Nikkor 85mm f/1.8 S si candida già come miglior 85mm mai prodotto da Nikon per caratteristiche generali e tralasciando l'apertura massima "limitata" ad f/1.8 anzichè f/1.4. Non è un sostituto dell'onesto ma mediocre Nikkor 85/1.8G, né, a maggior ragione, del precedente modello non motorizzato. E' un obiettivo che sinceramente, può confrontarsi con i riferimenti attuali per attacco F di focale 85mm, cioé Zeiss Otus e Sigma Art. Destinato, per compattezza e "velocità" sia operative che d'impiego, a diventare semi-leggendario come il vecchi Nikkor-H da otto centimetri e mezzo, protagonista insieme a 50/2 e 105/2.5 del film Blowup ... Non è, lo dico subito, un oggetto di cui ci si può innamorare per l'aspetto o per le raffinatezze costruttive. Il suo bisnonno pre-AI è ancora oggi ben più affascinante nella sua tozza massa di alluminio, ottone e vecchio vetro fuso in Giappone. Questo è in larga parte in lega di magnesio e policarbonato, del tutto simile al gemellino 50/1.8 S che distacca per una manciata di millimetri in altezza e in diametro e pochi grammi di peso. E' costruito in Cina (non che questo costituisca reato ma certo non lo rende più pregiato ... !). Insomma è un pò dimesso. Un cilindro un pò anonimo. Ma perfettamente armonico con le mie Nikon Z Ma le sue peculiarità sono tutte dentro all'involucro : lo schema ottico è complesso e prevede due lenti ED ( e nessuna asferica) il diaframma è a nove lamelle è costruito con guarnizioni a tenuta ha integrato il dispositivo di multifocusing Nikon (ci sono due motori di messa a fuoco che lavorano in sincrono muovendo differenti gruppi ottici) per una messa a fuoco di precisione ad ogni distanza rimamendo comunque entro un peso accettabilissimo di 542 grammi tappi compresi (secondo la mia bilancia). sono caratteristiche che il Nikon 85/1.8G si sogna. E tutto sommato che staccano anche il Nikkor 85/1.4G, obiettivo che non ho mai amato particolarmente e che secondo me è invecchiato piuttosto male. Alla prova dei fatti l'aberrazione cromatica delle versioni più anziane è quasi completamente scomparsa ( mi ricordo il pur buon 85/1.4D che promuoveva muraglie verdi sui contorni degli oggetti filiformi anche con la vecchia Nikon D2H ...), la nitidezza miracolosa, la capacità di rendere quasi fossero tridimensionali le forme ... commovente, la tenuta al controluce e al flare a tutta prova. che aggiungere di più al conto ? Che mi sono divertito ad utilizzarlo con le mie Z (sia Z7 che Z6 a seconda di casi e circostanze) per oltre 5.000 scatti consecutivi, godendomelo come un matto, potendo sfruttare la messa a fuoco con riconoscimento di volto e occhio insieme all'efficace stabilizzatore a 5 assi integrato nelle nostre mirrorless (gli altri obiettivi su FTZ attivano solo i 3 assi di stabilizzazione). I risultati sono convincenti, concreti, professionali. Raddoppiando in me la convinzione, già forte dopo aver provato il Nikkor Z 24-70/2.8 S, che realmente i nuovi obiettivi per l'attacco Z rappresentano molto più degli attuali corpi, la vera promessa di salto generazionale del corredo Nikon. Quindi diventerà parte integrante del mio arsenale fotografico su Nikon Z appena mi sarà possibile acquistarne uno per me. *** Non accusatemi di eccessivo entusiasmo, mi conoscete da tanto di quel tempo che riuscirete a capire dal tono di come scrivo l'effettiva portata delle mie sensazioni in ogni mio articolo, contestualizzandolo e non prendendolo per assoluto. Che come al solito vi prego di prendere per quello che sono : opinioni personali, anzi, personalissime. Considerando che io prendo i risultati offerti dalle Z per come sono concepiti dai suoi progettisti, quindi nella loro sintesi di hardware+software. Non ho né l'interesse né la curiosità di andare a vedere come siano i file "grezzi" prodotti con questo obiettivo in ambienti di sviluppo diversi da quelli "pilotati" da Nikon. Nè di portare prove oggettive o semi-scientifiche di mire ottiche, muri di mattoni, angoli estremi di prospettive geometriche elaborati con macinapixel esoterici. Questo è un obiettivo da ritratto che va preso per ciò che è. La focale 85mm con una messa a fuoco da 82 cm è una precisa scelta progettuale pensata per rendere al meglio il mezzo busto della figura umana. Senza gli eccessi degli obiettivi più corti che possono riprendere da più vicino e senza le eccessive compressioni di quelli più lunghi con ingrandimenti superiori. Per le foto sono autorizzato ad esporne solo qualcuna e trattandosi di un esemplare di preserie non posso però condividere (né lo farei) gli originali. Sono però immagini quasi del tutto prive di post-produzione salvo le opportune regolazioni di sviluppo. Le foto che seguono sono state eseguite con Nikon Z7 e con una lente acromatica Marumi DHG 330 da tre diottrie per ridurre la distanza di messa a fuoco ed ingrandire il soggetto. Sono dei crop per valutare la capacità di resa del soggetto, a diaframma chiuso f/8, a mano libera e con luce naturale. non è un macro, evidentemente ma vi assicuro che ad occhio nudo quei fiori di zucchina e quelle foglie non riesco a percepire tutto quel dettaglio. Né quella tridimensionalità di resa che fanno apparire quasi ... inquietante il primo fiore ! questo fiore di ortensia è ripreso invece ad f/3.2 con uno sfuocato che si mantiene uniforme e continuo ma un dettaglio ancora ben leggibile sul primo piano a fuoco. Su Z6, ancora con lente addizionale, il dettaglio della bocca umana qui a tutta apertura e con la metà dei pixel (ma questo non è un crop : é l'immagine intera). Ed andando su quello che sarà il campo di utilizzo top di questo obiettivo, un ritratto ad f/1.8, ancora su Z6 con obiettivo ovviamente liscio soggetto giapponese per obiettivo giapponese ... In esterni, a tutta apertura e con il riconoscimento dell'occhio che risulta impeccabile anche in ombra e con gli occhiali : Nikon Z6, Nikkor 85mm f/1.8 S ad f/1.8 f/4 f/1.8 in interni, su Z6 in esterni, f/1.8 *** Due parole per finire sul prezzo a cui, dal 5 di settembre questo obiettivo sarà commercializzato (proposto al pubblico IVA compresa a 930 euro circa). Non paragoniamolo per favore a quanto si trova il vecchio Nikkor 85/1.8G. Quello è realmente un obiettivo di una categoria inferiore, con prestazioni nettamente inferiori, che non è stato pensato per valorizzare al meglio le nostre Nikon Z. Mettereste pneumatici vulcanizzati per risparmiare sulla vostra roboante Alfa Romeo Quadrifoglio ? No, quindi fatevi un favore, sulle Z impiegate obiettivi Nikkor Z ! Certo, 930 euro sono una cifra considerevole e solo in parte giustificata dal valore intrinseco dell'oggetto (non parlo delle prestazioni che al momento non hanno paragoni). Ma siamo entrati in una fase della nostra passione in cui i numeri in gioco sono quelli che sono. Noi siamo rimasti in pochi e sempre meno persone trovano motivo di acquistare questi "giocattoli". Le spese di ricerca e sviluppo in proporzione crescono per evere prestazioni così elevate, e devono essere ripartite su un numero di pezzi inferiori. Confidiamo sulle campagne di incentivazione all'acquisto promosse da Nikon ma mettiamoci l'anima in pace : la fotografia è tornata ad essere una passione d'elite per chi vuole concedersi il meglio delle novità offerte dal mercato. Questo è se vi pare. E qui si chiude questa anteprima. Torneremo su questo obiettivo dopo qualche mese di impiego serio ed impegnato sul campo per riportare esperienze ed impressioni di lungo termine, come costume di Nikonland. Grazie per l'attenzione e grazie a chi ha reso possibile questa anteprima di un oggetto che attendevamo realmente con grandissime aspettative, del tutto mantenute alla prova dei fatti. Testo e Immagini Copyright Nikonland 2019 - riproduzione riservata. -
