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  1. Pomeriggio del 3 settembre 2025 decido di recarmi in questa Oasi Lipu dopo le precedenti giornate piovose. L'Oasi dispone di una zona umida e due capanni di osservazione, la raggiungo in una mezz'ora di auto ed è mediamente frequentata. In 15/20 minuti di camminata si raggiunge il primo dei due capanni, per il secondo ci vogliono altri 10 minuti. Mi sono fermato al primo, visto che la presenza di uccelli era buona, anche se con controluce da gestire. Visto che gli uccelli son calmi, osservo con il Monarch M7 8x42 i soggetti più grandi e vicini (stimo tra gli 80 e 100 metri, in alcuni casi anche di più) nell'intento di capire in quale punto attenderli per avere buone condizioni di luce per scattare le mie foto. Diciamo subito che ho dovuto ricorrere al formato DX della Z8 per avere 900 mm equivalenti con il Nikkor Z 180-600 vista la distanza, e mi sono fatto bastare i 15 scatti/sec. in nef ad alta efficenza per conservare un più ampio margine in PP. Garzetta @900 f:8 1/2000 ISO 560 Airone rosso @900 f:9 1/2000 ISO 1800 Airone Bianco @900 f:9 1/2000 ISO 1800 Atterraggio Garzetta @900 f:9 1/2000 ISO 4500 Alla fine, bello lungo (crop 50%) è arrivato anche il Martin Pescatore @900 f:8 1/2500 ISO 1600, che per farmi dispetto ha scelto un posatoio poco fotogenico 🤐 Martin Pescatore @900 f:8 1/2000 ISO 1400 Confidiamo nelle prossime occasioni. E' tutto, a voi con i commenti e grazie per essere passati di qui.
  2. Queste sono le foto con il mio 180-600 Prima variante 1/60, 410mm, ISO 64 1/50, 300mm e 400mm, ISO 64 1/30, 300mm, ISO 64 1/20, 300mm, ISO 64 Stop ! Il maggior peso a mano libera si fa sentire e non sono riuscito a scendere sotto ad 1/20 sec. Il Nikkor Z 180-600 non è un obiettivo S, lo riscontro in pratica lato autofocus, almeno in queste stesse condizioni di utilizzo Per un uso a mano libera e se bastano i 400 mm. il 100-400 è un obiettivo più eclettico e rispetto al 180-600 vale la differenza di prezzo per questi fattori: - Motori Autofocus - Costruzione a prova di polvere e acqua - Minor peso e miglior bilanciamento - Diaframma f/5,6 costante E tutto.
  3. Apro una nuova discussione per non toccare quella già aperta da Mauro per lo stesso evento. Inizio subito con la frase che gli ho detto quando ci siamo salutati: E' stato bello !!! Si perché non abbiamo faticato a discorrere di quello che ci piaceva e di trovarci d'accordo su quanto ormai sia diventato difficile fotografare a Monza. Un peccato per appassionati come noi sentirsi così poco incentivati e relegati alle poche tribune oggi disponibili. Le tribune della Ascari offrivano buoni punti di ripresa ed oggi vengono montate solo per eventi come il GP F1. Almeno lui in tempi non recenti ha avuto la possibilità di poter fotografare dagli spot dedicati agli addetti stampa. Speriamo almeno che ci sia il ritorno di manifestazioni motoristiche belle e di grande partecipazione, diversamente temiamo che " Il tempio della velocità " resti solo la dichiarazione di un bel ricordo. Dunque, Mauro non ha fotografato le MCLaren e quindi mostro queste due, riprese dalla tribuna della prima variante a t:1/80 non entusiasmano certo come queste GT a t:1/50 in questa sopra avrei potuto eliminare il fotografo accreditato, lo lascio per far vedere quanto sia più comoda la vita di chi non deve fotografare dalla tribuna. Chiudo con questa "Rossa" a t:1/30 Mauro mi ha confidato di essere venuto anche per provare a fotografare dalla tribuna 8, gli ho risposto che non sapevo come arrivarci e anche se con luce non favorevole ho detto: ti accompagno volentieri, poi vado che fa caldo. Lasciamo la 6 e ci dirigiamo verso l'entrata di Santa Maria delle Selve dove abbiamo chiesto info agli addetti presenti su come raggiungerla. In risposta ci hanno detto che non erano sicuri che la tribuna fosse aperta, da quell'ingresso i cancelli erano chiusi, noi abbiamo li abbiamo informati che dalla 6 vedevamo gente; in ogni caso ci hanno indicato come entrare dal parco e ci siamo incamminati per la nostra esplorazione. Arrivati alla 8 siamo entrati