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  1. Eccolo qua, di fianco al Nikkor Z 70-200/2.8 S VR, al quale da i punti in termini di passo filtri : 82mm contro 77mm. Impegnativo e importante Non è certo un obiettivo che passa inosservato. In questi mesi l'ho usato quasi sempre insieme al 70-200/2.8 e sinceramente le modelle non si accorgevano che stavo usando un obiettivo differente. montato sulla Z7 II è decisamente impegnativo Eppure in mano sta benissimo, senza pesare o renderne difficoltoso l'uso. anche con il bel paraluce a petali, perfetto ed efficiente, dotato di pulsantino di sgancio come gli zoom professionali in mano è un bell'oggetto, non si può scambiare per un "cinquantino", termine odioso, considerando quanto sia nobile la focale "normale" la finitura è di classe, ben si abbina al sistema. In termini costruttive è al pari di 70-200/2.8, 24-70/2.8 e 14-24/2.8. Solo un filino dietro all'irraggiungibile 58/0.95mm Noct. Nell'uso ho trovato molto comoda sia la ghiera interna programmabile (che io abbino alla sensibilità ISO in modo da poterla variare facilmente, visto che in generale scatto in Manuale con diaframma sempre aperto e tempo pre-definito) e il pulsante Funzione (che io associo all'inserimento della modalità di tracking per i momenti in cui l'autofocus delle mie Z mi fa cilecca ...). Insomma, saranno tanti i soldi che Nikon chiede per questo obiettivo. Ma in termini costruttivi non hanno lesinato. Per altri scatti vi rimando all'unboxing che ho fatto al momento in cui mi è arrivato : Basta un filo di luce Come sapete io non testo gli obiettivi con le mire ottiche, i muri o sparando contro al sole per vedere l'effetto che fa. Gli obiettivi li uso. E pur in un clima non particolarmente favorevole anche solo ad uscire di casa (parlo sia del meteo quanto di quell'affare invisibile che se non stai attento ti manda all'ospedale o al camposanto) l'ho usato parecchio in set professionali con modelle internazionali e luce sfidante. Sono oltre 11.000 scatti secondo il conteggio di Lightroom. Tanto sono bastati a farmi capire sia la firma di questo apparecchio, quanto le modalità in cui sfruttarlo al meglio. E' corretto, praticamente privo di difetti ottici. Ma la caratteristica funzionale più importante è la possibilità di usarlo praticamente sempre tutto aperto. Che poi è l'unico motivo per cui uno debba spendere 2.000 euro in più di quanto costa il bellissimo Nikkor Z 50/1.8 S che il suo lavoro come 50mm lo fa e lo fa bene. Scomodare un 50/1.2 che è grande quasi quanto il Noct o più grande di un 24-70/2.8 S ha senso solo se siamo in condizioni di luce ridotta e vogliamo (non dobbiamo) scattare ad f/1.2. E allora, pur con un filo di luce, lui ci ripaga di tutto lo sforzo. Dello sforzo economico per comprarlo. Dello sforzo per portarlo in giro. Del volume che è necessario dedicargli in borsa. Z7 II, 50/1.2 S, f/1.2, ISO 80, 1/250'', luce disponibile. Non servono luci artificiali. O se servono, basta un filo di luce, giusto per caratterizzare l'immagine e non lasciarla definire da se. ISO 64, 1/320'', f/1.2, Z7 II, luce da una finestra lontana Attenti perchè pure in interni, se arriva il sole, 1/8000'' non bastano per tenere tutto aperto il diaframma, nemmeno ad ISO 64. Dietro succede quel che deve succedere è affar suo, non nostro. e se non raggiungiamo i limiti del fantastico Noct Nikkor siamo certamente in quella categoria, non in quella del pur ottimo 50/1.8 S. Lo sfuocato è continuo, dal soggetto verso di noi e dal soggetto verso l'infinito. Il piano di nitidezza è elevato ma non esagerato. Proprio per mantenere fluido e continuo il passaggio tra i piani. Piani che non esistono nella realtà, sono sfumati. Ma senza fanfaronerie da cino-Summilux. Questo è un obiettivo moderno, solo che è pensato per palati fini. Non è un obiettivo per tutti Costa un terzo del 58/0.95 e costa 5 volte il 50/1.8 S. Ma a prescindere dalle dimensioni del proprio portafogli ci vorrebbe solo un pò di onestà. Certo lo si può montare sui tubi e fare foto oniriche come queste oppure utilizzarlo come un qualsiasi altro 50mm, per fare istantanee o cartoline. Ma in tutta franchezza, sarebbe uno spreco. E' un obiettivo da artisti e chi se ne serve, dovrebbe essere (o voler diventare) un artista. Insomma, non dipende dall'assegno che potete compilare ma dalla vostra capacità di impiegarlo per come è stato concepito. Esattamente come il Noct Nikkor 58mm. Dal quale si stacca per l'assoluta comodità di un autofocus veloce e preciso, specie con l'ultimo aggiornamento firmware messo a disposizione da poco per Nikon Z6 II e Z7 II. Insomma, vedetela come vi pare, io vi sto solo dicendo quello che penso. Conclusioni Non mi dilungo oltre, credo che si sia capito cosa intendo. Mentre vi rimando alla galleria dove ho messo un centinaio di foto, praticamente tutte ad f/1.2 in luce disponibile : vi riepilogo il mio pensiero al riguardo : PRO lo attendevamo da oltre trentacinque anni. Certo avevamo già obiettivi f/1.2 ma tutti a fuoco manuale. Questo è autofocus : e che autofocus ! sostanzialmente privo di difetti ottici. Che siano corretti via software, in parte o per lo più a me non sposta nulla, perchè conta il risultato nitido quanto basta pur con una profondità di campo irrisoria ha un campo di sfuocato onirico che se non raggiunge quello del 58/0.95 è certamente più simile a quello che a quanto possono fare gli altri 50mm per Nikon inaugura - credo e spero - una nuova classe di obiettivi superluminosi Nikon cui non vedo l'ora si aggiunga al più presto un fantastico 85mm anche più bello di questo pur nelle sue dimensioni e peso ragguardevoli, si usa agilmente, quanto usereste un "normalissimo" 24-70/2.8 S ... Contro sul prezzo non discuto. Costa "una cifra" ma ognuno sa cosa fare dei propri risparmi ! ma dimensioni e peso sono oltre i massimi della categoria di questi e di altri tipi di obiettivo. Insomma non è né un obiettivo da passeggio né un oggetto che si porta fuori senza ponderare bene perchè occupa in borsa lo stesso spazio di un 70-200/2.8. la focale è quella che è : 50mm sono al confine di tante cose. Non si può nascondere che il ritratto ravvicinato col 50mm ha caratteristiche da grandangolare, non da obiettivo da ritratto. sebbene io abbia un riscontro di fuori fuoco assolutamente marginale nella massa dei miei scatti, meglio scattare una foto in più che una in meno. Specie se il vostro soggetto è "vivace". f/1.2 è maledettamente poco per centrare bene anche se vi state concentrando per non oscillare sulle gambe. Ma se a voi piace "dipingere" i vostri pixel anziché ottenere "scientifiche" copie conformi di quanto state vedendo, allora la scelta è obbligata e vi ho detto tutto !
  2. Non appena disponibile su Amazon, l'ho presa. Perchè se una cosa va ricordata a Nikon è proprio quella che ci saremmo un pò stufati della ostinazione con la quale continuano a dotare teleobiettivi meravigliosi con staffe prive dell'attacco arca-swiss, decisamente più stabile e veloce di ogni altro sistema che preveda peraltro l'interposizione di adattatori. Ecco arrivata la i-Shoot Z1860 dedicata al Nikkor Z 180-600. Si tratta, come altre realizzazioni dello stesso marchio cinese, di un collare che replica perfettamente la gola di scorrimento della staffa Nikon, dotata di una vite di serraggio laterale, che a differenza di quella Nikon è anche munita di una sicurezza a scatto che anche a vite del tutto mollata, continua a mantenere chiusa la staffa, fino a quando non la si tiri verso fuori per sbloccarla. Le differenze tra i due collari, a parte il posizionamento differente della vite di sblocco e l'assenza su questa cinese delle asole per l'improbabile utilizzo di una tracolla direttamente sull'obiettivo (magari per tenerlo in spalla come seconda lente da montare in macchina), sono poche: il peso è analogo, 183g per la Nikon, 200g per la i-Shoot, e le filettature sottostanti per un monopiede sono due in entrambi i passi da 1/4" e 3/8", ma sulla cinese hanno correttamente invertito la posizione, tenendo sul miglior baricentro quella a passo più grosso, consentendo, nell'utilizzo massivo, una migliore coesione con il monopiede in uso La vista superiore è certamente diversa a causa delle dimensioni minime richieste dall'attacco Arca-Swiss, ma il sig. Duomian Shou non fa certo molto per provare ad abbellire i suoi prodotti, in linea con l'estetica e l'eleganza del marchio Nikon: praticità e basta... Dal punto di vista della praticità e della funzionalità non c'è nulla da eccepire ed una volta montata la staffa i-Shoot risulta robusta e ben dimensionata anche per fungere da supporto di trasporto del telezoom, che con i suoi due chili di peso non è certo una piuma come altri tele fissi Z Nikkor, che stanno diventando dei parametri assoluti in questo ambito. ergonomia ottimale la vite di sblocco si trova più facilmente di quella del collare Nikon, proprio a causa delle sue dimensioni più generose: ottimo per quandoi si debba passare velocemente da inquadratura orizzontale a verticale (o viceversa) Sotto la piastra due viti di sicurezza che impediscono nel malaugurato caso che la vite sia stata dimenticata sbloccata, che l'obiettivo possa scivolare fuori dalla slitta La scorrevolezza mi pare un pelo meno fluida di quella del collare originale, ma mi riservo di riparlarne dopo un utilizzo intenso su treppiede e gimbal. In conclusione.... non vedo l'ora di piazzare il pezzo sull'affusto e andare a fotografare con questo nuovo collare per il mio Z 180-600. Ve ne parlerò quindi, ancora più compiutamente, in breve. Max Aquila photo © per Nikonland 2023
  3. Ne abbiamo parlato già in questi anni ma mai in termini di recensione completa. Troppo spesso ci dimentichiamo di parlare bene delle esperienze positive di acquisto o di fruizione di servizi. E' un male perché scrivere recensioni positive in questi casi, rende un grande servizio sia al fornitore che ai suoi eventuali nuovi clienti. Clienti soddisfatti fanno più grande il fornitore, che così può servire meglio i suoi clienti in un ideale circolo virtuoso che va a vantaggio di tutti. Quindi facciamo ammenda. il Nikonstore.it è motorizzato da Nital. E' un negozio online che offre anche servizi aggiuntivi oltre alla vendita diretta dal distributore al cliente finale. Cominciamo dalla normale vendita. il negozio è organizzato in sezione ben definite e copre tutti i prodotti Nikon. Le sottocategorie sono altrettanto ben espanse e si trova abbastanza rapidamente ciò che si sta cercando. I prezzi praticati sono quelli di listino. L'ACQUISTO La procedura è la solita, si sceglie un prodotto : si valutano le offerte e si scegli quello che ci interessa poi si va alla cassa e si paga. E' possibile pagare con carta di credito, con bonifico, via Paypal e anche con finanziamento a ZERO interessi da 10 o da 20 mesi. Spesso ci sono dei bundle, ovvero delle offerte di prodotto combinato a prezzi scontati. A volte ci sono proprio offerte di prodotti scontati, sia durante specifiche campagne che per periodi speciali, sotto forma di offerta flash. Le offerte vengono segnalate via mail se ci si iscrive alla newsletter. E' possibile anche farsi avvisare dell'arrivo di un prodotto che per il momento non è ordinabile. Perfezionato l'acquisto si ricevono tutte le conferme del caso. Nella maggior parte dei casi, se l'ordine è stato fatto al mattino, il prodotto acquistato parte entro la giornata. E la consegna per l'Italia continentale è generalmente il giorno dopo, a mezzo corriere espresso. Senza spese per acquisti oltre i 49 euro. Se l'ordine è perfezionato (anche come pagamento) in mattinata, il pacco parte nel pomeriggio. Se inserito al pomeriggio, il corriere parte il giorno dopo. Ma c'è anche un servizio molto importante per i prodotti la cui richiesta supera l'offerta oppure per i prodotti che sono in fase di lancio. IL PREORDINE Il Preordine è come un acquisto online, solo che per il momento mette l'acquirente in graduatoria di assegnazione. in questo elenco di teleobiettivi, abbiamo alcuni modelli disponibili e quindi acquistabili immediatamente, altri non disponibili, probabilmente perché non si prevedono arrivi imminenti, altri potrebbero essere disponibili solo come Preordine, come il caso del meraviglioso Nikkor Z 58mm f/0.95 non tragga in inganno la scritta disponibile. Si riferisce al fatto che è possibile fare il Preordine (il Noct arriva solo su ordine speciale, non è mai in pronta consegna). Quindi si fa il pagamento etc. etc. come per un qualsiasi acquisto. E si attende. Con la certezza di essere in graduatoria e di poter ricevere l'oggetto alla prima data di possibile disponibilità (che dipende dagli arrivi dal Giappone e per alcuni modelli, dalla effettiva produzione). Abbiamo sperimentato personalmente ogni opzione e possiamo confermare che : l'acquisto di un prodotto viene gestito con grande professionalità la spedizione è celerissima e generalmente il pacco arriva il giorno dopo, ben confezionato in un cartone robusto ci sono tutte le garanzie rituali, come il soddisfatto o rimborsato, oltre ai 4 anni Nital dopo registrazione il preordine fa dormire sonni tranquilli; fatta la transazione si entra in graduatoria e appena il prodotto è disponibile, parte per casa vostra ! L'OUTLET Ma non è finita. Nel Nikonstore.it c'è anche l'outlet, ovvero il reparto del ricondizionato. Due parole sulla definizione. Ricondizionato non è usato. Ricondizionato è un prodotto che è stato impiegato per dimostrazioni o portato a Nikon Day o giornate divulgative. E' stato appena maneggiato oppure ha pochi o pochissimi scatti. E Nital/LTR lo ricondizionano pari al nuovo. Letteralmente. L'Outlet è organizzato a sua volta come un negozio nel negozio Con ulteriori reparti e sottoreparti. Solo che, ovviamente, non c'è tutto l'assortimento del negozio del nuovo. C'è solo la selezione di prodotti effettivamente disponibili, tempo per tempo, a seconda delle opportunità. questa è una fotografia di quanto disponibile stamattina. Nove mirrorless Serie Z, 12 obiettivi Nikkor Z, 5 accessori, 1 flash, 12 obiettivi Nikkor F, 4 reflex, 10 binocoli o simili. Accanto ad ogni prodotto c'è un'etichetta. REF A o REF B Le due tipologie sono valutate attentamente dagli specialisti di Nital e dipendono dal grado di "apparente" differenza rispetto al prodotto nuovo e immacolato. Ovviamente la versione B, sarà più conveniente di quella A (REF sta per l'inglese refurbished, che in italiano diciamo ricondizionato). questo è il caso di un Nikkor Z 35/1.8 S, indicato come REF B e proposto a € 685 contro gli € 1.029 di listino per il nuovo (e quindi con uno sconto di € 344, pari al 33,4% del prezzo di listino). A volte vengono attuate campagne flash di sconto ulteriore del 10% su quanto presente in stock nell'outlet. Così qualche fortunato lettore attento di Nikonland si è riuscito ad aggiudicare qualche fiammante Nikon Z9 ad un prezzo eccezionale : prezzo del ricondizionato, livello REF A pari a € 4.935 ( 1.164 euro di sconto sul nuovo) che sono scesi a € 4.441 per un totale di e 1.658 euro (pari al 27%) di sconto complessivo. Su questi prodotti, è bene ricordarlo, non può essere data la garanzia piena ma è comunque assicurato un anno di garanzia da difetti. Oltre alla usuale tutela del consumatore per le vendite online. Anche in questo caso possiamo fare la recensione effettiva e non solo segnalare il servizio. Perchè noi redattori abbiamo acquistato più volte prodotti ricondizionati dal Nikonstore.it riscontrando la conferma della qualità del servizio ma soprattutto del prodotto. I prodotti ricondizionati dell'outlet del Nikonstore.it sono praticamente pari al nuovo. ricondizionato non è usato, ricondizionato è materiale con scatola aperta, o ex-demo, riportato a livello del nuovo direttamente dal distributore Lo dimostriamo con questo unboxing di un Nikkor Z 50/1.8 S pagato € 441 al posto di 739. E' un REF B; per un REF A è del tutto analogo. scatola come nuova (ravvisiamo solo un graffietto a destra del sigillo e qualche puntinatura sulla vernice nera) il marchio del ricondizionato con 1 anno di garanzia. molto diverso dal sigillo dei 4 anni di garanzia del prodotto nuovo dentro alla scatola il certificato di garanzia ma poi il resto è indistinguibile dal nuovo. E stiamo parlando di un REF B, cioé la versione meno pregiato dei prodotti ricondizionati. imballo e protezioni sono come nel nuovo e il prodotto nel complesso non presenta segni se non ... nel residuo di colla di una etichetta posta sul paraluce probabilmente per non confonderlo con un altro su una tavola piena di Nikkor. Non l'abbiamo levata con un normale detergente soltanto per mostrare quali possano essere "i difetti" di un ricondizionato Nikonstore. Inutile confermare che l'obiettivo è come nuovo e funziona perfettamente come da attese. Il vantaggio é fruttato all'acquirente un risparmio di 298 euro pari al 40% sul prezzo del nuovo. Che ve ne sembra ? *** Bene, speriamo di aver fatto cosa gradita con questa recensione cumulativa di un servizio che si sta sempre più espandendo per offrire a tutti i nikonisti possibilità di accesso sempre più facilitate, anche in confronto agli altri venditori online e alla usuale rete di vendita fisica nazionale. Nikonland ritiene che la vendita diretta produttore-fotografo sia il futuro e non mancheremo di rimarcarlo nel tempo. Ma già oggi i servizi aggiuntivi, esclusivi, come il PREORDINE e l'OUTLET rendono il Nikonstore.it un punto di riferimento per l'Italia. Dategli una occhiata e ... preparatevi al lancio dei prossimi prodotti. Li troverete facilmente disponibili qui Se avete esperienze nel Nikonstore.it, sia sul nuovo che sull'usato, fareste cosa utile a chi ci legge se voleste gentilmente inserire due righe di commento che raccontino come è stata la vostra esperienza. E non dimenticate di mettere un bel like a questo articolo se siete d'accordo. Vale come sondaggio !
  4. Avevo promesso di parlarne: oggi è il tempo di tirare le somme, dopo un mesetto di prove e circa 50k scatti col nuovo Nikkor Z 180-600mm f/5,6-6,3 specialmente quando, dopo essermi fatto la mano utilizzandolo e sfruttando le sue peculiarità, bisogna stabilire dei punti fermi, specie in rapporto all'eventuale coabitazione con l'attuale padrone di casa, ossia il Nikkor Z 400mm f/4,5 di cui scrivevo proprio un anno fa e che di scatti ormai conta circa il doppio... tanto per dare il senso della proporzione delle cose in ballo. Raramente mi è capitato come in questi ultimi due anni di trovare tanta affinità tra obiettivi nati per soddisfare esigenze differenti ed anche diversi per fascia di prezzo, quindi anche per destinazione utente. Perchè, per inciso, osservo che chi decida di comprare un determinato obiettivo, ormai, guardi prima al portafoglio, piuttosto che al motivo per cui lo dovrebbe utilizzare: è questa una banalità? Non credo: oggi, in tempi di progettazione digitale delle componenti di un'ottica, le Case hanno capito come fornire la stessa (o quasi) prestazione, ad utenti disponibili a spendere la cifra necessaria per il suo acquisto. La Redazione di Nikonland, forte di ormai cinque anni di utilizzo e test di tutte le attrezzature del sistema Z, è sempre più convinta del fatto che le prestazioni si siano allineate verso l'alto e la differenza stia ormai in alcune, determinate, caratteristiche, che influenzeranno il prezzo finale e la quantità di pezzi prodotti per una commercializzazione che già in partenza è stimata essere in un certo numero di esemplari. Questa ottimizzazione delle risorse, insieme a un atteggiamento un pò da Grande Fratello, fanno sì che Nikon (o altri) sappiano bene chi tra di noi comprerà quell'obiettivo o quella determinata fotocamera e stabiliscono già in partenza l'inizio e la fine della loro produzione. Andiamo al dunque: del Nikkor Z 400/4,5 S abbiamo diffusamente parlato da un anno in qua, oltre a suffragare quanto asserito riempiendo il sito e le sue gallerie di foto scattate con questo teleobiettivo di luminosità medioalta, che pesa solamente 1200grammi e costa ad oggi circa 3700 euro, salvo sconti. Del Nikkor Z 180-600/5,6-6,3 telezoom lungamente aspettato su questa baionetta, si è scritto ancora poco, ma in questi ultimi due mesi, molte foto sono state pubblicate in questa apposita galleria, cui ne seguiranno certamente altre, trattandosi di un best buy dal prezzo di appena 2050 euro e pesante 2140 grammi: meno di un euro al grammo, dunque! La commercializzazione del 180-600 consente l'approdo alla focale dei 600mm, quella dei soli 4 gradi di angolo di campo, a seguire i due straordinari fissi della stessa focale ma di luminosità oppure tipologia costruttiva molto differente: si parte dal Phase Fresnel 600/6,3 da 5800 euro e soli 1470 grammi e si arriva al mastodontico 600/4 TC da oltre 17mila euro e 3260 grammi, con teleconverter integrato... Difficilmente su focali così specialistiche si è mai assistito ad una offerta così differenziata per caratteristiche e prezzi. Secondo voi, la qualità di questi tre obiettivi starà quindi alla stessa distanza di prezzo che separa l'uno dall'altro...? O non sarà forse che ognuna di queste tre realizzazioni sia dedicata a differenti approcci al soggetto o, addirittura, a soggetti assolutamente diversi? Oppure, non trascurabile, a differenti condizioni di ripresa (diurna, notturna, per luce, latitudine, impiego gravoso o meno, per caratteristiche del soggetto, come dimensioni, velocità, etc...)? Con questo non paragoneremo mai su Nikonland un telezoom come il 180-600 ai suoi 600mm con la stessa focale del 600/4 TC, proprio in funzione delle discriminanti prima espresse: ma certamente in funzione della scelta che l'utente deve (o dovrebbe) fare prima di aprire il portafogli e procedere all'acquisto. Per questi motivi oggi ho deciso di scrivere un articolo confrontando uno zoom con un fisso, di luminosità, peso e prezzo differenti, ma accomunati dall'utilizzo che se ne potrebbe fare. Ho fotografato con la mia Nikon Z9 alcuni dei partecipanti non professionisti alla Maratona d'Inverno che si è tenuta domenica scorsa a Palermo, utilizzando i due teleobiettivi alla stessa focale: 400mm ed alla stessa apertura di f/6,3 che, ovviamente, funziona da tutta apertura per l'uno e da uno stop di chiusura (migliorativo) per l'altro. L'intento è stato quello di farvi rendere conto di come rendano soggetto e sfondo certamente, ma anche di quelli che siano i punti a favore o a sfavore di ognuno dei due. Ecco alcune delle foto scattate col 180-600 Adesso quelle scattate nella stessa condizione col 400/4,5 S chiuso a f/6,3 Ovviamente apritele e valutate per entrambi gli obiettivi la resa sul piano di maf ed anche dello sfondo. Ma la prima osservazione che voglio fare è che una volta esaurito il motivo di mantenere alla stessa focale i due obiettivi e potendo scegliere quello con cui continuare a fotografare, ho posato il fisso e ripreso su lo zoom con il quale divertirmi a navigare zoomando sui soggetti che mi correvano incontro...come in questa sequenza fra tante: dai 600mm a quelle scattate intorno ai 300mm per allargare attorno ai 250mm e ritornando a 300mm sui dettagli salvo riaprire alla focale minima dei 180mm, a distanza ormai ravvicinatissima Non lo stesso concetto a mare, dove i soggetti necessitano quasi sempre della focale più lunga disponibile, compatibilmente con la condizione meteo e a distanze superiori ai venti metri dal punto in cui si scatti ecco il 180-600 a confronto, il 400/4.5 In queste foto a mare, il 400/4,5 è rimasto un 400mm con le opportunità connesse e sfruttando al massimo la sua maggior luminosità, mentre il 180-600 si è spinto a cercare anche soggetti più lontani, ma non disdegnando la comodità di scendere fino ai 180mm per realizzare ritratto a distanza utile. Con ciò non voglio certamente dire che uno zoom sia sempre più utile di un fisso, ma soltanto farvi concentrare sulla similarità della qualità di questi scatti, da sola condizione quasi impossibile per far propendere la scelta verso l'uno o l'altro dei due obiettivi.... I limiti in termini materiali di questo Nikkor Z 180-600mm f/5,6-6,3 sono pochi e già stati evidenziati dal primo articolo di Nikonland che se n'è occupato: staffa per treppiedi tendente a flettere se utilizzata sulla filettatura più avanti delle due disponibili: su monopiede, consiglio sempre di avvitare su quella a passo da 1/4" necessità di monopiede o treppiede in utilizzo prolungato oltre la mezz'ora di scatto: i due chili di peso, per quanto bilanciatissimi e con la struttura IF che migliora decisamente quella del suo predecessore F-mount (non IF), alla lunga stancano, specie se abbinato ad una Z9 come nel mio caso: al contrario dello Z 400/4.5 che è obiettivo da poter usare sempre a mano libera il collare di rotazione della staffa per il treppiede è molto più fluido di quello del vecchio 200-500 ed anche molto meglio realizzato di quello, ma indubbiamente nulla a che vedere con quello del 400/4,5S inoltre è difficile da bloccare in posizione con la vite di bloccaggio, se non estremamente serrata i migliori risultati in termini di nitidezza e, sopratutto, contrasto, si ottengono entro i 400-500mm mentre andando oltre e con situazioni avverse di luce tende a risolvere un pò meno che alle focali precedenti I vantaggi rispetto al mio 400/4,5 sono prevalentemente concentrati in relazione alla eccellente poliedricità nell'uso in situazioni diverse e con tipologie di soggetti che spaziano dallo sport alla fotografia di escursione e documentativa: a chi decida di partire per viaggi organizzati in zone a lui sconosciute, ma dove si troverà a scattare in situazioni imprevedibili, consiglio vivamente l'acquisto di questo telezoom, piuttosto che uno similare di marche universali: perchè è ottimo nelle sue prestazioni, a volte indistinguibile da un fisso Nikon corrispondente... perchè è un Nikon Z e quindi verrà sempre tenuto nella considerazione della Casa, quando ci sarà occasione di aggiornamenti fw, sia delle fotocamere, sia dello stesso zoom: non lasciando mai con un palmo di naso i suoi acquirenti (come è spesso avvenuto invece con altre marche) perchè una volta che lo si impugna, la sua ghiera di zoomata, precisa e ben selettiva, fluida ben di più di quella del vecchio 200-500 F-mount, non chiede altro che di essere tormentata da un estremo all'altro del suo range: il motore stepper di messa a fuoco è silenzioso e preciso e le sequenze di scatto che ne derivano saranno infinite. Per chi invece sia chiaro cosa stia andando a fotografare è ovvio che un teleobiettivo fisso come questo 400/4,5S o i suoi fratelli maggiori come i due 600mm e l' 800/6,3 saranno la chiara soluzione della sua esigenza di ripresa. Il Nikkor Z 180-600/5,6-6,3 è quindi deliberatamente un obiettivo non S, nella strategia Z mount, per contenerne il prezzo e destinarne l'acquisto ad una larga fetta degli utenti del marchio, ne più ne meno come fatto in basso con l'altro superzoom, quel 24-200/4-6,3 che tanti di noi tengono stabilmente in borsa. Ah...volevate sapere per caso quale ho deciso di tenere? E indovinate ! Max Aquila photo © per Nikonland 2023
