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  1. Guardiamo il lettore. Il ProGrade PG05.6 è un lettore singolo di schede di memoria CFexpress. Ha interfaccia USB 4.0 ed è stato espressamente progettato per permettere il massimo delle prestazioni dalle nuova schede prodotte con lo standard CF 4.0 Le specifiche, emesse da CFA la scorsa fine di agosto (ne abbiamo dato notizia qui ) promettono teoricamente un raddoppio di prestazioni. Le "nuove" schede restano perfettamente compatibili sia elettricamente che meccanicamente con l'esistente parco macchine e lettori. Ma, ci sono due ma. 1) per il momento non esiste sul mercato alcuna fotocamera in grado di sfruttarne a pieno le capacità 2) per leggerle e scriverle alla massima velocità lato computer, ci vuole un lettore USB 4.0 e una porta USB 4.0 ad alte prestazioni. Altrimenti ? Altrimenti, niente. Le nuove schede saranno del tutto identiche alle precedenti CF 2.0 Quindi l'investimento è da vedere in prospettiva futura. Salvo che non scattiate così tanto da vedere dei vantaggi dalla elevata velocità di lettura. Ma torniamo al nostro lettore. é ben confezionato, come da standard ProGrade. in dotazione c'è un cavo USB 4.0 certificato per una elevatissima banda passante. E una piastrina metallica dotata di biadesivo da attaccare ad un piano per sfruttare la base magnetica del lettore (se il vostro computer non ha superfici metalliche sopra cui ancorarlo). la fessura per l'inserimento della scheda e la porta USB 4.0 prodotto a Taiwan esattamente come le nuove schede ma progettato e brevettato in California. qui a sinistra, a confronto con il meno prestazionale precedente modello, con porta TB 3. qui ripresi al posto di lavoro sopra al case del desktop dotato di porte TB/USB 4.0 *** La scheda in esame è una delle prime ProGrade 4.0, disponibili nei tagli da 512 GB, 1000 GB e 2000 GB. In pratica quella che stiamo misurando è quella più piccola. Questa è la serie Gold, quella meno prestazionale. La serie Cobalt, nella generazione 4.0 è per ora limitata al taglio da 1.300 GB ed un costo di circa 1 euro al giga più IVA. la scheda è inserita in un blister bianco. sopra all'involucro corazzato è indicato il taglio, le prestazioni "promesse", e il marchio CF 4.0. Attenzione a non confonderle con le precidenti che non riportano il marchietto 4. dietro alla scheda di sono i marchi di conformità con il numero di matricola e il Made in Taiwan (come tutte le schede di fascia alta; anche le Lexar migliori sono fatte a Taiwan, nonostante Lexar sia cinese mentre ProGrade è californiana). *** Appena arrivata la scheda l'abbiamo subito misurata con gli usuali strumenti di test. temperatura a riposo. Notare lo standard indicato NVM Express 1.4, per PCIe 4.0 a doppio layer La scheda come vede in questa schermata è nuova, alla prima "accensione". Dopo i test si è appena scaldata mentre dopo una scrittura di dati per circa 325 GB la temperatura è salita ma non ai livelli che registravamo con le prime Lexar o ProGrade di seconda generazione. Purtroppo le prestazioni - elevatissime in lettura - si sono sulle prime rilevate deludenti lato scrittura. tanto da suscitarci delusione. Abbiamo scritto una mail per segnalare queste sensazioni all'assistenza online americana. Ci ha risposto subito Ingrid di ProGrade, promettendoci un aggiornamento firmare (per ora non ricevuto) ma soprattutto consigliandoci di attivare la cache in scrittura del lettore. La cache in scrittura ? Ma non è di default. No, è di default per i dischi fissi, non per i lettori. Vallo a sapere. Ecco come si attiva la cache in scrittura (per Windows, Gestione Dispositivi -> Proprietà -> Criteri) fatto questo, è cambiato il mondo : ed abbiamo effettivamente registrato prestazioni allineate con quelle promesse. Ed effettivamente le maggiori sinora riscontrate nel nostro laboratorio. anche lato video, di fatto Balckmagicdesign certifica che la scheda è adatta praticamente a tutti i formati tranne il 12K60P in formato DCI e codificato H.265 (ammesso che qualcuno abbia questa risoluzione nella sua ... videocamera). Per confronto, abbiamo misurato le altre schede di casa con il nuovo lettore, ottenendo prestazioni elevate ma NON così elevate Lexar Diamond da 256 GB Lexar Gold da 1 TB ProGrade Cobalt da 325 GB *** All'atto pratico la scheda non è realmente così veloce, almeno non nella copia continua di cartelle di grandi dimensioni. lettura scrittura semplicemente perché è tutto un gioco di equilibri tra cache, memoria di sistema, attività, buffer e tutto quando fa spettacolo in un computer desktop. così che la scheda spesso finisce per andare al picco, utilizzo del 100% e tempo di risposta anziché 10-20 ms, 2 secondi. Poco male, a 800-900 MB/s ci vuole veramente poco per scaricare le foto scattate. Ma, insomma, nulla di troppo diverso da quanto fanno le altre schede. In definitiva se dovessimo dire che vale la pena comprare queste schede per accelerare le attivi di trasferimento file diremmo che ... probabilmente no. *** E le prestazioni della Z9 ? Come avevamo anticipato, nessun vantaggio pratico. Scattando a 20 fps, NEF con compressione senza perdita (il file più grande che può fare la Nikon Z9), abbiamo queste performance : Lexar Diamond : 83 scatti ad azzeramento del buffer, dopo di che si procede a 18-19 scatti al secondo ininterrottamente Lexar Gold 2a Serie : 82 scatti ad azzeramento del buffer, dopo di che si procede a 18-19 scatti al secondo ininterrottamente ProGrade Gold 4 : 73 scatti ad azzeramento del buffer, dopo di che si procede a 18-19 scatti al secondo ininterrottamente ProGrade Cobalt 2 : 72 scatti ad azzeramento del buffer, dopo di che si procede a 18-19 scatti al secondo ininterrottamente poco differente la prestazione con i file compressi TicoRaw. Appena meno che raffica ininterrotta, con compressione media, raffica infinita con compressione elevata *** Conclusioni ProGrade è arrivata prima ed offre una gamma completa di schede CFexpress di tipo B, CF 4.0 Le Cobalt sono per ora disponibili solo nel taglio da 1.3 TB, le Gold vanno da mezzo tera a 2 terabyte. Con le nostre attuali fotocamere non ci sono incrementi di prestazione. Non sono possibili interventi di tipo firmware al riguardo, perché ci vuole che le fotocamere siano in grado di impegnare i due layer delle schede, e ci vuole una predisposizione hardware sulla scheda madre per farlo. Quindi è una cosa che vedremo nella prossima generazione. Z9 II ? Z9s ? Z8 II ? Non lo sappiamo. Lato desktop, teoricamente ci possono essere dei vantaggi dalla maggiore velocità promessa. Praticamente però è tutto da dimostrare. Vantaggi ? Sono schede più moderne delle precedenti. Sembrano reggere meglio le temperature rispetto alla prima generazione (problema già risolto da Lexar con la seconda generazione). Ma soprattutto hanno un prezzo onestissimo. Questa 512 GB è costata da Amazon.it 200,99 euro. Il taglio da 1TB costa 444 euro e quello da 2TB per chi fa video, 890 euro (non dimenticatevi del lettore, da acquistare solo se avete una porta USB 4.0 che costa da solo 111 euro). Ci sembrano prezzi tali da entrare in concorrenza praticamente con tutti gli altri marchi. Anche se, alla prova provata come sembra a noi da questi test effettuati in casa, non ci sembra che ci sia alcun vantaggio pratico (per il momento) dall'aver implementato le nuove specifiche CFA. Detto questo, siamo certissimi che presto Lexar e gli altri, lanceranno i loro prodotti concorrenti che probabilmente andranno in competizione agguerritissima, sia per prestazioni che per prezzo, con queste schede. Insomma, prepariamoci per la seconda generazione della Z9 con le munizioni giuste !
  2. Appena arrivata nel nostro laboratorio la scheda CFExpress Sabrent Rocket da 1 TB (serie BLU). Sabrent è un noto marchio californiano che si è fatto un nome nel mercato degli SSD e in particolare gli M2 con tecnologia NVMe in cui compete con marchi come Samsung e la connazionale Crucial. Come sappiamo le schede CFExpress altro non sono che delle unità SSD di tipo M2 in formato 2240 inserite dentro ad un involucro corazzato. Quindi il passaggio a questo mercato - più vantaggioso in termini di margine unitario - è stato automatico anche per Sabrent. I prodotti sono progettati in California e prodotti a Taiwan, presumibilmente da TSMC (presumibilmente con stepper Nikon). Il modello in prova è quello più grande disponibile e costa su Amazon.it 284 euro. Esiste anche un taglio da 512 GB che attualmente costa solo 170 euro. Sono prezzi estremamente vantaggiosi in termini di costo effettivo per Gigabyte, e in questo momento, finita la crisi dei microchip si assiste ad una fortissima discesa delle quotazioni per eccesso della domanda. Per cronaca, al lancio questa scheda costava non meno di 700 euro. Abbiamo scelto il taglio da 1TB perchè abbiamo riscontrato che le schede più grandi offrono prestazioni superiori rispetto a quelle più piccole in tutti i prodotti di tutti i produttori, tranne le poche serie speciali come le ProGrade Cobalt e le Lexar Diamond. ASPETTO E DESCRIZIONE La scheda arriva in un micropacchetto nero che riporta la provenienza e la produzione. Tolta la scatoletta, ci troviamo davanti ad un cassettino metallico imbottito che da una forte sensazione di prodotto premium la scheda è analoga per design a tutte le altre che abbiamo provato. Al tatto sembra leggermente più leggera delle altre presenti in laboratorio. parata di schede CFExpress. Avendo fatto già delle comparative in passato sullo stesso sistema di lettura (pc Windows con Intel i9 e lettore USB 3.2 ProGrade) vi rimandiamo a quelle per vedere le prestazioni delle altre schede. Le trovate su queste stesse pagine. PRESTAZIONI DI LABORATORIO La scheda è arrivata non formattata. E' stato necessario usare la Z9 per la prima formattazione, dopo di che anche il pc l'ha regolarmente rilevata. formattata in exFat mette a disposizione oltre 1 miliardo di byte equivalenti a 953 gigabyte. Una prima verifica "nel mondo reale" è sempre la copia di file dal computer. In questo caso svariate cartelle di file NEF per un totale di 850 Gigabyte copiate da un disco M2 Crucial da 4TB capace di circa 3500 MB/s di velocità massima. Il trasferimento si è avviato mantenendo una media effettiva di circa 400 MB/s ma la temperatura si è subito impennata andando dagli iniziali 52 °C fino a destare allarme pericolo rosso a 84 °C al trasferimento di 528 GB. Sono condizioni anormali per cui raramente una scheda sarà impegnata. Tranne che per la registrazione di video 8K, formato per cui questa scheda non è versata ... Durante il classico test eseguito con Crystal DiskMark la temperatura è stata mediamente sui 62 °C mentre usando BlackMagicDesign Disk Speed Test - che simula continui trasferimenti di video - abbiamo rilevato un'altra impennata di temperature ancora sotto controllo ma quasi al limite critico. Andando alle prestazioni sintetiche rileviamo una capacità interessante : che però non abbiamo riscontrato nell'uso corrente come testimoniato anche nel video (parte scrittura a sinistra). Le crocine bianche indicano i test falliti. In conclusione si tratta di una scheda di memoria adatta alle fotografie e ai formati video non sofisticati. Non la useremmo mai nei formati a 10 o 12 bit né nel video 8K. Con la Nikon Z9 abbiamo misurato un "accettabile" ma ben lungi dall'essere record capacità di saturare il buffer con 50 scatti in NEF con compressione senza perdita. Che sono diventati 225 con la compressione elevata alla massima qualità. Nello stress test che prevede 60 secondi di dito premuto sul pulsante di scatto anche all'esaurirsi del buffer, questo si traduce in circa 11.3 scatti al secondo con compressione migliore e 16.4 scatti al secondo con la compressione media. Come con le altre schede non abbiamo avuto interruzioni negli scatti con la compressione elevata che è di fatto equivalente, per capacità di raffica, all'uso del jpg. Conclusioni preliminari Premesso che queste misure non sono necessariamente riproducibili e che vanno prese per quello che sono ... ovvero misure di laboratorio, al confronto abbiamo una scheda di prestazioni medie, non eccezionali ma nemmeno scadenti, ma con una capacità di memorizzazione esagerata per le necessità del fotografo medio (la immaginiamo come scheda unica durante un lungo safari o un lungo viaggio in qualche località esotica senza computer di backup al seguito) con un vantaggiosissimo rapporto prezzo/capacità. Con qualche caveat relativo alle temperature di esercizio che possono diventare elevate. Per le quali ci riserviamo di approfondire dopo almeno un mese di utilizzo continuo sul campo nelle più sfidanti condizioni di scatto reale.
