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  1. Di solito se si parla di "Tigre di Cremona" , si parla di lei: Così è come la ricordiamo... Io invece mi riferisco, indovina un po', a delle tigri in miniatura, che vivono non troppo lontano da questa cosa qui: La Colonia Padana, ai margini di Cremona, struttura immersa nel verde di un parco e circondata da club nautici. Architettura di chiara epoca fascista (oggi è un bar) , dove ai tempi si mandavano i bambini a prendere aria sulle rive del Po anzichè del mare. Poco distante c'è una grossa Colonia Felina, che non avrà lo charme d'ambiente del Castello Sforzesco o del Cimitero Monumentale di Milano, ma i gatti e le loro casette hanno il loro perchè. Vista la location ed il colore dei soggetti, ho deciso di evitare il bianco e nero. Spero che gli appassionati gattofili (il nome giusto sarebbe ailurofili, ma non divaghiamo...) gradiranno e che gli altri mi sopportino. Nikon Z8 e 24-200Z oppure 300mm f4pf e TC14 per non disturbare troppo i soggetti un tantino sospettosi, un po' diffidenti. NOTA: Credo sia stata una delle rarissime giornate cremonesi di sole forte e cielo terso con ombre durissime.
  2. FOTO NSFA (Not Suitable For Arachnofobes), siete avvisati. L'Argiope è un ragno "iconico" per i macrofotografi, abbastanza grosso e colorato (la femmina, il maschio come è tipico per i ragni, è pateticamente minuscolo ed insignificante), da noi è presente con una specie, A. bruennichi (che vedete in queste foto, tutte femmine ovviamente) più settentrionale e dall'addome rotondo, ed un'altra più mediterranea, A. lobata, con l'addome dal contorno ondulato. Molto bella e particolare anche lei. Sono ragni TOTALMENTE INNOCUI per l'uomo. I problemi (fotografici) con le Argiopi nascono dall'ambiente dove prediligono tessere le loro grosse tele, ossia cespugli fitti, soprattutto roveti. A peggiorare le cose, si posizionano preferibilmente con la "pancia" verso l'esterno, mentre il "dorso" è rivolto verso il cespuglio. Insomma il più delle volte la si trova così: Foto tutt'al più segnaletica a scopo didattico o di censimento/ricerca, ma inguardabile per lo sfondo e per il fatto che "di pancia" non si vedono nè la testa (si chiama in un altro modo ma fa niente) nè le tipiche striature sulla parte dorsale dell'addome (non si chiama così nemmeno lui, ma non vi opprimo con i dettagli anatomici). Io tento due approcci. Ne cerco una che sia possa riprendere di lato: Si sta impacchettando la merenda (una malcapitata damigella). L'ottimo sfuocato del 105 MC (qui su Z6) rende sopportabile lo sfondo, che da questo punto di ripresa è un po' più lontano anche perchè la tela è molto larga e danneggiarla per andare più vicino significherebbe per prima cosa disturbare l'animale e poi farlo fuggire perdendo la foto. Oppure insisto finchè non ne trovo una fotografabile dal dorso,magari incuneandomi nel cespuglio in modo da inquadrare uno sfondo un po' più decente. Se venisse la tentazione di usare un flash, occorre fare attenzione ai rovinosamente rovinosi riflessi dati da foglie, rametti ecc. : Alla fine con un 300mm f4Pf e tubi Meike su Z6, ecco il risultato che ho ottenuto in luce ambiente a mano libera: SHELOB! Due ultime osservazioni: L'"addome" dalla parte del dorso è molto sporgente rispetto al capo, per avere a fuoco tutto occorrerebbe o fare del focus stacking, se possibile, oppure almeno chiudere molto i diaframmi, accettando di venire penalizzati in una certa misura dalla diffrazione. Qui ero a f18. Quando si fotografano le Argiopi è importante lasciare un po' di spazio intorno a loro, in modo che si veda lo "stabilimentum" ovvero la grossa fascia a zig zag con cui "firmano" le loro tele. A nessuno di voi verrà mai in mente di andare in giro a fotografare Argiopi, lo immagino, ma io condivido lo stesso e comunque mi sono divertito a fare un piccolo, torrido, macro safari (altre bestie, altro post ).