Mantenere il primato: Questa frase mi ronza in testa da quando Mauro mi ha detto “provala e dimmi che ne pensi”. Sì perché è difficile oggi darsi una spiegazione al lancio di una reflex di fascia media, oggi che la tecnologia delle fotocamere Mirrorless non è più un’ipotesi ma una realtà in veloce evoluzione. Allora credo che non ci sia altro nella scelta di Nikon se non la chiara intenzione di affermare il primato nelle produzioni reflex, dispositivi che indubbiamente hanno consentito alla fotografia di diventare semplice ed intuitiva La Nikon D780 è una macchina leggera, si impugna bene ed ha un buon mirino ottico. Il display posteriore fa la differenza, lo dico subito, questa reflex ha una marcia in più grazie allo schermo posteriore touch e ad una gestione del live view mutuata dalla tecnologia Nikon Z. Ciò significa, nella pratica, poter utilizzare tutti gli obiettivi F in una modalità molto simile a quello che offre la Nikon Z6, senza però dover ricorrere al tubo FTZ. In altre parole, l’autofocus è gestibile a tutto formato e può azionare anche gli obiettivi AF ad accoppiamento meccanico, permettendo così di estrarre il massimo della qualità ottica ottenibile da qualsiasi vetro Nikon AF ed eliminando gli errori di front e back focus che affliggono tutte le riprese reflex. Nel pochissimo tempo a disposizione (effettivi un giorno e mezzo) ho deciso di provare questa fotocamera nel tipo di riprese che conosco e pratico da tanti anni, situazioni che spingono al limite macchine, obiettivi e fotografo. La stagione invernale, qui nella bassa, non aiuta molto, ma sul greto del fiume a tirar notte non c’è fotocamera che non si arrenda. Ho voluto provare la D780 per scoprire se queste tecnologie possono spostare un po’ più in là l’asticella. Ho montato la D780 sul 600 mm per verificare la reale praticità d’utilizzo del suo nuovo autofocus in live view ed il risultato è stato veramente incoraggiante. Il live view autofocus si è rivelato effettivamente preciso e veloce, ma soprattutto lo scatto da display mi ha dimostrato quanto sia valido in termini di riduzione delle vibrazioni. Le immagini che mostro sono jpg on camera, ottenute quindi senza alcun intervento in PP. Il sensore FX da 24 MP è molto generoso in termini di gamma dinamica ed efficace anche nel contenimento del rumore da alti iso e da pose lunghe. Nikon D780 ob.600mm exp 1/160 f/9 iso 160 Il Bilanciamento del bianco Auto è ottimo, tanto efficace che ho provato ad escluderlo per vedere quale dominante effettivamente stava correggendo e come esegue il compito. Nikon D780 ob.600mm+TC14eII exp 1/160 f/5.6 iso 200 Ho deciso di escludere il bilanciamento del bianco Automatico, volevo registrare la tonalità fredda e umida di questo luogo. L’appostamento in capanno è un gioco di probabilità, una puntata non proprio al buio, ma quasi. Speravo di inquadrare le Gru che scelgono questo angolo di parco per trascorrere la notte, ma lo stormo mi ha scavallato posandosi qualche centinaio di metri più a monte. Le impronte dei trampolieri sulle barene sembravano fresche, un indizio utile per scegliere dove posizionare il capanno, un indizio appunto e non una certezza. Poco prima del crepuscolo ho scorto un movimento lontano a sinistra, un cinghiale al guado; nonostante fosse lontano ho puntato ugualmente il tele su quel puntino scuro. Nel buio crepuscolare il cinghiale si muoveva veloce, non riuscivo a seguirlo in live view con la necessaria precisione, era troppo piccolo nell'inquadratura o il mio dito è troppo grosso. Così ho portato l’occhio al mirino, la mano destra ad impugnare la fotocamera e la sinistra alla frizione della testa a sfera. Nikon D780 ob.600mm exp 1/200 f/5.6 iso 800 Crop 100% I sensori centrali della fotocamera non hanno sbagliato anche se il cinghiale anche se era un puntolino scuro nell’aria nebbiosa. Lo scatto della D780 è morbido e ben ammortizzato, peccato che il mio pollice, sul dorso della fotocamera, non trovava il joistick di posizionamento mira di messa a fuoco. Bizzarramente Nikon ha eliminato il joistick lasciando solo i quattro pulsanti cursore che, comunque, il mio pollice faticava a trovare perchè sono un po’ più in basso rispetto alla D800 o alla vecchia D3. La giornata è finita il cinghiale s’è dileguato, non mi restava che testare una posa lunga ad alti iso. Nikon D780 ob.600mm exp 1/15 f/4 iso 2500 Nikon D780 ob.600mm exp 1/15 f/4 iso 2500 crop 100% Nikon D780 ob.600mm exp 1/13 f/4 iso 10000 crop 100% Sono arrivato a 10000 ISO con tempi più lunghi di 1/15s ad f/4. Con questa scarsa luce l’autofocus della D780 si arrende, anche l’ottimo live view diventa impraticabile specialmente indossando i guanti e le moffole. Va detto che la mia D500 aveva già alzato bandiera bianca una ventina di minuti prima. Insomma, sono mancate solo le gru. -------------------------------------------------------------------------- 4 ore in un capanno sono troppo poco per conoscere una fotocamera, per capirne la reale potenzialità, così è stata occasione per togliere ruggine e ragnatele dalle racchette da neve. Il Parco del monte Avic in Valle d’Aosta è a breve distanza ed offre escursioni semplici, piacevoli e sicure, anche in pieno inverno. Per questa escursione ho scelto lo zoom grandangolare Nikon AFs 18-35/3.5-4.5 ED-G che è compatto ed estremamente leggero, inoltre consente di montare i filtri diametro 77mm utili a proteggere la lente frontale da abrasioni sporco ed acqua; in questa occasione si è rivelato un dettaglio molto utile. Nello zaino hanno trovato posto anche un obiettivo macro e il fantastico Nikon 300/4 PF, il teleobiettivo più versatile che abbia mai usato. Anche in questo caso mostro solo i jpg prodotti dalla fotocamera. Fotografare sulla neve non è semplicissimo. Non esiste sistema esposimetrico in grado di compensare il bagliore accecante della neve ed anche la moderna D780 richiede l’intervento del fotografo. Per rapidità ho scelto di impostare la fotocamera in A (priorità dei diaframmi) e mantenere gli ISO fissi a 125 praticamente per tutta la giornata, modulando la necessaria sovraesposizione con il pulsante di staratura. Il display posteriore, per quanto bello e preciso, in queste occasioni risulta inutilizzabile a causa della fortissima luce ambiente. Il mirino ottico torna ad essere il riferimento unico per l’inquadratura. La Nikon D780 si è rivelata molto scattante direi “smart” ho dovuto solamente fare un po’ di attenzione nel premere il pulsante di staratura che, pur essendo accanto al pulsante di scatto quindi a portata di indice, è piuttosto piccolo e difficile da comandare indossando i guanti. L’esposimetro della D780 mi ha dato la sensazione di voler tendere alla sottoesposizione, i valori di staratura con cui ho scattato sono variati da + 0.7 a +1.7. Sorprendente la qualità del bilanciamento del bianco automatico ben rappresentato in questi scatti jpg dove la neve mantiene la sua dominante fredda. Molto piacevole il rendimento tonale in grado di conservare dettagli visibili non tanto nelle ombre, quanto nelle alte luci dove, normalmente, si ha la maggior perdita di informazione. In ripresa ottica risulta effettivamente limitante il campo in cui sono confinate le mire di messa a fuoco, viene naturale cercare di spingere il cursore verso i bordi dell’inquadro, ma non si può, per farlo occorre il live view e sulla neve non si vede un H. Per la cronaca: domenica 3 febbraio 2020 a duemila metri di quota PIOVEVA. Se ancora c’è qualcuno che nutre dubbi sul cambiamento climatico in atto, lo inviterei volentieri in crociera, a Novembre, lungo il passaggio a Nord Ovest. Le mie conclusioni La Nikon D780 è una fotocamera moderna che offre funzionalità simili ad una Mirrorless, ma che conserva impostazione e modalità di utilizzo tipiche di una reflex. L’autofocus è veloce, in live view è a tutto formato ed offre il riconoscimento dell’occhio, ma va tenuto conto che l’uso del display posteriore è praticabile solo in ambienti non fortemente illuminati e SOPRATTUTTO per i presbiti è mandatorio portarsi sempre gli occhiali “da vicino”. Per il mio modo di fotografare avrei preferito un mirino ottico più ampio, stile D850, ed una disposizione dei comandi come….la D850. Nel complesso sono rimasto veramente colpito dallo scatto da touch screen in live view che consente VERAMENTE di cavare il massimo che un qualsiasi obiettivo F può offrire. L’eliminazione dei difetti di messa a fuoco introdotti dalle tolleranze del mirabox e l’abbattimento delle vibrazioni permettono questo miracolo, qualcosa che nessuna reflex fin ora ha mai potuto dare. un saluto da un nikonlander che adesso torna a lavorare se no se lo mangiano vivo Valerio Brustia per Nikonland 2020
