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  1. Pensando al flash, il fotoamatore comunemente intende quello a slitta, da attaccare alla fotocamera, possibilmente prodotto dalla stessa casa della fotocamera. Come il Nikon SB-5000 : flash "ammiraglio" Nikon qui montato sulla reflex ammiraglia di Nikon. Di quei flash ha parlato diffusamente Max qui nella sua guida : mi faccio un.... FLASH ! e già il titolo si allinea al pensiero comune. Nella realtà quel tipo di flash, pensato per essere portatile ed utilizzato in situazioni in cui manca la luce o è opportuno ravvivare un pò il soggetto male illuminato, è o dovrebbe essere un oggetto di nicchia, accettandone i tanti compromessi sacrificando le prestazioni sull'altare della praticità e soprattutto, portatilità. Ma quando si fotografa specificatamente con il flash (che è sostanzialmente una fonte di luce disponibile a piacere dal fotografo, sempre, e nelle condizioni in cui lui vuole la luce, senza limitazioni di clima o di location) il flash cui penso comunemente io è questo : un apparecchio mediamente più grande, più pesante, certamente NON utilizzabile sulla slitta ma su un suo stativo, naturalmente pensato per utilizzi lontani dalla fotocamera, con caratteristiche molto differenti che consentono risultati BEN differenti dai flash a slitta. I flash a slitta sono : - mediamente più costosi dei flash fissi (o da studio) - molto o veramente molto meno potenti - offrono una luce sostanzialmente puntiforme e dura - consentono l'uso di modificatori di luce che non permetto una grande diffusione della luce con risultati il più delle volte poco soddisfacenti - la scarsa potenza non permette generalmente l'uso di grandi modificatori - non sono pensati per essere usati in modo gravoso, per ore e ore, in ogni condizione anche di temperatura senza bloccarsi - non offrono attacchi standard - non hanno luce pilota (o se ne hanno una è di tipo simulato e poco malleabile) ho parlato di modificatori di luce. Per molti questo può essere un argomento sconosciuto e necessita di una premessa. Qualsiasi flash se usato nudo e crudo produrrà sul soggetto un effetto sgradevole, con una concentrazione di luce sull'asse del lampo e una caduta di luce verso l'esterno del cono di luce poco graduale. Può andare bene se siamo in esterni e dobbiamo contrastare il sole pieno di luglio, ma anche in questi casi si tende a mettere qualche cosa davanti al bulbo/lampada del flash. Questo qualcosa, sia un semplice ombrello, una testa schermata, un riflettore o un grosso softbox (involucro di tela schermato sul retro) si chiama modificatore di luce. E lo scopo è quello di modificare secondo le necessità del fotografo, il tipo di illuminazione che il flash offrirà. Questo raffigurato nella immagine che segue è un softbox di tipo ottagonale da 120cm di diametro. indicato particolarmente per il ritratto in quanto offre sull'occhio un effetto quasi circolare, più bello di quello rettangolare degli altri tipi di softbox. I modificatori si innestano sulla parte anteriore del flash che presenta un attacco a baionetta. Esistono differenti tipi di attacco, i grandi marchi ne hanno uno specifico, tutti gli altri utilizzano generalmente quello proposto decenni fa da Bowens. E' una baionetta a tre settori, di facile aggancio. Tutti i modificatori per la loro natura assorbono una parte della luce del flash. Nella fotografia con il flash, si cerca anche la massima profondità di campo permessa dalla potenza del flash, fotografando in interni anche ad f/10, f/13 sulla figura intera. Condizioni impossibili per un flash a slitta che non ha abbastanza potenza e che in generale copre solo una parte del soggetto. Immaginate di dover illuminare un gruppo di persone sedute o in piedi e di volere una luce diffusa e naturale, come se fossero in esterni sotto un cielo coperto. Ma illuminate in modo uniforme. E di voler avere a fuoco tutto quanto, scattando con una focale non troppo corta per non deformare i soggetti. Ecco che il flash da studio per la potenza di cui è fornito (anche fino a 2-3 kw/s nelle soluzioni più professionali, contro gli 80 w/s dei più potenti flash a slitta) e per le dimensioni del cono di luce che può sviluppare con i modificatori adatti, è la soluzione ideale. Diciamo che non avendo di meglio a disposizione, si potrebbe in qualche caso fare la stessa cosa con flash a slitta. Disponendo di tanti flash e sprecando le loro peculiarità in situazioni di luce fissa, dove tutte le loro capacità elettroniche sono totalmente inutile. Ottenendo comunque nella migliore delle ipotesi, luci non particolarmente accattivanti sul piano estetico. Spendendo cifre folli. Perchè un flash fisso - a corrente elettrica - dei più semplici come questo monotorcia Godox serie SK non dei più sofisticati ma in possesso di tutte le caratteristiche di cui ho parlato, costa online poco più di .... 100 euro. Tanto che un kit con due flash, due stativi, due softbox e trigger, alla fine ci costerebbe meno - anche MOLTO meno - di un singolo flash a slitta tipo il Nikon SB-5000 o gli equivalenti di Canon e Sony. Oramai tutti questi flash incorporano ricevitori radio e sono quindi controllabili da semplici trigger trasmettitori, del costo di qualche decina di euro. Ben più efficienti dei sistemi ad infrarossi cui Nikon si ostina a dotarsi, salvo obbligare a spese importanti per trasmettitori radio molto rudimentali come quelli associati al già citato SB-5000. Il comune Godox X1T (disponibile per Nikon, Canon, Sony e anche per tutti gli altri marchi presenti sul mercato) costa 35-38 euro e consente sofisticati schemi a più gruppi e canali di flash anche in impiego misto. E resta compatibile anche con tutti i flash a slitta di Godox. Monta comuni pile stilo che non si scaricano mai. E' affidabile e funziona anche attraverso le pareti (ho provato a far scattare un flash a due piani sopra di me). Non è lo scopo di questo articolo spiegare il funzionamento e l'impiego di flash da studio ma darne le specifiche generali. Quello che mi preme sottolineare, se non fosse già chiaro è il fatto che la qualità dell'illuminazione consentita dal sistema flash+modificatore in studio è di gran lunga migliore e superiore a quella permessa