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HIFIMAN Audivina e Audio-GD R27HE Chantal Chamberland, Temptation (I put a spell on You), 2019 Maria Pia De Vito, So Right (Harlem in Havana, The One-eyed Man), 2005 Art Pepper + Eleven (1960) Magnus Ostrom & Dan Berglund e.s.t. 30 (2024) la pagina di presentazione del distributore italiano Playstereo.com Sulle prime non mi sono piaciute per niente. E' inutile nasconderlo. Sono cuffie molto particolari. Dopo un paio di mesi di rodaggio però sono cambiate. Ed io ho imparato a sfruttarle per quello che sono. Però bisogna farle scaldare. E bisogna che il front-end sia caldo. Io le metto sopra al mio Audio-GD R-27HE che dissipa 1200 Watt per metterne 20 sull'uscita bilanciata e il carico di 20 Ohm delle Audivina. E metto un disco di jazz. Quando lui raggiunge i 45-50 °C (scotta al tatto), allora le indosso. Mentre apprezzo la comodità di averle in testa (nonostante il peso aggiuntivo delle coppe in vero legno lucidato a mano stanno in testa esattamente come le HE1000. Perché in fondo, sono delle HE1000 ... !) Robbie Williams parte con il suo swing in puro stile Sinatra/Martin. E la performance comincia ad avvolgermi. Il palco è enorme - per delle cuffie - ma l'atmosfera è da cantina adibita a jazz club. Le note di marketing non scherzano, è così, al di là di quanto dicono sulle forme pensate su quelle del palco di Bayreuth. Sono cuffie da jazz (vocale ma non solo), più che da grande articolazione sinfonica. Se sono calde - perché fredde sono aspre - l'atmosfera è calda, suadente, avvolgente. Affascinante. Emozionante. Almeno, quanto lo è la musica che ascoltate (non saprei dire come siano se un soprano canta Berg ...). Nonostante la sensibilità sia alta - almeno nel dichiarato - il volume a seconda dei programmi cresce. A 60 punti (logaritmici) il mio RE-27 eroga al picco 12 Watt e ci vogliono tutti per apprezzare la straordinaria Seconda di Mendelssohn nella recente registrazione di Paavo Jarvi. Ma non è nelle grandi formazioni che queste cuffie danno il massimo. Perché per delle planari, la focalizzazione e il microdettaglio non è al massimo. Il Dr. Fang ha preparato un piatto particolare in cui sono state sacrificate in parte le peculiarità di introspezione analitica delle HE1000 in cambio di impatto e coinvolgimento. Così la voce è un pò più indietro e il basso più pieno e potente. Gli strumenti brillano il giusto. Solo a condizione di alzare di molto il volume - almeno con le mie malandate orecchie - si ottiene un riequilibrio, che io reggo per poco ma con risultati veramente emozionanti. Chantal Chamberland è veramente "tentatrice" con il suo Temptation e l'incantesimo di I Put a Spell On You funziona. Audivina fa brillare i trilli del pianoforte e della chitarra prima che la voce calda e leggermente roca di Chantal entri in scena e porti il canto su percussioni leggermente arretrate. Il piano è li a destra, un pò in alto. Lei è in centro, leggermente a sinistra. E c'è veramente l'illusione del piccolo gruppo jazz che suona su un paio di tavole qui davanti a me. Passo al violoncello cavernoso della Folia della Kobekina e apprezzo ogni corda ed ogni pizzicato. Ma il tono è scuro, cupo, non chiaro come sarebbe con le Arya o le HE1000. Chiamo in causa la straordinaria Bernarda Fink nell'altrettanto straordinaria interpretazione di lieder di Brahms. Il suo Guten Abend è piacevole e senza asprezze, fino alle note più alte. E anche Silje Neergard non riesce a straziarmi i timpani come ricordo che è riuscita a fare con le HE1000. Il pianoforte di Lugansky nel suo recital a Verbier è metallico. Il pianoforte con le Audivina non mi convince del tutto. E' meglio di quello delle Sundara Closed Back che è un pò ovattato. Ma qui alle volte è un pò troppo metallico, altre invece è perfettamente intonato (straordinaria la Campanella di Nikolai, di un garbo eccezionale, ben resa anche dalle cuffie che non eccedono in nessun registro). La registrazione di Dina Ugorskaya del II Libro del Clavicembalo ben Temperato è spettacolare, pur nei 44.2/24. Il piano è chiaro e preciso, le due mani perfettamente identificabili, il basso entra leggero e nitido ma potente. Intimissimo il violino e i pochi strumenti che accompagnano Tetzlaff nel concerto di Berg. Il violino non ha il nitore che si può sentire con le HE1000, è più intimo. La performance eccelle sul medio, rinforzata dal poco medio-basso che questo strumento ha. Il clavicembalo risulta smussato di molte asperità e il suono è argentino ma molto caldo, almeno quello usato da Giulia Nuti nel "The Fall of the Leaf". Potrebbe rendere gradevole questo strumento a chi lo ama poco. Ultima incursione sul sinfonico. I