  3. Non siamo soliti dedicare degli editoriali ai prodotti di altri marchi. Forse è capitato solo una volta in passato, con una Canon (se non ricordiamo male, la EOS R5). Se lo facciamo è perché riteniamo che la notizia valga un approfondimento dettagliato, perché il fatto probabilmente influenzerà il mercato complessivo e quindi, anche Nikon. Nei fatti, il nome del prodotto e l'assonanza con la Nikon Z9 lo dimostrano, è già successo con il lancio della α9 originale, oramai nel 2017. Quella macchina ha introdotto sul mercato il primo sensore stacked commerciale, aprendo le porte della fotografia silenziosa con otturatore elettronico in tutti campi in cui è vantaggiosa. Non ci possiamo nascondere che tutto lo sviluppo del sensore di Z8 e Z9 e delle ultime macchine Nikon ne sia stato influenzato. Saremmo disonesti. Con il modello III, Sony vuole ripetere l'operazione, introducendo per la prima volta un sensore dual-stacked di tipo global shutter. In un inciso ricorderemo le differenze tra sensori in modo da permettere a tutti di comprendere di che cosa stiamo parlando ma prima vorremmo delineare meglio le caratteristiche del nuovo prodotto. Che resta la macchina Sony dedicata specificatamente a sport e fotografia d'azione, non necessariamente l'ammiraglia, designata come α1 e dotata di altre caratteristiche (superiore risoluzione, sensibilità base più bassa, video 8k). il corpo macchina resta sostanzialmente simile. le schede di memoria sono una coppia di CFexpress di tipo A (quelle di formato più piccolo rispetto al modello di tipo B adottato dagli altri produttori, Nikon in testa) il display posteriore è di tipo completamente articolato il mirino è quello di fascia più alta adottato da Sony, il modello da 9.4 megadot, tarato a 120 Hz. Ma naturalmente gli elementi importanti della fotocamera sono quelli posti all'interno. il nuovo sensore stacked di tipo global shutter, la scheda madre con due processori separati. Il sensore mantiene una risoluzione appena superiore ai 24 megapixel (non sappiamo se l'effettiva risoluzione sarò di 6000x4000 pixel o qualcosa di più). E' costruito con tecnologia stacked, ovvero ha due strati, uno che contieni i fotodiodi incaricati di catturare la luce, uno con le memorie dedicate ad accogliere le informazioni del sensore. E' tarato con sensibilità base di 250 ISO mentre ha il punto di inversione dual base ISO a 2000. In questo non ci sarebbero particolari differenze con il nostro di Z9/Z8, salva la diversa risoluzione. Le nostre macchine sono tarate a 64 ISO di base mentre il dual gain interviene 3 stop sopra a 500 ISO (come esattamente tre stop separano 250 da 2000 ISO). Ma mentre il sensore della Z9 ha una capacità di lettura (velocità di readout) nell'intorno di 1/270'' (la precedente α9/α9 II si situa intorno ad 1/160''), la lettura del sensore della nuova Sony è "praticamente" istantanea. Questo apre le porte a due sostanziali novità. L'eliminazione pratica, sostanziale, della necessità di sincronizzazione flash ad una data velocità di scatto, l'eliminazione pratica, sostanziale, di blackout a mirino e di fenomeni di rolling shutter sia in foto che in video, in ogni circostanza. Con il non trascurabile corollario di rendere la macchina indenne anche dai fenomeni di banding indotti da fonti di illuminazione oscillanti a frequenze particolari (led e luci miste). Il marketing ha poi voluto strafare, dotando la macchina di una velocità di scatto fino ad 1/80.000'' e 120 scatti al secondo. Ma Sony ci ha abituati a dover leggere bene le note a pié di pagina che spesso sono ancora più lunghe delle specifiche effettive. In raffica il tempo di scatto minimo pratico è di 1/16000'' (la Z9 ha un minimo di 1/32000'') e la raffica a 120 fps è limitata a 1.6 secondi, compreso il secondo di eventuale prescatto. In quanto il sistema non ha la velocità necessaria per andare oltre i 6 GB/s necessari (le foto vengono immagazzinate nel buffer, che ipotizziamo sia di circa 8 GB e poi versate nelle memorie). La macchina, come vedete, ha il tradizionale corpo compatto di Sony. Ma ipotizziamo che le necessità energetiche del complesso siano tali da rendere razionale l'acquisto del battery-grip che utilizza due batterie in serie come se fosse una sola con un piccolo vantaggio di autonomia rispetto a α9 e α1 che usano le stesse batterie. Il prezzo annunciato è di $ 5.999 cui aggiungere i $ 399 del battery pack (con IVA oltre € 7.300 a cui aggiungere la seconda o più batterie di riserva). Consegna da primavera 2024 Quindi in tempo per le Olimpiadi di Parigi. Al nuovo corpo, nel lancio, è stato associato un interessante nuovo obiettivo GM da 300mm f/2.8 che ha nel peso ridotto (meno di un chilo e mezzo) e nella compattezza le sue armi principali. Proposto al medesimo prezzo di $ 5.999 e consegna sempre da primavera 2024. Durante il lungo ed articolato evento di lancio, sono stati annunciati nuovi firmware che aggiungeranno funzionalità attese per α1 e α7s III. Mentre ci sono rumors che parlano di una nuova α attesa per gennaio 2024 (che possa essere la α7 V o la α7r VI non è dato saperlo per il momento). *** La notizia è notevole, inutile nasconderlo. La nuova fotocamera si pone come riferimento per i fotografi di sport e di azione (wildlife di movimento). E siamo sicuri avrà un seguito negli altri marchi. Di fatto Sony dimostra di essere riuscita ad ingegnerizzare su larga scala un sensore full-frame global-shutter in formato 36x24mm, su un prodotto commerciale. Perchè intendiamoci, questo tipo di sensore non è una novità. Solo che fino ad ora era limitato per costi e difficoltà di smaltimento del calore, a compiti di natura industriale (in impianti collegati alla rete elettrica fissa e dotati di alette di raffreddamento o ventole). Ed a formati ridotti. L'unico 36x24mm offerto sul mercato veniva circa $6.000 al pezzo per un ordine di 1000 pezzi. Ma Sony ha certamente dovuto cedere a più di un compromesso che scopriremo nella pratica solo quando la macchina sarà sul mercato e che già leggiamo dalle specifiche. L'aver limitato a 24 megapixel la risoluzione (mantenendo di fatto la radice precedente con i suoi 759 punti di messa a fuoco) che per se non è un male (anzi, in molti campi, un vantaggio), è il primo indice, quando Sony stessa veleggia a ben altre risoluzioni anche con il modello concorrente α1. L'altro è la base ISO di 250 che probabilmente determinerà una dinamica del sensore un pò particolare alle basse sensibilità. Ma anche questo non sarà un problema nel particolare campo di applicazione di questa fotocamera. Che certo non è indirizzata a tutti ma ad uno specifico sottoinsieme di fotografi. Per questo, di qui a dire, come già vediamo nelle decine di video Youtube di anteprime "informate" che stiamo vedendo sul web (con tanto di espressioni sbigottite ed esclamazioni da fine del mondo, necessarie ad imbrigliare gli algoritmi di ripartizione degli utili derivanti dalla pubblicità in base ai click) che è cambiato il mondo e che è stata inventata l'acqua calda, "il funerale dell'otturatore" etc., ce ne vuole. Canon e Nikon usciranno dal mercato a causa della α9 III ? Lo escludiamo. Non sono uscite con il lancio della α9 cui hanno risposto solo 5 anni dopo, figuriamoci adesso che sono ben attrezzate per difendersi. Canon EOS R3 e Nikon Z9 hanno un'ampia base di installato, funzionano bene ed hanno adesso un corredo di ottiche invidiabile. Non ci aspettiamo trasmigrazioni di massa, salvo da parte dei soliti fotoamatori straricchi in possesso di tre corredi (per non saper né leggere né scrivere, meglio abbondare). Canon e Nikon imiteranno Sony con il global-shutter ? Da un paio di anni si dice che Canon stia lavorando alla vera ammiraglia EOS R, la R1 che si dice potrebbe avere un global shutter ma costare un botto di dollari. La vedremo probabilmente nei prossimi mesi. Il lancio celebrativo della Sony la anticipa probabilmente di qualche mese, anche se la effettiva disponibilità del prodotto si avrà in primavera. Nikon per il momento ha altre priorità (Z6 III e Z50 II/Z70 sono ben più strategiche di una Z9 II). La Z9 è ancora in fase di maturazione e vedremo un bel firmware 5.0 nel prossimo anno. Mentre la Z8 ha più spazio di mercato della Z9 e della Sony α9 III per un semplice motivo di costo al dettaglio. In futuro si vedrà. A noi sembra che Nikon stia cercando di avere un'offerta a prezzi sostenibili. Se il global-shutter sarà, nei prossimi anni, disponibile a prezzi concorrenziali rispetto ad un più economico rolling-shutter sempre stacked, potrebbe spostare la produzione di Z9 e Z8 su quel versante. Oppure aggiungere una nuova ammiraglia di bandiera e chiamarla magari Z1. Ma è anche possibile che lo sviluppo dei sensori stacked si diffonda a prezzi ancora più concorrenziali su più modelli (la Z6 III con uno stacked non ci sorprenderebbe così tanto a questo punto. Ma non abbiamo alcuna conferma la riguardo). E potrebbe anche raggiungere velocità operative tali da rendere non pratica la soluzione global-shutter, permettendo di scegliere di volta in volta la tecnologia più appropriata in base al progetto e al modello da sviluppare. Di certo, con i due processori dedicati e una potenza che viene indicata come 8 volte superiore a quella della Sony α9 II, la III spinge su questo versante. E non ci sorprende, vista la necessità di calcolo necessaria per elaborare tutta quella massa di dati e intanto non perdere di vista il soggetto. Anzi, seguirlo come non mai. slide promozionale Sony che identifica i due processori dedicati, di cui si occupa di tecniche AI asservite alla messa a fuoco automatica Per questo riteniamo che Nikon debba più che altro aumentare la potenza disponibile nei suoi Expeed nei prossimi modelli. Scegliendo con giudizio, pensando alle tasche dei suoi clienti, le soluzioni da mettere in campo. Quindi in conclusione : grazie Sony per mantenere vivo il mercato e fare da apripista. Noi attendiamo pazienti le scelte di Nikon. Siamo sicuri che gli ingegneri di tutti i marchi (che hanno studiato nelle stesse università con gli stessi professori) si parlino molto più amabilmente delle tifoserie di Milan e PSG. *** Sensore global-shutter e sensore rolling-shutter. In funzionamento silenzioso (e quindi in otturatore assente o simulato in elettronico), i sensori moderni di tipo CMOS simulano il funzionamento degli otturatori meccanici. In pratica al di sopra di una certa velocità di scatto, creano un meccanismo di lettura delle informazioni localizzate, a strisce per righe, con un movimento invisibile che crea un effetto simile a quello delle due tendine meccaniche di un tradizionale otturatore a tendine. Quello delle vecchie reflex, per intenderci. Nella Z9/Z8, la lettura avviene per strisce di 12 pixel. I dati vengono letti ed immagazzinati. A lettura completata, le informazioni vengono prelevate dal processore per le ulteriori elaborazioni. Questa operazione avviene fino a 120 volte al secondo, la raffica più veloce che può eseguire la Z9 (con risoluzione ridotta) o fino a 30 volte al secondo a risoluzione piena. Ne abbiamo parlato in questo articolo in attesa dell'uscita della Z9 (qui) animazione che idealizza il funzionamento delle due tendine (siano essere meccaniche o simulate elettronicamente) E dove sta il problema di questa pratica ? Sta nel fatto che pur veloce ai nostri occhi, 1/250'' è anche il ritardo che ci può essere nella ripresa di un soggetto in movimento, tra la lettura della prima strisciolina e l'ultima. Per ogni fotogramma scattato. Un soggetto in rapido movimento o che ha parti in rapido movimento (classico la pala dell'elica di un velivolo o le ali di un uccello che si invola oppure le ruote di un'auto), verrà quindi ripreso con un grado di deformazioni (artefatti) proporzionale al movimento relativo delle sue parti, rispetto al movimento relativo di lettura del sensore. Ma perchè la lettura del sensore non avviene in una unica passata ? Perché ogni dispositivo elettronico ha quella che si definisce banda passante, ovvero una quantità pratica e definita (o finita) di dati che possono essere trasmessi per unità di tempo. Questo per limitare l'emissione di radiazioni, quindi di calore e di rumore indotto. Più è elevata la banda passante, maggiore è la frequenza a cui può funzionare il dispositivo (ci perdoneranno i tecnici del settore per queste semplificazioni utili per farci comprendere da una platea non necessariamente specializzata). Un sensore ad elevata velocità di readout può funzionare praticamente senza richiedere questo escamotage. Ma costa molto produrlo ed induce altri problemi da gestire. animazione che esemplifica la differenza di funzionamento tra rolling shutter e global shutter : per righe a scansione progressiva, rolling, istantanea, global Nella lettura a global shutter, tutti i dati vengono letti istantaneamente e depositati nella memoria sottostante da cui il processore li può prelevare. La quantità di dati trasferita è tale che l'operazione non può essere indolore in termini di impatto termico e di consumo energetico. E' quanto vedevamo a suo tempo con i sensori di tipo CCD. Il sensore della Nikon D1 era di fatto letto a global shutter solo che il fotografo non se ne accorgeva. Salvo per il fatto che il flash poteva venir sincronizzato ad 1/500'' e il tempo minimo era già di 1/16000''. Come vedete sono tutte grandezze che si ripetono. Ma lo sviluppo va avanti e quanto era non praticabile industrialmente qualche anno fa, può diventare improvvisamente economicamente sostenibile se questo da un vantaggio competitivo sui concorrenti. Ma in fondo non è scienza aerospaziale, è tutta tecnologia disponibile sul mercato. E se l'ha ottenuta Sony, con i suoi tempi e se necessario, potrà averla anche Nikon.
