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Mostra risultati per tag 'nikkor z 14-24/2.8 vs z 14-30/4'.

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  1. Eccoli qua i due zoom Nikkor Z superwide che costituiscono il sogno nel cassetto degli appassionati cultori di queste estreme focali grandangolari. Il 14-30/4 commercializzato ad aprile-maggio 2019 e da me recensito subito prima, in anteprima europea il più luminoso 14-24/2,8 reclamato, atteso ed auspicato, commercializzato in questo mese di Novembre, appena recensito si pongono entrambi sul listino Nikon Z a livelli ben differenti, indipendentemente dall'attuale sconto in cassa per il 14-30/4, senza il quale comunque, il rapporto di prezzo starebbe sempre 1 a 2 e sappiamo quanto una collocazione commerciale possa influenzare la diffusione di un prodotto, nato per soddisfare determinate esigenze. Adesso che coesistono sul catalogo dei prodotti, vediamo in cosa le differenze tra i due zoom possano determinarne l'acquisto, dato che si trovano in un certo senso a competere fatte salve le differenze più banali: come la diversa gamma di focali (banale? sicuro?!), la differente luminosità (banale? davvero?!), la relativamente poca differenza dimensionale (ma è realmente poca ?!), la diversa costruzione e dotazione di ghiere e pulsanti (...?!) e last but not least...il differente prezzo. (e qui non c'è da aprire parentesi... ops, scusate...!) All'interno di questa analisi rientra anche un'altro elemento non poco importante: la dotazione attuale di fotocamere a baionetta Z, molto simili dal punto di vista materiale tra di loro, per cui, con la sola eccezione della spigliata piccolina DX la Nikon Z50, le altre (Z7/6/5/6ii/7ii) sono praticamente costruite sul medesimo chassis e questo elemento può giocare a sua volta a favore dei potenziali abbinamenti ottica/fotocamera. L'elemento psicologico condiziona non poco: il titolo dell'articolo sul 14-24/2,8 parla chiaro: molti appassionati amano sentirsi "completi" di tutte le focali (sia che le utilizzino o meno) che si rifacciano ad una serie specifica di ottiche, funzione quasi sempre delle luminosità massima relativa. Ecco perchè ho titolato che la triade si completa col 14-24/2,8 rispetto gli altri due zoom che idealmente gli vengono...abbinati (attrinati?) ossia il primo a uscire sul mercato, il 24-70/2,8 e il recentissimo 70-200/2,8 insieme ai quali il fortunato possessore della triade, si troverebbe al sicuro da ogni manchevolezza tra 14mm e 200mm con un immobilizzo in termini di prezzo attuale che sfiora gli Ottomila, fotocamera a parte. Ora, tenendo conto che manca da un anno e mezzo quel Nikkor Z 70-200/4 che darebbe ristoro finanziario a chi non possa acquistare il più luminoso, per completare anche la seconda triade, quella f/4, che vedrebbe coinvolti il 14-30 ed il 24-70 già da tempo sul mercato, l'effetto psicologico della seconda triade darebbe pace a chi nel frattempo si agita per capire cosa debba acquistare per risolvere i suoi buchi di focale (si, li chiamano così), ma darebbe una gran mano a Nikon perchè come per i marchi concorrenti si formerebbero due livelli censuali di utenti, quelli da vorrei-ma-non-posso e quelli non-plus-ultra. Conosco da tempo molti appassionati, fedelmente appartenenti a queste classi di pensiero, che non si sognano per nulla di effettuare dei transiti anche temporanei in quella che considerano (entrambi i gruppi) un'altra marca di attrezzature, democraticamente. Come i cittadini e non cittadini al tempo della Roma dei Cesari. So di apparire per ognuna di queste classi di pensiero un pericoloso sovversivo, quando mi permetto di consigliar loro l'acquisto di ciò che reputo faccia al ... loro caso; certe volte invece che sgomento mi dimostrano disprezzo o si offendono addirittura, come se in qualche modo li condannassi ad una deminutio capitis (in caso di passaggio a luminosità inferiore) oppure gli stessi consigliando di compiere un sacrilegio (nel caso opposto di...upgrade) Motivazioni personali e psicologiche a parte, che spero possano avervi divertito, senza l'idea del freddino che forse vi sta correndo lungo la spina dorsale, nel caso vi sentiate sgamati, in questa sede vorrei parlare di quelle che a mio avviso sento essere differenze sostanziali tra i due zoom in questione, nella speranza di fornire anche valido aiuto a chi davvero si trovi in una situazione di scelta d'acquisto o, peggio, di sostituzione, nel caso in cui sia già possessore del primo dei due zoom ad essere stato commercializzato. Comincio dal fatto che seppur usato solo per poco meno di tre settimane, ho appena posato il 14-24/2,8 con il quale in questo lasso di tempo (ed in queste condizioni attuali di distanziamento sociale) ho scattato davvero una gran quantità di foto, paragonabile a quella scattata in un anno e mezzo col MIO 14-30, che