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Segnalo agli interessati questo tour di presentazioni Nital nelle quali,oltre alla neoarrivata Z50 sarà possibile provare anche il resto della gamma corpi e lenti Z. Qui, è possibile registrarsi per ricevere i dettagli delle singole giornate quando saranno disponibili: nital
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Nel 2017, anno del Centenario dalla Fondazione, Nikon presenta oltre ad insigni fotocamere ed obiettivi, anche il sostituto del suo flash di punta in listino, quell' SB-910 che dal 2011 ormai faticava a contenere la concorrenza: il rivoluzionario SB-5000 che, oltre ad aggiungere il quarto numero alla sigla, si distingue per essere il primo e finora unico, wireless radio flash prodotto da Nikon. Ossia un flash che, oltre ai consueti sensori e comandi del menù relativi al CLS (creative light system) che fanno colloquiare con segnali ad infrarossi commander e slave, (il sensore circolare sul lato dx del flash) consentono la trasmissione delle molteplici opzioni di funzionamento (TTL, A ed M mode principalmente) attraverso una trasmittente radio, che funziona in unione al corpo macchina su apposita presa diretta (o, mediante adattatore, su quella a 10 poli delle reflex pro), comunicando, dopo la specifica procedura di accoppiamento, con il transmitter collocato appunto all'interno dell'SB-5000. Il sistema prevede anche l'eventuale utilizzo dello specifico remote control, ovviamente sintonizzabile (radio...) sulle stesse frequenze, tre, selezionabili dallo switch laterale presente su tali apparecchi. Il loro nome? WR-R10 il trasmettitore (due quelli in foto, recto/verso) e WR-T10 il telecomando, acquistabili a parte rispetto il flash ad un prezzo che in effetti ha fin qui un pò frenato la loro diffusione (105 euro il ricevitore e 80 il remote control, 220 circa il set completo con l'adattatore per presa a 10 poli WR-A10 ) L'esigenza di sostituire il sistema di trasmissione ottico del CLS, che per tanto tempo aveva assistito i flash Nikon che hanno avuto notevole successo, quali gli SB-800 ed i menzionati 900 e 910, risale alla necessità per i fotografi professionisti di lavorare con uno strumento compatto quale è un flash a slitta, utilizzandone due o più, tra essi in relazione attraverso un protocollo di comunicazione stabile e sicuro, indipendente dagli ostacoli fisici come pareti ma sopratutto oggetti e persone, che entrando nel campo della trasmissione ottica dei flash del CLS disturbavano o impedivano il passaggio del segnale, oppure a causa delle elevate temperature raggiungibili durante un set di lavoro, che potevano dimuinuire la sensibilità ed affidabilità del segnale. La concorrenza, sopratutto asiatica, sfornava da anni sistemi di radiocomunicazione flash, prima solo attraverso trigger a contatto caldo che trasferivano esclusivamente il segnale. Poi anche la regolazione a distanza in Manual degli slaves. Quindi, alcune preminenti aziende cinesi, anche il TTL-flash sulle unità a distanza, insieme a molte altre facilities, che facevano ormai apparire obsoleti ed inadatti i vecchi SB Nikon. Prima di ogni altra cosa, il Nikon SB-5000 è un usuale flash che funziona in i-ttl da NG40,5 (@ 50mm ISO 100) con copertura ottica fin da 8mm (con cupolina in DX) e parabola zoom da 24 a 200mm, riduzione della potenza in manuale fino a 1/256 e compensazione della potenza nei modi automatici da -3.0 EV a +3.0 EV. Pesante mezzo chilo con le batterie, che purtroppo sono ancora quattro stilo invece di un unico, più performante, elemento al litio) 🤔 dotato del classico modo TTL come delle ulteriori, varie, abituali (per gli utenti Nikon) modalità complementari (o fondamentali, dipende dagli utilizzatori...) Come si vede nel pannello posteriore si sono aggiunti dei pulsanti rispetto al vecchio pannello di un SB-900, alcuni dei quali ora plurifunzione, di non immediata memorizzazione ma il tutto a vantaggio di una notevole quantità di funzioni, molte delle quali davvero specifiche e destinate a determinate branche fotografiche. Parabola davvero performante, che zooma fino a 200mm in automatico, insieme all'obiettivo in uso e termometro di segnalazione della temperatura dell'apparecchio, di gran lunga più resistente dei modelli precedenti, grazie al sistema di raffreddamento incorporato, che ho messo alla prova scattando sequenze di 50 lampi a tutta potenza, senza mai mettere in crisi la protezione termica e peraltro constatando un migliorato tempo di ricarica del condensatore rispetto i modelli precedenti, tempo che difficilmente supera i 2,5 secondi a tutta potenza, entro il plateaux di funzionamento ottimale del pacco batterie utilizzato (nel mio caso Sanyo Eneloop pro nere da 2500mAh) Tra le potenzialità ancora irrinunciabili la vecchia ma preziosa presa sincro-pc che consente comunque un collegamento via cavo per chi dovesse utilizzare solo in M mode ed in studio (o comunque su set specifici) uno o più SB-5000 con le fotocamere che consentano tale connessione come ultima ratio (rispetto un flash che può dialogare con le Nikon per radiofrequenza, trasmissione ottica, slitta o a mezzo cavi ttl-flash) In cosa consiste la rivoluzione dell'SB-5000 ? Certamente l'affidabilità della trasmissione del segnale, anche a distanze impensabili per la trasmissione ad infrarosso. Inoltre la stabilità della prestazione sui flash di uno stesso gruppo. Ancora, la possibilità di unire tra loro fino a 6 gruppi di flash contrassegnati dalle lettere da A ad F su tre diversi canali di trasmissione radio, per evitare potenziali interferenze con altri utilizzatori Nikon sullo stesso set di ripresa (e ritengo che tre sole opzioni di variazione siano anche poche, pensando ad una passerella di sfilate di moda, per esempio, o ad un'affollata tribuna sportiva) Ma il vantaggio più rilevante a mio parere, consiste sicuramente nel non dover passare attraverso il menù di regolazione della fotocamera, come nel caso della precedente connessione ottica del CLS, una volta accoppiati ricevente e trasmittente: la comunicazione avviene tra Master e Slave e qui ...casca Perchè tranne che per la serie 5 delle DSLR Nikon (D5/500/850) il WR-R10 non può fare da Commander e quindi un SB-5000 deve obbligatoriamente stare a slitta a svolgere il suo ruolo di gestore delle regolazioni dei vari gruppi di flash impiegati. Purtroppo un lampeggiatore sacrificato in molte occasioni nella peggiore delle condizioni nelle quali un flash possa operare: a slitta. Nel caso della mia Z6 infatti ho lavorato proprio in questo modo, con il trasmettitore WR-R10 posizionato sulla presa più bassa del fianco sinistro della mirrorless (posizione davvero pericolosa per questo pirullo che risulta davvero troppo esposto ad urti e potenziali deformazioni della sede della sua presa) un SB5000 a slitta e l'altro, solo soletto, da slave: anche quando avrei voluto invece gestire due flash fuori macchina, adeguatamente posizionati rispetto il soggetto. La soluzione esiste, fuori Nikon, ormai adottata anche dai diretti concorrenti Canon e Sonya e si chiama trigger con display da Commander, per la gestione di tutte le unità flash presenti sul set, senza imporne per forza il sacrificio di una a slitta. La soluzione simile in casa Nikon, nel periodo del CLS si chiamava SU200 ed è da replicare nel wireless flash radio... senza ulteriore ritardo. Certamente però il WR-R10 possiede altre opportunità da trigger: una fra tutte, utilizzandone una pluralità, ognuno collegato ad un diverso corpo macchina, di essere asserviti ad unico remote control WR-T10, per scattare in sincrono da punti differenti di ripresa, magari anche con obiettivi di differente focale. Come avvenga l'accoppiamento tra trasmittente e ricevente è presto detto: dal tasto menù del flash si richiama la sezione di mezzo, (contraddistinta dall'icona con l'onda radio che si propaga), e dopo aver impostato sul primo rigo di comando lo stesso canale selezionato con lo slider del WR-R10 (in questo caso ch 15) si sceglie il modo di accoppiamento: fra i tre disponibili ho scelto quello fisico, PAIR e dopo aver premuto sulla destra la corona circolare del flash, verso Invio (execute), premendo contemporaneamente il tastino grigio del transmitter, , si ottiene il lampeggio verde/arancio che garantisce l'accoppiamento con quel flash e la conferma sul display del flash del successo (o insuccesso) dell'operazione. A quel punto ogni volta che il transmitter sarà attivo sulla fotocamera, la spia link del flash ed il led verde del WR-R10 resteranno accesi entro il raggio di ricezione del segnale. La stessa sequenza andrà ripetuta con ogni SB-5000 che si intenda accoppiare a quel WR-R10 e resterà memorizzata anche dopo lo spegnimento di fotocamera e flash. Operazione un pò macchinosa certamente e comunque potenzialmente generatrice di equivoci, se si utilizzino più WR-R10, ognuno dedicato a determinati SB-5000, nel qual caso meglio contraddistinguere flash e transmitter con delle etichette, meglio se colorate...