  4. Trovata su Amazon.it a circa 50 euro, comprata con consegna in pochi giorni. E' la più potente, almeno nelle promesse, tra le prime batterie "universali" compatibili con la nuova EN-EL18d, quella introdotta con la Z9. Si presenta in una anonima confezione di cartone che reca la proveneinza e il tramite (Germania) ma naturalmente è prodotta in Cina. le specifiche di targa parlano di 10.8 Volt di tensione, 3500 mAh di capacità di carica per 37.8 Wh. questo trio mostra la perfetta somiglianza meccanica tra le mie batterie di casa. Sopra una EN-EL18b, che usavo con D500 e D850, sotto a sinistra la EN-EL18d della Z9, a destra, la Dot.Foto che presenta una capacità leggermente superiore all'originale. le due batterie oggetto del confronto la Nikon ha sotto la carrozzeria il sigillo di autenticità. Ma la Dot.Foto non è una contraffazione, manifesta la sua compatibilità con orgoglio tutto cinese. i contatti e le meccaniche sono identici. Anche le scocche. Cambia l'etichetta e, appunto, il sigillo olografico di autenticità. Diffidate delle false batterie. Una cinese deve mostrare quello che è, costare molto meno dell'originale (circa 207 euro iva inclusa) ma offrire piena compatibilità. la Nikon, made in Japan, lotto di settembre 2021 (da Panasonic ?) la cinese i contatti compatibilità anche con il guscio esterno della Z9 che ovviamente la digerisce perfettamente. all'arrivo l'ho trovata carica circa per due terzi e l'ho caricata interamente con il caricabatterie della Z9, il Nikon MH-33. Non mi risulta che per ora esistano caricabatterie compatibili cinesi. La ricarica avviene con il consueto ciclo smart. Ricarica a circa il 90% in relativamente poco tempo, poi ciclo di carica scarica lento per arrivare con sicurezza al 100%. ho provato anche a ricaricarla direttamente sulla Z9 che la digerisce perfettamente come se fosse la batteria Nikon. Il processo avviene alla regolare tensione di circa 20 V consentiti dalla porta USB-C della Z9. E' indolore, come con la batteria Nikon. l'ho anche usata fino a scaricarla del tutto. Facendo circa 22.000 scatti e 30 minuti di video in tutto, in due mattinate piene. Tanto da veder comparire per la prima volta in vita mia l'avviso ... che mi dice di caricare la batteria (di una ammiraglia !). la carica piena ha richiesto 3.804 mAh, leggermente di più del dato di targa. Ci sta perché ci possono essere perdite nel processo smart. Ma in buona sostanza la batteria conferma le specifiche, sia di tensione che di capacità. Nell'uso non ho notato nulla di sconveniente. La Z9 pensava di avere una EN-EL18d dentro di se, mentre la EN-EL18d originale era nello zaino. Ho scattato in autodromo con sole, pioggia e vento. Non ho avuto inconvenienti di temperature anomale. Nonostante io non mi sia fermato un attimo ed abbia quasi sempre scattato ai "canonici" (per la Z9) 30 fps in formato pieno. Quindi, promossa a pieni voti ? Ni. Nel senso che nell'uso tranquillo di una giornata di lavoro (delle mie) non vedo inconvenienti. Salvo uno. L'indicatore di stato di carica, ovvero la percentuale di carica residua per gli scatti effettuati è tutto fuorché fedele. In pratica, il primo giorno, fatti 11.950 scatti e decine di video, sono tornato con circa il 70% di carica residua. Generalmente io ricarico a sera la batteria, in modo da averla carica al 100% per il giorno dopo. Ma questa volta volevo vedere come andavano le cose. Il mattino dopo mi sono trovato dall'inizio una percentuale di carica residua del 67% che poi è diminuita repentinamente verso il 55% per poi scendere ulteriormente al di sotto del 35%. Morale, credevo di avere il 70% di residuo, invece ero a meno del 50% e a fine giornata, pur avendo fatto meno scatti del giorno prima (10.750) sono arrivato a casa "quasi" in riserva, con solo il 7% di carica residua. Poco male, perché la batteria comunque va, va bene. Bisogna solo evitare di affidarsi all'indicazione di carica della macchina. Evidentemente, nel fare il reverse engineering del microchip della EN-EL18d originale, i tecnici cinesi non hanno "copiato" bene, oppure esiste una differenza di interpretazione dei dati che impedisce una corretta comunicazione tra fotocamera e batteria. Probabilmente lo risolveranno con un prossimo set di produzione, essendo impossibile cambiare il firmware di una batteria se non in fabbrica, processo impraticabile. Motivo per cui dò un giudizio su questo prodotto di : COMPATIBILE MA NON CONSIGLIATA COME PRIMA BATTERIA adeguata alle necessità di batteria di scorta, per uso di emergenza, in caso si scarichi la batteria principale che io consiglio destinare sempre ad una Nikon EN-EL18d originale. Fa premio il prezzo e nel mio caso, che nelle mie condizioni d'uso non necessito di una seconda batteria, rendono troppo costoso l'acquisto di una seconda EN-EL18d che sarebbe sempre destinata a "fare flanella" nella borsa.
  5. A me sorge una domanda, ma chi ha l'MH26A può caricare le EN-EL18d? Perché il doppio slot è comodo, e capisco la necessità di ridurre i costi ma toglierlo dal nuovo caricatore è un po' un limite. Non riesco a trovare info ufficiali (forse perché non aggiornate) ma solo di caricatori compatibili, identici all'MH26 che caricano dal 18 al 18d
  6. Per considerazioni generali sul nuovo Nikkor Z 400mm f/4.5 S vi rimando al mio unboxing del 18 luglio : qui ne parlo invece con due mesi di foto fatte in varie occasioni, potendo dare un giudizio più completo e pratico. In relazione all'oggetto in se il mio quartetto di voci, due tenori, un basso e un baritono. Mi ritengo particolarmente fortunato - toccando ferro - a disporre di questo geniale quartetto di ottiche compatte e leggere. Di fatto condividono la filosofia molto legata a quella delle mirrorless che vanno incontro alle esigenze di contenimento pesi ed ingombri richiesta dall'intero mercato. A parte il 500mm f/5.6 PF, che sfrutta la tecnologia Phase Fresnel, gli altri tre obiettivi sono abbastanza simili. Condividono buona parte dell'impostazione, hanno lo stesso piedino del treppiedi, differiscono di pochissimo nel peso e, come vedete, anche nell'altezza e nel diametro. Tanto che è facile confonderli se andate via di corsa. Io devo sempre leggere bene l'etichetta per essere certo di non sbagliare obiettivo. Ma è tanto bello poter scegliere in base al tempo, all'estro, alla giornata, allo scopo dell'uscita fotografica. Andando in particolare al nuovo Nikkor Z 400mm f/4.5 mi sento di fare alcune precisazioni, già anticipate in più occasioni ma che secondo me è utile ribadire. Ne ho discusso anche a voce con Max e ho tratto queste conclusioni. Questi obiettivi appartengono alla stessa categoria. Il 400mm f/4.5 va confrontato con il 100-400 e il 70-200, non con i supertele - sia Z che F - della fascia superiore. Tutto lo identifica come appartenente alla categoria media. la scatola il paraluce il collarino del treppiedi l'assenza di una sacca/borsa/astuccio tipici dei supertele (anche del 800/6.3 PF) la costruzione : robusta e professionale ma senza quei requisiti di resistenza a condizioni estreme e ad abusi in ambiente ostile che invece caratterizzano che so, un 400/2.8 o un 600/4, giusto per fare nomi e cognomi questo 400mm però si stacca per il design. Se vi ricordate, nei primi tempi delle mirrorless, specie dalla campana Sony, ci è stato raccontato che il disegno degli obiettivi wide e super-wide si sarebbe avvantaggiato principalmente dal tiraggio corto e dalla gola più larga del bocchettone. Bene, Nikon ci ha dimostrato con questo nuovo obiettivo - che sarà seguito, ne sono certo, da altri fratelli in futuro - quanto ciò sia vero solo in parte. Insomma, quando i progettisti Nikon hanno configurato lo Z Mount sapevano di poter trarre vantaggio anche nel disegno delle focali lunghe. Altrimenti non si spiegherebbe il miracolo di un 400mm che senza elementi a diffrazione, riesce ad essere così piccolo, leggero, compatto eppure così prestazionale. E senza i limiti degli obiettivi PF. Nel conto di questo progetto, però, ci sta una minore cura, un prodotto - sempre di fascia premium - ma decisamente situato più sotto dell'inarrivabile Nikkor Z 400mm f/2.8 TC. Non sto dicendo che questi obiettivi siano scarsi sul piano costruttivo, solo che a dispetto del prezzo di acquisto non proprio economico, restiamo nella gamma descritta dal 70-200/2.8 e 100-400. Oggetti eccellenti ma non costruiti come un 800/5.6. Smarcati questi due assunti, andiamo al sodo Si fa presto oggi a parlare di game changer, ovvero di oggetto che cambia le regole del gioco. Anzi, se ne abusa. Ma mai, fino ad ora, avevamo avuto a disposizione un 400mm ancora ben luminoso, così piccolo e leggero, da usare esclusivamente a mano libera, e allo stesso tempo così prestazionale. Questo per me, che pure posso scegliere, come avete visto, con cosa uscire ogni mattina, è qualche cosa che mi sta cambiando la vita. Specialmente quando dietro c'è attaccata la Nikon Z9. Avere la capacità di scaricare potenzialità fotografiche di questo livello, portandomi solo una borsetta leggera e per nulla ingombrante. Niente treppiedi, niente testa. Niente altro. Si, lo so, sono cose che ho già scritto a proposito del fantastico Nikkor F 500/5.6 PF quando è uscito quattro anni fa. Ma con questo 400mm Nikon si è superata. Perchè è un oggetto meglio bilanciato, ancora più facile da usare, pronto all'uso e meno impegnativo come focale. Con superiore luminosità massima. Potendo peraltro passare con un click in formato crop della Z9 all'equivalente - per angolo di campo soltanto - di un 600mm che nel video possono diventare anche 800 e più. E proprio nel video che l'ho trovato meraviglioso, capace di seguire il fuoco senza incertezza e senza rumori. Sempre in modo fluido e con una capacità di lettura anche del controluce, eccellente, senza interventi in postproduzione. Rispetto al 500/5.6 PF il silenzio è assoluto, anche per ciò che riguarda di stabilizzazione. Le prestazioni allineate ma con una prontezza superiore in termini di aggancio del soggetto. Rispetto al 70-200/2.8 S duplicato, non c'è confronto. Quella è una soluzione di ripiego da usare quando proprio si è rimasti con solo quell'obiettivo e basta. Mentre contro il 100-400/4.5-5.6 secondo me qui abbiamo prestazioni migliori in senso generale (specie di sfuocato), un miglior bilanciamento (il 400/4.5 non si allunga) e una pasta delle immagini di un gradino superiore. Il 100-400 ovviamente offre la variabilità della focale. Ma io spesso fotografo tutto il tempo a 400mm e non mi serve altro. Insomma, che altro dire ? Niente, non trovo difetti, tutto sommato nemmeno nella fattura da saldare a Nikon per averlo. Io ne sono innamorato e dubito che me ne priverò mai. Si sovrappone con altre soluzioni che già possiedo. Va bene, ma ogni violinista in casa ha più di un violino. Avete idea di quanto possa costare un bel violino ? E un pianoforte da concerto ? Informatevi ... Mi fermo qui per non diventare ulteriormente verboso. Propongo un montaggio di vari spezzoni di video in una giornata ventosa di luglio. Uno slideshow di immagini scattate in differenti occasioni. E qualche foto significativa. Specie l'ultima. 400mm.mp4 montaggio di più clip video 400slideshow.mp4 slideshow di alcune foto fatte in differenti occasioni Z9X_1272.MP4 mamma Ippo con figlio Ippo (Le Cornelle) Un falcone da caccia con il sole negli occhi. Sfondo liquefatto, senza accorgimenti particolari. e qui un animale meraviglioso, qui ritratto in ombra, ad alta sensibilità della Z9 Chiudo con un nikonista entusiasta di questo obiettivo e della mia Z9 ma eternamente indeciso nel fare il grande passo dalla reflex ... ... che quando si convincerà di passare finalmente agli strumenti giusti per quello che deve fare lui - come questo meraviglioso Nikkor Z 400mm f/4.5 - forse avrà già l'età per desiderare qualche cosa di ancora più leggero e compatto anche se solo "abbastanza buono" e non eccellente come questo (io certamente, per quell'epoca sarò costretto dagli acciacchi a sfogliare solamente le centinaia di migliaia di foto che scatterò in questi mesi con il mio 400mm)
  7. Luogo : coordinate GPS della Z9 Personaggi : più quello che vi scrive. Aggiungiamo una bella mattina di sole che da un freddino pungente (guanti e cappello) è andata scaldandosi fino a 15° con un sole di taglio ma molto primaverile. E naturalmente la mia Nikon Z9, il mio 100-400/4.5-5.6 e le artiglierie di Valerio, le macchine di Silvio e di Massimo. Un sacco di chiacchiere. E le mascherine che sono andate dopo un pò a finire nelle ... tasche. Di contorno idrovolanti, cormorani, cani e gabbiani. Tanta amicizia e piacere di scoprire cose nuove. Persino Valerio, notoriamente un conservatore (no Auto-ISO ed f/8 di rigore anche con ottiche superluminose) senza aver mai nemmeno provato una Z, non dico una Z9, una Z qualsiasi, si è ritrovato a fotografare. Anche a prendere uccelli in volo, non solo il frontone della Villa Olmo e una lite condominiale tra cormorani, di quelle accese. Scattata nello splendore dei 20 fps della Z9. This is Nikonland, guys. PS : Altre foto, commenti, impressioni, chiacchiere, appena gli altri tornano dalla trasferta
  8. Non è ancora il mio ma è un esemplare definitivo. La commercializzazione comincerà il mese prossimo, questo è soltanto in visione grazie a Nital, distributore nazionale dei prodotti Nikon. Ma spero che il mio arrivi presto perché ne sono già innamorato ... Intanto vi propongo l'unboxing. Chi lo ha ordinato, porterà pazienza, ma quando arriverà il suo, sarà esattamente così. Quindi è come se lo facessimo qui, tutti insieme. Arriva in una scatola di cartone con ben evidente la garanzia e la distribuzione regolare anche sul lato superiore aprendo il cartone si vede la sagoma della sacca CL-L3 sotto all'imballaggio di protezione bugnato. mi libero della scatola ed ecco qui la sacca di protezione - chiamarla astuccio mi pare riduttivo - e i manualetti di garanzia multilingue. un dettaglio vezzoso, le cinghiette gialle per tirare le due zip di apertura della sacca. il marchio Nikkor cucito in argento all'interno altre protezioni in spugna la cinghia ... il basamento della sacca è in cordura rinforzata con inserti plastici ecco qua : obiettivo, paraluce e cappa parapolvere molto ben rifinita il meccanismo di blocco/sblocco del paralucione in plastica ma eccolo qua, lui, che si prende tutta la scena : tutti i dettagli sono nella più piena ultima tendenza dei Nikkor S, quella inaugurata con il 105/2.8 S (ghiere diamantate) E non aspetto ulteriormente per montarlo sulla Z9. O meglio, per montare la Z9 dietro al 800mm ... per confronto ho scelto i miei due lunghi, il bellissimo 500/5.6 PF di cui non intendo privarmi, e il nuovo 100-400 Z che è il mio compagno di giochi di questi mesi Insomma, questo è il tour di unboxing. Le prime impressioni sono notevoli ma non ve le voglio anticipare. Dico solo che da terra, della casa di fianco riesco ad inquadrare soltanto il camino della cucina sul tetto ... La messa a fuoco fulminea. Si tiene bene in mano anche a mano libera. La separazione dei piani mi pare eccellente per questa focale. Ma di foto con questo capolavoro parleremo nei prossimi giorni Ultimi dettagli : la S dei Nikkor Superiori il piedino del treppiedi visto da sotto dettaglio delle viti di connessione. Si svitano. Aspettiamo un ricambio Arca Swiss vista laterale ancora una ripresa, artistica, delle incisioni. la focale e posato sul piano.
