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  1. Constatando ancora un notevole interesse di una parte degli iscritti verso le reflex Nikon, ci siamo fatti rimandare una Nikon D780, insieme ad un piccolo kit di ottiche adatte. La domanda a cui ci siamo prefissi di rispondere è se sia ancora il caso di acquistarne una a fine 2023. La D780 è sostanzialmente l'erede della linea iniziata nel 201w con la D600 e proseguita poi con la D610 che ne rappresenta una evoluzione. La D750 ha portato le ultime migliorie al progetto con quel sensore da 24 megapixel. Poi, forse a sorpresa, nel 2020 è arrivata la D780. Nonostante le apparenze - è difficile da distinguere a prima vista da una D750 - rappresenta un notevole passo avanti. In pratica la D780 integra la gran parte delle novità della Nikon Z6, almeno quelle integrabili e compatibili con la visione a mirino reflex. Si tratta di una bella reflex con un buon otturatore in grado di raggiungere un tempo più breve di 1/8000'' che una volta era esclusiva delle super-professionali, a 12 scatti al secondo. Secondo l'ultima tendenza non incorpora il mini-flash pop-up sul pentaprisma. In compenso porta in dote tutta l'elettronica della Z6 - sensore, processore, otturatore - mantenendo specchio e mirino ottico. Le memorie sono due, entrambe SD. La batteria è l'ultimo modello, la EN-EL15c. La porta di comunicazione è USB-C, ultimo standard di mercato, che consente oltre al trasferimento dei dati, anche la ricarica della batteria o l'alimentazione in corso di utilizzo. Anche per mezzo di un powerbank, quando siamo lontani dalle prese di corrente. é perfettamente integrata negli ultimi sistemi di controllo via software Nikon. Nella foto qui sopra l'ideale rappresentazione del pacchetto : scheda SD veloce batteria EN-EL15c ricarica via porta USB-C con powerbank opzionale controllo via app Smartphone (in questo caso su iPhone 15 Pro) i tre obiettivi che abbiamo provato, sono perfettamente adatti all'uso (forse il 58/1.4G è esagerato come normale, ma oramai si trova a prezzi interessanti anche sull'usato). Il 70-300 AF-P ci era molto piaciuto a suo tempo, tanto che lo abbiamo impiegato spesso anche con le prime Nikon Z. Il 20/1.8G non ci era mai capitato in mano. Ed è un obiettivo interessante. Questo kit consente di fare tutte le foto che si vogliono fare. Ma il mercato è esageratamente ricco di proposte di obiettivi compatibili con l'attacco F, sia da Nikon che da produttori differenti, da Tamron per arrivare a Zeiss. Potenzialità Ma ritorniamo alle caratteristiche. L'Expeed 6 la rende una macchina veloce. A 12 scatti al secondo si fanno 73 scatti consecutivi in formato RAW che diventano 100 in JPG Fine con una SD Lexar 1800x, scheda perfettamente adeguata a questa macchina. Non saranno prestazioni da ammiraglia dello sport, ma una volta i 6-8 scatti al secondo sembravano esagerati. E ricordiamoci che la bella Nikon D850, non va oltre i 7 scatti al secondo con il suo file da 45 megapixel. Qui abbiamo un sensore di derivazione Sony da 24 megapixel - analogo a quello di Z6/Z6 II/Zf - dotato di elevata dinamica e caratteristiche di basso rumore ad alti ISO che sono in grado di raffrontarsi a testa alta anche con le ammiraglie - sia reflex, come la D6 che mirrorless come la Z9. All'atto pratico - c'è articolo specifico in questa stessa sezione di Nikonland.it : qui - la macchina si è dimostrata perfettamente a proprio agio anche a 25.600 ISO, con puntate ai 51.200. Prestazioni perfettamente alla portata, esponendo bene in modo tale da non dover forzare l'apertura delle ombre in sviluppo, ed intervenendo quando serve con i soppressori di rumore in AI di Lightroom. Per chi si trova bene con l'ergonomia e i paradigmi delle reflex, la D780 offre un buon corpo macchina e buone prestazioni. Le manca solo, per scelta, un battery-grip aggiuntivo. Ma sicuramente non è questo il target della macchina che vuole essere eminentemente amatoriale. In più, nel firmware della D780 sono state inserite opzioni interessanti, come i tempi di posa estesi (vedere l'articolo relativo in questa stessa sezione di Nikonland.it : qui) e la routine di scatto con cambio di messa a fuoco automatico (focus stacking) che noi abbiamo sperimentato in due articoli separati (qui e qui). Ma il bello deve venire. Se impostiamo il Live View e nelle opzioni abbiamo indicato "fotografia silenziosa", la D780, a specchio alzato, si comporta esattamente come una Nikon Z6. nel senso che possiamo vedere l'anteprima dello scatto, con l'esposizione corretta, già al display posteriore. Possiamo impostare messa a fuoco ed altre caratteristiche vedendo in tempo reale gli effetti. E da li scattare, senza alcun rumore né vibrazione, esattamente come se avessi una Z6 su treppiedi. In questo, la D780 è straordinariamente più avanzata della Z850, avendo l'autofocus a rilevazione di fase con una matrice analoga a quella della Z6 (la D850 si deve contentare della solita messa a fuoco a contrasto, lenta e farraginosa, con alzo e discesa dello specchio quando scattiamo e con una visione a display molto granulosa). In questo modo abbiamo potuto fare scatti fermi anche a tempi insospettabili, esattamente come siamo abituati a fare con le Nikon Z. Peccato solo che il sensore non sia stabilizzato. Ma probabilmente il gruppo di stabilizzazione non poteva essere integrato nel corpo macchina della D780 senza una riprogettazione completa ed antieconomica. Quindi, con il solo limite che queste capacità si esplicitano solo a specchio alzato e quindi a mirino ottico oscurato, la D780 è una macchina ibrida perfetta. Ponte ideale tra le reflex e le mirrorless Z. Anche nel video, la Z780 passa per una Nikon Z, decisamente meglio di una D850 o di una D5. della ripresa a tempi estesi (fino a 15 minuti senza utilizzo di intervallometro esterno o di sistemi più artigianali) abbiamo detto. Questo apre alla fotografia creativa (come il light painting) oltre che alle riprese astronomiche. Ci permettiamo di sottolineare ancora la presenza della porta USB-C che permette di dimenticare il caricabatterie a casa, di ricaricare la batteria o alimentare la fotocamera anche quando la si sta usando, magari per riprese lunghe ripetute. Da quella porta possiamo anche far passare dati, comandare la fotocamera via filo se siamo in studio, con trasmissione rapida. Per tutte le occasioni in cui Nikon Snapbrige è inefficiente o instabile. La D780 comunque ha una rapida connessione sia via WI-FI che via Bluetooth. Nikon D780 con davanti un Nikkor F 20/1.8G, posizionamento in bolla quasi perfetto e distorsione appena percepibile, come piace a noi. Insomma, crediamo di aver descritto un quadro completo e interessante che ci consente di andare a rispondere alla domanda iniziale. *** Dai primi rumors pensiamo di immaginare che dopo la Z8 e la Zf, nel 2024 ci sarà l'avvicendamento della Z6 II con un modello più avanzato. Ha ancora senso andare a ricercare una reflex, nuova, a fine 2023 o a 2024 inoltrato. Probabilmente la risposta l'avete già in mente. Avete un corredo di ottiche F importante, non vi convince usare un adattatore (sebbene l'FTZ sia perfettamente efficiente, almeno con gli obiettivi SWM o AF-P) ma soprattutto siete ancora legati al mirino ottico e alla messa a fuoco con sensore separato. Oppure semplicemente perché vi piace ancora il concetto di reflex, il suono rassicurante dello specchio e quello dell'otturatore. L'opposto di quella qual certa artificiosità dello scatto leggerissimo dell'otturatore delle Z (quelle che ne sono dotate) o il suono di scatto elettronico delle ultime Z8 e Z9. Ma non volete farvi mancare le ultime novità permesse dalle Z e che la D780 incorpora (almeno quelle compatibili con l'essere una reflex). E quindi spazio alla messa a fuoco a tutto il frame, con automatismi evoluti e precisione adeguata, senza calibrazione della messa a fuoco. Impieghi creativi, previsualizzazione della scena, magari in funzione di un particolare picture-control. E tutte quelle prelibatezze introdotte con le Nikon Z. Con l'unico, importante limite, di non essere compatibile con le ottiche Nikkor Z, la vera ragione per passare a Z. *** In conclusione ? Volete proprio la nostra opinione ? Noi siamo passati a Z al 100%. E vi consiglieremmo di farlo anche a voi. Le ragioni le abbiamo già implicitamente accennati. In primis i nuovi obiettivi, e poi il fatto che le potenzialità da mirrorless, le Nikon Z le esplicitano nell'uso tradizionale con l'occhio al mirino. Quando la D780 ve lo permette solo su treppiedi ed usando il display posteriore. Ma se siete legati al vostro modo di fotografare, non volete stravolgerlo completamente e cambiare tutto il corredo ma siete "solamente" interessati ad aggiornare il vostro corpo macchina, provando intanto come è l'acqua con un solo piede ... allora la D780 è perfetta. E' la più evoluta ed aggiornata reflex Nikon. Facilmente resterà l'ultima Nikon reflex a listino. Promette una elevata longevità. E' potente, agile, prestazionale, affidabile. Come una reflex Nikon. E' un pò costosa ma già ci sono offerte e probabilmente ancora ce ne saranno finché resterà a listino. Insomma, quindi ? Si, se siete ancora tipi da reflex, e magari avete un vecchio ferro vecchio che comincia a boccheggiare o siete ancora attrezzati in formato DX, pensate ad una D780. I vostri obiettivi probabilmente andranno benissimo anche con lei mentre con una D850 - macchina bella ma oramai invecchiata - forse, forse no. E i soldi risparmiati dal mancato cambio corredo da F a Z, potrete investirli per comperare gli obiettivi dei vostri sogni. Oramai siamo in una situazione in cui il prezzo, lo fate voi !