  3. Serendipità (Serendipity) è una parola inventata da uno scrittore inglese del diciottesimo secolo per indicare il fare scoperte fortunate per puro caso oppure il trovare una cosa interessante o importante mentre se ne stava cercando un'altra. Poteva essere il titolo di questo blog. Nel corso delle mie ultime uscite fotografiche sull'Adda con obiettivo principale avifauna, durante delle pause mi capita di scattare foto ad altro, alcune di queste immagini le ho già pubblicate come prove di close-up del 300mm f4 Pf o del 70-300mm P o addirittura del 24-70 S con la lente addizionale sulla Z6. Poi succede qualcosa di inaspettato, di speciale. In un punto del fiume, uno splendente lampo verde metallico continua a passare in volo rapidissimo avanti e indietro lungo la riva. Le prime volte rinuncio a tentare di riprenderlo perchè non fa mai hovering (volo stazionario) fermo in aria come altre libellule, ma la tentazione è troppo forte così, smonto dal treppiede la D500 con il 300mm Pf (+ Tc 14Eiii) e ci provo. Tempi rapidissimi, Af-C dinamico o a gruppi. Prefocheggio a mano sulla distanza più probabile, oppure metto a fuoco uno stelo od una foglia, sempre nel range del probabile passaggio. E' un'operazione necessaria per garantire una possibilità di aggancio del soggetto, altrimenti si finisce irrimediabilmente a fotografare la sponda opposta del fiume (Lamentazione: i due vetusti 300mm e 400mm SIGMA APO MACRO avevano un limitatore di messa a fuoco che permetteva di selezionare un intervallo dalla minima distanza a 3m, per queste cose era una benedizione...). Traguardare il soggetto e tenerlo inquadrato il tempo che serve per metterlo a fuoco è un'impresa. Credo di aver scattato circa quaranta foto, per lo più dei rettangoli blu, qualcuna con delle sagome sfuocate, un pezzo d'ala in un angolo, cose così. Ma poi... Zac! Presa! Due foto sono a fuoco, in una le ali sono in una posizione migliore che nelll'altra. E' fatta. Sono contentissimo. Ingrandendo a monitor mi accorgo che si tratta nientemeno che di un'Oxygastra curtisii, libellula con la quale ho un rapporto speciale che ho raccontato QUI. Ad occhio nudo era difficile distinguerla dalle altre "libellule smeraldo" che avevo già ripreso in volo. E' la prima volta che fotografo un'Oxygastra curtisii in volo. Sono ancora più contento! La luce del tardo pomeriggio si riflette sugli occhi e sul torace creando un gioiello volante. Quello che potrebbe sembrare sharpening è dovuto al riflesso della luce sulla "pruinosità" (sottile peluria), non c'è nessuno sharpening aggiunto. L'avrei inquadrata anche più in grande, ma... era troppo vicina, appena sotto alla distanza minima di messa a fuoco del 300mm!! Sfuocata, ma perchè troppo vicina Appena posso ritorno lì apposta per lei (veramente questo sarebbe un lui, ma mi avete capito ). Potrei provare con il 70-300P, che mette a fuoco fino ad un metro.