😏 Durante le riprese con questo set di flash e trasmettitori, gentilmente messo a disposizione dal distributore italiano Nikon, ho preferito utilizzare una basetta metallica a protezione del fondello della mia Z6 e, a maggior ragione, del WR-R10, diversamente davvero troppo esposto agli urti, oppure all'inavvertita deposizione della fotocamera sul lato sx, come sono spesso abituato a fare, deleteria se non ci avessi prestato la massima attenzione. Questo SB-5000 ovviamente funziona anche in CLS a trasmissione all'infrarosso, con tutti i flash Nikon compatibili in quel sistema, oltre che con gli altri... SB-5000, naturalmente La differenza per distinguere nelle varie schermate del display (finalmente adesso un tastino dedicato: quello accanto alla spia di pronto flash a dx nel pannello), è nel simbolo del lampetto per la trasmissione ottica, rispetto al simbolo dell'onda radio per la trasmissione relativa. Le funzioni di questo flash sono davvero tantissime ed è possibile sfogliarle in ogni schermata relativa al modo di funzionamento: ogni tanto viene però un dubbio che, in assenza di un libretto di istruzione (la sola sezione D relativa al wireless flash conta 48 paginette fitte di opzioni e nozioni) potrebbe essere fugato se esistesse, come ormai da tempo nelle fotocamere, un tasto Help per riassumere i concetti fondamentali di quella funzione: Nikon...pensaci ! non a caso su questo SB-5000 come novità, troviamo anche il tasto i che aiuta a navigare tra le impostazioni principali, selezionando le opzioni da configurare mentre premendo il tasto menù compaiono tre righe di comando sulle quali troveremo una miriade di ulteriori regolazioni, complementari a quelle precedenti. Ho utilizzato la maggior parte degli Speedlight Nikon e devo dire che sono davvero colpito dalla mole di contenuti racchiusi in questo SB-5000, tanti da ingenerare il legittimo dubbio che si possa sfruttarne l'intero potenziale, se non dopo lungo apprendistato tra tutte queste funzioni e regolazioni. Due di queste funzioni sono una novità assoluta anche rispetto i tanti altri lampeggiatori che ho da anni modo di utilizzare, anche al di fuori dal panorama Nikon: la prima, il controllo wireless rapido, è una scorciatoia che tiene conto del rapporto di illuminazione tra i flash del Gruppo A e quelli del Gruppo B (tenendo il flash Master escluso ed eventualmente destinando il Gruppo C al modo M): funziona sia in controllo radio, sia in trasmissione ottica e presuppone la presenza di almeno tre flash (Master, A, B) consente di preimpostare un rapporto da 8:1 fino ad 1:8 tra le emissione luminose dei due gruppi A e B di flash, eventualmente variandone in +/- 3EV anche l'esposizione Ho impostato quindi un set in controllo ottico con un SB-5000 come Commander (la sua emissione flash non viene a far parte del bilancio di illuminazione) e due Nikon SB-700 come gruppi A e B ottenendo rapidamente differenti rapporti di illuminazione(in queste, dall'alto, 1:1 , 2:1 , 4:1) fino a trovare poi quello più convincente, in 1:3 +0,3EV (ossia flash B tre volte il flash A, con sovraesposizione di +0,3EV) (set) (soggetto) oppure anche 1:2 (0 EV) L'altra nuova funzione, il modo Remote-Direct (che non ho avuto però modo di sperimentare), consente, eliminando i preflash dell'unità Master, una risposta più immediata delle unità Remote (riunite nello stesso gruppo flash) in modo Auto (totale sincronia anche di fine emissione lampo) o anche in modo M (dove i flash remoti eseguono l'emissione in funzione della regolazione manuale specifica, da tutta potenza fino ad 1/256) Utile sopratutto nella fotografia flash di azione. Va da sè che tutti i flash remoti debbano essere degli SB-5000 Nella sostanza dei fatti la modulazione di questi SB-5000 utilizzati in controllo wireless radio è semplice, fatta la tara alle iniziali procedure ed alle considerazioni già fatte sulla complessità e quantità delle funzioni disponibili. Nelle condizioni più usuali la distribuzione della luce è nella norma di flash di questo livello di potenza: il rispetto del bilanciamento cromatico dipende ovviamente dalle eventuali riflessioni dell'ambiente circostante la eventuale vignettatura risente della corretta angolazione su riprese ravvicinate a soggetti anche abbastanza riflettenti, e raramente delude (come si nota in questo notevole crop della foto precedente) La variabilità della posizione di ripresa del fotografo, gioca un ruolo determinante nella resa delle ombre riflesse, come si nota nelle tre immagini successive dello stesso soggetto, con differenze appena percettibili di angolazione di ripresa, (rispetto un SB-5000 collocato a slitta e con parabola rivolta a 45° con lastrina riflettente ed il secondo a sx a 1 metro dall'alto, sempre a 45°) Anche con grandangoli spinti a 14 - 16mm la capacità di ampliare la copertura è limitata dalle dimensioni fisiche della parabola (piuttosto compatta) e dall'impossibilità di utilizzare modificatori sufficientemente grandi da realizzare un sistema di ripresa degno delle attuali aspettative degli utenti flash Nikon (crop) di certo questo SB-5000 rappresenta il massimo dello sforzo tecnologico attuale di Nikon in questo campo e con i limiti che un flash a slitta possa esprimere... ma mi sento di osservare che ci sono ancora dei margini di perfettibilità per una sua migliore diffusione: in primis ritengo che il transmitter WR-R10 possa, anzi...debba, essere considerato parte integrante a corredo del flash e non un accessorio opzionale da acquistare a parte, facendo lievitare il prezzo già impegnativo di un SB-5000 (attorno ai 560 euro) su livelli ormai paragonabili a quelli di un lampeggiatore i-TTL da studio, di ben altra potenza rispetto ai (pochi) NG 40.5 (50mm, ISO 100) di questo speedlight Nikon. Ancora... penso che un flash a slitta completo e funzionale come questo SB-5000 necessiti di un trigger provvisto di display che faccia da commander per le unità remote in alternativa all'utilizzo di un lampeggiatore a slitta: oppure dotare ogni fotocamera Nikon attuale delle righe di comando già presenti nei menù delle DSLR della serie 5 al fine di poter pilotare le regolazioni dei flash remoti. Ciò detto auspico la presentazione di altre unità wireless radio Nikon, possibilmente riformando il sistema attuale di trasmissione del segnale, attualmente limitato dalla bassa reperibilità degli strumenti complementari necessari come sono WR-R10 etc. Le mie considerazioni finali sul Nikon SB-5000 ed il sistema wireless radio flash che ha introdotto dal 2017 sono quindi le seguenti: pregi: primo wireless radio flash per Nikon qualità complessiva dei materiali e dell'ingegnerizzazione del flash innovazione rispetto i modelli precedenti ed anche quelli attualmente in commercio nel listino Nikon integrazione col precedente sistema CLS difetti: assenza di un commander per evitare di sacrificare un lampeggiatore a slitta utilizzo delle batterie a stilo Ni-Mh invece che di un elemento al Lithium proprietario fragilità del transmitter esposto agli urti, a rischio di smarrimento, brutto (decisamente) numero esiguo dei canali radio di trasmissione prezzo elevato degli accessori opzionali di connessione Max Aquila photo (C) per Nikonland 2019
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Ultima promozione da Nital su vari corpi e obiettivi Nikon. Qui: https://www.nital.it/nikonscontoincassa Ci sono le Z compresa la Z50 ma anche corpi e lenti F. Scadenza al 15 gennaio 2020. Sconto in cassa, quindi niente attesa di rimborsi.