  2. Ma la Nikon D780 ce l'ha il focus stacking ? [Ripresa con Cambio di Messa a Fuoco secondo la terminologia di Nikon Italia] Si, ce l'ha. E funziona particolarmente bene, perché si può impostare la fotocamera in modalità "silenziosa" in modo da evitare ogni vibrazione [specchio alzato, otturatore aperto]. Si tratta di una procedura automatica sviluppata all'inizio per la Nikon D850 e poi estesa alle macchina successive, compresa la Nikon D780 e quasi tutte le Nikon Z. In questa situazione, la D780 è un filo meglio di quanto può fare la D850, perché eredita molte delle sue funzionalità dalla Nikon Z6, dove sono state perfezionate. Ma procediamo passo-passo. Di che stiamo parlando ? Quando dobbiamo riprendere un oggetto esteso (ma il concetto si presta perfettamente anche ad un paesaggio, non solamente ad oggetti ben definiti : l'unico requisito fondamentale è che non ci siano parti in movimento ma tutto sia bene fermo) normalmente chiudiamo il diaframma quanto è necessario e facciamo uno scatto. Ma se vogliamo la massima profondità di campo, idealmente sufficiente ad avere proprio tutto a fuoco e il massimo dettaglio, allora uno scatto così può non essere sufficiente. questo è uno scatto fatto ad f/8, messa a fuoco intorno al tasto DISP. Tempo di scatto 0.62'', ISO 100. Come si può ben vedere se il piano di messa a fuoco ... è a fuoco, non lo sono ne le parti davanti ad esso, ne quelle di sfondo. Mentre la nostra amata Nikon Zf è solo parzialmente a fuoco. Insomma, questo scatto può andare bene per una ripresa "artistica" ma non per una che abbia la massima precisione e dettaglio. Per essere chiari, questo è il risultato a cui tendiamo idealmente : potremmo provare a chiudere ulteriormente il diaframma. Ma non sarebbe sufficiente. Ed andremmo pericolosamente a contatto con i noti fenomeni di diffrazione che, alle risoluzioni a cui lavoriamo, influirebbero negativamente sulla definizione dell'immagine, anziché aiutarla. Come risolvere il problema per arrivare alla fotografia che vogliamo ? Niente paura. Non è scienza aerospaziale, parliamo di cose che sono alla portata di tutti, ma proprio tutti i fotografi. La foto che vedete è stata realizzata con la Nikon D780, con il meno adatto dei Nikkor, il 58/1.4G. Il soggetto è illuminato ... dalla luce ambiente (sostanzialmente i LED del lampadario della stanza altre aggiunte. Ma naturalmente qui potremmo utilizzare ogni luce fissa o flash di cui disponiamo. Lasciamo ai singola la scelta. Considerate che per le foto di repertorio dei nostri articoli, noi andiamo in studio ed usiamo 4 flash da 600 W/s ognuno dotato di softbox ottagonale da 120 cm di diametro con nido d'ape). Il bilanciamento del bianco è stato premisurato per non avere inconvenienti poi. Ovviamente la D780 è su treppiedi - uno semplice, non ne serve uno da milionari - con una testa a sfera da 42mm. Ci viene incontro il software Il problema ce lo risolvono le tecniche multiscatto. Facendo una serie di scatti cambiando il punto di messa a fuoco, è possibile avere una sequenza di immagini che coprono l'intero campo visualizzato (e anche oltre, se è possibile). Ci sono programmi dedicati - ma è possibile farlo a mano anche con Photoshop - che elaborano automaticamente queste sequenze di scatti per estrarre da ognuna le zone di immagine più nitide e contrastate. Per creare una immagine risultate che sia il più possibile "perfetta" e con una profondità di campo senza soluzione di continuità ? Magia ? No, è alla portata di qualsiasi fotografo. Persino quelli privi di qualità fotografiche come siamo noi. Abbiamo parlato di sequenze di immagini. Nella preistoria, si facevano ad ... occhio. Ovvero si facevano gli scatti un pò dove l'occhio colpiva, tentando di avere una copertura più o meno completa dei dettagli del soggetto. Per poi andare nel software e magari ... scoprire che il dettaglio più importante, il punto nodale della foto, non era nitida. Dovendo ovviamente ricominciare tutto da capo. Ancora ad occhio ! Ma Nikon ci offre questa procedura automatica che abbiamo deciso di sfruttare con la nostra Nikon D780. nel menù ripresa, in fondo, troviamo la voce Ripresa con cambio messa a fuoco. Come vedete ci sono altre funzionalità automatizzate nella D780 (riprese intervallate, Ripresa time-lapse). Ma fate mente locale invece all'opzione Fotografia live view silenziosa. E' una prerogativa delle Nikon Z. Ma la Nikon D780 è l'unica reflex che ce l'ha ! L'ha ereditata dalla Z6. In questa modalità, la D780 non produce alcuna vibrazione. Tanto che non è necessario impostare particolari intervalli tra uno scatto ed un altro, anche quando si scatta a tempi lunghetti. entrando nella voce del menù, abbiamo una serie di opzioni. Sotto al tasto Avvia, che in sostanza attiva la procedura (è quello che premeremo per far partire la sequenza), ci sono varie opzioni. il numero di scatti da fare. Indica alla fotocamera quanti scatti dovrà effettuare Larghezza step di messa a fuoco. E' un parametro qualitativo che comunica alla fotocamera una quantità di scostamento di messa a fuoco progressiva tra uno scatto e un altro Blocco esposiz. primo fotogr. Segnala alla fotocamera di non variare l'esposizione tra i vari scatti, fermandola alla prima misurata nel primo scatto (sinceramente noi suggeriamo di scattare in manuale, in modo da avere una impostazione fissa. Idem per il bilanciamento del bianco. Meglio fisso o premisurato) Fotografia silenziosa. Se messo su ON, la D780 opera in otturatore elettronico. In silenzio e senza vibrazioni. Se messo su Off, viene utilizzato l'otturatore meccanico. Preferibile usare l'otturatore elettronico tranne i casi di illuminazione oscillante che crei bande di luce negli scatti Avvio cartella di memorizzazione (nelle successive opzioni è possibile indicare se la macchina deve creare una cartella apposita per ogni sequenza o se debba ripetere la numerazione per le varie sequenze) Tutto bellissimo se non ci fosse il dilemma di scegliere il numero di scatti e la larghezza dello step di messa a fuoco. Con l'esperienza si riescono a scegliere i numeri giusti. Ma non sempre. E la necessità di ripetere la sequenza cambiando i parametri è sempre dietro l'angolo. Diciamo che più sono gli scatti, più piccolo dovrebbe essere lo step. Ma detto così sembra una cosa a cui credere per fede ... un paio di scatti del semplice set impostato per questo articolo. Una tavola di truciolare nobilitato come piano. La D780 su treppiedi. Il cavo USB-C per la connessione al computer, in modo da evitare i dover togliere la scheda di memoria per prelevare gli scatti. Ma il cavo verrà utile anche per la seconda parte dell'articolo ... E andiamo agli scatti Con l'accortezza di mettere a fuoco ad occhi, davanti al soggetto, non sopra, un filo davanti. Andiamo al menù e premiamo Avvia il display si oscura. Passa un breve momento e poi partono gli scatti. Vediamo che la macchina lavora perché si accende e si spegne la spia di memorizzazione delle immagini sulla card. Ma la sequenza avviene in modo silenzioso. Ci vuole un pò di tempo perché abbiamo scelto un tempo di 2/3 di secondo. Ma dopo il tempo necessario la macchina si riavvia. Ovviamente durante questo tempo noi dobbiamo stare in religiosa attesa, senza fare né poter fare nulla di utile. Preleviamo gli scatti Potremmo prelevarli anche wireless con l'Utility Nikon Wireless Transmitter ma non ci sembra il caso di complicarci la vita. Abbiamo un cavo USB-C da 3 metri. La Nikon D780 viene vista dal nostro PC. come se fosse una qualsiasi periferica. Vediamo la scheda di memoria da 256 GB, una comune SD Lexar 1066x. navighiamo all'interno e vediamo la cartella di memorizzazione delle foto. e anche l'anteprima degli scatti. Li prendiamo e li trasferiamo in una cartella nel disco fisso del computer. Parte software Abbiamo scritto un tutorial sullo stacking via Photoshop. Ma non tutti hanno Photoshop, che è un programma costoso e complesso. Per fortuna ci sono sul mercato software dedicati allo stacking, estremamente più efficaci e semplici, oltre che velocissimi. Noi abbiamo adottato Helicon Focus, di una software house ucraina. è una app a pagamento, con la licenza rinnovabile di anno in anno, oppure valida per sempre. E' solo una questione di prezzo. il programma, appena avviato si presenta così : con l'invito a trascinare le immagini da elaborare nello spazio grigio non ci facciamo pregare troppo e con il mouse trasciniamo le nostre 11 immagini dentro al programma. Le vediamo in miniatura sulla destra, mentre nel riquadro principale abbiamo l'anteprima del primo scatto. Si vede già che è a fuoco la parte anteriore dell'obiettivo. Mentre il resto è sfuocato. il programma presenta svariati metodi di "montaggio" tra le opzioni. Approfondirle non è oggetto di questo articolo. Magari un'altra volta. Ma noi possiamo anche andare con le impostazioni dell'ultima volta. Basta premere il tasto Crea. Il programma mostrerà il progressivo processo di creazione della fusione di immagini con una animazione in bianco e nero che, al termine, mostrerà il risultato. possiamo salvare l'immagine sul disco fisso. Che poi apriamo con il nostro programma di editing preferito. In questo caso Photoshop. con la taglierina ritagliamo il soggetto in modo da eliminare parti dello scatto non pertinenti che abbiamo lasciato per avere più materiale su cui mettere a fuoco. e qui esaminiamo il risultato. Il soggetto è nitido ma la stessa cosa non possiamo dire dello sfondo. Non sarebbe un problema, ma esteticamente potremmo avere un miglior effetto con tutto a fuoco. Nella foto qui sopra, in verde ciò che ci piace, in rosso ciò che non ci piace. Dove é il problema ? Impostando una sequenza di 11 scatti siamo riusciti a coprire il soggetto ma non molto oltre. E questo non ci ha dato la profondità di campo infinita che volevamo realizzare. Per risolvere non avremmo altro modo che ripetere la sequenza con un numero di scatti maggiore. Quanti scatti ? Un numero maggiore ... a nostro piacimento. Forse sufficienti, forse ancora insufficienti. Forse troppi, un numero eccessivo. Così come continua a non convincerci quel numero che definisce lo Step che non abbiamo modo di parametrare. E' il limite della procedura Nikon. Comoda ma non ideale. Ma che comunque funziona bene e che, con un pò di esperienza vi assicuriamo che ognuno saprà trarne il meglio. Per fotografare, in modo che tutto sia a fuoco, oggetti e soggetti comunque grandi, impossibili da riprendere con profondità di campo infinita, con un unico scatto. Sperando di avervi incuriositi, vi rimandiamo alla prossima puntata per un metodo alternativo ed efficiente. Sempre con la D780 nelle vesti di regista e la Zf di modella.