  9. Jorgos

    Pelicans in black & white

    Sono tutti scatti fatti con Nikon Z9 su AFs Nikkor 300mm/2,8G @ f/2,8 con l'intenzione di fare foto di ritratto in bianco e nero a questi magnifici uccelli. Ne ho salvati questi sei. 1 2 3 4 5 6
  10. Sabato 11 Febraio 2023, erano le 5:50, piena notte ancora e il termometro segnava i -7°c. Siamo a Madzharovo in Bulgaria, sul gruppo montuoso del Rodopi est. Il fuoristrada di Marin, un vecchio furgoncino Mitsubishi Delica, ha incominciato ad arrampicarsi tra roccie e buche di una, per modo di dire, strada sterrata. Nostra destinazione il capanno della Rewilder Rhodopes Foundation gestito da Marin Kurtev. Dovevamo raggiungerlo prima dell’ alba. Il nostro obiettivo e’ incontrare, osservare e fotografare una colonia di avvoltoi che popola le roccie di questo angolo montuoso della Bulgaria, parco protetto Natura 2000. In questo periodo invernale dal capanno fotografico della fondazione si possono osservare i grifoni, l’aquila reale e se siamo fortunati l’avvoltoio monaco o eccezionalmente lo sciacallo e il lupo. I grifoni sono i più socievoli e diffusi rispetto ad altre specie, cercano cibo in gruppi e si riproducono in colonie su ripide pareti rocciose. L'avvoltoio monaco cerca cibo in gruppo o individualmente e talvolta si unisce a gruppi di grifoni. La Rewilder Rhodopes Foundation sta lottando per ripopolare la specie di questi straordinari uccelli, i suoi sforzi si concentrano anche su altre specie per costruire una catena alimentare completa e stabile, oltre a ripristinare una piena biodiversità. Il fuoristrada avanza come un carro armato e alle 6:35 siamo fuori dall’ ingresso del capanno. Fa tanto freddo ma purtroppo non c’e’ la neve come tanto speravamo (eppure c’era la settimana precedente). Il posto e’ spettacolare, siamo su una collina rocciosa e davanti a noi si presenta uno scenario costituito dalle pareti rocciose della montagna di fronte e il fiume Ardas che scorre nella vallata. Entriamo nel capanno di fretta trasportando la nostra attrezzatura in totale silenzio. Il mio compagno di avventura di questa experience, il fotografo di viaggi e natura Babis Giritziotis, ed io ci dividiamo le postazioni del capanno. Lo spazio per stabilirci e’ abbondante, avremmo dovuto essere in quattro a condividere questa esperienza ma alla fine siamo solo noi due. Una vista del terreno davanti al capanno Una lunga attesa La prima ora nella nostra postazione passa velocemente senza avvistare alcun animale. Verso le 7:40 arrivano i primi corvi ed alcune cornacchie. Cominciamo a fare qualche scatto fiduciosi nell’ arrivo dei grifoni. Finalmente verso le 9:40 il primo avvistamento di un grifone che ha sorvolato il nostro appostamento. Dopo qualche minuto un secondo e un terzo esemplare passano alti ma non ne atterra nessuno. Di seguito abbiamo osservato piu’ di venticinque avvoltoi passare nel cielo in alto. Abbiamo pensato che prima o poi sarrebero atterrati per cibarsi ma abbiamo aspettato invano. Con il passar delle ore ci siamo scoraggiati. Verso le 14:30 abbiamo assistito al rientro della colonia dei gipeti che uno dietro l’ altro tornavano a casa passando sopra la nostra testa, verso le pareti rocciose della montagna di fronte a noi oltre la vallata. 1. Durante la lunga attesa del primo giorno le cornacchie e i corvi erano l’unico soggetto da fotografare. Corvo imperiale (Corvus Corax). Nikon Z9, AFs Nikkor 500mm f5.6E PF, iso 220, 1/2000s, f5.6. 2. Cornacchia grigia (Corvus cornix). Nikon Z9, AFs Nikkor 500mm f5.6E PF, iso 220, 1/2000s, f5.6. Finalmente L'Aquila Eravamo quasi disperati. Unico conforto i messaggi di Marin che ci invitava ad avere pazienza: nel pomeriggio arrivera’ l’aquila, diceva il messaggio. Neanche se l’avesse ordinato. Attorno alle 15:30 io ero distratto a fare altro quando Babis mi ha annunciato gioioso a sottovoce l’avvicinarsi di un esemplare di aquila reale. Era veramente un’animale maestoso nel vederlo cosi da vicino e in piena liberta’ librarsi nell’ aria. E’ atterrato proprio davanti a noi ad una distanza tra i 15 e i 20 metri. Abbiamo cominciato a fare foto all’istante, documentando il suo arrivo e il suo comportamento una volta toccata terra. Questi uccelli, al contrario degli avvoltoi, non sono tanto sensibili ai piccoli disturbi sonori o di movimento. Stiamo parlando di eventuali rumori che puo’ produre un’attrezzatura fotografica, le reflex appartengono in questa categoria soprattutto se si scatta a raffica, o di eventuali movimenti insoliti come puo’ essere lo spostamento dell’ obiettivo che spunta tra le fessure del capanno per seguire il soggetto. Questo esemplare di aquila chrysaetos era maturo ed imponente. Ci ha regalato bei ritratti e tante belle foto in volo per quasi mezz’ ora. Dopo di lui si sono avvicinati una dietro l’ altra tre aquile reali che pero’ erano leggermente piu’ piccole di stazza, probabilmente piu’ giovani. Abbiamo continuato a scattare fino alle sei del pomeriggio quando e’ andato via anche l’ultimo dei nostri ‘’modelli’’, ormai era buio. La Z9 agli ultimi scatti, dell’ ultima mezz’ ora, viaggiava a iso alti tra i valori di 10000 e 16000 restituendomi immagini favolose. Quasi dodici ore di capanno e solo le ultime due ore e mezza sono state quelle produttive. Abbiamo lasciato il nostro posto con soddisfazione. La giornata e’ stata salvata in extremis. 3. La prima aquila reale (aquila chrysaetos) che ha rotto la nostra solitudine e’ arrivata maestosamente dal cielo alle 15:35. Nikon Z9, AFs Nikkor 500mm f5.6E PF, iso 450, 1/2500s, f5.6 4. Nikon Z9, Nikkor Z 100-400mm f4.5-5.6 s @ 300mm, iso 800, 1/2500s, f5.3. 5. Nikon Z9, Nikkor Z 100-400mm f4.5-5.6 s @ 340mm, iso 720, 1/2500s, f5.3. 6. Nikon Z9, AFs Nikkor 500mm f5.6E PF, crop, iso 280, 1/2000s, f5.6 7. La cornacchia aspetta pazientemente ma l’aquila fa capire che non ci sono speranze finche’ lei non avra' finito di mangiare. Nikon Z9, AFs Nikkor 500mm f5.6E PF, iso 400, 1/2500s, f5.6 8. Nikon Z9, Nikkor Z 100-400mm f4.5-5.6 s @ 340mm, iso 720, 1/2500s, f5.3, AF-C, 3D-tracking, VR sport, 20fps 9. Nikon Z9, Nikkor Z 100-400mm f4.5-5.6 s @ 340mm, iso 720, 1/2500s, f5.3, AF-C, 3D-tracking, VR sport, 20fps, 10. Sono le 17:35, quasi buio e la Nikon Z9 restituisce immagini ad altissimi valori di iso Nikon Z9, Nikkor Z 100-400mm f4.5-5.6 s @ 400mm, iso 14400, 1/2500s, f5.6, AF-C, Dynamic-area AF (L), VR sport, 20fps 11. Nikon Z9, Nikkor Z 100-400mm f4.5-5.6 s @ 400mm, iso 14400, 1/2500s, f5.6, AF-C, Dynamic-area AF (L), VR sport, 20fps 12. Nikon Z9, Nikkor Z 100-400mm f4.5-5.6 s @ 400mm, iso 16000, 1/2500s, f5.6, AF-C, Dynamic area AF (L), VR sport, 20fps 13. Nikon Z9, Nikkor Z 100-400mm f4.5-5.6 s @ 400mm, iso 16000, 1/2500s, f5.6, AF-C, Dynamic area AF (L), VR sport, 20fps Second round, il giorno dopo Al mattino presto del giorno dopo eravamo di nuovo nel nostro posto, aspettando i grifoni piu fiduciosi che mai. Erano quasi le nove quando abbiamo notato il volo di un uccello grande e solitario che si dirigeva verso la nostra collina. Abbiamo subito pensato alla visita mattutina di una delle aquile del giorno prima. Dopo aver fatto due giri e’ atterrato. No, non era un’ aquila. La fortuna ci aveva sorriso fin da presto questa volta. Davanti a noi si esibiva un bellissimo esemplare di avvoltoio monaco. Non ci eravamo ancora ripresi dall’ emozione di quel improvvisato incontro che abbiamo assistito letteralmente ad un’ invasione dal cielo da parte dell’ intera colonia dei grifoni. Atterravano davanti ai nostri occhi, e’ stato uno spettacolo vederli arrivare uno dietro l’altro. Babis ed io ci siamo guardati e ci siamo parlati a gesti. Non avremo scattato finche’ gli uccelli non avessero cominciato a mangiare. Gli ordini del ‘’grande capo’’ erano chiari, niente rumore e nessun movimento. Questi uccelli sono molto diffidenti e sospettosi, non sono come le aquile. Infatti la distanza tra noi e loro era cosi poca che rendeva avvertibile qualsiasi nostra intenzione. Correvamo il rischio di far saltare tutto per aria se non dimostravamo pazienza e prudenza. Potevamo cominciare a far foto solo se si fossero sentiti a loro agio e questo, per loro, vuol dire mettersi a mangiare. Era quasi passata un’ ora ma i nostri ospiti non volevano saperne di cominciare il pasto. Nel frattempo altri due esemplari di avvoltoio monaco sono arrivati. Uno di loro, con grande cautela, ha cominciato a beccolare. Sembrava essere un specie di gran capo. Tra i grifoni si percepiva esserci una certa gerarchia. Alla fine un po’ alla volta tutti gli ucceli hanno abbassato la guardia e si e’ subito capito che si sono rilassati anche se non davano attenzione al cibo sparso. Abbiamo cominciato a scattare foto e un po’ alla volta muovere con cautela i nostri obiettivi. La calma ha pervaso tutta la colonia. I nostri soggetti c’ erano e si prestavano alla foto ritratto, in gruppo o da soli. Pochissima se non nessun’ azione, pochi movimenti, tipica immobilita’ da avvoltoi. Ci sono volute due ore e tra qualche disputa, uno dei grifoni a cominciato a prendere la rincorsa per il decollo. Per fortuna non ha datto il via per l’ immediata partenza del intero gruppo. Uno alla volta e con grande calma i gipeti hanno cominciato a decolare e a fare dei giri sopra la vallata. Qualcuno tornava ma poi riprendeva il volo. Dopo quasi quaranta minuti l’ ultimo tra loro ci ha lasciati. Le nostre schede erano piene di bellissimi scatti. Ci siamo rilassati anche noi. Il secondo giorno e’ stato ricco di interesse e di azione fotografica. Per il pomeriggio speravamo nel ritorno delle aquile. Invece sono ritornati due, tre esemplari di grifoni solitari. Nel intervallo abbiamo avuto la visita di un piccolo mamifero che visto da lontano sembrava uno sciacallo ma quando si e’ avvicinato ci siamo accorti che era una volpetta vecchia e malconcia che semrava avesse la rogna. Niente sciacallo e niente lupo ma il nostro bilancio e’ stato piu’ che positivo. 14. Nikon Z9, Nikkor Z 100-400mm f4.5-5.6 s @ 145mm, iso 560, 1/2500s, f4.8. 15. Nikon Z9, Nikkor Z 100-400mm f4.5-5.6 s @ 145mm, iso 450, 1/2500s, f4.8. 