  5. Eccolo arrivato: atteso dai tanti possessori di una Nikon Z DX, per ottenere in poco spazio un luminoso 36mm-equivalente, ossia il fisso di eccellenza da poter essere considerato IL TUTTOFARE Eccone l'unboxing buono per fotografare da vicino (arriva a 18cm dal soggetto) anche in bassa luce (apre fino a f/1,7) soggetti ed oggetti, singoli o in gruppo, un 24mm DX è quel genere di obiettivo da tenere montato sempre sulla mirrorless, o comunque da portare sempre con sè in borsa... Pesa solo 131 grammi, 147 col paraluce (incluso nel prezzo di 329 euro) ed è costruito con uno schema che occupa tutti i 4cm della sua profondità (come ci hanno ormai abituati gli schemi ottici Z-mount): di 9 elementi in 8 gruppi Paraluce curiosamente ad ogiva, con il richiamo della filettatura da 46mm sulla faccia anteriore, per potere gestire filtri Vario (ND, pola, etc) senza dover rinunciare alla difesa dai riflessi laterali, specie alle maggiori aperture. qui comparato a due zoom DX. Rispetto il pancake 26/2,8 misura solo 1,6cm di profondità di più, ma è più luminoso di 1 stop ed 1/3 !!! Qui col suo paraluce montato: di forma certamente inedita nella produzione Nikon recente... ...ma a chi ha posseduto ed utilizzato anche le Nikon One, ben ricorderà il paraluce del 10/2,8 Z 24/1,7 @ f/1,7 t/50 ISO560 A chi però non interessi montare filtri davanti al paraluce... sappia che il diametro da 46mm è identico a quello dello zoom 16-50 e quindi anche del suo più...regolare paraluce... Resta da constatare (e lo farò) che copertura dia rispetto a quello originale: e che problemi di riflessi possano invece ingenerere filtri come i polarizzatori o gli ND, avvitati fuori dal paraluce: seguite questo articolo, che aggiornerò con i dati in oggetto. made in China e baionetta posteriore in plastica, come tutti i low cost Z profilo...davvero da pin-up.... diaframma a 7 lamelle (come gli zoom, il pancake ed il 28/2.8: solo il 40/2 ne ha 9...) adatto a tutte e tre le DX per maneggevolezza, dimensioni e peso ne valuteremo le prestazioni ...che fin dalle prime prove, mi sembrano molto interessanti, al netto di una certa caduta di luce ai bordi alla massima apertura (immaginabile) e che a mio giudizio fa parte del progetto, proprio per enfatizzare on camera le superfici omogenee intorno ai soggetti posti al centro del fotogramma vedo anche uno sfuocato graduale ed un'incisività insperata per un wide leggero come un 24DX Insomma...lo terrò a lungo perchè è una bella focale, di quelle che prediligo, ed aggiornerò periodicamente questa discussione. ----------------------------------------------------------------------------- La maggior parte delle foto che ho scattato con lo Z 24/1,7DX sono nel range di diaframmi tra TA ed f/2 come ben si conviene dopo l'acquisto di un fisso luminoso: diversamente userei i più comodi zoom DX 16-50 o 12-28 che però possono aprire al massimo, rispettivamente a f/4,2 ed f/5,3 che sono chiaramente su questo formato e focale valori da tutto nitido... Cominciamo quindi da qui: obiettivo luminoso = scattare a mano libera in condizioni borderline, quando non si abbiano treppiedi a disposizione, oppure non si vogliano proprio utilizzare, per passare inosservati, sfruttando i punti di forza dei sistemi mirrorless: la silenziosità allo scatto e le dimensioni contenute di un ensamble come questo: Z dx e obiettivo minimal... La caratteristica della focale risultante di questo 24mm è proprio quella di poter sfruttare un angolo di campo più largo di quello di un obiettivo standard, buono per tante cose, dal reportage al ritratto ambientato. il tutto in luce disponibile... sfruttando al massimo la pdc ridotta data dalla sua massima apertura, anche per realizzare una resa dello sfondo adeguata alle aspettative del caso... ...cosa che in cui riesce anche questo obiettivo, economico, ma nonostante ciò dotato di un diaframma a 7 lamelle, un tempo appannaggio esclusivo di pochi mediotele da ritratto Ombre e Luci sembrano proprio il campo d'elezione di questo piccoletto tuttofare... in ogni condizione si renda necessario fotografarli Oppure, all'opposto... anche in presenza di EV elevati, come normale in questo periodo dell'anno, lo si può utilizzare ancora a TA utilizzando un filtro ND, come questo Vario 2-400 (che riesce cioè ad abbattere fino a 9 stop degli EV presenti) qui avvitato alla filettatura anteriore del paraluce di serie, come proposto dal marketing Nikon, non senza qualche mia perplessità, per i motivi che vedremo più avanti. il risultato è molto incoraggiante ed a patto di controllare anche lo sfondo prima di scattare (e poi lamentarsi dello sfuocato), mi pare che anche l'effetto bokeh promesso dal volantino si possa tradurre in uno sfuocato (termine che in giapponese si traduce appunto in bokeh) presente, ma non appuntito: frutto di quel progetto da sette lamelle, di cui scrivevo prima. colori saturi e tendenza cromatica variabile tra blu e ciano, causata dal filtro ND dal prezzo contenuto senza di esso, le cose vanno molto meglio ed oltre alla naturalezza delle cromie, si recupera a mio avviso buona parte della nitidezza che un filtro rotativo a doppio elemento sottrae CERTAMENTE, qualunque sia il prezzo pagato per il suo acquisto (per buona pace dei fedeli di queste filosofie) Molte di queste foto sono state scattate alla minima distanza di messa a fuoco consentita dall'obiettivo, davvero ridotta, di 18cm dal piano focale. Alcune, le più ravvicinate, rinunziando al filtro ND in favore di una lente addizionale acromatica da 5 diottrie Marumi DHG 200, anch'essa montata a monte del paraluce ogivale HN-42, così atipico, dello Z 24/1,7 DX, che concorre ad una resa quasi macro del sistema, complice la grande apertura, con o senza l'ausilio di un piccolo flash di schiarita (che troviamo incorporato solo sulla Z50) ed è grazie a queste prove di angolazione rispetto soggetto e sorgenti di illuminazione, che si evidenzia il difetto che mi aspettavo dovesse apparire prima o poi: il filtro avvitato davanti al paraluce, a determinati angoli di incidenza rispetto la luce del sole (specie se consistente) non può che generare ghosts e flares dei quali usualmente l'obiettivo è privo... giusto per ricordarci che non si sfugge alle normali leggi della fisica: i filtri (se proprio li si debba utilizzare) devono stare dietro il paraluce, siempre ! Volete vederlo in interni a tutta apertura? La Chiesa della Martorana di Palermo, la conoscete già, ma è un banco di prova sempre valido... con i suoi mosaici a tessere d'oro (aprite le immagini, ovviamente) ma anche in ogni altra manifestazione, in qualsiasi condizione di luce e...anche all'occorrenza diaframmando oltre quel lotto di aperture che avete fin qui visto, questo piccolo obiettivo si candida ad entrare nelle borse della maggior parte degli utenti Z DX, se non addirittura, stabilmente montati sulla fotocamera. ...per quanto, all'imbrunire, quando si sciolgono i freni inibitori delle persone... probabilmente consente direalizzare quegli scatti che uno zoomino poco luminoso non permetterebbe se non con elevato tasso di segnale/rumore... Voglio rimarcare l'attenzione che finalmente Nikon sta concedendo al finora trascurato comparto DX della sua nuova baionetta Z , dal versante ottiche.: di tutte quelle fin qui testate, la Redazione di Nikonland è rimasta sempre sorpresa positivamente per l' approccio del tutto analogo rispetto gli obiettivi FX. Anche questo Nikkor Z DX 24mm f/1,7 non fa eccezione e ci lascia un'impressione del tutto positiva e la certezza di un utilizzo tanto semplice quanto proficuo. Tra i pregi di questo 24mm annovero la estrema silenziosità ed efficienza del suo motore Af stepper e la progressività della nitidezza con la chiusura del diaframma: ma già ad f/4 si arriva ad un livello di omogeneità centro/bordi molto soddisfacente. Del resto un obiettivo luminoso lo si compra per utilizzarlo quasi prevalentemente a TA, come già detto, anche a costo di una certa vignettatura fisiologica, non sempre del tutto annullata direttamente via hw, come ormai ci siamo abituati a vedere su realizzazioni più importanti. Il prezzo di commercializzazione è uno dei più bassi del catalogo Z-mount e questo contribuirà a farne un jolly per ogni corredo. Il resto della mia selezione di immagini, lo trovate sull'apposito album... Max Aquila photo © per Nikonland 2023 Se questo articolo vi è sembrato utile mettete un like. A voi non costa nulla ma per noi fa una grande differenza per capire quali siano gli argomenti che i lettori trovano più interessanti. Non abbiate timore ad aggiungere i vostri commenti
  6. L’ottocento millimetri, tra mito e leggenda. Da ragazzo il mio amico Matteo nella sua cameretta teneva esposti spettacolari poster di straordinarie “pinup”, erano immagini che “colpivano”; io invece per anni ho tenuto appesa alla vetrinetta una pessima fotocopia formato A4 di un obiettivo: il Nikon Ais 800/5.6 IF-ED. Onestamente Matteo non mi ha mai detto niente, uomo intelligente, ed io non ho mai dovuto dare spiegazioni. E come avrei potuto spiegare che per me l’800 era un attrezzo epico, quasi mitico, che certamente regalava l’ingrandimento “giusto”, che permetteva appostamenti concretamente produttivi, almeno così mi immaginavo e credevo. Le mie fantasie si innescavano ogni volta che la sua sagoma compariva nelle mani di qualche fotografo di National Geographic Magazine, una conferma di sogni proibiti, un rimarcare un concetto che mi rodeva l’anima. Altro che pinup discinte….beh, son fantasie diverse… Ottobre 1996 Joel Sartore aggrappato ad un Nikon 800/5.6 duplicato con TC301. Quella foto è famosa, Joel indossava degli occhiali da saldatore per evitare di danneggiare la retina. E questa era la foto ricercata da Joel Sartore: le gru del fiume Platt nel sole morente Mi rodeva l’anima, dicevo, e mi rodeva molto fin dal 1991 quando ne vidi uno per intero nella vetrina di un famoso negozio di Milano. Chiedevano 7 milioni per accaparrarselo, usato. Giuro, se li avessi avuti…. Nikon AIs 800/5.6 IF ED Quando poi, molti anni dopo, la vita mi rese possibile un esborso oneroso, scelsi il Nikon Ais 600/4. L’esperienza accumulata su e giù le mie montagne e, soprattutto, lungo il fiume di casa, mi avevano dimostrato che incrementare la focale a scapito della riduzione di uno stop di luminosità, sarebbe stato un suicidio operativo. In pratica avrei sì ottenuto un ingrandimento più significativo, ma la riduzione dell’apertura massima, oltre che imporre tempi più lunghi, mostra a mirino una immagine meno luminosa (la metà) e con gli Ais si metteva a fuoco a mano: durissima. Inoltre, l’assenza di qualunque tipo di riduzione delle vibrazioni mi avrebbero garantito una ampia raccolta di foto micro-mosse. Di qui la preferenza per il 600/4. Con il Nikon Ais 600/4 IF-ED ad oltre 2000 m in alta val Sesia Fine dei “rodimenti” da 800mm? L’aggiornamento successivo, in tempi di ripresa digitale, lo feci ancora con il 600/4, ora stabilizzato ed autofocus e qui mi sono fermato (più o meno). Ammetto che il lancio del Nikon AF-s 800/5.6 FL VR, mi generò qualche turbamento, ma all’atto pratico, ormai, avevo maturato contezza di quanto sia spigoloso gestire focali superiori a 600 mm e ciò mi bastò per ricacciare la “scimmia” nei recessi della mente e della memoria. E poi il mio bel Nikon AF-s 600/4 VR con un TC14 può diventare un dignitosissimo 840/5.6, quindi alla bisogna un 800mm già ce l’avevo. Tronfio con Nikon 600/4 AFs VR G, Finlandia. Ma, inatteso, venne il giorno. Non so cosa diavolo sia passato per la zucca dei progettisti Nikon, non so che bizzarria abbia condotto alla nascita del Nikon Z 800/6.3 VR S, ma so di dover censurare le parole che mi sono sfuggite quando ho visto le prime demo in internet. Si perché questo obiettivo scopa via tutte le limitazioni della realizzazione 800/5.6 ben nota ed agognata. Prima di tutto i pesi non sono comparabili, passiamo dai 4.6 Kg dell’800/5.6 AF-s ai circa 2.2Kg di questo 800Z: ciò si traduce in reale possibilità di brandeggio manuale. Poi negli ingombri l’800Z è identico al 500/4 AIS, il più smilzo supertele prodotto da Nikon, anzi è pure meglio perché il paraluce è correttamente dimensionato e non è un tubo di stufa come quello di tutti i 500/4 Nikon. Aggiungiamo la farcitura tecnologica del VR allo stato dell’arte, dell’autofocus reattivo e della potenza di una Z9 e il piatto è servito. A maggio 2022 Mauro ci invitò a provare questo nuovo fottuitissimo 800mm. Al tempo stavo valutando pro e contro per l’abbandono della reflex in favore della Nikon Z9 che definire mirrorless è riduttivo. I pro li avevo tutti ben presenti, sempre grazie a Mauro, i contro li lascio al lettore; partii da casa senza indugio per toccare con mano questo strabiliante attrezzo che, come accennato, sulla carta sciacquava via tutte le limitazioni del passato promettendo un formidabile ampliamento di possibilità. Nikon Z 800/6.3 nelle mani di Mauro Alla prova dei fatti son rimasto di stucco, direi meglio: inebriato. Le ipotesi su cui avevo imbastito mille ragionamenti si sono confermate in pochi minuti. E Mauro il suo 800mm me lo ha ceduto a giugno di quest’anno, quindi lo sto usando da 6 mesi e confermo tutto quello che avevo intuito in quei pochi minuti di prova sul lungo lago comasco del maggio 2022. Folgorato Nikon Z 800/6.3 S, una carta in più da giocare nella fotografi della Natura. In questi mesi di utilizzo, sporadico, in ferie, nelle “frattaglie” di tempo dei WE, nel dopo lavoro (me lo sono, inutilmente, portato in trasferta), insomma quando possibile, il Nikon Z 800/6.3 mi ha dimostrato le capacità di cui avevo intuito in pochi minuti di prova con gli amici di Nikonland. Non perdo tempo a raccontare di brillantezza ed incisione, queste caratteristiche sugli Z ora le abbiamo come “default”, ma voglio raccontare la mia esperienza per quanto concerne una focale così lunga. estratto dallo zaino, S. Caterina di Pittinuri (OR) Fortunato incontro con caprioli, Parco Lame Sesia - Agosto Nikon Z9 ob. Nikon Z 800/6.3 S Gitzo GT3541LS Arca B1 Le problematiche dell’ottica geometrica ed il miracolo di Nikon. <Ottocento millimetri> su full frame sono una lunghezza focale difficile da gestire fondamentalmente per 2 aspetti: Il potente ingrandimento amplifica il mosso in modo brutale, il che impone tempi di otturazione molto rapidi. La messa a fuoco è criticissima per via dell’angolo di campo così ristretto: risulta addirittura difficile portare il soggetto nell’inquadratura, figuriamoci mantenerlo a fuoco. Aggiungiamo una Profondità di Campo di qualche millimetro e la combinazione finale è assolutamente disarmante. In particolare il Nikon Z 800 colpisce per compattezza e maneggevolezza, ciò è dovuto alla costruzione con lenti diffrattive, ma soprattutto al non esaltante valore di luminosità massima di f/ 6.3 che, a chi ha i capelli brizzolati, fa storcere le budella. Queste considerazioni “geometriche” condurrebbero alla conclusione per cui un 800/6.3 potrà essere utilizzato solo in particolari fortunate occasioni. Invece tutti questi problemi, incluso il torci budella, li risolve la Z9: luminosità ridotta, messa a fuoco criticissima e stabilizzazione, sono a carico della fotocamera che assolve brillantemente il compito. E lo fa sempre. Il ristrettissimo campo inquadrato rimane allora l’unica vera questione che va in capo al fotografo. Io lo trovo PAZZESCO. Rampichino, Valsavarenche (AO) - Agosto. Nikon Z9 ob. Nikon Z 800/6.3 S mano libera Airone di Amazon, Novara - Agosto Nikon Z9 ob. Nikon Z 800/6.3 S mano libera Libellula in risaia. Novara - Agosto Nikon Z9 ob. Nikon Z 800/6.3 S mano libera Tralicci orribili, Novara - Agosto Nikon Z9 ob. Nikon Z 800/6.3 S mano libera Le cime della val Soana viste da Novara - Settembre. Nikon Z9 ob. Nikon Z 800/6.3 S Gitzo GT3541LS Arca B1 , fotomerge di 4 scatti Martin pescatore "alterato", Parco lame Sesia - Agosto. Nikon Z9 in DX ob. Nikon Z 800/6.3 S Gitzo GT3541LS Arca B1 Dei Pesi e delle Misure. Con 800mm siamo per forza di cose nel campo degli obiettivi “mammazzoni” il cui trasporto, brandeggio e gestione generale è sempre un problema. L’800/6.3 ingombra quanto il 200-400/4, quindi non poco, ma pesa 1kg di meno e questo aspetto ha un’importanza micidiale. Spesso si pensa che il peso sia un guasto solo per il trasporto e non si valuta l’inerzia della massa. Al brandeggio a mano libera i circa 3.3kg di fotocamera e 800mm si gestiscono in modo semplicemente imbarazzante, non so come dirlo altrimenti. Ne faccio il paragone con il brandeggio di ottiche più corte come il già citato 200-400 piuttosto che del 300/2.8 di qualunque versione, nell’uso pratico ho sempre dovuto ricorrere ad un appoggio, foss’anche solo la spalla di un socio di escursione. Invece il Nikon 800/6.3 accoppiato alla Z9 risulta pratico quanto un obiettivo che non esiste, un leggero 300/2.8, e scrivo 300mm con cognizione di causa perché non sembra di manovrare uno strumento che offre un ingrandimento di quasi 3 volte maggiore. Nella pratica cosa significa? Tantissimo e qui porto un esempio fresco fresco della scorsa estate. Ero appostato con l’800 montato sul treppiedi; esattamente alle mie spalle ho sentito il fischio di un rapace. Ho afferrato la seconda Z9, che tengo libera proprio per le “sorprese” come questa, e con il 300mm in canna, e ginnica contorsione, ho scattato una “foto ricordo” a distanza siderale di una sagoma di rapace su tronco scassato. La cosa sarebbe finita qui se davanti a me avessi avuto il 600/4 perché è impossibile spostare il tele grosso, cioè staccarlo dal treppiedi, brandirlo trascinando con sé tutte le reti mimetiche e orientarlo in direzione opposta. E’ uno sforzo che non si può fare, sono 6-7kg a sbalzo da sostenere con i muscoli addominali. Ma come detto quel giorno avevo l’800, che è decisamente meno ingombrante del 600, e soprattutto pesa meno della metà. Allora provo: stacco l‘800 dal treppiede, lo imbraccio, riesco a ruotare senza che mi partano fitte addominali e scatto, ma stavolta con 1200mm equivalenti di ingrandimento (Z9 in DX). Rapace ? Parco lame Sesia - Agosto Nikon Z9 ob. Nikon AFs 300/4 PF + FTZ2 mano libera Poiana Codabianca! Parco lame Sesia - Agosto Nikon Z9 in DX ob. Nikon Z 800/6.3 S mano libera Nello Zaino. Pur essendo un “mammazzone” l’800Z offre un contenimento degli ingombri tale da facilitarne il trasporto. Per scarrozzarmi l’800 mi basta lo zaino da montagna da 40 - 45 litri e mi resta spazio per accessori quali vestiti e altre fotocamere. La scorsa estate ho trasportato per 4gg (tutte le mie ferie sigh) 3 fotocamere e 3 obiettivi su e giù per la Valsavarenche dentro ad uno zaino Forclaz 45l estremamente leggero. Non mi è sembrato vero di poter disporre di una varietà così ampia di focali anche in alta montagna consentendomi di riprendere qualunque soggetto e situazione incontrata. Dotazione Gran Paradiso estate 2023 Zaino Forclaz da 45litri e fotocamere; accanto: Ghiacciaio Gran Paradiso Nikon Z 800/6.3 mano libera Alpe Meyes Valsavarenche PN Gran Paradiso, Nikon Z7II ob. Nikon Z 24-70/4 S Alpe Meyes Valsavarenche PN Gran Paradiso, Nikon Z9 ob. Nikon AF-s 300/4 PF + FTZ2 Alpe Meyes Valsavarenche, PN Gran Paradiso, Nikon Z9 ob. Nikon Z 800/6.3 S mano libera Torrente Savara sotto la pioggia, PN Gran Paradiso, Nikon Z9 ob. Nikon Z 800/6.3 S mano libera I limiti del Nikon 800Z. Lo strumento perfetto non esiste e nemmeno noi siamo troppo perfetti. Il Nikon 800Z è un’ottica diffrattiva, come tale presenta un aspetto che ad alcuni può risultare indigesto: lo sfuocato. In certe condizioni le linee presenti sui piani fuori fuoco possono mostrarsi come ondulazioni simili a quelle di un miraggio. Non solo, nei controluce sparati si possono presentare fenomeni bizzarri simili all’aberrazione cromatica che presumo dipendano dal gruppo diffrattivo Fresnel presente nello schema ottico. Sfocato diffrattivo Novara - Ottobre. Nikon Z9 in DX ob. Nikon Z 800/6.3 mano libera Goccioline multicolori, Gran Paradiso - Agosto. Nikon Z9 ob Nikon Z 800/6.3 S mano libera Ma io non appartengo alla schiera degli estimatori dello sfocato assoluto, quindi la mia valutazione di uno strumento non viene stravolta da aspetti che giudico men che secondari. Credo che oggi per qualunque fotonaturalista non esista un’ottica più accattivante di questo 800Z. Per me è stato un sogno diventato reale quello di poter trasportare a 2500m di altezza 800mm di focale e lo scrivo con la coscienza propria di chi, a quelle quote, ha scapicollato il 600/4 unito al treppiede Manfrotto 055. Il vero limite di questo obiettivo è nella luminosità massima relativa quell’f/6.3 con cui occorre scendere a patti. La verità è che dispiace arrendersi al buio perché questo obiettivo con la Z9 sembra poterti condurre ovunque. Il crepuscolo spinge l’attrezzatura fotografica al limite, e questo 800/6.3, per quanto digerisca benissimo tempi di otturazione dell’ordine del 1/60s, si deve arrendere dove altri obiettivi possono osare. Il compromesso però è abbondantemente a favore di questa soluzione che, nella pratica, consente di fare quasi tutto. Quasi notte, messa a fuoco difficilissima. Parco Lame Sesia - Giugno Nikon Z9 ob Nikon Z 800/6.3 Gitzo GT3541LS Arca B1 Un guaio cui invece non c’è rimedio è collegato a focali così lunghe ed è e rimane nella qualità dell’aria che separa il fotografo dal soggetto. Talvolta bastano 50 metri di strato d’aria per risultati inguardabili, in questo senso credo sia molto importante avere coscienza delle condizioni pratiche di possibilità di utilizzo. Non c'è niente di nitido. Leviona PN Gran Paradiso - Agosto. Nikon Z9 ob. Nikon Z 800/6.3 mano libera Concludo consigliando a tutti gli amanti della fotografia della natura di guardare con attenzione, ed un po’ di sana cupidigia, ad ottiche quali l’800 Z, e ai suoi fratellini più piccoli, perché vi possono regalare opportunità non facilmente prevedibili.