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Qui: nital Promozione flash con cash back da Nital per il mese di settembre. Non molti i prodotti interessati dallo sconto. Gli sconti si possono avere anche acquistanto on line sullo store di Nital, utile per chi abita lontano dai grandi centri e dai rivenditori. Noto che hanno inserito i Kit Z6 con il 14-30 f4.
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Astenersi quelli che scelgono in base al cartellino del prezzo. Andrà bene per un paio di scarpe o per una busta di prosciutto cotto dell'Esselunga. Non so voi ma io , anche le scarpe, le voglio provare prima per vedere se non mi fanno male ai piedi e qui parliamo di mirrorless full-frame e anche la più economica, costa ben più di uno stipendio medio ... Non c'è proprio bisogno che ve lo dica io, avete già ben presente quanto debba essere ponderato l'acquisto di una delle due. Se dipendesse solo dalla "variabile" £££££££££€€€€€€€$$$$, non ci sarebbe null'altro da aggiungere. Tutti compreremmo la Z6. Ma io ho comperato la Z7 senza nemmeno provare la Z6. E dopo che ho provato la Z6 ho confermato la mia scelta. Perchè la Nikon Z6 fa schifo ? Giammai sia. E' una fantastica macchina e per diversi aspetti, meglio della Z7. Solo che le mie esigenze specifiche vengono soddisfatte in questo momento dalla Z7 e non dalla Z6. Semplice. Nonostante il (forte) differenziale di prezzo. E' quanto andiamo scrivendo su Nikonland dal 2006. Non si compra quello che costa meno a prescindere dalle sue peculiarità, si valuta di acquistare quello che serve. E se ci sono i fondi si compra necessariamente quello e non una cosa che gli somiglia. Le due Nikon Z si somigliano moltissimo. Anzi, sono sostanzialmente gemelle ! Ma differiscono abbastanza da indirizzarsi a fotografi e a ... nikonisti differenti. Vediamo insieme come orientare la scelta ! I due corpi macchina sono identici. Ad identificarle c'è solo il numerino nella targhetta Z. Corpo, comandi, mirino, batteria, alloggiamento memoria, memoria, collegamenti, esposimetro, logica, menù, modalità autofocus, tasti funzione. E' tutto uguale. Cambia solo il sensore e il numero di punti di messa a fuoco. E la scala di sensibilità lineare. Stop. Me ne sono sincerato usandole insieme per il periodo in cui ho avuto a casa una Z6 inviatami gentilmente dal distributore ufficiale italiano, per distinguerle e non dover guardare la targhetta ho tenuto la basetta in legno aftermarket sulla mia Z7 ma sinceramente nell'uso non mi sono mai accorto di nulla, almeno non nella fotografia reale cui mi sono dedicato. In studio, in esterni, in chiesa durante un concerto barocco, in riva al lago. Solo cercando di beccare al volo i gabbiani con il 500/5.6E PF via Nikon FTZ ho potuto apprezzare una differenza effettiva tra le due. E poi a casa, in sviluppo. Ma non nell'uso pratico sul campo. Z6 e Z7 con i due bei fissi Nikkor Z 35 e 50/1.8 linea S ripresi3dalla Nikon D850 Sottolineo ancora i punti focali di queste mirrorless full frame Nikon rispetto alle reflex Nikon se il mio articolo Boola-Boola-Boola-Boola : considerazioni sull'uso delle Nikon Z non fosse stato sufficiente : il mirino elettronico, ragazzo ! Consente di visualizzare ancora prima di scattare come verrà la foto perchè a mirino vedremo l'effetto dell'esposizione, del bilanciamento del bianco, del picture control impostato (se scattiamo in monocromatico virato seppia o verde, vedremo il mondo così, senza dovercelo immaginare) e potremo cogliere la scena così come la vediamo attraverso l'obiettivo e il mirino l'autofocus a tutto frame. Che ci permette di concentrarci sull'inquadratura senza preoccuparci di dover mettere il soggetto in mezzo per poterlo mettere a fuoco. Che si abbia la Z7 con i suoi quasi 500 punti di messa a fuoco o la Z6 con quasi 300 punti, potremo mettere a fuoco alla stessa maniera, con le stesse modalità e, soprattutto, praticamente scegliendo qualsiasi punto della scena inquadrata dove mettere il nostro fuoco, sia guardando nel mirino che nel display posteriore, muovendoci con il joistick o direttamente con un dito sul display la modalità di scatto silenziosa che ci permette - con poche limitazioni - di scattare senza fare rumore la stabilizzazione oncamera che estende le capacità di tutti gli obiettivi - anche quelli classe 1959 anche quelli eventualmente non Nikon usati tramite adattatore - di scattare con tempi molto più bassi di quelli di sicurezza eliminazione sostanziale di tutte le problematiche di offset dell'autofocus degli obiettivi il video che si può (finalmente !) appoggiare ad un autofocus a rilevazione di fase che consente di avere il soggetto sempre perfettamente nitido rispetto alla lentezza delle reflex le nuove ottiche che possono sfruttare un tiraggio più corto, una progettazione riveduta, alla ricerca di prestazioni che con le ottiche da reflex stavamo cominciando a dimenticare un fattore di ingombro e di peso complessivo ma soprattutto un ridotto effetto scenico delle macchine che all'apparenza non influenzano i soggetti inquadrati e non le trasformano in obiettivi per maleintenzionati la piccola Nikon Z6 è nella realtà del tutto indistinguibile dalla Z7, salvo la targhetta davanti, in basso a destra i primi tre obiettivi nativi per Nikon Z. Un trio molto ben assortito e prestazionale le cui qualità di immagini sono totalmente coerenti tra loro Ribadisco che nell'uso "ad occhi bendati" non si nota alcuna differenza di utilizzo, nonostante le differenze di lato sensore e punti AF, segno che i tecnici Nikon hanno affinato perfettamente le due macchine e il loro software. Anzi, sono proprio pensate per poter essere usate indifferentemente, per le sorelle gemelle che sono. Non è quindi nell'interfaccia, nell'ergonomia, nelle funzionalità (che condividono nel profondo) che dovremo cercare le motivazioni d'acquisto. Bene, fin qui le similarità. Andiamo a vederle separatamente. Nikon Z6 Il suo sensore da 24 megapixel è moderno e aggiornato. Praticamente lo stato dell'arte per questo formato. Questa risoluzione che oramai possiamo definire media, nella realtà è piùche sufficiente per tutti gli usi comuni. La sua gamma di sensibilità ISO da 100 a 51200 lo rende flessibile anche in luce precaria, mantenendo sempre una gamma dinamica elevata. Il limite pratico varierà secondo le aspettative di ciascuno ma io credo che fino a 8-10.000 ISO si possa utilizzare impunemente. E anche a 12.800 per molti usi professionali. Nella pratica offre dei vantaggi rispetto alla pur ottima Nikon D750 e si avvicina a quelle che sono le prestazioni della D5, potendola tranquillamente superare alle sensibilità inferiori a 1600 ISO in termini di dinamica e rivaleggiando con l'ammiraglia a quelle più elevate. Nikon Z6 con Nikkor 50/1.8S a 12800 ISO Nikon Z6 e Nikon 70-200/2.8E FL a 11.400 ISO f/8, 1600 ISO, scatto in luce disponibile perfettamente stampabile anche su una brochure di presentazione ... per cuffie high-end in termini velocistici, come c'è da aspettarsi, il file più compatto (circa la metà di peso) rispetto alla sorellina Z7 si tramuta in vantaggio. Non effettivamente in termini di capienza del buffer che è circa pari ma di svuotamento dello stesso. Nella pratica non ho mai avuto i blocchi per buffer pieno che ho avuto con la Z7. E in raffica