bassi di chiusura frase dell'introduzione della Rapsodia Paganini di Rachmaninoff sono potenti e profonde. La registrazione DG con Wang e Dudamel rende pienamente giustizia all'idea dell'autore anche se in taluni momento io sento (o mi invento) alcuni accenni un pò crudi. Andando sul repertorio più moderno, Peter Gabriel è energetico ma si perde un pò della qualità del mix minuzioso del suo "i/o". Il sinfonismo jazzista dei King Crimson è coinvolgente. Basso profondo, immagine stereo che segue le scelte del sound engineer, percussioni molto veloci. Impianto sonoro ampio. La voce in Cirkus è indietro rispetto al pianoforte ma è chiarissima. Bellissimo il sax baritono ma soprattutto le percussioni. Il basso di Toni Levin. Intendiamoci, il corpo è importante ma lontano dall'eccesso delle cuffie dinamiche più punchy. Sono e restano delle cuffie planari, non un imbastardimento con la scusa del padiglione chiuso. Ma chiudo con quello che secondo me è l'ambiente ideale per queste cuffie, il jazz. The Tea Leaf Prophecy, cantata da Joni Mitchell con l'accompagnamento di Herbie Hancock e i suoi, nel disco dedicato all'autrice è piacevole ma più interessante ancora il duetto tra Tina Turner e gli strumentisti (sax in primis). Ancora, la performance non è "monitor" come sarebbe con l'iperanaliticità delle HE1000. Il problema è che qui siamo in un test, in una prova. Queste sono cuffie da ascolto. Rilassato, piacevole, dove non si va a ricercare la performance ma il divertimento. Per questo smetto di pensarci e mi godo il resto del brano senza più indugiare su come siano il piano (bello !) o il sax (bellissimo !!) o Tina (!!!!). *** la risposta delle HIFIMAN Audivina misurata con miniDSP Ears, alla guida un trio di Audio-GD. Giudicando dalla risposta in frequenza non si darebbero nemmeno pochi euro per queste cuffie. Tanto è ... poco lineare l'andamento, con quella collina sul medio centrata sui 1000 Hz. Vi assicuro - se volete fidarmi - che questa è la risposta dopo due mesi di rodaggio. Perché all'inizio tutta la parte destra era più alta. Sospetto che con i mesi e gli anni, il tutto si linearizzerà maggiormente. Ma non dobbiamo vedere queste cuffie né come neutre, né come cuffie monitor. Sono cuffie da apprezzare ascoltando musica, avvolti da un guscio caldo e con la voglia di ascoltare solo musica, non individuare ogni singolo strumento nello spazio. La prestazione cambia da disco a disco e da brano a brano. Potete amarle oppure odiarle a seconda di quello che ascoltate, di come state, di come cambia la musica. In un certo qual modo sono cuffie un pò bizzarre e vanno prese per come sono. Possibilmente dimenticando molte iperboli di alcuni recensori. Chi le considera spazzatura e le detesta in modo clamoroso, chi le consiglia senza controindicazioni. La verità assoluta non esiste. Queste cuffie sono un modo di aggirare certi limiti delle planari - bellissime, chiarissime ma, proprio in quanto planari, leggere e poco coinvolgenti - per proporre un suono più emozionante e corposo, anche a rischio di snaturarle un pò. Che siano chiuse non cambia la sostanza - tranne che per me che non sopporto a lungo le cuffie chiuse per questioni di ... udito - si cede un pò di focalizzazione spaziale e di dettaglio in primo piano, per spingere i solisti un pò indietro per avere più spazio, aria e corpo sul medio-basso. Peccato per quel picco ad un Khz che a me ammazza buona parte del repertorio che ascolto di più nella mia vita musicale. Insomma, non sono cuffie per il barocco, per il pianoforte solo, per il coro femminile di Hildegard Von Bingen. Oppure si ? Aspetta un attimo ... Ma si invece, funzionano anche con il monofonico del XII secolo. Forse dovremmo aprire un pò di più i cancelli delle nostre aspettative. Insomma, suonano tutto, con una netta preferenza per il jazz acustico, secondo me. *** Costruttivamente non c'è molto da dire. Avete presente le HIFIMAN HE1000 ? Ecco, sono praticamente identiche (stesso archetto, stessi padiglioni, stessa articolazione, stessa banda), tranne quelle meravigliose coppe in legno naturale lucidato a mano con il marchietto HIFIMAN in mezzo. l'interno del padiglione è impreziosito da una doppia protezione. I cuscinetti sono eccezionali (se vi piace il color tabacco). La banda è meglio di quella delle Arya, secondo me. Ma penso di poter concludere a questo punto. Ricordo che le ho in testa praticamente da più di due mesi. Che sono maturate. Che sono maturato io. Che in certi momenti non mi convincono, ma dopo un pò mi fanno lacrimare per l'emozione. Sono cuffie particolari, non per tutti. Allargano l'orizzonte interpretativo di chi ama le cuffie. Bellissime, per me non possono