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  1. Sappiamo che Apple (e anche qualche altro marchio blasonato) ancora si ostina a vendere notebook e desktop con disco interno SSD da ben (!) 256 gigabyte. E che c'è qui online chi potrebbe farci stare tutte le foto di una vita. Ma c'è anche chi fa 800.000 scatti in un anno, e archivia tutto. Oltre alla collezione di centinaia di film in formato mp4 compresso in casa e centinaia di migliaia di brani musicali ad alta risoluzione. E di questo fa anche il backup di sicurezza. Come il buon senso imporrebbe. Per questi, le soluzioni sofisticate con dischi SSD, magari in formato M.2 non basterebbero mai. Oppure richiederebbe tanti soldi quanti ce ne vorrebbero per una bella automobile sportiva. Perciò la soluzione restano i vecchi dischi meccanici che, nell'ultima generazione a bagno di elio, raggiungono i 20 TB ciascuno a costi paragonabili a quelli delle ultime schede di memoria CFexpress. Ecco che così i dischi si possono mettere in parallelo. Dentro al case del desktop ? Si ma spesso non è la soluzione più flessibile. Per questo esistono apparecchi esterni, da collegare. Ma come ? Ci sono i NAS e ci sono i DAS Il NAS è un dispositivo di rete (Network Attached Storage) che non è direttamente connesso ad un computer. Nella realtà è esso stesso un vero computer desktop. Con tanto di sistema operativo dedicato e di app residenti. Che al suo interno contiene uno o più dischi fissi di qualsiasi formato. Ma che va necessariamente connesso ad una infrastruttura di rete locale via porta Ethernet. E quindi richiede un router/switch e i relativi cavi di collegamento. Permette svariate funzioni specifiche, che possono essere anche svolte senza il controllo da parte di un utente. Come consentire di creare un Cloud locale, accesso geografico esterno, download e upload di file. Server multimediale. Etc. etc. Tutto questo ha un costo (un NAS potente può costare come un vero e proprio computer) ed è limitato in velocità alla banda passante della rete locale. Che per chi non ci lavora o non ha limiti di spesa, è limitata ad 1 Gigabit teorico (ovvero non più di 100 megabyte al secondo). Il vantaggio è che si può accedere al NAS da qualsiasi dispositivo connesso nella rete, sia desktop che mobile, in sicurezza con un sistema di password e di abilitazioni. Tutte complicazioni che sono utilissime quando servono ma che vincolano quando invece uno ha semplicemente bisogno di spazio di archiviazione di rapido accesso ad un solo computer e senza troppe complicazioni (avete mai provato a recuperare i dati di un disco di un NAS ? Auguri !). Per questo ci sono i DAS (Desktop Attached Storage) che sono dei dispositivi da connettere direttamente ad UN computer (desktop o notebook/laptop) per via di un cavo di tipo USB. E vengono visti come un ... semplice sistema di dischi USB rimuovibili. Come qualsiasi altro dispositivo USB tipo il lettore di schede di memoria, un lettore/masterizzatore di DVD esterno, etc. etc. etc. Ecco, in questo articolo si parla di un DAS, in particolare di un modello a cinque cassetti che può contenere fino a cinque dischi fissi meccanici 3 pollici e mezzo, dei classici SATA (ma con adattatori, eventualmente anche SSD/HDD in formato da 2.5 pollici, ammesso che valga la pena). TerraMaster, chi era costui ? E' la solita società cinese di Shenzhen. Come sono cinesi le varie QNAP, Synology e Asustor. Tutti nomi noti nel campo dei sistemi di storage. Questa ha una buona fama sul mercato e fa diversi modelli. Quello prescelto e che gira da 12 mesi in casa con buona esperienza (tanto che abbiamo raddoppiato il sistema, comperandone un altro modello identico) è un DAS a 5 cassetti. Arriva in una bella scatola di cartone. con suddivisione dell'interno in scomparti. Il DAS vero e proprio e gli accessori. ecco qui i due componenti della confezione Terramaster garantisce una assistenza online entro 24 ore. Mai avuto bisogno ... sinora. i cinque cassetti, il pulsante