anche dai migliori flash a slitta. Nel senso che proprio non ci sono paragoni. E certe cose semplicemente con i flash a slitta non si possono fare. Tipo previsualizzare l'effetto della luce del flash con la lampada pilota. Si tratta di una luce fissa continua integrata nel corpo del flash (ad incandescenza o a led) che simula quello che poi sarà il colpo di flash. E lo simula in modo continuo così che noi possiamo studiare come cade la luce sul soggetto e modificare posizioni relativi di luci e soggetti senza fare nemmeno uno scatto. E' una peculiarità estremamente comoda che agevola ogni tipo di lavoro. Qui non sto parlando specificatamente di ritratto ma forse più - o soprattutto - di still-life, riproduzioni e macro. Cose che vengono infinitamente meglio con flash del tipo di cui stiamo parlando, rispetto ai soliti flash a slitta. Nella scelta del flash, e andiamo alla parte principale di questo articolo, finito il lungo ma necessario preambolo, si dovrà tenere conto di molti fattori - il budget, ovviamente - la necessità di potenza - il tempo di ricarica - la tecnologia di pilotaggio - la disponibilità in location di presa di corrente (oppure no) - il tipo di modificatori che si intende utilizzare (a seconda dei soggetti e del tipo di fotografia che vorremo fare) - il numero di luci necessarie tolto il primo punto, sono tutte scelte libere, non vincolate. Io tenderei a stabilire prima cosa serva per poi arrivare al budget necessario. Ma so che il buon padre di famiglia invece farà il contrario. In ogni caso non sono (quasi) mai necessari complessi schemi di luce. Devo ammettere che nella gran parte dei casi una luce è sufficiente. Spessissimo con due si fa tutto quello che si vuole. La potenza è funzione della dimensione del luogo in cui si fotografa e della dimensione dei soggetti. Per piccoli oggetti su un vassoio non saranno necessarie grandi potenze nè enormi softbox. Serviranno più pannelli riflettenti che altro. Un flash basterà. Per fotografare gruppi di ballerini sul palco invece le cose saranno molto, molto diverse. Ci vorranno più flash, potenti, anche da 1000 w/s, con softbox importanti, stativi stabili. E soprattutto flash sofisticati con tempo di ricarica tanto rapido da consentire di scattare in rapida o rapidissima successione. Ci sono oggi dei monotorcia in grado di fare anche 10 o più scatti al secondo. Senza svenarsi con i Profoto, un Godox serie QT II permette tranquillamente di fermare un atleta che salta scattando ad un 1/1000''. Sono però i flash più costosi della serie (intorno ai 500 euro l'uno, contro i 100 dei modelli base). E per chi necessita di fare tutte queste cose dove non c'è la presa di corrente (si, non l'ho detto, il difetto dei flash "fissi" è quello di essere alimentati con la 220 v) ci sono anche flash a batteria, come il fantastico Godox AD600 PRO che consente di fare ovunque, senza presa di corrente, praticamente tutto quello che si può fare in studio con il QT600 II, offrendo 600 w/s fino a 10 scatti al secondo, per 500 o più scatti a piena potenza, controllato via trigger radio .... e controllo TTL della fotocamera. Ecco, l'ultima frontiera dei flash di questo genere è quella di poter incorporare la tecnologia che è la peculiarità dei flash elettronici a slitta, il controllo via TTL da parte della fotocamera. Arriviamo ad un livello di sofisticazione elevato, unito ad alta potenza, utilizzo completamente senza fili, portatile per pesi e ingombri contenuti e spesso, utilizzabile anche solo con il riflettore integrato, almeno in condizioni di scatto in luce mista sole+flash (ma prezzi salati perchè arriviamo a 850 euro per il solo flash). Spero di aver chiarito i punti principali e resto a disposizione per le vostre domande ma soprattutto spero di aver chiarito che non sempre, anzi, più spesso di quanto non si creda ... mi faccio un FLASH non dovrebbe sottindere un flash a slitta ma qualche cosa di più adatto alle nostre esigenze specifiche. Come sempre su Nikonland, il motore di tutto non è il costo, non è l'abitudine, è la soluzione più adatta alle proprie esigenze, a prescindere da costo e (cattive) abitudini. Aspetto le vostre domande.
  2. Siamo finalmente riusciti a trovare sul mercato, disponibile, questo illuminatore anulare a LED del quale avevamo parlato già alla fine di maggio: ma quest'anno il problema principale sembra essere diventata la logistica tra Estremo Oriente ed Europa. Essendosi messa in mezzo a complicare le cose anche l'ultima e definitiva fase della Brexit. Costa poco e promette molto, ma ciò nonostante mi son dovuto mettere di buzzo buono per intercettarne uno dei primi esemplari messi in vendita su Amazon, con tempi di consegna da Prime e non da...cinesi. GODOX RING72 è quindi un illuminatore (non un flash) dotato di questo elevato numero di LED, bilanciati per i 5600K e regolabili attraverso due potenziometri posteriori, ognuno dei quali comanda un semicerchio laterale di LED. completano l'attrezzo, 8 anelli adattatori per altrettanti diametri filtro obiettivo ed il portabatterie stilo, intercambiabile con un elemento proprietario al litio, analogo a quelli per i Godox V1 (VB26) oppure per il mio AD100Pro (WB100) entrambi della stessa potenza, di 2,6Ah e del voltaggio di 7,2V. Il funzionamento è facilissimo: si inserisce a slitta il piedino muto del regolatore/alimentatore, dopo aver infilato per traverso al corpo dello stesso la batteria al litio, o il portabatterie per 4 stilo... quindi dal selettore del retro si accendono i LED, regolandoli coi potenziometri per il valore necessario, anche sfalzato, per ottenere a detta di Godox un efficace controllo del contrasto di illuminazione il cavo a torciglione consente anche la possibilità di usare l'anello separato dall'obiettivo, per ricreare effetti di illuminazione parziali, oppure anche nel caso non si stia lavorando in Close-Up o in Macro, a distanze ridotte. La luce emessa dai LED è molto bella e neutrale, effettivamente ben bilanciata alla temperatura colore Kelvin di una lampada flash, o della normale luce diurna in ombra scoperta. La possibilità di scegliere tra due diverse fonti di alimentazione è determinante, perchè qui si lavora in luce continua e non sempre ci si