16. Nikon Z9, AFs Nikkor 500mm f5.6E PF, iso 110, 1/400s, f5.6 17. Nikon Z9, AFs Nikkor 500mm f5.6E PF, iso 280, 1/500s, f8 18. Nikon Z9, AFs Nikkor 500mm f5.6E PF, iso 400, 1/500s, f8 19. Nikon Z9, Nikkor Z 100-400mm f4.5-5.6 s @ 400mm, iso 900, 1/3200s, f5.6 20. Una volpe malandata, forse con la rogna e’ arrivata a cinque metri di distanza dal mio obiettivo. Nikon Z9, Nikkor Z 100-400mm f4.5-5.6 s @ 400mm, iso 500, 1/2500s, f5.6 21. Nikon Z9, AFs Nikkor 300mm f2.8G + TC1,4EII @420mm, iso 500, 1/2000s, f4 22. Nikon Z9, Nikkor Z 100-400mm f4.5-5.6 s @ 400mm, iso 500, 1/2500s, f5.6, AF-C, 3D-tracking, VR sport, 20fps. 23. Nikon Z9, Nikkor Z 100-400mm f4.5-5.6 s @ 400mm, iso 450, 1/2500s, f5.6, AF-C, 3D-tracking, VR sport, 20fps 24. Nikon Z9, Nikkor Z 100-400mm f4.5-5.6 s @ 400mm, iso 450, 1/2500s, f5.6, AF-C, 3D-tracking, VR sport, 20fps 25. Nikon Z9, Nikkor Z 100-400mm f4.5-5.6 s @ 400mm, crop, iso 400, 1/2500s, f5.6, AF-C, 3D-tracking, VR sport, 20fps 26. Nikon Z9, Nikkor Z 100-400mm f4.5-5.6 s @ 400mm, crop, iso 360, 1/2500s, f5.6, AF-C, 3D-tracking, VR sport, 20fps 27. Nikon Z9, Nikkor Z 100-400mm f4.5-5.6 s @ 400mm, crop, iso 360, 1/2500s, f5.6, AF-C, 3D-tracking, VR sport, 20fps Bulgaria, localita’ di Madzharovo. Segnato con il cerhio rosso il posto del capanno. Il capovaccaio, una promessa. Il capovaccaio o gipeto egizio (neophron percnopterus) è la più piccola delle quattro specie di avvoltoi presenti in Europa. Questi gipeti sono famosi per la loro monogamia ed erano considerati un simbolo della cura dei genitori nell'antico Egitto. In primavera e’ presente sulle montagne del Rodopi est a Madzharovo. Qui, in questa piccola localita’ della Bulgaria diventano il tema di un murales in un edificio del centro abitato. Questi uccelli saranno il soggetto della prossima experience naturalistica e fotografica in questo balcone roccioso dei balcani. Nota biografica riguardante Marin Kurtev Marin Kurtev è nato nel 1976, si è laureato in Scienze forestali a Sofia nel 1999. Dal 2004 al 2011 è stato direttore del Nature Conservation Center di BSPB a Madzharovo. Ha una vasta esperienza nel campo dell'ornitologia e della guida di gruppi turistici. Ha partecipato a numerose attività educative, monitoraggio di uccelli e attività legate all’ ambiente in tutta la Bulgaria. Marin attualmente si offre come guida per escursioni in kayak e osservazione della fauna selvatica nella zona di Madzharovo. Annotazioni tecniche Atrezzatura impiegata: Nikon Z9, Nikkor Z 100-400mm f4.5-5.6 s, AFs Nikkor 500mm f5.6E PF, AFs Nikkor 300mm f2.8G, TC-14EII, FTZ II, trepiedi Leofoto LS365C, testa gimbal Wimberley WH-200 II, Peak Design Carbon Travel Tripod. Modalita’ di scatto. Per le foto statiche: AF-C, Dynamic-area AF(L), VR sport, scatto singolo, Animal eye focus. Per le foto in volo: AF-C, 3D-tracking, VR sport, 20fps, Animal eye focus.
  11. Filmato di un gruppo di grifoni e di un avvoltoio monaco fatto con la Nikon Z9 e Nikkor 500mm f/5,6E PF. Localita' Madzharovo in Bulgaria. Maggiori informazioni trovate alla mia blog entry VIDEO_0225.mp4
  12. Attendevo con molta curiosità le nuove schede CFexpress di tipo B serie Diamond di Lexar Professional. Si piazzano al vertice, per prestazioni, nel catalogo Lexar, sopra, per intenderci, alle Gold e alle Silver che costituiscono scelte meno prestazionali, offerte a più buon mercato. La confezione è la solita, cambiano sostanzialmente i colori. la scheda promette - in condizioni da laboratorio - fino a 1900 MB/s di velocità in lettura e 1700 MB/s in scrittura. Con velocità sostenute elevate e comunque in grado di sopportare video 8K e il nuovo standard Classe Video VPG 400 come riportato nella confezione. Viene anche assicurata come a lunga durata tanto che gode di garanzia illimitata. Naturalmente appena arrivata l'ho messa a confronto con le altre mie schede, un'altra Lexar da 256MB, serie Gold e le due ProGrade Cobalt e Gold. Ecco qua il quartetto pronto per le prove. oltre ai classici test di misura con Speed Test di Blackmagic Design e CrystalDiskMark, ho fatto la prova direttamente con la Nikon Z9, la Nikon più veloce che abbiamo. La scheda comunque funziona anche con le altre Nikon Z, tra cui, per esempio, la "vecchia" Nikon Z6. nella tabella che precede ho riassunto i dati principali che ho provato. Le varie schede promettono velocità che, al solito, è difficile riscontrare nella realtà e che nel mondo reale dipendono moltissimo dal computer di prova. Io ho usato un lettore USB 3.2 Gen 2, collegato via cavo USB-C all'host primario di un pc Windows con Intel i9. Per cui quei numeri valgono solo in questo contesto e devono essere presi qualitativamente. Nel vostro computer potrebbero differire, a secondo della vostra configurazione. Si tratta in ogni caso di prestazioni molto elevate, superiori a qualsiasi disco rigido meccanico e che rivaleggiano non solo con gli SSD tradizionali ma con i cugini SSD connessi direttamente al PCIExpress del computer. Di fatto condividono lo standard. Le schede CFExpress altro non sono che degli SSD di tipo M2 in formato 32x22mm dentro ad un involucro corazzato che ne smaltisce il calore e li protegge nell'uso. Sono per questo dispositivi che producono calore elevato. Pensate che l'SSD del mio desktop lavora "a riposo" a 64 °C ed è corazzato e ventilato a forza. Mentre un disco rigido meccanico normalmente lavora a temperatura appena di un paio di gradi superiori all'ambiente. Queste schede dentro alle nostre fotocamere lavorano a velocità comparabili ai migliori SSD ma vivono in un ambiente ristretto, spesso con temperature ambientali elevate e senza alcun tipo di ventilazione forzata ma devono smaltire il calore per mezzo del telaio della fotocamera. Detto questo, veniamo ai numeri. La nuova Lexar Diamond si conferma nei fatti la scheda più veloce che ci sia Lo è nei test sintetici con un valore medio equivalente tra scrittura e lettura che si attesta sul gigabyte al secondo (mille megabyte al secondo). Superando tutte le altre schede. Ma evidentemente questo valore non dice tutto, perché é nella gestione del buffer della Nikon Z9 che permette performance superiori. Sappiamo che la Nikon Z9 ha un buffer non particolarmente dimensionato che sfrutta però il doppio canale di scrittura sulle schede di memoria per avere sempre la capacità di registrare foto ad alta velocità. Voi leggete una capacità di 20 scatti teorici ma poi è il bilancio tra scatti memorizzati nel buffer e scatti scaricati dal buffer alla scheda di memoria che fa premio. Ecco che - usando il formato NEF più "sprecone" - la Lexar Diamond arriva ad oltre 4 secondi pieni di scatti a 20 frame al secondo prima di rallentare. Mentre con compressione TicoRAW ad efficienza elevata*, abbiamo un picco che per le altre schede è irraggiungibile. Praticamente il quadruplo degli scatti permessi dalla ProGrade Cobalt nelle medesime condizioni. Più livellata la prestazione con compressione massima, dove il valore è plafonato dalla raffica a 20 scatti al secondo della Nikon Z9. Ma io sospetto che se avessimo una ipotetica Nikon capaci di fare 30 o 40 scatti al secondo in NEF (la Z9 supera i 20 fps ma solo in jpg), leggeremmo delle differenze anche qui. Ho poi continuato con le mie valutazione scattando in continuo per 60 secondo anche ad esaurimento del buffer, riscontrando che tutte le schede permettono di continuare a scattare pur ad un rateo di raffica ridotto. Normalizzando questi valori ne sono venuti una raffica effettiva di 16.1 scatti al secondo per la Diamond - a compressione senza perdita - circa uno scatto al secondo in più della ProGrade Cobalt e uno e mezzo sulla Lexar Gold. La ProGrade Gold arranca in fondo con valori circa della metà rispetto alle migliori del quartetto. Questi numeri corrispondo a valori medi di capacità di scrittura che tengono conto della potenza del processore, del canale di comunicazione e dell'efficienza del buffer della Nikon Z9 in simbiosi con la scheda di memoria. Vedete qui qualche cosa che somiglia alla reale capacità di scrittura di queste schede quando usate a velocità che, nella realtà nessun fotografo sano di mente avrà mai bisogno di usare. Ma siamo in ambito di test e quindi per una volta ci sta. Un'ultima parola sulle temperature di esercizio. Della quattro la Diamond si è rilevata la più moderata sul piano termico, operando a pieno regime sui 32 °C, contro i 55 °C della ProGrade Cobalt. Conclusioni Ribadendo che al fotografo di tutti i giorni, queste misurazioni non dovrebbero levare mai il sonno, per chi usa la Nikon Z9 al limite velocistico superiore, credo che oggi si possa affermare che la miglior prestazione viene dalla Lexar Diamond, anche sulla rinomata ProGrade Cobalt. Ma questo ad un prezzo medio rilevato superiore in termini di Euro per Megabyte. La ProGrade Gold è il fanalino di coda per prestazioni ma costa relativamente poco. La Lexar Gold ha prestazioni di poco lontane dal top. Peccato però per la tendenza a fare da scaldino ... ADDENDUM Ho provato ad inventarmi uno "stress test" termico delle quattro schede usando come "sonda" la temperatura rilevata da CrystalDiskInfo. Il sistema è attendibile ma certamente non scientifico. Quindi prendete anche queste informazioni sul piano qualitativo. In pratica ho letto la temperatura a riposo, poi ho copiato sulla scheda la stessa cartella da circa 150 GB ed ho rilevato la temperatura finale che è via via aumentata durante la scrittura dei dati. a corredo dei numeri devo segnalare un comportamento lineare della Lexar Diamond e della Lexar Gold, a prescindere dalla temperatura di esercizio. Invece le due ProGrade quando hanno raggiunto una temperatura elevata hanno cominciato a mostrare un trasferimento dati seghettato con improvvisi cali di scrittura seguiti da un rapido ripristino. Ovviamente questa non è una condizione che nell'uso normale con la Nikon Z9 si possa replicare, salvo con il video 8K al massimo livello. Ma non parliamo di questioni trascurabili, visto il tema della dissipazione del calore generato dal sistema in via del tutto passiva.