  3. La scelta di Nikon per un grande bocchettone sulle mirrorless Z è certamente premiante. Stiamo assistendo negli ultimi mesi al fiorire di molte realizzazioni ottiche di terze parti, prima impossibili già solo a pensarle ed una delle sorprese di questa estate 2020 è stato certamente il fisheye diagonale 11mm f/2,8 a baionetta Z costruito da TTArtisan, marchio di Shenzhen Mingjiang Optical Technology Co., Ltd. fondata nel giugno 2019 che si definisce sul suo sito essere: "un produttore professionale che integra ricerca e sviluppo, vendite e servizi, dedicato maggiormente alla ricerca e sviluppo, per dei buoni obiettivi, pur mantenendone il prezzo accessibile: concentrato sulla tribù dei fotografi e sulle esigenze degli appassionati, oggi entra nel gruppo dei players, trasformando le idee in oggetti concreti." Si presenta subito sul mercato con cinque realizzazioni: Di certo un produttore dinamico: alla nostra richiesta di provare l'unico dei cinque nuovi obiettivi ad essere dotato di baionetta Z, non solo ce l'ha mandato senza indugio, ma ci ha anche rivelato di conoscere Nikonland come sito di riferimento per le realizzazioni ottiche a baionetta Nikon. Mauro ne ha fatto immediatamente un'anteprima e poi me lo ha consegnato per il test che ho condotto nel mese di settembre sulle Nikon Z 5, 6 e 7 avendo la fortuna di poterne disporre contemporaneamente. Stiamo dunque parlando di un fisheye dall'angolo di campo da 180° non circolare, bensì rettilineare, ossia che consente la copertura completa del formato FX, il quale, opportunamente tenuto in bolla... consente di ottenere immagini quasi indistinguibili da un grandangolare della stessa focale, ma che però si limiterebbe ad esprimere un angolo di campo attorno a soli 126° Si tratta di una realizzazione solo meccanica, priva di contatti elettrici in baionetta, per cui non riconoscibile dalla fotocamera, la quale si comporta comunque come con ogni obiettivo MF le venga anteposto, pur non riuscendo neppure a registrare sugli EXIF il dato relativo alla lunghezza focale eventualmente inseribile a menù (nel quale comunque manca la focale in oggetto, mai realizzata da Nikon nella sua lunga storia di ottiche), costruito senza economia di materiali, tutto in metallo, pesa circa mezzo chilo senza i tappi (anteriore a calotta anch'esso in metallo) ed è alto 8,6cm per un diametro di 6,5cm. Nessuna filettatura per filtri anteriore (ovviamente) ma neppure posteriormente per lastrine. Costruzione di 11 lenti in 8 gruppi, abbastanza simmetrica, con un elemento frontale molto contenuto nella sua curvatura, pur esprimendo quell'angolo di campo davvero spropositato per un obiettivo dal costo contenuto entro i 200 euro. Diaframma a 7 lamelle, dalla luminosità massima di f/2,8 fino a f/16, ghiera molto fluida, priva dei click ai singoli stop. Ghiera di messa a fuoco ampia e di facile presa, con fuoco minimo a 17cm dal soggetto, che al diaframma più chiuso consente un campo di nitidezza che passa da 25cm fino ad infinito, lavorando prevalentemente in iperfocale, come di consueto con simili focali. Un occhio di pesce che nei formati APS-C era da tempo già presente con una miriade di marchi di tutti i generi, spesso accomunati dal progetto ottico, questo mi è subito sembrato diverso per la sua capacità notevole di resa sufficientemente uniforme per un fisheye di questa proiezione e, per giunta, su pieno formato. piacevole per forma, rastremata ad entrambe le estremità, grafica e materiale, come nelle corde di questa giovane casa cinese, nata probabilmente dalla fuoriuscita di progettisti e mkt men da altre fabbriche dello stesso ambito. Sono di certo i panorami cittadini a destare la prima sorpresa con un fisheye simile: dalle prime distorsioni prospettiche per... "farci entrare tutto" con le linee ortogonali paurosamente inclinate a infondere il senso della vertigine, fino a quando non si cerchi di correggerne la tendenza già in inquadratura, tenendo come riferimento l'orizzonte, da mantenere il più ...orizzontale possibile altrimenti comunque prezioso per unire in unica inquadratura elementi edilizi che a condizioni normali, con un 24 o 28 mm necessiterebbero di uno stitching tra più scatti Il secondo passo è la rivisitazione delle architetture consuete, che con questo 11mm si "piegano" alle intenzioni del fotografo itinerante come banco di prova uso spesso piazza Villena e Pretoria di Palermo: sono talmente belle che sopportano qualsiasi ingiuria fotografica osi praticar loro Con 180° di angolo di campo il Sole si intercetta con ogni probabilità: da queste foto si osserva come l'antiriflesso di questo TT artisan sia molto buono, senza raggiungere l'eccellenza di obiettivi proprietari di ben altro prezzo... ma è solo forzandolo all'estremo che si ingenerino determinati flares, quasi mai ghost... così come, utilizzandolo in maniera più cauta, si riescono ad ottenere immagini di grande effetto, ben accettabili in termine di distorsione ai bordi... Maggiore sorpresa quella di ritrovare anche doti di nitidezza a distanze di ripresa inaspettate per un 11mm, come la volta della Chiesa della Martorana, dietro Palazzo delle Aquile come da questo crop si può ben notare, relativo ad uno scatto a mano libera su Z7 a f/2,8 t 1 sec ISO 64... Immagini facili da realizzare per avere grande effetto, sono chiaramente quelle di vedute che abbiano una profondità prospettica notevole dove i bordi anche eccessivamente deformati non vengano interpretati come difetto, bensì come caratteristica della lente in questione specie curandone la messa in bolla... Oppure all'opposto, esaltando le proporzioni inquadrando soggetti dal basso... ... oppure dall'alto Effetti differenti quelli ottenuti inquadrando lo stesso ambiente, in verticale oppure in orizzontale così come sfruttando la dilatazione della prospettiva in ambienti particolarmente piccoli, come un abitacolo di autovettura altrimenti ingestibili fino ad arrivare ....ad una Grotta (quella di Santa Rosalia, su Monte Pellegrino) dove la grande luminosità di questo fisheye, aiuta ad interpretare inquadrature altrimenti difficili da comporre per arrivare poi al ...total fun, con inquadrature che diano dettaglio al primo piano ed il contesto attorno al soggetto, all togheter !!! dove anche la curvatura dell'orizzonte diventa funzionale alla tipologia di soggetto... Insomma, una grande impressione per un obiettivo che attirerà molte persone, non solamente per il prezzo davvero invitante, ma sopratutto per la resa cromatica davvero una spanna al di sopra delle altre realizzazioni che su formati digitali inferiori ho provato negli ultimi anni. E un ringraziamento particolare alla Responsabile Marketing di TT artisan, subito disponibile e dinamicamente orientata al risultato: come questo 11mm f/2,8 Max Aquila photo (C) per Nikonland 2020
  4. Il mio test sul campo della Z9 (e di qualche lente). Eccomi qui, a raccontarvi di una bellissima avventura. La prima, dopo anni di covid, di incertezze e paure. Paure che hanno condizionato la scelta del dove, del quando e del come questa avventura si sarebbe materializzata, ma non la mia voglia di andare. Un racconto che però contiene anche una milestone importante: il mio primo viaggio fotografico privo di reflex. Si, perché sono andato con la Z9 - quella di Mauro, ancora fatico a credere che il suo altruismo sia arrivato a propormi di prestarmela - la Z6II come back-up e secondo corpo, il 24-120/4S, il 100-400/4-5.6S (sempre di Mauro) ed il 500/5.6PF su FTZ. La destinazione il parco Dovrefjell, in Norvegia. Obiettivo fotografico riprendere i Musk Ox, un relitto dell'era glaciale che vive qui ed in pochi altri posti al mondo, nel loro trascorrere l'inverno sulle montagne. C'ero già stato nel 2016, ne raccontai sul vecchio sito, portandone a casa un vivido ricordo, che con questo viaggio ho aumentato esponenzialmente. Ma non è stato facile, io e Marco, l'amico con il quale ho condiviso tante giornate sul campo, abbiamo dovuto guadagnarcela. A cominciare dall'inizio: la guida che avrebbe dovuto accompagnarci il primo giorno, in modo da assicurarci di trovare gli animali, non può più farlo e ci propone di andare insieme il mercoledì. Perdere metà settimana per noi non è solo inopportuno, è impossibile. Non ci perdiamo d'animo. Ho la traccia GPS per raggiungere il posto dove li trovammo nel 2016: cominceremo da li, da soli. La giornata non è delle migliori. O forse si se piace la montagna. Dove erano nel 2016 ora non ci sono e, per trovarli, camminiamo oltre 10km solo andata, sbinocolando qua e la. È pomeriggio inoltrato, siamo disidratati e stanchi, preoccupati dal ritorno. Ma il cielo è fatto di luci epiche e contiene una sorpresa: una bellissima Golden Eagle. Questa non è solo la prima immagine ripresa lassù con la Z9, ma quasi un manifesto di cosa può fare il suo sensore in luce che definire sfidante è poco. E pure il suo autofocus. Il tutto anche a chi è al suo primo giorno di utilizzo, purché sappia come usare una Nikon! Z9 su 100-400/4-5.6S@280mm 1/500 f8 ISO64 Ah, i Musk Ox. Si, trovati! Z6II su 80-400/4.5-5.6@220mm 1/320 f7.1 ISO140 Lo dico subito, non è una cosa da super uomini. Ma a chi dei lettori vorrà andare lassù consiglio di allenarsi ed equipaggiarsi con cura. Quel giorno all'auto la temperatura era di -17°C, lassù di sicuro diversi gradi in meno. Ma spesso in quota, a noi è capitato ogni pomeriggio e l'ultimo giorno già dal mattino, c'è vento molto forte e la temperatura percepita è inferiore. Ancora di più quando si è stanchi. Ma è bellissimo. Almeno per me. Z9 su 100-400/4.-5.6S@100mm 1/400 f5.6 ISO100 Z9 su 100-400/4.-5.6S@400mm 1/400 f8 ISO400 Z9 su 100-400/4.-5.6S@100mm 1/125 f11 ISO180 Z9 su 100-400/4.-5.6S@400mm 1/400 f8 ISO640 In breve il tempo è peggiorato, la neve scende fitta ed il vento continua a montare. Cosa che scopriremo essere abituale nella settimana in cui siamo stati li: tutti i pomeriggi il tempo è stato variamente.... orribile. Ed il vento è passato da raffiche forti a costantemente forte. Z9 su 100-400/4.