ricorda di spegnere l'illuminatore tra una serie di scatti ed un'altra, (mentre magari si sta regolando la testa del treppiede per riprendere il soggetto in altra posizione), quindi disporre di set di stilo ricaricabili è consigliabile, se non ci si voglia dotare delle potenti litio Godox utilizzabili, una delle qualie però costa quasi quanto l'illuminatore stesso... Si può anche lavorare in Focus Stacking perchè l'alimentazione DC è coerente e costante per tutta la serie degli scatti che occorrono. Angolando il soggetto ripreso, si ottengono riflessi ed ombre compositivamente interessanti mentre lavorando di profondità di campo si possono fotografare con tempi anche non eccessivamente lunghi soggetti da still life (come questi gemelli) così come gestire la pdc con la pratica già menzionata del FS gestibile come detto anche in maniera del tutto inusuale, per direzionare luce ed ombre sul soggetto per schiarire ombre in situazione di forti contrasti luminosi, con e senza (sopra e sotto) in certi casi diventa fondamentale per gestire soggetti in controluce, in alternativa ad un flash (entro chiari limiti....) in esterni l'ho trovato utile, ma ovviamente (con quei livelli di luce ambiente) sempre regolato al massimo della sua potenza. Ben altra funzione, decisamente più consona, la ripresa di piccoli oggetti, magari numericamente tanti, per la realizzazione di cataloghi o archivi, specialmente quelli....meno riflettenti di questa scheda di memoria (che ho dovuto poi attenuare ed evidenziare in postprod) Particolarmente interessanti i livelli di praticità raggiunti con piccoli oggetti come monete (qui una sterlina d'oro di Elisabetta II del 1981) e specialmente, francobolli la cui texture anche a forti crop, denota l'ottima qualità di illuminazione, neutrale e super omogenea come anche in questo esemplare della serie "Imperiale" del 1929 , (passato per posta) In interni è utilissimo anche per riprese non particolarmente ravvicinate, di oggetti con una loro dimensione articolata e la nota caratteristica, sulle superfici fortemente riflettenti, come la lente anteriore di questo obiettivo, è la corona circolare che ne tradisce l'utilizzo. Attenuabile con facilità in post produzione Insomma, per meno di 80 euro si entra in possesso di un illuminatore efficiente, anche se non in assoluto. Ma capace di fare la sua parte anche in esterni, oltre che in interni e con riprese macro,per le quali è espressamente concepito. E' ancora una volta... Max Aquila photo (C) per Nikonland 2021
  3. E' passato un po di tempo ma grazie alla quarantena casalinga da Covid-19 ho finalmente aggiornato i miei Godox. E visto che qui li abbiamo in molti e che la letteratura italiana sui Godox ( Nikonland esclusa ) è abbastanza limitata ho pensato che sarebbe stato utile scriverci due righe sopra. Allora, per cominciare il mio set Godox è abbastanza basico: XproN + TT685N + TT350N, che utilizzo a volte da soli a volte in coppia ( a proposito il TT350 si sposa a meraviglia con la Z6 come flash da viaggio ). Da quando li ho acquistati Godox ha rilasciato alcuni aggiornamenti del firmware, che aggiungono alcune funzioni ai vari flash e frigger. Visto il passaggio dalla D800 alla Z6 ho pensato sarebbe stata una buona cosa allineare anche il software del sistema di illuminazione. Il primo scoglio è capire cosa fare, in questo Godox non è particolarmente prodiga di consigli e bisogna girare un po in rete, trovando quasi esclusivamente fonti in lingua inglese. Questa è la pagina del sito Godox dedicata ai firmware dei loro prodotti: Godox download, qui è possibile scaricare i file Zip che ci interessano. In particolare i Godox Update Software G1 e G2 che si occupano dell'aggiornamento, si perché non usando schede di memoria i dispositivi vanno collegati ad un computer con istallate queste applicazioni diversamente dalle nostre Nikon. E qui arriva la prima sorpresa ( in negativo per me ), quando scopro che Godox supporta solo la piattaforma Windows; chi ha un Mac non potrebbe effettuare l'aggiornamento. La soluzione arriva con l'utilizzo di Parallel Desktop che mi ha consentito di istallare Windows 10 sul mio iMac e quindi di procedere all'operazione. L'altro scoglio nasce quando mi accorgo che i flash hanno una porta dati per l'aggiornamento ma non hanno il relativo cavo in dotazione nella scatola, ne il Trigger ovviamente. Nuova ricerca ( e domanda su Nikonland ) e scopro che serve un semplice cavo USB, ma in realtà non ne basta uno, perché ? Perché mentre il Trigger Xpro ha una porta USB-C sia il TT350 che il TT685 hanno delle porte Micro USB. A questo punto recupero un cavetto ed un'adattatore del vecchio Huawei. Quindi, controllate prima i dispositivi e non buttate i vecchi cavi che non si sa mai... A questo punto il più è fatto, basta istallare i software su Windows e provvedere all'aggiornamento. La procedura è semplice, con il flash o il Trigger spenti e senza batterie, avviate il software e poi collegate il dispositivo da aggiornare che verrà subito riconosciuto, selezionate il file ( precedentemente estratto dal file .zip scaricato dal sito Godox ) da utilizzare e poi date avvio. Vedrete una barra verde che indicherà prima la cancellazione del vecchio firmware e poi l'istallazione del nuovo. Calcolate circa un minuto per tutta la storia, ovviamente da ripetere per ogni pezzo del vostro set Godox. Unica cosa che può creare un certo panico è che la versione G1 del software Godox è in cinese senza traduzione, diversamente da quella G2 che è in inglese. La cosa è importante perché la versione G1, che si potrebbe pensare superata dalla successiva, è necessaria per operare su alcuni dispositivi, nel mio caso per aggiornare il TT685, provando con la versione G2 non viene trovato il file per l'aggiornamento. Ve ne accorgente anche perché cambia l'estensione ( .fri invece che .dfu ). Di seguito le schermate dei due software, va da se che cliccare sui pulsanti in cinese può essere oggettivamente motivo di panico per molti. EDIT: Come segnalatomi è possibile avere in inglese anche la versione G1, basta cliccare sul primo pulsante in basso da sinistra. Godox software G1 Godox software G2 Spero di essere stato sufficiente esaustivo ed utile per chi volesse aggiornare i propri Godox alle nuove funzionalità