  13. Jorgos

    Mantis

    Visto che le mantidi sono di moda ultimamente, ecco allora il mio contributo in tema. Per quanto riguarda la specie esatta chiedo la gentile partecipazione del nostro esperto Silvio. Tutte con Nikon Z9 e Nikkor Z 105/2.8 MC 1. Iso 1600, f/22, 1/640s, Slow Sync con SB-800 laterale in manuale 1/64 2. Iso 1600, f/22, 1/320s, Slow Sync con SB-800 laterale in manuale 1/64 3. Iso 2000, f/22, 1/400s, Slow Sync con SB-800 laterale in manuale 1/64 4. Iso 2000, f/22, 1/1000s, Slow Sync con SB-800 laterale in manuale 1/64 5. Iso 2000, f/22, 1/800s, Slow Sync con SB-800 laterale in manuale 1/64
  14. mi chiamo Max Aquila sono Nikonlander il mio obiettivo più bello si chiama Nikon AFS 500mmG VR la mia fotocamera migliore è la Nikon Z9 Va da se che la prima cosa che ho fatto andando a punta Celesi di Mondello, sul moletto da cui da quasi 40 anni fotografo a mare, sia stata di mettere insieme tutti e 4 i punti qui sopra... Giornata di calma quasi piatta, ma bella, pur se accompagnata da una gran quantità di UV sempre fastidiosi da dominare, specie in controluce. Da quando posseggo questo 500mm, non sono molti anni, ha lavorato molto più con FTZ che, liscio come da F-mount, sulla D500, ultima reflex moderna rimastami. Ovvio che i primi aneliti di sequenze da realizzare con i superpoteri della Z9 non potevano che soffiare da questo spettacolare tele, non l'ultima serie siglata FL, ma quella immediatamente precedente, del 2007 e prodotto fino al 2015: insomma un ragazzino di 15 anni ! quante volte avete visto questo spot...? Scusatemi, ma portate pazienza: lo adoro ! Tantissima gente già in spiaggia ed anche in acqua, con ogni mezzo... a sguazzare, rimestare e svotazzare...l'acqua: come minimo comune denominatore e non solo l'acqua... La caratteristica di questo mio 500/4 a mio vedere sta nella resa cromatica che varia a seconda del contrasto luminoso: per cui satura in luce contrastata e morbida in luce velata, come ho prevalentemente scattato in questa giornata di riprese. (8100 scatti in un paio d'ore, come buona tradizione di chi si faccia prendere la mano dalla Nikon Z9) con una poetica resa dello sfuocato lontano... In controluce diretto questo abbinamento sensore/obiettivo è il migliore di tutti e tre quelli finora provati in precedenza a parità di sensore (D850, Z7, Z7II): nessuna di quelle tre macchine è in grado di aprire le ombre come adesso questa Z9, pur mantenendo immuni da rumore (a bassi ISO, ovviamente), e quando si torna in luce, la resa dell'abbinata macchina/obiettivo, cambia radicalmente, tornando subito satura quanto i nanocristalli decidono Stesso discorso valga per la resa soggetto in ombra/soggetto in luce, ripresi dalla stessa direzione mettiamoci pure la straordinaria propensione di questa mirrorless verso i tempi veloci (qui 1/10.000")... ...e... non si congelano solamente gli schizzi Anche su soggetti molto lontani dal punto di ripresa, il microcontrasto dell'ensamble rende il senso dell'immagine e nonostante la prevalenza del blu degli UV i rossi ed i gialli restano ben più che tangibili Tutti gli scatti di questa sessione (rigorosamente in JPG normal*) per provare i vari sensori AF capaci di eyeAF e contestualmente mettendo alla prova i menù della macchina, o meglio il nostro cervello per riuscire a mandare a memoria le innumerevoli innovazioni che la Z9 regala...: una tra tutte? Ancora non ho letto da nessuna parte di come sia possibile tenere settato in orizzontale un certo tipo di sensore AF, mentre, impugnando verticalmente la Z9 (intanto si orientano correttamente anche le scritte dentro al mirino elettronico) potremo utilizzare un diverso sensore AF rispetto quello della posizione "landscape". Piuttosto, bisogna ricordarsene, a pena di impazzire la volta successiva che la si utilizzi. Finora neanche a manuale ho trovato traccia di questa primizia della Z9... Insomma ...sempre più innamorato del rendimento di questo ragazzino Nikon sulla Z9: nonostante la tentazione del nuovo Z 800/6,3 che mi consentirebbe anche di eliminare l'adattatore FTZ. Concludendo, finger food e un paio di bevande per trastullarsi sotto al sole cocente... e subito arriva chi... insomma...ribrezzo... Max Aquila photo (C) per Nikonland 2022
  15. La prima volta che ho fotografato le Ferrari FXX a Monza, una la pilotava Michael Schumacher ed al suo fianco c'era un atterrito Jean Todt. Oggi in Autodromo c'erano quelle FXX e anche il modello più recente. Ma c'era anche la F1 di Michael Schumacher e al volante c'era uno che ha il casco di Michael Schumacher. Per me appassionato di auto e di Ferrari, l'emozione è stata tanta. Non solo per le auto ma perchè oggi sono potuto tornare in autodromo dopo tre anni. E ci sono andato per la prima volta con la Nikon Z9 (accompagnata dal Nikkor Z 100-400/4.5-5.6 S, obiettivo che ho acquistato per usarlo proprio qui). Una nota di colore. Oggi e domani si svolge un evento a porte chiuse, sono le Corse Clienti della Ferrari, un programma ultra-riservato e destinato ai pochi fortunati (e ricchissimi) clienti Ferrari in grado di potersi permettere una vera F1 o una FXX (che è in pratica una F1 a ruote coperte) più l'assistenza in pista di un team di tecnici e meccanici della Scuderia Ferrari insieme a tutor affermati come Marc Gené. Un'altra nota di colore. L'autodromo era formalmente aperto ma in pratica se si poteva entrare non si poteva andare da nessuna parte. Le tribune erano chiuse e ci sono lavori in corso ovunque, almeno lato "bosco" che è in corso di ripiantumazione. Tante tribune poi, anche famose come le due terminali della "Roggia" o tutte quelle iniziali della "Ascari" sono state rimosse. Spero per rifarle nuove. Anche se al momento non c'è traccia. Come se non fossero mai esistite ... Ma andiamo a noi. A parte i 7 km di passeggiata nella natura, non ero sicuro di veder girare le auto. Ma la presenza di commissari, ambulanze e servizi anti-incendio mi ha rassicurato. Ho scattato dall'unico posto in cui c'era ... posto. Quindi foto e video risulteranno monotoni. Speriamo in maggiore varietà quando l'autodromo tornerà frequentabile. Speriamo presto (anche se per ora resta solo la ... Speranza, al riguardo !). Non ricordo più quando è stata l'ultima volta che sono stato in autodromo con la D5. Dal 2018 ho cercato di andarci con le Z7 e Z6. E poi sappiamo cosa è successo negli ultimi due anni. Ma ad un occhio abituato a queste condizioni devo ammettere che sulle prime il mirino, pur eccezionale della Z9 qualche penalizzazione rispetto a quello fantastico della D5 (con il sole e il chiaro di oggi) l'ha mostrata. C'é un filo di lag (ma estremamente ridotto) e la visione non si scappa, è video. Ma sono bastati 10 minuti di scatti in totale silenzio e con i 20 sontuosi frame al secondo per capire che sono tutte fisime. Certo, in futuro ci sarà spazio per migliorare ancora anche questi aspetti e con un sensore da 1 ms di tempo di lettura e un mirino a più alto refresh serviti da un processore 10 volte più veloce avremo una realtà migliorata. Ma già oggi così è stato semplice adeguarsi al sistema. Per lo più ho usato il 100-400 moltiplicato. Le distanze sono tali che si scatta ~500mm. Anzi, sul rettilineo e nei video ho approfittato del fattore di moltiplicazione 1.5x del formato DX per incrementare ancora il dettaglio, forte dei 45 megapixel di base del sensore della Z9 che ho modulato in 24 megapixel in full-frame e in 20 megapixel in DX. Per il resto è commovente vedere come il riconoscimento automatico dell'autofocus pesca al volo le auto, non importa che abbiano ruote coperte o scoperte e non importa a che velocità vadano : le pesca al volo. Tanto che ho fotografato praticamente sempre così. E anche in video, in AF-F mi sono fidato del tracciamento automatico, sempre perfetto con il soggetto in primo piano perfettamente nitido. Come sempre nello sport ho scattato in jpg, in questo caso Normal+, ritengo inutile conservare file più grandi. Anche perché nei panning io cerco il tempo limite inferiore. E non sono certo condizioni da ingrandimento murale e ispezione con la lente di ingrandimento ... Autofocus promosso, ben assecondato dalle prestazioni silenziose e sicure del 100-400mm, anche se moltiplicato e praticamente sempre ad f/8. Unico punto da segnalare ma non ho abbastanza esperienza per definirne i contorni, il fatto che settando la "priorità alla messa a fuoco" in alcuni casi la macchina ha rifiutato di scattare. Ma passando in modalità mista fuoco/scatto, non ci sono più stati problemi. Poco importa, mi sono divertito come un matto. Aggiungo poche foto, non si tratta di capolavori ma di foto di prova, e, nei commenti, dei video, a mio avviso di grande qualità considerando che tenevo tutto a mano libera e che io non sono granché esperto in questo campo. La fluidità del movimento è eccellente e anche l'audio, con il microfono incorporato, non mi pare male. Schumacher, Vettel, Alonso ... Gené ? altre foto nei commenti, domani Oggi sono stanco ma appagato
  16. Un proverbio cinese (mi pare) dice che cento sentito dire non fanno un vedere. Ho passato qualche ora in capanno con Mauro Maratta ed ho avuto modo di vedere all'opera e provare io stesso la Z9 con il 100-400mm f4.5-5.6 Z. Non è certo stata una prova esaustiva, ma è stata più che sufficiente per farmi capire diverse cose, soprattutto ho capito perchè la Z9 davvero ti può cambiare, se lo vuoi, il modo di fotografare. Ci arrivo fra poco. Prima due brevissime considerazioni sul 100-400mm f4.5-5.6 Z: la prova è stata una conferma della validità dell'obiettivo. Sulla mia Z6 (!) è veloce, silenziosissimo, usabile senza treppiede se i soggetti lo consentono. La differenza con il SIGMA 150-600 che mi ero portato è notevole. Sotto l' aspetto operativo e costruttivo. Nikon Z6, SIGMA 150-600 a 480mm f.8, 1/1000s, 16.000 ISO. Il SIGMA non è velocissimo di suo, ma con l'FTZ sulla Z6, è ancora più lento, la ghiera dello zoom richiede un certo impegno e così via, il 100-400 è assolutamente fluido in tutto. Un piacere da usare. Dal punto di vista della qualità di immagine più che la nitidezza in sè, non malvagia nemmeno nel SIGMA, la differenza sta nella resa dei colori, la saturazione e in tante altre cose. Sul 100-400 non ne scrivo oltre qui, mi riservo di fare un articolo dettagliato appena arriverà il mio. Nikon Z6, Nikon 100-400 a 280mm f6.3, 1/1250s 1000 ISO. Nikon Z6, Nikon 100-400 a 400mm f5.6, 1/1250s 2000 ISO, Topaz Denoise AI. Torniamo alla Z9. Quando Mauro scriveva che la Z9 cambia il modo di fotografare, non ero sicuro di capire bene cosa volesse dire e a volte mi sembrava un po' troppo entusiasta. Nel breve tempo che l'ho provata ... ho capito. La Z9 ti apre nuove vie, nuove possiblità, che si può decidere o meno di seguire, secondo i gusti e le inclinazioni di ciascuno, la Z9 non obbliga a fare altro, ma ti fa vedere che ci può essere altro. Troppo astratto? Concretizzo: La raffica veloce, la capacità di seguire il soggetto erratico tenendo a fuoco l'occhio o la testa, la capacità di fare video, il non oscuramento del mirino, la quasi impossibilità di sbagliare le foto a meno di non impegnarcisi, sono tutte cose che non solo ti semplificano la vita, ma ti fanno venir voglia di sperimentare di più. Ho visto la sequenza a "millemila" fotogrammi al secondo del fringuello che fa il bagno, una serie di scatti enorme fra cui scegliere quello più spettacolare, che magari con una raffica lenta avresti perso. La Z9 non si sostituisce alla nostra capacità e sensibilità di fotografi, ma ci toglie impicci e questa libertà fa venir voglia di sperimentare approcci diversi, soprattutto rende molto più facile ottenere le immagini che vogliamo con la qualità che vogliamo (certo si possono ottenere foto pessime anche con la Z9, ma nel caso il problema non è nella fotocamera ). I video, lo dice uno che li ha sempre snobbati, diventano un'altra opportunità da esplorare che la Z9 permette di ottenere con grande qualità. Io continuo a non vederli come sostitutivi della fotografia, ma nella foto naturalistica sono interessanti come "opportunità aggiuntive", secondo quello che si vuole trasmettere, a volte può essere meglio un video, altre una foto. Non sono categorico, per carità si può fotografare con qualsiasi cosa, si possono fare belle foto con quasi tutto (a patto di esserne capaci), ma per un certo tipo di fotografia d'azione, potendo, si dovrebbe provare ad esplorare le possibilità che si offrono.