  4. Oggi era in programma solo un breve giro. Così sono passato da Pescarenico, dopo tanto tempo. Naturalmente non ero interessato al paesello manzoniano quanto come sempre... agli animali. Lì un breve tratto di fiume incassato fra le colline collega il Lago di Lecco al Lago di Garlate, la corrente è forte e il vento di più così si ha sempre una percezione di frescura (anzi, all'arrivo c'erano poco più di tre gradi!). Il lungofiume è piuttosto affollato di ogni genere di umanità (famigliole, persone con cani, joggers, bikers , sfaccendati, fotografi ...). ma se si arriva presto e ci si infila tra le barche tirate in secca, usandole un po' come riparo, si possono fare incontri interessanti. Un banalissimo gabbiano, ma mi sembrava elegante. Qualcosa di meglio? Fistione Turco Bello lui e bei riflessi . Le anatre hanno pattugliato la zona poi si sono spostate sulla riva opposta fuori tiro anche con i moltiplicatori. Così mi sono dedicato ad altri soggetti. Un diverbio tra un airone Cenerino ed un Cigno Delle composizioni di aironi e muro sull'Isola Viscontea, striato dalle variazioni di livello del lago. La vera star del giorno però sarebbe stato il maschio di Smergo Maggiore ma. accidenti, l'ho preso male (avevo cambiato corpo, ossia ho preso la D500 per avvicinare, ma nella fretta ho colpevolmente dimenticato di regolare qualcosa...). Peccato. Pazienza, Magari ci torno un'altra volta.
  5. Le piccole, deliziose Licenidi sono per me tra i soggetti più difficili da riprendere bene. Piccole come sono sei costretto ad avvicinarti ed è difficilissimo avere a fuoco sia il corpo che tutte e due le ali (intendo il paio anteriore e quello posteriore). Vivaci già di loro se ti avvicini troppo o fai cadere un po' d'ombra si involano. Insomma ho sempre fatto fatica a fotografarle. Oggi mi sono messo di impegno, con il 105 mi dovevo avvicinare troppo, per cui ho fotografato con il 300mm f4 PF su D500 e il Tc 14 E III, poi ho provato anche con un tubo Neewer di media lunghezza (2cm circa), in grado di mantenere af e esposzione, ma togliendo il TC se no il tutto impazziva. Il rapporto di riproduzione è circa lo stesso come vedrete, quello che cambia è la gestione della luce (ero in Auto ISO). Non ho ritagliato l'immagine per far vedere l'effettivo rapporto di riproduzione si Nikon D500. Entrambe ad F14 e 1/1000s . 300mm più TC 14 EIII, 300mm + tubo da 21mm. Con il tubo da 36mm avrei potuto ingrandire di più ma a prezzo di perdere altri stop di luce.
  6. Nello scorso articolo avevo illustrato l'uso della lente addizionale SIGMA AML da 1,5 diottrie, del tutto paragonabile alla Nikon 5T, ed avevo concluso che le lenti addizionali rendevano al meglio ed erano più versatili con gli zoom medio tele come il 70-300mm af P. All'epoca, John Shaw nella sua "Guida pratica alla Macrofotografia" (Editrice Reflex) suggeriva infatti di usare la Nikon 5T con l'80-200 f4 AiS. Quelli erano i tempi in cui gli zoom di qualità più diffusi avevano apertura massima f4 e diametro filtri da 62mm. Oggi quasi tutti usano invece zoom di apertura f2.8 e diametro filtri da 77mm. Esistono lenti di potenza non esagerata con quel diametro, che abbiano anche buona qualità? Certo ma bisogna affidarsi ad altre marche, esattamente a Canon che produce un'ottima lente addizionale acromatica (a due elementi) la Canon 500D, che viene proposta con diversi diametri fra cui anche 77mm. Massimo Vignoli mi ha gentilmente prestato la sua Canon 500D per farne un breve test. Io non ho uno zoom 70-200 f2.8 (che sarebbe la morte sua), per cui l'ho provata sul Nikon 300mm f4 Pf che comunque rimane entro il range di utilizzo suggerito (Canon garantisce una buona resa dai 70mm fino ai 300mm). Come è fatta e come funziona. La 