  4. Scopo di questo articolo è stimolare ad uscire dalla propria confort zone, dalle fotografie fatte e rifatte, che delimitano il nostro ambito fotografico preferito. Ma anche, mentre ci si sta impegnando in una sessione fotografica, a spingere, a provare... a migliorare il modo in cui si fotografa il soggetto che si ha davanti. Entrambi, secondo me, sono percorsi validi per crescere come fotografi. Certo, non sono gli unici, ed anzi probabilmente sono i meno praticati perché, ben più comunemente, si cerca di perfezionare quello che si sa già fare mirando a farlo sempre meglio. Ma, ad un certo punto, ci si trova contro un muro, a volte tecnico e a volte creativo, che ci sbarra la strada. Ed allora, che c’è di meglio, almeno per un po’, di prenderne un’altra? Per sviluppare ed illustrare il concetto, racconterò dell’esperienza fatta questa mattina al parco vicino casa, dove sto andando, da qualche settimana, a fotografare i funghi. Perché i funghi? Beh, sono un soggetto facile da trovare, almeno nella stagione giusta, non scappano, non si muovono se c’è vento ma anzi, stanno li e molto pazientemente lasciano giocare il fotografo. Di più, almeno a mio gusto mediamente non sono dei bei soggetti, almeno quelli che trovo di solito. E quindi per fare una “bella foto” occorre metterci del proprio, cercando la migliore situazione, la luce giusta, componendo bene… e via dicendo. Il mio obiettivo è piuttosto ambizioso: imparare a fotografare la macro con i flash. A fare qualche macro ho iniziato “grazie” al lock-down della scorsa primavera, con il 70-200 ed una lente diottrica. Mi sono divertito - apprezzando il fatto che è insieme divertente, creativo e complicato - ed ho deciso di investirci sopra, acquistando alcuni mesi fa il nuovo 105/2.8S MC e, ad inizio settimana, un flash Godox AD100Pro. Quest’ultimo sia perché la luce in dicembre nel sottobosco del parco del Ticino è raramente interessante sia perché la sua gestione è un elemento indispensabile. Ma, e questo è secondo me particolarmente interessane, anche per ibridare fotografia di natura e di studio: ho deciso di provare ad impiegare quello che ho imparato da Mauro e Ross sulla luce flash. Esattamente come cerco di ibridare fotografia di animali e paesaggio con i miei animalscapes! Dopo questa interminabile introduzione, ecco la prima foto. Questo è il fungo che ho trovato nella mia passeggiata. Ho impiegato ben più tempo rispetto all'ultima volta: temo che la stagione dei funghi sia proprio in fondo! Tra l’altro, io speravo di trovare tutto un po’ bianco e ghiacciato per la nevicata di ieri – situazione speciale per i funghi - ma evidentemente nella notte ha piovuto. Z6II su 105/2.8S MC 1.3" F16 ISO100 La foto è piuttosto banale, nonostante il fatto che ho cercato di stare basso, almeno quanto mi ha consentito il treppiede a gambe completamente aperte. Ma visti i dati di scatto c’è poco da fare, il treppiede mi serve. O no? Vedremo… Intanto, guardando bene, vedo che non ho un soggetto ma 2! Si, perché sul gambo del fungo c’è una specie di moschina. Insomma, funghi e mosche… Mi dedico innanzi tutto alla mosca: Così non va: non risalta e, usando il treppiede, non c’è modo di averla parallela al sensore, la macchina è troppo alta. Ok, è il momento di tirar fuori il flash nuovo! E di sporcarsi i pantaloni… Questo il primo tentativo. Z6II su 105/2.8S MC 1/60 F5.6 ISO800 flash Godox AD100Pro Forse va meglio, ma ancora non ci siamo. Però capisco che sto andando nella direzione sbagliata. L’interesse deriva dalle ali e dalle goccioline. Per cui occorre rivedere completamente quello che sto facendo: devo stare parallelo al soggetto, andare al massimo in controluce sulle ali e produrre un bel contrasto tra luce ed ombra per dare dinamica e movimento all’immagine. Insomma, tra il dire ed il fare ci sono voluti più di 50 scatti… Ma questo è il risultato: Z6II su 105/2.8S MC 1/100 F16 ISO800 flash Godox AD100Pro Ed ora il piatto forte: Il fungo. Z6II su 105/2.8S MC 1/30 F11 ISO900 Proseguo da dove ero arrivato, cioè dal controluce. Questa è l’immagine fatta senza flash, di nuovo piuttosto piatta. Ma con il flash si può drasticamente cambiare il rapporto di forza tra la luce sul primo piano e quella sullo sfondo - semplicemente agendo sul tempo di scatto, sugli ISO e sulla potenza flash. Inizio quindi a giocare con queste variabili e, dopo una trentina di scatti sono qui: Z6II su 105/2.8S MC 1/30 F22 ISO800 flash Godox AD100Pro Ed estremizzando il concetto, qui: Z6II su 105/2.8S MC 1/100 F8 ISO200 flash Godox AD100Pro La sintesi? Quando fotografate, non fermatevi al primo scatto ma cercate di “lavorare” il soggetto, di capire come farlo rendere al meglio attraverso la comprensione di cosa non funziona nella fotografia appena fatta. Nel farlo credo proprio vi divertirete e, se avrete raccolto la sfida di fotografare qualcosa di diverso o in un modo diverso, magari aperto una strada nuova alla vostra crescita come fotografi. Tra l’altro, cercare nuovi modi di usare nuovi strumenti è una cosa particolarmente stimolante in questo periodo di transizione! Queste foto? Il loro scopo è unicamente quello di illustrare un pezzo di strada, percorsa cercando di "far rendere il soggetto" ed usare due, per me, nuovi strumenti. Nessuna pretesa di dire che i risultati ottenuti siano particolarmente buoni in senso assoluto, ma sono piuttosto fiducioso che quelli arriveranno con applicazione e metodo! E tu? "lavori" i tuoi soggetti? pensi mai alla tua crescita come fotografo? scrivilo sotto, così ne possiamo parlare!!! Massimo per Nikonland (c) 9/12/2021
  5. M&M

    Flash o Led ? Godox FV200