  17. appena arrivato da una due giorni di "contatto" con la Z9. Ma dovrete attendere domattina per leggere l'articolo. Adesso sono ...s t a n c o ! *** il totem che ci ha accolti fuori dal circolo sportivo dove si è tenuta la presentazione della Z9. i giornalisti presenti in sala la presentazione dell'evento da parte di Marco Rovere, responsabile PR di Nital e la presentazione vera e propria da parte del Product Manager, Giuseppe Maio cui lascio sintetizzare l'imbarazzante lista di caratteristiche della Nikon Z9, troppo lunga per qualsiasi presentazione "concisa" : ZFC_9904.mp4 il programma della giornata che comprendeva sessioni in interno e all'aperto per saggiare le prestazioni della Z9 di cui c'erano sei esemplari a disposizione. Alcuni scatti fatti in palestra durante la prima sessione. E poi fuori, ad un gruppo di runners Il residuo di corpi ed ottiche portati da Nital per l'evento Ma sabato c'è stato anche un evento a Milano, riservato ai fotografi NPS, invitati singolarmente (circa una cinquantina) che hanno potuto provare la macchina e fare tutte le domande necessarie senza alcuna formalità allo staff NPS di Nital. Ho visto persone molto interessate ed espressioni molto eloquenti se non proprio di sorpresa, di soddisfazione per il nuovo prodotto e la sua gamma di obiettivi, presente e futura. *** Fin qui due parole necessarie di presentazione degli eventi e di ringraziamento per averci invitati (Max non è potuto venire per altri impegni, visto il breve preavviso, io ho il vantaggio di stare a due ore di macchina da Torino e ad un'ora scarsa da Milano, quindi per me è stato più facile liberarmi). Ma adesso andiamo alla macchina e alle mie prime impressioni. Ovviamente parziali perchè non basteranno dei mesi per esprimere un giudizio compiuto ed approfondito su una macchina che non solo è rivoluzionaria ma che, lo sappiamo già, evolverà rapidamente e forse anche profondamente mano a mano che gli ingegneri Nikon completeranno i processi di sviluppo del firmware. PRESA IN MANO Alcune sensazioni, sono commoventi. Il ritorno della torretta di sinistra, finalmente utile a differenza di quella semplificata delle altre Z. Torna il selettore della modalità di automatismo (MODE) a tastino (non il PASM delle macchine amatoriali). E la raffica, da scatto singolo alla nuova raffica super-veloce da 120 fps. ma ancora più commovente e da lacrimuccia persistente il ritorno della combinazione per fare il FORMAT senza andare nel menù ... che è posto sul tastino ISO per una azione a due dita con due mani. La foto sopra mostra il bel display superiore OLED, sempre leggibile anche al sole. tutti i comandi sono ben dimensionati, la presa in mano estremamente confortevole. Bellissimo il selettore delle modalità autofocus, ben in rilievo ma anche inclinato per poterlo raggiungere comodamente. il vano schede di memoria che perde la sicura esterna (un retaggio della F5) ma è sicuro e ben dimensionato. Notare la scritta "Attenzione Schede .... CALDE" ancora un dettaglio della torretta di sinistra con il tastino Fn4 in evidenza. Il peso della macchina è consistente, non sembra meno robusta della D6. Anzi, la documentazione Nikon dice che la scocca è più robusta, con le due parti anteriore e posteriore che sono unite al fondello in un unico guscio, per aumentare la robustezza e poter dissipare il calore più facilmente. Nel poco uso che ne ho fatto non posso dare assicurazioni al riguardo ma sono certo che Nikon sa cosa dice quando assicura che il rischio di surriscaldamento non esiste. Comunque esperienza d'uso ed ergonomia del tutto analoga a quella di una Nikon D1~D6. Se uno ha provato o posseduto una di quelle macchine, si troverà immediatamente a casa con la Z9. Ingombro appena inferiore ma è una cosa che si nota solo se affiancate le due macchine. COME VA Al di là delle tante cose lette sul web o viste sui video dei primi tester, mi interessavano due cose essenzialmente. Provare se l'autofocus è un reale passo avanti rispetto alle altre Z, provare la nuova raffica a 120 fps (perchè, sinceramente, 20 scatti al secondo sono tanti ma in fondo non tanti più di 14) e vedere come va agli alti ISO. Sull'autofocus devo dire che è come avere in mano una D6 che mette a fuoco a tutto frame e lo fa con una animazione a mirino che è coerente con quello che sta facendo. Se c'è una persona nel frame l'AF le si attacca addosso e non la molla nemmeno se viene coperta da un altro elemento. Se l'occhio è visibile va su quello, altrimenti passa alla testa. O al corpo. Il tracking 3D è intuitivo : si mette il cursore da dove si vuole che questo parta e basta premere a metà il tasto di scatto perché il tracking segua qualunque cosa ci sia sotto al cursore, senza nessun'altra contorsione mentale. Ma soprattutto sbalordisce la velocità di azione. Avevo con me la Zfc e, benché io possa metterci del mio per fare la differenza, si ha la sensazione di usare un motorino a confronto della moto BMW più evoluta e potente del mercato. IL MIRINO Chiarissimo, nessun oscuramento, visione fluida e continua. In raffica non si vede nulla, almeno in quelle più rapide, nelle altre c'è una animazione che fa capire che ... stiamo scattando. Perchè altrimenti benché la macchina sta registrando centinaia di scatti, non si percepisce nulla. In interni è uguale ad un mirino ottico. In esterni anche meglio. O, almeno, io vedo meglio in questo mirino che in quello della D6. Anche qui il confronto con la Zfc è impietoso. Ma sono macchine tra cui in mezzo scorre ... un oceano. Probabilmente per qualcuno sarà troppo contrastato. Ma credo sia possibile personalizzarlo. ALTI ISO Sono certo che sarà il punto dove ci sarà tanto dibattito al riguardo. E' una macchina ad alta risoluzione. Ha base ISO 64. Non è stata pensata per un uso esclusivo - come D5-D6 - o preferenziale nei palazzetti dello sport più bui del mondo. Ma per quanto il mileage mio possa essere diverso da quello degli altri, personalmente mi sentirei a mio agio a fotografare tranquillamente a 6400 ISO ed oltre. Anche senza particolari interventi in sviluppo che a me non appassionano più di tanto. Nei commenti troverete foto a testimonianza. RAFFICA a 120 FPS Emozionante, spettacolare, precisa. Non saprei che altro aggiungere. Se non ricordando che io con la D3 (12 megapixel e resa molto più grezza della Z9) ho fatto stampe da 60x90cm e che normalmente veniva usata dai fotografi sportivi per doppie pagine e copertine di riviste di basket. Qui però abbiamo una precisione chirurgica mentre si segue ogni più indistinguibile ad occhio nudo, movimento del soggetto. Naturalmente non sarà da usare indiscriminatamente, pena avere sequenze di scatti tutti troppo uguali tra loro. Ma quando serve si potrà cogliere l'attimo che c'è in mezzo a due attimi contigui .... CI VOGLIONO SCHEDE NUOVE Scordatevi le XQD. Sono compatibili ma appena appena sufficienti ad usare la macchina per scenari statici. Ed usare la Z9 per fare solo paesaggio non sarebbe renderle giustizia. Per avere il massimo ci vogliono CFExpresso di fascia alta e, possibilmente, di taglio serio (una scheda da 64 gigabyte la riempite in mezz'ora di scatti). 5000 ISO, 1/500'', f/2.8, 85mm la visualizzazione del punto di AF scelto dalla macchina, uno scatto a caso della sequenza a 120 fps Di più non saprei che aggiungere. In fondo non si può pretendere di più da pochi minuti di prova pratica di uno strumento che richiederà mesi di apprendimento approfondito per poterne comprendere tutti pregi e scoprirne anche i limiti. Ma in fondo è anche per questo che ci piacciono i nostri giocattoli, vero ? Insomma, diffidate di chi in 5 minuti vi sa dire ogni cosa, con l'assoluta certezza di un messia tecnologico. Vi invito a guardare nei commenti gli scatti e le sequenze che ho potuto mettere insieme da questo breve contatto. Sulla disponibilità per chi l'ha ordinata, purtroppo non ho notizie troppo confortanti. Nital spera di avere le prime dopo la metà di dicembre ma c'è da esaudire la prelazione contrattuale per gli NPS. Ma poi le consegne proseguiranno con cadenza settimanale fino ad esaurimento degli ordini. Ci vorrà pazienza per averla ma non è l'attesa del piacere essa stessa un piacere?
  18. Una serie di 26 immagini di pellicani in piena azione. Foto che sono state fatte tutte provando la Nikon Z9 quasi tutte in sequenza di 20fps. Un viaggio a posta nella Grecia del nord, nel lago di Kerkini, a 592km da Atene, in pieno inverno. Una prova tutta speciale per un' ammiraglia speciale. Obiettivi usati per queste foto: il AFs 300mm/2.8G ED VR ed il AFs 70-200mm/2.8E FL VR. Protagonanisti il Pellicano crespo ''Pelecanus crispus'' e il Pellicano Bianco Maggiore ''Pelecanus onocrotalus''. Ma meglio lasciar parlare le immagini. 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26
  19. Nikon Z9, AFs 70-200mm f/2.8E FL VR+FTZII @ 72mm, AF-C, auto-area AF, animal eye @ 20fps, auto iso 1600, f/9, 1/1250s.
  20. Prima di presentare qui di seguito le mie impressioni sull’ utilizzo di questa super ammiraglia Z9, volevo precisare due fattori che chi legge dovrebbe prendere in considerazione. Prima di tutto, per me e’ una ‘’first time Z experience’’ visto che vengo direttamente dal mondo reflex, senza rampe d' acesso intermedie, come mi ha fatto notare l' amico Massimo. Per questo mottivo le mie prime impressioni probabilmente contengono considerazioni che a tanti utilizzatori Z sono gia note. Secondo, ho voluto cominciare a fotografare senza aver consultato la guida d’ uso del nuovo apparecchio per vedere quanto velocemente avrei riconosciuto il dna della nuova ammiraglia. Impugnando la nuova ammiraglia Massa e Peso. Il corpo si presenta massicio ma nello stesso tempo compatto. Questo fa sentire la macchina piu’ pesante rispetto il suo volume (peso concentrato in massa piccola). Nikon dichiara un 20% di volume in meno rispetto la D6. La Z9 pesa 1350gr con batteria e scheda contro i 1450gr della D6. Per fare un altro tipo di confronto, pesa poco piu' di quanto pesa una D500 o poco meno di quanto pesa una D850 tutte e due con il grip montato e con la batteria EN-EL18, mentre e’ meno voluminosa di queste ultime composizioni. Presa in mano. Mai sentito una presa migliore in un’ ammiraglia Nikon. La macchina si afferra con sicurezza sia in orizzontale che in verticale. Lo spessore del corpo e’ sottile ma il grip e la soletta base che ospitta la batteria sporgono parecchio e assicurano una presa molto efficace e salda. Addirittura la presa in verticale e’ leggermente migliore rispetto quella orizzontale. Portandola in giro insieme al 300/2.8G VR+FTZII devo ammettere che la presa e’ molto salda e sicura anche per un peso complessivo del genere (4537 gr). Costruzione ed Ergonomia. La costruzione e' molto buona e con standard di fattura altissimi. La Z9 e’ tutta in metallo con pocchi rivestimenti in plastica rinforzata (frontale con il logo, sportello schede, parte rincurva attorno al pulsante di scatto del grip verticale e copri vano batteria). L’ ergonomia si presenta migliorata rispetto la D5. Il corpo, essendo piu’ compatto, si avvolge meglio dalla mano del fotografo e le dita arrivano dapertutto senza problemi. Il riconoscimento al tatto dei bottoni e’ esemplare. Ci sono dei rilievi sul corpo per poter identificare cosi la posizione dei vari tasti e poter lavorare senza togliere l’occhio dal mirino. Per quel poco che ho fotografato fino adesso vi posso assicurare che una volta presa la confidenza tattile si puo’ lavorare anche con gli occhi chiusi. Infatti e’ un esercizio che propongo di fare ai futuri utilizzatori di questa ammiraglia per prendere la neccessaria confidenza. Passando in cose piu' pratiche ho trovato il display superiore un po' piccolo per i miei gusti ma adoperando la Z9 mi sono accorto che presto non mi servira’ piu’ cosi tanto. Le informazioni nel mirino sono cosi complete che insieme al fatto che si puo' riconoscere al tatto tutti i bottoni sul corpo macchina, non serve staccare l’occhio dal mirino. E quando lo si fa si lavora consultando sempre di piu’ il display grande posteriore. I tasti sul dorso hanno avuto una drastica ricollocazione ma alla fine ci si abitua velocemente. Ho trovato molto comoda la nuova posizione laterale del tasto per la regolazione dell' autofocus in combinazione con le due ghiere. Il police della mano sinistra lo trova facilmente senza staccare l' occhio dal mirino. E’ scomparso del tutto il tasto per la regolazione dell’ esposimetro, lo troverete solo nel menu’. Personalmente non mi e’ mancato ma ho memmorizzato la sua funzione nel ‘’mio menu’’. Invece ha fatto la sua apparizione un nuovo tasto sulla torreta che riguarda il modo di ripresa veloce. Per attivarlo bisogna scegliere lo stesso simbolo che si trova ultimo nel anello della torreta stessa. E’ un tasto che fa diventare un gioco la regolazione dell’ impostazione velocistica della Z9. L’ ho trovato molto comodo e utile lavorando con riprese d’azione elevata perche’ non perdi tempo staccando l’occhio dal mirino e senza cosi perdere il momento decisivo dell' azione. Lo sportello delle schede e’ completamente in plastica rinforzata ed e’ rimovibile. E’ sparito il solito chiavistello di apertura sul dorso ed e’ sostituito da un bottone-cursore sullo sportello stesso. Personalmente riesco ad aprirlo spostandolo con il police della mano destra e spingendo contemporaneamente lo sportello ma la cosa vi assicuro che non e’ cosi facile. Questa scelta progettuale assicura la non apertura accidentale dello sportello mentre nello stesso tempo libera posto sul dorso della macchina. Una piccola critica Utilizzando la macchina, ho individuato un punto che secondo me meritava ulteriore attenzione dai proggettisti giapponesi, riguarda la torretta. Alla base di essa si trova l’anello impostazioni per il modo di ripresa. Per poter spostare questo anello bisogna premere il bottone di rilascio del movimento che sta vicino alla torretta. Chi adopera macchine di questo tipo sa benissimo che con un movimento della mano sinistra puo’ premere il bottone di rilascio con l’indice e contemporaneamente spostare l’ anello con il police. Nel caso della Z9 ho notato che questa funzione mi riesce difficile o almeno non cosi facile come mi ero abituato a fare con altri corpi Nikon. Ho cercato di spostare l’anello con due ditta (in questo caso bisogna adoperare anche la mano