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  1. (Questo post è stato pubblicato per la prima volta il 2/9/2016 su Nikoland.eu) Quando vedi un ombrellone, a dispetto dell'accrescitivo della parola, non pensi ad un grande ombrello per ripararti dalle piogge forti dell'autunno o dalla neve dell'inverno ma, al contrario, pensi subito al tepore dell'estate, al sole, al caldo del nostro agosto mediterraneo. Lo accomuni alle vacanze tanto sospirate dopo una lunga stagione di freddo e di lavoro, lo associ al riposo, al relax che puoi godere sotto di esso mentre leggi un buon libro o assapori una bibita fresca per ristorarti dal caldo estivo, e ami la sua compagnia quando provato dalla calura lui ti protegge dai raggi del sole, ti fa respirare sotto la sua fresca ombra, ti dona sollievo. L'ombrellone è anche allegro: è sempre tutto colorato, la sua stoffa ricca di motivi geometrici variopinti più o meno ricercati, o di disegni buffi o di scritte strane e divertenti porta i tuoi pensieri verso territori sereni, leggeri, disimpegnati. E quando è aperto sotto i raggi del sole e dispiega i suoi colori ti dona buonumore: hai mai visto un ombrellone triste? Ma l'ombrellone sa anche essere romantico: alla fine del pomeriggio quando il sole è al tramonto e lascia spazio alle ombre della sera, quando i rumorosi bagnanti fanno ritorno a casa, lui nel silenzio della spiaggia semideserta risplende dell'ultima luce. E nella frescura dell'imminente crepuscolo ti accoglie sotto di sé e ti veglia, quando sul lettino prendisole ti attardi a parlare con la ragazza che hai conosciuto in spiaggia e di cui sei già innamorato, fantasticando sulla serata che passerai con lei. Poi, quando davvero tutti hanno lasciato l'arenile, lui rimane lì ad attenderti fino al mattino seguente, facendo da stampella ai lettini e alle sdraio chiuse che gli sono appoggiate, qualche volta aperto come lo hai lasciato oppure ripiegato sul suo gambo dopo il passaggio del bagnino. E dritto e ordinato nella sua fila assieme ai suoi tanti compagni allegri e colorati come lui, si prende l'ultimo raggio di sole prima della sera, osserva i gabbiani che fanno ritorno al loro nido, e ti dà appuntamento all'indomani, o all'estate seguente. Perché sa che tornerai a cercarlo, e si farà trovare lì, come un buon amico su cui sai di poter sempre contare. Alla prossima estate, amico ombrellone. (aprire le foto) 1. 2. 3. 4. 5. 6. Grazie a chi vorrà lasciare un commento e/o un like.
  2. (Questo post è stato pubblicato per la prima volta il 26/7/2016 in Nikonland.eu) Giugno. Meridione italiano. Un'assolata località di mare. Poca gente in giro, il sole basso sull'orizzonte prima del tramonto, l'aria fresca e ventosa che pulisce il cielo, la limpida luce che investe i bianchi muri del piccolo paese. Complici i contrasti fra mare e cielo e l'architettura davvero inconsueta per una località di questo lontano Sud, rimango rapito dalle curiose geometrie delle case e delle strade in cui mi muovo, dagli originali arredi urbani, dalle ombre che si stagliano perfette sulle pareti imbiancate dalla calce, dalla luce forte e pulita che mi avvolge. Prendo la fotocamera e comincio a scattare. E' come se qualcuno mi conducesse per mano, mostrandomi gli scorci da fotografare e suggerendomi le inquadrature, facendomi diventare di minuto in minuto sempre più bramoso di fissare in una serie di immagini ciò che vedo, incuriosito e ispirato da una luce e da un luogo che non mi sarei aspettato di trovare così. Un posto inconsueto per la latitudine in cui mi trovo, ma anche familiare nei contrasti fra cielo, mare e case a cui sono abituato, nel sole forte che separa nettamente le zone in ombra da quelle illuminate, nell'atmosfera che respiro, da cui sono circondato, quasi immerso, e che sento sulla pelle come se non si fosse mai interrotto il rapporto che ho con questa terra, vissuto quasi sempre da lontano ma che si rinsalda ogni volta che vi ritorno, che sia per una breve vacanza o per un fugace impegno di lavoro. Di