Search the Community
Showing results for tags 'he400'.
-
sono un vecchio estimatore del marchio austriaco. Possiedo da quaranta anni le mitiche cuffie ibride K340 che ancora funzionano (sebbene mostrino l'età che hanno). In tempi più recenti ho comprato altri modelli riscontrando un cambio importante di qualità dopo il passaggio al gruppo Harman (a sua volta oggi di proprietà Samsung). Alcuni modelli sono oggi prodotti in Slovacchia ed hanno una qualità decente. Altri sono costruiti in Cina. E sono di qualità così-così. Alcuni sembra che siano semplicemente cuffie cinesi o koreane rimarchiate. Ho scritto delle K712 Pro, su queste pagine. Ho avuto anche le K700 (un trapano da dentista !). Con queste K371 ho acquistato anche le K550. Belle cuffie, dal suono ricco. Se non fosse che dopo qualche anno di uso moderato hanno cominciato a sbriciolarsi. Letteralmente ! Prima la banda superiore, poi i padiglioni, quindi le guarnizioni dei driver. Belli, per carità e con una struttura delle cuffie interessante. Ma alla fine ho deciso semplicemente di buttarle nel cestino. Perchè ne parlo qui ? Perché la prima bozza di questa recensione delle K371 è partita nel 2020 (le foto risalgono ad allora). Ma poi vedendo la brutta fine delle K550 mi sono fermato. Fino ad oggi, avendo riscontrato che nonostante sia passati 5 o 6 anni le K371 restano sempre quello che erano il primo giorno. Dici che hanno selezionato i materiali ? Sembra di si. Insomma, niente cedimenti delle "pelli" né della meccanica. Sono cuffie semplici, compatte, leggere. Tutto sommato funzionali. ecco qui sopra le K550 all'inizio del processo di sbriciolamento. Reference ... mi spiego ? la scatola è tipicamente consumer, da supermarket. Dentro, le cuffie, il cavetto con attacco tripolare proprietario che termina con un mini-jack. E un adattatore standard da 6.3 mm a vite. i cuscinetti sono molto morbidi e cedevoli. Poggiano sulle orecchie (sono letteralmente sovraurali) ma non pressano rendendo agevole tenerle in testa. Purtroppo dopo un pò la "pelle" tende a farmi sudare le orecchie. Ma è abbastanza normale con queste cuffie che peraltro, sono chiuse. il cavetto di comunicazione tra i due driver. Il segnale entra da un solo lato. l'interno del padiglione mette in mostra il driver, protetto da una tela nera la regolazione dell'archetto funziona ma non c'è articolazione che è demandata allo snodo del padiglione stesso la presa per lo spinotto del cavo lo spinotto tripolare. Le condanna ad un utilizzo standard single ended. Sono cuffie leggere, sensibili, di impedenza standard (255 grammi, 114 dB, 32 Ohm). AKG dichiara un driver da 50mm (simile a quello delle K550) e una risposta da 5 a 40.000 Hz. Si trovano ancora sul mercato tra i 150 e i 170 euro. Le ho misurate, ovviamente, ricavandone una risposta tipica. Noto una elevata estensione sul basso più profondo ma un avvallamento sul basso che conta (tra i 40 e i 100 Hz), un medio in evidenza e una risposta piuttosto brillante sugli altri. Le ho addomesticate usando il mio Master 9 Mk III in simulazione "valvolare" Audio-gd Master 9 Mk III : risposta su Normal Audio-gd Master 9 Mk III : risposta su Tube misure effettuate con miniDSP Ears Nella simulazione "valvolare" la risposta del Master 9 Mk III viene modulata incrementando i bassi sotto ai 50 Hz ed alleggerendo i medi sopra ai 100 Hz con una gradazione che si riduce oltre i 2500 Hz. In questa modalità il suono delle K371 diventa meno aperto ed avanti, permettendo di apprezzare meglio ogni genere musicale. Non che al naturale siano esageratamente aggressive, ma comunque viene mantenuta la presenza tipica mitteleuropea del marchio. Il suono è potente, basta un filo di "gas". Sono certamente più versate per i generi moderni, sulle medie e sulle alte non hanno una definizione adeguata alla musica ad alta risoluzione. Nel complesso non sono disprezzabili per cuffie chiuse con driver dinamico e anche in termini di fatica di ascolto non stancano troppo presto. Ma a questa fascia di prezzo non offrono nulla di particolare se non un modello piccolo, compatto, quasi da viaggio e tutto sommato " a perdere" (tipo vacanza o spiaggia, oppure come monitor per strumenti musicali o utilizzi tipo videoconferenza e computer). Non dopo l'uscita di cuffie planari in questo range di prezzo. Come dire che le HIFIMAN Deva se le mangiano offrendo una performance da intenditori mentre, volendo un suono più moderno e rotondo, le HIFIMAN HE400 Se sono ben altra classe. Volendole chiuse ? Abbiamo provato le Sundara Closed Back che, secondo me, buttano fuori dal mercato praticamente tutte le dinamiche sotto ai 350 euro. Insomma, va bene la simpatia per il marchio e la fedeltà nei secoli. Ma non tutta la vita (come cantavano quelli la).