    Eccolo qua, tolto dalla sua bella scatola arancione. si presenta come apparecchio professionale, meccanicamente inappuntabile in ogni dettaglio. Una cosa nata per lavorare duramente. E in effetti io l'ho dimentica acceso a tutta potenza per 10 ore. E quando l'ho ritrovato non era nemmeno tiepido. Possiedo almeno un esemplare per ogni serie più importante delle luci Godox e appena ho visto l'annuncio di questo nuovo illuminatore non ho potuto resistere alla tentazione. Visto da un noto venditore online a poco più di 300 euro, l'ho preso ad inizio gennaio. Era previsto che lavorasse a lungo nei primi set dell'anno. Set che per i motivi che sappiamo non ci sono stati. La prima modella doveva venire il 20 febbraio ma si è ammalata. La seconda il 24 febbraio quando è scoppiato l'inferno. Ma ci rifaremo. Per intanto lo sto usando per le foto di oggetti in casa e faccio esperienza sia dei limiti che delle potenzialità. Ma, insomma, che cos'è e perchè l'hai comprato ? Di base è un illuminatore a LED con luce fredda tarata intorno ai 5600 K e con un elevato indice colorimetrico CRI sinonimo di fedeltà dei colori. Ha un unico emettitore ad alta potenza (200 W ma c'è il modello inferiore da 150 W che si chiama FV150). La luce arriva tutta da li. Con un dimmer si può regolare la potenza da 0% a 100%. Ad un metro l'emissione è di 18.000 Lumen. Che approssimativamente equivale a 2000 W di una alogena. Forse più, forse meno, dipende. La letteratura Godox lo descrive così : nella confezione è incluso un telecomando (che io ho già perso), un cavo di alimentazione nel nostro standard (che io ho sostituito con uno analogo da ma 5 metri), il copri bulbo (di cui ho altri esemplari di altre luci Godox) e un riflettore standard con attacco Bowens e fessura per l'ombrello. il peso è appena superiore ai tre chilogrammi, né pesante né leggero. Ovviamente si integra con i trigger Godox in tutto e per tutto (stessa frequenza e stessa logica di funzionamento, anche nei gruppi e canali). E' dato per temperature operative da -10 °C a +45 °C quindi non lo usate in Sicilia in pieno sole ... né in Alaska d'inverno ... Sono possibili effetti speciali che io non ho nemmeno avuto la curiosità di provare. Ma soprattutto non è solo una luce fissa LED : è anche un Flash ! Cioè ? Cioè girando un interruttore da luce fissa diventa un flash. L'emettitore si carica ed emette un lampo con tempo sincro in grado di arrivare ad 1/8000''. Tale e quale ad un AD600 o ad un QT600. Anche se in realtà mi pare che la potenza flash equivalente sia più o meno quanto un 400 W/s o giù di li. Eccolo sul mio tavolo di lavoro per le fotografie di rito. il fermo per l'ombrello. Io utilizzo quelli parabolici da 150 e da 180cm con luce riflessa ma si possono usare anche quelli più piccoli o quelli traslucidi, bianchi, dorati, argentati, come volete. Sinceramente, vista la neutralità della luce, io userei solo quelli bianchi. la parte sotto che integra la silenziosissima ventolina lo snodo per lo stativo, molto robusto e pratico. Da luce da palco. l'emettitore è analogo a quello del mio SL200W scalda ? Io ancora non me ne sono accorto. ecco il pannello in configurazione flash, del tutto analogo a quello degli altri Godox che già ben conosciamo. davanti, dietro, ai lati, altri flash Godox. La luce emessa in modalità LED al minimo della potenza e al massimo luce LED, f/13, 1/800, ISO 320. Mica male vero ? Ed è luce diretta, senza softbox ! flash, f/5.6, 1/2 di potenza idem flash di rimbalzo sul piano del tavolo. Oggi Jessica è più sexy del solito con il suo nuovo blazer doppiopetto ... Lo userò a fondo nei prossimi mesi ma credo sia un apparecchio di grandissima flessibilità nel suo doppio uso. Non potentissimo come flash ma abbastanza da poter scattare ad ISO base se serve con diaframmi medi, ed adeguatamente potente come luce fissa. Nella sua doppia funzione ti risparmia di dover portare due apparecchi insieme. E si integra perfettamente nel sistema Godox. Ho trovato un unico ma ovvio difetto di funzionamento. In modalità flash, quando scatta, la luce fissa si stacca per una frazione di secondo. E se sei al buio non vedi più niente. Il che se hai una modella potrebbe essere motivo d'imbarazzo. Ma Jessica non ha paura del buio ! Ben fatto Godox, continuate così
  6. Apro questo blog per mostrare la mia esperienza d'uso con i flash in TTL a confronto tra Reflex e Mirrorless. Come ben sapete da un pezzo lamento che le Z in TTL con il sistema wireless di godox (ma la marca non c'entra) sono più lente delle reflex, cosa che pare divergere con l'esperienza d'uso di Max con il quale abbiamo inquinato diverse volte topic. Nella mia esperienza d'uso con i flash ho notato fin da subito una minore reattività allo scatto montando il flash impostato in TTL, la cosa peggiora quando i flash si allontanano dal trigger e gli spazi si allargano. L'anno scorso nel fare un calendario ad un certo punto ho spento i flash ed ho usato luce ambiente perché altrimenti non se ne usciva, perché quando pigio il pulsante e questa non scatta a me sembra di essere tornato ai tempi della D50. Ho voluto riprendere un piccolo test effettuato in studio con tre flash, e già qui si percepisce l'indole più riflessiva delle mirrorless rispetto alle reflex, che se di contro hanno una minore precisione sulla misurazione della luce, a loro vantaggio hanno la prerogativa di essere sempre pronte allo scatto. Qui allego le foto fatte con un 50 1.8 (quello Z è 7 km più avanti) con i tre flash in TTL su tre gruppi A B C di cui il B contro il muro è impostato a -2EV) Z7 D850 E qui allego il video del momento in cui scatto. Con la D850 (la prima) il dito è sempre pronto al punto che talvolta non tutti i flash sono completamente carichi Con la Z7 invece ci vuole tempo, mi sembra naturale perché il sistema TTL è più complesso (e per questo anche più preciso) Perché ho postato questo? Per onor di cronaca, sperando di essere utile a qualcuno. Ho la sensazione che io e Max abbiamo pretese diverse dalle macchine e di fatto lui non percepisce alcun rallentamento, potrebbe anche essere che la Z6 debba fare meno calcoli ed effettivamente il gap si accorci, ma secondo la mia esperienza quando usciamo da uno spazio così ristretto, la cosa peggiora sensibilmente, in relazione al luogo ed alle distanze in gioco. (nel calendario ero in un un'officina con interferenze elettromagnetiche) Niente di drammatico per carità, disabilitando l'anti flickering ho raggiunto un compromesso accettabile sulla velocità come si evince dal filmato la macchina funziona... però attenzione a chi ha le stesse pretese operative di una reflex, perché al momento, con i processori utilizzati dalle Zeta ( ma non solo le Nikon soffrono di sta cosa) i tempi operativi sono questi.