  7. Insieme alla Nikon Z6 messami a disposizione grazie al distributore italiano per Nikon, ho avuto la possibilità di sottoporre ad una prova su...mirrorless anche il neonato Nikkor 35/1,8 S ossia il primo grandangolare fisso per Nikon Z, caratterizzato da uno schema ottico di 11 lenti in 9 gruppi relativamente leggero (370g) lungo 8,6cm e largo 7,3 (diametro filtri da 62mm), paraluce a baionetta a petalo, angolo di campo da 63,5° e diaframma a 9 lamelle, nato per essere usato insieme allo stabilizzatore interno delle Nikon Z, con cui sfruttare la possibilità di utilizzo a mano libera in luce disponibile, grazie anche alle potenzialità già sperimentate con la Z6 di questo test agli alti ISO. Austero, come anche gli altri due Nikkor S fin qui presentati, ben costruito e dotato di una serie di O-ring per renderlo resistenze alle intemperie dotato di motore AF stepper, come la più recente produzione ottica Nikon di peso leggero, trattamento antiriflesso ai Nanocristalli e, naturalmente, diaframma elettromagnetico, solo di selettore AF-MF, moderna contattiera posteriore a 11 contatti dorati e ben integrati nella flangia posteriore, montato sulla Z6 non risulta ingombrante, ma perfettamente dimensionato ampia la ghiera di messa a fuoco, mai probabilmente utilizzata nel migliaio di scatti effettuati con questo obiettivo, manca però la finestrella delle distanze (messa a fuoco minima a 25cm) indice questo della classe di appartenenza nel futuro catalogo delle ottiche NIkkorZ nonostante un prezzo non certo da entry level, attorno ai 900 euro... Ho utilizzato il Nikkor 35/1,8 S in varie condizioni in esterni, sia per realizzare le fotografie con le quali ho poi redatto l'articolo sulla Z6, sia perchè tra le focali wide contenute, quella dei 35mm mi è particolarmente congeniale, ad esempio quando decido di andare in giro con un solo obiettivo per fotografare senza una particolare destinazione. Ho realizzato quindi anche le immagini per l'articolo sul focus stacking, delle quali la foto sopra era una del block, con cui ho poi ottenuto questo stack derivando essere un campione di versatilità cromatica in tutte le condizioni di illuminazione in esterni specie giocando con le potenzialità dei profili colore della Z6 con la quale mi sono proprio divertito i colori forti si legano a meraviglia con le potenzialità di questo obiettivo, brillante e definito anche tenue e delicato sia on-camera (o in postproduzione) quando ciò necessiti crop assolutamente definito, principalmente con i profili monocromatici in dotazione alla Z6 fino all'estremizzazione del concetto 😇 Forte del fatto del suo diaframma più luminoso, questo obiettivo si tende ad usarlo sempre attorno a TA ma fino a f/4 manifesta uno stacco deciso tra primo piano e sfondo e il diaframma a 9 lamelle mostra un bokeh interessante f/2 - f/4 - f/16 (mi piacciono i valori interi) chiaramente la definizione aumenta diaframmando tanto quanto in controluce diretto reagisce meglio ai diaframmi più chiusi In available light si fa forte della sua luminosità facendosi bastare ISO medi (entrambe a 400 ISO) Da questa immagine viene però in argomento quella che ritengo essere il peggior difetto di questo, per il resto ineccepibile, grandangolare, ossia una forte vignettatura che lo accompagna da TA (dove ce ne potremmo aspettare) fino a f/4 incluso, in maniera progressivamente molto evidente (scatti eseguiti ad un pannello da 70x50cm a un metro di distanza: i cerchi misurano 12cm di diametro) la correzione su Capture NX-D probabilmente rimetterà a posto le cose, ma chi utilizzi altri software dovrà aspettare prima l'aggiornamento al profilo di questa ottica. Anche il suo utilizzo in luce mista lo caratterizza per essere un classico obiettivo da street, così come da ritratto a figura intera o in piano americano, ambientato, come ho avuto occasione di realizzare unica luce, dura e contrastata, messa a fuoco sul rosso delle labbra a f/5,6 (la seconda è il crop) Luce continua dai pannelli a neon: f/2 ISO 5000 Qui invece in luce ambiente a 25.600 ISO, nonostante il rumore digitale (apprezzabilissimo della Z6) l'obiettivo non perde ancora vigore Flash diretto, f/3,2 ISO 100: al meglio delle possibilità di tutti e tre (obiettivo, soggetto e ...me) Direi che questo primo wide Nikkor S debba essere tenuto nella giusta considerazione da molti fotografi: principalmente quelli per cui gli obiettivi cominciano dai mediotele, al di sotto dei quali il massimo verso cui possano spingersi sono questi angoli di campo. Personalmente sono rimasto parecchio soddisfatto per la maneggevolezza e la definizione sul soggetto a tutti i diaframmi, anche quelli più chiusi ai quali mi sarei aspettato molta più diffrazione (che non ho mai incontrato) e qualcosa in termine di color fringings dei quali ho trovato scarse tracce anche nelle peggiori delle condizioni auspicabili (come in questo crop 3,5x) Distorsione contenuta (basta guardare le immagini del pannello più sopra), ma vignettatura consistente e immanente a tutte le aperture più interessanti per le quali quest'ottica si voglia acquistare Ciò non condizionerà l'acquisto di chi non intenda utilizzarlo per la...riproduzione di originali, in quanto, come ritengo traspaia dalle immagini di questo articolo, in esterni, in assenza di superfici omogenee di sfondo, non costituirà un problema: nella fotografia di ritratto poi, può essere oggi considerato forse un valore aggiunto, ricercato da molti fotografi che talora la inseriscono in postproduzione. Volete mettere poi l'espressione del mio amico Nunzio, divulgatore per Sony, costretto a posare davanti a una Nikon Z con la sua Pleistascion tra le mani? ...per tutto il resto c'è... Max Aquila photo (C) per NikonZetaland 2018
  8. Proprio così: il signor Megadap ha inteso costruire il suo adattatore che rende AF le ottiche MF su fotocamere Nikon Z Verrebbe da chiedersi in prima battuta: ovviamente sarà un adattatore a baionetta F su Z... !!! Ed invece no, probabilmente per evitare l'ira funesta della Casa di Tokyo che in quel caso avrebbe avuto da ...obiettare qualcosa, Mr.Megadap che non lascia traccia di sè neppure nel sito dedicato se non per una mail di riferimento, ha preferito costruire un adattatore per ottiche Leica M su fotocamere Nikon Z... Ma ovviamente...nulla osta a mettere davanti la storica ed elegante baionetta LM, qualsiasi altro adattatore meccanico (privo di contatti elettrici) per utilizzare l'universomondo di obiettivi MF fin qui prodotti, anzi...nella pagina/prodotto del sito, Mr.Megadap ce ne mette una caterva a disposizione tra i quali fa capolino, ovviamente, anche quello Nikon F !!! Nikonland è un sito di curiosi, possessori di ogni bene del listino Nikon di oggi e del passato anche remoto: volete che non ci mettessimo a provare questa annunciata meraviglia? Andiamo per gradi però: seguendo il percorso consigliato dalle istruzioni per l'uso...: Megadap si presenta come un apparecchio ben strutturato, tutto in metallo, costituito da una baionetta di innesto ottiche LM dotata di una ben prominente leva di sblocco e priva di qualsiasi contatto elettrico, dato che vi monteremo sopra obiettivi Manual Focus Girandolo, troviamo oltre alla baionetta di innesto alle fotocamere Nikon Z, la relativa contattiera per comunicare elettricamente tra fotocamera ed adattatore... dato che il cuore della trasmissione dei dati di fuoco ed esposizione è contenuto per intero nella basetta che finalmente ci dà qualche dato di fabbrica. (particolare della gola dell'innesto, che determinerà l'escursione di quei 6,5mm che consentiranno la movimentazione delle ottiche applicate) l'adattatore è inoltre dotato di presa micro USB che serve ad aggiornarne il fw (attualmente siamo alla versione V.1.3.1) La prima cosa che viene consigliato nel sito da fare, è proprio quella di controllare la versione fw dell'adapter, scollegato dalla fotocamera. La seconda...quella di stabilire che ottica montare e registrare, con un sistema tanto empirico, quanto efficace, la sua focale scattando una foto a un determinato valore di diaframma e, immediatamente dopo, spegnere la fotocamera. Alla sua riaccensione e in tutte le foto successive che verranno scattate con questa registrazione iniziale, troveremo nei dati EXIF la focale in uso ed il valore di diaframma utilizzato per ogni foto ! Roba da non credersi, abituati con Nikon Z ormai ad aver dovuto fare a meno di ogni rilevamento EXIF per obiettivi MF, a causa dell'assenza del simulatore di diaframma presente sulle DSLR... L'elenco di corrispondenza tra il valore di diaframma per impostare i dati e la focale corrispondente, è nella pagina/Manuale del sito e come potrete vedere, ha una limitata quantità di lunghezze focali, classiche del mondo Leica M (troviamo lunghezze focali caratteristiche come i 21mm, i 75 ed i 90, sconosciuti ad altri produttori) Perchè tra le verie raccomandazioni del produttore c'è anche quella che il Megadap sia ottimizzato per scattare a valori da f/1,4 e f/5,6 pur consentendo l'utilizzo di ogni altro (ma con possibili sovra o sotto esposizionei) Inoltre, ed è ben comprensibile, gli obiettivi con elicoide di maf molto esteso, vanno prefocheggiati nei pressi del soggetto sui cui la limitata escursione del Megadap (6,5mm) potrà consentire a quel punto di avere buona ...presa. Ancora...è possibile scattare con tutti i modi AF delle Nikon Z, tranne AF Pinpoint che essendo il modo a solo contrasto di fase viene espressamente escluso. Nell'utilizzo in questi giorni di questo adattatore, ho notato come sia veramente efficace ogni altro tipo di lettura AF della fotocamera, compresi AF Auto e Auto Wide e Small, ognuno dei quali si attaglia a determinati soggetti nelle riprese fotografiche ed in quelle video. Sono però partito dall'uso del Megadap con ottiche Leica M, avendo per coincidenza a disposizione due TTartisan, il 50/0,95 ed il 35/1,4 con i quali ho realizzato il mio training con questo sorprendente adattatore. ben visibile in questa coppia di foto, l'escursione del blocco di movimentazione degli obiettivi sul Megadap: pochi mm che consentono la rivitalizzazione di ottiche MF e qui lo stesso...con ottica montata. A cosa possa servire un attrezzo del genere è presto detto: la sua lentezza operativa ed il rumore di trascinamento ne fanno un ausilio per generi dove la fretta non la faccia da padrona, MA... si desideri conferma dell'avvenuta cattura del soggetto su cui mettere a fuoco. Nello specifico, scrivo da molti anni ormai che gli ausili correnti sulle mirrorless, come il focus peaking a spettro di colore, siano francamente del tutto inutili con obiettivi come i grandangoli oltre i 35mm, con i quali mi risulta impossibile comprendere la soglia effettiva di fuoco, essendo caratterizzati da una grande pdc. Ma ancor di più oggi, con l'avvento di obiettivi dalla focale fissa di enorme luminosità, come per l'appunto quel TTartisan 50/0,95 con il quale non si avrebbe mai la certezza del raggiungimento di una maf precisa, con gli aloni colorati. Ebbene, con questo adattatore di terze parti oggi, selezionando AF-S e punto singolo o Auto Wide/Small, otteniamo questa conferma di fuoco sulle nostre Nikon Z E sopratutto...riusciamo a riportare sugli EXIF i dati di esposizione insieme a quelli della focale e del diaframma in uso ! E' per questo che il mio training su Leica è volato via in pochissimo tempo, durante il quale ho comunque capito che con obiettivi con escursione dell'elicoide di messa a fuoco limitata, basta lasciare vicino ad infinito la ghiera manuale e il Megadap farà il resto, mentre con gli obiettivi più specifici (tele, macro) bisogna intervenire lasciando loro il margine utile di lavoro. Il primo adattatore Nikon F- Leica M che ho comprato su Amazon era inadatto: di marca Urth, possiede una ghiera di blocco, zigrinata, incomprensibile, che non ne consente l'accoppiamento al Megadap, molto convesso al suo interno (neppure facendo preventivamente venir fuori l'elicoide dell'adapter) Urth...urta e si rovina... Non compratelo Io ne ho presi due (pensando che il primo fosse difettoso) e li ho entrambi restituiti, prima di arrivare ad un consueto K&FConcept, assolutamente perfetto che si accoppia alla perfezione ... e finalmente porta a casa il discorso in questione...!!! avendo a disposizione una vasta platea di candidati a questo...matrimonio intanto guardate questo video...pur sapendo bene come questo non sia ...il mio ambito megadap.mp4 scusandomi ancora per la ...laconicità del video, le foto man mano scattate, sono state riprese come detto con un Nikkor 24/2 del 1977 Cominciamo da questo splendido Nikkor 50/1,8 AiS (ultima serie prima degli AF) che sembra nato per stare sulla Nikon Z7 su cui sto facendo questi esperimenti come il suo successore... il primo 50/1,8 AF assolutamente MF su ogni Nikon Z (come anche tutti gli altri AF ed AFD) (il video e le foto di servizio ad adattatore ed obiettivi, sono state realizzate con la Z50 ed il suo 16-50 DX) Passiamo poi per lo stupor mundi tra tutti gli standard luminosi MF bello già soltanto da fotografare lui stesso così come faccio con questo altro campione, il Micro Nikkor 55mm f/3,5 half lifesize del 1970 che col Megadap va seguito, prefocheggiando sul soggetto, visto l'infinito elicoide di maf senz'altro uno dei miei obiettivi Macro di riferimento, ancora oggi e ancor di più, con questo Megadap, che finalmente mi da agio di utilizzarlo su Z andiamo sui wide? Facciamolo con una new entry delle mie vetrine, il Nikkor 20mm f/4 supersimmetrico del 1977 compatto, semplice e però...f/4, quindi impossibile da focheggiare a mano con precisione su ML, con i sistemi tradizionali Credo di essermi spiegato: funziona, tossisce ma poi ...si schiarisce la gola e acchiappa il soggetto, soffre molte antiche cose di cui soffrivano gli AF di prima generazione, ma consente di sapere se un obiettivo wide o molto luminoso (o tutt'e due le cose) sia realmente a fuoco sul piano richiesto. Costa 399 euro, che non è poco (a cui sommare l'acquisto dell'adattatore per Nikon o per ogni altro obiettivo vogliate usarci sopra): ma già solo per il fatto che mi riporta sugli EXIF della Z la lunghezza focale ed il valore del diaframma in uso mi sa che lo terrò... Secondo me tra l'altro, continueranno ad aggiornare il fw... Ben fatto, Megadap MTZ11 ! Max Aquila photo (C) per Nikonland 2021
  9. Ma la Nikon D780 ce l'ha il focus stacking ? [Ripresa con Cambio di Messa a Fuoco secondo la terminologia di Nikon Italia] Si, ce l'ha. E funziona particolarmente bene, perché si può impostare la fotocamera in modalità "silenziosa" in modo da evitare ogni vibrazione [specchio alzato, otturatore aperto]. Si tratta di una procedura automatica sviluppata all'inizio per la Nikon D850 e poi estesa alle macchina successive, compresa la Nikon D780 e quasi tutte le Nikon Z. In questa situazione, la D780 è un filo meglio di quanto può fare la D850, perché eredita molte delle sue funzionalità dalla Nikon Z6, dove sono state perfezionate. Ma procediamo passo-passo. Di che stiamo parlando ? Quando dobbiamo riprendere un oggetto esteso (ma il concetto si presta perfettamente anche ad un paesaggio, non solamente ad oggetti ben definiti : l'unico requisito fondamentale è che non ci siano parti in movimento ma tutto sia bene fermo) normalmente chiudiamo il diaframma quanto è necessario e facciamo uno scatto. Ma se vogliamo la massima profondità di campo, idealmente sufficiente ad avere proprio tutto a fuoco e il massimo dettaglio, allora uno scatto così può non essere sufficiente. questo è uno scatto fatto ad f/8, messa a fuoco intorno al tasto DISP. Tempo di scatto 0.62'', ISO 100. Come si può ben vedere se il piano di messa a fuoco ... è a fuoco, non lo sono ne le parti davanti ad esso, ne quelle di sfondo. Mentre la nostra amata Nikon Zf è solo parzialmente a fuoco. Insomma, questo scatto può andare bene per una ripresa "artistica" ma non per una che abbia la massima precisione e dettaglio. Per essere chiari, questo è il risultato a cui tendiamo idealmente : potremmo provare a chiudere ulteriormente il diaframma. Ma non sarebbe sufficiente. Ed andremmo pericolosamente a contatto con i noti fenomeni di diffrazione che, alle risoluzioni a cui lavoriamo, influirebbero negativamente sulla definizione dell'immagine, anziché aiutarla. Come risolvere il problema per arrivare alla fotografia che vogliamo ? Niente paura. Non è scienza aerospaziale, parliamo di cose che sono alla portata di tutti, ma proprio tutti i fotografi. La foto che vedete è stata realizzata con la Nikon D780, con il meno adatto dei Nikkor, il 58/1.4G. Il soggetto è illuminato ... dalla luce ambiente (sostanzialmente i LED del lampadario della stanza altre aggiunte. Ma naturalmente qui potremmo utilizzare ogni luce fissa o flash di cui disponiamo. Lasciamo ai singola la scelta. Considerate che per le foto di repertorio dei nostri articoli, noi andiamo in studio ed usiamo 4 flash da 600 W/s ognuno dotato di softbox ottagonale da 120 cm di diametro con nido d'ape). Il bilanciamento del bianco è stato premisurato per non avere inconvenienti poi. Ovviamente la D780 è su treppiedi - uno semplice, non ne serve uno da milionari - con una testa a sfera da 42mm. Ci viene incontro il software Il problema ce lo risolvono le tecniche multiscatto. Facendo una serie di scatti cambiando il punto di messa a fuoco, è possibile avere una sequenza di immagini che coprono l'intero campo visualizzato (e anche oltre, se è possibile). Ci sono programmi dedicati - ma è possibile farlo a mano anche con Photoshop - che elaborano automaticamente queste sequenze di scatti per estrarre da ognuna le zone di immagine più nitide e contrastate. Per creare una immagine risultate che sia il più possibile "perfetta" e con una profondità di campo senza soluzione di continuità ? Magia ? No, è alla portata di qualsiasi fotografo. Persino quelli privi di qualità fotografiche come siamo noi. Abbiamo parlato di sequenze di immagini. Nella preistoria, si facevano ad ... occhio. Ovvero si facevano gli scatti un pò dove l'occhio colpiva, tentando di avere una copertura più o meno completa dei dettagli del soggetto. Per poi andare nel software e magari ... scoprire che il dettaglio più importante, il punto nodale della foto, non era nitida. Dovendo ovviamente ricominciare tutto da capo. Ancora ad occhio ! Ma Nikon ci offre questa procedura automatica che abbiamo deciso di sfruttare con la nostra Nikon D780. nel menù ripresa, in fondo, troviamo la voce Ripresa con cambio messa a fuoco. Come vedete ci sono altre funzionalità automatizzate nella D780 (riprese intervallate, Ripresa time-lapse). Ma fate mente locale invece all'opzione Fotografia live view silenziosa. E' una prerogativa delle Nikon Z. Ma la Nikon D780 è l'unica reflex che ce l'ha ! L'ha ereditata dalla Z6. In questa modalità, la D780 non produce alcuna vibrazione. Tanto che non è necessario impostare particolari intervalli tra uno scatto ed un altro, anche quando si scatta a tempi lunghetti. entrando nella voce del menù, abbiamo una serie di opzioni. Sotto al tasto Avvia, che in sostanza attiva la procedura (è quello che premeremo per far partire la sequenza), ci sono varie opzioni. il numero di scatti da fare. Indica alla fotocamera quanti scatti dovrà effettuare Larghezza step di messa a fuoco. E' un parametro qualitativo che comunica alla fotocamera una quantità di scostamento di messa a fuoco progressiva tra uno scatto e un altro Blocco esposiz. primo fotogr. Segnala alla fotocamera di non variare l'esposizione tra i vari scatti, fermandola alla prima misurata nel primo scatto (sinceramente noi suggeriamo di scattare in manuale, in modo da avere una impostazione fissa. Idem per il bilanciamento del bianco. Meglio fisso o premisurato) Fotografia silenziosa. Se messo su ON, la D780 opera in otturatore elettronico. In silenzio e senza vibrazioni. Se messo su Off, viene utilizzato l'otturatore meccanico. Preferibile usare l'otturatore elettronico tranne i casi di illuminazione oscillante che crei bande di luce negli scatti Avvio cartella di memorizzazione (nelle successive opzioni è possibile indicare se la macchina deve creare una cartella apposita per ogni sequenza o se debba ripetere la numerazione per le varie sequenze) Tutto bellissimo se non ci fosse il dilemma di scegliere il numero di scatti e la larghezza dello step di messa a fuoco. Con l'esperienza si riescono a scegliere i numeri giusti. Ma non sempre. E la necessità di ripetere la sequenza cambiando i parametri è sempre dietro l'angolo. Diciamo che più sono gli scatti, più piccolo dovrebbe essere lo step. Ma detto così sembra una cosa a cui credere per fede ... un paio di scatti del semplice set impostato per questo articolo. Una tavola di truciolare nobilitato come piano. La D780 su treppiedi. Il cavo USB-C per la connessione al computer, in modo da evitare i dover togliere la scheda di memoria per prelevare gli scatti. Ma il cavo verrà utile anche per la seconda parte dell'articolo ... E andiamo agli scatti Con l'accortezza di mettere a fuoco ad occhi, davanti al soggetto, non sopra, un filo davanti. Andiamo al menù e premiamo Avvia il display si oscura. Passa un breve momento e poi partono gli scatti. Vediamo che la macchina lavora perché si accende e si spegne la spia di memorizzazione delle immagini sulla card. Ma la sequenza avviene in modo silenzioso. Ci vuole un pò di tempo perché abbiamo scelto un tempo di 2/3 di secondo. Ma dopo il tempo necessario la macchina si riavvia. Ovviamente durante questo tempo noi dobbiamo stare in religiosa attesa, senza fare né poter fare nulla di utile. Preleviamo gli scatti Potremmo prelevarli anche wireless con l'Utility Nikon Wireless Transmitter ma non ci sembra il caso di complicarci la vita. Abbiamo un cavo USB-C da 3 metri. La Nikon D780 viene vista dal nostro PC. come se fosse una qualsiasi periferica. Vediamo la scheda di memoria da 256 GB, una comune SD Lexar 1066x. navighiamo all'interno e vediamo la cartella di memorizzazione delle foto. e anche l'anteprima degli scatti. Li prendiamo e li trasferiamo in una cartella nel disco fisso del computer. Parte software Abbiamo scritto un tutorial sullo stacking via Photoshop. Ma non tutti hanno Photoshop, che è un programma costoso e complesso. Per fortuna ci sono sul mercato software dedicati allo stacking, estremamente più efficaci e semplici, oltre che velocissimi. Noi abbiamo adottato Helicon Focus, di una software house ucraina. è una app a pagamento, con la licenza rinnovabile di anno in anno, oppure valida per sempre. E' solo una questione di prezzo. il programma, appena avviato si presenta così : con l'invito a trascinare le immagini da elaborare nello spazio grigio non ci facciamo pregare troppo e con il mouse trasciniamo le nostre 11 immagini dentro al programma. Le vediamo in miniatura sulla destra, mentre nel riquadro principale abbiamo l'anteprima del primo scatto. Si vede già che è a fuoco la parte anteriore dell'obiettivo. Mentre il resto è sfuocato. il programma presenta svariati metodi di "montaggio" tra le opzioni. Approfondirle non è oggetto di questo articolo. Magari un'altra volta. Ma noi possiamo anche andare con le impostazioni dell'ultima volta. Basta premere il tasto Crea. Il programma mostrerà il progressivo processo di creazione della fusione di immagini con una animazione in bianco e nero che, al termine, mostrerà il risultato. possiamo salvare l'immagine sul disco fisso. Che poi apriamo con il nostro programma di editing preferito. In questo caso Photoshop. con la taglierina ritagliamo il soggetto in modo da eliminare parti dello scatto non pertinenti che abbiamo lasciato per avere più materiale su cui mettere a fuoco. e qui esaminiamo il risultato. Il soggetto è nitido ma la stessa cosa non possiamo dire dello sfondo. Non sarebbe un problema, ma esteticamente potremmo avere un miglior effetto con tutto a fuoco. Nella foto qui sopra, in verde ciò che ci piace, in rosso ciò che non ci piace. Dove é il problema ? Impostando una sequenza di 11 scatti siamo riusciti a coprire il soggetto ma non molto oltre. E questo non ci ha dato la profondità di campo infinita che volevamo realizzare. Per risolvere non avremmo altro modo che ripetere la sequenza con un numero di scatti maggiore. Quanti scatti ? Un numero maggiore ... a nostro piacimento. Forse sufficienti, forse ancora insufficienti. Forse troppi, un numero eccessivo. Così come continua a non convincerci quel numero che definisce lo Step che non abbiamo modo di parametrare. E' il limite della procedura Nikon. Comoda ma non ideale. Ma che comunque funziona bene e che, con un pò di esperienza vi assicuriamo che ognuno saprà trarne il meglio. Per fotografare, in modo che tutto sia a fuoco, oggetti e soggetti comunque grandi, impossibili da riprendere con profondità di campo infinita, con un unico scatto. Sperando di avervi incuriositi, vi rimandiamo alla prossima puntata per un metodo alternativo ed efficiente. Sempre con la D780 nelle vesti di regista e la Zf di modella.
