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A questi luoghi sono affezionato per mille motivi, alcuni sono personali, altri riguardano la bellezza dei luoghi stessi... Siamo dalle parti di Populonia e poi ci abbondano le bestiole che mi piacciono (anche) come soggetti fotografici. Piccoli tesori nascosti che sfuggono ai più, a quelli che passano e non sanno guardare. Ecco uno degli animali che mi stanno più simpatici in assoluto. Lo vedete? Dov'è? Foto col 12-28 Z su Zfc. Aspettate un attimo che vado un po' vicino. -2 Eccolo lì: il Geco, un "preistorico" in miniatura. .Foto con il 24-200 a 200mm con Zfc e tubo corto. Come per tutte le altre foto ai Gechi. Mi pare che in qualche regione italiana li chiamino anche tarantole , come i ragni. Da bambino, in vacanza nell'entroterra ligure, la sera mi fermavo a guardare affascinato i Gechi che dal tetto scendevano lungo il muro a dare la caccia alle falene e gli altri insetti attratti dalla luce della lampada che c'era sopra il portone della casa di campagna che ci ospitava. Da allora ne sono affascinato. E' un soggetto che grazie alla sua pelle granulare ed al pattern di colore "sta bene" sui vecchi muri coi quali si confonde e sui quali si arrampica meglio delle lucertole. Una tomba etrusca con turista molto "British". I Gechi abbondano E' un animale molto timido, se si accorge di essere osservato... si nasconde subito. Allora si deve aspettare immobili e prima o poi (più poi che prima) lui tirerà fuori di nuovo la testolina per esplorare la situazione e vedere se può uscire in sicurezza. I Gechi sono spesso notturni, perchè temono la concorrenza delle lucertole che sono più veloci e gli soffiano le prede. Dove la competizione è minore, ossia dove ci sono meno lucertole, li si può vedere in giro anche di giorno. A un metro dal geco... più spavalda, la Lucertola. Che cosa ci trovi in queste bestiole? A parte che i Gechi sono e restano -per me- molto fotogenici (hanno anche un simpatico sorriso). Il sorriso del Geco. A parte il non aver mai perso lo stupore meravigliato del bambino che scopriva le piccole cose della natura, mi si è aggiunto uno stupore ed una meraviglia ancora più grandi, quando per ragioni professionali ho scoperto che animali eccezionali sono. Perchè si ama di più quanto più si conosce. NOTA segue una parte naturalistica divulgativa, con foto di repertorio non mie, leggere se interessa. Il Geco è studiato persino nei laboratori di alta ingegneria per le sue capacità. Può facilmente arrampicarsi sui vetri completamente lisci, camminare a testa in giù sui soffitti, perchè ha inventato (evoluto!) un metodo di adesione speciale e fortissimo. Su superfici irregolari può usare gli artigli come una lucertola, ma su superfici troppo lisce dove una lucertola non potrebbe mai arrampicare lui usa una adesione "molecolare". Un geco sul vetro, visto da sotto Non ha ventose, come si potrebbe pensare, invece le squame sotto i polpastrelli si possono aprire a comando come tende veneziane scoprendo migliaia di filamenti ramificati che appoggiati al supporto creano una superficie di contatto ininterrotta di milioni di punti Foto al microscopio elettronico dei filamenti sotto alle squame dei polpastrelli del Geco. così il Geco riesce a creare una attrazione su un'area enorme fra le molecole delle dita e quelle della superficie (un po' come due fogli di carta che non vogliono saperne di separarsi, ma con molta più forza). Per spostarsi basta "chiudere le veneziane" cioè le squame e la zampa si stacca. Spiegazione grossolana ma penso di aver osato già troppo. Capite che per me è impossibile non appassionarmi! vlc-record-2023-06-14-11h07m26s-1 gekko.mp4-.mp4
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Macro sotto casa: Chi c'è sulla lavanda?
Silvio Renesto posted a blog entry in Il naturalista racconta
Lo dico sempre, per fare macrofotografia non è necessario andare chissà dove, a volte basta un parco cittadino per poter scattare foto interessanti, a volte puoi anche trovare piccole oasi a pochi passi da casa. Vicino casa mia c'è una piccola parrocchia il cui giardino è ornato da dei cespugli di lavanda molto frequentati dagli insetti impollinatori. Chiesto il permesso di fotografare, è pur sempre proprietà privata, mi sono fatto uno "shooting" divertente e anche produttivo. La Lavanda mi piace molto, crea sfondi delicati, dai toni molto belli. Per prima si è presentata la Sfinge del Galio (Macroglossa stellatarum), a cui sono (finalmente!) riuscito a fare un buon ritratto. Messa a fuoco sullo stelo di lavanda, raffica veloce: due foto buone su sei. I simpaticissimi Bombi. Il Bombo non è proprio a fuoco , pazienza, però mi sembra un'immagine delicata. Una Cavolaia (Pieris brassicae), farfalla discreta, non sgargiante, ma comunque ha una sua bellezza (in ombra, luce naturale). Meno simpatiche, ma interessanti, le Api cardatrici, così chiamate perchè "cardano", cioè grattano, la superficie delle foglie per ottenere il materiale con cui tappezzare il nido e nutrire le larve. Sono api solitarie, i maschi controllano un territorio da cui cacciano via non solo gli altri maschi della loro specie, ma anche tutti gli altri insetti impollinatori; è buffissimo vederli mentre si lanciano dritti come missili contro i Bombi (grossi il doppio di loro) prendendoli a testate. Le femmine invece sono tollerate anzi, ne approfittano con gran foga appena queste si distraggono a succhiare il nettare! Tutto qui, un'ora e mezza di pura ricreazione, creativa e rilassante. Spero abbiate gradito! Per gli interessati, ho usato la Z6, il 24-200 a 200mm con lente addizionale e/o tubo di prolunga ed il 300mm f4 pf con TC 14 EIII, oppure con lente addizionale e/o tubo di prolunga. tempi di 1/1000-1/1250s, f8-11, Auto ISO. Qualche ritaglio Fx-Dx.- 5 comments
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