non ho nemmeno riscontrato quelle impuntature e quei rallentamenti che mi hanno fatto desistere dall'usare la Z7 in situazioni di azione. Insomma, nella Z6 la raffica è effettivamente una potenzialità pronta da utilizzare, dove nella Z7 nella mia esperienza è più che altro un "potrei" Nikon Z6, Nikon FTZ e Nikon 500/5.6e PF : schiamazzi tra cormorani (circa 25 metri di distanza, no crop) restano però i limiti di autofocus in continuo, comuni con la Nikon Z7 che spero possano essere attenuati con modifiche via firmware Come dicevo, nessun problema a fare raffiche e minor lag con il soggetto rispetto alla Z7. Ma l'autofocus resta lento. Se il soggetto viene agganciato al primo colpo, avremo possibilità di seguirlo bene con parecchi scatti nitidi (parlo di rapido movimento e teleobiettivo spinto, non crop di soggetti lontani o movimento sul posto di soggetti vicini), altrimenti niente da fare : tutta la sequenza sarà sfuocata a prescindere dalle impostazioni di lock-on etc. etc. Nikon Z7 Ideale contraltare mirrorless della Nikon D850, la Z7 si esalta alle basse sensibilità e dove c'è modo di mettere in luce la sua maggiore risoluzione e gamma dinamica. Come per la Z6 anche qui possiamo parlare di stato dell'arte in termini di sensore ad alta risoluzione, capace di rivaleggiare più con le medio-formato che con le 24x36mm. Perfetta per dettagliare i ... dettagli, come il pelo di uno dei miei cani : Nikon Z7, Nikon 70-200/2.8E FL, ISO 360, f/2.8 o gli occhi color giada del baltico di una ragazza : Nikon Z7, Nikon 105/1.4E, f/1.4, 200 ISO, 1/250'', messa a fuoco con riconoscimento del volto vantaggi che diventano eclatanti quando chiudiamo il diaframma, in luce controllata Nikon Z7, Nikon 70-200/2.8E FL, f/7.1, 64 ISO, 1/100'', messa a fuoco con riconoscimento del volto la Nikon Z7 in termini di qualità delle immagini è una D850 mirrorless. Fa quello che fa la D850 ma ne estende le potenzialità arrivando là dove la D850 non può arrivare (video, autofocus a tutto frame, riconoscimento del volto a mirino, scatto silenzioso a mirino etc.) In termini di alte sensibilità se la cava e anche in chiesa ha fornito una buona prova. Tendenzialmente si ferma ad uno STOP pieno dalla Z6, quindi è bene usarla con obiettivi più luminosi che non mancano nel nostro arsenale di nikonisti. Ideale l'accoppiamento con il 50/1.8S e il Nikkor 105/1.4E. Conclusioni entrambe facili da usare e docili nell'uso, la Z6 mi è piaciuta di più in termini di duttilità di impiego. Dove perde di risoluzione, si fa apprezzare per facilità d'uso. Non ho prove scientifiche ma mi pare che oltre che nella raffica e in generale nell'utilizzo dinamico, la Z6 abbia un margine sulla Z7 anche in termini di stabilizzatore integrato. Forse uno stop pieno o poco meno a parità di focale. Non ho prove a supporto delle mie osservazioni e vi prego di prendere la mia affermazione con l'indulgenza che merita. Anche nel video, mi pare che la Z6 offra una prestazione più pulita, più chiara, più naturale. Entrambe hanno la qualità del file e la gestione complessiva dei parametri di scatto e di sviluppo a livello cui Nikon ci ha abituati. Al netto delle differenze di ambiente di sviluppo - estranee a Nikon - offrono file utilizzabili in modo pienamente professionale. La Z7 produce file nitidissimi con l'accortezza di impiegarla là dove dà il meglio di se, alle sensibilità più basse. In questo è meno adatta della Z6 alla fotografia generale in condizioni di luce più scarsa. Dove però produce file un pò più ... argentici se mi permettete la boutade. La Z6 invece va su di sensibilità in modo sfacciato, in questo si sente come una D5 ! Il mirino é eccellente per entrambe, forse un pelo troppo luminoso rispetto al risultato di scatto in condizioni di bassa luce. Per questo consiglio di visualizzare l'istogramma in tempo reale anche a mirino e fidarsi di quello per l'esposizione (perchè altrimenti si tenderebbe a sottoesporre). Idealmente - e potendo - le vedrei bene insieme nella stessa borsa - tanto sono facile da usare insieme e totalmente intercambiabili, ma in ogni caso più orientate a : Nikon Z7 : paesaggio still-life e in generale fotografia di studio con il flash ovviamente macro al massimo livello riproduzioni ritratto Nikon Z6 : reportage e street fotografia di scena (teatro, palco, chiesa) matrimonio eventi sportivi non altamente dinamici (tipo boxe, golf, lotta) VIDEO ! entrambe sub-judice per quanto riguarda la fotografia d'azione in autofocus continuo, quando avremo obiettivi nativi dedicati (teleobiettivi e zoom-tele) con motori pensati per le Z, ed eventualmente se ci saranno interventi di fine-tuning negli algoritmi di controllo delle modalità AF-C via firmware, perchè al momento le loro prestazioni in questo comparto sono ben sotto le giuste aspettative di chi spende 3 o 4.000 euro per un nuovo sistema. Entrambe con il corpo piccolo e compatto ma per questo scomodo da utilizzare con ottiche più lunghe di quelle Z (tipo, ad esempio, 70-200/2.8 o 300 e 500PF). Idealmente, allo stato attuale più adatte, a completare un corredo basato su reflex che a sostituirlo. Ma in questo non posso mettermi nei panni e nelle personali scelte di ciascuno di noi. Al professionista Z7 e Z6 possono permettere di affrontare compiti particolari (tipo la fotografia in situazioni in cui si deve essere silenziosi e dove una D5 non sarebbe ben accetta) oltre che nel video. Al fotoamatore tutto quanto escluda lo sport d'alto livello o il wild-life estremo. Io cosa ho scelto ? lungi dal voler essere asseverante, ben sapendo che ognuno ha il suo personale mileage, e senza voler influenzare nessuno con le mie scelte (è di moda oggi che i vari redattori delle testate online escano con un editoriale del tipo "ecco perchè non sostituirò la mia D750 con la Z6" oppure "ecco perchè ho lasciato la reflex e non mi volterò mai indietro) io ho scelto a mente fredda, dopo averla provata in anteprima, la Z7 perchè ho sempre manifestato esigenze da mirrorless con la D850, tanto che l'ho sempre più spesso utilizzata come una mirrorless che come una reflex. Mentre nei compiti dove la Z6 eccelle, per ora sto meglio con la D5. Nel prossimo periodo, userò la Z7 al posto della D850 per tutto ciò che concerne lo studio - still-life, riproduzioni e macro - perchè è semplicemente più facile usare la Z7 che la D850. Userò entrambe in studio con le modelle in modo da usare l'una o l'altra con obiettivi diversi e a seconda delle condizioni, potendo avere poi file sostanzialmente identici, perchè non mi sono mai trovato bene a mescolare quelli della D5 e della D850 nel recente passato. Ma sinceramente la D850 diventerà una macchina adibita più a compiti a prova d'errore, preferendo sempre più spesso la Z7 per cose rapide, specialmente quando è più comodo avere pesi e ingombri inferiori. Comprerei la Z6 come secondo corpo mirrorless se dovessi fare spesso fotografia ai concerti di musica classica o in generale in condizioni di bassa luce dove la D5 non è il caso che si faccia vedere. Ma ammetto che per questi compiti spero che Nikon nel giro di un paio di anni presenti una macchina realmente professionale (tipo una reflex ma ... mirrorless) che sia idealmente una evoluzione della Z6 ma somigli il più possibile ad una D5. "Come dite la in fondo ?" Ah, si, ci avrei scommesso, voi tutti comprerete la Nikon Z6 perchè costa meno. "Non avevo dubbi ... "