  10. Si narra che da qualche parte sul pianeta terra, una Nikon FM3a, nuova come il giorno in cui è stata costruita, stanca di attendere in vetrina che qualcuno l’acquistasse, sia fuggita dal negozio con l'aiuto di un ingegnere visionario che l'ha portata nel suo laboratorio. Potendo accedere alle tecnologie Nikon più aggiornate, l'ingegnere le ha spiegato che con una serie di interventi radicali, lei sarebbe potuta diventare la pioniera di una nuova generazione di Nikon. Non più un cimelio trascurato, retaggio di un passato glorioso ma lontano, ma un riferimento ipertecnologico per i giorni a venire, senza nemmeno dover rinunciare a tutto ciò che faceva di lei una vera Nikon. Coraggiosa e audace, come sempre una Nikon è stata, lei ha gettato il cuore oltre ogni ostacolo e ogni impedimento ed ha risposto convintamente “si, voglio farlo, fosse l'ultima cosa che farò”. Ci sono voluti lunghi mesi di esperimenti, tentativi e messe a punto meticolose ma alla fine il risultato è andato al di là di ogni aspettativa. E il travaso di tecnologia é completamente riuscito. Tanto che ha deciso persino di cambiare nome. Adesso lei è la Nikon Zf, ed è già una leggenda. *** E adesso usciamo dalla narrazione per andare alla cronaca di questi giorni Abbiamo avuto l'onore, la fortuna e il privilegio di avere a disposizione un campione di preproduzione della nuova Nikon Zf. Sapete, uno di quei modelli con la pecetta sul marchio per impedire che qualcuno per strada vi veda e la riconosca. No, quando sono uscito con la Zf devono avermi scambiato per un vecchio fotografo che crede ancora nella poesia della pellicola ... quanto si saranno sbagliati. Perché questa macchina, nasconde nel suo aspetto classico ma in fondo senza tempo, ogni tecnologia disponibile nei laboratori Nikon, o almeno, tutta quella che è già trasferibile in un modello di produzione. Tanto da potersi permettere più di una specifica che persino Z8 e Z9 non possono vantare. Che abbiamo potuto testare fotografando in condizioni reali. Che cos'è ? E' una fotocamera moderna, attuale nelle prestazioni generali, capace di scattare a raffica fino a 30 fotogrammi al secondo e di registrare video fino al formato 4K60p. Ha un sensore da circa 24 megapixel, simile a quello di Z6/Z6 II, messo a punto per questa macchina. La batteria standard per le macchine semi-professionali Nikon, quella EN-EL15 adesso arrivata alla versione c, più potente e ricaricabile via porta USB-C. Il motore di elaborazione Expeed 7 ereditato da Nikon Z9 e Nikon Z8. Un sistema di autofocus con tracking 3D automatico e riconoscimento del soggetto analogo a quello di Z9 e Z8. Un vano memorie con due schede diverse, capaci di operare in sincrono o in serie. Il tutto dentro un corpo che sta alla Nikon FM2/FM3 come l'attuale Totem GT sta a quello della originaria Alfa Romeo GT. la Totem GT del 2023 si rifà alla Alfa Romeo Giulia GT originale del 1963 ma di fatto è una supercar con prestazioni più simili a quelle dell'attuale Alfa Romeo Giulia GTAm di quelle della Giulia di un tempo. Ha carreggiate allargate, passo allungato, sospensioni moderne, meccanica alleggerita con un biturbo V6 da 540 CV e albero di trasmissione in fibra di carbonio. Anche la scocca è in fibra di carbonio. Ne esiste anche una versione tutta elettrica da 620 CV con una batteria alleggerita che supera a stento il peso di un serbatoio di benzina da 80 litri (e che fa lo 0-100 Km/h in 2.7''). E' nata per pochi (30 esemplari a circa 500.000 euro) ma vuole dare all'appassionato le sensazioni di un tempo, aggiornate alle aspettative ed esigenze di un moderno gentleman driver. La stessa cosa che può aspettarsi il nikonista appassionato, innamorato della sua Nikon di quaranta anni fa ma intanto viziato dalle capacità delle Nikon attuali. A prezzi più abbordabili perché la Zf è prodotta in grande serie e si potrà presto tranquillamente comperare nel negozio di fiducia ... Cosa non è ? Non è una replica di una fotocamera degli anni '80 del secolo scorso. Non è una fotocamera pensata necessariamente per adattare obiettivi del secolo scorso via adattatori più o meno intelligenti. Al contrario, può impiegare ogni obiettivo Nikkor Z e ogni obiettivo Nikkor F delle ultime generazioni in pieno automatismo, autofocus e stabilizzazione d'immagine. Non è un esperimento di estetica. Non è una mera replica della Nikon Zfc in formato full-frame. Per niente ! la Zf è più larga, più alta, più profonda, in una parola più grande della Zfc del 2021. E' anche più grande della mia Nikon FA del 1983. Ed è molto più comoda da usare e da impugnare di entrambe. Si permette anche di essere più robusta, costruita con materiali migliori. Destinata probabilmente a durare in eterno o almeno, quanto può essere la vita utile di una fotocamera digitale di oggi. Perché offre prestazioni attuali, anzi, più avanzate di quanto si possa immaginare guardandola. Che difficilmente, restando nella filosofia di questo apparecchio, potranno diventare obsolete nel medio periodo. Specialmente se Nikon continuerà ad affinare il suo firmware come ha fatto sinora con la Nikon Z9, la prima ad adottare l'Expeed 7. Come una GT, non è una macchina per compiti professionali o di routine, è una macchina pensata per il divertimento. Che unisce la bellezza - senza tempo, come la GT originale disegnata da Giugiaro per Bertone - tipica delle Nikon del finire dell'era manual focus, alle capacità tecnologiche delle attuali mirrorless digitali più avanzate. In questo surclassa la Zfc, pensata più come operazione nostalgia all'insegna del "piccolo è bello" (e colorato), strizzando l'occhio anche a chi, con pochi soldi, vuole apparire diverso. Che naturalmente la affiancherà nel catalogo Nikon ma senza nemmeno per un momento, pensare di impensierirla. Perché cito sempre la Nikon FA al posto della FM2/FM3a ? Perché tutte le Nikon moderne si rifanno alla FA per l'impostazione generale, mentre le FM erano macchine principalmente meccaniche e pensate per una impostazione manuale. La FA ha introdotto in Nikon la priorità dei tempi e il Program. Zfc e Zf mantengono il selettore della modalità di funzionamento - PASM - eredità diretta della FA. La FA aveva già una cellula esposimetrica a matrice, un processore digitale e i display a cristalli liquidi. Le FM erano molto più spartane. Si, naturalmente, una Zf può essere usata esattamente come una FM/FM2, regolando ogni impostazione a mano e a occhio se uno vuole. Ma può anche funzionare in totale automatismo, avvalendosi di sistemi automatici che quasi dispongono di intelligenza propria. Come è fatta ? il pulsante morbido di rilascio è un'aggiunta vezzosa personale (in commercio ce ne sono di tutti i tipi e colori), per avere un punto di rosso su tutto quel nero. E' anche più comodo per chi come me è solito scattare tanto e tanto di seguito. Ma il pulsante di scatto della Zf è il più classico di quelli con filettatura per il comando di scatto flessibile ... L'architettura è quella che ben conosciamo, con i quadranti di controllo distribuiti sulla calotta (in metallo, a differenza di quella in plastica della mia FA). Sono al tatto più solidi e sostanziosi di quelli delle mie Zfc. Però non aspettiamoci la solidità di acciaio e ottone della Nikon F. Le torrette ben dimensionate, il tutto è sovradimensionato rispetto alla Zfc per una migliore comodità operativa. Restano i blocchi sia per il quadrante dei tempi che per quello della sensibilità. Sensibilità che guadagna i 64.000 ISO in campo lineare. E se non vi bastano quelli ... il vano batteria resta sul fondello ma la batteria è orientata ortogonalmente rispetto alle altre Nikon Z che dispongono della EN-EL15. Ciò ha permesso di limitare la profondità dell'impugnatura che ha solo un piccolo grip sulla parte anteriore del corpo. Con la Zf sarà commercializzato un grip opzionale che consente una presa ancora più ergonomica (da SmallRig). sul lato opposto all'impugnatura, le classiche prese. La USB-C permette la ricarica della batteria. il fondello, bello e ben fatto ma apparentemente in plastica. Peculiarità C'è il selettore per il bianco e nero sulla stessa ghiera del selettore FOT/VIDEO è stata aggiunta la posizione B&W che permette di commutare rapidamente dalla ripresa a colori a quella in bianco e nero. Rispetto al solito, al normale profilo di Picture Control Monocromatico sono stati aggiunti due ulteriori profili dedicati, uno denominato Monocromatico uniforme e uno Monocromatico toni profondi. E' una novità molto ben accetta che elimina la necessità di passare per il menù per passare in bianco e nero. L'intenzione è quella di consentire al fotografo di cambiare idealmente pellicola continuando a scattare magari con il display posteriore chiuso a portafogli con il monitor nascosto e il dorso in similpelle a vista. Ma attenzione che a livello elettronico ci sono diverse altre peculiarità che nelle altre Z (ancora) non ci sono ! Che però si possono scoprire solo trafficando con i menù. A confronto con Z8 e Zfc Zf é più grande, più larga, più alta, più spessa, più pesante e con comandi più comodi di quelli della Zfc. L'impostazione è identica ma è più facile da usare. E anche da impugnare per lungo tempo. A prima vista sembra una lacuna importante la mancanza del joistick. Ma l'impostazione è tale che non se ne sente la mancanza. Per chi è capace di sfruttarla, c'è una modalità di utilizzo del touchscreen che consente di avere funzioni aggiuntive a sfioramento da usare mantenendo l'occhio al mirino. Rispetto alla Z8 invece si mantiene più compatta e meno "importante" ma in termini di consistenza e di peso, somiglia più a questa che alla piccola Zfc. E' anche meglio di Z6 e Z7. Quindi una completa reingegnerizzazione del corpo che non è un semplice ingrandimento di quello della Zfc. Basti pensare alla necessità di alloggiare un sensore più grande, dotato di stabilizzatore evoluto, una scheda madre più potente e un alloggiamento per due anziché una sola scheda di memoria. Il coprioculare é praticamente identico a quello di Z8, completamente diverso - salvo la forma tonda - di quello un pò giocattolo della Zfc. Si può staccare con un pulsantino, per montare un diverso modello, magari a conchiglia. Quello della mia Nikon FA, al confronto, sembra una versione economica. Anzi, nel complesso la FA sembra una macchina economica rispetto alla Zf (eppure a suo tempo, la FA mi costò uno stipendio ...). Come va alla prova dei fatti ? Va sorprendentemente bene. Per chi proviene da Z6/Z7 o da Z50/Zfc sarà una sorpresa. Mentre per chi già conosce Z8 e Z9 si troverà a casa, ritrovando tutte le modalità evolute di autofocus introdotte dalla Z9 ed adottate dalla Z8. In mano sta benissimo e anche senza grip opzionale non ci si stanca. Ho fotografato per un giorno intero, con due batterie, la sola microSD interna senza accusare la stanchezza (e il dolore alla mano destra) che le Zfc mi procurano dopo una manciata di minuti di utilizzo impegnativo. Le prestazioni sono elevate, combinando per la parte AF quelle della Z9 con la pastosità conosciuta del sensore della Z6/Z6 II, sia in foto che in video. Il DUAL GAIN interviene a 800 ISO, quindi le due modalità consigliate sono 100/200 e 800 ISO (e oltre). Per chi adora usare ottiche manuali, segnalo che è la prima Nikon Z (ma forse la prima mirrorless in generale) che è in grado di mantenere tutte le funzionalità autofocus (riconoscimento dei soggetti, volto, occhi, torso, etc.) anche mentre si focheggia a mano. In pratica la macchina riconosce il punto da focheggiare e piazza la il cursore, aiutando nella messa a fuoco il fotografo. L'unica condizione è che l'obiettivo abbia la cpu e i contatti elettrici (quindi sono escluse le ottiche manuali tradizionali che non comunicano con la fotocamera ma sono inclusi tutti gli AF/AFD, gli Zeiss ZF, i Voigtlander, i Viltrox). Nella pratica è divertente ma nulla che possa somigliare alla capacità di mettere a fuoco in automatico che rende l'esperienza fotografica non tanto lontana da quella con una Z8. Ecco, idealmente la Zf può diventare un bel secondo corpo per la Z8, con cui non si troverà a disagio, potendo sostituirla per tutte le volte i cui la professionale è eccessiva. Dando al fotografo quelle capacità di scomparire che le fotocamere moderne, tutte muscoli e curve, ci hanno levato. Con obiettivi compatti, tipo 28/2.8 e 40/2, tutti i fissi f/1.8, il 24-120/4 e il 26/2.8 si trova perfettamente a suo agio, salvo, naturalmente l'estetica non troppo ben assortita. Ma a questo non c'è rimedio finché Nikon non capirà che deve fare una linea di obiettivi dedicati a questa bella fotocamera che nasce già al di fuori del suo tempo, un instant classic come dicono gli anglosassoni. In poche parole : una leggenda. Infine, sembra una trovata del marketing, ma il selettore del B&W a portata di occhio così come tutte le altre regolazioni sulla calottina, veramente porta ad una esperienza di scatto quasi completamente senza entrare nei menù. Mentre il display posteriore completamente articolato, non sarà robusto come quello di Z8 e Z9, pensate per operare in ambiente ostile, ma è tanto, tanto più comodo (tranne in esterni dove si vede veramente poco). Quindi, c'è la batteria, c'è la potenza del processore, c'è l'autofocus, c'è la raffica, c'è il video. C'è l'estetica e c'è l'impostazione d'uso tradizionale che abbiamo imparato ad usare in gioventù. Sinceramente io fatico a trovarle difetti. Come potete leggere nella lunga lista di punti di forza a confronto con quella più ridotta - indulgente, direte voi, dei punti di debolezza. Sport motoristici con una macchina pensata per sembrare vintage ? Con la potenza dell'Expeed 7 si può e più facilmente di quanto non si direbbe. Nikon Zf e Nikkor 24-200 VR, jpg, 30 scatti al secondo Oltre 12.000 scatti in quattro ore, con il 10% di carica residua. Appena un accenno di riscaldamento con la spia sul giallo (avvisi mantenuti sul valore standard, per cautela). Nikon Zf e Nikkor F 58/1.4G@f/1.4, ISO 800, luce disponibile Nikon Zf e Nikkor Z 85/1.8@f/1.8, ISO 800 Nikon Zf e Nikkor F 58/1.4G@f/1.4, ISO 100, luce disponibile Ma naturalmente, forte del suo NEF malleabile eppure molto leggero (circa 10 megabyte a file con compressione più elevata), e il suo mix di possibilità espressive, si adatta a qualunque genere. Qui ho fotografato due modelle in una location ottocentesca, facendo oltre 7.000 scatti in tre ore restando con il 24% di carica residua nella batteria inserita al mattino. Ma avevo un'altra batteria fresca con cui eventualmente affrontare un altro shooting al pomeriggio. Fresco come una rosa. Punti di forza 1) pur ricordando nella impostazione la Zfc, la Zf è di fatto più vicina ad una ipotetica Z6 III 2) rispetto alla Zfc è stata completamente riprogettata a partire dal corpo che è più solido, sostanzioso, robusto, fatto con materiali più solidi ed ha un aspetto visibilmente più premium. Ghiere, quadranti, il pulsante di scatto, la finitura, tutto è dimensionato adeguatamente e trasmette una sensazione di qualità superiore, sia alla vista che all'uso. L'otturatore promette il doppio degli scatti della Zfc. La batteria è quella affidabile, potente e conosciuta di Z6/Z7/Z8, la EN-EL15c. Alla prova dei fatti si possono fare migliaia di scatti con una batteria carica. Con due batterie si lavora per l'intera giornata. La Zfc al confronto ti lascia a terra senza troppo preavviso. 3) la presa in mano, pur non essendo "perfetta" come quella di Z8 e Z9 è abbastanza naturale da poter essere usata per ore senza stancarsi; anzi, per una intera giornata. 4) è la prima Z che porta su un sensore tradizionale di tipo BSI, le capacità dell'Expeed 7. L'autofocus è analogo a quello di Z8 e Z9 per funzionalità e quasi sullo stesso piano per prestazioni 5) l'oscuramento a mirino è stato ridotto al minimo rispetto a tutte le Z (tranne Z8 e Z9 che non ne hanno) e non c'è più "l'effetto moviola" nelle raffiche ad alta velocità 6) sono stati implementati i formati NEF compressi con TicoRAW e il formato HEIF mutuati da Z8. Un NEF compresso è più compatto dei JPG di altre macchine. 7) più simile a Z8 nell'architettura generale del firmware e più aggiornata di Z9 su questo piano 9) il VR sul sensore è stato raffinato. Adesso la sua azione viene modulata per avere la massima efficienza sul punto di messa a fuoco. Una funzionalità utile quando si decentra il punto di messa a fuoco rispetto all'inquadratura complessiva (con obiettivi con VR incorporato) 10) usandola si apprezzano capacità di categoria professionale, ben oltre quello che l'aspetto vintage autorizzerebbe ad immaginare 11) chi preferisce agire su leve, quadranti e ghiere apprezzerà la posizione di ripresa B&W aggiunta a quelle di "foto" e "video" che permette di "cambiare pellicola" senza andare nel menù 12) sono stati aggiunti due ulteriori Picture Control ( bianco e nero FLAT e DEEP) oltre al Monocromatico Standard, una sorta di "simulazione pellicola" 13) il touch pad può essere configurato per estendere le funzionalità tipiche dei tasti Funzione 14) il riconoscimento dei soggetti e la modalità di ripresa ad alta velocità a 30 fps sono paragonabili a quella di Z8 e Z9 anche nel motorsport 15) la copertura del Auto Area AF è la maggiore di tutte le Z (superiore anche a Z8 e Z9) e rispetto a Z6 il numero dei punti direttamente indirizzabili passa da 81 a 299 16) è la prima Z ad implementare anche il Pixel Shift oltre al Focus Shift (prima assoluta per Nikon) 17) per chi scatta ritratti in JPG sono state migliorate le novità introdotte con la Z8 (bilanciamento del bianco, trattamento della pelle del viso, riduzione del clipping delle luci sul volto) 18) modalità video complete, da macchina professionale, fino a 120p per riprese slow motion ed estensione della durata massima della ripresa 19) rispetto a Z6 II e Z7 II la registrazione audio PCM avviene in formato 48 KHz/24 bit 20) al momento è l'unica mirrorless full-frame con architettura "vecchia scuola" [vintage] ad avere queste prestazioni, presente sul mercato. Target di mercato allargato anche al bacino di nikonisti migrati a suo tempo su Fujifilm (ottiche permettendo) 21) prezzo. A 2.500 euro viene offerta una macchina "solida" che strizza l'occhio alle professionali Z8/Z9 per prestazioni e stacca nettamente tutto il resto della gamma Z 22) perfetto mix tra risoluzione disponibile e prestazioni agli alti ISO, unite ad ottime capacità di autofocus in "luce disponibile". *** Punti di debolezza 1) la presa USB-C é molto lenta. Ciò rallenta lo scaricamento dei file. Se fosse adeguatamente veloce invece, la scheda microSD potrebbe essere usata come una memoria interna permanente da non rimuovere mai 2) solo due obiettivi in stile con la fotocamera disponibili a catalogo e peraltro, non dotati di ghiera dei diaframmi (cosa che rende monca una modalità d'uso che replichi in tutto la ripresa in stile "iconico" FM", ovvero regolare anche il diaframma senza usare ghiere sul corpo macchina), peraltro tutti in plastica. La Nikon Zf pretende a gran voce una nuova serie di obiettivi importanti, pensati solo per lei (come invece potrebbero essere i Voigtlander dedicati Z se solo fossero autofocus). Al momento solo Viltrox propone obiettivi Z con autofocus e ghiera dei diaframmi funzionante. Quindi pensate che la comprerò anche se ho già ben tre Zfc, oltre a Z9 e Z8 ? Ma certo, che Nikonista innamorato sarei ? A metà ottobre per "San Cristoforo Colombo", sarà certamente mia.
  11. L'ultima guida all'acquisto di Nikonland risale al 2019 ed era incentrata su reflex ed obiettivi per reflex e solo una presenza marginale di materiale Z. Dopo si è aperta la nuova fase delle mirrorless che ancora si sta sviluppando. Riteniamo però che sia già sufficiente per scrivere una nuova guida che contempli, in questo articolo, una scelta ragionata dei corpi macchina, sono già 11 quelli sul mercato. Per poi dedicarci ad un approfondimento sugli obiettivi. Su Nikonland abbiamo avuto la fortuna di avere a disposizione (quasi) tutto ciò che Nikon ha presentato nel mondo Z. Vi invitiamo a leggere gli articoli e i test approfonditi (sono un centinaio) in questa sezione dell'area editoriale. *** Nikon Z, la scelta del corpo macchina. Potremmo anche sbrigarci in un attimo, indicando la Nikon Z8 come la macchina ideale per tutti. Ma non saremmo giusti, perché sebbene fantastica, la Z8 non è indispensabile a tutti. Dipende dalle esigenze effettive. Possiamo però fare un appunto introduttivo in linea generale. Possiamo considerare già obsolete le Nikon Z che non prevedono la porta USB-C come via di comunicazione e di ricarica della batteria. Insieme a quelle che non hanno il processore Expeed 7 (praticamente tutte, tranne Nikon Z9, Z8 e Zf). Ciò però non significa che chi possiede una di queste fotocamere e la usi con profitto debba smettere di usarla né che, a condizioni particolari di acquisto, un fotografo debba trascurare una buona opportunità. Purché sappia cosa sta acquistando in base a ciò che gli serve. Ultima osservazione di carattere generale. Se è vero che il corpo macchina è importante, è ancora più importante metabolizzare il concetto che Nikon Z significa principalmente quel nuovo bocchettone (il più ampio e quello col tiraggio più corto del mercato) su cui Nikon sta progettando i nuovi obiettivi. I veri protagonisti della nuova generazione, per cui le fotocamere rappresentano lo sfogo effettivo. Solo la combinazione Nikon Z + Nikkor Z consente la piena esplicitazione delle qualità offerte dalle nostre mirrorless. Piuttosto che usare una combinazione ibrida, tutto sommato una scelta di natura per lo più economica pensata "al risparmio", tanto vale restare con una splendida reflex come può essere la D850 o come è la D780, per tacere di D5 e D6. E stiamo nominando alcune tra le migliori reflex della storia. A cui purtroppo Nikon non sempre o solo limitatamente ha dato obiettivi degni di loro. Oggi siamo al contrario, con alcuni corpi macchina un pò claudicanti che trovano però supporto da obiettivi che, confrontati con i pari classe da reflex, risultano sempre vincenti e spesso superiori anche a quelli da reflex di categoria superiore. Quindi, si, il corpo macchina è importante ma le ottiche lo sono sempre di più. Infine, il progresso non si ferma. E lo sviluppo è continuo. Per il biennio 2024-2025 ci aspettiamo il lancio di nuove Nikon Z e l'uscita di nuove versione di firmware. In particolare : Nikon Z6 III, nuovo sensore, nuovo processore, prestazioni allo stato dell'arte del suo segmento Nikon Z50 II/Z70, nuovo sensore, nuovo processore, forse stabilizzatore integrato Nikon Z7 III, nuovo sensore, nuovo processore, nuove funzionalità Nikon Z9 II, nuovo processore, sensore aggiornato, prestazioni assolute insieme alle versioni di firmware 2.0 per la Z8 e 5.0 per la Z9 che aggiungano nuove funzionalità alle due macchine di punta. Bene, finita l'introduzione, andiamo al dettaglio. *** a sinistra la Nikon Z8, lanciata nel maggio del 2023, a destra la Nikon Z9, lanciata nell'ottobre 2021 Consideriamo Z9 e Z8 le eredi dirette delle premiate coppie Nikon F5 e Nikon F100 dell'era analogica o Nikon D3 e Nikon D700 dell'era digitale. Offrono il massimo delle performance odierne per Nikon che ha dimostrato di saperle tenere aggiornate anche a livello di sviluppo firmware. Le due macchine condividono buona parte dell'elettronica ed hanno prestazioni quasi coincidenti. Hanno lo stesso sensore, tanto veloce da essere per lo più in grado di azzerare gli effetti del rolling-shutter. Sono le uniche prive di otturatore meccanico, potendo sincronizzare il flash anche senza. Non avendo parti meccaniche, non subiscono usura all'otturatore né necessitano di una sua registrazione periodica. Al di là del differente prezzo, la Z9 va considerata nell'uso di obiettivi grossi ed impegnativi e in ambiti dove conta poter esprimere sempre il massimo del potenziale. La Z8 invece è più abbordabile, per prezzo, peso e volume, potendo funzionare tranquillamente anche senza battery-grip con un fattore di forma non così più impegnativo delle macchine di fascia inferiore. La Z8 paga alla Z9 una minore autonomia, un corpo meno capace di dissipare il calore generato da processore e sensore oltre a qualche dettaglio più o meno importante. L'ergonomia della Z9 è imbattibile. La Z8 è più discreta. La Z9 al momento ha nuove funzionalità aggiunte via firmware (scatto automatico, riconoscimento uccelli) che però ci è stato promesso verranno estese anche alla Z8 ad inizio 2024 (mentre alla Z9 verranno estese funzionalità della Z8 e della Zf che per ora non sono previste nella Z9). Abbiamo un articolo che le confronta dettagliatamente : Nikon Z8 o Nikon Z9 : quale scegliere ? Ma entrambe le macchine andrebbero scelte consapevolmente per lo più da fotografi che richiedano prestazioni, velocità, capacità video allo stato dell'arte, tenuta sul mercato. Hanno caratteristiche professionali che per chi fa foto ragionata in ambienti rilassati sono praticamente tutte superflue. La nostra Nikon Z9 ha accumulato in 18 mesi oltre un milione di scatti e sembra ancora nuova. Le Nikon Z8 passate per il laboratorio sommano circa 250.000 scatti e potrebbero stare in vetrina. Me sappiamo di Z9 e Z8 che in un anno non hanno fatto che poche migliaia di scatti. E alcune sono in vendita sull'usato con 500-600 scatti. Molti meno di quanti ne servano per testare la capacità di una nuova scheda di memoria. Entrambe necessitano di schede di memoria di livello per esprimere il loro potenziale. E fotografi non privi di immaginazione ma, soprattutto, di occasioni fotografiche, perché non passino il più del loro tempo, "sprecate" in vetrina. *** Non troppo a sorpresa, Nikon ha presentato poco più di un mese fa una Z che può essere considerata un ibrido, una sorta di laboratorio sperimentale. la Nikon Zf deve molto del suo appeal all'aspetto che sembra una replica moderna di una reflex a pellicola dei primissimi anni '80 del secolo scorso. Ma dentro quella scocca e sotto a quei quadranti, c'è il sensore della Nikon Z6/Z6 II che offre ancora buone potenzialità, con il processore di Z8 e Z9. Questo è responsabile di funzionalità e prestazioni insospettabili per una semplice fotocamera "vintage", tanto che come autofocus e raffica si mangia la Z6 II a colazione. E in un uso spensierato non fa troppo rimpiangere la Z8. Dove è cedente rispetto alla Z8 e alla Z9 è nel comparto memorie - adeguate alla macchina ma in una strana combinazione tra SD e microSD - e nella relativa vetustà del sensore, ottimo per capacità di dinamica e tenuta al rumore, ma lento nel readout (un ventesimo rispetto a Z8 e Z9) che ha obbligato Nikon a mantenere l'otturatore meccanico e che, se usata in modalità silenziosa, rende le immagini di soggetti in rapido movimento, sensibili agli artefatti indotti dal rolling shutter. La Zf nasce per dare le sensazioni d'uso di un tempo, però manca di ottiche dedicate con l'anello del diaframma funzionante. Ci sono solo due obiettivi - identici a quelli normali - che ne richiamano solo l'estetica. Ma in generale, oltre che bellissima e ottimamente costruita, ha ottime prestazioni e funzionalità anche sovrabbondanti per il fotografo tipo che la "dovrebbe" acquistare. Ne abbiamo parlato in anteprima qui : Nikon Zf : io sono leggenda ! *** Le tre fotocamere che abbiamo già trattato sono quelle più moderne e dotate dell'ultimo processore di immagini Nikon, il responsabile delle migliori prestazioni di autofocus, riconoscimento del soggetto, video evoluto, velocità di raffica. Le successive sono deficitarie in questi comparti e andrebbero considerate dai fotografi che effettivamente, per genere di fotografia praticata o per aspettative generali, non necessitino di quel genere di capacità. Pensando al formato DX, il 24x16mm, Nikon propone una linea di tre fotocamere che sostanzialmente ... sono la stessa macchina proposta in tre allestimenti differenti. Un pò come certe Volkswagen che si trovano negli autosaloni, marchiate anche Seat o Skoda (quando non anche Audi). le tre Nikon in formato DX condividono sensore, processore, batteria, differiscono per aspetto, ergonomia, porte di comunicazione, mirino Delle tre, sinceramente oggi non ci sentiamo più di consigliare la Nikon Z50, tranne che non venga offerta in kit con i due pregevoli zoom dedicati, ad un prezzo inferiore a quello di uno smartphone di fascia media. Pur avendo ancora buone capacità ed essere l'unica ad avere il flash incorporato, non ha la porta USB-C e anche alcuni aspetti a livello firmware sono stati trascurati. E' un pò come se Nikon si fosse dimenticata di lei per dedicarsi agli altri modelli. L'ultima DX proposta, già a metà dell'anno scorso, la Z30 invece, pur nell'assenza di mirino incorporato, presenta il miglior mix di capacità sia in ambito foto che video. E costa il giusto, oltre ad avere una ergonomia infinitamente superiore a quella della più "carina" Zfc che è la prima proposta Nikon di Z con aspetto vintage. Questa ha vinto tutti i concorsi di bellezza, sia nella versione nera che nero e silver e in tutte le possibili combinazioni di pelli colorate. Ma presa in mano a lungo provoca dolori. E come la Zf, manca di ottiche dedicate che consentano di evitare le ghiere del corpo macchina per cambiare il diaframma dell'obiettivo. Nessuna delle tre ha il nuovo autofocus con le librerie di riconoscimento oggetti, salvo il rilevamento dell'occhio di umani e animali (per lo più cani e gatti). Sono da considerare però la porta di ingresso nel mondo Nikon Z, avendo piena compatibilità con ogni obiettivo Nikkor Z. Costano il giusto, sono compatte e leggere. La Z30, in particolare, la più adatta per gite e scampagnate, da tenere in un tascone o in una borsetta minuscola anche quando dotata di un paio di obiettivi. Le ottiche, poche in formato dedicato, sono pregevoli, tutte di gran lunga adeguate alle necessità e superiori a quelle analoghe, offerte da Nikon per le reflex di questa categoria. Insomma, non sono seconde scelte ma vanno prese in considerazione avendo bene a mente cosa si cerca e cosa si ottiene nella scatola. Perché difficilmente potranno essere aggiornate se non con nuovi modelli. Di cui uno, pensiamo, uscirà nel 2024. *** Z6 e Z7 sono le prime Nikon Z presentate oramai 5 anni fa. Poi è arrivata la Z5, modello entry-level per le pieno formato e quindi sono state avvicendate Z6 e Z7 con modelli quasi identici salvo avere un doppio processore e la possibilità di montare un battery-grip con i pulsanti verticali (mentre Z6 e Z7 hanno solo un battery-pack senza comandi di controllo). Il sensore della Z6/Z6 II è originale ed ha buone caratteristiche ma è lento e soggetto a rolling-shutter quando usato in modalità silenziosa. Ha però ottime caratteristiche dinamiche e di tenuta al rumore. Diciamo che è forse il miglior sensore full-frame da 24 megapixel della sua categoria, pur con il limite della relativa lentezza. Il sensore della Z7/Z7 II è quello della Nikon D850 a cui è stata aggiunta la rilevazione di fase sulla matrice di microlenti sopra alla matrice di Bayer. La Z5 ha invece un sensore vecchio - quello della D750 che non ha ancora il dual-gain - ed è limitata in quasi tutte le sue prestazioni. E' nata per offrire un prezzo d'attacco aggressivo che però per noi dovrebbe stare ben al di sotto dei mille euro per essere attraente. Da evitare l'obiettivo in kit Nikkor Z 24-50mm, non perché abbia scarse prestazioni ma per la troppo ridotta escursione focale. la Nikon Z5 e in suoi due slot di memoria di tipo SD a destra, a confronto con la Z6 e il singolo slot XQD/CFexpress La domanda che nasce spontanea, dopo il cappello iniziale non può che essere : vale la pena di pensare ad una Z5-Z6-Z7 a fine 2023 ? In linea di massima ci permetteremmo di rispondere di no, non ci sembra il caso oggi. Se avete atteso fino ad ora, meglio attendere ancora qualche mese in più. Siamo certi che la Z6 verrà avvicendata nella seconda metà del 2024. Forse lo sarà anche la Z7. E le prossime macchine avranno prestazioni e potenzialità tali da renderle "quasi" soluzioni definitive. Ma nemmeno di fronte ad un usato sicuro o ad una offerta che non si può rifiutare ? Qui è d'obbligo il più sonoro dei dipende ! Dipende dalle esigenze del fotografo e se questo non avrà poi a pentirsene quando leggerà le specifiche della prossima generazione che metterà definitivamente fuori mercato la prima. Per fotografia "lenta", paesaggio, foto in studio, still-life, nulla che contempli l'azione, una qualsiasi di queste Nikon Z (e ci permettiamo di dire anche le macchine DX) va meglio delle corrispondenti reflex, specie se usate con gli obiettivi Nikkor Z. Oltre che naturalmente dal budget. Una Z6 a circa 1000 euro può essere un buon affare da tenere magari poi come secondo corpo e intanto allestire un bel corredo. La Z7 invece è sempre stata la Nikon Z con il peggior rapporto prezzo/prestazioni. Andrebbe scelta solo dall'estimatore di quel sensore ... Per la Z5 siamo ancora più scettici. Solo a prezzi molto marginali ma senza poi pentirsene. E la differenza tra Z6 e Z6 II e Z7 e Z7 II ? Non tali da stare troppo a pensarci. Le versioni II hanno aggiunto solo marginali capacità, soprattutto le due schede di memoria, un buffer maggiorato per la Z7, pochi altri dettagli oltre al battery-grip vero di cui abbiamo già detto. Nikon Z6 II e battery-grip per due Nikon EN-EL15b/c con comandi di scatto verticali Nikon Z5 e battery-pack semplice, senza comandi di scatto Salvo che non vi serva il video in formato 4K60p, quello lo offrono solo le versioni II (in full frame la Z7 II e in ritaglio DX la Z6 II). Ma è solo una questione di prezzi in fondo, con un budget ridotto da destinare anche agli obiettivi, allora meglio puntare su una Z6 di prima generazione "usato garantito" e spendere di più sulle ottiche, oppure risparmiare più soldi per la prossima Z6 III che temiamo andrà pericolosamente a sfiorare i 3.000 euro e cominciare a vendere tutto il materiale reflex che abbiamo ancora in casa prima che diventi difficile da "liquidare". State ragionando sul prossimo acquisto e avete ancora dubbi dopo le nostre considerazioni di questo articolo ? Chiedete nei commenti quanto vi rimane oscuro, chiarendo quale sia la vostra situazione attuale e le vostre aspettative. E noi faremo del tutto per aumentare la vostra indecisione confondendovi ancora di più le idee in modo persino più dettagliato !
