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Una mattina nel bosco con la Z6
Massimo Vignoli ha pubblicato un articolo in Nikon Z : Test fotocamere
La Z6 resta per me una macchina controversa, perché coniuga notevoli innovative potenzialità, legate alla mancanza dello specchio e ad un sensore molto prestazionale e capace di sfornare file veramente belli ad un prezzo tutto sommato accessibile, con limiti strutturali che fatico a superare. Per questo, dopo 5 mesi dall'acquisto e oltre 16.000 scatti, non l'avevo ancora preferita alla D5 in nessuna uscita seria avente come scopo la fotografia naturalistica. Ma viene il tempo per tutto, ed eccomi qui a raccontare le impressioni tratte dalla prima. L' occasione viene da un bel giro in un meraviglioso bosco di pianura, situazione abbastanza comoda da non farmi recriminare troppo in caso di insuccesso. Il mio amico Marco mi ha raccontato meraviglie più di una volta, ma non siamo mai riusciti ad organizzare prima d'ora. Per costringermi ad usarla lascio a casa la D5 (della quale devo trovare il tempo di raccontare la sintesi di 3 anni d'uso estremamente soddisfacente), ed esco leggero leggero: Z6, FTZ e 500/4E a tracolla. E' lo stesso "trucco" che ho usato a fine maggio la prima volta che l'ho usata in studio: niente back-up, niente possibilità di ripensamenti e di tornare indietro quando vuoi uscire dalla tua confort zone! Il motivo di questa scelta è provare a far leva sulla assoluta silenziosità dello scatto elettronico, gli ungulati sono molto timidi e lo scatto della D5, anche in modalità silenziosa, li innervosisce. Fatto che rende spesso troppo breve il tempo che trascorre tra il primo scatto e quando, per sospetto più che per vero timore, finiscono per allontanarsi, anche se il fotografo è ben mimetizzato. Peraltro, questo partiva come un giro esplorativo, per cui in tenuta mimetica completa - compreso il passamontagna che lascia scoperti solo gli occhi - ma niente capanno. E pure niente treppiede, perché troppo ingombrante e lento da predisporre per lo scatto dopo aver trovato i soggetti, fase in cui i necessari movimenti portano invariabilmente la certezza di spaventarli prima ancora di iniziare a fotografare. Altro motivo a supporto della scelta, visto che a mano libera il VR della Z6 è molto efficiente e l'assenza dello specchio riduce sensibilmente il micromosso. Quindi dopo un caffè al bar aperto da poco, sono le 6:15, altra comodità di non fotografare in qualche landa sperduta delle alpi, parcheggiamo e ci inoltriamo nel bosco. Un po' di nebbia ed ancora pochissima luce. Incontriamo quasi subito un capriolo, ma la luce è troppo poca: occorre aspettare che il sole faccia capolino.... Questo il primo scatto "decente", sono le 6:40. Z6, 500/4E, 1/125, f4, ISO 12.800. Faccio parecchi esperimenti, a mano libera, con lo scatto silenzioso ed il VR, riesco ad ottenere con sistematicità scatti nitidi con tempi di 1/100. Qualcuno, non tutti, è bello nitido anche a 1/60, se appoggio il gomito sul ginocchio (scatto da seduto a terra). E' vero, mi aiuto con la raffica - quasi sempre di 5-7 scatti, tecnica che in assenza di tempi di sicurezza aiuta ad ottenere nella sequenza immagini ben ferme - ma è veramente un ottimo risultato a 500mm di focale! Ci ha visto, probabilmente non ha ben capito cosa siamo, ma ci ha visto...... Qui di solito le cose iniziano ad andare male, con il forte rumore dello specchio della D5 anche in modalità silenziosa. Macchina con la quale non si potrebbe proprio scattare a raffica in situazioni di questo genere. Ma il totale silenzio della Z6 cambia tutto. Ed il nostro amico torna sui suoi passi e.... appare un altro giovanissimo maschio oltre ad una femmina di daino. Z6, 500/4E, 1/125, f4, ISO 8.000. Ma non finisce qui.... perché sono proprio tranquilli e continuano a girarci davanti senza allarmarsi minimamente. Z6, 500/4E, 1/200, f4, ISO 6400. Z6, 500/4E, 1/160, f4, ISO 2500. Z6, 500/4E, 1/160, f4, ISO 2500. Z6, 500/4E, 1/250, f4, ISO 7200. Z6, 500/4E, 1/125, f4, ISO 2000. Z6, 500/4E, 1/100, f4, ISO 2200. Z6, 