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  1. le mie HIFIMAN Arya sulla loro base in legno, cavo custom terminato XLR Neutrik Susvara, Ananda, Sundara, Arya. Non indago sull'etimologia sanscrito di questi termini che per me sono solo bellissimi nomi di altrettante bellissime donne. In fondo, mi andava benissimo anche la tradizionale denominazione numerica, HE400, HE500, HE5, HE1000. Senza esotismi alla Trono di Spade. Ma Arya a me ricorda l'aria, in italiano, l'elemento in cui viviamo, che respiriamo. E trasparente come l'aria é il suono che producono queste cuffie. Nel catalogo delle cuffie magnetoplanari HIFIMAN, questo modello si piazza oltre le Sundara e le Ananda, e al di sotto delle HE1000 e delle Susvara. Probabilmente per fascia di prezzo, vanno a sostituire le Edition X. Ed è questo che mi ha incuriosito alla loro presentazione lo scorso autunno. Per la forma dei padiglioni che riproducono la sagoma delle orecchie ricordano i modelli di mezzo - da Ananda ad HE1000 - mentre i modelli agli estremi hanno il normale padiglione circolare. la forma ovoidale del padiglione delle Arya é asimmetrica e segue il profilo delle orecchie umane, senza mai toccarle che segue in modo asimmetrico la sagoma delle orecchie anche all'interno. In effetti, ero alla ricerca di un trasduttore che potesse affiancare e poi sostituire le mie venerande Stax Lambda SR404 Sn che cominciano a mostrare i loro anni. Anche quelle - pur con la loro forma rettangolare - assecondano la forma delle orecchie senza mai toccarle. E sono gli oggetti più comodi da indossare a lungo che io abbia potuto provare. Non che le cuffie con il padiglione tradizionale non possano esserlo. Potrei tenere in testa le AKG 712 per tutto il giorno senza provare alcun fastidio. Ma il suono ... non sarebbe di questo livello. Mentre scrivo sto ascoltando la nuovissima registrazione della 7 sinfonia di Shostakovich con Andris Nelsons alla testa della sua Boston Symphony e il suono mi avvolge. dalla letteratura HIFIMAN, l'uso di circuiti asimmetrici e di diaframmi ancora più sottili contribuisce ad una riproduzione più lineare e naturale. Non ne ho le prove scientifiche ma le mie orecchie mi danno la stessa testimonianza. Ma torniamo all'oggetto : Confezione la classica scatola nera con l'indicazione del contenuto, uno scatto ravvicinato che rivela il nome del modello, la scritta bianca su fondo nero a destra foam di protezione, tessuto "setoso", manuali. ho acquistato il mio modello online da Playstereo senza nemmeno prima ascoltarle, lo scorso Natale 2018 eccole qui, appena uscite dalla scatola, poggiate sulla "seta" che le avvolge nella scatola. Il cavo però è già il mio specifico, costruito apposta per loro in Inghilterra. Costruzione Salta subito all'occhio che l'archetto è analogo a quello degli altri modelli HIFIMAN di ultima generazione, in metallo, ben articolato e regolabile mediante guide e buchetti a scatto. La banda superiore è in finta pelle, morbida al tatto. Come lo sono i bordi dei padiglioni, morbidissimi. anche le Arya usano gli ultimi spinotti HIFIMAN da 3.5mm, doppi, uno per canale, consentendo il collegamento in modo molto semplice ma estremamente stabile l'esterno del padiglione è in metallo, molto robusto a protezione del driver, di nuova generazione, sottilissimo. Secondo HIFIMAN questo driver deriva da quello usato nelle HE1000. E c'è da crederlo mentre i rullanti della Boston accompagnano gli archi del primo movimento della "Leningrado" nella inesorabile marcia di avvicinamento delle truppe tedesche alla città dello Zar. l'inconfondibile sagoma frontale di questa classe di cuffie HIFIMAN. ripresa artistica, luce naturale : mi piace particolarmente che in questo modello HIFIMAN abbia mantenuto i colori in nero integrale, a differenza delle "cromature" di certi modelli superiori. Arya non ha poi così bisogno di impressionare nell'aspetto. Complessivamente la cura costruttiva sembra di livello elevato. I materiali di