essere le uniche cuffie di casa. Se leggete le (poche) recensioni che ci sono online, non prendetele alla lettera. Magari, se vi interessa un altro modo di ascoltare la musica ma siete malati come me di planari e non vi interessano più le dinamiche, provatele se qualcuno ve lo concede. Ma non per cinque minuti. Ci vuole tempo, bisogna capirle. Può essere che scatti la scintilla. Oppure no. A me "hanno fatto un incantesimo" e ne sono stregato. No, non rinnego le mie Arya e certamente non le mie Jade, sono tutta un'altra storia quelle. Ma so che quando ho bisogno di un certo tipo di suono, le Audivina risponderanno divinamente. Da par loro, perché sono Divine. Ma attenti, come tutte le Dive, non tollerano confronti. Se passate dalle HE1000 a queste, sulle prime non vi piaceranno. Ma dopo un pò ... non vi verrà voglia di tornare indietro (e viceversa !). Giudizio complessivo PRO: belle come il sole praticamente le HIFIMAN HE1000 con le coppe in legno lucidato facili da pilotare ma concedete loro il miglior front-end possibile (o che vi potete permettere) dentro alla modesta confezione c'è almeno un cavo bilanciato (ma vi toccherà comprarne uno migliore per farle cantare al meglio) coinvolgenti ed emozionanti più delle Arya e della media delle planari ma con qualche compromesso da accettare l'aver arretrato gli strumenti solisti ha ampliato il palco nel suo complesso (per delle cuffie) qualità costruttiva elevata CONTRO: costano un botto ! D'accordo quelle coppe costano ma ... il cavo bilanciato in dotazione è buona ma giusto per cominciare perdono quell'analiticità, iperdettaglio, precisione ed effetto wow tipico delle HE1000 sono cuffie chiuse, sulle lunghe impegnano di più le orecchie (almeno è così per me, preferisco le aperte) non possono essere le uniche planari di casa. Se avete queste, dovreste avere anche le HE1000 Impianto usato per la prova : integrato Audio-GD R27 HE, alimentato via USB da un mini pc su cui gira Audirvana come player cavo crystal HIFIMAN comprato da Playstereo.com
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Le HIFIMAN Sundara (la versione originale) sono state l'inizio dell'avventura audio di questo sito. Uscite nel 2018 e proposte intorno ai €500, rappresentavano l'offerta midrange del marchio cinese che ha dato nuova vita ai diaframmi planari. Queste cuffie inauguravano anche l'era dei nomi esotici, di vaga derivazione indo-sanscrito, (poi seguite da Arya, Audivina, Deva, Ananda etc.) in contrapposizione con le aride denominazioni numeriche (HE500, HE400, HE1000 etc.). HIFIMAN Sundara se rileggete quella recensione, ritroverete un mio giudizio non del tutto entusiastico. Ad una finitura decisamente di taglio elevato per la fascia di prezzo (poi ridotta abbastanza rapidamente verso i 350 euro), non corrispondeva il suono arioso e neutro che le mie orecchie sono abituate a ritrovare nelle planari. Anzi, mi sono sembrate, pur dopo un lungo rodaggio e il pilotaggio con un front-end decisamente high-end (Audio-Gd Singularity con un glorioso PCM1704UK e una linea di amplificazione in classe A in grado di far suonare letteralmente i sassi), piuttosto secche, aride, asciutte. Poi naturalmente ho ritrovato il suono che più amo nelle Arya e soprattutto nelle Jade II, planari di tipo elettrostatico. Caratteristiche poi doppiate dai modelli successivi fino ad arrivare alle sensazionali HE1000. Se hanno un difetto per alcuni, le planari, è proprio quella resa un pò neutra che accoppiata ad elettroniche altrettanto neutre le rende meno emozionanti di altre soluzioni. Oltre al fatto di essere per loro natura aperte. L'essere senza la schermatura esterna del padiglione è alla base del loro campo sonoro ampio. Ma certamente le rende anche aperte ai suoni esterni (e generatrici di suono per chi vi sta vicino). HIFIMAN negli ultimi anni si è impegnata ad accontentare praticamente tutti. Non so quali procedimenti usa nella sua cucina lo Chef Fang ma con poche modifiche, riesce a rendere il suono dei vari modelli, diverso, pur con una impostazione similare. E quindi una generazione dopo l'altra il suono cambia. Di poco magari ma cambia abbastanza perché uno riesca a preferire un modello ad un altro. A volte il cambiamento è notevole. E così HIFIMAN si è avventurata nelle cuffie chiuse. Potrebbe sembrare una contraddizione in termini : ma come, le planari, ariose e aperte, adesso sono chiuse come delle "qualsiasi" tedesche o giapponesi ? Si, praticamente le nuove ammiraglie HIFIMAN sono cuffie chiuse, le HE-R10P (circa €5000, per capirci). E alle HE1000 si contrappongono le Audivina nella stessa fascia di prezzo e suono. E per chi non può spendere tanto, ci sono anche le HE-R9. Non