da un passaggio offerto da una apertura nella rete del cancello di accesso. Cancello che poi ho trovato aperto quando sono andato via. Confermo le impressioni condivise con Mauro e cioè che la tribuna offre diversi punti di ripresa, meglio dalle 16:00 in avanti. Reti alte e spesse presenti, non mi piacciono come son venute le foto che ho fatto e non ne metto, la ghiaia di sfondo non mi fa impazzire se non filata da un panning. Tutte le foto con Nikon Z8 e Nikkor Z 180-600, area immagine 16/9 tra i 300mm e i 350mm, area AF custom, riconoscimento soggetto automobili, i tempi li ho scritti sopra, modalità a priorità di tempo, ISO 64. @Mauro: se capita di ritrovarci, ti chiederò la cortesia di farmi provare questo Nikkor Z 100-400 S Nella speranza di avervi intrattenuto con qualcosa di interessante
  4. Nikon ha una tradizione ormai consolidata dalla metà degli anni 70 del secolo scorso sui lunghi tele dotati di lenti speciali e pertanto di qualità decisamente superiore ai primi lungofuoco ed ai loro successori, già operativi fin dalle prime fasi della serie F-mount, a disposizione di tutti i fotografi di sport, natura e paesaggio che ne hanno fatto uso e trasmesso a noi l'inconfondibile allure che i Nikkor continuano a manifestare. La moderna progettazione digitalizzata degli schemi ottici, in funzione di un supporto sensibile stabile ed invariabile, come è il sensore di una fotocamera moderna (rispetto alla casualità rappresentata dalle pellicole) ha certamente favorito la commercializzazione di schemi ottici un tempo inarrivabili per la necessità di impiego artigianale nella loro costruzione: lenti di grosse dimensioni in vetro ottico sbozzate a mano, consentivano piccoli lotti di produzione, operai specializzatissimi, quasi come i progettisti stessi, costi di produzione e di vendita abnormi. Non è un caso se molti di quei progetti del secolo scorso non sono mai caduti nelle mani di appassionati come noi della redazione di Nikonland, al contrario degli ultimi nati del catalogo Z-mount, favoriti in questo da una amichevole collaborazione col distributore italiano. Motivo per cui in questo articolo vedrete insieme tre teleobiettivi accomunati dalla focale eccezionale dei 600mm equivalenti ad un angolo di campo di soli 4,1° il Nikkor Z 600/4 TC VR S ...in prestito da Nital il Nikkor Z 600/6,3 VR S ... in prestito da Mauro Maratta e lo zoom Nikkor Z 180-600/5,6-6,3 VR ... quello mio Tre obiettivi nati per soddisfare tasche ben diverse, passando dai poco più di 2mila euro per lo zoom ai quasi 6mila del 600 leggero, per arrivare agli oltre 17mila del 600 più luminoso, salvo sconti e campagne promozionali che però non possono certo abbattere moltiplicatori di spesa da 3x fino ad 8,5x Chi usa oggi un superteleobiettivo come uno di questi tre? Certamente fotografi che vogliono avvicinare soggetti da cui sono lontani oppure ...stanno lontani: che è la differenza che passa tra un fotografo sportivo ed un fotonaturalista i quali non hanno in comune altro che la necessità di un angolo di campo così limitato. Possiamo aggiungere i collezionisti di ottiche, per i quali un supertele è sempre un oggetto del desiderio e poche altre categorie di fotografi, tra i quali i reporter che utilizzino la distanza per...discrezione. Ma cosa determina la differenza di approccio al proprio genere che consenta di stabilire se debba comprare il più luminoso, il più leggero oppure il più versatile? O meglio: che cosa giustifica un esborso 8,5 volte superiore allo zoom oppure 3 volte rispetto al 600/6,3 per arrivare alla determinazione all'acquisto di un 600/4? Un tempo (e fino a non molto tempo fa) i supertele luminosi come un 600/4 esistevano per due motivi principali, entrambi legati alla luce disponibile: necessità di usare tempi rapidi di otturazione incapacità degli esposimetri dei sistemi reflex di lavorare a bassi EV con luminosità inferiori a certi valori di diaframma massimo (di solito < f/5,6) e per un terzo motivo, compositivo: 3. ossia ottenere una pdc tanto esigua da porre il soggetto contro uno sfondo sufficientemente indistinto da non