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Dall'album: La foto migliore che avete scattato la scorsa settimana
la chiesa più alta in Alto Adige, oltre ad essere il punto per un pellegrinaggio più alto in Europa -
Dall'album: La foto migliore che avete scattato la scorsa settimana
lago Careser con dietro i ghiacciai del Vioz e del Cevedale- 8 commenti
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Per il mio primo post vi racconto le mie prime esperienze di escursione fotografica wildlife, tra le montagne della Val d'Aosta, a caccia di camosci!Ho la fortuna di conoscere Massimo Vignoli di persona, che mi ha guidato in questa mia prima volta e da cui ho imparato moltissimo.Quindi sveglia alle cinque e partenza per la Val d'Aosta! All'arrivo il tempo era insolitamente caldo, per cui si è optato per viaggiare leggeri e lasciare le ciaspole in macchina. La prima salita ha dimostrato la mia forma fisica abbondantemente precaria, tanto che dopo poche centinaia di metri già i polpacci avevano deciso di smettere di collaborare, e il peggio doveva ancora venire! Dopo neanche una mezz'oretta si inizia a vedere neve e dopo pochi altri minuti si vede solo quella... Ovunque, mezza sciolta dal caldo e fino al ginocchio, con ogni passo si sprofondava e con quello successivo cedeva ulteriormente, raddoppiando lo sforzo. Dopo oltre 4 ore riusciamo ad arrivare in cima stremati, ma ce l'avevamo fatta! E lo sforzo ci ha ripagato con qualche splendido esemplare, che evidentemente ha voluto premiare lo sforzo, mostrandosi vicino senza doverlo andare a cercare, anche perché... Non avremmo mai potuto fare un altro passo! Ma ormai il tempo era poco, la neve alta, gli altri camosci ben nascosti, quindi poche foto ed era già ora di prendere la via della discesa, che si è dimostrata sicuramente meno stancante, ma con la neve sciolta non è stata comunque una passeggiata.Una volta a casa c'è stato un pò di disappunto rivedendo le foto, troppi errori sciocchi, di messa a fuoco, di impostazioni della reflex... La stanchezza e l'aria rarefatta forse hanno giocato un tiro mancino, forse semplicemente l'emozione era troppa. Man mano che la stanchezza passava, aumentava la voglia di tornare nuovamente lassù, per cui alla fine abbiamo organizzato anche per il weekend successivo.Sveglia nuovamente alle 5 e via pronti a partire nuovamente! Questa volta il tempo era meno aperto, faceva un po' di nevischio, ma durante la settimana aveva fatto relativamente caldo, per cui anche questa volta niente ciaspole. Inoltre abbiamo fatto un percorso leggermente più lungo, ma anche meno ripido, che non ha convinto troppo i miei polpacci, ma complice la neve ben più ghiacciata in circa 2 ore e mezza eravamo già su, pronti per poter abbandonare il sentiero e lanciarci verso la vera "caccia".Ma la fortuna non era particolarmente dalla nostra, quindi dopo aver avvistato un gruppo di stambecchi, cercando di avvicinarci un nuvolone si piazza proprio intorno a noi. E siccome non c'era vento, il nuvolone ha pensato di tenerci compagnia per qualcosa tipo 4-5 ore, impossibilitandoci non solo di fotografare, ma anche di muoverci, con il freddo che penetrava sempre più attraverso le scarpe, i guanti, i vestiti. Momenti in cui le speranze ci stavano abbandonando.Ma proprio quando stavamo per cedere, all'improvviso le nuvole spariscono e lasciano spazio ad un sole bellissimo e diversi camosci intorno a noi! Abbiamo valutato la possibilità di tornare anche con il buio e ci siamo lanciati in altre foto, regalandoci scorci mozzafiato, animali stupendi, paesaggi emozionanti e persino una luna gigante che fa capolino dietro la cima di una montagna. Alla fine, sazi dell'abbuffata siamo tornati giusto in tempo per attraversare il bosco con la sola torcia ad illuminare il cammino, stanchi ma felici.Queste sono alcune delle foto scattate, e anche se sono il primo a dire che non sono le più belle mai viste, non è importante, perché sono le mie, scattate durante un'esperienza spaziale, che non vedo l'ora di ripetere nuovamente. Inoltre l'esperienza mi ha permesso di imparare con sul campo diverse cose. Per esempio:- la montagna la devi conoscere, non si può improvvisare. Siamo partiti con il sentiero pulito e ben tracciato, ci siamo ritrovati in un mondo di neve in cui tutto era ricoperto. Se non fosse che Massimo riusciva ad orientarsi e sapeva dove mettere i piedi, saremmo ancora lì dispersi... Inoltre bisogna anche sapere quali attrezzature portarsi, non può bastare la voglia e un paio di sneakers.- come approcciarsi agli animali: bisogna sapere come fare, mantenendo distanze di sicurezza, facendo capire il disinteresse attraverso il proprio comportamento, tutte cose che magari sulla carta si sanno a menadito, ma quando poi si è lì è tutto un altro paio di maniche da mettere in pratica, tra la foga, la stanchezza, la neve e i saliscendi.- ma soprattutto: mai mollare. Dopo 4 o 5 ore nella nebbia e nel freddo le speranze iniziavano davvero a vacillare, ma se non fossimo rimasti fino alla fine non avremmo avuto le occasioni che poi si sono presentate. Insomma è proprio vero quanto si dice: se ci sei può andare male, ma se non ci sei diventa una certezza.