riuscivo a convincermi dei motivi di questa ... eresia finché non ho ascoltato le Audivina che tante recensioni contrastanti hanno suscitato (ma di quelle parleremo in un altro articolo) Ma quando ho visto che esisteva anche un modello di fascia entry che in pratica è la seconda edizione delle Sundara mi sono convinto che il disegno doveva essere complessivo. E la curiosità è cresciuta. All'inizio queste cuffie erano proposte a €349. Un buon prezzo, appena superiore ad un buon cavo bilanciato fatto bene. Mi sono detto, ho già un milione di HIFIMAN, pure le Audivina, Ma quando le ho viste a € 169 euro non ho potuto esimermi e le ho ordinate. questa schermata con le caratteristiche viene dal sito del distributore italiano di HIFIMAN, Playstereo.com di cui sono cliente da anni. Ho acquistato nel tempo da loro le Arya e le HE1000 Stealth, oltre ad altre cosine meno costose. Offrono un servizio eccellente, competenza e velocità di spedizione. E anche prezzi allineati al mercato, quando non competitivi. Leggo dalle specifiche, la solita risposta estesa ben oltre l'udibile, una impedenza di 20 Ohm e una sensibilità abbastanza elevata (per lo standard planare magnetodinamico) con un peso di 420 gramm. Ma vediamole meglio. COME SONO FATTE la scatola è in cartoncino nobilitato da un adesivo. Adesso è standard per tutte le cuffie HIFIMAN. la completa articolazione del modello sta sul retro sul fronte c'è la foto del modello e le specifiche costruttive : cuffie chiuse, diaframma supernano NEO e magneti stealth. Sia il diaframma - molto, molto più leggero di quello originale delle Sundara aperte - e i magneti "invisibili" sono una caratteristiche di tutte le ultime planari HIFIMAN, entro alla scatola non c'è molto, le cuffie sono avvolte in spugna grigia, la scatoletta sopra contiene solo un cavetto single-ended di tipo economico. Ne ho un fascio e non li uso mai. cuffie e cavetto che ha l'orrido adattatore per il diametro standard da amplificatore desktop serio. Sarà utile per chi usa le cuffie con sistemi portatili, DAP e telefonini. Ma la cosa che non sfuggirà a nessuno è la copertura dei due padiglioni perché il resto è molto simile alle Sundara aperte quelle coppe sono in vero legno, di un bel colore caldo, lavorate con precisione estrema e perfettamente rifinite. Non sfigurano affatto vicine alle Audivina e danno un tocco di originalità che le distingue da qualsiasi altro modello tedesco. Ammetto che le comprerei anche solo per quello i padiglioni sono ben imbottiti, morbidi e comodi, copiano la forma delle vostre orecchie sopra cui poggeranno la sezione è circolare e il diametro simile se non identico al modello aperto. L'archetto è uguale, rifinito di un bel nero opaco. la banda invece è superba, con una bellissima texture che simula la pelle, è comoda e flessibile. Complessivamente, se la vostra testa non è enorme sarà facile regolarle. Sulle prime producono una pressione piuttosto elevata sui lati della testa. Si tratta di avere pazienza, poi si allentano e trovata la regolazione giusta, diventano comode e non pesano. il perno di movimento (non troppo mobile) dell'archetto le tacche di regolazione dell'apertura dell'archetto. Insomma, a 169 euro cose del genere non le ha mai viste nessuno, non credete ? *** PROSEGUE CON PRESTAZIONI E SUONO questa è la risposta in frequenza misurata con miniDSP Hears e REW, armonizzata a dodicesi di ottava. e questa è la risposta in frequenza delle Sundara confrontata con quella delle Audivina allineate per sensibilità (le Audivina sono più "dure" da pilotare e meno sensibili). Come vedete, al di là del differente rodaggio (le Audivina suonano da inizio di aprile, le Sundara da un paio di settimane), l'impianto è simile. Tutt'altro che lineare e tutt'altro che Harman "standard". Sarà un difetto. A prima vista qualcuno farebbe bleah ! Ma dubitare molto di queste misure quando fatte con cuffie nuove. Nel tempo le asperità si livellano e i gap si chiudono. Ma comunque l'impianto è quello di cuffie monitor, non esattamente neutre. E' una cosa puramente voluta. Questo, insieme al diaframma chiuso in una camera di legno costituisce la peculiarità di queste cuffie. Che unite ad un carico leggero e ad una sensibilità abbastanza elevata, le rendono particolari. In estrema sintesi, il suono è caldo - non credete a chi vi dice che sono neutre, mi chiedo con che cosa e cosa ascolti tutti i giorni - e il basso potente. Il medio invece, è un pò più indietro degli alti che sono brillanti ma niente affatto sgradevoli. In questo momento, mentre scrivo, sto passando dalla voce matura di Peter Gabriel al violino di Isabelle Faust e poi alla voce di Sabine Devieilhe. Si tratta