-5.6S@185mm 1/640 f8 ISO400 Le nostre energie sono finite, tempo di scendere. Sarà dura, siamo veramente stanchi e la distanza da percorre per tornare enorme. Gambe di piombo, ma cuore leggero: li abbiamo trovati. E senza aiuto. Per noi vale doppio, anzi quadruplo. Io ho un sorriso in più: la Z9 mi sta già conquistando. Davvero ho tra le mani la mirrorless capace di farmi dimenticare la D5! E pure il 100-400, unica lente che ho portato con me in questa prima esplorazione, mi sembra lo strumento professionale solido e capace di produrre costantemente risultati. Il giorno successivo lo trascorriamo riposando, mangiando per recuperare le energie e cercando un passaggio più diretto per raggiungere gli animali camminando meno. Ci riusciamo, prima attraverso un attento esame delle cartine poi con una risolutiva conversazione con un ranger. In un attimo è già mattina....Questa immagine è una nuova testimone delle qualità del sensore di questa Z9. Francamente non sono sicuro che questo JPG sia capace di restituire le delicatissime sfumature di colore in quelle nuvole di neve portata dal vento attraverso i primi raggi del sole. Z9 su 100-400/4.-5.6S@400mm 1/400 f5.6 ISO100 Ma è una mattina piuttosto diversa dalla giornata soleggiata che abbiamo avuto lunedì. La prossima, correggetemi se sbaglio, è la prima immagine con il 24-120/4S. Per me è diventato un must have, niente di meno. Non so se publicherò un test "scientifico". Ma credetemi: va benissimo, a tutte le focali e diaframmi. Vignetta un poco, mi da fastidio l'idea ma è totalmente risolvibile in post produzione. Z9 su 24-120/4S@120mm 1/200 f5.6 ISO64 Stiamo tornado su per il nuovo percorso che abbiamo trovato. Non siamo soli e confesso che a me fa quasi piacere: Sono spazi immensi, l'uomo si sente piccolo. Di fatto, in una natura così, lo è di sicuro. Z9 su 24-120/4S@120mm 1/200 f13 ISO64 Loro sono tre norvegesi, una guida e due clienti. Passeranno 2 notti lassù in tenda, per farlo salgono con le pulkas, le famigerate slitte, per trasportare tutto il necessario. Le ho provate nel 2016, molto dura tirarle su. La frase "Quanto ti senti vivo, eh?" che mi ha ispirato il titolo di questo articolo è sua. Me l'ha chiesto appena ci siamo incrociati, probabilmente avevo una espressione strana sul volto. "Un sacco!" gli ho risposto sorridendo E questo è il quarto essere umano incontrato. Un norvegese in sci. Scende. Z9 su 24-120/4S@120mm 1/250 f11 ISO64 Ma prima ci si è avvicinato per darci due notizie, entrambe interessanti. La prima è che i Musk Ox sono spariti. La seconda è che lui torna subito giù, le previsioni del tempo dicono SNOWSTORM e lui non vuole trovarcisi in mezzo. Capito che noi proseguiremo nonostante tutto, ci dice dove non li ha trovati (che è dove li abbiamo trovati lunedì, per oltre 1km a seguire e più sotto) e ci augura "good luck". In pochissimo, scivolando, è lontano. Siamo divisi tra il fatto che le previsioni del tempo che abbiamo visto noi sono decisamente migliori delle sue (ERRORE maiuscolo, vedremo poi) ed il senso di disperazione di trovarsi di nuovo senza soggetti da fotografare. Ma dura poco, tiriamo fuori i... la voglia di fotografare e decidiamo di salire ben più su, in modo da avere un punto di vista elevato. Chissà, alla fine sarà un posto diverso e magari saranno là. O forse da lassù riusciremo a vederli con i binocoli. Beh, bisogna crederci. E lo facciamo. Un'ora dopo troviamo questo: un Musk ox è passato di qui (già, per chi non lo sapesse il bue muschiato appartiene alla famiglia delle capre e le sue fatte sono a pallini; più o meno un ungulato e Silvio sa che vuol dire)! Z9 su 24-120/4S@29mm 1/250 f11 ISO64 Nel frattempo la Z9 si conferma sempre più come tool ideale, in quanto capace di essere a proprio agio sia fotografando animali sia fotografando paesaggi. Vedremo, per chi ha la pazienza di arrivare in fondo, i punti di forza che ho trovato in questo intenso test sul campo. Insomma, avanti avanti avanti.... li troviamo ancora! sono laggiù. Provo a scendere ma è troppo ripido per le ciaspole che abbiamo affittato, senza ramponi posteriori. Ed allora le togliamo, scendiamo solo con gli scarponi. Ripido e lungo, poi sarà da risalire. Ma li abbiamo trovati ancora!!!! Z9 su 100-400/4-5.6S@400mm 1/400 f5.6 ISO72 Z9 su 100-400/4-5.6S@400mm 1/500 f5.6 ISO64 Z9 su 500/5.6PF+TC14@700mm 1/500 f8 ISO360 Il tempo sta peggiorando velocemente, ancora una volta il pomeriggio porta neve e vento. Ma non è come lunedì. È molto, molto più forte. Aveva ragione lo sciatore norvegese. Z9 su 500/5.6PF+TC14@700mm 1/800 f8 ISO1100 I Musk Ox sembrano averlo sempre saputo, sia perché sono diversi Km lontano da dove erano ieri sia perché stanno fermi, come a risparmiare le energie. Il maschio dominante sta un poco discosto dal resto del branco. È il più forte e lo sottolinea agli altri che cercano riparo dal vento l'uno a ridosso dell'altro. E così controlla noi che siamo lontani e pur sempre degli intrusi nel loro mondo. Z9 su 100-400/4-5.6S@100mm 1/100 f16 ISO320 Incontriamo i tre norvegesi, hanno allestito il campo e seguito le nostre tracce per trovare gli animali. Stiamo insieme pochi minuti, noi dobbiamo assolutamente scendere. La velocità con cui la tempesta si abbatte su di noi preoccupa tutti e la guida ci chiede conferma di essere in grado di scendere, di conoscere il percorso da seguire e di poterlo fare con quel tempo. Lo rassicuriamo, siamo esperti di montagna ed abbiamo 2 GPS. Z9 su 100-400/4-5.6S@400mm 1/200 f11 ISO800 Ma fa davvero paura... "Quanto ti senti vivo, eh?" Qui è Marco, che bilancia la necessità di fare in fretta con quella evitare di prendere dei rischi. Una distorsione, qui ed ora, sarebbe veramente un problema. Z9 su 100-400/4-5.6@100mm 1/400 f5.6 ISO500 Continua a peggiorare. Non ho fotografie di come sono state le ore successive. Mai sperimentato una tempesta di questo genere, all'aperto senza alcun riparo. Il vento ti spara in faccia la neve orizzontalmente, senza le maschere sarebbe impossibile camminare nella direzione che dobbiamo seguire. Ma le raffiche, la totale assenza di visibilità - 2 o 3 metri al massimo - ed il terreno che poco dopo torna piatto rendono molto difficile capire dove andare. Il GPS è ostacolato dal fatto che, bersagliati dalle raffiche, continuiamo a zigzagare e non ci da indicazioni chiare. Questo il meglio che siamo riusciti a fare, registrato dal GPS. Il ricciolo è nel centro del pianoro. Scopriremo che è stata una tempesta fortissima e che gli animali, evidentemente percependone l'arrivo, si sono spostati così tanto per cercare un minimo ridosso. La statale E6 - collega OSLO a Trondheim, una delle arterie principali del paese - chiusa per ore perché gli spazzaneve non riuscivano a passare. Al punto che tornati all'auto saremo obbligati ad andare in direzione opposta a quella necessaria a raggiungere il nostro Cabin. Ma abbiamo assoluto bisogno di bere, mangiare e dormire. Siamo esausti. Ancora. Ma niente che una buona cena ed una notte di sonno non possano risolvere! Questa è l'alba del giorno dopo, dalla finestra dell'hotel dove abbiamo trovato da dormire. L'ho già detto che la Z9 ha un sensore che incredibile? Z9 su 100-400/4-5.6@100mm 1/400 f5.6 ISO140 Al mattino, la strada che ci riporta al Cabin, finalmente pulita dallo spazzaneve, si presenta così. C'e molto meno vento di ieri, anche se 17m/s sono 61km/h! Z9 su 24-120/4S@83mm 1/800 f11 ISO400 Altro giorno di riposo, anche dallo stress psicologico. Ma non rinunciamo ad un giretto dietro casa. C'è una luce molto speciale. Questo tempo, a queste latitudini ed in questa stagione è una miscela unica. Z9 su 24-120/4S@51mm 1/50 f11 ISO64 La Z9 favorisce riprese ad angoli estremi, come questa: Z9 su 24-120/4S@24mm 1/25 f16 ISO64 Ottenuta così, grazie allo schermo estraibile e basculabile. Z6II su 24-70/4S@28mm 1/80 f11 ISO100 Ma il richiamo della montagna è troppo forte, vogliamo fotografare ancora i Musk Ox. Allora il giorno dopo si torna su. Questo sono io, sul pianoro dove non riuscivamo ad orientarci mercoledì. Di nuovo vento forte, maschere indispensabili, ancora. Ma non nevica. Z6II su 80-400/4.5-5.6@80mm 1/250 f8 ISO100 Non nevica dal cielo, ma il vento è fortissimo. E spazza i pendii senza tregua. Difficilissimo inquadrare e comporre. Z9 su 500/5.6PF+TC14@700mm 1/1000 f8 ISO320 Gli animali sono molto irrequieti. In questa stagione non corrono, per risparmiare energie. E non siamo certo noi a spaventarli (siamo a circa 200mt, impossibile tentare un avvicinamento in queste condizioni) anche perché questo maschio corre verso di noi. Z9 su 500/5.6PF+TC14@700mm 1/1000 f8 ISO400 Tanto vento cancella ogni traccia in pochi minuti. Z9 su 24-120/4S@24mm 1/1250 f16 ISO64 I tre norvegesi hanno trascorso con noi le ultime ore. Il freddo è molto intenso ed oggi mollano prima loro, tornano finalmente in valle. Non riesco ad immaginare come debba essere stata la loro notte in tenda! Probabilmente loro non si spiegano come facciamo a fare avanti ed indietro, a macinare tutti quei Km e quei dislivelli con quello zaino. Z9 su 24-120/4S@120mm 1/1600 f13 ISO64 Dopo pochi minuti faremo la stessa cosa, l'avventura è alla fine anche per noi. Ora, una settimana dopo essere rientrato a casa, al caldo, è tempo di bilanci. È tempo di farsi domande e trovare, non solo nei ricordi ma anche nei file, le giuste risposte. Come va la Z9? Ho trovato i seguenti punti di forza: - Dimensioni adeguate, anche nell'uso con i guanti - Impugnatura confortevole, anche con lenti lunghe - Grande reattività, è un purosangue come la D5 - Batteria di grande capacità, anche nel freddo intenso - 1500 scatti con il 60% di una carica a -20°C - Lo spostamento del bottone di riproduzione immagini (da in alto a SX ad in basso a DX), che a primo impatto mi è parso un errore, rende possibile vedere a mirino le immagini scattate senza spostare la mano sinistra (che sorregge l'obiettivo) - Possibilità di ridurre l'area usata nel mirino, rendendo più semplice fotografare a chi porta gli occhiali (e con la maschera). - Migliori sensori di prossimità sull'oculare, non impazziscono con la neve come quelli della Z6II - Migliori ghiere di regolazione tempi e diaframmi - Migliore possibilità di personalizzazione delle informazioni visibili a mirino, compresa la visione dell'avvenuto scatto (e sfido chiunque fotografi al vento con i guanti a dire che sia inutile) - Area di messa a fuoco che diventa verde a fuoco raggiunto anche in AF-C (una delle peggiori mancanze di Z6II e Z7II) - Area AF Wide che veramente mette a fuoco sul soggetto più vicino, come i gruppi della D5 - Eliminata la tendenza a "cadere sullo sfondo" se più luminoso del soggetto - Migliore qualità del mirino, evidentissima nell'uso "fianco a fianco" - avendo l'accortezza di impostare un PC FLAT - Tendina a protezione del sensore al cambio di lente, di enorme utilità in ambienti ostili come questo - File molto belli, pastosi. Almeno tra 64 e 3200 ISO. Punti di debolezza? - Peso ed ingombro. Dopo tanto uso di corpi piccoli, soprattuto in montagna, si fanno sentire. Per chi ne fa un uso come il mio più che difetti questi sono caratteristiche e sono ampiamente compensati dai vantaggi che un corpo così garantisce. Per gli altri? l'ho già scritto: è grossa e pesante, secondo me ne vedremo un sacco in vendita appena uscirà un corpo più piccolo con questo sensore. In sostanza, non ha battuto ciglio. Sui 3000 scatti fatti ne ho fuori fuoco poche decine, nonostante aver sempre fotografato a mano libera, con focali da 24 a 700mm ed in un vento micidiale. Un vero strumento professionale Nikon. Qui mi aspetta fedele mentre bevo una tazza di te dal thermos. Quindi è promossa? A pieni voti! Ora qualche mese di pazienza, aspetto buono buono che Nital si decida a mandare da NOC la mia!!!! Massimo Vignoli per Nikonland(c) 8/3/2022