di accensione e le spie di rete elettrica e di connessione dei singoli dischi. Basta premere il pulsante di accensione ed attendere il tempo necessario perché tutti i dischi si avviino. Quando l'albero di Natale si ferma, rimarranno 5+1 spie verdi accese. Se qualcuna è di diverso colore bisogna preoccuparsi, altrimenti si può pensare solo a lavorare. i cassetti si aprono con un dito i cassettini sono in plastica. Non sono pensati per un leva e metti continuo professionale. Caricateli e lasciateli stare. E' meglio. sul retro dell'apparecchio ci sono due belle ventole che si attivano quando serve. Nel complesso è silenziosissimo. i contatti : porta USB-C ed alimentazione dedicata da 12V tramite alimentatore tradizionale incluso nel pacco. C'è una impostazione per mettere in RAID 0 o 1 i primi due dischi. Fate finta che non ci sia ... gli accessori il cavo di connessione, USB-C -> USB-A, per porte USB tradizionali sul computer. a parte le vitine per avvitare i dischi nei cassetti, un minicacciavite, piedini. Ecco un disco Seagate EXOS X18 da 18 TB dentro un cassetto si avvita in un attimo e poi si inserisce nell'alloggiamento fino in fondo. I pettini di contatto coincidono ed è fatta. questo è un "vecchio" Seagate Ironwolf da 8 TB di servizio. Non ci sono problemi di formati, potete mettere quello che avete nei cassetti (purché SATA di tipo corrente). questo è un sistema attivo con solo l'ultimo cassetto impegnato. Notate la lucina verde del POWER che indica che è accesso e la lucina verde in posizione 5 che indica che il cassetto 5 è online. questo è invece un sistema completamente pieno : tutti e 5 i cassetti sono online. E una volta installato ? Consigliamo questo sistema a chi ha un desktop con porte USB di tipo 3.1 GEN 2 oppure 3.2 GEN 2. Andrà anche con porte di tipo USB 3.0 ma le prestazioni di dischi moderni saranno mortificate. Meglio accendere il DAS dopo che il computer si è attivato e Windows è attivo (non abbiamo idea se ci sia compatibilità col mondo Apple ma sappiamo che ci sono modelli Thunderbolt di questi DAS). E anche quando è tempo di spegnere il computer, meglio prima spegnere il DAS. Una volta partito il tutto ed accese tutte le lucine, avremo questa situazione nella Gestione Dispositivi con una indicazione generica in 5 posizioni di TDAS TerraMaster SCSI Disk. I dischi saranno tutti accessibili come se fossero dischi interni. Quindi se da formattare, si andrà in Gestione Disco. Se invece sono già formattati, li vedremo insieme a tutti gli altri dischi premendo sull'icona Questo PC con una lettera assegnata in sequenza e il nome che abbiamo dato al singolo volume. E le prestazioni ? Se avete un computer moderno e una porta moderna USB 3.1/3.2, allora avrete accesso ai dischi contenuti nel DAS come se fossero interni. Anzi, avrete la possibilità anche di accesso concorrente su più dischi insieme, ammesso che vi serva. Questo è il test su un EXOS X18 che è del tutto equivalente a quello dello stesso disco inserito nel desktop ed attaccato alla porta SATA della scheda madre. nell'uso, i singoli dischi si comportano esattamente come se fossero dischi fissi nel senso letterale del termine. Solo quando si spegne il DAS scompaiono. L'esperienza di questi 12 mesi è stata positiva. Quindi ci sentiamo di raccomandarne l'uso a chi serva un apparato del genere. Conclusioni ha un prezzo accettabile (meno di 200 euro in questo momento su Amazon.it; meno del prezzo di un NAS entry level; meno di un disco da 16 TB) ha una costruzione esemplare, il mobile è in alluminio, consistente, il dispositivo sembra "professionale" in tutti i sensi una volta online diventa del tutto trasparente non ci sono configurazioni da fare, sistemi da imparare, aggiornamenti da fare (i nostri QNAP, i NAS di casa, si aggiornano di continuo e spesso si mettono offline per fare cose tutte loro, senza preavviso, come se fossero parte di una comunità separata gestita dall'estero) mettere e togliere i dischi è un attimo i