solo di adeguare il volume tra una traccia e un'altra. Isabelle suona su frequenze medio-alte ma il volume deve andare in alto. La voce di Sabine è un pò indietro rispetto all'impianto orchestrale, sarà così dal vero ? Non lo so perché l'ho sempre ascoltata in questo Bach con i miei diffusori planari e con le cuffie aperte. Qui è calda e un pò meno in evidenza. Mentre Peter Gabriel gigioneggia caldo su "un tappeto di percussioni acustiche"cit. Lo Stradivari di Isabelle è chiaro, metallico il giusto ma si deve "pompare il volume" per farlo suonare come sono abituato io. Andando ad un repertorio più deciso, i King Crimson degli ultimi tempi suona eccezionalmente bene, come se il mix (eccezionale !) fosse stato fatto con le Sundara. Ascolto Cirkus e mi viene voglia di veleggiare con le braccia aperte .... Siamo ad un terzo dei 10 Watt che l'NFB1 è in grado di scaricare sull'uscita bilanciata ... ! E la batteria entra dirompente sul sax con la voce che resta in evidenza. Ma calda, bella, pulita ma senza prevaricare gli strumenti. Come dal vivo. Incursione nel jazz svedese, un contrabbasso cavernoso con percussioni potenti, dettagliate, materiche. Ultimo passaggio di rito per Gardiner con la cantata n. 21 di Bach. Solenne nel basso ma con i fiati chiari anche se non in primissimo piano. Ok e quindi ? Cuffie da ascolto che non evidenziano in modo iperanalitico i singoli strumenti ma costruiscono un suono avvolgente e caldo. Bassi in evidenza senza strafare come certe chiuse dinamiche (anzi !) ma pur sempre con una dote energetica superiore alla planari aperte. Che son più dettagliate ma meno emozionanti su questo piano. Il medio é un pò indietro e questo porta ad ascoltare a volumi inusitati che però queste cuffie perdonano per la totale assenza di distorsione, tipiche delle planari ortodinamiche. Il campo sonoro non è amplissimo, anzi, è il difetto principale di queste cuffie che non sono fatte per ricreare il fronte sonoro di Bayreuth. Insomma, il suono HIFIMAN reso emozionante, nulla a che fare con le Sundara originali. E un assoluto bargain (affare del secolo) a 169 euro. Se pensate che le sto ascoltando con un cavo HIFIMAN acquistato da Playstereo.com a 280 euro ... Giudizio complessivo PRO: costruzione realmente premium, irreprensibile, quel legno naturale lucidato e di quel colore è già una ragione di acquisto suono caldo, suadente, mai stancante, senza nulla in eccesso : nessuna delle volate pirotecniche delle HE1000 ! carico leggero per qualsiasi dispositivo sensibilità abbastanza elevata ma meglio avere una bella riserva di potenza rapporto prezzo/prestazioni irraggiungibile per qualsiasi planare. Con questi soldi non si comprano nemmeno le più scarse Beyerdynamic ( ma se vi piacciono, compratele pure !) CONTRO: fronte sonoro ridotto, la ricostruzione tridimensionale non è il loro forte medi un po’ indietro, non sono cuffie che separano dettagliatamente voci e strumenti, puntano sull’amalgama con una sonorità più live io le ho ascoltate con un front-end da 3000 euro con un cavo che costa quasi il doppio. Saranno sullo stesso livello con un telefonino o un DAP con 100 mW di potenza ? scomode sulle prime, ci si abitua mentre prendono la forma della vostra testa. Se volete comodità, puntate sulle Audivina tenuta del materiale da verificare nel tempo (non è mai stato un fiore all'occhiello di HIFIMAN) ovviamente non hanno né il dettaglio delle HE1000, né il palcoscenico delle Audivina ne la suadenza delle Arya. Ma per quelle dovete aprire il portafogli. A 169 dubito che troverete questo suono. Insomma : Dr. Fang, per questi soldi, non puoi essere serio ! Impianto usato per l'ascolto : DAC Audio-GD R1 NOS 2024 Audio-GD DI24HE in I2S con cavo Audioquest amplificatore Audio-GD NF1B collegato in ACSS (cavi Audio-GD) cavo bilanciato crystal HIFIMAN dischi ascoltati :
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Aspettavo con grandissima curiosità l'occasione di provare questo DAC/Amplificatore desktop di HIFIMAN che rappresenta la scelta "entry" tra gli apparecchi di forma tradizionale da tavolo della casa. E' un apparecchio completamente bilanciato, compreso l'attenuatore e che è in grado di pilotare anche le cuffie più scorbutiche. arriva nella scatola di cartone oramai standard per tutti i prodotti HIFIMAN sul retro sono riportate le indicazioni di massima del prodotto. Il marchio R2R Hymalaya richiama il modulo interno di conversione. Conosco già le potenzialità di questo sistema perché lo uso correntemente "in versione mini" nelle DEVA, cuffie di dimensione standard pensate per l'uso in abbinata con il modulo ricevitore/convertitore R2R/amplificatore, per i miei ascolti portatili. Ha un