  12. Ahhh, i vecchi tempi... In mezzo la rivelazione di Nikon per la sua estate all'insegna della Zfc in un revival degli anni 70-80 di somiglianze, assonanze, amarcord (per chi c'era) Ma anche per chi non c'era, ai tempi delle fotocamere della serie FM cui la Zfc si richiama, la ghiera del nuovo 28/2,8SE insieme all'estetica tutta del gruppo di famiglia, comunica sicurezza, grip, voglia di utilizzare quella ghiera. Una delle mie critiche al sistema Zfc è sicuramente l'eccessivo utilizzo di plastiche poco nobili, ed anche questo 28mm non ne è immune: all plastic made! E' un peccato, perchè si è persa un'occasione, sacrificando qualche etto di peso, a realizzare una realistica copia delle ottiche e delle fotocamere cui questo sistema si rifà. La seconda critica, ancora più accesa, è alla scelta di Nikon di questa focale da sacrificare sul formato APS-C della Zfc !!! Perchè...???? L'angolo di campo del 28mm è quello più disastrato, a mio vedere, dal fattore di conversione 1,5x: molto più interessante sarebbe stata una copia SE del 40mm f/2 di imminente uscita sul mercato. Credo Nikon abbia perso una ottima occasione, a meno che non voglia succesivamente realizzare una versione SE del 40mm o di altri compatti di futura progettazione. Le qualità indiscutibili (in rapporto a costruzione e prezzo) del 28SE sono state già da qualche settimana evidenziate in questo mio articolo ... Ma dopo questo sproloquio, ci manca ancora di sapere come si comporti questo Z Nikkor 28/2,8 SE in full format: ecco che ho recuperato una bella Nikon Z7, la prima delle mirrorless Z uscita nel 2018, col suo mega sensore da 45,7 Mpx, che fino ad ora non ha avuto 28mm fissi da utilizzare, solo zoom al cui interno questa focale di ripresa leggermente grandangolare, tanto amata da architetti e geometri/ingegneri, per i rapporti molto lineari tra larghezza e profondità del suo angolo di campo da 75,3*. Insomma: eccovi il primo fisso 28mm Z sul catalogo mirrorless Nikon. Vecchi tempi, antichi templi: Agrigento, Valle dei Templi, Tempio della Concordia ...direi un buon soggetto per vedere come si comporti questo grandangolare al pieno delle sue potenzialità... f/4 sappiamo come una delle caratteristiche di questo 28SE sia la buona nitidezza alla minima distanza di maf (19cm), eccolo all'opera a due diaframmi intermedi di lavoro, per vedere come funzioni in profondità di campo, l'altra delle caratteristiche proprie di focali di questo genere... (maf sugli steli in primo piano) f/16 la ripresa di questo fossile chiarisce come possa diventare interessante alla brevi distanze questo 28mm SE. Mi avvicino: un angelo caduto come gli Aiaci Telamoni (che sono più avanti) mi offre la possibilità di continuare a valutare la pdc (flash di rischiaramento in pp) f/11 f/5,6 f/8 guardando la differenza tra primissimo piano e sfondo, a tutti e tre i diaframmi, per quanto molto diversi tra loro, non mi pare di notare molte differenze... la nitidezza dello sfondo è sempre molto simile... Anche mettendo a fuoco l'ulivo vicinissimo...con un diaframma medioaperto, come f/5,6...non otteniamo molto più stacco di prima dallo sfondo f/5,6 La Maestà di questo colosso dell'antichità (440 aC) chiamato Tempio della Concordia (degli agrigentini il sottinteso) dal I sec. dC si ammira tutta nelle viste frontali e di traverso f/11 sia anteriori sia posteriori, dove il 28SE si comporta molto bene in termini di distorsione prospettica (nonostante il pessimo punto di ripresa) e nitidezza anche ai bordi immagine, come si nota dai crop dell'immagine precedente, uno vicino al piano di maf l'altro assolutamente fuori dal piano di maf Un risultato davvero encomiabile per un plasticotto da duecento euro e poco più, in questo senso. L'uniformità di esposizione a diaframmi crescenti, evidenzia invece una manifesta vignettatura a f/2,8 che,curiosamente, ritorna in misura meno accentuata al diaframma di massima chiusura, f/16, come si vede anche nel trittico seguente la suggestione delle riprese di questo Tempio agrigentino (uno dei meglio conservati dell'antichità) viene ben evidenziata col 28SE sia per rapporto dimensionale delle colonne, rispetto la distanza di ripresa, sia nel concentrare l'attenzione sugli aspetti più scenografici come le luci che filtrano tra il tufo delle cave vicine cromia e saturazione non sono aggressive, come con altri obiettivi più "modernisti" della serie Z, specie gli zoom di prezzo basso In buona sostanza, ritengo molto curiosa la mancanza di incremento di pdc, diaframmando: sembra che Nikon abbia progettato lo schema ottico di questo obiettivo proprio come trattandosi di uno standard (al quale assomiglia per quel comportamento) ed invece di calcolare matematicamente il fattore DX a ritroso, relizzando quindi un 33mm, abbia voluto utilizzare una focale classica, come quella dei 28mm (la triade delle FM era il 28, il 50 ed il 135mm) per ricreare la suggestione che la Nikon Zfc vuole realizzare, riuscendoci pienamente. Tirando le somme, ecco il mio pensiero su aspetti di forza e di debolezza di questo semplice obiettivo, una volta utilizzato su un sensore full frame, esigente come quello Z7: cosa mi piace: resa cromatica ben gestibile leggerezza costruttiva correzione della distorsione nitidezza prezzo cosa non mi piace costruzione in plastica pdc impersonale leggera vignettatura Max Aquila photo (C) per Nikonland 2021 ...bei tempLi...
  13. Su queste pagine abbiamo parlato in anteprima del Nikkor Z 24-200mm. Lo abbiamo fatto mesi prima che andasse in produzione e in distribuzione. E ne abbiamo parlato in termini che - mai ci saremmo immaginati - per un superzoom 10x sono lusinghieri. Io addirittura nei giorni appena precedenti alla chiusura per Covid, con i primi malati ricoverati a Codogno. Max per tutta l'estate successiva con tutte le Zeta disponibili. Poi ce lo siamo comprato e lo abbiamo consigliato. Con tutti i caveat insiti in un qualsiasi super-zoom ma con la novità che noi, nemmeno morti, prima con attacco F, avremmo mai comprato un super-zoom, Nikon, Canon, Sony o Tamron che sia. Passato un anno e mezzo adesso ne parlano anche gli altri. E ne parlano maledettamente bene ! Sappiamo che anticipare i tempi spesso non paga. Non paga in particolare per un sito come il nostro che non si fa e non fa pubblicità. E poi noi italiani siamo maledettamente esterofili, spesso se di una cosa ne parla - bene o male - uno "straniero", allora il messaggio passa meglio, prima, direttamente. Così è, se vi pare. Quindi facciamo dire oggi, a 15 mesi dalla nostra prima anteprima (perchè di articoli su questo zoom ne abbiamo fatti tanti, come nostro costume) le parole che non vi abbiamo detto a Spencer Cox, fotografo naturalista del Colorado che è redattore fisso del sito americano Photograpylife.com un sito per certi versi simile al nostro, con meno propensione alla partecipazione degli iscritti e più propensione alla pubblicità. L'articolo di Spencer si chiude con la preghiera, umile, certo, di acquistare l'obiettivo attraverso un link che porterà una commissione al suo sito. Noi invece dopo aver provato gratis l'obiettivo, abbiamo speso i soldi per averlo per noi Dettaglio trascurabile che non toglie nulla alla recensione che vi invito a leggere qui se vi va ma di cui sintetizzo quei due tre passaggi ... con le parole che non vi abbiamo detto. foto di Silvio"Ernesto" Renesto Spencer Cox : "Finora gli altri obiettivi della serie Z di Nikon sono stati così straordinari nella loro qualità dell'immagine che può sembrare uno spreco acquistare invece un superzoom. Molti fotografi rifiutano del tutto i superzoom e non posso dire di biasimarli. Anche in questo caso, dove il Nikon Z 24-200mm f/4-6.3 VR è il miglior superzoom che abbiamo mai testato, non ha ancora la stessa qualità ottica della maggior parte degli altri obiettivi Z di Nikon." "Gli altri obiettivi Z sono così buoni che hanno fissato uno standard irragionevole. Se confronti questo 24-200 mm con gli obiettivi con attacco F di Nikon, invece, inizia a sembrare nettamente migliore. Ciò è particolarmente vero nel confronto con la Nikon F 24-120mm f/4; l'F-mount 24-120mm è stato storicamente uno dei nostri obiettivi generici preferiti, ma sembra piuttosto scadente rispetto allo Z 24-200mm f/4-6.3." Qui noi abbiamo sempre avuto un giudizio piuttosto tranchant sul mediocre Nikon F 24-120/4. Che pure è solo un 5x, non un 8x come questo nuovo Nikkor Z. "Quando abbiamo testato l'obiettivo 24-200mm f/4-6.3 sul campo, abbiamo scoperto che era un compagno eccellente per fotocamere come la Nikon Z5 e Z6 II a causa della sua lunga gamma di zoom e del peso ridotto. Anche per gli utenti di Z7/Z7 II, il 24-200mm f/4-6.3 potrebbe essere una buona scelta. Riempie la nicchia di un teleobiettivo zoom leggero" "Personalmente lo userò come obiettivo principale per la fotografia di paesaggi d'ora in poi con la Nikon Z6 II. Considerando che comunque scatto quasi sempre a f/11 o f/16, mi sono reso conto che la mia fotografia non guadagnerà molto da obiettivi Z più pesanti e costosi, a parte forse migliori prestazioni di flare. Il 24-200mm non è perfetto, ma i suoi punti di forza e di debolezza si allineano abbastanza bene con le mie esigenze." "E anche se posso sembrare in un certo qual modo infastidito nel dover fare questa affermazione, in realtà non lo sono; questo è un ottimo obiettivo. Se hai bisogno di uno zoom leggero che copra molte lunghezze focali, è quello da battere." Spencer Cox (c) Photographylife.com Ecco, queste sono le parole che noi non vi abbiamo detto ma che condividiamo del tutto. le foto, invece, che non vi avevamo mai mostrato, non sono le nostre ma sono quelle del Professor Silvio Renesto, in arte ... "Ernesto" (un lapsus, ovviamente), fatte con la sua Z6 e il suo Nikkor Z 24-200mm. Leggendo Nikonland - limitatamente al mondo Nikon e località viciniori - spesso avrete in anteprima giudizi, consigli, prove che su altri siti di caratura anche mondiale forse avrete uno o più anni dopo. Noi non vi chiediamo di cliccare da qualche parte per farci guadagnare qualche soldino, né vi propiniamo pubblicità indesiderate. Nemmeno vi chiediamo di fidarvi del nostro giudizio e buona fede. Vi offriamo anche quelli senza interessi.
  14. Un'analisi di dati e delle considerazioni più che un vero test, ma penso possa servire per una riflessione ai potenziali interessati. Il post dell'Admin sullo Zhongyi 200mm f4 macro per Z ha sollevato la mia curiosità, in questo caso più accademica che altro. Non essendo disponibile, non ho fatto una prova diretta e quindi non posso discutere alcuni aspetti, però altri sono facilmente ricavabili dai dati forniti dal produttore e dai video disponibili. Vi presento le mie osservazioni su questi ultimi e dei pensieri conclusivi. Aspetto ed ergonomia. Non posso valutare se sia robusto o meno, ma l'aspetto è pulito ed elegante, ad eccezione dell'orribile scritta bianca "200 F4" che giganteggia nella parte anteriore del barilotto. Per il resto il tipo di caratteri usati ricordano certi prodotti Made in Germany, ma non sappiamo se sono incisi, serigrafati o che. La ghiera di messa a fuoco è molto ampia, come dev'essere in un obiettivo manuale, oltrettutto macro, ma solo mettendoci le mani sopra si vedrà se è scorrevole, ben frenata o meno. Sono presenti le indicazioni delle distanze in metri, piedi ed i corrispondenti rapporti di riproduzione, utili sempre, necessari in un manual focus. E' presente un grossa ghiera per i diaframmi ed un anello treppiedi rimovibile, già predisposto con piede compatibile sistema Arca Swiss, un tocco di intelligenza sempre più presente nei produttori di ottiche universali, ma che sfugge ai marchi più famosi. Specifiche utili alla discussione (quelle complete le trovate nel post di Mauro o nel sito Zhongyi): Messa a fuoco manuale, niente contatti elettronici. Costa circa 500 euro... Diaframmi da f4 a f32. Doveroso in un macro ma bisognerà fare i conti con la diffrazione. Distanza minima di messa a fuoco 0.48m per un rapporto di riproduzione di 1:1, ne riparliamo. Messa a fuoco interna (IF). 11 elementi in 7gruppi (un mucchio di lenti a bassa dispersione, speciali ecc.) Diaframma a 9 lamelle, fa presumere un bello sfuocato Diametro filtri 67mm Dimensioni: circa 75mm x 216mm (baionetta esclusa), non piccolo, ma c'era aspettarselo. Peso: 1230g (con il collare per il treppiedi). Non una piuma, ma di nuovo c'era da aspettarselo. Distanze, distanze, focali, focali! La distanza minima di messa a fuoco a 1:1 è 48cm, poco diversa da quella del 200mm f4 AfD Nikkor (50cm), per cui questo Zhongyi alla minima distanza è un 120mm effettivi. (erano 125mm per il 200mm micro nikkor AfD) La distanza di lavoro (dato più significativo in quanto è la distanza fra soggetto e lente frontale) a 1:1 la ricaviamo sottraendo la lunghezza dell'obiettivo più il tiraggio della fotocamera quindi in mm: 480 - (216+16) = 248mm cioè circa 25cm. Paragonabile a quella del 200 micro AfD Ed (26cm). In entrambi i casi, l'aggiunta del paraluce sacrifica altra distanza utile, quello dello Zhongyi mi sembra piuttosto grosso, se possibile eviterei di montarlo o cercherei un sostituto più corto. Dai 43 secondi del video di presentazione su youtube: Si possono trarre altre considerazioni (approssimative) sulla focale effettiva ad altri rapporti di riproduzione. ad 1:2 la distanza di messa a fuoco è circa 65cm quindi la focale effettiva è "circa" 145mm (155mm nel Micro Nikkor AfD) ad 1:3 la distanza di messa a fuoco è circa 85cm quindi la focale effettiva è "circa" 160mm (170mm circa nel Micro Nikkor AfD) ad 1:5 la distanza di messa a fuoco è poco sotto i 130cm quindi la focale effettiva sarà un po' meno di 180mm (il 200mm micro Nikkor AfD è 180mm giusti). Un trucco, (valido per QUALSIASI tele anche non macro) ossia l'aggiungere un tubo corto, potrebbe a parità di distanza incrementare sensibilmente la focale effettiva senza doversi avvicinare aumentando l'ingrandimento, così che, tanto per dire numeri a caso, a 50 cm diventerebbe un 180mm effettivi anzichè un 125mm, mica briciole. Oppure si avrebbe lo stesso ingrandimento stando più lontani, Il tutto si pagherebbe con una perdita di luminosità, ma abbastanza contenuta se il tubo è corto. Se volete fare un confronto più esteso, comprendente anche il SIGMA 150 OS Macro andate qui: https://www.nikonland.it/index.php?/articoli/test/obiettivi-sigma/sigma-150mm-f28-apo-macro-os-test-approfondito-r13/ Tutto sommato si tratta di valori comparabili, per più o meno leggero difetto, al 200mm micro-nikkor AfD. Altra cosa che si nota dal video è che la corsa della ghiera di messa a fuoco si riduce drammaticamente a pochi mm nelle distanze da 10m ad infinito. Tipico di questi macro manuali, è progettata per evitare di dover fare eccessive rotazioni alla ghiera di messa a fuoco, ma così rende un po' laboriosa (è un eufemismo) la messa a fuoco precisa alle grandi distanze. Qualità di immagine, non ci possiamo pronunciare. Immagini campione sul sito Zhongyi: http://www.zyoptics.jp/gallery/apo/apo-200f4/ Comprerei questo obiettivo? La domanda da porsi prima è: Supponendo che la qualità ottica sia ottima, cosa comporterebbe usare questo 200mm sulla mia nikon Z? Naturalmente la rinuncia all'af e a tutte le funzioni consentite dai contatti elettronici. Ma questo è ovvio. Più interessante potrebbe essere riflettere sull'operatività: E' un obiettivo relativamente pesante e non stabilizzato a messa a fuoco manuale quindi, salvo possedere notevoli doti personali di stabilità, e braccia di marmo, necessita assolutamente di un treppiedi per poter focheggiare senza oscillazioni o micro spostamenti avanti- indietro che non verrebbero compensati. C'è da dire che il focus peaking potrebbe dare una mano, anche rispetto all'Af talvolta surreale delle Z6/7 Ma il campo di applicabilità, perlomeno per le mie capacità, si ridurrebbe a riprendere soggetti statici con il treppiedi. Rispetto al 200mm micro AfD, fatte salve le sconosciute differenze di qualità ottica, il vantaggio sui corpi Z di questo Zhongyi è il poter fare a meno di adattatori che complicano ulteriormente la vita. le differenze di focale effettiva all'atto pratico sono trascurabili. Per concludere, direi che solo se si avesse voglia praticare la slow macro questo obiettivo potrebbe rivelarsi divertente. Da parte mia, vorrei veramente che me lo regalassero per giocarci , ma da quando ho corpi ed ottiche af stabilizzati la comodità che ne deriva dall'evitare l'ingombro e le perdite di tempo e fughe di soggetti ad opera del cavalletto ed annessi (ragioniamo iin termini di macro sul campo fra cespugli ecc. su soggetti "svegli") e la precisione di messa a fuoco ottenibile con l'af mi affievolisce di molto il desiderio di acquistarne uno. Queste le mie considerazioni, mi piacerebbe sentire la vostra opinione. FOTO DA VARI SITI (NIKONRUMOURS, ZHONGYI OPTICS ETC...)
  15. Si è fatto aspettare anni in roadmap (é uno dei motivi per cui probabilmente la roadmap non sarà più aggiornata ...) e poi anche una volta annunciato, chi lo ha ordinato lo sta ricevendo solo adesso, oltre due mesi dopo il lancio. Ed eccolo qua, appena consegnato dal corriere GLS, ordinato dal Nikonstore.it da Mauro Maratta e pagato di tasca sua in anticipo con Paypal. Ne parliamo qui in anteprima, per una prova approfondita ci vorrà un mesetto, noi non siamo soliti scrivere opinioni scolpite nella pietra dopo mezz'ora di utilizzo come certi recensori di Youtube che un attimo dopo sono già passati ad un microfono o ad un gimbal. Anzi, non contenti di provarlo qui dalle nostre parti, poi lo spediremo a dove solo Max Aquila lo potrà da par suo provare a mare, con i suoi amici surfisti. Ne valeva la pena ? La versione breve è si. In due frasi. Se fosse un Nikkor S, nessuno si scandalizzerebbe. E ... si, non vi offendete, ma è un obiettivo che è meglio di quanto il tipico proprietario di zoomone Sigma/Tamron si aspetterebbe di comperare con 2000 euro. Anzi, se costasse 2.559 euro, non sarebbe nemmeno questo uno scandalo. Perché questo è un Nikon. Il vero erede aggiornato del Nikkor F 200-500/5.6. Che una volta ... aggiornato con il nuovo, diventerà rapidamente un lontano ricordo. Senza andare a spaccare troppo il capello in quattro o a fare confronto a livello di pixel, l'immagine fino a 400mm non è troppo dissimile da quella offerta dal 100-400. E oltre, meglio di quella offerta dal 100-400 telemoltiplicato. Supera i due vecchi 200-400/4 e se non arriva - ci mancherebbe ! - al livello dello straordinario 180-400/4 TC, è anche vero che per dimostrare tutto il potenziale, il 180-400/4 dovrà essere impiegato in condizioni ideali. Mentre un obiettivo che spara fino a 600mm per la maggior parte sarà impiegato in condizioni limite, con la qualità dell'aria, i vortici di calore e i bagliori, che faranno veramente la differenza. Il Nikkor Z 600mm f/4 TC è meglio ? Ma certamente, certo. E per fortuna, anche se ancora difficile da avere, permane e permarrà a catalogo anche dopo l'uscita di questo super-zoom-tele. Ma ancora più che per il 180-400/4 che si ferma a 560mm mentre il 600/4 può arrivare a ben 840mm, esprimere tutto il potenziale di questi superteleobiettivi (considerazione valida anche per il pregiatissimo 400/2.8 TC) è ancora più difficile. E richiede superfotografi per superteleobiettivi. Dimenticando per un attimo il fatto che con i soldi che vi costerebbe un 600/4 TC, vi potete comprare due Z9, un 100-400 S e con gli avanzi, questo 180-600, per un corredo tele della massima potenza. Si chiude il mercato per i supertele con l'uscita di questo 180-600 ? No, certo che no. Ma per il fotografo di tutti i giorni, sarà veramente difficile giustificare un investimento 8.5x a fronte di un reale guadagno in termini di immagine in condizioni di scatto da mondo reale nelle foto di tutti i giorni. E questo al di là dell'ovvia differenza di luminosità massima tenendo a mente che a 600mm lo zoom è meglio che sia un filo più chiuso (f/7.1 o f/8, insomma) per avere il massimo della nitidezza. No, proprio in termini di messa a terra di tutta la potenza per quel prezzo da citycar accessoriata. Bene, dette tutte queste ovvietà andiamo ad aprire lo scatolone. Si, perché uno scatolone così mette in soggezione, come dimostra la "piccola" Z8 messa davanti a fare da paragone : e anche coricato, non è da meno ma una volta tolto l'obiettivo, invece, finiscono le ansie, è compatto, se non proprio piccolo, con i suoi 315mm senza paraluce. ecco tutta la dotazione che conta, noi l'abbiamo avvolto nel panno nel metterlo nello zaino, così per conservarlo così bello. Si, perché è bello. Nikon con i suoi Nikkor Z ha imposto uno standard estetico che è coerente al di là delle differenti linee di prodotto. E questo sembra uno Z di classe S per finiture a dettagli, in ogni sua espressione. Bello, ben fatto, notevole ! Comunque, vediamolo uscire dalla scatola : che è tutta in cartone, distanziali compresi l'obiettivo è avvolto in un panno di spugna e poi in un bugnato. Il paraluce è dentro una scatoletta separata. I manualetti sono del tutto trascurabili. La dotazione completa è questa : il collarino per il treppiedi, rimovibile, è incluso ! si toglie svitando quel vitone. E' una operazione agevole. Non ci sono guide a perni come nel 200-500/5.6 ma la logica è la stessa. Il movimento è accettabilmente fluido, meglio di quella del 200-500/5.6 ed infinitamente meglio per esempio, di quello del Sigma 150-600mm Contemporary che qui possiedono in tanti. Toglierlo o tenerlo ? Dipende dall'uso. E' compatto e leggero, sta dentro ad un vecchio zaino Tamrac Expedition 5, sufficiente per superare i controlli degli ingressi del Gran Premio di Formula 1 ma comunque supera i due chilogrammi. Quindi a seconda del tempo che lo si dovrà tenere in mano, meglio avere anche almeno un monopiedi. Servirà a riposare le stanche membra dopo una lunga camminata. Anche per chi fa tanta palestra ed è in formissima. il tappo è da 95mm, analogo a tutti gli altri. Il paraluce é un cilindro semplice. non sta in piedi da solo, si sbilancia verso il davanti. Ma basta montargli dietro una Z8 perché resti in bilico da solo qui lo vediamo col paraluce, con e senza il collarino del treppiedi mentre qui è montato su una testa video tramite slitta aggiuntiva Arca Swiss Non è bellissimo ? Noi ne siamo entusiasti ! Qualche dettaglio costruttivo in più. da dietro, con la scritta 180-600mm analoga a quella che hanno sul piedino gli altri teleobiettivi Nikon moderni. serigrafie e ghiere di controllo altro dettaglio della finitura impeccabile le tacche della lunghezza focale. La corsa della variazione di focale é sorprendentemente breve a vantaggio della velocità operativa. il tasto funzione programmabile dettaglio del lato con la scritta Nikon, il collarino e la ghiera programmabile che funge, servisse mai, da messa a fuoco manuale la parte sotto del piedino per il treppiedi con i due passi di filettatura. E' in lega leggera, quindi è probabile che qualcuno metterà un collarino alternativo opzionale in alluminio, con binario Arca Swiss. made in Cina, come c'era da attendersi. gli unici due selettori. Messa a fuoco Manuale o Automatica e limitatore di messa a fuoco tagliato a 6 metri, piuttosto che piena corsa da minimo a infinito. Aggiungiamo per pronta consultazione, lo schema ottico, complesso, con una bella articolazione delle lenti e largo uso di vetro speciale che permette un MTF interessante nonostante la focale estrema massima ottenuta non con pochi compromessi progettuali per mantenere compatto l'oggetto e il costo così contenuto. ma soprattutto una comparativa dimensionale che permetta di scegliere cosa sia meglio per il singolo fotografo : per super-teleobiettivi, il 180-600 é il terzo, l'ultimo a destra è l'800/6.3 [courtesy Camera Decision] mentre qui abbiamo tutti zoom, compreso il recente e compattissimo 70-180/2.8. Questo 180-600 è appena più lungo del 100-400/4.5-5.6 tutto esteso ed è addirittura più sottile. Resta più compatto del 800/6.3 che è appena più pesante, mantenendo il collarino del treppiedi. Mentre il 180-600 è di poco più pesante di 70-200/2.8 e 100-400mm, pur portando tutta quella focale in più. Se aggiungete i cartellini con il prezzo e tenete a mente che oltre i 400mm, molta parte della qualità dell'immagine non sempre dipende più dall'ottica ma dalla giornata, avrete un quadro orientativo più completo. *** Le prime impressioni sono molto positive. Oltre all'aspetto, anche la costruzione e il dettaglio sono premium. L'obiettivo vale ogni euro che costa, anzi, sembra a buon mercato. 2.500-3.000 euro non sarebbero sembrati eccessivi, visto il costo di 100-400 e 70-200/2.8. L'operatività è semplice e l'obiettivo, non variando lunghezza con la variazione della focale, non si sbilancia, rendendo agevole usarlo anche a mano libera. La velocità di messa a fuoco non è quella del 70-200/2.8 o del 400/2.8 ma è accettabile, considerando che non è un obiettivo della stessa classe merceologica. Le qualità ottiche ci sono tutte, sia in termini di nitidezza che di sfuocato e di colori. Ma soprattutto l'impatto (il punch), la matericità dell'immagine, sono ottime. E anche in autodromo, con il caldo e 6-7 megawatt di potenza scaricata da monoposto in accelerazione, le immagini alle distanze elevate obbligate per motivi di sicurezza vengono buone. Ma in termini di prova approfondita ci riserviamo il tempo necessario per farci un'idea più completa, per ora questi sono solo i nostri primi pensieri. In estrema sintesi, concludiamo come abbiamo iniziato. Se fosse un Nikkor Z di classe S non ci stupiremmo in termini costruttivi e di aspetto. Se costasse di più, se ne venderebbero meno ma nessuno avrebbe troppo da recriminare. La sua qualità è superiore a quella che molti fotografi possono sostenere sul piano della loro tecnica fotografica individuale. Meditate, cari fotografi ... meditate ... *** Ricordate di mettere un like se questo articolo vi è stato utile. A voi non costa nulla ma noi teniamo conto del numero dei like per decidere che articoli pubblicare. Mentre i vostri commenti saranno sempre preziosi per chi ci legge.
