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  1. Candelina deformata e ingiallita dall'attesa, ma erano quasi due anni, dopo la presentazione del primo f/2,8 Z-mount, il 24-70, che gli appassionati della triade Nikon (nulla a che vedere con la Yakuza nipponica), i professionisti sempre alla ricerca dello stop di luce in più e, semplicemente, tutti i nikonisti, si aspettavano di vedere rinverditi i fasti del 14-24 F-mount, quello zoom che noi su Nikonland abbiamo semplicemente definito essere: Ecco quindi che ben prima della sua presentazione e poi, dell'arrivo in Italia, abbiamo torturato i nostri amici di Nital per ottenere il privilegio fin da subito di vederlo, toccarlo, utilizzarlo. Ne derivano questi quasi venti giorni di esperienza d'uso, tarpati dalla condizione che quest' Annus Horribilis ci impone, nel rispetto delle distanze e delle cautele, che per un superwide zoom sono esattamente l'opposto del suo animus. Con uno zoom come questo ci si avvicina al soggetto, facendolo entrare dalla lente anteriore , mettendo a fuoco tutto ciò che ha intorno: oppure si gioca a Fuoco, fuochino, fuocherello, Acqua ! in un'alternanza di piani prospettici di volta in volta protagonisti e/o comparse. Ma ringraziamo il Cielo di poterci essere e di poter fotografare, ancora un pò all'aperto, magari senza people, che con la mascherina sul viso non rappresentano esattamente il clichè del piacere di interagire, nè ovviamente potrebbe essere diversamente. 16 elementi in 11 gruppi, 4 vetri ED e due asferici, dietro la montatura a petalo protettiva, ma non troppo protrusa, in modo tale da consentire addirittura, montando il secondo paraluce a corredo, quello più grande, in dotazione unitamente al secondo, enorme, tappo a molla il montaggio di filtri a vite da 112mm (questo in foto è troppo grande, da 116... ) questo è giusto oltre al consueto fermalastra sulla baionetta Ai cultori degli zoom superwide poteva bastare già questo: luminosità di riferimento e lente anteriore predisposta per il montaggio filtri e portafiltri, flat per dichiarare aperte le ostilità col "benchmark" di categoria, penalizzato dalla curvatura impossibile per natura da ...filtrare tout court se non fosse caduto un'altro Muro di Gerico con la seguente Dichiarazione di Guerra dei progettisti Nikon dimensioni più contenute e peso...da Sorge spontanea la domanda.... "e rispetto il Nikkor Z 14-30/4S ... ?" che da un anno e mezzo circa solleva consensi e critiche tra chi lo usa e chi non sapeva se comprarlo o dover aspettare questo zoom... dimensioni operative e peso (al lordo dei 18grammi del tappo posteriore) schemi ottici Insomma, già sulla base delle specifiche c'è da rimanere esterrefatti su come i progettisti siano riusciti a rendere possibili certe misure, sorprendenti già in casa Nikon, per non parlare di casa dei concorrenti, dove obiettivi simili pesano sempre intorno al chilo, più o meno... Tre ghiere, rispettivamente: funzione(diaframmi, comp.esposizione,programmabile), zoom e fuoco. Come negli altri obiettivi Z di gamma alta troviamo il display LCD multifunzione (che segna per un'attimo Nikkor all'avvio) Scala delle distanze e della pdc... 28cm è la minima MAF lunghezza focale (utile per molte occasioni nelle quali sia tassativo utilizzare una determinata focale) Scala dei diaframmi a terzi di stop Ma....tecnici Nikon... mi spiegate per quale arcano motivo questo display funziona solo per qualche secondo e poi si spegne? Ma un rigo di comando per farci scegliere se tenerlo sempre acceso oppure non ? Consuma così tanta batteria da privarci dell'opportunità e della bellezza che lo connota? Aggiorniamo il firmware con questa possibilità? Completa la dotazione dello zoom, il tasto funzione, gestibile dal menù fotocamera e il semplice slider di inserimento/esclusione AF Bello nel complesso: ergonomicamente valido anche sulle Nikon Z senza Battery Grip, (al contrario del cugino F) costruito bene, con ghiere larghe il giusto, per non interferire con le dita, nell'uso intenso lavorativo, come invece avviene in alcuni Nikkor Z fissi, bilanciatissimo al centro, senza lenti anteriori a farlo pendere eccessivamente avanti, dotato di due paraluce e due tappi dedicati agli stessi, per le notizie relative rimando all'unboxing di due settimane fa Andando in campagna a trovare i miei alberi, piante e filari, una delle prime foto che ho scattato è stata anche una delle più critiche per questo genere di ottiche, ossia un controluce diretto con il sole inquadrato, in un cielo terso e ampiamente riflettente mi sono subito sentito rassicurato in termini di tenuta ai riflessi: d'altro canto sul coating di questo zoom troviamo Nanocrystal e trattamento ARNEO, ed anche a diaframmi medio chiusi come gli f/8 di queste due foto iniziali la resa mi pare adeguata alle aspettative, solo qualche sbavatura forzando la mano in PP Ma la curiosità nell'utilizzare un f/2,8 è certamente quella di metterlo alla prova a tutta apertura, utilizzando l'ampio angolo di campo dei suoi 14mm per inquadrare primo piano e sfondo utilizzando un colpetto di flash dosato per aprire le luci che nessuna postproduzione di un controluce diretto potrebbe restituire e qui direi che il Nikkor Z 14-24/2,8S si invola e pure con leggiadria 15mm f/2,8 complici luce e colori che la mia Terra e la corrispondente resa del sensore della mia nuova Nikon Z6II, ci concedono 16mm f/8 anche ai diaframmi intermedi di queste altre prove di ritratto agreste 15mm f/4 24mm f/5,6 24mm f/8 24mm f/4 Servita la frutta, andiamo alla figura, intanto quella