essere disturbato esteticamente dal bokeh decisamente poco morbido di certi diaframmi del tempo (e dall'eventuale casualità e confusione dello sfondo ottenibile) Riguardo il primo punto, oggi abbiamo a disposizione fotocamere digitali dotate di sensori che sono in grado di lavorare ad un rapporto di S/R a valori ISO un tempo impensabili: guardate per esempio questo scatto scappatomi per errore con delle regolazioni sbagliate, rimaste dalla precedente sessione di scatto Z9 e Z600/6,3 iso12.800 t/5000 f/7,1 crop 200% con una Nikon F5 a pellicola un risultato così era da pellicola da 200ISO con una Nikon D850 da 45mpx non era pensabile superare i 1600ISO Avessi avuto una coppia f/6.3 t/500 gli ISO sarebbero scesi a 1600 e il risultato sarebbe stato ancora più compatto e leggibile. Riguardo il secondo punto, le fotocamere mirrorless, eliminato il mirabox/periscopio delle reflex, non hanno più problemi di compatibilità luminosa tra diaframma di massima apertura e mirino ottico, perchè oggi il mirino elettronico è capace di amplificare la luce, permettendo una visione reale, il più possibile costante ed omogenea, anche con aperture massime, oggi spesso utilizzate su obiettivi molto differenti tra loro, come questi f/6,3 che ritroviamo sul 600 leggero e sui 600mm dello zoom. Addirittura marchi concorrenti hanno realizzato tele ancora meno luminosi di f/6,3 a TA, giusto per significare quanto questo aspetto sia indifferente alle fotocamere mirrorless, in abbinamento alla capacità di utilizzare quel rubinetto fantastico che oggi sono diventati gli ISO. Resta il terzo punto, quello dello stacco del soggetto dallo sfondo, importante in ogni genere di ritratto, che si tratti di posa, di sport, di moda, o naturalistico, verso soggetti difficili da avvicinare, tanto più se profondamente integrati nell'ambiente circostante, ancor di più se reperibili in orari dalla luce debole o pressocchè inesistente, dove un sensore digitale oggi riesce a leggere quello che l'occhio umano non arriverebbe quasi a decrittare. In realtà, noi di Nikonland, ci stiamo facendo convinti del fatto che i teleobiettivi moderni, questi Nikkor Z, siano frutto della stessa manina, che è la progettazione digitale degli schemi in funzione dei sensori su cui presumibilmente gli obiettivi in questione andranno a lavorare: cioè che non passi poi tutta questa differenza tra classi di teleobiettivi così diversificati nel prezzo: che quindi i teleobiettivi attuali vadano distinti in termini di trasportabilità e maneggiabilità, in funzione dell'uso cui dovranno essere adibiti. Oltre al prezzo infatti è anche il peso il discrimine fondamentale tra questi tre 600mm: si passa dal più leggero, il 600/6,3 di appena 1,47kg, al 600/4 da 3,26kg, transitando dai 2,14kg dello zoom, valori questi, che nessuna campagna sconti potrà mai diminuire. La differenza nell'utilizzo è sostanziale: il 600/6,3 è talmente ben bilanciato da poter essere utilizzato lungamente a mano libera, senza stancarsi, salvo portarsi prudenzialmente appresso un monopiede cinese in carbonio compatto e leggero, da poter avvitare al tele anche in assenza di staffa per il treppiede, risparmiando così un altro etto di peso: ridicolo vederlo montato su un treppiede ! lo zoom 180-600/5,6-6,3 che pesa solo 670 grammi di più del precedente, sconta anche nelle maggiori dimensioni la necessità di portare appresso un monopiede, per evitare di stancarsi durante sessioni di scatto che si protraggano a lungo: occasionalmente usato anche su treppiede, mi faceva però un pò sorridere inglobato nel mio sistematico con gimbal. il 600/4 si può utilizzare a mano libera come Rambo usava il suo M60: necessita di treppiede ben strutturato oppure di monopiede altrettanto robusto, preferibilmente a poche sezioni, specialmente se utilizzato come faccio io che su monopiede schiaccio sempre verso il basso il tele durante le mie sequenze di scatto. La staffa per il treppiede è mirabilmente costruita, salvo per il fatto che non è a standard Arca Swiss, quindi se non sostituita con apposito piede aftermarket, va appesantito anche dall'adattatore