  16. No... non era nel sacco delle fotocamere che aspettiamo da Nikon e, sinceramente, ai primi rumors, pensavamo trattarsi di un fake, di quelli da periodo di stanca quando Nikon tira fuori il coniglio dal cilindro, per distrarre i suoi clienti affamati...col coniglio. Anche no...siamo più vicini ai sessanta che ai cinquanta, ma i cespuglietti da gufo sulla fotocamera, no... non li avevamo considerati... In più, per quanto attirati dalle possibilità video delle mirrorless di ultima generazione, anche utilizzandole poco, questa Z30 ci era sembrata fin da subito come una minestra riscaldata, una pedissequa copia delle capacità fotografiche e video delle Nikon Z già esistenti in catalogo. A cominciare da quella che sembra essere stata decapitata del mirino elettronico e del flash in torretta, con un colpo di cutter, ossia la Z50 del 2019 della quale questa Z30 sembra essere parente stretta, sia in termini di carrozzeria, sia per le prestazioni in generale, sia...come al solito, per la fascia di prezzo. Se ci pensiamo bene, esattamente un anno fa Nikon, spiazzò tutti coloro che si aspettavano in estate l'uscita della Z9 o di quant'altro di gamma alta per consolidare posizione sul mercato rispetto le concorrenti già presenti, tirando fuori dal cilindro un altro coniglio che per qualche mese depistò l'attenzione dei consumatori di immagine: la Nikon Zfc... che insieme a Z50 ed oggi, alla Z30, costituisce un esempio più unico che raro di una Casa fotografica che abbia a catalogo ben tre modelli formato DX insieme a ... tre soli obiettivi (16-50, 18-140 e 55-200) dello stesso formato... ... geniale, no?!!! Anche quest'anno (stavolta aspettavamo la Z8 ...) ci hanno propinato un altro game changer, questo qui per vlogger e content creators...insomma per tutti coloro che utilizzano una mirrorless per ciò per cui è nata: scattare immagini in successione rapida oppure, anzi prevalentemente, per realizzare video, tanto da non richiedere la presenza del miracoloso (per i fotografi) mirino elettronico, la conquista del quale aveva impiegato gli ultimi dieci anni di sviluppo tecnologico. No... al videomaker, oggi vlogger, oppure se mosso da intenti artistici...addirittura content creator (omaigosc) basta il monitor, pivotante, della Z30, mutuato dalla Zfc (quello della Z50 consentiva al massimo della sua estensione, un selfie...davvero poco in confronto) A proposito del monitor replica di quello della Zfc, non sono poche le differenze tra la Z30 e le altre due mirrorless APS-C del trio: guardiamole innanzitutto dal pannello posteriore e vedremo come la disposizione dei comandi della Z30 assomigli molto di più a quella delle mirrorless FX di Nikon, come la Z5 piuttosto che alle sorelle dello stesso formato. Innanzitutto la presenza del selettore foto/video con pulsante display concentrico, che nella Z50 va a finire addirittura sul vetro del monitor, in posizione scomodissima ed introvabile, insieme ai pulsanti di zoomata dell'inquadratura (che infatti nella Z50 sono uno dei difetti peggiori del progetto, venendo spesso toccati ed attivati involontariamente) mentre nella Zfc va a finire nel blocco dei quattro pulsanti in basso a dx, insieme a quelli di menù e zoomata. Anche migliore che nella Z5, questa disposizione dei pulsanti dell' inaspettata Z30: i quattro pulsantini in basso a dx comandano zoomata, play immagine e menù... direi la migliore sintesi tra tutte queste proposte fin qui realizzata. La presenza della protuberanza di appoggio per il pollice destro è sicuramente un ottimo repechage dalla Z50, insieme all'impugnatura che ne consente l'utilizzo con una sola mano, all'opposto della scomodità ergonomica della Zfc (sanabile con i grip accessori). Eliminato quindi dalla torretta superiore il selettore foto/video presente sulle altre due, la Z30 si presenta dall'alto come super razionale e pulita: immediata l'individuazione del grosso pulsante di attivazione video, adesso arretrato a fianco del selettore funzioni, senza sacrificio per la ghiera posteriore. La Zfc ovviamente è un caso a parte, perchè della torretta superiore vintage, fà l'attrazione principale e motivo della sua esistenza: ma non è certo adatta (o pensata) per un utilizzo video, se non sporadicamente, dal punto di vista dell'ergonomia di sistema. Altra differenza sostanziale fra queste tre macchine: il fondello dove fissare un adattatore Arca Swiss, per la Z30 come per la Z50, non preclude l'accesso allo sportello di batteria e scheda memoria: al contrario che nella Zfc dove potete facilmente vedere (ho usato apposta una staffa sgargiante) che andrebbe a precluderne l'apertura, se non trovando un adattatore di dimensioni compatibili, ovviamente di minore sicurezza sul treppiede (ma ancora una volta...non è l'utilizzo per cui la Zfc è stata pensata) Bene: siamo intanto riusciti a valutare questa Z30 in maniera più obiettiva di quanto la prevenzione ingenerata dalle istituzionali entry level Nikon (le reflex serie 3xxx e 5xxx) ci aveva fatto temere ai primi annunci: dal punto di vista di ergonomia e semplicità, ma anche di robustezza, questa mirrorless non teme il confronto neppure con le sorelle 5, 6 e 7 di formato pieno. Ed il sensore che la equipaggia (lo stesso di D500, Z50 e Zfc) è talmente sperimentato da farci sbadigliare nell'utilizzo sul campo. Le prestazioni video non sono all'apice della tecnologia attuale, ma parlano di 4K UHD a 3840x2160 e di un framing fino a 120p alla risoluzione di 1920x1080... a scendere. Prestazioni ben superiori alle aspettative di chi voglia utilizzarla per realizzare un video da mettere sui social, ma con la qualità di un sensore di ampie dimensioni (rispetto alle prestazioni dei migliori cellulari in commercio) adeguate alla classe di prezzo della Z30, inferiore a quei cellulari certamente, ma ancora troppo elevata a nostro giudizio, per determinare all'acquisto persone che guardino al parametro del prezzo come sistema di confronto. Analisi scorretta, ma che viene condotta da una quantità tale di utenti potenziali, da diventare motivo di politica commerciale per una casa come Nikon. Facendo il punto, Z30, Z50 (ancora presente a listino) e Zfc al netto delle offerte speciali, dei cashback e di tutto ciò che le distribuzioni si inventano per differenziare i prodotti sul bancone del negozio, stanno dentro una differenza di 100 euro: questo in qualche maniera invece di invitare alla scelta razionela, destabilizza quel tipo di utenza che voglia vedere i prodotti divisi per fasce di prezzo. Ma certamente la Z50 andrà presto fuori listino e sarà questa Z30 a costituire il low end del catalogo quando arriveranno altri modelli a caratterizzare meglio differenze e opportunità. non ci sono abituato, ma questa video/foto camera va usata così... Ieri pomeriggio ho fatto un paio di vasche al centro a Palermo in mezzo alla gente, per valutare la risposta dell' AF in ripresa foto (ho girato anche qualche video ma...non è il mio target in questo articolo..più avanti, chissà) utilizzandolo in Area Auto con eyeAf dedicato al viso umano: si, perchè il livello menù di questa Z30 in questo ambito, è perfettamente equivalente a quello di Zfc, Z6II e 7II , ben più agevole e richiamabile a tasto "i" rispetto alle macchine meno aggiornate come Z50 e Z5. le varie opzioni di area AF agganciano i soggetti, segnalano la possibilità di passare l' AF all'occhio del soggetto accanto e passano eventualmente al controllo specifico, premendo il tasto OK che attiva il solito quadrato da posizionare sul soggetto che vogliamo inseguito Il bilanciamento della Z30 tenuta in questo modo, con l'ausilio di una semplice cinghietta da polso (guardate infatti i ganci di fissaggio come siano differenti dalle altre Nikon) è stabilissimo ed è curioso come sia la mano sinistra, che regge il monitor, a determinare il corretto allineamento per ottenere immagini in bolla l' autofocus lavora eminentemente bene, considerato che anch'io sono in movimento verso i soggetti che neppure si accorgono stia scattando foto si crea interazione quasi naturale con le persone, quando non si vedano puntate da un mirino e sostanzialmente si accorgano della mia presenza che viene accettata grazie al mezzo utilizzato, non preponderante rispetto allo scopo... come un cellulare, insomma! tanto poi...tutti i salmi finiscono in gloria...e trovo anche la sposa sudata (36 gradi in aria, non so sull'asfalto) e la Z30 manifesta anche il suo potenziale fotografico, in brevi sequenze a velocità normali di scatto (ma arriva fino ad 11 ftg/s in H*) eccolo...arriva anche lui, con la sua... Torpedo Blu In-somma: Z30 inaspettata, ma nel senso della sintesi ! Direi che per essere la base della gamma Z sia progettata bene e costruita anche meglio: c'è chi dice che le andava tolto il pulsante di scatto per lasciarla semplicemente in balia dei Creatori-di-Contenuti, ma alla luce dei primi passi che ho condotto con questa Nikon, vi dico che ..sarebbe stato davvero un peccato. Vedo ormai tantissime persone che utilizzano le mirrorless dotate di mirino elettronico, essenzialmente dal monitor posteriore. Ed allora, se il prezzo tenga conto di un'assenza così importante: ben venga la Z30 (magari a due carte da 100 euro in meno...) a ricordare che Fotografia e Nikon siano un binomio indissolubile. Ed anche questo sarà un successo ! Max Aquila photo (C) per Nikonland 2022
  17. Ecco la prima mirrorless Z DX: la Nikon Z50 col doppio kit, comprensivo di fotocamera, zoom Nikkor 16-50mm f/3,5-6,3VR e 50-250mm f/4,5-6,3VR, che per conto di Nikonland ho avuto in visione dal distributore italiano Nital e che dopo l'unboxing di due settimane fa, ho portato con me in lungo e in largo con la stessa facilità e spensieratezza con la quale decido di indossare un paio di jeans, ripagato dalla stessa immediatezza con cui il denim, tessuto del jeans, ci concede in termini di comfort e capacità di adattamento ad ogni attività. Nonostante la mia pluridecennale esperienza nel primo approccio a fotocamere digitali, dico subito che mai come in questa occasione, con la Nikon Z50, mi sono sentito più a mio agio e perfettamente in grado, senza alcuna scomodità di apprendimento iniziale, non solo di settare con estrema facilità la macchina, ma sopratutto di vederla rispondere ai miei comandi ed alle mie regolazioni ESATTAMENTE come mi aspettavo di ottenere. Se esista un premio internazionale di userfriendly, questa Nikon lo vincerà di sicuro e con verdetto, probabilmente, unanime. Intanto Nikon con la Z50, già solo corpo, ha dato la paga a tutti i cultori dei prodotti concorrenti in termini di dimensioni con i suoi 127x94x60mm ed i 397g di peso ma è nell'abbinamento allo zoomino entrylevel trans standard, questo 16-50mm dalla luminosità indecentemente bassa, della quale ci si dimentica un decimo di secondo dopo averlo montato in macchina, sia guardandolo di profilo sia poi sbloccato, in posizione di lavoro, nella quale l'escursione massima dello zoom alle diverse focali (equivalenti ad un 24-75mm in FX) è contenutissima. Una microrealizzazione che fa pensare alle dimensioni della precedente e sfortunata serie ONE delle prime mirrorless Nikon, esperienza ormai archiviata dalla linea Z Dei comandi di scatto e della torretta di destra abbiamo già parlato tanto, ma in questi 15 giorni durante i quali ho scattato quasi 6000 file, sono riuscito ad utilizzare quasi ognuna delle (incredibilmente) tantissime opportunità di regolazione di questo unico selettore, con due posizioni di memoria, oltre alle classiche PSAM e quella in totale automatismo, verde, per chi proprio non ne voglia sapere neppure di giocare, comprese le possibilità di program dedicati (SCENE) e quella del tutto ludica, costituita dagli EFFECTS speciali, alcuni dei quali mi hanno fatto divertire tanto. Già, perchè invece di guardare dall'alto in basso questa entry level mirrorless, (con la quale Nikon DEVE fare tanta cassa, per riuscire a sviluppare gli altri programmi, quelli che riguardano fotocamere e lenti di categoria Premium), ho cercato di immedesimarmi nelle esigenze comuni ai destinatari d'acquisto di una Nikon Z50: persone per le quali la fotografia sia una passione da praticare nel tempo libero e con strumenti che li mettano sempre a proprio agio e nelle condizioni di tornare a casa con la quantità e qualità delle foto desiderata. Credo di esserci riuscito perchè restituisco a malincuore il doppio Kit Z50, come se la sua spensieratezza abbia lasciato il segno anche su di me. Andiamo per ordine: sul fianco sinistro ci sono, sotto ai simboli dei trasmettitori wifi e Bluetooth incorporati, le prese di microfono, video e usb con la spia di ricarica della batteria se si voglia lasciare a caricare on board (con specifico alimentatore, optional). Di serie viene fornito il solito charger a parete, dedicato alla nuova batteria della Z50. Sopra le prese, sul fianco del mirino elettronico, lo slider per l'apertura del flash incorporato della Z50 (la prima Z con flash) NG7 utile per essere usato in fill-in flash sulle ombre in primo piano, ma efficace anche il TTL-flash su brevi distanze dal soggetto. Purtroppo non più previsto il protocollo CLS per pilotare gli SB Nikon da Master. Quindi ci aspettiamo a breve che Nikon si dia da fare nuovamente in ambito flash, per fornire la linea Z di lampeggiatori separati dalle dimensioni e specifiche studiate per le nuove fotocamere. Non può ritenersi bastevole un SB500 (indicato nella scatola di questo kit Z50 come flash dedicato alla fotocamera) che appartiene alle generazioni precedenti delle reflex entry level. In questa Z50 Nikon ha operato delle diversificazioni rispetto le altre due Z sul mercato, alcune delle quali hanno destato scalpore, ma alla resa dei fatti sono perfettamente coerenti con lo spirito della macchina e le esigenze dei suoi potenziali acquirenti: cominciamo dalla nuova batteria, la EN-EL25, da "soli" 1120 mAh accreditata di circa 300 scatti utili, secondo le modalità di misurazione ufficiali fornite dalla casa, io invece, con le mie abitudini di scatto in determinate situazioni (sport, scatto in sequenza ad alta velocità, AFC e formato NEF) sono riuscito a tirarne ben più di 2000 senza avere scaricato del tutto la batteria, indice ciò di una progettazione del processore e di tutte le schede di queste ML Z assolutamente confacenti alle crescenti necessità di alimentazione. Una raccomandazione che faccio è quella di non fidarsi troppo dell'indicatore di carica a segmenti nel mirino, non affidabilissimo, che repentinamente piomba da un'indicazione di carica parziale al blackout totale. La batteria è contenuta nell'impugnatura, dove fa compagnia all'altro elemento di novità di questa Z50: la scheda di memoria SD ad essa affiancata, in un telaietto dal quale va estratta ed inserita con delicatezza, per evitare indesiderati traumi al telaietto stesso, molto ...essenziale. Le schede SD per le quali questa macchina è compatibile sono le UHS I, ma vi consiglio di utilizzare schede recenti e ben veloci, da almeno 90 Mb/s in scrittura , come ho fatto io, utilizzando anche le mie SD UHS II ben più prestazionali. Utilizzando invece schede più lente, scattando in raffica ad alta velocità (la Z50 in H* raggiunge gli 11ftg/s) si rischia che il basso rate di scrittura della scheda ingorghi il buffer, interrompendo la sequenza. Sostituita la SD con una, come indicato, più performante, non ho avuto minimamente problemi, neppure scattando, come ho fatto per tutti questi 15 giorni, sempre in NEF+jpgF Il grande monitor touch da 8cm di diagonale, TFT da 1040k punti, riporta serigrafati sulla destra i comandi di ingrandimento/rimpicciolimento dell'immagine in playback o della zoomata a monitor in ripresa, oltre al comando per la scelta sequenziale delle informazioni a monitor, preselezionabili dal menù. Accanto al monitor, sulla dx, il tasto multiselettore con l'OK di conferma funzione, ed, in senso orario, il tasto per entrare nel menù, il cestino, il playback e l'importantissimo (per questa classe di fotocamere) pulsante per attivare a mirino/monitor le due righe di comandi funzione, presettabili da menù una volta e per tutte, per consentire ad un neofita o ai fotoamatori pigri, di non dover mai più entrare dentro alle intricate (per loro) sezioni del menù Queste le funzioni che imposto sempre io sulle mie mirrorless, di qualunque marca esse siano: dall'alto a sx ed in senso orario: profilo colore, qualità del file, gestione flash, modoAF, motore, sensore AF, scelta tipo otturatore, scatto silenzioso, comando VR, tipo esposimetro, ISO, WB control. Questo tasto i serve davvero a semplificare la vita a tutti, in concorso, eventualmente, con l'ultima sezione dei menù, quella "MIO MENU'" personalizzabile con le principali funzioni che si utilizzano. La Z50 è una macchina che consente anche la personalizzazione di altre funzioni sui tasti già assegnati di default, ma non sarà questa l'intento della maggior parte dei suoi acquirenti, i quali si avvantaggeranno proprio nella semplicità di utilizzo delle funzioni già dedicate ai tasti, in concorso con quelle indicate. Sulla parte destra frontale della Z50 altri due tasti programmabili, FN1 e 2, uno messo dove su tutte le Nikon troviamo da sempre il pulsante della profondità di campo dell'obiettivo (un pò desueto dall'avvento del mirino elettronico, che riesce a far vedere quella effettiva, senza simulatore), ed il secondo sul quale per abitudine io imposto il comando di variazione del formato file. Sulla Z50, la prima Z DX di Nikon, il sensore da 20,9Mpx da 5568x3712, può essere trasformato in un quadrato da 3712x3712 o in un'inquadratura 16:9 da 5568x3128 il monitor touch è, purtroppo, incernierato su due punti, consentendo una basculamento obbligato in una sola direzione, ma ampliato, rispetto le altre due Nikon Z, permettendo adesso anche l'opportunità di arrivare fino a 180° di estensione e consentendo pertanto di effettuare anche "selfie" , scattando a scelta dal pulsante di scatto oppure anche toccando lo schermo: tutto sommato avrei preferito un impernaggio in stile D5xxx, che consenta una completa rotazione su se stesso, anche in funzione protettiva del monitor. Ma Nikon non vuole... Ciò che tutti, ma proprio tutti, esecravamo da anni era di certo il livello qualitativo degli obiettivi Nikon di primo equipaggiamento, da kit, appunto... Quella infinita serie di 18-xx/xxx distorcenti, poco nitidi, brutti: inutili, in una parola. Come inutili NIkonland ha sempre valutato essere le reflex del primo segmanto entry level, quelle nelle quali l'intervento creativo dell'utente non sembrava essere previsto. In realtà fotocamere antididattiche... Ecco il punto: con la Nikon Z50 e i suoi due plasticotti in dotazione al kit, non mi sento sminuito rispetto la mia frequentazione di ben altra categoria di fotocamere Nikon (e non) da sempre. Qua il brutto anatroccolo...questo zoom/pancake 16-50mm che arriva a f/6,3 di massima luminosità alla focale equivalente di 75mm...peso:...135g Ed ecco il tubo da idraulico, questo 50-250mm da 11cm di altezza (da chiuso), all plastic, range focale equivalente a 75-375mm allo stesso indicibile rapporto luminoso: massimo f/6,3 alla focale estrema ! Pesa 405g...nemmeno poco per un tubo di plastica (allora qualche pezzo di vetro dovrà pur esserci dentro in uno schema 16/12 con lente frontale da 62mm di diametro) Epperò mette a fuoco da 50cm... maf minima che però varia al variare della focale, per esempio a 135mm (200mm-eq) è ancora, ottimamente a 65cm dal soggetto e a 83cm a 200mm di focale... Quindi, vediamo bene, senza preclusioni mentali, il quadro d'insieme. Le diverse dimensioni rispetto la mia Z6 vengono rapidamente metabolizzate: peraltro le differenze salienti rispetto le sorelle più grandi consistono in alcuni fattori non certo trascurabili: nella Z50 manca il joystick di gestione dei sensori AF e però questa carenza dettata certo da motivazioni economiche, (oltre che di destinazione d'uso) lascia lo spazio necessario per il pollice dx, e non crea nessun disagio. I tasti + e - per ingrandire/rimpicciolire sono stati spostati sul touch screen insieme al comando display, realizzando un intelligente risparmio di spazio che crea solo qualche piccolo disagio se inavvertitamente il pollice dx possa andare a sfiorare il tasto + e ci si realizzino a mirino ingrandimenti indesiderati. In questo modo , però, i tasti che su Z6 e 7 stanno in alto a sa sono stati spostati qui sotto il multiselettore, sostituiti da unico tastino di abilitazione dell'alternanza tra visione a mirino oppure a monitor o automatismo tra i due, con il sensore della presenza dell'occhio, qui sulla Z50 ottimamente spostato sul basso della cornice del mirino stesso (sulla Z6 ogni tanto, la flessione dell'oculare in gomma mi fa oscurare il monitor). Il selettore principale non ha sistema di sblocco, quindi gira liberamente tra le impostazioni, ma non mi è mai capitato nell'uso intensivo che ne ho fatto, di trovarlo accidentalmente spostato in una selezione sbagliata. In più, coassiale, ha una levetta di cambio tra operatività foto e video, a mio avviso molto più comoda ed immediata rispetto la posizione che ha nelle altre due Z. La presenza a dx del selettore, priva la Z50 del monitor superiore presente nelle sorelle: una carenza importante per un fotografo che lavori o necessiti un controllo continuo delle regolazioni impostate: esattamente l'opposto quindi dell'utente cui sia destinata questa fotocamera, ossia un fotografo che finalizzi tutto ad inquadratura e scatto, peraltro con la dovizia di informazioni presenti nel mirino elettronico, che non mi hanno fatto rimpiangere quello della mia Z6. La differenza esterna tra Z50 e la mia Z6, oltre a quella dimensionale, si ferma qui. Ovviamente altre sono le distinzioni da fare, a cominciare dall'assenza in questa Z50 del controllo delle vibrazioni sul sensore (che ha fatto si che i due zoom entry level siano i primi obiettivi Z-mount provvisti di VR interno, perfettamente compatibile, peraltro con il VR sul sensore della mia Z6). Manca anche il sistema meccanico di agitazione del sensore, per scuotergli via eventuali granelli di polvere: al netto dell'utilità relativa di questo sistema è di certo un'altra soluzione gestionale di collocamento di fascia per questa Z50, il cui sensore chiaramente non si sporca di meno degli altri e quindi andrà manuteso un pò di più, in assenza di shaker...! Il Nikkor 16-50mm su questa sua Z50 è un prodigio di obiettivo entry level: quello che avremmo desiderato tutti avere, quando ci difettavano i soldi per gli acquisti: a 100 ISO come a 5000 con questa Z50 ho utilizzato esclusivamente gli scatti in jpg, assolutamente conformi alle regolazioni impostate in camera, con aggiustamenti minimi in postproduzione, mai determinanti rispetto alla resa del file: praticamente un eccellente cotto e mangiato che non potrà che entusiasmare i praticanti con poco tempo da destinare alla gestione in camera chiara ! 20mila ISO questa macchina e questo zoomino li gestiscono così...senza particolare preoccupazione di rumore digitale o di aberrazioni cromatiche disturbanti la facilità di gestione di una mirrorless a monitor orientabile, aiuta e molto nella composizione del soggetto, ma la resa cromatica deve dire la sua il controllo automatico delle distorsioni e delle aberrazioni integrato nel sistema Z aiuta a rendere ogni inquadratura possibile qualunque sia la sorgente di luce, naturale... ... o artificiale, il controllo WB funziona egregiamente, con tutte le opportunità già presenti su Z6 e 7, di filtrature specifiche, che si sommano agli "effects" presenti sul selettore principale, quelli da divertimento puro, per non dire peggio... L'assenza del VR sul sensore, per quanto ovviamente difettiva, rispetto la mia Z6, con le dovute accortezze di appoggio, non si fa poi sentire troppo, grazie alla stessa funzione incorporata in questo 16-50, che gestisce eminentemente molti stop (dichiarati 4,5) a mano libera o con appoggi di fortuna, come in queta posa di 4 secondi La leggerezza dell'insieme (Z50 + 16-50) produce una sensazione di estrema piacevolezza e consente finalmente di portarsi sempre appresso una fotocamera con un sensore di dimensione non llilipuziana, per essere sempre pronti a scattare il flare anche su questo zoomino, pur presente, non è mai eccessivo la resa cromatica fedele alle regolazioni impostate, anche nelle situazioni di massima variabilità, come in Campo dei Miracoli a Pisa, dove ogni minuto il concetto di bianco varia, anche drasticamente Se alle mie abitudini da appassionato di superwide, mancano alcuni mm determinanti rispetto i 16 (24-eq) di questo zoomino, la correzione delle distorsioni mi consente di strapazzarlo sul sensore APS-C della Z50, con risultati, a mio vedere, più che soddisfacenti, anche ad alti ISO in interni Tra i valori ISO più vari, non riesco a notare significative differenze ed in questo la Z50 parte avvantaggiata dall'utilizzo del sensore della reflex più capace in questo senso che abbia utilizzato (la D500) altra caratteristica di questo 16-50mm è certamente la capacità di avvicinamento al soggetto, che fino a 35mm di focale sta tra i 20 ed i 25cm con grande qualità di nitidezza e risoluzione, anche attraverso ostacoli come una teca di vetro a prova di qualsiasi temperatura colore delle luci presenti in scena Uno strumento micidiale in mano anche ad un principiante. Come del resto è anche il secondo dei due zoom del corredo: incredibilmente è questo il primo telezoom Z, per giunta VR... Leggero, compatto (da chiuso... una volta aperto passa da 16cm alla focale minima, fino a 20cm alla massima), anche acuto, come detto, mette a fuoco agevomente a distanze ridotte, che se aiutate con opportuna lente addizionale, possono sostituire per gli utenti di una Z50 gli obiettivi macro che ancora Nikon non ha prodotto. (la lente addizionale è una Nikon 5T, che ha lo stesso passo filtri da 62mm dello zoom) Un teleobiettivo deve resistere bene a UV e riflessi in controluce, per passare le forche caudine di un utilizzo sul campo e a mio avviso questo 50-250 si mantiene su una linea molto più che accetabile, tenuto conto della presenza nel suo schema di 16 lenti di un solo elemento ED capace di migliorare entro certi limiti una ripresa in condizioni di variabilità di esposizione là dove il rapporto di contrasto sia maggiore, ecco dove questo 50-250 dà il meglio di se anche indipendentemente dalla temperatura colore della luce o dall'utilizzo ad alti ISO altri scatti selezionati, nelle rispettive gallerie: Sono sicuro che il mio giudizio sul doppio kit della Nikon Z50 vi sia già più che trasparente: si tratta di un corredo già ben completo di suo, perfettamente espandibile al resto del sistema, qualora il fotografo che lo acquisti senta davvero il bisogno di completarlo. Le foto scattate con i due zoom del kit (mi sono immedesimato nell'acquirente potenziale e non ho portato con me altro) credo parlino dei pregi e delle inevitabili aree di migliorabilità. La fotocamera in sè è la più completa entry level (non solo) Nikon che io abbia avuto in mano: ergonomica, facile da capire all'impronta anche nel caso non si sia mai posseduta una Nikon, facile da settare per una persona, come me, abituata a trovare le funzioni che gli servano sempre a portata di dito. Auguro grande successo commerciale a Nikon ed al suo distributore italiano NITAL che ci ha gentilmente messo a disposizione il doppio kit: ritengo che tale successo sia insito nelle qualità del prodotto proposto e nella capacità commerciale di chi dai negozi lo offrirà ai suoi clienti. Max Aquila photo (C) per Zetaland 2019