ha dovuto cedere il passo, di volta in volta a nuovi obiettivi che facevano capolino e che grazie alla preziosa collaborazione di Nital sono riuscito ad utilizzare testandoli, in molti casi poi anche acquistandone per me. E' infatti questo un periodo molto fecondo di offerte in questo ambito e per chi, come noi della Redazione di Nikonland, trasuda passione per la fotografia e le attrezzature che ne consentono la pratica, è sempre come aprire la stanza dell'albero di Natale la mattina del 25 dicembre. Partiamo dalle impressioni: appena ho cominciato ad utilizzare il 14-24/2,8 mi ci sono subito ritrovato, con l'ennesimo rappresentante di casa Z che mette a suo agio l'utilizzatore, senza causare mal di mare in inquadratura che altri superwide in passato mi hanno procurato, nonostante i 114° di campo inquadrato dalla focale più corta. La seconda impressione è stata, riguardando a monitor i file scattati e poi anche al pc, che a differenza del 14-30 che mantiene una coerenza media per tutto l'arco delle focali possedute, questo 14-24 invece si comporta da purosangue, facendo preferire focali e...diaframmi di utilizzo sui soggetti che andavo inquadrando. Un esempio? Essendo impossibile paragonare i due zoom a tutta apertura, lo faccio a f/4, che è TA per il 14-30 ma il secondo stop per il più luminoso 14-24: Due Arance fuoco sulla prima: 14-24 @ 14mm f/4 14-30 @ 14mm f/4 fuoco sulla seconda: 14-24 @ 20mm f/4 14-30 @ 20mm f/4 la distanza minima di messa a fuoco per entrambi gli zoom è a 28cm dal piano focale, ma noto come nel più luminoso, quando si mettano a fuoco soggetti prossimi alla minima maf, cambia radicalmente la resa dello sfuocato (e la sua gradevolezza) sugli elementi più lontani da questo piano, rispetto al 14-30 il quale, a mio avviso, si comporta in maniera più docile. La situazione già cambia (nelle foto in cui metto a fuoco la seconda arancia) appena si sposti più in avanti il piano di messa a fuoco, cambiando anche la focale. Una controprova? Stessa foto di prima ma con il 14-24 a TA, quel diaframma che il 14-30 ...proprio non ha 14-24 @ 20mm f/2,8 dove la situazione non migliora di certo, (difficilmente le migliori prestazioni di un wide possono essere allocate a TA) Le cose cambiano radicalmente progredendo con focale e diaframma, come in questo scatto col 14-24 a 24mm ed f/5,6 ed anche in situazioni opposte, in controluce diretto ed insidiosamente filtrato dai rami, stavolta entrambi gli zoom ad f/11 14-24 a 14mm f/11 14-30 a 14mm f/11 Mi sono fatto l'idea che questo 14-24 sia un obiettivo da saper gestire di volta in volta per ottenere sempre il miglior risultato, meno facile quindi del 14-30 da utilizzare per fotografia allround, ma più indicato per stare nelle mani di chi sappia come fargli esprimere il massimo delle sue potenzialità. Che si manifestano immediatamente nella straordinaria compattezza e peso che i progettisti Nikon sono riusciti a conferirgli, tanto da consentirne un utilizzo a mano libera (nel lavoro combinato del suo VR con quello della fotocamera) quasi ai limiti dell'incredibile, come si vede da questo file, scattato appunto a mano libera con il 14-24 a 1/3" ISO100 f/2,8 ed il suo crop assolutamente sovrapponibili alla stessa immagine scattata col 14-30 ad f/4 e t/50 ISO 1600 Ancora ad f/4 il 14-24 ed il 14-30 Nitidezza maggiore sul piano di messa a fuoco per il 14-24, alla minima maf, ma sfuocato più impastato che per il 14-30, nelle condizioni suddette Tutto si riequilibra per entrambi gli zoom nella stessa immagine scattata ad f/8 14-24 f/8 14-30 f/8 Se il piano di messa a fuoco invece si trovi a distanza non eccessiva dallo sfondo e la distanza di ripresa sia ben maggiore di quella minima, non trovo più nulla da obiettare: 14-24 @ 14mm f/4 14-30 @ 14mm f/4 anzi noto una (inevitabile) maggior nitidezza del più raffinato dei due zoom su tutti i piani intermedi Ovviamente nessun rilievo, quando la ripresa sia piatta e non si ponga alcun motivo di valutazione di omogeneità nello sfuocato: e non ci aspetteremmo nulla di diverso, anche in condizioni di luminosità bassissime, come quelle di queste immagini, scattate a 24mm t/50 f/4 attorno ad ISO 7200, rispettivamente con 14-24 14-30 Affascinanti gli scorci da lunga distanza con entrambi gli zoom, anche a queste ampie aperture, che non ci si aspetta così ...risolventi 14-24 @14mm f/4 14-30 @14mm f/4 In buona sostanza, da cosa si distinguono questi due zoom nel fotografare, per potersi dire destinati a una tipologia di fotografi, ad un genere fotografico, ad una condizione specifica di ripresa? Riprendendo l'elenco delle banalità di apertura, analizzandole compiutamente, se dovessimo considerare ininfluente la differenza di gamma focale tra un 14-24/2,8 ed un 14-30/4, faremmo sicuramente torto ad una delle più vaste categorie, come i fotografi che prediligono il reportage, lo