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Nikkor Z 14-30mm f/4S : il Piccolo Genio
Max Aquila posted an article in Nikkor Z : Test obiettivi Nikon
Piccolo lo è di sicuro: se paragonato agli altri zoom superwide sul mercato (ma non ce ne sono di uguali, con questo range focale/luminosità) è di certo il più compatto e leggero (485 gr, largo 89 e lungo 85mm), nonostante lo schema ottico da 14 lenti in 12 gruppi (di cui 4 asferiche e 4 ED) e una lente frontale dotata (per la prima volta per una focale così wide) di una filettatura filtri da 82mm un paraluce a petalo, in fondo anche poco prominente per il potenziale pericolo da riflessi indesiderati ed un'escursione massima del barilotto, ai 14mm, per nulla esagerata a confronto con lo Z-zoom transtandard, il 24-70/4, la differenza dimensionale gioca addirittura a suo favore costituendo certamente un motivo di attrattiva non indifferente occupando uno spazio in borsa molto contenuto in relazione alle focali dei due nuovi zoom Nikkor Geniale lo è di certo: con il disegno piano del gruppo ottico anteriore, grazie al quale raggiunge l'ambito primato di essere l'unico superwide sul mercato a poter sfoggiare una filettatura filtri ancora ...umana protettiva innanzitutto del prezioso vetro, facile da pulire dallo sporco, (dal quale è protetto anche grazie alla notevole quantità di guarnizioni O-ring) ma principalmente, capace di montare filtri creativi adeguati per la gioia degli appassionati, specialmente se videomaker Geniale certamente la nuova opportunità offerta anche nel 24-70/4 di poter utilizzare la ghiera che di default serve alla maf manuale, se desiderato, per il silenzioso e progressivo cambio del diaframma (ancora in ottica video, per la quale questo obiettivo sembra dover diventare un Must), oppure per la regolazione fine dell'esposizione. Ancora, per la posizione di blocco a fine corsa della ghiera di variazione focale, che oltre a compattare ulteriormente l'ottica, la rende ancora meno attaccabile da agenti atmosferici, urti e ne impedisce lo spostamento passivo. Tale blocco, presente anche sullo zoom 24-70/4, non è certamente la caratteristica più amata nell'utilizzo veloce, in reportage, dello zoom: ma per Nikon costituisce un valore aggiunto, per le ragioni esposte. Forma con la mia Z 6 un insieme compatto e ben maneggevole, dandomi subito la sensazione di non volerlo più staccare dalla macchina. E al di sopra di ogni valutazione che scaturirà da questo articolo, ciò che traspare nell'immediato dal vetro di questo Nikkor è sicuramente affascinante... Un obiettivo grandangolare che arrivi ai 114° di angolo di campo dei suoi 14mm, si presta certamente a molteplici utilizzi, tanto quanto ad altrettanti abusi: per esempio quello prospettico, nel quale concede molto più spazio inquadrato rispetto ogni altro sistema di visione... La differenza marcata che passa tra un wide di mediocre qualità ed uno eccellente è presto detta, un buon superwide consente di riprendere una scena ampia, fino quasi a distorsione prospettica ZERO: come la Z di questo Nikkor...😄 con il quale basta solo un pò di accortezza nell'inquadrare, subito ripagata da una resa ineccepibile non solamente delle linee che passano per il centro immagine. Poi basterà eliminare lo spazio in eccesso, per ottenere un'inquadratura coerente per formato e proporzioni del soggetto inquadrato, senza dover patire per forza il... mal di mare I punti di forza di questo zoom Z- Nikkor 14-30/4S sono certamente la nitidezza a tutti i diaframmi e la notevole densità cromatica dei suoi vetri, normali e speciali, qualunque sia la sorgente di luce, la sua intensità e temperatura colore, la sua direzione... risultando praticamente immune da riflessi, flares, ghosts, anche con il sole direttamente inquadrato qualunque sia la cellula esposimetrica utilizzata, con particolare predilezione, oltre al Matrix, dello spot* (quello che preserva le alte luci) virtualmente privo di distorsione (ma sappiamo che in era Z Nikon collabora con i software di sviluppo, specie nelle correzioni della distorsione) tanto a 14mm quanto a 30 Lo spazio inquadrabile è così tanto, da far determinare già on-camera l'utilizzo di tutti i formati disponibili sulla mia Z6 le possibilità compositive con zoom di queste focali sono infinite la gradualità di zoomata si accompagna al rispetto delle proporzioni dei soggetti anche variando focale dallo stesso punto di ripresa esagerare con le distorsioni indotte prospetticamente non porta proprio mai a risultati insopportabili, quelli tipici delle focali estreme In ogni momento la resa del soggetto, anche inanimato, è sorprendente, emozionante come già visto, la resa nel controluce è davvero esemplare, alla pari delle migliori realizzazioni che in questi anni abbiamo avuto il privilegio di poter provare. La resa negli interni, in luce disponibile e con alti ISO a cinque cifre, grazie al perfetto abbinamento con la Nikon Z6 (per la quale sembra specificamente progettato) è ampiamente gestibile in ripresa e raramente da correggere in postproduzione colori saturi anche con sorgenti luminose dalla dubbia individuazione cromatica... nessuno slittamento anche a sensibilità oltre i 10mila ISO grazie alle quali prestazioni ci si può permettere il lusso di riprendere con diaframmi anche medi, sfruttando appieno il sistema di stabilizzazione a 5 assi proprio della Z6 con il quale si realizzano riprese ampiamente gestibili anche con tempi di otturazione molto lenti, a mano libera. Un RR (rapporto di riproduzione) da 0,16X, grazie ad una usuale messa a fuoco minima da 28cm dal piano focale (ossia a pochi mm in più di 20cm dalla lente frontale) consente riprese ravvicinate, sfruttando anche la pdc dei diaframmi più chiusi (che arrivano a f/22) Il primato assoluto di poter montare filtri in montatura da 82mm (abbastanza costosi, ma reperibili) che determina molte opportunità: mi sono a tal fine procurato un ND1000 che risulta essere uno dei desiderata più popolari del momento per i fotografi che amano ...ripetersi e l'ho provato in un contesto per me usuale (sicuramente al peggio delle sue potenzialità, ma abbiate pazienza...io non uso filtri dai tempi delle pellicole in bianco e nero) senza filtro con filtro ND1000 (ai cultori del genere, già pruderanno le mani...) In buona sostanza, un bilancio di esperienza talmente positivo con questo zoom, gentilmente messoci a disposizione in anteprima da Nikon Italia, che ben prima di restituirlo ho provveduto a prenotarne l'acquisto di un esemplare, che diventerà protagonista assoluto delle mie escursioni fotografiche con la Z6 Volete quindi le mie conclusioni al riguardo ? Pregi: eccellente resa cromatica e linearità delle prestazioni bassissima vignettatura e distorsione (grazie al colloquio automatico con il sw di sviluppo) dimensioni e peso da record lente anteriore piatta e possibilità montaggio filtri motore AF preciso e silenzioso come se non esistesse prezzo competitivo in rapporto alla resa Difetti: dover aspettare l'entrata in commercio per averne uno Max Aquila photo (C) per Zetaland 2019- 68 comments
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Nikkor Z 24-70mm f/2,8 S : se c'è un evento ...