avvitato sotto. Z9 più 600/4 valgono complessivamente 4,6kg ! Resta il fatto che il corollario alla base del risultato degli scatti con un qualunque teleobiettivo è uno solo: Qualità dell'Aria e Trasmissione della Luce La formulazione ottica più raffinata, il coating delle lenti più rivoluzionario (ed il 600/4 in questione adotta soluzioni davvero innovative) nulla possono contro un muro di UV di una giornata estiva dal cielo terso, così come da un nebbione che avvolga una zona boschiva: tranne che per evidenziare proprio gli aspetti deteriori, rispetto alla potenziale brillantezza e tridimensionalità del soggetto inquadrato. Forse un teleobiettivo più luminoso può almeno evitare di finire ad iso superiori a 10mila, ma la soddisfazione dura quanto il tempo di tornare a casa per rivedere gli scatti...talvolta si viene sopraffatti dalla frustrazione e per un pò ci si rimette a fotografare fiori e frutti... Ma quando le occasioni siano ottimali, quando la scena sia nitida ed il soggetto alla portata di tutto lo spettro fotocromatico (toni caldi compresi), cosa distingue questi tre obiettivi, chi deciderà di acquistarne uno e per cosa? L'accostamento alla FIAT 600 Multipla, una delle incognite del design industriale del 900 ancora irrisolte, è puramente beffardo... in realtà a mio parere ognuno di questi tele mantiene individualità e destinazione ben definita e che deriva non tanto dalla qualità assoluta in termini di nitidezza/risoluzione/cromia/bokeh, quanto dalla centralità che il loro proprietario potrebbe loro destinare. Il fatto di definirli multipli deriva certamente dalla loro diversa eterogeneità: provo quindi ad azzardare identikit e borsa di tre differenti fotografi, coinvolti diversamente da questa focale. Nikkor Z 180-600/5,6-6,3 VR: Reporter di reportage sportivo e paesaggistico, compra questo zoom dopo aver realizzato che per usare un tele fisso, serva muoversi intorno al soggetto finchè non ci si trovi alla distanza ideale e che pertanto sia consigliabile appostarsi che è invece l'opposto di ciò che fa lui: che si muove spesso per cambiare inquadratura e tipo di soggetto, ma non sopporta l'idea di dover cambiare ottica se cambia il soggetto. Nello sport ha l'esigenza vitale di scendere al di sotto della focale massima dell'obiettivo, perchè in determinate situazioni non ha la possibilità di spostarsi per variare il rapporto di dimensione inquadratura/soggetto. Di questo zoom la ghiera che usa di più è chiaramente quella di zoomata che amplifica utilizzando corpi macchina come Z8 e Z9 che gli consentano di scattare indifferentemente in FX e in DX, trasformando la focale già estrema in una equivalente a pari luminosità...perchè ciò che conta per lui è raggiungere il soggetto, per quanto lontano sia ! In borsa avrà anche un 70-200/2,8 per le inquadrature strette e la pdc minima ottenibile, probabilmente già montato su secondo corpo macchina, mentre sul lato grandangolare non è detto che invece del terzo zoom non abbia un paio di fissi...quelli che piacciono a lui. Nikkor Z 600/6,3 VR S: Ritrattista: qualunque sia il soggetto prediletto, che si tratti di persone, animali di tutte le specie, automobili, atleti, scorci di paesaggio, eventi, questo obiettivo nelle sue mani risulta essere il cuore del corredo e si affianca in borsa, eventualmente, ad altri obiettivi specializzati nel genere di elezione, come possono essere i mediotele luminosi o i macro. Sopra ogni cosa questo fotografo ha cura per la versatilità e la essenzialità: vuole questo 600mm per poterlo usare facilmente a mano libera, come il suo peso e bilanciamento consentono di fare, lo può integrare con uno o entrambi i TC separati alternativamente alla scelta di usare in DX la sua fotocamera (solitamente una sola) top di gamma, ma generalmente predilige il massimo della qualità di immagine e lo persegue con i settaggi del corredo più appropriati: se non può ottenere la foto come la desidera, non la scatta neppure ! Nikkor Z 600/4 TC VR S: Fotografo specializzato. Non c'è un dettaglio del corredo che graviti intorno a questo teleobiettivo che non sia