500D di diametro 77mm è piuttosto costosa, ma è fatta bene. La costruzione è impeccabile, solido metallo e vetro. E' una lente da due diottrie quindi intermedia fra la Nikon 5T (1,5 diottrie) e la 6T o le Marumi 330 (3 diottrie). questo significa che la sua distanza massima di messa a fuoco (cioè con obiettivo ad infinito) è pari a 50cm (si calcola così: distanza max di messa a fuoco in mm = 1000/n. diottrie). Come tutte le lenti addizionali il suo rapporto di riproduzione è tanto maggiore quanto maggiore è la focale dell'obiettivo su cui viene montata (ci sono varie formule, la più semplice è Ingrandimento= n. diottrie x lunghezza focale obiettivo in metri) per un 300 mm si ha quindi Ingrandimento=2x0.3=0.6 ossia poco più di 1:2 a 50cm dalla lente frontale, non dal sensore. Questo con l'obiettivo ad infinito. alla minima distanza di messa a fuoco si hanno ingrandimenti ancora più spinti. Le foto che seguono sono state scattate con la Nikon D500 che ha un sensore APS-C quindi il "ritaglio" porta ad inquadratura pari quasi ad un rapporto di riproduzione di 1:1 (0,9). Niente male. Copertura d'immagine del 300mm f4 P alla minima distanza di messa a fuoco, sensore APS-C Copertura d'immagine del 300mm f4 P, messa a fuoco ad infinito con la lente Canon 500D, sensore APS-C. Copertura d'immagine del 300mm f4 P alla minima distanza di messa a fuoco con la lente Canon 500D, sensore APS-C. Sul campo. Versione breve: si possono ottenere risultati molto buoni, ma non è semplice. Vediamo perchè. Occorre scattare a diaframma chiuso almeno ad f8 sia per avere un minimo di profondità di campo che soprattutto perchè a f4-5.6 la resa è eccessivamente morbida e a questo si aggiunge che ogni minima imprecisione della messa a fuoco viene amplificata. Il range di messa a fuoco è estremamente limitato. Si va da 50cm a circa 35cm dalla lente frontale. quindi non si ha molto spazio di manovra per aggiustare il fuoco e regolare l'ingrandimento.. Questo per me è il problema maggiore, specialmente con un 300mm fisso, con uno zoom sicuramente si avrebbe più agio di gestire l'inquadratura. Spiego meglio: con il 300mm si ha un rapporto di ingrandimento poco variabile, con uno zoom invece pur rimanendo alla stessa distanza si ha la possibilità di variare molto l'ingrandimento variando la focale, con un 70-200 si andrebbe da 1:7 a oltre 1:2. Con un po' di impegno però i risultati si avvicinano a quelli di un vero macro. Come ho già scritto sopra un sensore APS-C la copertura di immagine è pienamente paragonabile a quella degli obiettivi macro. Le foto sono state scattate a diaframmi fra f8 e f16. Queste Licenidi sono lunghe da due a tre centimetri. Ape su fiore Crop 100% l'immagine è stirata dal browser se cliccate sopra e la aprite sarà più nitida. Soffre anche via di un po' di rumore dovuto agli ISO elevati, ma si vedono gli ommatidi (le cellette degli occhi composti). Crop 100%, vale il discorso precedente, cliccateci sopra per aprirla. Come vedete, la nitidezza può essere sorprendente. Conclusione: La Canon 500D è una buona opzione per uscite come un' escursione in montagna, in cui ci si porta ad esempio un teleobiettivo lungo per la fauna ed uno zoom 70-200 f2.8 per le foto ambientate, ma si vuole ugualmente essere in grado di poter riprendere anche un soggetto da vera macrofotografia se capitasse l'occasione, senza doversi sobbarcare il peso di un altro obbiettivo, semplicemente trasformando il 70-200 in un macro tramite un aggiuntivo che pesa ed ingombra poco più di un filtro. Per la fotografia ravvicinata (al di sotto di 1:3) oppure per uscite dedicate alla macrofotografia, invece ci sono soluzioni migliori. Grazie a Massimo Vignoli per avermi prestato la sua lente per il test.