  7. ..... Parata di trigger Godox, per tutti gli usi. Sono apparecchi dedicati alle varie marche. "L'intelligenza" del sistema Godox permette ai flash - che incorporano un ricevitore radio compatibile e non necessitano quindi di ulteriori apparecchi di supporto - di adattarsi al sistema utilizzato. E' possibile usare quindi un flash Godox indifferentemente con una Nikon, con una Sony, con una Canon, con una Olympus etc. a condizione di utilizzare il trigger dedicato a quel sistema. Sarà quello che si incaricherà di tradurre le informazioni TTL della fotocamera ed inviarle ai flash collegati. il nuovo Godox XPRO dispone di un ampio display LCD colorato e retroilluminato, comodissimo da regolare anche in scarsa luce o al buio (come il mio studio che è sottoterra e perennemente scuro come la notte). Negli anni Godox è stata molto dinamica nello sviluppo dei trigger, conscia che in fondo è il trigger su cui si effettuano il più delle operazioni. E' inutile avere il flash più sofisticato del mondo se il trigger che devi utilizzare sembra risalire agli anni '50. Era il caso del primo sistema, decisamente poco pratico e complicato da impostare senza il manuale davanti. Gli ultimi invece sono molto intuitivi e con funzionalità avanzate. Dal più pratico XT1 (quello nella foto in alto, a sinistra), che ripete la slitta flash e consente di montare sulla fotocamera, un flash sopra allo stesso trigger, si è passati al XT32, un primo tentativo di trigger più sofisticato di cui abbiamo già parlato su queste pagine, per giungere a questo nuovo XTPRO. Ma mentre parliamo del modello I, Godox ha già sviluppato - per il momento in esclusiva per Adorama che lo commercializza con il suo marchio Flashpoint negli USA - il modello II che incorpora anche funzionalità blutooth. Tornando al modello I, io lo sto usando da mesi con pieno profitto, tanto da trovare macchinoso l'XT1 quando sono costretto ad usarlo al suo posto. il vantaggio è il fattore di forma ma soprattutto la semplicità di regolazione che permette di impostare nel dettaglio fino a 5 gruppi di flash per canale avendo a vista le impostazioni di ciascuno flash. l'X PRO sulla mia Nikon D850 qui visto davanti e più da vicino. Non piccolissimo ma nemmeno enorme come certi altri "cinesoni", ha un peso molto contenuto ed ha il vantaggio - come gli altri trigger Godox - di funzionare con normalissime pile stilo. Peraltro tutti questi trigger hanno un consumo risibile. Non ricordo di aver cambiato le pile a nessuno dei miei, e vi assicuro che li utilizzo tanto ma stanno anche per tanto tempo del tutto inattivi al loro posto (il che dimostra che non hanno alcuna dissipazione a fermo). il controllo con il pulsanti e la ghiera di regolazione è semplicissimo. Per ogni flash dei 5 gruppi si può impsotare la modalità di funzionamento, la regolazione di potenza o l'eventuale correzione in sovra o sotto esposizione. Si possono anche controllare singolarmente le lampade pilota e l'utilizzo o meno della funzione strobo o della sincronia ad alta velocità (per i flash collegati che ne siano dotati). l'uso delle varie regolazioni è "parlante", nel senso che compaiono le istruzioni a display. il trigger è aggiornabile via firmware per il tramite di una presina USB. Non manca - mai usata - una presa syncro piccola) il vano batterie sulla pancia lascia libero l'emettitore ad infrarossi. la slitta è standard secondo i contatti delle nostre Nikon (il marchio N nel rettangolo qualifica questo trigger come compatibile con Nikon). Sinceramente non trovo nessun difetto in questo flash che ha anche il vantaggio di avere un costo che resta frazionale rispetto agli "accrocchi" cervellotici ideati da Nikon per il suo unico flash radio SB5000. Questi trigger entrano in sincronia con i flash automaticamente senza alcuna impostazione. Basta - eventualmente - selezionare il gruppo e il canale sul flash, tramite la sua pulsantiera - perchè questo segua le impostazioni relative inserite nel flash. Cambiando l'impostazione, si vedrà il display del flash corrispondente adeguarsi in tempo reale. E' anche divertente vedere come un gruppo complesso quanto si vuole di flash sia facilissimo da regolare " a vista" e senza fare un passo direttamente dal trigger (NON E' NECESSARIO IMPOSTARE ALCUNCHE' NEL MENU' DELLA FOTOCAMERA) perchè il sistema reagisca alle nostre esigenze. Nel caso ideale di un gruppo di flash tutti TTL, il sistema li regolerà automaticamente per noi. In base al risultato noi potremo "starare" intenzionalmente le singole emissioni per modificare la risposta del sistema. Ma che bella cosa ! Resterò utente soddisfatto di questo trasmettitore, anche perchè il modello II che ho visto in anteprima, è certamente più sofisticato ma a prima vista al costo di una operatività decisamente meno intuitiva di questo. E siccome quando sono in studio io mi curo della luce e della scena, non voglio dovermi perdere a cercare di interpretare le funzioni dei miei apparecchi che, per quanto possibile, vorrei che intercettarsero autonomamente i miei pensieri, senza che io me ne debba preoccupare. In estrema sintesi, caldamente consigliato a chiunque utilizzi sistemi flash GODOX un attimino più complessi del singolo punto luce "a slitta" (tipo AD200 o AD400/AD600 e specialmente gruppi di flash misti).