Max Aquila posted an article in Nikkor Z : Test obiettivi Nikon
A meno di una settimana dalla sua comparsa nei negozi, grazie a Nikon Italia (Nital), ecco le prime foto scattate col nuovissimo zoom luminoso transtandard per Nikon Z : il 24-70/2,8 S anteprima del quale abbiamo pubblicato un mese fa su queste pagine, alle quali vi rimando per le notazioni tecniche e le immagini descrittive di questo ambitissimo zoom base per corredi PRO e Prosumer. Uno stop di luminosità lo distingue dal 24-70/4, venduto fin qui in kit con i corpi Z, e le differenze cominciano certamente da questa importante caratteristica, che però, non può da sola condizionarci... Le differenze di peso, dimensioni, maneggevolezza e, last but not least, prezzo... (indicativo quello del 24-70/4, fin qui venduto in kit ad un prezzo vicino alla metà circa del listino) fanno sì che l'interesse verso lo zoom oggetto di questo articolo sia necessariamente pilotato da esigenze di operatività così specifiche da non potere che essere una scelta obbligata. I parametri verso cui ci si indirizza non possono che essere quelli relativi ad un utilizzo intenso ed orientato a dei risultati qualitativamente ineccepibili. In particolare, ritengo, esigenze di omogeneità di esposizione a tutta apertura e piacevolezza del bokeh assenza di fenomeni di diffrazione alle aperture più chiuse, quando si desideri massimizzare la pdc nitidezza assoluta ai diaframmi intermedi, da angolo ad angolo, sul fotogramma insieme a questi fattori, anche una costruzione di livello professionale, ossia capace di sopportare shock termici ed anche fisici, dalle temperature più elevate sotto lunghe esposizioni al sole, fino alla resistenza alle precipitazioni atmosferiche ed alle ancora più insidiose, umidità e/o, polvere. Come ben si nota, non ho fatto ancora menzione della luminosità effettiva, giacchè ritengo la differenza tra f/2,8 ed f/4 meno fondamentale dei criteri sopradetti, ma certamente è chiaro come in condizioni limite, per evitare ad esempio il mosso in condizioni di luminosità scadenti, anche quella differenza di uno stop possa determinare il successo di uno scatto invece che il suo fallimento. Come tutti gli obiettivi Nikkor S costruiti fin qui per le Z anche il cromatismo di questo 24-70/2,8 abbinato alla Z6 con la quale l'ho provato, è a dir poco entusiasmante, già a TA, quando luce e contrasto siano marcati, e le caratteristiche complementari abbinate al diaframma più aperto, lo fanno utilmente considerare a tutte le focali di cui si dispone i colori delicati restano delicati, non vengono inutilmente accentuati dai nanocristalli (come in altre realizzazioni) il bokeh sempre interessante, senza eccessi di vibrato graduale nel passaggio da TA ai diaframmi più chiusi Anche la seconda condizione, quella dell'assenza di diffrazione ai diaframmi più chiusi è di certo motivo di attrattiva per l'acquirente di questo zoom, sia per la costanza di nitidezza sul fotogramma quando si chiuda più di f/11 sia per le specifiche esigenze di riprese ravvicinate che necessitino del massimo di profondità di campo ottenibile sul soggetto operando, come in questi casi, con lente addizionale (Marumi achromat +3) Il Nikkor 24-70/2,8 è di certo il PRIMO zoom Nikon a possedere tre ghiere di regolazione, oltre al display superiore, che gli consente di personalizzare con il pulsante adiacente le informazioni disponibili, tra le quali la scala di visualizzazione della pdc, grazie alla quale per la prima volta abbiamo una valutazione strumentale, meno soggettiva del classico (quanto poco utile) pulsante di pdc, dai remoti tempi degli ultimi obiettivi AiS... la ghiera 1, quella più vicina al corpo macchina, di default consente la regolazione del diaframma, riportando questa funzione sul fusto dell'obiettivo, per i nostalgici della vecchia guardia, ma obiettivamente più ergonomica ai fini della stabilità dell'impugnatura del corpo macchina (per il non dover staccare pollice o indice dx per la regolazione a ghiera post o ant). Volendo cambiare la sua funzione, vi si può trasferire la regolazione fine dell'esposizione, regolandone a piacimento anche il senso di rotazione verso dx o sx. Ora io ritengo queste opportunità una innovazione Nikon, pienamente nel solco della sua tradizione: regolazioni riprese dal passato, per costituire un efficacissimo valore aggiunto per l'acquirente di questo obiettivo: la differenza di prezzo di cui ho parlato all'inizio, rispetto il 24-70/4 è assolutamente giustificabile già soltanto alla luce di questi plus. Dove questo zoom compie il cambio di passo è a mio parere già da f/4 (dove inizia a diminuire la fisiologica vignettatura di TA) e progressivamente fino ai diaframmi centrali di f/8-11 che sono poi i valori di chiusura più usuali nelle condizioni di ripresa standard, quando si ricerchino le prestazioni dell'obiettivo passando dallo stupore del fuoco selettivo a quello dell'uniformità di resa del soggetto sul fotogramma intero, fino a rendere ugualmente interessante due scatti che abbiano caratteristiche differenti, pur inquadrando il medesimo soggetto o parificando, grazie alla distanza tra soggetto e sfondo, l'uniformità di resa della scena, anche utilizzando diaframmi opposti come nelle due foto qui sopra (una delle quali è stata ripresa a f/4 l'altra a f/11...: quali, secondo voi? ) Prospetticamente corretto, ma ciò grazie all'integrazione col sw di sviluppo, oppure già di suo? Questa domanda avrà risposta nel secondo degli articoli che conto di scrivere al riguardo, mettendo in parallelo questi due zoom 24-70 per Z, per dibattere della materia. Il difetto più avvertibile in questo zoom è probabilmente la vignettatura che, specialmente alle focali più larghe, con superfici omogenee come il cielo, appare fino alle aperture intermedie (anche se con EV di questo livello diventa difficile restare a TA 😎 f/2,8 f/8 ovviamente...tagliando le ali in formato 1:1, ove possibile, si contiene l'effetto f/4 f/5,6 i formati panoramici disponibili già on camera, sono assolutamente in linea con gli zoom transtandard come questo e ben si prestano a definire ulteriormente un soggetto specie giocando con i diaframmi più chiusi oppure...al contrario, quelli più aperti, Corretto su tutti i canali cromatici, questo zoom sembra eccellere però sui colori freddi come i verdi e blu facendomi ben pensare anche in termini di luci tenui ed invernali, come in questa stagione, dalle mie parti ho proprio grande difficoltà a reperire Dove uno zoom "da evento" deve eccellere, è sicuramente nel ritratto ambientato e questo crop enorme non può che confermare l'accuratezza dei particolari anche in una figura intera: capace di leggere i particolari più minuti del soggetto. Il reportage, terreno fondamentale di cimento per queste focali, è gestibile con agilità, anche nelle condizioni più mutevoli, come in questa gita a Cerda, dalle tribune della Targa Florio, fino alla Sagra del Carciofo, nei giorni scorsi... dove tendoni colorati e l'intensità della luce che ne filtra producono evidente influenza sul bilanciamento cromatico, ma sempre ben recuperabile in postproduzione All'opposto, una visita ad un monastero di clausura ormai in disarmo, propone tematiche e risoluzione di problemi, tendenzialmente opposti (monastero di Santa Caterina, Palermo) dove i diaframmi più aperti, unitamente al sensore stabilizzato della Z6 ed alla sua notevole latitudine di posa del sensore, anche a ISO elevatissimi, consentono agevole risoluzione delle riprese anche degli ambienti meno luminosi... e nelle parti di minor clausura del convento, dai quali le monache potevano assistere alle funzioni religiose, a debita distanza dal pubblico, ignote ai più Non solo riprese ravvicinate (o ben delimitate), con questo 24-70mm f/2,8 ma anche l'esatto contrario, come nelle seguenti vedute, per le quali queste focali sembrano essere sempre le più consigliabili e la qualità delle lenti di questo zoom, consentono di ottenere immagini immuni dalla perdita di definizione causata dalla forte emissione UV delle giornate come questa in cui sono state scattate... (fontana di piazza Pretoria, Palermo) Da ultimo, un altro banco di prova, frequente per chi lavori (o si diletti con attitudine professionale) con uno zoom di questa categoria, quello delle riprese in interni monumentali, affollate da turisti/invitati come durante una cerimonia di matrimonio, dove, oltre agli sposi, vada immortalato anche il luogo da essi faticosamente scelto ed ottenuto, per uno dei giorni più importanti della loro vita, quindi da rendere al meglio delle nostre possibilità di ripresa, pur con le difficoltà relative alla presenza di una moltitudine di persone. la Chiesa di Santa Maria dell'Ammiraglio (o della Martorana) Cattedrale del rito Ortodosso di Palermo particolare della volta centrale @ 38mm f/8 ISO 4000 ed in basso, il crop di due parti ... una delle quali dovrebbe/potrebbe essere fuori fuoco... 😎 Beh, potreste dirmi... bella forza a f/8 a quella distanza... ma...@ 52mm ed f/2,8...? centro immagine.... sul punto di maf bordo superiore dx...: altre domande...??? Stessa situazione a 24mm f/8 1/60 ISO 2000 crop della parte sx crop parte in alto a sx Un tripudio di colore, nel rispetto tonale, ma sopratutto nella restituzione dei dettagli più fini di questi difficilissimi soggetti (per colore e riflessione luminosa). Riprese che fanno diventare quelle più classiche del matrimonio, un gioco da ragazzi, ma necessarie per ottenere la completezza del racconto ed il successo complessivo del lavoro, così come promesso/desiderato. Insomma, grazie alla disponibilità di Nital, distributore ufficiale Nikon Italia, che si protrarrà oltre la pubblicazione del presente articolo, per approfondire la valenza di questo zoom, (la cui presentazione in concomitanza col meno luminoso f/4 aveva sollevato molte perplessità), avete la possibilità di valutare, come ho cominciato a fare io stesso, l'approccio di Nikon al corredo Z, per ora ancora all'inizio, ma che grazie alle prerogative manifestate da questo zoom standard ci fa molto ben sperare per le ulteriori realizzazioni promesse. Il mio bilancio di valutazione voglio esprimerlo alla fine solamente della "trilogia" di articoli che ho in cantiere sul Nikkor 24-70/2,8S. Penso però che dalle mie foto traspaia parte almeno delle considerazioni che alla fine dovrò esprimere... Max Aquila photo (C) per Zetaland 2019- 7 comments
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