  5. Sto usando la Nikon Z6 II da quando è uscita lo scorso autunno. Purtroppo il periodo non è stato propizio per utilizzarla dove avrei voluto valutarne davvero le potenzialità - rispetto alla Nikon Z6 prima serie - in eventi sportivi sfidanti, quali il motocross o l'automobilismo. L'ho potuta usare per lo più in fotografia di ritratto e generale. Oltre che in test informali che avrete già visto in queste pagine. Il mio giudizio complessivo è molto positivo pur con qualche caveat che condividerò più avanti, se avrete la bontà di continuare a leggere questo articolo. Che come mio solito, non è un test di laboratorio ma un'esperienza d'uso quotidiana, sul serio, da parte di uno che mangia pane e Nikon da quando il Presidente degli Stati Uniti era ancora Ronnie Reagan *** Uno strumento da lavoro La Nikon Z6 II si può considerare l'equivalente sia sul piano merceologico che funzionale, della reflex Nikon D750. Non è l'ammiraglia e non ha nemmeno un corpo professionale ma esattamente come la D750 serve a qualsiasi scopo le si voglia affidare. come nel caso della sorella più costosa, Nikon Z7 II, le differenze esteriori rispetto alla precedente serie sono minime. Si limitano per lo più al marchietto II dopo al numero del modello. La produzione passata in Thailand dal Giappone. L'apertura del vano memorie più alta. Perché le differenze concrete sono all'interno. nel doppio alloggiamento per memorie (XQD/CFexpress + SD di tipo UHS-II) nella contattiera estesa per consentire al battery-grip MB-N11 progettato espressamente per Z6 II e Z7 II di operare con i comandi in verticale nell'ingresso USB-C e la relativa elettronica in grado di sfruttare le peculiarità della nuova batteria potenziata EN-EL15c (compatibile con le precedenti ma in grado di operare in ricarica mentre la macchina è attiva) nell'uso di un doppio processore rispetto al processore singolo che insieme ad un buffer maggiorato, permettono alla Z6 II di raggiungere sequenze di 200 scatti consecutivi, il che nella pratica significa poter scattare sempre in continuo altre differenze aggiunte sul piano software come le nuove modalità autofocus, i tempi di scatti allungati sino a 900 secondi. la promessa di aggiornamenti firmware già mantenuta con l'ultima versione v 1.1 che ha aggiunto il video in formato 4K60p (sebbene in modalità 1.5x) e il formato RAW proprietario di Blackmagic (mediante registratore esterno e modifica hardware in assistenza a pagamento) che speriamo verrà costantemente estesa nel prossima futuro sin qui la teoria. Se questo si possa tradurre nella pratica in operatività migliorata nella vostra quotidianità fotografica, lo lascio a voi. Per me si, ed è il motivo per cui l'ho ordinata e comprata prima di provarla. a me bastava già solo questo battery-grip, montato e mai smontato da quando mi è arrivato con dentro due batterie EN-EL15c che da quel giorno ricarico esclusivamente via USB-C (con un bel caricabatteria da 65 W). Perchè nella sostanza la Z6 II è immutata ergonomicamente rispetto alla Z6 I. E questo per me significa dolore fisico a mani, polsi e braccia, durante l'uso continuo che ne faccio con il suo compagno di merende : la Z6 II si avvantaggia enormemente (al pari della sorella Z7 II) del nuovo battery-grip Nikon MB-N11 nell'uso di ottiche impegnative sul piano fisico, specie scattando in verticale Sinceramente del secondo slot di memoria non mi è mai importato nulla. Solo sulla D5 l'ho sfruttato in ridondanza, perchè quella macchina è l'unica Nikon (con la D6) con due slot uguali XQD/CFExpress. Ma nelle Z come nella D850 lo sbilanciamento di prestazioni delle due schede di memoria non mi entusiasma. Anche se ammetto di usare solo SD le poche volte che faccio scatti singoli qui in studio per foto di poco conto in jpg "small" & "basic" a scopo di pubblicazione sul web. Ma sul campo solo ed esclusivamente le migliori CFExpress. Del resto non dico che le nuove modalità di AF non mi convincano, solo devo ammettere che mi aspetto ben altro da Nikon. Ma di questo parleremo nelle conclusioni. Mentre in linea generale, la Z6 già era molto agile, adesso lo è di più. E' piuttosto la Z7 II che adesso può lavorare insieme alla Z6, mentre la Z7 proprio non ce la faceva in termini di buffer e doveva fermarsi continuamente ansimante. Per quanto riguarda il doppio processore, i vantaggi ci sono e credo di averli mostrati qui : ma probabilmente i tecnici Nikon è solo con la versione 1.1 del firmware che stanno sfruttando di più la maggior potenza. Adesso il riconoscimento dell'occhio avviene più da lontano, col cursore piccolissimo (come l'occhietto, lontano) e con maggiore percentuale di centri. Così come la doppia potenza consente la ripresa video in modalità 4K60p mentre prima era limitata al 30p. Ecco, non avrei molto altro da dire, ribadendo, per l'appunto, che non ho potuto usare la macchina in eventi sportivi impegnativi (intendo con soggetti in moto variabile come le moto del motocross) o nel seguire uccelli in volo veloce. Con Z6 e specialmente Z7 ammetto che non sono mai stato soddisfatto. Con la Z6 II spero di poterci provare con la bella stagione se le modalità colorate ci consentiranno di uscire fuori porta. Cosa oggi che non mi è consentita ... La qualità d'immagine è identica a quella della Z6. E su questo credo che non ci sia da indagare oltre. Ne indugiare in fantasticherie sulla sensibilità dell'autofocus dove luce non ce n'è. Mi è bastato scattare in un salone in penombra insieme ad un amico con la Z6. Già con il firmware 1.0x la differenza era evidente. Con la 1.1, praticamente abissale. Basterebbe questo per fare l'upgrade ? Dipende da voi. Come ho scritto per me già è bastato il battery-grip. Il resto è venuto come gradito omaggio. Nikon Z6 II + Nikkor Z 70-200/2.8 S con TC 1.4x a 280mm. Sodalizio perfetto, sancito anche dai dati Exif *** Non mi sentirei di aggiungere molto altro se non andare a concludere in modo sommario. Conclusioni La Nikon Z6 II è una Nikon Z6 matura e completa. Perfettamente azzeccata nella sua fascia di segmento e prezzo. Secondo me è assolutamente la migliore Nikon Z sinora proposta. Per il giusto prezzo offre il mix migliore di caratteristiche giusto senza troppo chiedere in cambio, né in termini di sforzo economico né di apparato di contorno. Va bene per tutto e non é specializzata quanto lo è la sorellona Z7 II. Ha una raffica potente, un buffer inesauribile, gamma dinamica agli alti ISO che per averne una migliore si deve passare alla D6. Non si crede di essere più di quanto non sia (una ammiraglia) e quindi è tanto bella quanto onesta pare ... Pro il prezzo è quello giusto per il mix di caratteristiche offerte sinceramente sia per l'hobbysta che per il professionista non c'è da desiderare di più, salvo che per quel 5% di fotografi specializzati in fotografia d'azione (tipo sport veloci o wildlife) la risoluzione è quella giusta il video è di grande qualità, anche in modalità autofocus automatico è compatta e agile per chi trova che queste siano caratteristiche positive il nuovo eye AF è nettamente migliorato rispetto alla prima generazione il nuovo battery grip è come deve essere fatto un battery grip la nuova batteria è davvero prestazionale Contro la raffica base è scarsa nel 2021 l'oscuramento del mirino in raffica nel 2021 "non si può più vedere" la raffica estesa è limitata da talune specifiche e comunque a mirino viene riprodotta con un effetto moviola che non consente di seguire in tempo reale l'azione (c'è un evidente lag tra l'evento reale e quello che si vede nel mirino) le modalità di autofocus sono da considerare ancora primitive e piuttosto amatoriali, non rispetto alla concorrenza che pure è più avanti ma rispetto alla Nikon D6. L'intero comparto autofocus andrebbe ripensato dalla base, prendendo a base quello della D6 per estenderlo alle potenzialità della rilevazione di fase a tutto frame. Purtroppo devo nella pratica riscontrare che in molte circostanze l'autofocus della Z6 II (che pure è meglio di quello della Z7 II) proprio non ci capisce niente "e va per muri e prati", costringendomi ad intervenire con paroline dolci e vezzeggiativi ... la potenza installata a livello di processore è chiaramente inadeguata alle aspettative del 2021. Certi smarphone di fascia media hanno più potenza disponibile il sensore è superato, oggi ci si aspetta di avere un video 4K60p in formato pieno o quasi, anche se la Z6 II non è una macchina dedicata al video, è la macchina d'elezione del video per Nikon sebbene meno della Z7/Z7 II la Z6 è incline a mostrare effetti del rolling shutter in modalità silenziosa. I contro sembreranno magari ingenerosi ma tutto sommato appaiono, secondo me, in linea con la fascia di appartenenza della macchina, che lo ripeto ancora non è e non si spaccia per essere una ammiraglia. Per questo motivo l'ho adottata e penso che la userò come macchina da battaglia - non come compagna per la vita - finchè non comparirà una Nikon Z di fascia più alta che superi almeno buona parte dei limiti che le attribuisco io. Naturalmente ognuno ha il suo mileage e credo che nella realtà per il 99% dei fotografi le capacità della Z6 II siano più che adeguate. Anzi ... Per me l'upgrade dalla Z6 alla Z6 II è stato naturale (anche perchè avevo accumulato quasi 200.000 scatti sulla I) per qualcun altro credo che un pensierino al riguardo lo dovrebbe fare. Per molti no, le migliorie non sono sostanziali anche se, per uno come me, sono ben più che formali, anzi, all'atto pratico sufficienti a farmela adottare. Insomma, in medio stat virtus, mai come nel caso della Nikon Z6 II il vecchio motto latino si adatta a questo modo.
