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Quando vedi un ombrellone, a dispetto dell'accrescitivo della parola, non pensi ad un grande ombrello per ripararti dalle piogge forti dell'autunno o dalla neve dell'inverno ma, al contrario, pensi subito al tepore dell'estate, al sole, al caldo del nostro agosto mediterraneo. Lo accomuni alle vacanze tanto sospirate dopo una lunga stagione di freddo e di lavoro, lo associ al riposo, al relax che puoi godere sotto di esso mentre leggi un buon libro o assapori una bibita fresca per ristorarti dal caldo estivo, e ami la sua compagnia quando provato dalla calura lui ti protegge dai raggi del sole, ti fa respirare sotto la sua fresca ombra, ti dona sollievo. L'ombrellone è anche allegro: è sempre tutto colorato, la sua stoffa ricca di motivi geometrici variopinti più o meno ricercati, o di disegni buffi o di scritte strane e divertenti porta i tuoi pensieri verso territori sereni, leggeri, disimpegnati. E quando è aperto sotto i raggi del sole e dispiega i suoi colori ti dona buonumore: hai mai visto un ombrellone triste? Ma l'ombrellone sa anche essere romantico: alla fine del pomeriggio quando il sole è al tramonto e lascia spazio alle ombre della sera, quando i rumorosi bagnanti fanno ritorno a casa, lui nel silenzio della spiaggia semideserta risplende dell'ultima luce. E nella frescura dell'imminente crepuscolo ti accoglie sotto di sé e ti veglia, quando sul lettino prendisole ti attardi a parlare con la ragazza che hai conosciuto in spiaggia e di cui sei già innamorato, fantasticando sulla serata che passerai con lei. Poi, quando davvero tutti hanno lasciato l'arenile, lui rimane lì ad attenderti fino al mattino seguente, facendo da stampella ai lettini e alle sdraio chiuse che gli sono appoggiate, qualche volta aperto come lo hai lasciato oppure ripiegato sul suo gambo dopo il passaggio del bagnino. E dritto e ordinato nella sua fila assieme ai suoi tanti compagni allegri e colorati come lui, si prende l'ultimo raggio di sole prima della sera, osserva i gabbiani che fanno ritorno al loro nido, e ti dà appuntamento all'indomani, o all'estate seguente. Perché sa che tornerai a cercarlo, e si farà trovare lì, come un buon amico su cui sai di poter sempre contare. Alla prossima estate, amico ombrellone. (aprire le foto) 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7.
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Eccomi qua dopo lungo tempo a scrivere due righe sul mio blog, in una pausa dal lavoro diventato purtroppo sempre più frenetico e totalizzante. E' per tale motivo che nella prima metà di quest'anno ho scattato un numero ridicolo (leggi: minimo) di foto, nelle quali probabilmente ci sarà un numero di buone immagini altrettanto esiguo in considerazione del genere di fotografia che pratico. In effetti nella street photography la possibilità di portare a casa qualche buona istantanea è spesso direttamente proporzionale al tempo che vi si dedica, alle occasioni che si ricercano e che si realizzano, e al numero di scatti (nel mio caso mirati) che si effettuano, e dove altrettanto spesso si torna alla base senza neanche qualche immagine che possa dirsi almeno interessante. Vabbè: in ogni caso girare per una città con la fotocamera in mano libero dai pensieri è già di per sé (intendo per me ) un divertimento, a prescindere dai risultati che riesco ad ottenere. Tuttavia il recente Nikonland Day di Milano mi ha dato la possibilità di dedicarmi - dopo un periodo davvero lungo - a un week end di foto (e di svago) in piena libertà e rilassatezza nei quali mi sono portato a casa in due giorni circa 300 scatti, ovvero quanto ultimamente riuscivo a fare nel tempo di un intero mese. Due giorni a Milano con la reflex in mano sono stati circa un giorno più o meno effettivo di foto effettuate un po' dovunque, dalla mattina finanche alla sera, considerato che durante buona parte del viaggio, durante i pasti e le ore di sonno le occasioni per le foto di strada si fanno ... un po' meno facili! Eccovi dunque in foto la mia personale 24 Ore di Milano: pochi scatti selezionati fra i tanti fatti, ma per questo pensati e, spero, di un qualche interesse. Critiche e commenti sono come sempre graditi, purché più dettagliati di un "Mi piace" o "Non mi piace": mica siamo su Feisbuc! (aprire le foto) Lucky & Unlucky Dance! Fotografi Ecologia moderna Grandi magazzini Trompe-l'oeil Wagner
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Per fare un piacere a degli amici impegnati con le loro compagnie in spettacoli di beneficienza, ultimamente mi è capitato di effettuare fotografie in teatri della mia città. Con un po' di pratica ho affinato la tecnica di ripresa e le immagini che sono riuscito ad ottenere mi sono sembrate decenti se non addirittura di buona qualità. Tuttavia credo di poter fare meglio, e sono qui a porre una domanda rispetto al bilanciamento del bianco da utilizzare in queste occasioni. Come è noto negli spettacoli teatrali (e non solo in essi) luci bianche e colorate si alternano ad illuminare le scene e gli attori, e pertanto i colori delle immagini ottenute variano in funzione di queste variabili. Dando per scontato che un fascio di luce blu o rossa modifica di conseguenza la scena e l'incarnato degli artisti, mi chiedo (e vi chiedo) però se sia utile inizialmente settare la macchina con un WB fisso e partire da quello per la ripresa e il successivo sviluppo dei raw, oppure lasciare al (buon) automatismo della mia fotocamera la scelta di esso. Spero di non aver fatto una domanda stupida, ma domandare è lecito e rispondere... è la cortesia che vi chiedo.
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