  8. Fonte ufficiale dalla loro pagina YouTube
  9. Su Nikonland stiamo molto apprezzando i dispositivi di illuminazione proposti da Godox, in particolare quelli più evoluti.Si va dal flash cobra di discreta potenza, TTL e Wireless di funzionamento intuitivo (e non cervellotico come l'SB 5000 di Nikon) con batteria al litio ricaricabile, al flash cobra compatto, pensato più che altro per le piccole mirrorless, fino ai sistemi sofisticati ad alta potenza, gestibili in automatico o in manuale. Ma quello che più conta, la coerenza progettuale, oltre alla qualità della luce, che fanno del Godox un vero sistema utilizzabile tranquillamente in ambito professionale senza lasciare nulla a desiderare (anche se qualche specifica degli ultimi Profoto mi fa venire comunque l'acquolina in bocca ... che si secca subito appena vado a vedere il listino). In termini di portatilità "da borsetta" ho avuto modo di utilizzare per un breve periodo il Godox Witstro AD360 di cui ho parlato in un altro articolo.un apparecchio solido e concreto in grado di produrre un'ottima luce molto a lungo senza limiti di surriscaldamento, cui mi sento solo di muovere qualche critica per quanto riguarda una certa mancanza di ergonomia, dovuta alla scelta di mantenere l'inutile (in questa caso) ma rassicurante forma a cobra.Il risultato è un complesso ... complicato, tipo il lavoro di un bricoleur della domenica, fatto di cavi, batterie appese, trasmettitori "strani". Devono avermi in qualche modo deciso di accontentarmi quelli di Godox con questa novità del 2017 che proviamo in questo test. Godox Witstro AD200 Pocket Flash Eccolo qui nella sua confezione Pocket Flash, flash tascabile.In realtà "borsettabile" nel suo complesso la borsetta compatta in dotazione al flash che contiene quasi tutto il necessario per metterlo in esercizio corpo del flash, le due teste alternative (una tipo "cobra", una a bulbo, identica a quella del Godox AD360), qui con la testa tipo cobra il vano per la batteria al litio (che si vede sfuocata sul tavolo) qui montata : 2900 mAh, 14.4 V, più che sufficienti per 500 scatti a piena potenza vista inferiore con la madrevite da 1/4'' laterale, altra madrevite il diffusore della testa standard lo snodo per il treppiedi (optional, se lo ordinate, state attenti che ci sia nel kit, altrimenti non potrete orientare il vostro flash) l'altra testa a bulbo che per me è del tutto identica a quella del Godox AD360, quindi facilmente intercambiabile o acquistabile come ricambio. Il montaggio avviene a slitta con un pulsante di sblocco, operazione rapidissima montato sullo stativo in azione, pilotato dal consueto trigger Godox XT1-N (o XT1-C per Canon o S per Sony) il tipo di luce che produce la testa standard il tipo di luce che produce la testa con il bulbo naturalmente con la testa a bulbo si potranno utilizzare anche tutti gli accessori già in commercio per i Godox Witstro AD360 e AD180, come il softbox ottagonale con nido d'ape che ho acquistato insieme al nuovo flash che ha il pregio di montarsi in un attimo, aprendosi ad ombrello qui montato qui in azione In studio con la mia Charlize qui d'effetto con il Godox AD600 come luce principale come prima ma l'AD200 dietro al capo solo l'AD200 di taglio, luce drammatica a 45°, luce principale (e unica) morbidissima con il softbox anche nello still-life con la mira di test ovviamente non si compra un flash del genere solo per fare foto di test.L'ho impiegato come flash principale in più di uno shooting. Usato in pieno TTL automatico, con il piccolo octobox e il suo nido d'ape, su uno stativo leggero.Messo di taglio e in alto rispetto al soggetto per avere una luce drammatica e lasciare il più possibile scuro lo sfondo.Alcune centinaia di scatti senza il minimo problema. Modella : Julia Zu@EuRossModelsSpazio Blu di via Tortona a Milano Conclusioni un set di still-life al nostro Nikonland Day PRO - luce di qualità- compattezza e peso- dual mode, con due teste differenti- compatibilità con i trigger, gli altri flash, gli accessori della linea Godox- la borsetta "pronto", sembra una scemata ma averla già in dotazione è una gran comodità- in sintesi, un oggetto unico sul mercato, nello spazio e nel peso di un normale flash cobra, abbiamo un flash da 200 W/s, TTL, wireless integrato, multimarchio, con attacchi compatibili con il sistema Godox e con stativi ed ombrelli comuni, ad un prezzo estremamente competivo. le due gerbere fotografate con la Sony A7R II e il Sony 2.8/90mm nel set di cui sopra CONTRO - la batteria, più che sufficiente per un utilizzo normale, per ora non è disponibile facilmente sul mercato (oppure ha un costo abbastanza importante). Insomma, una aggiunta importante all'arsenale di flash e luci Godox e una validissima alternativa "più ordinata" rispetto al più potente Godox AD360.Comodo da trasportare, facile da mettere in batteria. Potente ed efficiante, con un affidabile sistema TTL. Salvo che non vogliate usarlo con una Sony ad aperture superiori ad F2.8. Vi sottoesporrà malamente (non so perchè, ma dubito che dipenda da Godox).Raccomandato per chi abbia bisogno di un sistema "facile", compatto, pronto all'uso in pochi minuti anche in situazioni in cui ci sia poco spazio (per esempio per riproduzioni museali).O, anche su campo, senza dare nell'occhio (pure nella fotografia naturalistica).Il TTL e l'HSS lo rendono pronto per tante situazioni ed ha persino una piccola funzione di luce pilota. Perfetto anche come luce d'effetto in sistemi che comprendano come luce principale il più potente AD600. Provatelo e non ne farete più a meno.