cinque cassetti permettono una scalabilità del sistema elevata. Si può partire da un disco ed aggiungerne uno o più, al momento del bisogno; non è necessario che siano tutti pieni, né che ne siano pieni almeno due o altre complicazioni del genere MA ... meglio pensare a questa soluzione come sistema di backup o dischi di lavoro occasionale, non continuativo meglio pensare a questa soluzione se abbiamo un computer con porte USB di tipo recente per salvaguardare le prestazioni dei dischi essendo dischi USB, la sequenza delle lettere assegnate può variare se nella catena si inserisce un altro elemento casualmente. Questo può portare a perdere gli indirizzi (non i contenuti !) dei vari dischi in caso di procedure automatizzate di backup, di sincronizzazione oppure, semplicemente, il catalogo di Lightroom che dovesse puntare a questi dischi, indicherebbe il punto di DOMANDA nel percorso. Che andrebbe aggiornato. Questo è un limite del sistema/Windows e non crediamo ci sia modo di aggirarlo. Per tutto il resto non possiamo che parlare bene - per esperienza maturata - di questi dispositivi.
  2. Il fotografo digitale ha lasciato le problematiche di archiviazione di negativi, pellicole e diapositive per occuparsi invece di competenze prima eminentemente informatiche come spazio di archiviazione e copia di file. Banalmente è un argomento che viene quasi sempre messo in secondo piano dal fotografo comune, sempre più sensibile ad occuparsi della scelta di fotocamere ed obiettivi che di hard-disk, tipi di connessione, copie di sicurezza, copie ridondanti, spazio di lavoro e spazio di archiviazione. Nikonland ha sempre cercato di sensibilizzare i suoi lettori su queste problematiche con una certa periodicità e cogliamo l'occasione della prova dell'apparecchio in esame per farlo ancora. Abbiate cura delle vostre immagini digitali. Non sperate che i vostri hard-disk siano eterni. Non sperate che non vi capiti mai niente perchè prima o poi capiterà. Un guasto ad un hard-disk é quasi sempre recuperabile ma comporta spese, rischio di perdita di dati, tempi morti. Risparmiare su questo fronte non è mai una scelta saggia. Spesso si finisce per capire quanto sia importate la protezione delle proprie immagini solo quando capita un guasto. E' il momento peggiore. Sul mercato esistono tante soluzioni pronte, sia per lo spazio di lavoro (i dischi in cui immagazzinare le immagini da lavorare, oltre che da conservare) che di copia (i dischi, generalmente esterni su cui si fanno le copie di sicurezza) di vario livello, prezzo e capienza. G-Technology - oggi la divisione che propone apparecchi premium di Western Digital - nasce per offrire apparecchi di fascia alta che si differenziano per robustezza ed affidabilità dalle proposte mass-market. L'ambito di sbocco tipico è quello professionale - specie per sistemi Apple ma anche per pc Windows - ma ciò non rende i suoi prodotti inaccessibili anche al normale utente amatoriale. Negli ultimi mesi abbiamo già provato due soluzioni personali esterne, in questa occasione siamo andati su un sistema RAID che rappresenta l'offerta di fascia media di G-Technology. Esistono infatti sistemi multidisco a 8 e più dischi interni. Che cos'è ? Si tratta di una unità a due dischi interni configurabili in RAID automatico. Ne esistono di vari tagli, da 8 a 28 terabyte (qui la pagina prodotto sul sito americano) tutte organizzate allo stesso modo - cambia solo il modello dei due dischi fissi interni, uguali tra loro - ma le prestazioni e le peculiarità sono le medesime. Io ho avuto in prova per circa due mesi la versione da 12 TB con due dischi interni HGST da 6TB l'uno per un totale di 12 TB. Sono comunemente disponibili presso la grande distribuzione e i venditori online di materiale elettronico. La confezione è quella tipica di G_Technology in azzurro. Come è fatto ? Il classico contenitore in alluminio argentato e spazzolato. Rispetto alla versione a disco singolo già provata (qui il test) ma naturalmente