solito non sono attratto dai paesaggi, naturali o urbani che siano, ma questa volta è diverso, e lascio andare il mio occhio dietro la macchina e l'indice sul tasto dell'otturatore provando ad interpretare in immagini ciò che vedo e da cui sono attratto e incuriosito. Mi muovo fra le strutture che fotografo, osservo, mi abbasso e mi sporgo, mi inclino e mi allungo per trovare l'inquadratura che cerco, guardo nel mirino l'effetto e poi mi ritraggo ancora non convinto, faccio un passo in avanti e due indietro fino a che non trovo il punto giusto, e scatto dando sfogo alla fantasia e alla curiosità di osservarne poi i risultati. Il tempo corre veloce, sia per la luce che devo sfruttare finché rimane così forte e netta, sia perché quando fotografo i minuti passano velocemente, volano, si esauriscono in un batter d'ali come di solito avviene per tutti i momenti belli della vita, e non posso perderli, né voglio sprecarli. Ecco, il sole è adesso praticamente andato, le ombre si sostituiscono alle luci forti di qualche momento prima e tutto il paesaggio si immerge in una penombra tenue e diffusa, piatta, banale, che nulla ha più da dire all'incantato spettatore che ero prima. Sipario. Lo spettacolo è finito. Rien ne va plus. Game over. Ciò che fino a un attimo fa mi aveva rapito tenendomi incollato al posto per non perderne neanche un attimo, ora mi ha ora lasciato lì, soddisfatto per averlo goduto ma anche un po' attonito per averlo visto terminare. Mi rimangono le immagini che ho fissato in memoria, e l'attesa di poterne godere riguardandole. E non importa se siano belle o brutte, da presentare a un concorso o da riguardare con delusione pensando che potevano essere migliori. Sono la dichiarazione di una passione che mi fa sentire come un artista che è riuscito ad esprimere quello che aveva dentro con i suoi strumenti e la sua fantasia, e che ricordano di un bel pomeriggio estivo, del sole basso sull'orizzonte, dell'aria fresca che pulisce il cielo, e della luce limpida che colpisce le bianche pareti di quel piccolo paese di mare in cui sono stato. (aprire le immagini) 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. Grazie a chi vorrà lasciare un commento e/o un like.
  3. (Questo post è stato pubblicato per la prima volta il 1/6/2016 in Nikonland.eu) All'inizio della stagione il mare d'estate è simile al mare d'inverno: se non fosse per la temperatura mite e le attrezzature per i bagnanti sulle spiagge, diresti che non c'è quasi alcuna differenza. Pochissima gente per le strade e nei negozi delle località marine, arenili quasi deserti, acqua ancora freddina per un bagno come vorresti, ed un vago senso di attesa che sembra pervadere i lidi e le persone che vi lavorano. Poi però arriva giugno, e nei posti di mare del nostro Sud ti aspetti che la stagione sia iniziata: si puliscono le spiagge, si dispongono con geometrica precisione i pali dove poi si montano gli ombrelloni, si tirano fuori le sdraio e i lettini prendisole, si aprono i gazebo con gli snack, le bibite fresche e i gelati per ristorare i bagnanti accaldati ed affamati, e i bagnini con la loro sgargiante maglietta rossa ed il fischietto appeso al collo cominciano a vigilare sull'incolumità dei loro ospiti. 1. Ma all'inizio di questo strano periodo post primaverile, mai come quest'anno così umido e timido, quasi schivo, flemmatico nel voler far breccia nella stagione più calda, tanta gente in giro non c'è, come se il perdurare delle piogge avesse raffreddato la voglia delle persone di cercare il calore del sole e il proprio meritato riposo dopo un anno di lavoro, e forse anche dopo un anno di sacrifici per godersi un po' di vacanza in questa maledetta congiuntura economica che perseguita da tempo il nostro paese. 2. E malgrado il sole del Salento sia caldo e piacevole come la fresca brezza che lo accompagna ed ovunque si percepisca l'atmosfera dell'estate, sembra appunto che qualcosa manchi perché tutti i tasselli che ti aspetti di vedere vadano a posto. 