  10. Camminare con la luce in borsa non è cosa da tutti i giorni e, potendo scegliere tra un'infinità di offerta in materia, si pone il problema di comprendere cosa e perchè comprare!Questo è di certo uno degli argomenti più ostici per la maggior parte dei fotografi di qualsiasi livello di preparazione: molte volte, infatti, ho sentito e letto di PRO anche affermati, abituati a risolvere complessi problemi legati alla composizione ed alla ripresa, che di fronte alla potenzialità di utilizzo della luce flash se ne escono perlopiù con affermazioni del genere: “ a me non piace usare il flash…” Il più delle volte dovute ad un approccio negativo, spesso ingenerato dalla falsa credenza che la luce naturale, insieme alla capacità odierna dei sensori digitali di esporre ad alti ISO, sia sufficiente a risolvere la maggior parte dei problemi di ripresa legati alla luce: appunto…soltanto la maggior parte… e negli altri casi??? *** "Ecco a questo interrogativi ed ad altri risponde la nostra guida all'acquisto del flash portatile per la nostra Nikon" Leggete l'intera guida completa sui flash portatili qui
  11. Sto' valutando di sostituire il mio SB800 con il Godox V860II. Premetto che per i miei generi l'uso del flash e' abbastanza occasionale e soprattutto in TTL, dove sono soddisfatto del pur stagionato SB800. Il passaggio al Godox mi permetterebbe controllo nativo via radio e batteria al litio, mi pare di capire con tempi di ricarica molto rapidi. Non sono riuscito a farmi ud'idea chiara sul funzionamento del V860II in TTL, anche leggendo sul vecchio Nikonland, risulta affidabile? Altro dubbio riguarda garanzia e assistenza: essenzialmente i Godox si acquistano da Amazon tramite venditori orientali, in caso di guasto che succede? Rimandarli in Cina mi sembra una soluzione poco praticabile. Grazie
  12. Il controllo wireless via radio è uno dei punti di forza del sistema Godox che sin da principio hanno previsto questa funzionalità nei loro flash. Una panoramica del sistema Godox allo stato attuale : sono inclusi tutti i trasmettitori, i ricevitori e tutti i tipi di flash, sia manuali che TTL I loro flash sono predisposti per il controllo via radio tramite adattatore esterno (vecchie generazioni), oppure hanno integrato un ricevitore wireless. Dalla prima tecnologia a 433 Mhz sono poi passati allo standard di mercato a 2.4GHz.E nel mentre sono state inserite nuove funzionalità, tra cui il controllo dei flash a tempi rapidi (HSS) e il TTL. Questo ha comportato l'aggiornamento dei trasmettitori (oltre che dei ricevitori). Dal primo FT16 a radiolina e bassa frequenza, si è passati al modello XT16.L'uscita dei flash a controllo TTL ha richiesto però un controllo ancora più sofisticato e ciò ha richiesto un nuovo trigger, il modello X1T. Ammetto che non mi sono mai trovato bene con FT16 ed XT16 (in realtà li ho detestati con tutto me stesso !), sprovvisti di comandi "sicuri" e rapidi, macchinosi, vecchi nella loro impostazione. Tanto da farli sembrare archeologia industriale in confronto al X1. Credo per questo motivo, da circa un anno, Godox ha proposto un nuovo trasmettitore manuale, di impostazione completamente differente al vecchio modello, che prende il meglio della tecnologia dell'X1 in un formato - a mio parere - ancora più ergonomico e pratico. Si tratta del nuovo Godox XT32 oggetto di questo articolo. i tre trasmettitori "standard" Godox, il modello XT32 in mezzo tra i due estremi X1 ed XT16. si tratta di un trasmettitore che si monta a slitta sulla fotocamera come i precedenti, alimentato anche esso con due stilo normali da 1.5 V, che funziona alla frequenza di 2.4GHz e pesa solo 80 grammi in tutto. Si presenta molto meglio del precedente FT16 e guarda al futuro, tanto da essere aggiornabile (eventualmente) via porta USB. Il display è grande è chiaro. Tutte le indicazioni sono visibili. I comandi "parlano" senza dip-switch di difficile attuazione o strane manovelle. disposizione dei comandi e porta USB per l'aggiornamento del firmware indicazioni del display il trigger comanda, oltre alla potenza di gruppi (16) e canali separati (32), anche la luce pilota e il cicalino del pronto flash.In questo è straordinariamente più flessibile del pur buon X1 che, nella versione Sony, si ferma a soli 3 gruppi. Disponibile effettivamente da un anno per l'attacco Canon, solo in questi giorni è in distribuzione il modello per Nikon. Io l'ho comprato da Amazon Prime a 46 euro. eccolo qua, appena arrivato, sulla sua scatoletta (scatti fatti con il Godox AD600B e il Godox AD200 controllati dal Godox X1T-N) molto compatto sta in due dita sul lato destro c'è l'interruttore di accensione dell'apparecchio e l'interruttore di accensione della luce IR per l'autofocus (all'opposto la porta USB) la piedinatura dei contatti con la fotocamera vista anteriore gruppo B, canale 1, 1/4 di potenza, luce pilota accesa e beep del flash acceso. L'ho provato al volo per controllare i miei due Godox di casa, AD600 e AD200, wireless e a batteria, impostati per l'occasione in manuale. Il passaggio dal gruppo A al B su cui ho inserito i due flash direttamente dal loro quadro controlli è immediato. Il controllo della potenza con la rotellina semplicissimo.Le luci pilota si accendono e si spengono, idem i cicalini. La risposta è immediata ed affidabile. Dovete ovviamente fidarvi della mia parola e per dimostrarvi quanto sto dicendo posso mettere uno scatto della mia Charlize con il solo AD600B messo di taglio : mentre subito dopo il test, ho messo entrambi i flash in produzione per scattare le foto di corredo del test del Sony 2.8/90mm G Macro. L'esperienza d'suo è stata positiva. Più intuitiva di quella del X1T ed immensamente superiore a quella dei vecchi FT16 ed XT16, tanto che questi ultimi stanno finendo in discarica senza alcun rimpianto. Lo userò come standard per il controllo del flash GODOX QT-600II che c'è in studio. Sospetto che molta di questa impostazione e di questa evoluzione, sarà inserita da Godox nel nuovo trasmettitore TTL modello X2 che hanno in corso di sviluppo e di cui si dice presenteranno il primo modello durante questa estate. Grazie Godox
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