  18. Abbiamo affrontato in più puntate la storia di Nikon ... in passato. Ma pensiamo che un ripasso rapido, con una focalizzazione specifica sulla vocazione tradizionale e la mission societaria che si mantiene costante anche nel 21° secolo, sia utile per i più giovani e per chi si è avvicinato da poco al marchio. *** Nikon è stata fondata nel 1917 e all'epoca non si chiamava nemmeno Nikon ma Nippon Kogaku. Ha compiuto i suoi primi 100 anni nel 2017 e la sua storia è stata coerente con le motivazioni fondanti, tranne un breve periodo di "follia" a cavallo della bolla digitale intorno al 2000. Ma per capire meglio si deve fare un passo indietro, fino all'apertura del Giappone post-feudale ai mercati occidentali e la nascita della sua industria moderna. Fino al 1848 in Giappone ufficialmente gli stranieri occidentali non potevano entrare. Fu solo dopo l'azione di forza di quattro unità navali dell'US Navy comandate dal Commodoro Perry nel 1854 che gli approdi giapponesi furono aperti. Mitsubishi nasce in quel periodo (siamo intorno al 1870) e rapidamente diventa una delle conglomerate più importanti del "nuovo" corso del Giappone. Dai trasporti terrestri e navali si espande alle costruzioni, all'industria del vetro, ai mezzi di trasporti e alle navi. Fonda una delle banche più importanti, società assicurative e fiduciarie. Macchinari agricoli, produzione di energia. E naturalmente forniture per l'Esercito Imperiale. A cavallo del nuovo secolo il Giappone si presenta come potenza imperialista globale venendo allo scontro con la Russia e si impadronisce di insediamenti in Cina a seguito della rivolta dei Boxer. Ma per ogni fornitura specializzata, l'industria giapponese deve dipendere da Gran Bretagna e Germania : la celebre ammiraglia Mikasa, nave da battaglia che guidò la flotta giapponese alla battaglia di Tsushima nel 1905 contro i russi, fu costruita nei cantieri Vickers dalle parti di Blackpool nel 1898. Così nel 1914, quando i cugini anglo-tedeschi vennero alle mani, entrambi posero un embargo nei confronti del Giappone ed ogni fornitura militare sospesa. Navi intere, già pagate, restarono ferme in Inghilterra o vennero sequestrate; non parliamo di strumenti ottici tedeschi, con la Germania impegnata su tutti i fronti e per di più strangolata dal blocco navale inglese. Per ovviare a questo problema e proseguire la proiezione di potenza nei decenni successivi, venne presa la decisione di acquisire direttamente conoscenze e tecnologie capaci di produrre in Giappone tutto il necessario. Mancando ogni competenza in campo ottico di precisione, Mitsubishi - allora come oggi - principale fornitore di Marina, Aviazione ed Esercito giapponesi, costituì con un capitale iniziale di 2 miliardi di Yen la Nippon Kokaku che all'avvio usò i suoi mezzi per incorporare tre piccole società ottiche pre-esistenti. Sin da quel giorno, Nippon Kogaku fu inserita nel keiretsu di Mitsubishi, nella seconda fascia; le società del keiretsu si riuniscono dal 1921, ogni ultimo venerdì del mese per parlare di affari importanti. E Nippon Kogaku/Nikon non è mai mancata. Negli anni 1919-1921, vennero invitati in Giappone un gruppo di tecnici ed ingegneri ottici tedeschi di Zeiss, che in patria a guerra finita facevano la fame. Questi trasferirono ai loro colleghi nipponici capacità di calcolo ottico, di molatura di precisione del vetro e di tecniche moderne di fusione del vetro ottico. Nel 1923, appena prima del grande terremoto che devastò il Giappone per la cui ricostruzione ci vollero tutti i restanti anni '20, Nippon Kokagu stabilì la propria fonderia nello stabilimento di Ohi, (storico insediamento Nikon dal 1918) con piccole capacità. Dopo il dissesto economico e la ricapitalizzazione successiva al terremoto, le capacità produttive vennero incrementate a seguito degli ordini ricevuti dalla Marina Imperiale. Da una fusione quanto un bicchiere si riuscì ad arrivare a masse di centinaia se non di migliaia di chilogrammi per carico. Seguendo le commesse governative di Mitsubishi, Nippon Kogaku produsse periscopi, binocoli, cannocchiali e telemetri. Per la classe Yamato (in particolare per la Musashi, costruita interamente da Mitsibishi) Nippon Kogaku produsse i più grandi telemetri della storia (cose da 15 metri di campata e portate di decine di chilometri). Quindi fornitore militare quasi esclusivamente, con ufficiali della marina direttamente nel suo organico. Solo negli anni '30 venne avviata una produzione parallela di apparecchi ottici civili, come microscopi, telescopi, binocoli. Il primo obiettivo Nikkor, fu prodotto dal 1933, e cominciarono in quegli anni a comparire marchi come Nikko e Nikkon. Nomi di fantasia creati ad arte come crasi di parole giapponesi ed europee per facilitare la pronuncia dai non giapponesi. Ma sempre in campo militare, in particolare per le fotocamere di grande formato installate sugli aerei da rinognizione. Negli anni 1936-1938, per un caso particolare, una nuova società denominata Kwanon, poi Hansa Canon, chiese a Nikon di progettare una serie di obiettivi in "formato 35mm" per una nuova fotocamera telemetro stile Leica/Contax, con innesto a vite. Per Canon, Nippon Kogaku progettò e produsse i suoi primi obiettivi per impiego "intrattenimento" e non militare, fino a tutto il 1946. Durante la guerra con gli Alleati, Nippon Kogaku raggiunse la massima espansione con circa 25.000 addetti. A guerra finita, sia Mitsubishi che Nippon Kogaku subirono processi per crimini di guerra a causa dell'impiego di manodopera in stato di schiavitù (nella Manciuria occupata). Comunque, nel dopoguerra Nippon Kogaku si riprese grazie alla produzione di binocoli e si reinventò come società di produzione civile. I binocoli vendevano bene e i soldati americani della forza di occupazione li compravano per portarli in patria. Con questo piccolo successo si pensò di finanziare la progettazione di una linea di fotocamere ed obiettivi in formato piccolo. Nasce da qui la produzione fotografica di Nippon Kogazu, con la Model One del 1948 e i suoi obiettivi ad innesto che si riveleranno più incisi dei Leica e dei Contax per alcuni reporter di americani durante la guerra di Korea. Nel 1953 terminò l'occupazione militare e si avviò la ricostruzione industriale giapponese. Dagli anni '60 il boom economico trainò l'industria elettronica - le famose radioline a transistor - e con il benessere Mitsubishi riprese del tutto il suo ruolo di grande fornitore sia militare che civile. Mitsubishi produsse tutti i carri armati per l'esercito, gli aeroplani (su licenza USA e poi su progetto locale) per l'aviazione, i sottomarini e i cacciatorpediniere per la marina. Ma radar ed impianti elettronici avevano sostituito i telemetri e i cannocchiali, almeno nelle operazioni principali. Il periscopio durò ancora qualche decennio ma oramai è un retaggio del passato. La valenza industriale di Nippon Kogaku si rimise quindi a servizio del gruppo di appartenenza, raggiungendo l'eccellenza in un settore nuovo e particolare, quello della microlitografia, ovvero la tecnologia di produzione dei macchinari necessari per stampare i circuiti integrati dei microprocessori. Processo che è analogo a quello di stampa degli schermi a cristalli liquidi. La diversificazione si avvia e nel 1988 a questo scopo la società viene divisa in sezioni, e cambia denominazione in Nikon Corporation. Negli anni 1995-2010, Nikon è il primo produttore al mondo di macchinari per la microlitografia. I suoi clienti si chiamano Intel, Samsung, Sony Corporation, TSMC, Texas Instruments, Hitachi, Matsushita, Toshiba, Omnivision, Fujitsu ... Ad esse fornisce macchinari grandi quanto una cabina di trasformazione dell'alta tensione, i cui componenti viaggiano per nave e che richiedono squadre di tecnici per l'installazione, la messa in opera e l'addestramento del personale. Del costo unitario di 1000/2000/3000 Nikon Z9 ... Nel 2004 c'è il vero punto di inversione, il grosso del fatturato Nikon viene dalla produzione industriale, il settore fotografico viene visto come cedente. Si pensa di smettere di produrre fotocamere. E' solo il successo - sperato ma inaspettato nelle dimensioni - della Nikon D70 (non della più famosa D1 !) che fa cambiare strategia. Viene cavalcata l'onda del boom del digitale, spingendo al produzione sul segmento consumer. Coolpix e reflex digitali entry-level, spesso prodotto da terzi che di Nikon hanno solo il marchietto. Dura poco, nel 2012-2013 la bolla si sgonfia, il fatturato precipita. A complicare le cose ci sono lo tsunami indotto dall'incidente nucleare di Fukushima e l'alluvione in Tailandia dove Nikon ha delocalizzato parte della produzione consumer. Tutto il resto è storia più recente e ne riparleremo in fondo all'articolo. *** cronologia essenziale 1917 : viene fondata la società che poi diventerà Nikon, denominata Nippon Kōgaku Tōkyō KK come produttore unico di munizionamento militare ottico del gruppo Mitsubishi. 1919-1921 : vengono acquisite competenze ottiche tramite tecnici Zeiss residenti in Giappone 1923 : terremoto devastante che ferma per un lustro lo sviluppo anni '20 : viene ricostruita l'attività industriale, si arriva alla capacità di fusione del vetro ottico ai livelli necessari per la produzione di strumenti di misura di dimension mondiali 1933 : il primo obiettivo Nikkor per fotocamere di grande formato destinate ad aerei militari da ricognizione 1938 : collaborazione con Hansa Canon per la produzione di obiettivi formato 35mm per fotocamere telemetro civili 1940 : la costruzione dei più grandi sistemi ottici per le più grandi navi da battaglia della storia 1946 : ricostruzione della società come industria civile, per la produzione di strumenti ottici per uso personale (binocoli, microscopi, telescopi) 1948 : viene sviluppata la Nikon One, la prima telemetro di piccolo formato Nikon 1948-1957 : le ottiche Nikkor ottengono riconoscimento internazionale, vengono sviluppate le telemetro serie S 1959 : lancio della Nikon F, fotocamera reflex formato 35mm e le sue ottiche anni '60/'70 : ripresa della produzione di fornitura industriale per il gruppo Mitsubishi (campo civile e militare) anni '80-'90 : boom della fotografia personale, discesa verso segmenti più consumer anni '80 : avvio della produzione di macchine per la stampa microlitografica di circuiti integrati. Nikon diventa rapidamente il primo produttore al mondo del settore 1999 : lancio della prima reflex digitale professionale al mondo (la Nikon D1) 2004 : lancio della consumer Nikon D70 che rappresenta la svolta per il numero di pezzi venduti (oltre un milione) 2006-2012 : bolla consumer con Coolpix e reflex Dx000 da pochi soldi prodotte spesso da sub-fornitori. 2011 : lancio della prima mirrorless Nikon. La V1 e le successive V2 e V3 portano per la prima volta la messa a fuoco a rilevazione di fase sul mercato 2015 : il congresso USA vieta per motivazioni geopolitiche l'esportazione di tecnologia per la produzione di macchinari a lunghezze ultracorte verso Nikon. Viene favorita invece la olandese ASML (Philips) che diventa il primo produttore al mondo mentre Nikon resta seconda ma viene marginalizzata. 2016-2019 : Nikon avvia una profonda ristrutturazione industriale che produce la contabilizzazione di perdite record dovute a svalutazione di impianti e a spese di riduzione del personale e trasferimento di linee produttive 2019-2021 : Nikon diversifica la produzione industriale espandendosi verso i più promettenti settori di componentistica specializzata, robotica, strumenti di misura, sistemi laser, stampa 3d di metalli, sistemi medicali per la cura rigenerativa, intelligenza artificiale. Sistemi di misura laser capaci di valutare micrometricamente la chiglia di una nave da 50 metri di distanza. A discapito dei settori tradizionali visti in consolidamento come la fotografia e la stampa di microchip. Viene approvato il piano Vision 2030 che prevede l'espansione dei settori in crescita e il mantenimento degli altri a condizione che producano il 10% di utile netto. La divisione "immagine" incorpora anche quella "ottica sportiva" e resta l'unica che si rivolge direttamente all'utente finale. 2022 : il fatturato Nikon è per il 25-28% prodotto dalla fotografia, per la restante parte da produzione per l'industria. L'utile è ripartito 20% e 80%. 2018-2XXX : Nikon riversa le sue competenze fotografiche dalle reflex alle mirrorless serie Z, proponendosi di ricostruire un corredo simile a quello del massimo splendore reflex con il nuovo attacco. Ma servendo sostanzialmente solo il segmento alto del mercato. In sostanza meno pezzi, prezzi più alti, margini minimi incomprimibili. Attualmente Nikon è guidata da ingegneri senior che hanno fatto carriera nei settori industriali di Nikon. Il personale della divisione fotografica è di livello junior ed ingresso nel gruppo più recente. Produce da se solo l'indispensabile, acquista il resto all'esterno. Il vetro ottico speciale arriva da Hoya e da Schott. Quello ultraspeciale viene prodotto in casa. I microchip e i sensori li acquista dalle società che acquistano i propri macchinari. Negli anni passati ha tentato di acquistare Schott ma il governo tedesco si è opposto. Oggi sta costruendo una nuova sede futuristica e riallestendo la vecchia fabbrica di ottiche Nikon Tochigi per delocalizzare da Cina e Tailandia le produzioni importanti, in caso di rischio e blocco politico o bellico (investimenti per 250 milioni di euro). A livello finanziario e contabile Nikon è gestita da funzionari senior di Mitsubishi Bank. L'azionariato è polverizzato come consuetudine giapponese ma saldamento controllato da banche, assicurazioni e fiduciarie del gruppo Mitsubishi. Si è pensato brevemente a livello politico di fondere Nikon con Fujifilm Holding ma la famiglia che controlla Mitsubishi si è opposta. E' stata dotata la società di capitale aggiuntivo per potersi difendere in caso si scalate ostili, con l'emissione di prestiti obbligazionari acquistati da società Mitsubishi. Oggi ha completato un programma di acquisto di azioni proprie per ridurre il flottante di borsa. Non è esclusa una futura uscita dalle contrattazioni borsistiche pubbliche. Nikon è una società relativamente piccola con circa 5 miliardi di euro di fatturato (per capirci, meno della metà di Luxottica) ma strategica. Lo scorso mese di febbraio, il Dipartimento di Stato USA ha invitato i suoi omologhi giapponese e olandese a Washington nell'ambito di un trilaterale, mentre il Presidente Biden intratteneva da par suo ... i primi ministri giapponesi e olandesi. E' stato chiesto alle due delegazioni di invitare Nikon e ASML a non cedere tecnologia vitale alla Cina. Il 23 marzo 2023, il ministero dell'industria Giapponese ha imposto a Nikon il divieto di esportare macchinari e dispositivi strategici a società cinesi o di diretta emanazione cinese. Sono passati 100 anni, il governo giapponese è tornato aggressivo. Mitsubishi ha ripreso a costruire portaerei (la nuova ammiraglia ha avuto la certificazione per il lancio degli F35B lo scorso settembre). Mitsubishi ha siglato l'intesa con Leonardo e Bae System per la produzione del caccia di 6a generazione Tempest destinato a sostituire in Italia e Gran Bretagna il vetusto EF2000 Typhoon e in Giappone gli ancora più vetusti Mitsubishi F1, F2 e gli F-15J Eagle costruiti su licenza da Mitsubishi. Insomma, c'è da fare e la capogruppo vuole che Nikon si dedichi interamente alle sue necessità. E Nikon resta una società strategica inserita in un sistema strategico internazionale. La sua vocazione è nella produzione industriale, non al dettaglio. La fotografia ? Uno svago di prestigio perché Nikon è ancora oggi nell'immaginario collettivo sinonimo di immagine di qualità. Ma solo a livello altissimo, come era nel 1959, quindi appena sotto Leica ed Hasselblad in termini di fascia di prezzo. Per intenderci meglio, nel 1962, Nikon produceva solo la F, per il suo modello "economico" Nikkormat ancora ce ne voleva. Una Nikon costava circa 220 dollari. Nel 1960 un operaio italiano aveva un salario di 47.000 lire e una Fiat 500 base costava 490.000 lire. Il dollaro stava a 620 lire. Calcolatrice alla mano, una Fiat 500 costava come 3 Nikon F. Oggi una Fiat 500 "base" costa 18.000 euro. Esattamente come 3 Nikon Z9. Le cose sono ritornate come erano all'origine della parabola. Se dovessimo immaginare il futuro di Nikon sarà più con questa immagine : che con questa : per tranquillizzare di chi immagina Nikon fallita o ridotta a produrre compattine e mirrorless da 500 euro o peggio, radiosveglie e tostapane.
  19. Ready to Z8 Party Tour è l'evento Nikon di inizio estate Per adesso non comprerò la Nikon Z8, ma sono fermamente convinto della sua eccellenza, possedendo già da un anno la mia Z9 e sono quindi molto curioso di molte delle sue caratteristiche che dalla 9 la diversificano: ho voluto approfittare della tappa palermitana del tour e in questa assolato pomeriggio di lunedì 26 giugno, sono andato molto volentieri a Villa Lampedusa, dove Fotoluce di Palermo, insieme a Nital, ha organizzato l'evento. Posto molto suggestivo ed in auge a Palermo, con una villa Settecentesca appena finita di essere restaurata ed una gigantesca Torre dell' Acqua araba, che insieme a decine di altre sparse su tutto il territorio cittadino e campagnolo (nel 1000 DC) consentiva distribuzione dell'acqua potabile con un ingegnoso sistema di capillarità. Azzeccatissima la scelta, così come l'accoglienza gastronomica oltre che fotografica, grazie ai maitres del resort organizzato in questa villa. Non certo da meno la batteria di ottiche e corpi macchina Z ed F, portati qui in tour da Nital: in modo tale da reggere ad affollamenti ben superiori a quello del primo pomeriggio di oggi, causa il sole palermitano, ben caliente ancora alle 17 e la campagna sconti in atto bene in vista Cosa potevo fare? Probabilmente sarebbe stato lineare chiedere insieme alla Z8 uno degli 11 obiettivi Nikkor Z che popolano la mia attuale borsa, oppure uno dei pochi nel frattempo rivenduti... invece mi sono fatto prendere dalla bramosia del vorrei-ma-non-posso e ... le ho messo davanti tre obiettivi che non ho e però erano proprio li...: per primo isso...! Approfittando del barman giocoliere, con il quale mi sono dedicato ad una serie di sequenze che volevano essere anche uno stress-test per la Z8 che stavo utilizzando: un migliaio di scatti in poco più di alcuni minuti a 30 ftg/s dei quali, ovviamente pubblico solo alcuni... ...alla fine dei quali la CF Express Prograde di prima serie da 128GB chiedeva anche pietà, nonostante si fosse a non più di 30° di temperatura ambiente (emergenza che non ha impedito di continuare a scattare e peraltro, subito rientrata) un obiettivo sul quale non si possono che usare termini che richiamano all'eccellenza, ma che chiama a gran voce in verticale un battery grip sulla Z8 per le dimensioni ponderose, pur se studiate per una ottima dislocazione del peso Interazione perfetta con la Z8: per esempio nell' eyeAF osservate come a dispetto del soggetto disturbante che entra in primissimo piano, la messa a fuoco resti ostinatamente sull'occhio di Roberto Bachis di Nital, addetto alle spiegazioni al pubblico. E che potevo fare poi, di fronte all'eccellenza dei mostri sacri in montatura Z ? Mi sono fatto prestare lui: Sua Santità il Nikkor Z 400/2.8 TC VR... esagerato, vero ??? Anche il Barman era stupito: pur continuando a restare preda dell' EyeAF tempi di scatto da Z8 (Z9) che arrivano a 1/10millesimo ed oltre, per congelare sotto al sole... Fortissime sensazioni di potere... e al tempo stesso, di enorme maneggevolezza a mano libera, grazie sempre alle potenzialità immense dell'otturatore elettronico di questa generazione di fotocamere Z nitidezza, contrasto e distacco del soggetto dallo sfondo, insieme alla cromia da ritratto di questa Z8, sono a livelli difficilmente raggiungibili: siamo davvero al TOP !!! anche i 5000 ISO di uno scatto in piena ombra, ma con tempo veloce, per mantenere la sensazione di mosso sui capelli scatti rubati, si: data la circostanza e l'impossibilità di gestire meglio ciò che queste fotocamere ed obiettivi meritano di certo. Ma pur sempre uno spunto, un'idea del risultato ottenibile altrimenti Ecco: essendo nel frattempo arrivata una ragazza per fare da modella, mi sono deciso a cambiare ancora ottica sulla Z8, ritornando ad un vecchio amore, mai rinnegato: Lui: l'antagonista dell'85/1,2 utilizzato prima.... Il mio Shaper di due anni fa... perdonatemi l'approssimazione e la mancanza di ricerca, ma queste foto mi sono servite per testare la Z8 utilizzata prevalentemente a monitor a 90° in verticale, continuando a scattare dal pulasante, senza mai inquadrare a mirino... Esperimento riuscito, questo della gestione dal basso dell'inquadratura, nella quale la Z8 è molto più agile della Z9 per gli ovvi motivi di peso: ma anche per un miglior bilanciamento dei pesi a monitor estratto. son d'accordo anche loro Nulla di definitivo o di asseverante, ma questi (5mila ed oltre) scatti dei quali vi ho presentato una ristretta selezione, mirata non alla qualità in assoluto ma ai fattori che secondo me hanno portato Nikon a replicare in 8 la Z9 (pur con le presenti e future diversificazioni) Ecco a mio avviso gli aspetti salienti che un'ora e mezza di divertimento mi hanno sollecitato: prima di tutto: plancia comandi torretta di sinistra la differenza sta nel WB tirato su dai retropulsanti bassi della 9 al posto del pulsante flash: avrei preferito se avessero eliminato invece il superfluo (in torretta) BKT altra strana sensazione, quella di trovare solo pulsanti e non la torretta della 9 con i modi di scatto che nella 8 vanno gestiti da menù: questo non mi è piaciuto in termini di equiparazione dei due modelli Z di vetta seconda sensazione: eye AF differente che nella Z9... iperattivo in Auto AF, meno reattivo nelle due aree Auto Small e Large, che nella Z9 adesso sono ugualmente pronte Va detto comunque che non ho trovato scatti fuori fuoco o con aggancio non riuscito, neppure fotografando con il 50/1,2 a distanza di diversi metri dal soggetto. Assolutamente tutti a fuoco gli scatti con il super tele 400/2.8 TC: una forza della natura in abbinamento alla Z8 (immagino con la Z9: fortunato chi lo ha comprato) terza notazione: in verticale mi manca tanto la presa della Z9 o di una ZxII con il riuscito MB-N11 che poi è stato travasato nel malriuscito e sgraziato MB-N12 per questa Z8: un vero autogol ! La prova di una simile fotocamera prevede lunghe sedute di applicazione e considerazioni ben più serie delle mie di stasera. Volevo solo dire che questa Nikon Z8 mi è piaciuta tantissimo e confermo che prima o poi riuscirò a fare spazio per prenderne una per i miei Nikkor Z. Max Aquila photo (C) per Nikonland 2023 Se questo articolo vi è sembrato utile mettete un like. A voi non costa nulla ma per noi fa una grande differenza per capire quali siano gli argomenti che i lettori trovano più interessanti. Non abbiate timore ad aggiungere i vostri commenti
  20. Uno, due, tre, quattro..., sei, sette e mezzo! Obiettivi da 7,5mm pur se sul formato ridotto, non sono certo in tanti. Tra questi spicca, da poco anche in Z-mount, il TTartisan f/2 un fisheye rettilineare APS-C caratterizzato da un MTF incredibile, da uno schema articolato, con ben 5 elementi speciali, da un peso contenuto in soli 350grammi e, per non guastare il tutto, da un prezzo di vendita sconvolgente, inferiore ai 180 euro. Ovviamente MF, privo di qualsiasi contatto elettrico e dotato di una pdc tale da tenere a fuoco dalla minima maf di 12cm fino ad infinito, già dai diaframmi medi, tanto da rendere quasi inutilizzabile la massima apertura di f/2....se non ci fosse, in bundle all'obiettivo, anche un microscopico filtro ND1000 (mille, ossia -10 stop) in vetro, da avvitare alla lente posteriore, del diametro incredibile di soli 27,5mm... davvero inconsueto. Il tappo anteriore in metallo è invece scomodissimo, perchè ha due punti solamente di contatto, quelli dell'accenno di paraluce incorporato al fisheye: balla in continuazione e scappa al primo attrito. Consiglio di tenere in borsa l'obiettivo sempre col tappo anteriore in alto, per evitare fortuiti sfregamenti fra bordo in metallo e lente anteriore dell'obiettivo. 7,5mm equivalgono a 180° di angolo di campo proprio come quelli del mio 11/2,8 TTartisan in FX, che ho usato davvero poco negli ultimi tempi, ma che aveva colpito nel segno, anch'esso, due anni fa, al tempo della mia prova su strada Per non smentirmi, ho utlizzato anche il suo fratellino DX negli stessi ambiti dove allora avevo scattato le immagini del test: attratto più dagli ambiti ristretti, dentro i quali angoli di campo simili causano implosioni che caratterizzano gli scatti e ne determinano l'interesse all'acquisto. Ma non solamente effetto a tutti i costi: perchècon questi obiettivi, scegliendo con accuratezza punto di ripresa e contesto, ci si può permettere l'illusione della curva continua, proprio come dovremmo interpretare l'orizzonte conosciuto... il sole è ben difficile dissimularlo con superfici di vetro così estese ed omnicomprensive: allora tanto vale...interpretarlo con gli spicchi del diaframma a sette lamelle di questo fisheye, difetti da ghost inclusi oppure nasconderlo, facendo spostamenti anche solamente di pochi millimetri dell'angolo di ripresa... E la magnificenza dei mosaici in oro zecchino della cattedrale ortodossa di Palermo, la Chiesa della Martorana, ve li ricordate? gira la testa anche a me, mentre inquadro ruotandomi di 90 gradi sul soggetto nella volta nulla più che un fisheye può dare il senso del Tutto di simili meraviglie pur mantenendo in questo modo, anche ai diaframmi più aperti, un grado di nitidezza così elevato su tutto ciò che risulta inquadrato Cambiando contesto, ma non concetto: guardate pur compresso dal punto di ripresa, l'esterno della guglia del Santuario della Madonna delle Lacrime di Siracusa, alta ben 74m ed invece al suo interno... l'appiattimento che ne deriva dalla proiezione angolare del fisheye e nel suo punto di massima ortogonalità...: impensabile...! quando, senza restare in bolla, si espande invece l'orizzonte della nostra altezza relativa (questo genere di obiettivi dovrebbe essere utilizzato da giocatori di basket) oppure esagerando...in una curava barocca continua... Saltando di palo in frasca, abbandonando gli eccessi architetturali e sconfinando in territori più congeniali, anche per testare colore e nitidezza... facendo appena un pò di attenzione alle linee cadenti... e neppure poi tanta... dove non ci siano riferimenti lineari, se non curvilinei, ecco che è il suo... e ho scoperto come il formato 16:9, tarpando il fotogramma, aiuti non poco a distrarre dall'...effetto speciale che questo genere di obiettivi ha nomea di essere Vogliamo aggiungere una luce ausiliaria a migliorare il rapporto luminoso di contrasto? Un piccolo Godox MF12 tenuto con la sinistra mentre la destra sorregge fotocamera ed obiettivo (a proposito, per scattare queste foto ho usato tutte e tre le Z DX, ossia Z30, Z50 e Zfc, in ordine di quantità di scatti) con il calabrone a pochi cm da me... Insomma continuerei ad oltranza con le foto che mi sono divertito a scattare, entrando nella scena, come queste che seguono, realizzate a Ballarò ma probabilmente a causa delle vibrazioni o di qualche urto subito nel viaggio che lo ha portato da me a Palermo, a questo bel fisheye gli si è allentata la baionetta Z e sono in attesa di portarlo ad un fotoriparatore per il serraggio che io non riesco a realizzare. Peccato, perchè così non ho ancora avuto modo di utilizzarlo col suo filtrino ND1000 che è di certo il valore aggiunto per un obiettivo del genere, con cui si fotografa prevalentemente in iperfocale, senza neppure spostare da infinito la ghiera di maf , con diaframmi da f/8 o più chiusi ancora. Mi riservo pertanto di integrare il test: che non può che essere globalmente positivo, fatta la tara ai difetti connaturati a questa categoria: Pregi: qualità: brillantezza, nitidezza, colori poca vignettatura per un obiettivo così luminoso compattezza e, pur essendo costruito tutto in metallo, il peso prezzo ottimo filtro ND1000 in omaggio...che devo ancora provare Difetti: tappo anteriore pessimo paraluce inesistente, sarebbe stata meglio una corona circolare flare e ghosts se utilizzato in maniera incauta ...mi si è smollata la baionetta ... Max Aquila photo (C) per Nikonland 2022 il capone a tocchetti, impanato e fritto, è la morte sua...