-
In prova con questa catena di test : Qobuz via Audirvana Gustard U18 Gustard X26PRO via I2S Audio-gd Master 9 Mk III via XLR caso stock single-ended HIFIMAN e cavo crystal bilanciato HIFIMAN la pagina del prodotto dal distributore italiano, Playstereo.com. Il prezzo attuale di € 125 non rispecchia il valore reale di queste cuffie, è solo una fase di mercato in cui HIFIMAN come da sua abitudine, promuove il ricambio di magazzino. Si tratta se non sbaglio della terza edizione di questo modello. Ho posseduto ed apprezzato le originali HE400, le ho sempre preferite alle Sundara per il loro suono più naturale e non affaticante. Ho anche la versione 2020, denominate HE400i o improved, aggiornamento di metà carriera ma oggi mi voglio soffermare su questo modello che continua ad essere, secondo me, il miglior punto di ingresso nel mondo delle magnetoplanari aperte ad un prezzo eccezionale. armatura robusta (in plastica) argentata, padiglioni rotondi sovraurali, cuscinetti morbidissimi, appena vellutati. Connettori standard da 3.5 mm che consentono di accettare tutti i cavi che ho in casa per le HIFIMAN. l'edizione se mantiene l'archetto semplificato (efficace anche se un pò cheap) e l'articolazione sufficiente a trovare subito l'accomodamento sulla testa. Queste cuffie hanno il diaframma standard (non nano di ultima generazione) ma incorporano i magneti stealth, trasparenti al suono. La sensibilità è abbastanza bassa - 91 dB - il peso è contenuto. L'impedenza di carico è di 32 Ohm, valore standard per le cuffie di oggi, cosa che le rende facilmente pilotabili. Ma ho il sospetto che la potenza necessaria per farle volare sia elevata. Del resto c'è scritto anche nelle note che probabilmente un DAP o uno smartphone non basterà. Sono rodatissime, le ho da quando sono uscite, per cui le conosco già bene. Ho cambiato il front-end per usare il nuovo Audio-gd Master 9 Mk. III ma questa volta alimentato da una coppia tutta Gustard. L'interfaccia digitale U18 e il DAC X26 PRO. La coppia è consanguinea e si apprezza la connessione diretta via cavo HDMI (un modello Ricable da pochi soldi che uso per visualizzare le foto via Nikon Z quando devo mostrarle alle modelle durante gli scatti), ovviamente via porta I2S. Il carattere del Gustard X26 PRO è ben definito. Lo uso da 18 mesi per i miei diffusori (planari e dipolari !) per le sue caratteristiche. Il convertitore tipo Sigma-Delta ESS 9038 PRO qui è usato in configurazione doppia, per un perfetto bilanciamento. Alimentazione e stadi finali sono a discreti. E' un apparecchio da circa 7 chili, tutto sostanza ma con un livello di ingegnerizzazione elevato. Ma ne parlerò in un successivo articolo. Dicevo del carattere che mostra i muscoli sul basso che però rimane controllato. Mentre il medio e l'alto sono chiari e in primo piano. Ho misurato queste cuffie con il mio solito microfono doppio miniDSP Ears il DAC Gustard posato sull'Audio-gd Master 9 Mk III le cuffie sul miniDSP Ears (sulla immediata sinistra, l'interfaccia digitale Gustard U18). Ecco la misura, ripetuta due volte stringendo i cuscinetti. C'è una particolare dolcezza in queste cuffie che si riscontra perfettamente nella risposta : il basso scema come nei diffusori dipolari, il medio ha un avvallamento con il centro a circa 1850 HZ, l'alto è tormentato ma di livello non molto più alto del piccolo picco a 800 Hz. E' strana la discesa dopo i 12Khz ma a quelle frequenze chi la sentirà mai ? E' un peccato che io non trovi più la misura fatta quando erano nuove. Magari è in queste pagine da qualche parte, salterà fuori. *** Ma di tutte queste cose ci interessa poco o per niente di fronte al suono. Ebbene, mi ripeto un pò rispetto a quanto ho scritto per le HIFIMAN Edition XS. Queste sono entry-level, decisamente e non arrivano in nessun modo al dettaglio delle alto di gamma. Ma il carattere, ben coadiuvato dal DAC Gustard, privilegia l'ascolto, come se fossero dei minidiffusori di scuola inglese. Il basso è importante, non in primo piano, lo è il medio, mentre la voce c'è, è chiara, senza esasperazioni. La solita caldissima voce di Chantal Chamberlain che "vorrebbe danzare con qualcuno che l'ama", è a tratti ben più che commovente. Si sentono i suoni emessi dalle labbra. E lei la potrei ascoltare cantare per ore. Appena più leggera di quanto sono abituato con Arya e Audivina, Maria Pia De Vito, con il pianoforte