  6. In una recente intervista rilasciata ai media cinesi, i progettisti della Z7 II hanno dichiarato che il sensore da 45 megapixel secondo loro ha ancora del potenziale da offrire. Si tratta praticamente dello stesso sensore che ha debuttato nel 2017 con la Nikon D850, cui è stata aggiunta la matrice dei punti per la rilevazione di fase. E che equipaggia anche la Z7, tale e quale. Questa Nikon Z7 II è quindi la terza fotocamera ad utilizzare questo sensore progettato da Nikon per le sue specifiche esigenze, a cominciare dalla sensibilità base di 64 ISO. In questo senso é proprio arduo se non impossibile trovare differenze di resa in termini di qualità di immagine tra le tre fotocamere. E' possibile - ma più in via teorica che pratica - che la D850 proprio per l'assenza dei punti semiciechi della rilevazione di fase abbia un filo di qualità in più quando si spingono le ombre oltre il dovuto. Ma qui mi fermo perchè è un campo di indagine che non solo non mi appassiona, mi annoia proprio. Dando per assodato che la qualità data dal sensore sia la stessa, noi tutti abbiamo amato la Nikon D850 - probabilmente la migliore reflex mai prodotta dal nostro marchio - per il mix di specifiche, di caratteristiche e di prestazioni offerte. Ma anche per quel feeling particolare che lo sviluppo del corpo delle reflex professionali Nikon ha raggiunto nella sua ultima fase di maturità. Usare una fotocamera come quella è un piacere, nessuno può negarlo. Tutto funziona come si deve. Tutto è dove te lo aspetteresti che sia. Le Nikon Z7 sono belle fotocamere, costruite con lo stesso criterio e con gli stessi materiali, concepite allo stesso modo. Ma sono state pensate per soddisfare un altro genere di fotografo, uno che si attende che una mirrorless, debba avere anche un pò meno peso e volume rispetto ad una reflex. Anche a costo di rinunciare ad un pò di comodità in termini di ergonomia e di comandi. Ammettiamolo, una D850 la si può usare a memoria, senza mai entrare in un menù. Mentre più di metà delle funzioni di uso comune della Z7 ti obbligano ad entrare nel menù, sia anche solo quello rapido richiamato dal tasto i (che pure è presente anche nella D850) mentre stai fotografando. Non è la stessa cosa. Almeno, non è la stessa cosa per una certa fascia di fotografi. Motivo per cui molti di noi stanno attendendo la vera alternativa mirrorless Z della reflex D850. Anche se in termini di qualità di immagine una Z7 arriva fino la. E lo fa anche andando in campi inesplorati dalla D850. Quelli resi possibili dal mirino elettronico, dall'assenza di specchio e di ... otturatore meccanico (almeno quando è possibile usare quello elettronico). Bene, chiarito il punto che a distanza di quasi tre anni dal lancio una Z7 non sostituisce per intero una D850, vediamo meglio la Z7 II. Distinguere da lontano una Z7 II da una Z7 è impossibile. Perchè le differenze sono sostanzialmente due. Una è il marchietto : l'altra la contattiera interna che permette la comunicazione piena con il nuovo battery grip Nikon MB-N11 e la logica di ricarica della nuova batteria interna EN-EL15c, ricaricabile anche durante l'uso. Il resto - i due processori, il buffer maggiorato e le nuove modalità autofocus - si possono apprezzare solo nell'uso ma non differenziano sul piano estetico le due fotocamere. Che per il resto sono del tutto fungibili. Z7 e Z7 II sono entrambe fotocamere più riflessive delle Z6 sono progettate per poter sfruttare la più elevata risoluzione e gamma dinamica a basse sensibilità sono più versate per la fotografia di studio, la macro, il paesaggio (ma solo a condizione di sfruttare la gamma dinamica e la risoluzione alla sensibilità base) sono le più indicate per sfruttare di più la capacità di risolvenza dei migliori obiettivi (che di converso significa che richiedono i migliori obiettivi per offrire il meglio di se) la più ampia capacità di catturare le sfumature di colore permesse dal doppio dei megapixel, si perdono se la destinazione d'uso non prevede stampe fine-art di dimensione superiore ad almeno A2 Bene ma in cosa si differenziano allora, Z7 e Z7 II ? Non è una domanda banale. Ed è meglio sgombrare il campo dagli equivoci. per alcuni fotografi potrebbe essere molto arduo determinare quanto hanno fatto i progettisti Nikon nella Z7 II. Che porta sulla Z7 sostanzialmente questi vantaggi che abbiamo già accennato ma che ripetiamo ancora : nuova batteria EN-EL15c, più capace ma soprattutto in grado di essere ricaricata via USB-C durante l'uso (la stessa EN-EL15c è compatibile con la Z7 ma senza possibilità di ricarica durante l'uso) nuovo battery grip MB-N11 completo di comandi per lo scatto in modalità verticale (mentre rimane la compatibilità con il battery-pack MB-N10 progettato per Z7 e Z6) buffer maggiorato doppio slot di memorie. Allo slot per XQD/CFexpress è stato associato uno slot per schedine SD UHS-II modalità video in formato 4K60P (la Z7 si ferma al 4K30P che per molti sarà già superiore alle proprie necessità, ammesso che siano interessati al video) nuove modalità autofocus (in particolare per quanto riguarda il riconoscimento del volto e dell'occhio di umani e animali domestici) nuova modalità di selezione dei tempi di scatto sino a 900 secondi (ammetto che è una funzione che non ho esplorato e che dubito avrò mai bisogno di usare) oltre ad una potenzialità, di fatto già messa in campo, di ulteriore sviluppo delle capacità via firmware che sembrerebbe (il condizionale è d'obbligo) interrotta sulla Z7 (che sia per ragioni di marketing o tecnologiche lo ignoriamo). La Z7 II ha un doppio processore identico a quello della Z7 che ne rendono più fluido l'impiego. Nell'uso pratico io l'ho riscontrato solo in termini di migliore precisione del riconoscimento dell'occhio dei miei soggetti e nella possibilità di scattare praticamente in continuo senza interruzioni. Mentre la Z7 dopo pochi scatti tossicchiava avendo saturato il buffer, la Z7 II invece continua a scattare mantenendo sostanzialmente costante (almeno in raffica H) la capacità del buffer che viene liberato sulla CFexpress praticamente in tempo reale (nell'uso la capacità residua si mantiene pur scattando a raffica sui 22-23 scatti liberi, andando a zero solo quando si raggiunge il limite imposto dopo parecchi secondi di fotografia che in condizioni normali "non da sport" praticamente non capita mai. La Z6 II invece arriva fino a 200 scatti, come abbiamo visto nei nostri test pratici con video dimostrativo). Ma queste caratteristiche probabilmente interessano solo una parte dei fotografi. Non certo chi fa sempre pochi scatti oppure fotografa solo in studio a scatto singolo o fa paesaggio, che sono poi le occupazioni principali della Z7. Ok, ci hai detto tutto ? Ma come va ? E' una fotocamera Nikon. Quindi va benissimo. Nei mesi da cui l'ho in casa l'ho usata come macchina principale, facendo di tutto. Pur confinato per lo più in casa ho superato i 20.000 scatti con profitto. Senza inconvenienti e sempre con grande soddisfazione. Con soggetti statici : focus stacking di 26 scatti ad alta risoluzione : Nikon Z7 II e Nikkor Z 24-200 ad f/8 con soggetti dinamici : Nikon Z7 II insieme al suo compagno ideale, il meraviglioso Nikkor Z 50/1.2 S che grazie alla sua luminosità le consente di scattare per lo più ad ISO 64 per sfruttarne la grandissima gamma dinamica Ottenendo con più facilità le foto che ottenevo con la mia precedente Nikon Z7 che potrà sembrare un limite ma nella realtà non lo è affatto. Confesso che oggi queste foto non sarei (e non sono) più capace di farle con una reflex. La comodità di vedere a mirino la luce e l'esposizione, la silenziosità, lo stabilizzatore integrato, l'assenza totale di vibrazioni che mi consentono di scattare foto "granitiche" ad 1/8'' senza scordare la grande potenza per me - ritrattista al 90% - di poter inquadrare mettendo l'occhio del mio soggetto in qualunque punto del frame senza dover fare equilibrismi è impagabile. Ma sarebbe anche un filo disonesto dire che le differenze tra Z7 II e Z7 invochino l'immediato upgrade. La Z7 II è una macchina meglio rifinita che consiglio a chi pensi di dotarsi di una Z7 oggi. Ma ha qualità superiori alla Z7 solo per chi ne necessiti specificatamente. Per tutti gli altri la Z7 offre le stesse qualità di immagine ad un prezzo più vantaggioso, senza altra rinuncia che non siano quegli aspetti, importanti ma non rivoluzionari, che abbiamo bene evidenziato, credo. Escludo a priori che chi trovi nella Z6 la sua macchina d'elezione, possa aggiornarsi alla Z7 II. Avrebbe sbagliato in origine, oppure sbaglierebbe oggi. Z6 e Z7 restano differenti nell'impostazione e nell'indole anche nella versione II. Quindi non fate l'errore di pensare alla Z7 II come una Z6 ad alta risoluzione. Non è così. L'equivoco nasce dal fatto di avere fisicamente la stessa architettura. Ma la Z6 II va più veloce, ha un video più fluido, è più agile, ha una gamma dinamica complessivamente migliore su tutto l'arco delle sensibilità. La Z7 II resta una macchina da meditazione. Un complemento per chi abbia già una macchina per tutti i giorni. O la macchina d'elezione per chi viaggia sempre in surplasse. Che è sempre un bel viaggiare anche quello. *** Una nota a margine sull'ultimo firmware appena pubblicato. E' possibile che l'autofocus della Z7 II sia più sensibile di quello della Z7 come dicono le specifiche. Io sinceramente non sono andato a cercare le differenze, anche perchè non ho più in casa una Z di prima generazione. Ma ho provato il riconoscimento dell'occhio delle persone al chiuso mentre un amico usava una Z6 I. La differenza è eclatante. E qui (anche, non solo la Z6 II) la Z7 II è sia più sensibile che più precisa anche della Z6. Ci vede di più, da più lontano, sbaglia poco o niente. Ecco, se uno fotografa le persone, un pensierino alla nuova lo dovrebbe fare. Otterrebbe in un colpo tutti i vantaggi del caso ed avrebbe meno pensieri quando cerca l'occhietto della modella in penombra anche a figura intera a 4 metri di distanza come in questo caso : l'autofocus è andato a prendere l'occhietto anche se è lontano ed occupa una frazione del campo inquadrato e sebbene un occhio sia socchiuso e l'altro semicoperto dai capelli E un'ultima annotazione che sono certo non farà piacere al distributore italiano ... ma mi corre l'obbligo. Le prime Z sono tutte eccellenti fotocamere io ho accumulato sinora 300.000 scatti con le Z di prima generazione e 50.000 con quelle di II generazione. Ma sappiamo che se non è domani, tra qualche mese uscirà almeno un esemplare e poi più di un esemplare di Nikon Z si categoria superiore. E la Z7 II non sarà più l'ammiraglia delle Z ...
  7. Apro questo blog per mostrare la mia esperienza d'uso con i flash in TTL a confronto tra Reflex e Mirrorless. Come ben sapete da un pezzo lamento che le Z in TTL con il sistema wireless di godox (ma la marca non c'entra) sono più lente delle reflex, cosa che pare divergere con l'esperienza d'uso di Max con il quale abbiamo inquinato diverse volte topic. Nella mia esperienza d'uso con i flash ho notato fin da subito una minore reattività allo scatto montando il flash impostato in TTL, la cosa peggiora quando i flash si allontanano dal trigger e gli spazi si allargano. L'anno scorso nel fare un calendario ad un certo punto ho spento i flash ed ho usato luce ambiente perché altrimenti non se ne usciva, perché quando pigio il pulsante e questa non scatta a me sembra di essere tornato ai tempi della D50. Ho voluto riprendere un piccolo test effettuato in studio con tre flash, e già qui si percepisce l'indole più riflessiva delle mirrorless rispetto alle reflex, che se di contro hanno una minore precisione sulla misurazione della luce, a loro vantaggio hanno la prerogativa di essere sempre pronte allo scatto. Qui allego le foto fatte con un 50 1.8 (quello Z è 7 km più avanti) con i tre flash in TTL su tre gruppi A B C di cui il B contro il muro è impostato a -2EV) Z7 D850 E qui allego il video del momento in cui scatto. Con la D850 (la prima) il dito è sempre pronto al punto che talvolta non tutti i flash sono completamente carichi Con la Z7 invece ci vuole tempo, mi sembra naturale perché il sistema TTL è più complesso (e per questo anche più preciso) Perché ho postato questo? Per onor di cronaca, sperando di essere utile a qualcuno. Ho la sensazione che io e Max abbiamo pretese diverse dalle macchine e di fatto lui non percepisce alcun rallentamento, potrebbe anche essere che la Z6 debba fare meno calcoli ed effettivamente il gap si accorci, ma secondo la mia esperienza quando usciamo da uno spazio così ristretto, la cosa peggiora sensibilmente, in relazione al luogo ed alle distanze in gioco. (nel calendario ero in un un'officina con interferenze elettromagnetiche) Niente di drammatico per carità, disabilitando l'anti flickering ho raggiunto un compromesso accettabile sulla velocità come si evince dal filmato la macchina funziona... però attenzione a chi ha le stesse pretese operative di una reflex, perché al momento, con i processori utilizzati dalle Zeta ( ma non solo le Nikon soffrono di sta cosa) i tempi operativi sono questi.