di altezza doppia. In dotazione c'è l'alimentatore separato e il cavetto USB con connettore di tipo C. l'estetica come vedete è del tutto simile a quella dell'unità singola. Sul frontalino forellato per favorire la ventilazione fa bella mostra di se il marchio della connessione Thunderbolt, giunta alle specifiche 3.0, diffusa in ambito Apple ma piuttosto inusuale in campo pc-Windows. il frontalino si apre premendo con un dito e si ribalta del tutto, scoprendo i due cassetini esterni che a loro volta sono coperti da un ulteriore sportellino singolo. Premendo il pulsante con la G si prare il cassettino che contiene i due dischi fissi che possono essere rapidamente estratti e senza alcun bisogno di attrezzi, nella malaugurata ipotesi che in caso di guasto vadano sostituiti i dschi contenuti in questa unita sono degli HGST Desktar da 6 TB, dischi tra i più affidabili del mercato, usati diffusamente in ambito cloud ed enterprise. il cassettino è in plastica e appare piuttosto ben realizzato. L'apertura e la chiusura sono operazioni molto semplici ed agevoli ma comunque non saranno manovre da effettuare comunemente. L'unità arriva comunque già pronta all'uso e l'utente non deve fare alcunchè. al posteriore sono presenti tutte le interfaccie (due THunderbolt 3, una HDMI, una USB 3.1 Gen. 2) la presa di alimentazione, l'interruttore di accensione e spegnimento, la ventolina di raffreddamento. Essendo una unità portatile, è anche presente l'aggancio ad un sistema anti-taccheggio. anche qui, il laterale è caratterizzato dalla G, marchio di fabbrica. Il design della parte superiore molto pulito. Tutti gli angoli sono smussati e non presentano asperità. Al tatto la superficie è piacevolemente rugosa. persino elegante, pur considerando che si tratta comunque di una unità disco fisso. RAID 0 La peculiarità del sistema è quella di funzionare in RAID. Raid è un acrononimo che sta per Gruppo di Dischi Indipendenti in Ridondanza. Un modo complicato per dire che ci sono più unità dischi che lavorano in cooperazione. Questa unità è in grado di implementare due tipi di RAID, i più comuni, quello base con cui arriva già configurato, che concatena semplicemente i due dischi, mettendone a disposizione lo spazio sommato. in pratica i due dischi da 6TB vengono utilizzati insieme in modo da sfruttarne le capacità cumulate. I file vengono distribuiti secondo la disponibilità di spazio. Raddoppia lo spazio ed aumentano anche le prestazioni in scrittura e in lettura perchè l'accesso avviene contemporaneamente ai due dischi, usando i due motori di movimento. Questa soluzione non è la più raccomandabile e sinceramente non è lo scopo per cui comprerei un sistema RAID. Se uno ha bisogno di 12 TB è meglio che si compri un disco singolo da 12TB e usi quello così come è. Avere due dischi serve ai fini della sicurezza. Comunque l'ho testato anche in RAID 0, provandolo sul mio pc Windows abbastanza stagionato con la ragionevole certezza che rappresenti una configurazione abbastanza media. Io dispongo solo di porte USB 3.0 che sono meno veloci di quelle 3.1 Gen 2 con cui questo G-Raid è compatibile. In Thunderbolt il sistema sarebbe ancora più veloce. Cionondimeno ho riscontrato prestazioni molto elevate sia per l'archiviazione che, soprattutto per la lavorazione dei file. Il test sintetico di compressione video simula la codifica di video HD in tempo reale con una prestazione che supera i 300 megabyte al secondo. Superiore ai miei dischi HGST interni al computer ... valore che è confermato anche dal software che simula l'accesso concorrente al disco, con valori di tutto rispetto sia in lettura che in scrittura. ho provato anche a copiare intere cartelle di file multimediali per valutare un valore in scrittura medio in ambito reale RAID 1 Ma veniamo alla modalità per cui io ritengo giustificato l'acquisto di un apparato a due (o più) dischi fissi, quella di sicurezza. In RAID 1 il sistema spreca metà della capacità complessiva, quindi