3. Ecco, sì: dove sono i bambini vocianti che correndoti vicino ti inondano di sabbia mentre prendi mollemente il sole sdraiato sul tuo asciugamano? Dove sono le mamme chiassose perennemente preoccupate a richiamare i figli per impedire loro di gettarsi in acqua prima di aver digerito la colazione o per spalmare loro la crema per evitare le scottature del primo sole? Dove sono tutti quegli uomini appesantiti dall'inattività che vedi fare ginnastica in spiaggia convinti di poter tornare in perfetta forma nei pochi giorni della loro vacanza? 4. Ma dai, certo, deve essere proprio la gente che popola la spiaggia che manca, affinché tutto rientri nella norma e sei certo di essere arrivato all'estate! 5. Ma tant'è: per il tuo periodo di ferie alla fine di un inverno umido e faticoso, non conta l'atmosfera che sei stato abituato a vedere per anni, ma il dolce far niente, il sole che ti scalda, il salmastro che respiri, la sabbia tiepida che senti sotto i piedi, il rumore delle onde sulla battigia, e il tuo riposo per ricaricare il corpo e la mente prima di tornare alle occupazioni di sempre. 6. Ecco, quest'anno l'estate che ho trovato è stata questa: una strana estate, ma non meno bella delle altre passate, che ho provato a raccontare con queste righe ed alcuni scatti. 7. 8. 9. 10. 11. 12. Grazie a chi vorrà lasciare un commento e/o un like.
  4. Quando vedi un ombrellone, a dispetto dell'accrescitivo della parola, non pensi ad un grande ombrello per ripararti dalle piogge forti dell'autunno o dalla neve dell'inverno ma, al contrario, pensi subito al tepore dell'estate, al sole, al caldo del nostro agosto mediterraneo. Lo accomuni alle vacanze tanto sospirate dopo una lunga stagione di freddo e di lavoro, lo associ al riposo, al relax che puoi godere sotto di esso mentre leggi un buon libro o assapori una bibita fresca per ristorarti dal caldo estivo, e ami la sua compagnia quando provato dalla calura lui ti protegge dai raggi del sole, ti fa respirare sotto la sua fresca ombra, ti dona sollievo. L'ombrellone è anche allegro: è sempre tutto colorato, la sua stoffa ricca di motivi geometrici variopinti più o meno ricercati, o di disegni buffi o di scritte strane e divertenti porta i tuoi pensieri verso territori sereni, leggeri, disimpegnati. E quando è aperto sotto i raggi del sole e dispiega i suoi colori ti dona buonumore: hai mai visto un ombrellone triste? Ma l'ombrellone sa anche essere romantico: alla fine del pomeriggio quando il sole è al tramonto e lascia spazio alle ombre della sera, quando i rumorosi bagnanti fanno ritorno a casa, lui nel silenzio della spiaggia semideserta risplende dell'ultima luce. E nella frescura dell'imminente crepuscolo ti accoglie sotto di sé e ti veglia, quando sul lettino prendisole ti attardi a parlare con la ragazza che hai conosciuto in spiaggia e di cui sei già innamorato, fantasticando sulla serata che passerai con lei. Poi, quando davvero tutti hanno lasciato l'arenile, lui rimane lì ad attenderti fino al mattino seguente, facendo da stampella ai lettini e alle sdraio chiuse che gli sono appoggiate, qualche volta aperto come lo hai lasciato oppure ripiegato sul suo gambo dopo il passaggio del bagnino. E dritto e ordinato nella sua fila assieme ai suoi tanti compagni allegri e colorati come lui, si prende l'ultimo raggio di sole prima della sera, osserva i gabbiani che fanno ritorno al loro nido, e ti dà appuntamento all'indomani, o all'estate seguente. Perché sa che tornerai a cercarlo, e si farà trovare lì, come un buon amico su cui sai di poter sempre contare. Alla prossima estate, amico ombrellone. (aprire le foto) 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7.
  5. Giusto per non dare fondo ai nostri archivi, ho pensato ad un contest nel quale tutti abbiamo più o meno fotografie recenti da presentare, quindi La nostra estate... in controluce. 16-30 settembre Spero il tema sia di vostro gradimento. Si parte domani. Un saluto a tutti/ Enrico
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