  7. Nuova puntata della miniserie sulla fotografia ravvicinata con il 300mm. Se il rapporto di riproduzione del solo 300mm f4 non basta (che sia l'AFS o il nuovo Pf è lo stesso) come conviene aumentarlo? TC 14 o tubo di prolunga? Che differenza c'è? Cosa conviene? Per raccontarvelo mi sono fatto prestare un set di tubi cinesi compatibili digitali, di quelli senza marca (o meglio venduti sotto moltissime marche, Neewer, Viltrox etc.), dal costo irrisorio (dai 30 ai 40 euro su Amazon a seconda della marca e del rivenditore). In pratica una versione più spartana dei Kenko Af DGX Pro ecc. Nonostante i tubi avessero un aspetto "cheap", con il 300mm f4 Pf funzionavano sorprendentemente bene sia l'autofocus che la trasmissione dei diaframmi , solo il Vr produceva ronzii preoccupanti e saltellava, per cui l'ho disattivato. Il 300mm f4 Af ED PF e "il" tubo. Ho confrontato l'ingrandimento ottenibile con il 300mm accoppiato con il tubo più lungo, quello da 36mm, rispetto a quello che si può ottenere con il 300mm più il TC 14. Montando tutti i tubi si potrebbero ovviamente ottenere ingrandimenti notevoli, ma a mio parere l'accrocchio diventa poco pratico, più complesso da gestire per via della perdita di f/stop di luce e della solidità dell'insieme. Con la combinazione 300mm più tubo da 36 mm si può ottenere un maggiore ingrandimento rispetto al 300mm più TC14, mentre la perdita di luminosità all'atto pratico è la stessa. 300mm più TC14 alla minima distanza di messa a fuoco (1,5m) 300mm più tubo da 36mm si arriva a 1m circa dal soggetto. NOTA: montando un tubo di prolunga si ha un ingrandimento maggiore che con il solo obiettivo anche senza avvicinarsi al soggetto, perchè la messa a fuoco sarà su distanze lunghe e quindi la riduzione della focale effettiva sarà minore (per capirci il 300mm f4 pf è un 220-230mm alla minima distanza di messa a fuoco, 1,4m, montando il tubo di prolunga, la ghiera di messa a fuoco andrà a posizionarsi a distanze maggiori, es 6m, mantenendo perciò una focale più vicina a quella effettiva). Questo l'ho spiegato bene in un mio vecchio articolo . Svantaggi della combinazione 300mm più tubo da 36mm rispetto al 300mm più TC14: Perdita della continuità di messa a fuoco. Montando il tubo si perde la possibilità di mettere a fuoco alle lunghe distanze. Con il Tc14 invece no. Non è un grosso problema, se si sta facendo prevalentemente fotografia ravvicinata, ma va tenuto presente. La gestione del flash è più complessa in quanto le distanze non sono quelle sulla ghiera di messa a fuoco quindi la trasmissione dati è erronea (i Kenko infatti evitano di trasmettere i dati sulla distanza di messa a fuoco).. La stabilizzazione può diventare poco affidabile, per cui ci vuole obbligatoriamente il cavalletto a meno di non avere una immobilità da statue. Con il Tc14 invece riesco a scattare a mano libera in molte più occasioni. Non so se con altri tubi più professionali (?) il Vr potrebbe funzionare meglio, però ho qualche dubbio. Conclusione? Sul campo, il vantaggio della continuità di messa a fuoco e del mantenimento della stabilizzazione mi fanno preferire l'uso del TC14 rispetto al tubo di prolunga, anche se ottengo ingrandimenti inferiori. Se però si avesse bisogno di ingrandimenti un po' più spinti, restando sempre a distanza dal soggetto, un tubo corto o medio (non più dei fatidici 5cm e qualcosa del Mitico Nikon PN11) può essere molto utile. Il grandissimo Ronnie Gaubert in fondo fotografava con il 300mm f4 AFS ed i tubi di prolunga. Le lenti addizionali? Nonostante siano la mia passione, devo dire che con il 300mm sono un po' al limite, il range di distanze e rapporti di riproduzione è molto piccolo e quelle da 77mm se di buona qualità sono anche care, quindi le eviterei (le ho provate e so quel che dico). Purtroppo il Tc 14 con il suo elemento anteriore sporgente non permette di usare la combinazione killer: montare il converter dietro al tubo, ossia fra il tubo e il corpo macchina. E' una combinazione molto più efficace che montare il duplicatore davanti e poi il tubo. Se trovo un Kenko Pro DG compatibile, prima o poi ve lo dimostro.