avremo solamente 6 TB di spazio disponibile effettivamente per i nostri dati. Ma automaticamente il sistema stesso si incaricherà di fare una copia di sicurezza di ogni file sull'altro disco che per noi non è più accessibile. L'operazione è trasparente per l'utente ed avviene in tempo reale e via hardware, cioè non è necessario avere un software sul computer che faccia la copia dei dati, questa verrà fatta automaticamente dal sistema mentre il file viene salvato su di esso. La procedura viene definita "a specchio" (mirroring) cioè il sistema fa la copia specchiata del primo disco sul secondo disco in tempo reale. Ovviamente ogni file copiato sul disco, verrà salvato due volte. Ogni file cancellato da disco, verrà cancellato anche nella copia di sicurezza. Queste operazioni consumano una parte delle risorse e quindi sul piano prestazionale avremo numeri inferiori al caso del RAID 0, come prontamente evidenziato da software di simulazione. niente di allarmante, come vedete, sono sempre valori ampiamente superiori alle necessità minime anche di chi lavora con file grossi ad alta risoluzione, sia foto che video. Come dicevo, il disco arriva configurato dalla fabbricato in RAID 0 ed è immediatamente utilizzabile. Pre trasformarlo in RAID 1 si impiega una utility software di G-Technology scaricabile dal loro sito. E' una applicazione intuitiva e veloce che rende il disco immediatamente visibile su Windows (per Apple ne è disponibile una analoga, anche più easy da impiegare). Operativamente. Ho simulato un uso reale per circa due mesi, utilizzando il G-RAID come disco di lavoro in parallelo ai miei interni. Io faccio il backup di tutti i miei file su un RAID in rete da 32TB che però è molto più lento sia in scrittura che in lettura e che non si presta a disco di lavoro. Questo si, perchè anche in RAID 1, dove le prestazioni decadono leggermente, nei casi reali ho sempre riscontrato una velocità sempre superiore ai 200 megabyte al secondo, un valore che è equivalente a quasi 4 NEF al secondo di una macchina da 45 megapixel tipo D850/Z7. nella pratica non ho riscontrato alcun inconveniente. - ad ogni riavvio il sistema é sempre stato visto al volo - ed è sempre rimasto stabilmente online - nessun surriscaldamento - nessun calo di prestazioni - affidabilità massima (ma si sa, un giudizio reale richiederebbe almeno un anno di utilizzo quotidiano) In estrema sintesi mi ha veramente molto ben impressionato e non esiterei ad aggiungerne uno della capienza adeguata alle mie necessità, sulla mia scrivania, al posto o in aggiunta a qualcuno dei dischi interni del mio computer. Una operazione che penso di rimandare perchè prevedo un upgrade del sistema entro fine 2019. La disponibilità di vari tagli lo rende molto flessibile, ognuno sceglierà il taglio che più gli si confà, in base ai propri volumi di dati (non solo foto, anche video e audio o di qualsiasi altra necessità di lavoro o di archiviazione). Credo che sia sprecato da usare per backup ma io raccomanderei, nonostante il RAID - da configuare obbligatoriamento come RAID 1 - di prevedere comunque una ulteriore copia di sicurezza su un altro disco "sciolto" più economico. A chi invece non difettano i mezzi, suggerirei l'acquisto di due unità G-RAID, da configurare ognuna in RAID 0, e di fare il backup periodico di uno sull'altro, magari settimanalmente, secondo i propri intervalli di lavoro. Il backup è sempre importante ed è necessario farlo con disciplina. Per il resto, anche tenendo a mente i prezzi - superiori a soluzioni di massa certamente meno affidabili e prestazionali - non ho trovato proprio alcuna controindicazione a questo G-RAID che raccomando caldamente ad ognuno. Ringraziamo MTrading Srl, distributore nazionale del marchio G-Technology per il prestito di questa unità per questo test.