meno dettagliato di quanto mi piacerebbe. Il volume è più alto del solito ma non saprei dire se per la sensibilità bassa delle cuffie o per il livello di uscita del Gustard. In genere il Master 9 riceve il segnale via ACSS dal DAC R1 NOS di Audio-gd. Ma se voglio sentire di più il basso devo alzare il volume. Solo a quel punto mi soddisfa. E questo senza che le altre frequenze lo coprano. Sono cuffie abbastanza sensibili al livello della registrazione. Amano che la traccia sia almeno una 96/24 Ma passando allo swing di Robbie Wililams in 44/16 non si chiederebbe molto di più (e naturalmente viene da chiedersi dove sia finita Miss Jones !). Lo Studio della Rivoluzione nelle mani di Valentina Lisitsa è quello che ci vuole per apprezzare un pianoforte con una buona ambienza. Ma devo alzare il volume di parecchio. Chiamo Vincenzo Maltiempo a raddoppiare il suono con la prima di Scriabin. Il suono è più argentino. Il basso nella marcia funebre c'è ma non viscerale come piace a me. Torno al jazz più classico con Art Pepper+Eleven. Resta una bella performance ma mi conferma come queste cuffie siano ben lontane dal tipo di suono monitor di altri modelli - radiografanti - di HIFIMAN. Come per le Edition XS questi sembrano diffusori. Con solo un palcoscenico meno ampio. Ma comunque molto ben caratterizzato. Jesu Meine Freude par Raphael Pichon ha le voci femminili in evidenza ma il basso c'è cavernoso in sottofondo. Il coro però non mi appassiona tantissimo. Mentre è bellissimo il violino di Alina Ibragimova nella sua bella lettura di Ysaye. ... continua dopo il break doveroso per far riposare le orecchie ... ... e siccome i miei dubbi rispetto al solito sono aumentati, cambio la catena di comando Qobuz via Audirvana Audio-gd DI2024HE Audio-dg R1 NOS 2024 via I2S Audio-gd Master 9 Mk III via ACSS cavo crystal bilanciato HIFIMAN e le cose si rimetto a posto. Il fortepiano di Olga Pashenko nel suo ultimo disco mozartiano è delicatissimo, il piano di Valentina è più robusto, la voce della De Vito è più pulita. Chantal resta calda. Il basso dei King Crimson di The Hell Hounds of Krim resta coinvolgente ma meno potente, più signorile, più controllato. il palcoscenico cresce, si allarga, si approfondisce. Morale, pur essendo cuffie che costano poco, non sono cuffie da poco. Non avranno mai il dettaglio delle HE1000, ovviamente, ma sono molto sensibili a cosa le pilota. Con la catena Gustard abbiamo un bel basso granitico ma perdiamo molto della leggerezza del medio e dell'alto. E anche un pò di palcoscenico. Con il sistema Audio-gd, anche appena appena acceso, sembra tutto più coinvolgente ed emozionante, più preciso, ma con un basso meno secco e violento. Che posso fare ? Ricorro a Janine. Il finale del concerto di Sibelius mi da la prova che "per quello che ascolto io", qui va meglio. Giudizio complessivo PRO: la porta di ingresso per il mondo delle magnetoplanari. Con 125 euro non si compra nemmeno una scheda di memoria SD discreta ... rapporto prezzo qualità insuperabile per le planari (come per le Edition XS al cui carattere le avvicino) suono neutro, caldo, avvolgente, abbastanza dettagliato, palcoscenico molto ben caratterizzato su tutte le dimensioni sembrano diffusori acustici e si possono ascoltare a lungo senza problemi nessuna gamma in evidenza, basso un pò in ritirata abbastanza comode ma io sono troppo ben abituato ai padiglioni grandi ovoidali e circumaurali delle altre HIFIMAN CONTRO: molto sensibili alla catena di controllo, per spingere il basso ci vuole un Sigma-Delta ma poi si perde di chiarezza e precisione in gamma medio-alta sensibilità bassa, ci vuole potenza e un ottimo amplificatore a spingerle aspetto e costruzione cheapy. Ma a quel prezzo ... insomma se vi incuriosiscono le planari ma non volete o potete spenderci tanti soldi, correte a prendervi queste HE400SE con l'unica avvertenza che sono fuori catalogo e forse uscirà un nuovo modello abbastanza presto. Ma questo non le farà smettere di suonare bene. A me piacciono come sono piaciute quelle dei due modelli precedenti. Ci ascolto di tutto con prevalenza per jazz e hard-rock ma anche violino e voce sono spettacolari. Cedono nelle trame complesse e nelle tessiture di coro e grandissima orchestra, non è il loro pane. Ma per quello ci vogliono altri apparecchi. Attenti però a cosa c'è attaccato all'altro lato del cavo di potenza ...