  8. Cronache di un macrofotografo... Le libellule esistono in tre misure Small, Medium e Large (fuori d'Italia c'è anche qualche rara Extra Large). Le Small sono le Damigelle (Zigotteri) per le quali un qualsiasi tele macro da 105 in su di solito va più che bene. Per lo sfuocato, meglio un 180 o 200mm Ischnura elegans, Micro Nikkor 200mm f4 AfD ED. Ero a 70-80 cm circa. Per quelle Medium e Large, dipende da quanto sono confidenti, a volte basta un tele macro, ma più spesso, sia che siano delle sfacciate, come la Aeshna cyanea, (qui sotto) che ti arriva quasi in faccia per vedere cosa fai, se minacci il territorio (o se per caso ti si può mangiare), per poi schizzare via velocissima. O che siano più diffidenti, come l'Anax imperator che non si avvicina mai troppo, perennemente in volo, si posa raramente e quando lo fa spesso è a distanza di sicurezza, può essere difficile fotografarle con obiettivi macro . Il kit ideale del Fotografo di Odonati a mio parere deve comprendere due obiettivi: un macro lungo (180 o 200mm sono perfetti) per quando ci si riesce ad avvicinare ed un vero tele con messa a fuoco ravvicinata come il 300mm f4 AFS o PF, (a patto di avere un corpo con sensore Dx, perchè su formato pieno anche il 300mm si rivela spesso corto, a meno di avere tanti pixel per croppare) più un moltiplicatore 1.4x perchè anche sul formato Dx a volte 300mm non bastano. O meglio, a volte basterebbero, perchè i soggetti sono abbastanza vicini, ma la distanza di messa a fuco minima è troppo lunga e porta ad ingrandimenti non soddisfacenti. Rimpiango che non esista un equivalente moderno dei Sigma 300mm f 4 e 400mm f5.6 APO MACRO, che rappresentavano l'ideale per questo tipo di foto! Sia la Aeshna sopra che l'Anax sotto sono state riprese con un 420mm (300+TC14) su fotocamera con sensore Dx. Veniamo alla foto del giorno: Domenica scorsa trovo questo splendido maschio maturo di Anax imperator posato ... al di là del fosso. Ogni tanto ripartiva in volo, ma poi tornava sullo stesso posatoio. Escluso quindi di poter usare i macro, a meno di guadare e rischiare la sua fuga, prendo il il 300mm, monto il TC 14 EIII e faccio un primo tentativo: Troppo corto per i miei gusti! Non c'è che una soluzione, sporgersi sulla riva più che si può per guadagnare distanza. Ecco così più o meno ci siamo. Se notate, il posatoio prescelto è uno stelo secco probabilmente scelto perchè sottile, così da potersi aggrappare comodamente, peccato che così lo sfondo proprio dietro al soggetto sia quantomai spiacevole. Un tempo Nikon e Tamron facevano dei 500mm dalla messa a fuoco esageratamente corta, erano veramente dei quasi macro, ma... catadiottrici, ahimè, con tutte le ricadute sulla qualità di immagine che quegli obiettivi comportavano. Non che non si possano fare foto alle libellule Large con un macro Orthetrum albistylum, Nikon micro Nikkor 200mm f4 Af D ED (ottica ineguagliata!!!). Minima distanza di messa a fuoco (50cm) Ma con le focali dai 300mm in su, sono le più adatte per i ritratti a figura intera. Accoppiamento di Aeshna mixta 300mm + TC17 (550mm). Isolata nel mezzo del canneto. Se volete discutere di come fare foto di un certo tipo, cioè come queste, aspetto i vostri suggerimenti e scambi di opinioni nei commenti.