grande qualità. Siamo anni luce oltre le mie Stax in tutta plastica. E anche ben al di sopra delle HIFIMAN Sundara che comunque possono vantare dalla loro, un prezzo decisamente più abbordabile. Ma andiamo al dunque, perchè le cuffie possono essere bellissime ed essere ben costruite (e queste, secondo me, sono al di sopra di ogni sospetto) ma se poi non suonano come ci aspetteremmo ... ? Suono risposta in frequenza calibrata, misurata con i miei microfoni miniDSP Ears. Di sopra il solo canale destro, sotto i due canali sovrapposti. Le differenze, limitate alle medie e alte frequenze, sono dovute alla differente posizione del padiglione sul supporto. Gli EARS hanno superficie dura, ben diversa dai lati delle nostre teste. Le Arya affondano nella nostra pelle e quindi sono certo che non sia effettivamente misurabile la reale risposta. Ma allo stesso tempo sfido chiunque sia in grado di apprezzare differenze - anche ampie - nella risposta, non nell'ampiezza, tra i due canali a 8 o a 11.000 Hz. Resta comunque la regolarità della risposta complessiva dal basso fino al medio, con il solito avvallamento - non pronunciato come su altri modelli - intorno ai 1800 Hz, che poi riprende senza alcun picco fino a 4000 Hz. Ben più tormentato invece l'andamento alle altissime frequenze, quelle in cui di musica generalmente non ce n'è più e dove le nostre orecchie perdono inesorabilmente di sensibilità. Al confronto le mie Stax hanno un largo picco ben pronunciato proprio dove le Arya hanno l'avvallamento sui medi e il basso è ben meno esteso ma un pò più gonfio prima di calare. E all'atto pratico ? Adesso c'è lo Stradivari di Janine Jansen e il secondo movimento del secondo concerto di Prokofiev che suona. Il violino è in evidenza, ma mai aspro, salvo sulle altissime come deve essere, un pò vetroso. I bassi entrano con chiarezza, senza colorazioni. Veloci e leggeri. La naturalissima voce di Simone Kermes - "Se pietà" di Handel - è resa in modo naturale ma con tutte le sue sfumature e colore. Anche più chiara e pulita, ne "Ombra mai fu" di Bononcini, dove è accompagnata solo dal cello e dal liuto. E dove purtroppo si sentono in modo altrettanto chiaro tutte le sue E che diventano I ... Bellissima anche l'Orchestra Nazionale Russa con Pletnev che dirige l'integrale sinfonica di Chaikovsky. Non aggiunge verve al gelido uomo di Arcangelsk che si rifa però alla grande nella Cenerentola di Prokofiev. Qui le dinamiche sconvolgenti (pur in una normale registrazione 44/16) vengono risolte benissimo. Mi mancano i miei quattro 15 pollici in vetro nella stessa registrazione ma nessuna cuffia potrebbe sostituirli per dinamica e precisione, ad essere sinceri. mi spingo anche su brani moderni. La voce dell'ultimo Paul Simon (René e Georgette Magritte ha grandissimo garbo con le Arya) e quella di Sting che conosco benissimo (The Last Ship). Il jazz di "I may be wrong" - Till Bronner - voce chiarissima su un tappeto di percussioni. Mi accorgo che l'assenza di distorsioni mi ha fatto alzare troppo il volume e corro ad abbassarlo ... La performance qui è da diffusori elettrostatici ... con subwoofer. Queste cuffie peraltro consentono anche equalizzazioni con generose iniezioni di bassi ! Non che ne abbiano deciso bisogno però i gusti sono gusti. Tutto il test è stato condotto con il mio Audio-GD R28, all-in-one DAC+PRE+AMPLI di qualità al di sopra di ogni sospetto. Sinceramente io non sento il bisogno di cercare abbinamenti particolari ampli+cuffie con questo apparecchio dalla resa assolutamente neutrale e dalla grandissima capacità di pilotaggio. Le uso oramai da più di due mesi e le conosco molto bene, quindi un ultimo passaggio all'Handel di Natalie Dessay e al finale della 9a di Beethoven per Gunther Wand nell'edizione SACD Esoteric su base RCA per andare finalmente al giudizio complessivo : PRO ottima costruzione con l'uso di buoni materiali. In particolare la protezione dei padiglioni in metallo che evita il contatto con oggetti (fossero anche solo le mani) con i delicatissimi drivers. In ogni caso meglio avere cautela nel poggiarle suono di qualità elettrostatica su tutta la gamma. Il dettaglio è elevatissimo a tutte le frequenze in tutti i generi musicali, c'è ben poco da chiedere di più anche se mi viene la curiosità di sapere come possano suonare le Susvara, le Shangrilà o anche solo le Jade II dello stesso marchio per quanto possibile con le cuffie, l'immagine è aperta e non concentrata sul cranio. Passando rapidamente ad un altro dispositivo tradizionale (in questi giorni sto provando le Pioneer DJ HDJ-X10 che certo non sono pensate per queste "sottigliezze") la differenza è eclatante fatica di ascolto molto ridotta anche per lunghi periodi purchè non si ecceda con il volume ergonomia di livello assoluto, in particolare i padiglioni asimmetrici che seguono del tutto la forma delle orecchie. Non sono leggerissime ma il peso in testa quasi non si sente. Le mie Stax restano ancora più comode ma queste si avvicinano, pur con una robustezza di costruzione che le Stax semplicemente non avvicinano nemmeno CONTRO per 1600 euro, aggiungere un cavo bilanciato di qualità non avrebbe spostato l'equilibrio della confezione. Certo meno di un cash-back o di uno sconto flash, operazioni cui HIFIMAN oramai ci ha abituati. Io credo che i due cavi in opzione dentro alla confezione di tutte le cuffie da oltre 500 euro non dovrebbe essere ... una opzione. La differenza di suono e di dinamica è di tutta evidenza e chiunque dovrebbe avere un amplificatore in grado di sfruttare al meglio cuffie di questo genere. la bassa distorsione, i medi intorno ai 1800 Hz un pò indietro ma soprattutto la bassa sensibilità, portano a dover alzare il volume a livelli sostenuti, cosa che richiede un ottimo amplificatore a disposizione. Una ovvietà, quest'ultima per chi acquista cuffie di questo prezzo e di questa levatura ma da tenere in considerazione per la salvaguardia delle proprie orecchie. E' soprattutto per questo che tendo ad usare una equalizzazione digitale che allinea i medi ad una figura che mette in evidenza il basso profondo e smussa qualche asperità negli alti. In questo modo la risposta diventa assolutamente infinita e definitivamente ariosa. il cavetto in dotazione, ottimo, per carità, ma come seconda scelta. A mio parere nella stessa confezione dovrebbe essere offerto anche un secondo cavo bilanciato con un connettore all'altezza del sistema. Conclusione In estrema sintesi sono il mio nuovo riferimento e le cuffie che mi piace di più ascoltare tra quelle che ho in casa. Ne ho di più accattivanti per determinati brani, in fondo le Arya non sono fatte per stupire con effetti speciali ma per dare una risposta di qualità. Non sono in assoluto neutrali nel senso di strumento da laboratorio e di questo certo ci si giova nell'ascolta. Facendo un parallelo con altre HIFIMAN che conosco, trovo le HE400i più "divertenti", perchè meno neutre, le Sundara invece troppo fredde e dal suono secco, sinceramente le meno interessanti del trio. Il suono ha una impostazione morbida, più caldo nelle Arya, più esteso in generale ai due estremi. Naturalmente il repertorio di elezione deve essere quello acustico e con registrazioni di qualità. Ma su questo sito direi che si tratta di un dettaglio che possiamo dare per scontare. Mentre sto ascoltando il cembalo di un giovane Handel non riesco a staccarmene. E credo che questo possa essere il miglior complimento che si possa fare ad un paio di cuffie, certo non economiche ma che a mio avviso ripagheranno di ogni euro speso con ore e ore di puro piacere musicale. Consigliato un amplificatore/DAC di grande livello e in grado di erogare generose dosi di corrente, nonostante la bassa impedenza e - sempre - un collegamento interamente bilanciato con un cavo il più possibile neutro e lineare. Specifiche tecniche : impedenza : 35 Ohm sensibilità : 90 dB peso : 404 grammi
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