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Non è quello delle piogge interminabili delle passate settimane ma quello della neve in montagna a coprire i larici gialli. Che finalmente è arrivata, molto copiosa e molto prima di quando è capitato gli scorsi anni. Basti pensare che 2 settimane fa ho dovuto rinunciare ad andare in quota per il rischio valanghe mentre la settimana scorsa sono salito faticando moltissimo, a causa della neve ancora inconsistente e di una errata valutazione sulla necessità delle ciaspole, finendo per non fotografare nulla. Ma tutto è andato a posto lo scorso sabato! Novembre è la stagione degli amori dei camosci, per cui scegliere la destinazione era semplicissimo: Parco Nazionale del Gran Paradiso. Questa volta in compagnia di una new entry in questo tipo di fotografia: Leo! Le previsioni meteo erano di tempo molto nuvoloso con deboli nevicate, proprio come piace a me (che sono genovese, ma i miei amici dicono che evidentemente devo avere origini scozzesi: più è tempo brutto e più mi piace). In realtà è stato molto peggio, nel senso che quasi tutta la giornata abbiamo avuto, causa mancanza di vento, un nebbione persistente che impediva, al netto di pochi rari istanti, di vedere a pochi metri. Quindi da una parte grosse difficoltà a rintracciare e poi fotografare i soggetti e dall'altra la forte umidità che aumentava, nell'attesa nella neve, la percezione del freddo. Ma la pazienza, prima attitudine indispensabile al fotografo naturalista, ha fatto premio anche questa volta ed a un certo punto tutto è andato a posto: un po' più di vento o un cambio di pressione e la nebbia si è alzata. E qui è entrata in azione la seconda attitudine: la voglia di provarci ancora. Perché era ormai tardi e noi stavamo già rientrando. Ma c'era, laggiù in fondo, un bel maschietto di camoscio sdraiato a ruminare nelle neve! Per cui, verificato che Leo avesse preso la pila, che poi per tornare all'auto in sicurezza si è dimostrata indispensabile, siamo tornati sui nostri passi, scoprendo dopo poco che in zona erano in tre! L' alzarsi della nebbia ha fatto si che divenissero consapevoli della presenza uno dell'altro, regalandoci momenti indimenticabili in una scenografia da sogno. Peccato che, per la neve, in giro non ci fossero femmine a scaldare, con gli ormoni, il livello del loro confronto. Per questo, ci sarà la prossima volta! E ora le immagini, tutte a mano libera con D5, 24 1.8G e 80-400/4.5-5.6G (che anche questa volta si è guadagnato la mia stima!). Massimo 19/11/2018.
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Escursione al Monte San Primo 4/3/2018
Francesco Contu ha pubblicato una discussione in Materiale Fotografico
Segnalo ai "lumbard" (ma non solo) che Domenica 4 Marzo, stante una possibile finestra di bel tempo dopo le nevicate conto di andare sul Monte San Primo, ovvero la cima al centro del Lago di Como da cui si possono vedere i 3 bracci. Sara' un'occasione per vedere il paesaggio invernale fino in basso come non e' mai capitato negli ultimi anni. Informazioni: Sentiero facile e privo di pericoli (per il 90% e' una carrareccia) Tempo di salita 2.5 Ore ma con pendenza lieve, dislivello meno di 600 metri Abbigliamento caldo, non ci sono punti di appoggio Pranzo al sacco. C'e' un bar/ristorante al parcheggio ma dati i tempi di percorrenza non si riesce a rientrare per pranzo, si puo' pero' pianificare una merenda Utili le ciaspole, non ritengo siano indispensabili, non ha nevicato molto e il sentiero sara' battuto Pericolo valanghe potenzialmente solo in un piccolo tratto aggirabile sulla cresta (facile e ampia comunque). Da valutare ma credo che appunto avendo nevicato poco il pericolo non sussista proprio Partecipate numerosi...