  21. La prolifica Meike ha in listino una coppia di tubi di prolunga per Nikon Z, dal prezzo veramente allettante (intorno ai 39 euro) dotati di contatti in grado di trasmettere tutte le informazioni fra fotocamera ed obiettivo. Possono funzionare anche con gli obiettivi Nikon F, interponendo i tubi fra il corpo macchina e l’adattatore FTZ, ma logica vorrebbe che si usassero prevalentemente con gli obiettivi S a cui sono dedicati. Una prima presentazione del prodotto la trovate QUI . Ne riassumo brevissimamente le caratteristiche: Sono venduti in coppia, le lunghezze sono 11mm e 18mm, Le baionette sono in metallo, il corpo è in plastica dura. Sono leggeri (pesano in tutto 78 grammi), ma essendo piuttosto corti, la sensazione è di adeguata solidità. L’autofocus, con gli obiettivi S da me provati, è sufficientemente veloce. Si possono usare da soli o in coppia, per raggiungere un ingrandimento maggiore. Come funzionano i tubi di prolunga l’ho già descritto in diversi articoli su Nikonland, vi rimando a quelli. Ricordo solo che i tubi di prolunga, aumentando il tiraggio, riducono la distanza minima di messa a fuoco di un obiettivo, permettendo di avvicinarsi di più al soggetto ottenendo così un rapporto di riproduzione maggiore. Si possono usare sia per fare vera macro con obiettivi di focali moderate, che nella caccia fotografica per ridurre leggermente la distanza minima di messa a fuoco dei teleobiettivi nel caso di soggetti che risulterebbero troppo piccoli anche se vicini (ad esempio, i piccoli passeriformi). I tubi di prolunga riducono la luminosità dell’obiettivo in proporzione alla loro lunghezza, ma nel caso dei piccoli Meike, la cosa è irrilevante. Per finire il rapporto di riproduzione ottenibile con i tubi di prolunga dipende dalla lunghezza degli stessi e dalla focale dell’obiettivo: a parità di lunghezza del tubo, maggiore è la lunghezza focale, minore sarà l’ingrandimento ottenibile. Ultima cosa: con i tubi di prolunga si perde la possibilità di mettere a fuoco alle lunghe distanze. Li ho provati sul 50mm f1.8 S e sull’85mm f1.8 S, sia da soli che accoppiati. (sul 24-70mm f4 il tubo da 11mm funziona al di sopra della focale da 35mm, al di sotto si va a toccare con la lente frontale, ma sono incline a pensare che sia anche un problema legato alla costruzione dello zoom, è una cosa da approfondire). Data la stagione non propizia per insetti e simili, mi sono limitato a soggetti floreali, che comunque hanno il pregio di non scappare e permettono di ripetere gli scatti in tutta comodità. Ho usato un flash Godox V860 con un diffusore ed un pannello riflettente a lui contrapposto. Se non ho sbagliato i conti ecco i risultati 50mm f1.8 S Il 50mm da solo ha una distanza minima di messa a fuoco di 40cm con un rapporto di riproduzione di 1:6.7 Con il tubo di prolunga Meike da 11mm Si ha una distanza massima di lavoro (ossia distanza dalla lente frontale) di circa 25cm per un rapporto di riproduzione di circa 1: 4,5 Si ha una distanza minima di lavoro di circa 13cm per un rapporto di riproduzione di circa 1: 2,5 Con il tubo di prolunga Meike da 18mm. Si ha una distanza massima di lavoro di circa 17cm per un rapporto di riproduzione di circa 1: 3 ( qualcosina di più, ma preferisco arrotondare). Si ha una distanza minima di lavoro di circa 10cm per un rapporto di riproduzione di circa 1: 2. Con entrambi i tubi di prolunga (11+18=29mm) Si ha una distanza massima di lavoro di circa 11cm per un rapporto di riproduzione di circa 1: 1.7 Si ha una distanza minima di lavoro di circa 8cm per un rapporto di riproduzione di circa 1: 1 85mm f1.8 S Da solo ha una distanza minima di messa a fuoco di 80 cm per un rapporto di riproduzione di 1:8 (qualcosina meno, 1:8.3) Con il tubo di prolunga Meike da 11mm Si ha una distanza massima di lavoro di circa 71cm per un rapporto di riproduzione di circa 1: 7 Si ha una distanza minima di lavoro di circa 36cm per un rapporto di riproduzione di circa 1: 3.6 Con il tubo di prolunga Meike da 18mm Si ha una distanza massima di lavoro di circa 46 cm per un rapporto di riproduzione di circa 1: 4 Si ha una distanza minima di lavoro di circa 31cm per un rapporto di riproduzione di circa 1: 3 Con entrambi i tubi di prolunga (11+18=29mm) Si ha una distanza massima di lavoro di circa 30 cm per un rapporto di riproduzione di circa 1: 2.7 Si ha una distanza minima di lavoro di circa 22cm per un rapporto di riproduzione di circa 1: 2 Come ho scritto, ogni funzione della fotocamera è mantenuta; ad esempio questa foto è stata ottenuta con l' 85mm ed il tubo da 18mm, mediante una sequenza di 12 scatti “con cambio di messa fuoco”, per poi ottenere uno stacking con Photoshop. Conclusioni? I tubi Meike mantengono le promesse, sta ad ognuno di noi valutare se possono o meno servire, ma a mio parere, dato il prezzo modestissimo, sono senz’altro un ottimo acquisto per fare della macro statica con obiettivi “normali”. Combinati assieme possono essere usati anche nella wildlife con i lunghi tele (su treppiede!), come ho spiegato prima; la leggerezza costruttiva in questo caso non rappresenta un handicap in quanto i tele si fissano al treppiede con il loro collare. Silvio Renesto per Nikonland.
  22. Confronto all'americana tra .... il 24-200 in posizione di riposo a 24mm e il 24-200 in posizione 200mm. Attenzione, l'obiettivo non è "retrattile" come il 24-70/4 S, nel senso che a 24mm funziona, non richiede di essere esteso perchè la fotocamera si attivi. mentre qui è di fianco, per l'appunto, al 24-70/4 S su cui guadagna circa due dita di lunghezza nella posizione a 24mm (notate che al minimo il 24-70/4 S non è in posizione di "sparo" ma ritratto. Si deve aprire per poterlo utilizzare e a quel punto si allunga anche alla minima focale, cosa che per il 24-200 invece non succede). Quando è esteso più o meno raddoppia di lunghezza con il paraluce e il tappo il paraluce HB-93 costruito, come il resto, in Tailandia E per finire eccolo montato sulla Z6, in questo caso "zavorrata" dal battery pack. l'ingombro resta accettabile a 24mm, più impegnativo a 200mm, anche perchè i due cilindri interni fuoriescono abbastanza e il sistema diventa fragile all'imboccatura (immaginatelo con il paraluce montato). Che sono ovviamente in plastica, mentre il fusto principale invece è - almeno all'apparenza - in metallo. A supporto della cura di Nikon in questo obiettivo "tutto fare", il pulsante di blocco della focale che evita allungamenti indesiderati. Obiettivo che è del tutto costruito in Thailandia e non in Cina, una volta tanto. Nel complesso, la costruzione non è male. Non è un Nikkor S ma sembra semplicemente il fratello ... più alto del 24-70/4 S. Una estensione di quel concetto *** Nell'uso devo subito annotare una cosa. Già a 50mm il diaframma chiude ad f/5. Mentre oltre i 150mm è già f/6.3. Quindi o andate in giro con il sole bello forte, oppure se dovete fermare un soggetto rapido, dovrete rassegnarvi a salire di sensibilità. pieno sole, 165mm, f/6.3, ISO 280 per avere un tempo di 1/1000'', il minimo per fermare i miei delinquenti mezzo sole e mezza ombra, andiamo a 1000 ISO ma in ombra pur della stessa giornata di sole, la sensibilità è andata a 5600 ISO fortunatamente la nitidezza resta sempre elevata, il contrasto omogeneo e i colori neutri, facilmente dosabili. Archiviamo subito lo sfuocato, credo che uno che cerca il 24-200 non lo farà per avere lo sfuocato del Noct-Nikkor ... ! che comunque è decente se ci sapete fare Lato distorsione, avendo a mente che c'è la correzione automatica non disattivabile nemmeno in NEF, mi pare che le cose siano perfettamente in linea con l'oggetto, anzi. 24mm, appena un'ombra di cuscinetto residuo, tutto sommato ancora migliorabile, considerando che ero tutt'altro che in bolla con la parete e che in situazioni normali la cosa non si nota del tutto (sempre 24mm) E se anche andiamo a cercarci situazioni ... orribili si può intervenire con Photoshop ed avere comunque foto in bolla se vi piace di più il diaframma, pur aprendo a valori relativamente bassi, ha il pregio di chiudere a livelli molto elevati e in questo caso sono andato a cercare il sole che si mostrava tra le nuvole di una giornata un pò moscia, vedendo che l'obiettivo regge benissimo in queste circostanze qui siamo andati da f/4 ad f/32 passando per f/6.3 ed f/20 ( con piena evidenza di tutti gli scarafaggi che ci sono sul sensore della mia Z6 !) per quanto riguarda lo stabilizzatore, funziona perfettamente ed è del tutto trasparente (qui siamo ad 1/10'' ed f/22) Ma il miglior utilizzo di questo obiettivo è quello spensierato, a caccia di soggetti ... qualsiasi, potendo avere a disposizione tutta la gamma focale che si usa di più (con riconoscimento di occhio e volto del soggetto davanti, seguito a raffica senza problemi) *** Concludo così questa anteprima, forse approfondiremo nei prossimi mesi quando sarà disponibile un esemplare di serie. E' un obiettivo piacevole da utilizzare, di gran lunga migliore - anche in termini costruttivi - del Nikon F 28-300mm che si impasta a tutte le focali ed ha colori tendenti al grigio medio ... Ben corretto, non importa se in larga parte via software, è leggero, ancora compatto, come dicevo il fratello lungo del 24-70/4 S che quasi tutti noi abbiamo preso nel kit di una delle nostre Z. Proprio si nota appena che non è un S di fascia media, forse manca un filo di nitidezza rispetto agli eccellenti compari di merenda che Nikon ci ha proposto negli ultimi anni. Resta un oggetto di compromesso, e così deve essere preso, anche nel prezzo, non elevato ma nemmeno di livello popolare. Si usa bene e non impegna, le foto che consente sono belle e in certi casi, uniche, perchè magari quella volta li, proprio un tele impegnativo non l'avremmo portato con noi ... mentre qui basta zoomare e se c'è luce sufficiente si può fare quello che si vuole dall'insieme al particolare La poesia, ricordiamocelo sempre, sta dentro di noi e solo i nostri occhi possono mostrarla. Non scaturisce da sola per l'obiettivo che abbiamo in mano L'anteprima finisce qua anche perchè dovevo rapidamente restituire il sample a Nital Spa, distributore nazionale dei prodotti Nikon che ce l'ha concesso in visione.
  23. Come ho scritto nell'altro post https://www.nikonland.it/index.php?/forums/topic/4904-la-migliore-foto-che-ho-scattato-ieri/ Dopo diversi anni sono stato a Torrile con i vecchi amici per una rimpatriata. Peccato che i capanni "classici" (Bunker e Swarovski) fossero chiusi per restauro e anche che la varietà di soggetti vicini non fosse granchè, così che il tutto si è trasformato in uno shooting ristretto alle Sgarze Ciuffetto ed a qualche Garzetta. Pazienza. Le Garzette preferivano le zone in ombra perchè vedevano meglio i pesci. Questa è fin troppo grande per i miei gusti, era molto vicina, ma ha aperto le ali all'improvviso, ho scattato colpito dall'eleganza della figura. Questa sta puntando qualcosa. Poi cambierà idea. Al sole arrivano le sgarze ciuffetto, Sono dei tipi che a me mettono allegria. Le Sgarze Ciuffetto sono difficili da fotografare perchè hanno parti più scure ma le ali sono bianchissime, se sono sotto il sole occorre fare attenzione a non bruciarle quando le aprono. Grazie ai piedi larghi riescono a sfruttare le foglie delle ninfee come appoggi galleggianti, se tendono ad affondare si aiutano con le ali (questi gialli in realtà sono dei nannufari, le ninfee hanno i fiori bianchi/rosa e lo stelo non sporge dall'acqua, ma funziona allo stesso modo ) ecco un doppio passo: Vedete la foglia che si inclina sotto il peso. Quando si "arruffano" sono uno spettacolo: Un Tuffetto passava ogni tanto; il nannufaro da' l'idea di quanto sia piccolino. Chiudiamo la chiacchierata con un' immagine classica, il riflesso. Come ho anticipato, poca varietà, la star è stato l'Airone Rosso che ho già pubblicato. Però il ritrovarsi dopo anni tutti assieme ha comunque un valore. Accentuato dalla fermata al bar per il bianchetto, rito irrinunciabile quando è presente l'amico di origini friulane . Che dire, con il sostanzioso aiuto del bianchetto si può anche parafrasare Stefano Rosso (cantante),ve lo ricordate? Che bellooo quattro amici un capanno e qualche uccelloo* e la focale giusta che ci staaa e la vita e quasi tutta quaaa * no doppi sensi, please L'originale... per chi non lo avesse mai sentito qui sotto. https://www.youtube.com/watch?v=jdI3uSjKE34
  24. L'offerta aumenta la difficoltà di scelta: non appena viene introdotto un elemento nuovo, subito, va in crisi l'autostima degli acquisti precedenti o la sicurezza dei programmi d'acquisto. Nikon ha appena tirato fuori dal cilindro, invece del 24-105/4 da vent'anni richiesto e mai realizzato, l'evoluzione del progetto F (invece molto datato) di uno stupendo Z 24-120/4S annunciando la novità in un lasso di tempo piuttosto breve (in tempi di pandemia) dalla commercializzazione che è avvenuta in contemporanea all'uscita della già mitica Z9. Importante nella sigla la lettera S che contraddistingue nel catalogo ottiche, le realizzazioni più curate, fattore che su di un'ottica consumer come questa con tale estensione di focali, sinceramente non osavamo sperare. Ed invece, eccolo qui, con le sue tre ghiere, rispettivamente quella programmabile (variazione: diaframmi/exp/iso/nulla), più vicina al corpo macchina, poi quella delle focali e quindi, la dove non può interferire (inutilmente) con le dita, quella di messa a fuoco manuale, che ormai ha motivo di utilizzo solo in poche occasioni. Pulsante funzione programmabile da fotocamera e slider di maf A/M. Manca, purtroppo, per essere appieno uno dei figliol prodighi Z-mount, il bellissimo display digitale che equipaggia i pezzi forti, come gli zoom f/2,8 e i fissi più di pregio. Pazienza: del resto non è certo questo l'obiettivo in cui si renda necessaria una costante visualizzazione di distanza e pdc, mentre per l'indicazione della focale, questa risulterebbe comodo poterla compulsare, su di un obiettivo con questa alternanza di angoli di campo, dagli 84° dei 24mm ai 20,3° dei 120mm. In questo articolo parliamo di questo nuovo zoom come di un'alternativa in termini di copertura focale, luminosità, peso, dimensioni ed infine anche prezzo (incredibile quanti elementi !) rispetto al già noto ed in nostro possesso fin dalla sua presentazione, Nikkor Z 24-200/4-6,3 che vedete insieme al nuovo fratellone nella foto di copertina sopra chiusi e sotto aperti a tutta estensione dei barilotti Accomunati ma anche separati da alcuni di quegli elementi sopracitati: la luminosità prima di tutto, in quanto il nuovo 24-120 parifocale f/4, mentre il più esteso (altra differenza) 24-200 chiude progressivamente fino a f/6,3 che corrisponde a TA già a partire dagli 80mm di focale La assenza di tasto funzione sul 24-200 a cui fa da contraltare la presenza del VR incorporato, che invece sul nuovo 24-120/4 non è stato inserito, giusta l'apertura costante a tutte le focali. Peso, dimensioni (filtri da 67 sul più esteso e da 77 sul nuovo), e prezzo molto simile, caratterizzano altre somiglianze. Nikonland non aveva mai recensito superzoom come il 24-200 prima della presentazione di questo Z e si è dovuta ricredere, tanto da annoverare un numero consistente di articoli che lo riguardano e di gallerie al loro servizio, negli ultimi due anni dal suo annuncio: solo io, ne parlo in altri cinque articoli, alcuni a confronto con altri zoom, oltre questo che state leggendo. Il 24-120/4, invece, è la quarta generazione con questa estensione di focali, a partire dalla prima del 1996: nessuna delle tre precedenti ha mai lasciato un segno indelebile !!! Anche questa coincidenza: due zoom che per pregiudizio un nikonista di lungo corso rifiuterebbe al solo sentirli citare, reinventati in mirrorless dai geniali ingegneri Nikon perchè l'impressione che ricavo dal suo test è che anche questo 24-120/4S avrà un elevato numero di estimatori... brillante, nitido, contrastato e dotato di un ottimo sfuocato, grazie alle 9 lamelle del suo diaframma elettronico netto...tagliente, a qualunque distanza dal soggetto splendido anche in ombra ancor meglio, ravvivato da un guizzo di flash in compensazione Caratteristiche che avevamo notato anche sul 24-200 che abbiamo usato con ogni fotocamera: io personalmente lo ritengo insostituibile sulla mia DX Z50 con la quale tutte queste foto sono state realizzate (in attesa di una Z9...) Difatti, se li andiamo a confrontare...: a TA: f/4 su 24-120 a 87mm f/6,3 su 24-200 a 125mm (Avete letto bene le due focali differenti per ottenere la stessa dimensione del fiore, a distanza minima di maf ? Parleremo di Focus Breathing più avanti) Qua, alla stessa apertura di diaframma, (f/6,3) 24-120 @120mm 24-200 @110mm Direi ben simili nella resa cromatica e nella brillantezza/nitidezza, con una gestione del contrasto più facile nel nuovo 24-120/4, poco più docile dell'altro: a 24mm 24-120 24-200 attorno ai 90-100mm 24-120 entrambe con lampo di schiarita in controluce 24-200 Difetti? per trovarne sono dovuto essere davvero cattivo utilizzando un soggetto impossibile in controluce diretto, acuito dallo spigolo creato in inquadratura... ecco come corregge il flare/ghost in questa condizione il nuovo 24-120mm forte di un trattamento antiriflesso misto tra nanocristalli ed Arneo, la misteriosa sigla di trattamento recentemente introdotta di Nikon sugli obiettivi più di pregio Ecco come a pari condizioni reagisce il più semplice (per antiriflesso) 24-200mm Una differenza sostanziale tra i due zoom è senza dubbio l'assenza della stabilizzazione sul più luminoso 24-120mm: quanto incide sul suo utilizzo a mano libera? Eccovi il soggetto utilizzato per questa prova, fondamentale per chi utilizzi Nikon Z, come questa mia Z50, o una Zfc, le uniche Z senza sensore stabilizzato: i quattro scatti col 24-200 stabilizzato: risultato eccellente anche a t/10 a mano libera !!! ecco invece quattro scatti col 24-120, non stabilizzato, a mano libera e adottando ogni criterio per evitare il mosso Avevo fatto due diverse sequenze in condizioni mutate di luce per le quali, col 24-120, mi mancano dati intermedi con tempi di scatto meno di sicurezza dei primi due a f/4 ed f/8 per cui, a casa in interno, ho poi ripetuto il test, usando un ineccepibile soldato, come Murat dove con una sequenza continua vediamo il 24-200 assistito da una stabilizzazione portentosa che mi consente risultato anche ad 1/8 di secondo a mano libera mentre l'ultimo risultato di rilievo del nuovo 24-120mm, si ferma non molto oltre il t/60 determinando anche in questo caso come in esterni una certa difficoltà all'uso, se non in AutoIso in luce disponibile, con fotocamere come le Z50 e Zfc, prive di stabilizzazione. Questo sarà di certo un parametro di considerazione e scelta, al momento del suo acquisto: va da sè che dalla Zfc in poi, ogni altro corpo macchina Z, forte della stabilizzazione interna, sopperirà efficacemente a questa esigenza. Ancora: (aprire sempre le foto per ingrandire) Z 24-200: eccellente stabilizzazione Z 24-120, buono fino a 1/60" a mano libera... Siloso... il vetro dell'orologio è spaccato... (mezzanotte, ovviamente...) una resa bellissima dello sfuocato, anche questo 24-120, come già detto nettissimo nello stacco tra soggetto e sfondo irriconoscibile per certi versi dal 24-200 sugli stessi parametri allineato alle grandi aspettative che ormai abbiamo da ogni ottica del corredo Z-mount: non credo mai altre Case abbiano potuto vantare tale livello generale 24-120 dove il 24-200 si avvantaggia è chiaramente nella notevole gamma di focali ulteriore, che consente di avvicinare oltremodo un soggetto da non distrarre... Ma dove il 24-120, inaspettatamente, recupera il gap delle focali mancanti... è all'opposto, nella fotografia ravvicinata !!! ecco il soggetto, collaborativo... crop eleveto mi vado avvicinando sempre di più, verso quei 35cm decantati di maf minima ad ogni focale dello zoom ! fino ad arrivare (sempre a 120mm) a questo RR di 1:2,56 (0,39x) vantato da questo zoom crop esagerato !!! Bene: vediamo il 24-200 alla sua focale massima come si comporta con la stessa modella ? ecco qua... 200mm ai 70cm della sua minima maf ecco come si comporta alla stessa distanza, a 135mm di focale La grande differenza dimensionale che avete visto, a tutto vantaggio del più "limitato" di focali dei due zoom, questo splendido rasoio che è il Nikkor Z 24-120mm f/4S dipende dal concetto più volte preso in considerazione su Nikonland dal prof. Renesto, in ultima istanza in questo suo articolo, del Focus Breathing, ossia della caratteristica di molti zoom se non tutti, di perdere focale effettiva al diminuire della distanza minima di messa a fuoco. Fenomeno come vedete che riduce drasticamente la possibilità di mantenere una adeguata copertura dell'inquadratura, a meno che non si utilizzino lenti addizionali o tubi di prolunga a diminuirne l'effetto. Di fatto questo 24-120, tra i suoi pregi annovera anche quello della limitatissima incidenza del fenomeno. Lo avete visto prima nelle foto dei fiori a minima maf, dove il 24-200 aveva bisogno di molti mm in più di focale rispetto al 24-120 per tenere la corolla a tutta inquadratura. Mentre nell'altra coppia di foto di un fiore, a causa della distanza maggiore del punto di ripresa, la differenza si attenua. Insomma...questo 24-120 si preannunzia un obiettivo indicatissimo anche per il close-up fotografico, fin quasi alle soglie della macro, partendo già da un ottimo RR di 1:2,56 naked... Dotato di una ampia gamma di diaframmi, da f/4 a f/22 che consentono di includere al soggetto lo sfondo oppure di escluderlo, quasi del tutto, giocando sulle focali mediotele ampliare il quadro con i suoi 24mm incisi a mio parere, tanto quanto quelli del fisso f/1,8... giocare con la macrofotografia vagante, grazie all'interposizione di un semplice tubo di prolunga da 11mm (oppure di una lente acromatica da 3 diottrie) Lascio ai successivi test che vedrete pubblicati su Nikonland anche da parte degli altri redattori, di descrivere ulteriori potenzialità. Rispetto al tema posto dal titolo di questo articolo, avrete notato che manca del punto interrogativo finale: perchè questi due zoom sono due facce differenti della stessa bellissima realtà che è l'attacco Z di Nikon, al giorno d'oggi: Sceglierà il 24-200/4-6,3 chi ha bisogno nello sport e in natura di quei mm di focale che distinguono un mediotele da un teleobiettivo chi necessiti di uno stabilizzatore nell'ottica per gestire a mano libera in available light focali che necessitino di mano ferma, con tempi lunghi di esposizione chi ha già a corredo accessori da macro, come i tubi e le lenti, per compensare il focus breathing che riduce alla distanza minima di maf la focale di questo zoom chi voglia risparmiare quei duecento euro della differenza di prezzo, senza perdere in qualità e nitidezza Sceglierà il 24-120/4 chi abbia una fotocamera col sensore stabilizzato chi, fuori dalle categorie precedenti, non desideri leggere sui valori a TA numeri come f/5,6 e peggio chi sia interessato al mediotele da ritratto classico (penso ai fotografi da cerimonia, per i quali questo zoom sarà un portento) chi voglia implementare le focali del suo Z 24-70/4 senza perdere l'apertura costante, migliorando su tutti i fronti qualitativamente chi cerchi uno zoom per la macrofotografia da campo: eccolo ! Max Aquila photo (C) per Nikonland 2022
  25. Considerazioni semiserie sul Sigma 150-600mm F.5-6.3 Contemporary dopo un po' di anni di uso su Nikon Z. Versione breve: Il 150-600mm Sigma f5-6.3 Contemporary è un compromesso, non l'eccellenza, ma un buon compromesso. Perchè parlare di questo zoom nel 2023? Perchè questo SIGMA è ancora una buona opzione, se usato con criterio e con consapevolezza dei suoi limiti, non delude. Se usato con la pretesa che renda come un 600mm fisso di qualità, invece la delusione ci aspetta spietata dietro la prima foto. Voglio essere chiaro, la qualità di una foto dipende sommamente dal fotografo, quindi a mio parere chi ha la capacità la bravura e e l'occasione di sfruttare al meglio un supertele di qualità "deve", se può permetterselo, usare quello e non deve in alcun modo accontentarsi di meno, perchè in questi casi il fotografo non è il limite, lo strumento sì. Per un fotografo capace, quello strumento è davvero importante per andare oltre e ottenere risultati superiori a prima. In altri casi invece non è lo strumento il limite. Premesso che ciascuno può comprarsi quello che vuole o che può, e questo non si discute, si sa però che un obiettivo di alta qualità in mani incapaci produce foto peggiori di un obiettivo meno performante in mani più capaci. Saranno foto che forse avranno grande nitidezza e sfuocato meraviglioso ma saranno lo stesso scarse o al meglio insignificanti. Quanto ho scritto sopra senza considerare il lato economico, che però esiste e può essere pregiudiziale per alcuni. In questi casi un superzoom di buona qualità può essere unmodo per cavarsi qualche soddisfazione senza eccessivo rimpianto per ciò che non è raggiungibile. Io ad oggi considero il mio SIGMA come un temporaneo sostituto del non-ancora-esistente Nikon Z 200-600 che è l'obiettivo che aspetto da tempo. Vediamo come va questo SIGMA Qualità di immagine e la versatilità d'uso. La versatilità d'uso, classica di un superzoom non necessita di commenti. La qualità di imamgine è buona:anche alle massime focali mantiene una nitidezza più che soddisfacente (noooo, non ho detto che è il meglio che... ho solo detto che è più che soddisfacente) per la sua categoria. Anzi, dirò di più, comeben si sa, anmche questo SIGMA, come tanti altri obiettivi sulle mirrorless è rinato a nuova e migliore vita perchè ci si può dimenticare di back-front focus, fine tuning e tutto il resto che sui corpi reflex rendevano i SIGMA un'incognita a prescindere dalle "basette magiche". Limiti? 24 megapixel credo sia il suo sweet spot, su sensori più densi diventa un po' più morbido, però... la parola alle foto: Nikon Z6 , a 440mm, f8, 1/1600s, 1800 ISO, monopiede. Crop 100% (cliccarci sopra): Nikon Z6, a 600mm, f8, 1/1600s, 320 ISO, monopiede. Crop 100% (cliccarci sopra): Anche questo sotto è un crop 100% : Nikon Z6 a 600mm, f11, 1/1600s, 2800 ISO, treppiede. Crop 100% dopo passaggio con Topaz Denoise: Nikon Z6, a 150mm f11, 1/2000s, 500 ISO, mano libera Qui sotto Crop 100% cliccare sopra Cosa non mi piace? E' piuttosto chiuso, f6.3 e da' il meglio a f8. Questo può pregiudicare la resa dello sfondo e lo stacco del soggetto dallo sfondo. Si allunga molto, ma davvero molto, tende a sbilanciarsi. Riduce significativamente la focale effettiva, come ho scritto nella mia experience sul 180-400, già a distanze di 3-4m a 600mm il SIGMA ingrandisce quanto il 180-400m a 400mm. Attenzione però sto parlando del "top" degli zoom professionali, altri zoom meno blasonati mi sa che si comporterebbero allo stesso modo . Il Vr è "relativo", quello del 200-500 Nikon era più efficace, però, di nuovo con un corpo Z stabilizzato, le cose migliorano. Prima di darmi addosso perchè oso parlare di zoom economici, ricordo che anche gente come Morten Hilmer (cercate qui su Nikonland) ha usato il Sigma 150-600 senza vergognarsene (versione S, ma cambia poco o nulla come qualità di immagine) finchè ok poi è passato a ... qualcosa di sicuramente meglio. Quindi non sparate sul pianista.
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