destra) e la cosa funziona senza problemi e senza attrito. L’ anello essendo costruito in plastica sembra che abbia poco spessore e quando si preme, per poterlo spostare con il police, si flette e tocca il corpo della torretta rendendo leggermente difficile, quanto basta per dar fastidio, lo spostamento. Se questo anellino fosse realizzato con uno spessore maggiore o se fosse in metallo, secondo me, non darebbe questo tipo di inconveniente. Il mirino Il mirino, molto criticato da tanti ‘’sapientoni del web’’ per la sua relativamente bassa risoluzione ripetto la concorenza, si presenta molto, luminoso e grande, con tutte le informazioni necessarie dentro ma soprattutto con una riproduzione della scena molto reale e fluida. La Nikon mantiene la promessa: ''the Real-Live Viewfinder is a revolution''. Infatti durante le riprese la visione rimane inalterata, continua, in tempo reale e senza nessun tipo di interuzioni. La schermata del mirino puo' essere impostata in due grandezze-formati, uno piccolo ed uno piu' grande e vi assicuro che il formato piccolo e' gia' comodo soprattutto per i portatori di occhiali. Provate a pensare come si vede bene con quello di superficie maggiore. La protezione dell' oculare in gomma lascia passare qualche volta delle infiltrazioni di luce se l' occhio del fotografo non e' ben attaccato su di esso ma speriamo che Nikon faccia un oculare tipo conchiglia per la sua ammiraglia. Da notare che la protezione in gomma del oculare non si avita ma si aggancia con un semplice meccanismo a baionetta. Uso con i guanti Ho avuto l’occasione di usare la macchina per piu’ di un ora con temperature sotto lo zero e ovviamente servivano i guanti. E’ inutile confermare che la nuova ammiraglia Nikon e’ stata progettata per l’uso con i guanti. Tutti i bottoni si riconoscono lo stesso bene come con le ditta nude. Particolare attenzione, per questo tipo di utilizzo, hanno avuto il botone per l’ autofocus che si individua subito e velocemente per i grossi rilievi che porta su se stesso, i tre punti presa per estrare il display dalla sua posizione e il grosso rilievo sul frontale del corpo tra i bottoni Fn1 e Fn2. Ho apprezzato moltissimo queste scelte progettuali dei progettisti Nikon perche’ lavorando con temperature basse le ditta perdono sensibilita’ soprattutto se l’uso deve essere prolungato. La mia esperienza e’ stata a temperatura di -5°C per piu’ di un ora all’ alba per tre mattine consecutive. Ho utilizzato guanti sottili della MacWet costruiti a posta per avere la miglior presa ma che nello stesso tempo prottegono le mani dalle basse temperature e dall’ umidita’. Per ultimo una nota importante per gli utilizzatori di guanti, la Z9 ha nel menu impostazioni (quello indicato con la chiave inglese) /comandi touch, l’ impostazione a posta chiamata ‘’Modo guanto’’. Serve per dar maggior sensibilita’ al display posteriore con le operazioni touch screen. Funziona bennissimo. Batteria e caricabatterie La nuova batteria EN-EL18d e' veramente molto ''large''. Con la batteria carica e piena al 100% e dopo quasi due ore e mezza di utilizzo intenso, con raffiche di 20fps e quasi 2400 scatti in formato Raw, la macchina mi segnalava la carica della batteria quasi al 74%. Insoma si puo’ affrontare, tranquilamente penso, un evento speciale senza il dover cambiare la batteria. Io avevo con me una seconda batteria di scorta, tipo EN-EL18a, che non mi e’ servita. A proposito del diverso tipo di batterie valgono le seguenti norme e precauzioni: - La Z9 funziona con tutti i tipi di batteria EN-EL18 - La nuova batteria EN-EL18d non puo’ essere caricata con i vecchi caricabatteria MH-26 o MH-26a. - Con il charger fornito con la Z9, modello MH-33, non possono essere caricate le due prime versioni EN-EL18 e EN-EL18a. - In macchina, direttamente con l’utilizzo del trasformatore EH-7p, non possono essere ricaricate le batterie EN-EL18 e EN-EL18a. Non ho ancora trovato informazioni se il tipo di ricarica ‘’on camera’’ oltre che con la nuova batteria tipo d puo’ andar bene anche con i tipi b e c. Schede Insieme con la macchina ho orfdinato anche la ProGrade 325GB Cobalt. All’ inizio ho pensato che fosse un acquisto un po’ esagerato per la sua capienza ma l’ ho comprata lo stesso per le sue capacita’ velocistiche. Mauro ha avvertito in tempo ed io oggi confermo le sue parole in pieno. Oggi dopo la ‘’first experience’’ dell’ ultimo weekend al lago di Kerkini, fotografando i pelicani, sono molto contento di questo acquisto e spiego subito il perche’. In totale di 9 ore di riprese sono riuscito a riempire la scheda, con scatti in raw con efficienza elevata*, per un totale poco piu’ di 9900 scatti. Il 70% di questi e’ statto fatto con raffiche di 20fps, il 15% in 8fps (riprese a cui ho abinato il flash in continuo) ed il resto con scatto singolo. Non ho avvertito nessun ritardo. La macchina ha sempre scattato alla velocita’ di raffica impostata. In modalita’ di visione delle foto la velocita’ di scorimento avanti e dietro e' fulminea ed ultra veloce. E’ inutile dire che subito dopo questa prima mia esperienza ho gia’ ordinato la seconda Cobalt dello stesso taglio. Sequenza a 10fps, AFs Nikkor 300/2.8G VR + FTZII, AF-C, 3D tracking & animal eye, a mano libera, auto iso 800, f/8, 1/2000s Conclusioni, per usare come si deve questa macchina scordatevi i tagli di schede minori ai 256GB ma soprattutto adoperate schede di qualita' che hanno una scrittura ultra veloce e non si surriscaldano troppo. Schede cosi di alto livello sono le Pro Grade della serie Cobalt in due tagli da 325 o 650GB e le Delkin della serie Black con tagli piu' normali che partono da 64GB, 128GB, 256GB e 512GB queste ultime pero' e' difficile reperirle in Europa. Una nota molto importante che pero’ non riguarda le schede ma il cavo di collegamento del corpo macchina con il pc, che serve per scaricare appunto le foto. Mi riferisco al cavo UC-E24 che troverete nella scatola insieme alla Z9. Ho voluto fare la prova ed ho scaricato 20gb di files sul mio laptop. Ci sono voluti quasi 5 minuti. Ho comprato un nuovo cavo tipo usb typeC to TypeC pensando che sarebbe stato piu’ veloce. Ci ha messo, con gli stessi files, piu’ di 15 minuti. Non mi sebra che devo commentare niente di piu’. La qualita’ Nikon e’ alta anche ai piu’ piccoli atrezzi. Sensore Il sensore stacked da 45.7mpx e’ molto generoso. Le foto hanno cosi tanto dettaglio che ti viene la voglia di croppare senza pensarci due volte. Infatti mi e’capitato di fotografare una specie di ucello molto particolare e rara avendo in macchina montato il 300/2,8 ed essendo lontano. Ho scattato lo stesso a 20fps. A prima vista del fotogramma intero ho pensato subito che ero sfortunato a riprendere un incontro del genere senza poter avicinarmi o di aver il tempo di montare il 200-500/5,6. Ma ingrandendo le immagini riprese sono rimasto col la bocca aperta. Non avevo perso niente, il mio oggetto e la mia foto del desiderio stavano la nascosti entrambi nei tantissimi pixel del sensore della mia Z9. Nei pochi scatti fatti fino adesso, circa 14000, ho riscontrato una gamma tonale molto continua e ricca. Sicuramente le prestazioni di questo meraviglioso sensore saranno argometo di discussioni e valutazioni piu’ aprofondite da tutti gli amici Nikonlanders che utilizzeranno la Z9, molti piu’ esperti di me su questo tipo di valutazioni. Non ho provato per il momento a spingere il sensore in alte sensibilita’. Lo faro’ prossimamente. Per il momento ho lavorato non oltre i 6400 iso, cioe’ entro la zona di prestazioni, tra virgolette, assicurate da un sensore di questo tipo. AFs Nikkor 300/2.8G VR + FTZII, AF-C, 3D tracking & animal eye, a mano libera, auto iso 800, f/8, 1/6400s Crop al 100% del precedente scatto. Aprire l'immagine per vedere il dettaglio. Una particolare funzione del sensore, che si muove su 5 assi per compensare vari tipi di mosso, riguarda la sua sicurezza in caso di trasporto. Si tratta del suo blocco automatico in tre casi: quando la macchina si spegne, quando si preme il pulsante del menu o il tasto visione dello scatto. Ogni volta che si sceglie una di queste tre opzioni, si sente il blocco o il rilascio del sensore con un colpo deciso all’ interno del corpo macchina. Animal focus e Eye Animal focus L’ animal focus funziona spaventosamente bene quando la forma dell’ animale e’ ben descritta. Io al inizio ho regolato la funzione della scelta del oggetto in automatico ma di seguito effettuando varie prove ho l’impressione che funziona meglio se si sceglie direttamente la funzione animal focus (testina del gatto). La funzione riconosce l’animale sotto tutte le sue forme. Lo dico con sicurezza perche’ ho avuto l’ occasione di provare la sua eficacia visitando e fotografando vari tipi di animali nel parco faunistico di Atene. La mia vera prima esperienza di wildlife con la Z9 l’ ho fatta sopprattuto con foto di uccelli di grande e medio taglio. Per uccelli in volo o in azione veloce il 3D tracking funziona egregiamente. Il sensore dell’ autofocus sceglie automaticamente la sagoma del animale piu’ vicino. Scegliendo noi l’ animale che vogliamo seguire, che puo' essere in secondo piano, possiamo indicare la nostra scelta al dispostitivo mettendo il quadratino bianco del sensore sulla sagoma del nostro soggetto e premendo leggermente il pulsante di scatto. Subito il quadratino diventa giallo, blocca il nostro soggetto e lo segue all’ intera area dell’ inquadratura ovunque esso vada. In contemporanea e senza mollare la sagoma dell’ animale, l’autofocus cerca il suo occhio. Vi posso assicurare che nel caso di uccelli di media taglia e non tanto vicini, la macchina riesce a riconoscere l’occhio. Mi ha fatto impressione l’ efficacia del dispositivo con esemplari completamente scuri e con l’ occhio pure scuro. Comunque, voglio ripetere che sono le primissime considerazioni e per avere un’ opinione completa su una funzione del genere bisogna fare tante prove ma sopprattuto provarlo sul campo e in tante piu’ occasioni. Concludendo vorrei precisare che la Z9 offre tante nuove possibilita' per fare fotografia come mai prima. Alcune nascono dall' otturatore completamente elettronico come le sue alte capacita' velocistiche e da tante altre scelte del progetto dell' ammiraglia che sicuramente avremmo l' occasione di discuttere in questo sito. Pero' quello che vi posso confermare, avendo utilizzato questa super macchina, e' che in poco tempo ti cambia cosi tanto il modo di fotografare che non puoi piu' ragionare, fotograficamente parlando, con una macchina che non sia lei. Auguro a tutti i Nikonlanders che l' hanno ordinata di averla il piu' presto possibile per affrontare questo modo diverso di fare fotografia.
  21. Jorgos

    Nikon Z9 is here

    Finalmente l' ho portata a casa, ''Nikon Z9 is here''. Per entrare nel mondo delle Z ho voluto farlo con la Nikon Z9 e il nuovo FTZII. Prossimamente arriveranno i Z 24-70/2.8s, Z 100-400/4,5-5,6s e Z MC 105/2,8s. Per il momento la usero' con i miei tele AFs 300mm f/2.8G VR, AFs 70-200/2.8E FL VR ed il AFs 200-500mm f/5.6E VR. Da domani comincia un altro modo per fare la fotografia che saro' lieto di condividerlo con gli amici Nikonlanders.
  22. Scrivevamo nel nostro articolo del 5 marzo 2020 : dopo una disamina dettagliata cui vi rimandiamo in caso voleste rileggervela che : dopo la recente intervista al capo del marketing di Nikon : sia Nikonrumors che Thom Hogan convalidano le nostre ipotesi che, a scanso di equivoci, non provengono da fonti interne Nikon/Nital ma da nostre elaborazioni originali. Nikon ha registrato nei mercati dove è necessario per disposizioni di legge due nuove fotocamere che potrebbero avere le caratteristiche di : - Z30, una mirrorless Z con sensore APS-C di segmento inferiore alla Z50 - Z5, una mirrorless Z con sensore full-frame di segmento inferiore alla Z6 (idealmente una Z50 full-frame) queste due macchine potrebbero essere pronte per il lancio in una data variabile entro i prossimi 90 giorni. Noi pensiamo entro l'estate mano a mano che il mercato lo consentirà. Aggiungo che le informazioni sulla Z di fascia High-End e ad alta risoluzione con il sensore Sony da 61 megapixel è in fase di sviluppo già dall'autunno scorso e destinata anche essa ad uscire entro i prossimo 6-8 mesi. Anche qui in funzione delle condizioni di mercato e delle mosse della concorrenza, in primis Canon che probabilmente annuncerà la sua proposta di questo segmento (la già celeberrima R5) entro luglio 2020. Noi la chiameremmo Z9 Ovviamente la pandemia ha creato ritardi e necessità di riorganizzare le catene produttive, specie per quanto riguarda i fornitori di componentistica e le spedizioni che avvengono a rilento e possibilmente in nave. Ciò si ripercuote sull'effettiva disponibilità commerciale in termini di Start Sales. Questo lo sappiamo bene visto che dalla data dell'annuncio abbiamo perso le tracce sia del 70-200/2.8 Z che del 24-200, che Nikonland ha avuto modo di provare in anteprima ma di cui non si ha tuttora una effettiva data di consegna. Però le necessità di conto economico non dovrebbero fermare l'annuncio di nuovi obiettivi Nikkor Z la cui roadmap dovrebbe essere effettivamente accelerata per mantenere la divisione imaging di Nikon entro il budget. Noi ci aspettiamo il lancio in concomitanza con le nuove macchine o a date ravvicinate di : - 18-140 DX - i due obiettivi compatti 28 e 40mm - il 14-24/2.8 a completamento del trio f/2.8 Lato reflex le cose si dovrebbero essere parecchio raffreddate. A causa del lancio poco fortunato di D6 e D780 (belle macchine ma proposte nel peggior periodo della storia di questo secolo) e del calo repentino delle vendite a livello mondiale, ritengo che ogni idea di nuove reflex sarà rimandata a 2021 inoltrato. In ogni caso tutta la strategia Nikon dovrà basarsi su un livello annuo dimezzato di numero di fotocamere consegnate (da 1.6 milioni a meno di 1 milione in totale). La necessità di mantenere livelli di fatturato adeguati e, soprattutto, di margini in linea con le ipotesi di budget, potranno essere perseguiti soltanto con prodotti a maggiore valore aggiunto e quindi di prezzi non popolari. Meno fotocamere (e obiettivi) a prezzo unitario superiore al passato. Salvo poi fare scontistiche selvagge nel momento in cui le vendite non tirano.
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