  9. Quando mi sono comprato il 300mm f4 PFE, ho voluto provarlo subito nella fotografia agli uccelli: Il 300mm usato su un corpo macchina Dx si trasforma in un 450mm "equivalenti" (ossia non cambia realmente focale ma l'inquadratura viene ritagliata come se fosse un 450mm). Questo ne aumenta notevolmente la versatilità nel campo della fotografia naturalistica, soprattutto nella fotografia a distanza ravvicinata. Per la fotografia all'avifauna (Birding) è senz'altro splendido Anatra Mandarina. Nikon D7100 e 300mm f4 PF Però capita spesso che persino i 450mm equivalenti possano rivelarsi troppo pochi, perlomeno nel nostro Paese dove gli animali sono, a ragione, piuttosto diffidenti, per cui hanno una distanza di fuga che richederebbe focali ancora più lunghe. In questi casi o si ritaglia in postproduzione, oppure si monta un moltiplicatore ( meglio non andare oltre 1.4x per evitare perdite di luminosità e anche di qualità). Siamo a Pescarenico (LC), ho cominciato con i soliti germani: Germano Reale. Nikon D7100 e 300mm f4 PF + Tc14 EIII Poi ho cercato di usare l'AfC con area 3D (o come si chiama) ed ho notato che sulla mia D7100, il 300 col TC14 EIII montato, fatica un pochino ad inseguire, ogni tanto mette a fuoco a caso, specie se lo sfondo è confuso. Con il solo 300 PF invece va molto meglio. Però, non so quale parte degli insuccessi siano invece da addebitare alla la mia imperizia, visto che uso molto raramente questo metodo. Gabbiano Reale Nikon D7100 e 300mm f4 PF + Tc14 EIII Il maschio del Fistione turco (Netta rufina) è una bella anatra, poco frequente e molto fotogenica. Quando si esibisce, forma con le penne una bella cresta tonda sul capo, ma oggi col vento, non c'era verso. Meglio comunque un Fistione senza cresta che niente, per cui ci abbiamo dato dentro, giocando sul contrasto fra la testa color ruggine e l' acqua verde e blu. Di fronte . Nikon D7100 e 300mm f4 PF + Tc14 EIII La coppia che si alimenta. Nikon D7100 e 300mm f4 PF + Tc14 EIII Un Cigno reale in volo. Nikon D7100 e 300mm f4 PF + Tc14 EIII e in atterraggio/ammaraggio/affiumaggio, insomma fate voi. Nikon D7100 e 300mm f4 PF + Tc14 EIII Le cince in una zona del Varesotto sono piuttosto abituate alla presenza umana e sanno che fotografo=cibo, per cui sono abbastanza confidenti, ma non come in Val Roseg, dove ti si posano in mano. Qui hanno una distanza di sicurezza di sei-otto metri. Troppi per il 300 da solo, anche usando il formato Dx. Il TC 14 EIII è d'obbligo. Ma è ancora poco! Cinciarella. Nikon D7100 e 300mm f4 PF + Tc14 EIII Era con me l'amico Gianni (che tanto per chiarire il soggetto, possiede l'intera produzione di converter Nikon dal primo TC Ai all'ultimo, più converter di terze parti che non voglio nominare ) che mi ha tentato: Vuoi provare ad usarlo con il mio TC 20 EIII? Visto che ero lì a fare esperimenti , perchè no? Allora vai col 300mm f4 PF e il Tc20 EIII (qualcuno è già fuggito con la mano sulla bocca e sento in lontananza dei conati)... no, non fate così, guardate prima! Sempre Cinciarella Nikon D7100 e 300mm f4 PF + Tc20 EIII Crop 100% Questa foto è ottenuta con D7100, 300mm e TC14 EIII poi ritagliata e upsized in pp per avere l'inquadratura equivalente a quelal che si avrebbe con il 300mm e il TC20 EIII Ecco il crop 100% relativo. Meglio Il TC 20 EIII o il crop e upsizing? A ciascuno la sua scelta. Rimane il fatto che che se si vuole insistere su questi soggetti serve proprio un 500-600mm o almeno un 150-600 o 200-500. Non ci piove. Oppure, più economico ancora, cercare zone dove i soggetti sono confidenti. Non si arrabbi nessuno, è solo per sperimentare e fare due chiacchiere.
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