suono in linea con le cuffie planari, dolce e dettagliato, neutro e lineare. aprendo la scatola compare il foam di protezione e una scatoletta che contiene il cavo di alimentazione nel nostro standard. la macchina è molto ben protetta, la confezione è premium nonostante l'aspetto dimesso del cartone. ed eccolo qui, con sopra l'unico accessorio, il cavo di alimentazione. Per il cavo USB dovrete provvedere voi. Si tratta come dicevo di un apparecchio da tavolo di forma tradizionale, 246,5mm x 228mm x 61mm per circa 3 chilogrammi. Piccolo ma non troppo, molto robusto come fa immaginare il peso. Peso che per la gran parte è responsabilità del grosso trasformatore toroidale di alimentazione. Perché l'alimentatore è integrato, come si conviene a tutti gli apparecchi di classe ! il frontale è caratterizzato dal marchio HIFIMAN su una superficie di alluminio spazzolato (il frontalino è bello spesso e fuoriesce in altezza e in larghezza dalla sagoma del telaio. Sulla destra c'è il marchio dorato R2R-Hymalaya, in mezzo tra le due manopole, una banda nera che integra le prese per le cuffie. Le due manopole sono responsabili, quella di sinistra, della selezione tra le modalità di conversione e di amplificazione, quella di destra è invece il comando dell'attenuatore a quattro canali. Le prese sono complete, single-ended nei due formati standard e bilanciate, coassiale da 4.4mm ed XLR a 4 pin. il resto del telaio è nero opaco con gli spigoli morbidi. La sensazione di solidità è palpabile e il peso rassicurante. il retro non presenta sorprese. Ci sono le due uscite di linea, RCA ed Bilanciata e i due ingressi - alternativi - USB, con presa di tipo B o C. La presa di alimentazione è standard, l'interruttore di accensione è nella stessa vaschetta. dettaglio delle uscite, di ottima qualità e degli ingressi, standard. il fondello bisogna prestare attenzione al selettore del voltaggio che - di fabbrica - dovrebbe arrivare impostato sui 230V per la nostra area. Deve essere visibile il numero bianco su fondo rosso 230. Se ci fosse il 115V attenzione, perché accendendo l'apparecchio, salterebbe il fusibile di protezione. la matricola e un primo piano di uno dei quattro piedini che reggono il telaio, ben dimensionati rispetto alle dimensione e al peso del DAC. Ed ecco tre viste ravvicinate del frontale selettore modalità DAC (NOS e OS) e GAIN (LOW e HIGH) per le cuffie le prese per le cuffie e l'attenuatore del volume che riporta solo MIN e MAX ma non ha tacche intermedie. Ovviamente io ... l'ho aperto perché le foto di repertorio non mi bastano mai. così ho avuto la conferma dell'impostazione razionale anche se con molti cavi volanti l'impianto vede il trasformatore toroidale i cui avvolgimenti sono condivisi sulle due schede, le due schede, quella adiacente al frontale relativa ai condensatori di livellamento (30.000 microFarad) e all'amplificazione e quella digitale che comprende sia il ricevitore USB che il convertitore vero e proprio. che é completamente integrato nei due moduli HIFIMAN HYMALAYA, qui nella versione I. Si tratta di moduli integrati composti dalla scala di resistenze di precisione che viene controllata da un microprocessore programmato dal produttore. Ogni modulo si incarica di effettuare la conversione da digitale ad analogico, generando la corrente che va all'amplificatore o alle uscite di linea (quelle in rosso sono le RCA mentre quelle in nero sono le XLR). L'integrazione è elevata, nulla a che vedere con il dispendio di mezzi che mette in campo un produttore più "analogico" come Audio-gd i cui prodotti abbiamo recensito su queste pagine. Del resto dimensioni, pesi ed ingombri definiscono classi diverse tra questi apparecchi. un'altra vita dell'interno con i moduli di conversione in primo piano in corrispondenza delle uscite e delle entrate. Visto nel dettaglio, diamo un'occhiata alle indicazioni del produttore, prese dal suo sito, alla pagina del prodotto. Ricordo che DAC è uscito nel 2022 e da allora nel catalogo HIFIMAN sono entranti altri apparecchi ed è stata introdotta un'altra generazione dei moduli R2R. il modulo originario è stato premiato al VGP in Giappone qui abbiamo lo schema a blocchi. L'amplificatore, definito "high-current" è in grado di uscire con 10,7 Volt per 4.4 watt su 36 Ohm dalle uscite bilanciate. il funzionamento viene garantito come realmente bilanciato a partire dai convertitori, duali, per procedere con i buffer verso l'attenuatore che è analogico e a quattro canali (per le due semionde positiva e negativa del destro e del sinistro) fino all'uscita cuffie. Attenzione, le due uscite di linea posteriori invece non sono amplificate ma fisse, alla tensione nominale