raffigurata (anche per i motivi prima espressi) che si presta a sperimentare con facilità di confronto conoscete già il sito ed i soggetti, se mi seguite su Nikonland: ecco piazza Pretoria a Palermo e la Fontana delle Vergogne (sc. Camillo Camilliani) dove i 14 mm di questo zoom si esprimono con misurazioni e cellule esposimetriche differenti, nel modo che desideriamo (anche i 18mm, eh... ) così come l'ortogonalità delle sue proiezioni prospettiche, negli interni della Chiesa del Gesù a Casa Professa senza mai perdite di dettaglio, neppure in condizioni di ripresa basate sul VR dell'obiettivo, abbinato a quello della fotocamera: efficienti e silenti, come ormai Z ci abitua variando angoli di ripresa e focali... ...il risultato non cambia. se non per il fatto, come ho osservato anche in esterni, della sensazione di indefinito sullo sfuocato lontano, aa 14mm a tutta apertura, in modo incoerente con i piani immediatamente successivi a quello di messa a fuoco, che pur meno distinti, mi sembrano qualitativamente migliori di quelli distanti. Ma certamente un 14-24/2,8 non vuole (e non può) arrogarsi caratteristiche proprie dei mediotele da ritratto, nonostante anche questo Z sfoggi un diaframma a nove lamelle, probabilmente a causa della sua minima distanza di fuoco davvero ridotta (28cm), comune però al cugino F ed al fratellino Z f/4. Ineccepibili le inquadrature di parti di grandi spazi, assolutamente corrette, anche ai bordi, anche a TA, anche a queste distanze di ripresa... come si può notare in questo crop della immagine precedente Dettaglio sempre e comunque, ad ogni focale, nei particolari più minuti, anche in condizioni di luce disponibile non eccellenti e basta chiudere il diaframma (qui f/8 @ 14mm t/30 ISO 2800) anche a mano libera, (grazie all'eccezionale riduzione del mosso in queste mirrorless) per eliminare del tutto quella sensazione di indistinto di cui sopra e portare a casa il risultato che il professionista desidera (tanto quanto il semplice appassionato) In esterni, controllando i parametri di esposizione in funzione del contrasto desiderato, si passa da così... a così... dalla parte opposta del concetto (oltre che della magnolia) ed in entrambi gli estremi, trovo soddisfazione ed elasticità di uso il soggetto è sempre ben definito, da tutta apertura, fino ai diaframmi chiusi, senza apparenti sobbalzi di nitidezza e contrasto E se andassimo a ...mare (a Novembre...???) (si...a Palermo, si...!) le cose non cambiano in peggio, nonostante riflessi e trasmissione UV ingrandite pure... Una delle caratteristiche, meno apprezzate, dei superwide è certo quella di deformare i soggetti posti ai bordi laterali del fotogramma, anche se in asse rispetto il centro: pertanto supportiamo di flamenco il luogo più suggestivo di Villa Giulia: quello adorno delle statue di Marabitti del Genio di Palermo e delle raffigurazioni lapidee di gloria, abbondanza, ira, invidia e rabbia, in un insieme di bellezza statica ed in movimento... Direi che senza aspettarsi miracoli, però le deformazioni prospettiche derivanti da inquadrature del genere, siano quelle che ci si possono aspettare e del tutto accettabili, nell'ottica di un reportage che comprenda ovviamente anche una migliore considerazione della composizione: c'é chi manifesta tacitamente approvazione... come chi, probabilmente, minore considerazione facile essere considerati Verità più difficile risolvere in assenza di luce contrastata: ma il risultato che ne deriva, resta ineccepibile, a mio modesto avviso. Chiaramente in luce piena questo obiettivo non ha la pari quasi con nessun'altra lente wide del corredo Nikon Z, non fosse che per la gamma di focali utili il suo valore aggiunto è decisamente la facilità di resa, a monte della postproduzione, nella quale ci si dedica più a limare che a correggere basta cercare di mettere meglio in bolla di così... quando riprendiamo, specie in verticale, dove i 114° di angolo di campo a 14mm, vanno domati per bene. E quando luce non ci sia? Ecco che arrivano i fotografi di wildlife e di astri, con le esigenze connesse non solamente alla possibilità di utilizzare filtri, ma sopratutto di valutare la resa ottica agli EV negativi e la capacità di correzione del coma, ai bordi oltre che al centro dell'inquadratura. E pur non praticando spesso il genere in questione, qualche prova ho voluto farla anch'io, forte della novità sulla Z6ii dell'estensione della scala dei tempi di esposizione in M, fino a 900 secondi: serviti da indicazione su cunter del tempo residuale della posa. e ritengo che i cultori del genere potranno togliersi molte soddisfazioni anche in questo ambito. Infine, il mio giudizio di valore di questo superwide Nikkor Z, che oltre a completare sulle focali più ampie il listino della Casa di Tokyo, lo fa nel pieno rispetto delle aspettative riposte da chi per un paio di anni lo ha aspettato, impaziente...prezzo compreso, oggi attestato sui 2700 euro, al lordo delle promozioni. pregi: nitidezza, contrasto, brillantezza peso e dimensioni contenute, ergonomia indicazioni del display soluzioni per consentire l'uso di filtri dotazione di accessori luminosità e resistenza ai riflessi difetti: sfuocato un pò impastato a TA mancanza di regolazione temporizzazione display (comune agli altri obiettivi Z che ne dispongono) assenza di una custodia adeguata alla classe dell'obiettivo qualche possibilità di fringings, solo in pessime condizioni di controluce e di rifrangenza. Max Aquila photo (C) per Nikonland 20quasi21
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