500/4E, 1/100, f4, ISO 2200. Z6, 500/4E, 1/100, f4, ISO 1800. Z6, 500/4E, 1/125, f4, ISO 2500. E anzi, si uniscono alla compagnia anche due daini, maschio e femmina - Z6, 500/4E, 1/250, f4, ISO 2800. Sono le 6:57. La cosa da sottolineare è che tra il primo e l'ultimo scatto di questa campionatura sono passati 17 minuti, nei quali ho scattato 626 immagini. Vero, una parte sono duplicati nelle raffiche, una parte mossi, una parte fuori fuoco (dirò in seguito).... ma vi posso assicurare che tanti scatti così in un tempo così lungo ad ungulati liberi (ed in zona di caccia) in più di 10 anni di fotografia naturalistica non mi era capitato di farli mai. Grande vantaggio dello scatto silenzioso! Certo non sono tutte rose e fiori. 3 i problemi principali: L' autofocus poco preciso nel caso di soggetto piccolo nel fotogramma a causa del "sensore" molto grande anche nella dimensione più piccolo supportata in AFC (usato sempre Dynamic Area AF); La tendenza in caso di soggetto scuro su fondo chiaro a mettere a fuoco lo sfondo (questo è un difetto assolutamente ricorrente, scandaloso che non sia ancora stato corretto da un aggiornamento software); La piccola dimensione fisica della Z6, decisamente sottodimensionata per questo uso, nonostante la protesi formata dalla basetta (vedremo in futuro con il battery grip) Ci spostiamo, in cerca di altri soggetti e situazioni. Z6, 500/4E, 1/250, f4, ISO 400. Questa è la situazione peggiore perché manifesta quasi sistematicamente il problema dato dalla combinazione tra zona AF grande e tendenza a mettere a fuoco la zona più chiara. Cosa che purtroppo è molto di ostacolo - l'AF "va per funghi" e salvo solo un paio di scatti su oltre 30, gli unici che sono a fuoco dove serve. Nessuno buono quando il capriolo decide di andare via, a balzi - siamo in piedi e troppo visibili per essere tollerati - e sono sicuro che con la D5 lo avrei preso in azione. Ma lo scatto silenzioso è impagabile, questo grosso maschio di daino non si è per nulla accorto di noi! Z6, 500/4E, 1/320, f4, ISO 2200. E quest'altro.... Z6, 500/4E, 1/800, f4, ISO 4500. ....finisce per vedere il mio movimento, devo spostarmi perché sono impallato da alcuni rami. Z6, 500/4E, 1/320, f4, ISO 900. Z6, 500/4E, 1/400, f4, ISO 900. Z6, 500/4E, 1/400, f4, ISO 1000. I punti di forza: Scatto silenzioso, che riduce sia il disturbo ai soggetti sia il micromosso con tempi lunghi Stabilizzatore molto efficace Ottima qualità di immagine anche ad iso molto alti (veramente difficile preferire il file della D5, se non dai 6400ISO in su e con una differenza molto limitata; ma ricordo che ad ISO bassi - dai 400 in giù - la valutazione si ribalta) I punti di debolezza: Corpo troppo piccolo ed inadatto ad essere impugnato a lungo con ottiche pesanti Precisione AF impattata dal fatto che anche la "zona di fuoco" più piccola è troppo grande e dalla tendenza di "andare sullo sfondo" se questo è più chiaro del soggetto La mattina si conclude con un numero di scatti "buoni" decisamente sopra la media considerato il tipo di fotografia e le condizioni di ripresa - tutto a mano libera con il 500/4. Insomma, il debutto della Z6 nel bosco è andato bene. E di fatto, per la fotografia ad alti ISO, la Z6 oggi è l'unica macchina Nikon che possa stare vicino alla D5..... ad una frazione del prezzo (ma non a pari funzionalità!). Massimo per Nikonland 30/10/2019.- 19 commenti
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Due volpoche vigilano sui loro pulcini che fanno il bagnetto, in primo piano l'ammaraggio di un cavaliere d'Italia (credo, se l'ho riconosciuto giusto)
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Da qualche anno perdevo l'incontro con i gruccioni, bellissimi migratori che dall'Africa arrivano da noi per riprodursi, questa avviene in colonie, deponendo le uova in nidi scavati nel terreno, di solito sui ripidi argini dei fiumi o a volte in cave di sabbia. Quest'anno sono riuscito a rimediare e grazie ad un amico ho potuto passare qualche ora in loro compagnia.
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