standard. Non si tratta in pratica di un preamplificatore ma solamente di un convertitore di linea con integrato un amplificatore cuffie. Chi volesse collegare dispositivi esterni - come diffusori - dovrà utilizzare uno stadio di amplificazione/attenuazione esterno. è quello che abbiamo fatto noi per provarlo. Uscendo con cavi XLR di qualità verso l'amplificatore a valvole Stax con cui alimentiamo di solito le HIFIMAN Jade II cuffie elettrostatiche dal suono chiaro e dettagliato (quelle che abbiamo in testa in questo momento). In questo modo il segnale - immaginiamo a 5 Volt - in uscita dal EF400 verrà poi trattato dall'amplificatore e il livello del segnale in uscita verso le cuffie, regolato dall'attenuatore dell'amplificatore STAX. Se si volessero collegare dei monitor amplificati, cosa possibile ma scomoda, sarà necessario regolare il volume direttamente dai monitor (che normalmente hanno la manopola dietro, impossibile da raggiungere e da vedere ...). Anticipavamo che nel frattempo i moduli HYMALAYA sono stati aggiornati e ne esistono di due nuove versioni che equipaggiano i nuovi DAC che intanto sono stati presentati da HIFIMAN. Come segno di attenzione per i propri clienti, però, per l'EF400 è stato avviato un programma di aggiornamento che permette di sostituire i due convertitori originali con due delle nuove serie. i due nuovi moduli, denominati PRO e disponibili in due diverse versioni, vengono descritti da HIFIMAN come superiori ai leggendari PCM1704 sia in termini di rapporto segnale/disturbo che di distorsione. Probabilmente anche di musicalità, visto il tempo che è passato. E non potrebbe essere altrimenti. Il programma di aggiornamento : promette un notevole incremento di prestazioni in termini sonori. Con un miglioramento "drammatico" dell'esperienza di ascolto. Probabilmente - maligniamo noi - supereranno anche l'unico difetto che abbiamo riscontrato in questo DAC e di cui parleremo nella sezione di ascolto. Legato forse alla potenza degli FPGA di controllo installati nei moduli (nostra ipotesi). *** Bene, lo abbiamo visto, lo abbiamo pesato, lo abbiamo aperto. Sappiamo che offre fino a 4.4 watt di potenza sulle cuffie nelle uscite bilanciate e che ha un selettore per elevare eventualmente il guadagno di uscita. Anticipo che qui io l'ho usato esclusivamente in NOS, trovando la modalità senza oversampling la più dinamica e dettagliata. Mentre con le cuffie che ci sono in casa, non è stato necessario usare il Gain più elevato, anche qui per conservare una buona riserva dinamica. Per di più, il volume non è mai andato oltre un quarto o poco di più. Segno che la potenza c'è se le cuffie non sono di quelle impossibili. E il suono ? Sul principio suonava secco ed asciutto. Dopo due settimane in cui l'ho tenuto costantemente acceso - cosa segnalata dal led anteriore (unica spia che denota l'attività della macchina) e dal teporino a cui si porta il DAC mentre lavora, si è sciolto. E di molto, diventando dolce e pulito. La stessa identica esperienza che ho riscontrato con le DEVA PRO che all'inizio erano inascoltabili e poi nel tempo sono diventate di un chiaro e di un suadente inaspettato, quasi fossero delle ammiraglie. Segno che anche le resistenze e gli FPGA hanno un'anima e che si deve rodare per diventare ascoltabile. Consiglio - anche se l'EF400 non è un classe A - di accenderlo un pò prima di usarlo. Oppure di lasciarlo sempre acceso, tanto consuma poco. Vi ripagherà in classe e calore. Intanto che scrivo sono tornato sull'uscita cuffie dell'EF400 cui ho collegato - in bilanciato le Edition XS. Devo anticipare che gli abbinamenti non sono banali con questo amplificatore. Ho trovato non piacevolissime le Ananda Nano, per esempio, mentre splendide e calde le Sundara Closed Back. Divine, le Audivina, magistrali le Arya Organic. Ma adesso le Edition XS mi stanno piacendo ancora di più (Beethoven, 9a sinfonia, Danish National diretta da Adam Fischer). Naturalmente qui saranno i vostri gusti e le vostre orecchie a guidarvi. Ma con gli Audio-gd le Ananda mi piacciono di più delle Edition XS, qui è il contrario. *** Alcuni disco ascoltati Beethoven i concerti per pianoforte e orchestra. Giovanni Bellucci Suono del pianoforte chiaro e perfettamente posizionato su un'orchestra "leggera" ma ben dimensionata Temptation, Chantal Chamberland Bel basso profondo ma veloce, pelli frizzanti, voce suadente e caldissima di Chantal. Hadewych Van Gent, violoncello, nella sonata per viola di Rebecca Clarke alzo appena il volume perché me lo chiede la musica. Il cello è roco ma esteso fin al suo registro più acuto. Il pianoforte è in secondo piano, basso, come se stessimo seduti tra il pubblico e non