studiato con una cura certosina, mirante innanzitutto al contenimento dei pesi, a causa di quello tragicamente incomprimibile dell'ensamble fotocamera/tele. Sia che si parli del necessario supporto statico, prevalentemente un treppiede, del supporto mimetico da appostamento, come del supporto da spedizione (perchè ogni uscita fotografica con questo tele lo diventa), ogni elemento è frutto di ponderata scelta che viene vissuta come trionfo nel caso di successo fotografico oppure come causa diretta dell'insuccesso: in pratica compra di solito un supertele del genere, chi ritenga che alla base della riuscita della sua foto stia prevalentemente la qualità dell'attrezzatura. La specializzazione sul soggetto è tale, che nel caso non venga trovato durante la spedizione fotografica, ben raramente questo fotografo penserà di dedicarsi ad altro genere, per il quale in borsa normalmente è attrezzato con una serie di zoom che coprano le escursioni focali interessate: non sono però loro i protagonisti, quanto il teleobiettivo che è coronamento dello sforzo mirante alla cattura delle immagini auspicate. sto scherzando: ovviamente le fattispecie e le destinazioni d'uso possono essere delle più varie ed intersecarsi. A me per esempio non dispiace la compresenza di un tele fisso accanto a quella di uno zoom che lo ricomprenda nella sua escursione oppure che lo sfiori: ma ben difficilmente porterei entrambi in una condizione normale di ripresa, scegliendo in base all'esigenza preventivata. Resta il fatto che il più generalista dei tre, lo zoom 180-600 è un obiettivo adatto a molte situazioni più che il mirabolante 600/4 TC, dal quale, per tirarne fuori il differenziale che lo faccia spiccare nettamente al di sopra degli altri due, bisogna che stia nelle mani di qualcuno che sappia esattamente come per i suoi soggetti non possa che essere quello il tele designato e che gli astri siano connessi perchè le condizioni di luce siano pure quelle ideali. Certamente il moltiplicatore incorporato è un valore aggiunto sempre riconducibile alle esigenze di compattezza e contenimento di pesi o ingombri che questa classe di teleobiettivi porta sempre con sè: va rimarcato come nonostante tutto i tre chili e 260g del 600/4 siano un trionfo rispetto l'ultima serie F-mount che pesava (senza TC incorporato) mezzo chilo abbondante di più, per non parlare del primo AF-I del 92, che pesava ben 6 kg ! Mentre il 600/6,3 S di questo lotto ritengo sia davvero un jolly a tutti i livelli: maneggevolezza e bilanciamento ideale consentono insieme alle sue dimensioni contenute in poco meno di 28cm di lunghezza, di diventare insieme al suo contrappeso ideale, la Nikon Z9, un'arma letale in qualsiasi genere fotografico sportivo, con l'unica limitazione della distanza minima dal soggetto che su campi corti potrebbe farlo limitare a riprese da primo piano o da piano americano. La differenza di luminosità rispetto il diaframma pieno di f/5,6 è di appena 1/3 di stop e ci dà ancora fastidio psicologicamente, ma ogni mirrorless di taglio Z la digerisce senza alcun motivo di rigetto. La modularità con la quale si possa scattare pigiando un tasto, in dx, trovandosi tra le mani un 900mm equivalente di pari luminosità, o la possibilità di aggiungere (magari ulteriormente) un TC14x, ne fanno davvero un protagonista vincente. Le foto nella galleria relativa a questo articolo, scattate di volta in volta in contesti similari con i tre obiettivi spero vi siano di aiuto per comprendere il concetto veicolato: Oggi si compra ciò che serva davvero, indipendentemente dal prezzo, perchè non è più sostenibile il concetto secondo il quale si ottenga la qualità più elevata pagando il prezzo maggiore: senza dimenticare che un teleobiettivo sovradimensionato per un certo tipo di riprese, non farà altro che mortificare l'approccio a quel genere e a scoraggiare il fotografo a continuare: resterebbe solo lo sfoggio, ma confidiamo nel fatto che i lettori di Nikonland siano ben superiori a simili atteggiamenti... Max Aquila photo © per Nikonland 2024

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