  8. Mantenere il primato: Questa frase mi ronza in testa da quando Mauro mi ha detto “provala e dimmi che ne pensi”. Sì perché è difficile oggi darsi una spiegazione al lancio di una reflex di fascia media, oggi che la tecnologia delle fotocamere Mirrorless non è più un’ipotesi ma una realtà in veloce evoluzione. Allora credo che non ci sia altro nella scelta di Nikon se non la chiara intenzione di affermare il primato nelle produzioni reflex, dispositivi che indubbiamente hanno consentito alla fotografia di diventare semplice ed intuitiva La Nikon D780 è una macchina leggera, si impugna bene ed ha un buon mirino ottico. Il display posteriore fa la differenza, lo dico subito, questa reflex ha una marcia in più grazie allo schermo posteriore touch e ad una gestione del live view mutuata dalla tecnologia Nikon Z. Ciò significa, nella pratica, poter utilizzare tutti gli obiettivi F in una modalità molto simile a quello che offre la Nikon Z6, senza però dover ricorrere al tubo FTZ. In altre parole, l’autofocus è gestibile a tutto formato e può azionare anche gli obiettivi AF ad accoppiamento meccanico, permettendo così di estrarre il massimo della qualità ottica ottenibile da qualsiasi vetro Nikon AF ed eliminando gli errori di front e back focus che affliggono tutte le riprese reflex. Nel pochissimo tempo a disposizione (effettivi un giorno e mezzo) ho deciso di provare questa fotocamera nel tipo di riprese che conosco e pratico da tanti anni, situazioni che spingono al limite macchine, obiettivi e fotografo. La stagione invernale, qui nella bassa, non aiuta molto, ma sul greto del fiume a tirar notte non c’è fotocamera che non si arrenda. Ho voluto provare la D780 per scoprire se queste tecnologie possono spostare un po’ più in là l’asticella. Ho montato la D780 sul 600 mm per verificare la reale praticità d’utilizzo del suo nuovo autofocus in live view ed il risultato è stato veramente incoraggiante. Il live view autofocus si è rivelato effettivamente preciso e veloce, ma soprattutto lo scatto da display mi ha dimostrato quanto sia valido in termini di riduzione delle vibrazioni. Le immagini che mostro sono jpg on camera, ottenute quindi senza alcun intervento in PP. Il sensore FX da 24 MP è molto generoso in termini di gamma dinamica ed efficace anche nel contenimento del rumore da alti iso e da pose lunghe. Nikon D780 ob.600mm exp 1/160 f/9 iso 160 Il Bilanciamento del bianco Auto è ottimo, tanto efficace che ho provato ad escluderlo per vedere quale dominante effettivamente stava correggendo e come esegue il compito. Nikon D780 ob.600mm+TC14eII exp 1/160 f/5.6 iso 200 Ho deciso di escludere il bilanciamento del bianco Automatico, volevo registrare la tonalità fredda e umida di questo luogo. L’appostamento in capanno è un gioco di probabilità, una puntata non proprio al buio, ma quasi. Speravo di inquadrare le Gru che scelgono questo angolo di parco per trascorrere la notte, ma lo stormo mi ha scavallato posandosi qualche centinaio di metri più a monte. Le impronte dei trampolieri sulle barene sembravano fresche, un indizio utile per scegliere dove posizionare il capanno, un indizio appunto e non una certezza. Poco prima del crepuscolo ho scorto un movimento lontano a sinistra, un cinghiale al guado; nonostante fosse lontano ho puntato ugualmente il tele su quel puntino scuro. Nel buio crepuscolare il cinghiale si muoveva veloce, non riuscivo a seguirlo in live view con la necessaria precisione, era troppo piccolo nell'inquadratura o il mio dito è troppo grosso. Così ho portato l’occhio al mirino, la mano destra ad impugnare la fotocamera e la sinistra alla frizione della testa a sfera. Nikon D780 ob.600mm exp 1/200 f/5.6 iso 800 Crop 100% I sensori centrali della fotocamera non hanno sbagliato anche se il cinghiale anche se era un puntolino scuro nell’aria nebbiosa. Lo scatto della D780 è morbido e ben ammortizzato, peccato che il mio pollice, sul dorso della fotocamera, non trovava il joistick di posizionamento mira di messa a fuoco. Bizzarramente Nikon ha eliminato il joistick lasciando solo i quattro pulsanti cursore che, comunque, il mio pollice faticava a trovare perchè sono un po’ più in basso rispetto alla D800 o alla vecchia D3. La giornata è finita il cinghiale s’è dileguato, non mi restava che testare una posa lunga ad alti iso. Nikon D780 ob.600mm exp 1/15 f/4 iso 2500 Nikon D780 ob.600mm exp 1/15 f/4 iso 2500 crop 100% Nikon D780 ob.600mm exp 1/13 f/4 iso 10000 crop 100% Sono arrivato a 10000 ISO con tempi più lunghi di 1/15s ad f/4. Con questa scarsa luce l’autofocus della D780 si arrende, anche l’ottimo live view diventa impraticabile specialmente indossando i guanti e le moffole. Va detto che la mia D500 aveva già alzato bandiera bianca una ventina di minuti prima. Insomma, sono mancate solo le gru. -------------------------------------------------------------------------- 4 ore in un capanno sono troppo poco per conoscere una fotocamera, per capirne la reale potenzialità, così è stata occasione per togliere ruggine e ragnatele dalle racchette da neve. Il Parco del monte Avic in Valle d’Aosta è a breve distanza ed offre escursioni semplici, piacevoli e sicure, anche in pieno inverno. Per questa escursione ho scelto lo zoom grandangolare Nikon AFs 18-35/3.5-4.5 ED-G che è compatto ed estremamente leggero, inoltre consente di montare i filtri diametro 77mm utili a proteggere la lente frontale da abrasioni sporco ed acqua; in questa occasione si è rivelato un dettaglio molto utile. Nello zaino hanno trovato posto anche un obiettivo macro e il fantastico Nikon 300/4 PF, il teleobiettivo più versatile che abbia mai usato. Anche in questo caso mostro solo i jpg prodotti dalla fotocamera. Fotografare sulla neve non è semplicissimo. Non esiste sistema esposimetrico in grado di compensare il bagliore accecante della neve ed anche la moderna D780 richiede l’intervento del fotografo. Per rapidità ho scelto di impostare la fotocamera in A (priorità dei diaframmi) e mantenere gli ISO fissi a 125 praticamente per tutta la giornata, modulando la necessaria sovraesposizione con il pulsante di staratura. Il display posteriore, per quanto bello e preciso, in queste occasioni risulta inutilizzabile a causa della fortissima luce ambiente. Il mirino ottico torna ad essere il riferimento unico per l’inquadratura. La Nikon D780 si è rivelata molto scattante direi “smart” ho dovuto solamente fare un po’ di attenzione nel premere il pulsante di staratura che, pur essendo accanto al pulsante di scatto quindi a portata di indice, è piuttosto piccolo e difficile da comandare indossando i guanti. L’esposimetro della D780 mi ha dato la sensazione di voler tendere alla sottoesposizione, i valori di staratura con cui ho scattato sono variati da + 0.7 a +1.7. Sorprendente la qualità del bilanciamento del bianco automatico ben rappresentato in questi scatti jpg dove la neve mantiene la sua dominante fredda. Molto piacevole il rendimento tonale in grado di conservare dettagli visibili non tanto nelle ombre, quanto nelle alte luci dove, normalmente, si ha la maggior perdita di informazione. In ripresa ottica risulta effettivamente limitante il campo in cui sono confinate le mire di messa a fuoco, viene naturale cercare di spingere il cursore verso i bordi dell’inquadro, ma non si può, per farlo occorre il live view e sulla neve non si vede un H. Per la cronaca: domenica 3 febbraio 2020 a duemila metri di quota PIOVEVA. Se ancora c’è qualcuno che nutre dubbi sul cambiamento climatico in atto, lo inviterei volentieri in crociera, a Novembre, lungo il passaggio a Nord Ovest. Le mie conclusioni La Nikon D780 è una fotocamera moderna che offre funzionalità simili ad una Mirrorless, ma che conserva impostazione e modalità di utilizzo tipiche di una reflex. L’autofocus è veloce, in live view è a tutto formato ed offre il riconoscimento dell’occhio, ma va tenuto conto che l’uso del display posteriore è praticabile solo in ambienti non fortemente illuminati e SOPRATTUTTO per i presbiti è mandatorio portarsi sempre gli occhiali “da vicino”. Per il mio modo di fotografare avrei preferito un mirino ottico più ampio, stile D850, ed una disposizione dei comandi come….la D850. Nel complesso sono rimasto veramente colpito dallo scatto da touch screen in live view che consente VERAMENTE di cavare il massimo che un qualsiasi obiettivo F può offrire. L’eliminazione dei difetti di messa a fuoco introdotti dalle tolleranze del mirabox e l’abbattimento delle vibrazioni permettono questo miracolo, qualcosa che nessuna reflex fin ora ha mai potuto dare. un saluto da un nikonlander che adesso torna a lavorare se no se lo mangiano vivo Valerio Brustia per Nikonland 2020
  9. Pedrito

    Nuova Nikon Zf?

    Il sito Nikon Rumors (https://nikonrumors.com/) riporta su Twitter l'immagine del prototipo di una Z di aspetto "retrò", una mirrorless di aspetto assai simile alla non fortunatissima Nikon Df e che potrebbe essere commercializzata in un prossimo futuro. Fake o realtà?
  10. Filippo De Maio

    EVF con Flash remoto

    Non so se qualcuno ne ha parlato ma..... avrei una domandina. Quando sto quasi al buio in studio con mirrorless e trigger, prima dello scatto cosa vedo nell'EVF ?
  11. Qui: Sonyrumors La notizia arriva da un sito dedicato a Sony ma l'analisi riguarda il mercato fotografico nel suo complesso. In soldoni, le vendite sono crollate dell'84% dal 2010 al 2018. Le compattine passano da 108 milioni di pezzi a 8,6 milioni, le relfex/mirrorless restano più stabili passando da 12,9 a 10,8 milioni con una punta di 21 milioni raggiunta nel 2012. Non vengono specificate le quote di mercato dei vari competitori. Riguardo il rapporto tra reflex e mirroless in un riquadro si legge che i valori sono passati da 10,3 contro 3,1 nel 2014 a 6,6 milioni di reflex contro 4,2 milioni di ml nel 2018. Per come la leggo io, almeno per ora, l'incremento di vendite del settore ml non ha compensato il calo dell reflex, vedremo nel 2019 come si chiuderanno i rapporti di vendita ma credo che si potrebbe avere il sorpasso già nel secondo trimestre visto il fermento per le uscite Canikon.
  12. M&M

    Provaci ancora Nik !