sul palco. Bach, Magnificat, Rias Kammerchor Berlin e Akademie fur Alte Musik Berlin Ascolto biased perché si tratta di una delle mie composizioni preferite. L'equilibrio tra le parti è eccellente, senza che nulla turbi l'ascolto. Musica barocca dal vivo, come essere in chiesa durante l'esecuzione, nelle panche di sinistra, in quinta o sesta fila. Art+Pepper + Eleven, 1960, 192/24 classico delle mie sessioni di test, qui sono passato alle HIFIMAN Audivina, prima avevo le Edition XS. Elevata dinamica, il sax è li da qualche parte sulla sinistra ma rivolto verso destra, quando aumenta il volume si incrementa lo spazio che occupa lo strumento. Le cornette e le trombe stanno dietro Art mentre i tromboni sono a destra. Con le percussioni ovunque. Prestazione eccellente, giusto un filo monitor ma che mi convince, perché continuerei ad ascoltare il disco anziché scrivere. Mi fermo qui, era giusto per confermare l'impressione di avere un eccellente front-end al servizio di cuffie che conosco benissimo e di cui mi fido. Sinceramente io non so cosa vogliano espressioni "nero come le pece" che scrivono certi recensori. Se si riferiscono al "silenzio di fondo", credo che non esista oppure se c'è, viene creato ad arte da certi chip. Qui abbiamo un suono complessivamente da giradischi con una bella testina MC. Ma perfetto in ogni dettaglio. Davvero, non scherzo, non saprei cosa dirvi se non ne foste soddisfatti. Adesso provo ad ascoltare le Audivina con l'Audio-gd R27HE. Ok, ok, non parlo più. Non c'è confronto. Ma qui sono passato da un front-end da 3 chili e 400 euro ad uno di 29 chili e quasi 5.000 euro (ho l'interfaccia digitale in mezzo; tutto con rigenerazione di corrente). Ma, se voi non avete cuffie Top of The Line e avete un budget contenuto, sinceramente non saprei di cosa potreste lagnarvi ... di questo HIFIMAN EF400. CONCLUSIONI Pro: piccolo, compatto, ma rassicurante nella sua costruzione tradizionalmente da tavolo (devo ammettere che i nuovi modelli a sviluppo verticale non mi fanno impazzire !) realmente bilanciato suono naturale come norma per i convertitori R2R nessuna gamma in evidenza, dopo un rodaggio nemmeno troppo lungo ed avendo l'accortezza di lasciarlo scaldare prima di usarlo (o tenerlo sempre acceso) la prestazione è degna di un alto di gamma, sarà veramente difficile se non passate giornate intere ad ascoltare musica dire che potreste desiderare di meglio (ma si, sappiamo che gli appassionati sono incontentabili ed è per questo che esistono macchine di costo superiore) anche se i moduli R2R integrati sono superati dai modelli successivi, HIFIMAN ha avviato una campagna di upgrade (a pagamento) che sembra conveniente uscito a circa € 700 adesso è scontato e non è difficile trovarlo per poco più della metà : a questo prezzo è un affarone ! Contro: nell'ascolto si avvertono talvolta nei passaggi di traccia o di livello degli scrocchi che ricordano quelli dei vinili. Probabilmente un limite nel regolare livelli di segnale molto diversi. A me non da alcun fastidio ma per qualche purista potrebbe essere un problema le uscite di linea non sono controllate dall'attenuatore, sono fisse, quindi ogni dispositivo connesso suonerà al massimo se non ha un suo attenuatore l'unica entrata disponibile è quella USB. E' un precisa scelta di progetto ma a qualcuno potrebbe non bastare non c'è un display che dia le indicazioni minime di funzionamento, tipo la frequenza di campionamento del segnale o altro. L'impostazione è minimal da curare l'abbinamento con le singole cuffie, io ho trovato che per alcune il suono è eccezionalmente chiaro e piacevole, per altre "quasi" detestabile, anche se tutte HIFIMAN. Insomma, bello, ben fatto, solido, be n costruito, con un aspetto premium eppure piuttosto economico. Completo per quanto riguarda la prestazione sonora ma minimal nell'approccio - sia delle entrate che delle uscite - e nelle funzioni. Ma quello che promette lo fa : fa suonare bene le cuffie e converte il segnale digitale in un analogico ... veramente tale ! A differenza di tanti suoi colleghi Sigma-Delta fatti con lo stampino il cui suono sembra la fotocopia dell'originale. Ovviamente non si pretenderà la luna. Per quella ci sono front-end di livello adeguato alle aspettative di tutti. Ideale l'abbinamento con HIFIMAN Edition XS per chi ama la musica classica, Sundara Closed Back per chi invece preferisce jazz o musica moderna. *** Nota per gli utenti Windows. Il DAC non viene visto dal sistema se non installate prima i driver scaricabili dal sito ufficiale. operazione che porta via due minuti e poi non si deve fare più nulla. Il driver viene visto da Audirvana e dal lettore Qobuz ed è stabilissimo.