  3. A causa di un problema con l'HD del Mac mi sono trovato nella necessità di recuperare alcuni scatti recenti non presenti nell'ultimo BackUp di Time Machine.Ho chiesto consiglio ad amici più esperti in campo informatico ed ho ricevuto indicazioni per vari programmi. Per ragioni di tempo e per la necessità di recuperare il prima possibile l'uso dell CF e SD oggetto di recupero ho potuto sperimentare solo alcune delle soluzioni proposte. Di seguito le mie esperienze. Essendo dotato di schede Compact Flash e SD all'80% di marca Lexar ho pensato, come prima soluzione, al loro software proprietario, pubblicizzato anche sulle confezioni del loro prodotti, contando sul fatto che, certamente, non avrebbe avuto problemi a leggere i dati, anche danneggiati, sulle loro schede. Il software si chiama Lexar Image Rescue, disponibile il download dal sito web Lexar.Il programma viene rilasciato in versione Demo gratuita o in versione Full al costo ( ad oggi ) di circa 34.00 Usd.La versione Demo ha la limitazione di recuperare solo tre files una volta installato sul Mac. Per poter recuperare altri files si dovrebbe ripetere la procedura di installazione, della durata di un paio di minuti. Ovviamente è una cosa impensabile per chi deve recuperare decine o centinaia di foto.Una volta avviato, il programma procede alla scansione del supporto di memoria, scansione che richiedere un certo tempo. Calcolate che ha richiesto circa 14 minuti per una Sandisk Extreme Plus 80mb/s da 32gb collegata ad un Macbook Pro 15" con un lettore USB2. Terminata la scansione i files trovati sono tutti elencati con anteprima ( laddove possibile ) e posso essere salvati all'istante in apposita cartella con un colpo di mouse.La presenza nella lista non garantisce che il singolo file sia leggibile, infatti ho trovato un breve video che non riesco ad aprire. Probabilmente la mancanza di un'immagine di anteprima del file è già una spia di eventuali danni allo stesso. Esiste anche un software Sandisk, si chiama RescuePro, lo segnalo per completezza ma non l'ho provato. Il costo dovrebbe essere di circa 40.00 usd per la versione standard, esiste anche una versione Delux con funzionalità aggiuntive. Ho invece risolto il problema con Runtime get Data Back, il software si può scaricare ed installare sul PC oppure utilizzare direttamente nella versione "autonoma" denominata Simple Portable ( se qualcuno sa indicarmi il corretto termine informatico provvedo alla correzione ). Ho utilizzato il Run Get data Back su un PC con Win7 e hardware non recentissimo, direi che non è pesante e non richiede molte risorse al sistema per funzionare. Per schede CF Lexar 800X da 32gb ho avuto pochi secondi di attesa per la scansione dei volumi ed indentificazione dei files cancellati.Il software chiede di indicare il File System e poi il tipo di file da evidenziare, cioè se visibili o cancellati. Dopo di che si procede al trasferimento dei files selezionati, l'attesa varia in base al volume dei dati ed alla velocità di trasferimento dal supporto. Considerate, indicativamente, un'attesa di qualche minuto per una 30ina di Gb su collegamento USB. Ho poi messo di nuovo alla prova il programma formattando la stesa scheda, a recupero effettuato, prima sulla D800 e poi sul PC. In questo caso il software non ha trovato nessun file sulla CF. Questo per confermare che il recupero dei dati diventa molto più difficile se si sovrascrive il supporto o se effettuano formattazioni dello stesso. Una ragione in più per mantenere sempre dei back up aggiornati su più supporti del proprio archivio fotografico o video. E per non riutilizzare subito una scheda di memoria che contiene immagini importanti prima di averne fatto almeno un copia di sicurezza. Mi è stato anche consigliato il software TestDisck Data Recovery, sembra promettere bene, ma l'interfaccia a righe di testo mi ha scoraggiato e non ho insistito dopo il primo tentativo.Altri software che mi sono stati consigliati sono RS Photo Recovery, Recuva e Data recovery Wizard Free. Non li ho testati ma li segnalo per completezza di informazione.
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