    momenti indimenticabili della memoria. Classici irripetibili che nemmeno il gusto per l'orrido della Hollywood di oggi ha potuto sottoporre alla macabra pratica del remake. Quando si fa riferimento a quei film e a quelle scene appassionate non si può farlo per qualche cosa di meno ... ma è pericoloso fare paragoni impropri o azzardati. Come riferirsi alla Nikon F5 parlando della Nikon Z7, ad esempio. Liberi pensieri sulle nuove mirrorless Nikon Una precisazione d'obbligo per chi non mi conosce e non mi segue da tempo. Per me l'idillio con Nikon è cominciato una vita fa e proseguirà - se possibile - nell'altra vita. Già solo pensarmi con in mano una fotocamera di un altro marchio mi mette a disagio. Ma ho passato l'età dell'innamoramento, quello che ti acceca e non ti fa pensare lucidamente. Già ieri (e immagino quanti altri oggi) è stato un fiorire sul web di lunghi monologhi video (cercateli su Youtube se volete annoiarvi) con tanti personaggi - anche nostrani - che hanno sentito l'obbligo, l'impulso incontrollabile di esprimere giudizi taglienti e definitivi sul nuovo sistema mirrorless Nikon, senza averlo mai preso in mano e in larga parte, con esperienze alle spalle, non sempre abbastanza solide da poterne riempire un curriculum. Non è questo il caso, anche perchè noi non cerchiamo click, non vendiamo prodotti, non abbiamo link a partner commerciali che ci passano una piccola commissione per ogni acquisto di ogni nostro lettore. Scriviamo solo per passione, da appossionati fotoamatori. Ma abbiamo alle spalle anni di esperienze di lunghe sessioni fotografiche, accompagnati anche nella circostanza più sfidante, dalle nostre affidabili Nikon. Finalmente il 23 agosto 2018 anche Nikon è approdata al mercato grosso delle fotocamere mirrorless. L'aspettavamo da tempo e ognuno sapeva che ci sarebbe arrivati, prima o poi. eccole qua. E adesso che ci sono, sinceramente non mi interessa dibattere - come stanno facendo i summenzionati - i singoli punti della scheda tecnica di queste macchine per confrontarli con i corrispettivi delle macchine degli altri marchi. Io so che esistono altri produttori di fotocamere, ma ai miei fini di fotografo Nikon, ciò ha il valore aggiunto della raccolta delle nespole in Antartide. Capirete che sapere che la Nikon Z7 fa solo 5.5 scatti al secondo in RAW a 14 bit con esposizione e aufocus quando altre macchine fanno 10-12-20-100.000 scatti è puramente un fatto di cronaca. Quello che mi interessa é che vantaggio mi portano queste due mirrorless Nikon e il loro sistema e cosa Nikon mi sta dicendo con questo evento del 23 agosto. C'è del buon e c'è di che criticare. Tutto qui. E ve lo spiego. - Nikon ci ha dimostrato che c'è anche lei in questo mercato nuovo - che dispone bene o male della tecnologia che hanno anche gli altri - che ha fatto delle scelte anche controcorrente - che ci tiene a che i nikonisti si trovino a casa con le nuove mirrorless, cosa che non sarebbe lasciandosi tentare da altri marchi - ci sta promettendo per il futuro interessanti sviluppi - lo fa sposando a pieno i nuovi formati di memoria (XQD per adesso, CFexpress appena disponibili sul mercato) - con macchine costruite certamente molto bene e con una ergonomia migliore di certi altri modelli già presenti sul mercato (anche di Nikon stessa, penso a Nikon 1 V2 e V3) tutto bene in teoria. E quindi ? Dove invece Nikon ha clamorosamente fatto un passo falso è su tutt'altro versante e se vogliamo, marginale rispetto alle fotocamere stesse. - se fai una campagna di lancio così roboante con teaser continui - se enfatizzi il lignaggio delle tue fotocamere facendo chiaro riferimento alle ammiraglie che hanno segnato la tua e la nostra storia come le varie F-F3-F5-D3-D5 presenti nei filmatini - se scegli per data di lancio il 23 di agosto e lanci due macchine come nell'agosto del 2007, quando hai fermato il tempo con la mitica Nikon D3 (e la sua figlioletta D300) - se solletichi le aspettative del tuo pubblico e poi fai un evento in grande stile con i tuoi boss e i tuoi testimonial poi non puoi fare la figura di quello che per sparare troppo in alto, finisce con lo spaventare solamente i piccioni. Mirrorless Reinvented ? Non puoi dire sul serio con questa roba qui. Provaci ancora Nikon ! la Nikon D3 - prima reflex digitale full-frame di Nikon - lanciata nell'agosto 2007 insieme a Nikkor 14-24/2.8 e Nikkor 24-70/2.8 e a breve distanza dal lancio di 400/2.8, 500/4 e 600/4 VR Già, la gente si aspetta una nuova ammiraglia e una sua partner di pari profilo. Ma quando vede che le due macchine hanno una impostazione chiaramente amatoriale si domanda se fosse proprio necessario tutto questo fracasso. Infine, lo dico da felice ed orgoglioso proprietario della Nikon D850 (tra le migliori reflex dell'intera storia, non solo Nikon !), che cosa debbo pensare se vedo che metti il sensore della mia macchina in un apparecchio da passeggio e mi chiedi per quella un prezzo del tutto paragonabile a quello - solo parzialmente giustificato - che hai chiesto a me per una reflex professionale ? Si perchè se il target è quello del fotografo vagante e disinvolto (lo fa pensare il design, la compattezza e il peso relativamente contenuto, i video), come mi puoi chiedere quella cifra per aggiungerla a ciò che già ho ? le due nuove mirrorless Nikon Z6 e Z7 e certamente se mi fai una preparazione mediatica come quella, poi ti presenti all'evento pieno di sorprese. Non ti fai trovare con le brache calate il battery grip ancora ad uno stadio preliminare, sembra una stampa 3D nemmeno verniciata, giusto una sgrossatina, poi lo presenteranno tra 6-8 mesi e con i mockup di obiettivi che avresti dovuto presentare ieri i tre prossimi obiettivi. Tutti e tre promettenti ma che certo non spingeranno le vendite dal giorno zero. Cosa sarebbe stato meglio fare ? Non spetta a me dirlo. Ma qualche osservazione posso farla. Se hai deciso che il momento è arrivato, fallo con stile ma senza troppo rumore. Sei il penultimo ad uscire sul mercato, presentati con quello che hai, fammi vedere la roadmap ma non cercare di farmi credere che hai reinventato la ruota del carro. Se vuoi fare due macchine differenti e lanciarle insieme, differenziale nel modo giusto. Z6 e Z7 sono identiche tranne il sensore e il prezzo. Ma poi per 2000 euro cerchi di vendermi una macchina che ci sarà solo per Natale, che ha la metà dei punti di messa a fuoco (ed altre cosette nascoste) mentre pre il primo kit, quello che sarà quasi immediatamente in vendita mi chiedi il doppio. Ma soprattutto se in una mi metti il tuo sensore di punta, quella macchina deve essere in tutto un benchmark di mercato. Come lo è stata la Nikon F, la Nikon F3, la Nikon D3, lo è la Nikon D5 e certamente lo è la Nikon D850. Non può essere zoppa già a partire dall'aspetto. Altrimenti, continua a non far rumore, presentami solo la macchina più modesta, propronila però ad un prezzo MOLTO aggressivo, con cui aprirti il mercato. Risparmia sulla promozione, piuttosto, ma vendila subito al prezzo giusto. Non quando sarà troppo tardi ! Non ce la fai a presentare tutti quegli obiettivi che tu e il nuovo bocchettone extralarge sembrate promettere ? Presentati insieme a Sigma e a Tamron, e oltre all'adattatore per ottiche pachidermiche da reflex, assicurami che ci saranno i tuoi alleati ad allargare presto l'orizzone degli obiettivi. Soprattutto non darmi modo di pensare - con non tanta malizia - che si capisce che non eri pronto e che il marketing ha forzato e tentato di coprire uno sviluppo ancora in embrione con la pubblicità. Come se fosse stato ordinato agli ingegneri di andare sul mercato con quello che c'era di disponibile. Poi il resto si farà in seguito. Cosa c'è di buono. Ma - e qui parla la voce del vecchio nikonista smaliziato e ragionevole - c'è anche tanto di buono che sarà bene dire ad alta voce, visto che di gente che sorride là fuori (ma non sarà tollerata qua dentro !) ce n'è tanta. - abbiamo finalmente l'autofocus a rilevazione di fase con copertura al 90% del frame anche in casa Nikon - abbiamo finalmente anche in casa Nikon - dopo anni di negazioni - lo stabilizzatore sul sensore - abbiamo finalmente specifiche video abbastanza in linea con il mercato - abbiamo un mirino elettronico che a detta di tutti, anche i più scettici, è veramente il nuovo benchmark di mercato - abbiamo un ecosistema che può essere sviluppato e che parte con i migliori presupposti senza i limiti imposti da un attacco pensato 60 anni fa Il resto verrà A me i supergrandangolari attirano quanto una seduta di ore dal dentista. Ma quel 14-30/4 piccolo e compatto ma già estremo la dice lunga sulle possibilità del sistema Nikon Z. E se quel 58/0.95 non è indirizzato a tutti i fotografi, il 50/1.2 e più avanti i più che probabili superluminosi in focali che abbiamo sempre desiderato (85/1.2, 35/1.2) saranno certamente possibili e se non proprio abbordabili, almeno desiderabili. L'autofocus sembra già di buon livello e certamente potrà essere messo a punto in successivi modelli. Già, perchè tra meno di due anni ci saranno le Olimpiadi in Giappone e Nikon non si farà trovare nuovamente con la cucina in disordine. E se poi tra poco tempo cominciassimo a sentire i rumors che parte di questa tecnologia sbarcherà anche sulle ipotetiche Nikon D6 e Nikon D900 ? Vi immaginate il massimo della tecnologia dei due mondi fusa insieme ? Altro che fotografia vagante con lo zainetto ! Già perchè la presentazione di ieri del 500/5.6E PF che per molti è passata inosservata a causa delle aspettative suscitate dalle mirrorless, per me è la vera novità per cui merita di essere ricordata la giornata. Per quello - e per una futura reflex professionale che incorpori autofocus a rilevazione di fase, stabilizzatore sul sensore e ... altre tecnologie sinora riservate alle mirrorless - Nikon avrai subito i miei soldi. Per queste Z6 e Z7 mi dispiace dubito di essere disposto a spendere tutti quei soldi per un sistema acerbo. Aspetterò con pazienza non solo la seconda, ma forse anche la terza emissione. Quella che ritengo sarà pensata finalmente per me e non per l'ipotetica venticinquenne asiatica che, lo capisco, è il nuovo modello di consumo anche per l'industria occidentale cui il Giappone ha sempre fatto riferimento. Insomma, provaci ancora Nik ! Io ci conto. E voi ?
  13. Dp-review ha pubblicato un'ora fa un rumors con un immagine della possibile nuova nikon mirrorles.A me sembra quasi spiccicata alla NIkon EM. Parlano di un nuovo attacco z. https://www.dpreview.com/news/5515939934/rumor-nikon-s-full-frame-mirrorless-will-sport-an-all-new-z-mount
  14. Ciao a tutti. Vorrei acquistare una batteria aggiuntiva per la mia Nikon 1 V3 visto che quella in dotazione ha una durata abbastanza limitata pur essendo ancora nuova. Ho visto su rete che ci sono tantissime batterie non originali ad un prezzo "umano": per la vostra esperienza sapreste darmi un "consiglio per gli acquisti"? Grazie in anticipo a chi potrà aiutarmi. Luigi
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