street (oggi inteso come genere), il ritratto ambientato, un certo tipo di fotografia di cerimonia non professionale (gli scatti al matrimonio dell'amico che desidera le nostre foto)... Tutte evenienze dove non è fondamentale avere un diaframma in più di luce, specie oggi con sensori che interagiscono in ISO Auto da sensibilità basse a quelle un tempo innominabili! Invece e nello stesso ambito, un fotografo di professione che desidera evitare incroci pericolosi di grandangolari estremi con medi, rinuncia di buon grado sul wide ai 28mm che invece ritroverà, certamente più corretti e omogenei (specie nelle evenienze mostrate) sul suo secondo zoom, il 24-70/2,8, oppure sul suo fisso di riferimento per quel particolare soggetto, relegando il 14-24 al ruolo di obiettivo d'effetto, quando situazione di effetto si voglia creare. E per lui anche un terzo di stop assume un valore che per uno street reporter è pari a Quindi la differente luminosità determina un prezzo finale ben differente, ma che viene valutato ed acquistato da chi questo 14-24 se lo ripagherà con quello stop di luminosità che significherà dimezzare un valore ISO sotto le ingrate luci del podio di un palazzetto dello sport o di una foto di un gruppone di saggiste di danza, al buio di qualche sala convegni di una palestra. Le dimensioni di questi due zoom vi sembrano identiche? ebbene no: il 14-30/4 fa parte di quel gruppo di Nikkor Z dal barilotto retrattile, (come anche il 24-70/4, il 16-50dx ed il 24-50/4-6,3) caratteristica che gli fa guadagnare centimetri preziosi al momento di riporlo in borse, custodie o tasche addirittura, come mi è capitato di fare con la Z50 con la quale si riesce a compattare in spazi impensabili per un superwide zoom. E con la quale si trasforma in un 21-45mm-eq altrettanto interessante che nelle sue misure originarie su sensore FX, andando a sostituire lo zoom standard per l'unica (ancora) Nikon Z DX, con evidenti pregi in termini di maggiore disponibilità di focali in basso e di luminosità a TA: il 14-30/4 è quindi nel panorama Z un obiettivo molto eclettico anche per queste sue caratteristiche meccaniche. La dotazione di ghiere, funzioni programmabili e pulsanti sul 14-24/2,8 rende questo zoom uno strumento prezioso di valutazione dei dati dell'esposizione, col display LCD dal quale finalmente si torna a poter conoscere con precisione la focale alla quale si stia scattando, oppure dare un fuggente sguardo alla scala di profondità di campo con quel diaframma in uso ed a quella distanza dal soggetto, che da decenni, in era autofocus, gli zoom non ci consentivano più di fare. Il pulsante funzione aggiuntivo sul quale per esempio collocare al posto della memoria AE magari il cambio di formato sensore o quant'altro ci piaccia avere a disposizione sul barilotto dello zoom. La terza ghiera funzione, su cui poter alternare ad esempio la regolazione in continuo del diaframma (silenziosamente, prezioso per i videomaker) o la correzione dell'esposizione, o quale altra funzione programmabile ci torni utile avere a disposizione della mano sx, sono elementi differenzianti formidabili, che insieme agli altri vanno a definire classe di appartenenza e di prezzo: quindi anche i destinatari di questo obiettivo di classe professionale. Che non stabiliranno più, dopo questo articolo, di acquistare solo in funzione della consistenza del conto in banca, ma dopo un'analisi ragionata di tutti gli elementi che concorrano a definirsi inclini all'uno o all'altro di questi due spettacolosi widezoom Nikon Z. Io per esempio non venderò il mio 14-30/4 perchè ho nel frattempo acquistato il mio wide fisso d'elezione, il Nikkor Z 20/1,8 che assomma al 14-30/4 le motivazioni di pregi ulteriori i quali, insieme, li rendono due obiettivi del tutto differenti. Nessuno pensi che l'acquisto dello zoom più costoso gli renderà più facile l'accesso al mondo dei superwide: per certi versi il 14-24 è uno stallone da domare, mentre il 14-30 è il cavallo da maneggio, disponibile ad ogni prova, ma cosciente delle sue potenzialità... Distorsione, aberrazioni cromatiche, esposizione, contrasto, temperatura colore, sono tutti elementi che oggi, se non vengono direttamente gestiti on camera dall'interazione tra fotocamera e sw di sviluppo, possono e debbono essere oggetto di variazione in postproduzione: normalmente basta premere il pulsante Automatico del software di PP. Di seguito a questo mio articolo, una piccola galleria di immagini scattate con i due obiettivi: a parte quelle che conoscete già, pubblicate su Nikonland, vorrei proprio sapere se riusciate a distinguere con quale dei due zoom siano state scattate. A riprova del fatto che un'obiettivo è solo uno strumento per realizzare un'immagine: pensata dal fotografo. Max Aquila photo (C) per Nikonland 20...duevolte
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