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Il nuovo Audio-gd Master 9 Mk 3 riprende la denominazione dei precedenti Master 9 ma se ne distanzia per dimensioni e peculiarità costruttive. Ma ne riprende le caratteristiche sonore, elevandole ad una firma sonora ancora più naturale. C'erano una volta l'Audio-Gd Master 9 e il Master 19. Due pezzi di bravura posizionati diversamente sul mercato. Entrambi preamplificatori in classe A bilanciati dual-mono, con amplificatore per cuffie. il Master 9 era una bella bestia, dal telaio standard, 16 chilogrammi, 9 watt su 40 Ohm dall'uscita bilanciata con la raffinata soluzione delle due prese per i canali separi, oltre a quella tradizionale a 4 poli. il Master 19 era condensato in un telaio più compatto, pesava 7 chili ma dimostrava lo stesso approccio e le stesse caratteristiche di fondo e sempre la stessa uscita cuffie. Meno sofisticazione nel complesso ma uguale sostanza. Nell'ultima ristrutturazione del catalogo, il Master 9 è evoluto verso la linea HE (alimentazione rigenerativa), il Master 19 è uscito di catalogo, mentre vi è entrato l'ultimissimo arrivato della gamma, il Master 9 Mk. 3 che è oggetto di questo articolo. Si tratta nuovamente di un componente dual-mono, interamente e realmente bilanciato, tutto in classe A, in un telaio compatto da 7 chilogrammi che idealmente è la versione "condensata" del Master 9 ma con l'approccio meno impegnativo del Master 19. E' stato aggiornato il layout, manopola, comandi, display e prese cuffie sono sostanzialmente identiche a quelle dei modelli di fascia alta (RE27 incluso), ma il peso e il volume occupato sono quelli del Master 19. L'impiego di tecnologia SMD per la produzione delle schede (identiche per i due canali) e delle alimentazioni (sdoppiate a partire dai due trasformatori che sono separati e non usano la stessa armatura) ha consentito un recupero economico che si riflette in un prezzo di acquisto competitivo. Con poco più di 1250 euro si acquista un componente che si può tranquillamente definire allo stato dell'arte, con controlli di volume separati a discreti asserviti da relais con resistenze di precisione, componentistica selezionata audio-grade, soluzioni di livello assoluto e raffinato. Concezione nel dominio della corrente e non nella tensione, connessione con gli altri componenti della catena bilanciata tradizionale o tramite collegamento proprietario ACSS. Le stesse, stessissime capacità di carico che consentono di pilotare qualsiasi cuffia esistente passata, presente e futura (sempre 9 Watt di targa a 40 Ohm oppure 630 mW per 600 Ohm -> equivalenti alla potenza di un amplificatore di potenza da 45 watt con riserva di energia a livello di trasformatori per 135 Watt, quindi più che adeguata ad ogni esigenza). *** Operazione di marketing, quindi ? La linea Master 9 si estingue e viene sostituita dalla HE 9 che propone alimentazione rigenerativa, mentre la linea Master 19 diventa Master 9 e rimane con alimentazione tradizionale. Direi di si e la prova sta nel pudding. Ma andiamo a guardarlo bene da vicino questo preamplificatore. La taglia è quella di un falso magro perché comunque ha una impronta sul tavolo di circa 35x35 cm e una altezza con i piedini di 8,5. Il peso è di 7 chilogrammi. Il telaio è in solido alluminio. I fianchetti sono di 4/5 mm di spessore, il sopra e il sotto sono di 4 mentre frontale e retro di un confortevole 8 mm, anche perché sono quelli più sottoposti a sforzo. l'aspetto riprende quello degli apparecchi più recenti della firma, con gli angoli stondati e il frontalino con due smussi sopra e sotto nella parte centrale, sopra al display. Il display è a due righe come quello degli apparecchi più "belli". la base del telaio ha fori di dissipazione (questo coso dopo mezz'ora scalda da matti !) e una quantità industriale di viti di blocco di schede e dispositivi. I piedini sono generosi e adeguati al peso qui ho cercato - invano - di evidenziare i differenti spessori. Il fianchetto non è così spesso, lo smusso arrotondato è praticato dal pieno del frontale/retro , via fresatura CNC il copritelaio è tenuto fermo da 8 viti filettate. i comandi e le prese cuffie così come il manopolone del volume sono in apparenza identici a quelli del RE27HE che in questo momento lo sta sostituendo alla guida dei dipoli DIP21. le uscite sono di qualità e ben solide, capaci di durare più di una vita. Entrambe hanno il blocco di sicurezza con pulsante di sblocco. Il retro è un condensato di razionalità e di qualità. Le prese e gli ingressi sono identici a quelli delle linee più pregiate. Le prese XLR sono incassate. il dettaglio del canale destro, 4 ingressi, due bilanciati, uno sbilanciato e uno proprietario ACSS. Le uscite sono tre, per i tre tipi di connessione. vicino alla prese di corrente c'è la targa con il seriale e la tensione. Nella realtà all'interno c'è un interruttore che credo consenta di passare a 110 Volt ma non mi interessa verificare. E andiamo finalmente a vederlo aperto la topologia è evidente per quanto molto semplice. I cavi volanti ridotti al minimo. La sezione di sinistra contiene i due trasformatori ben dimensionati, uno per canale. Le due schede sono speculari, una per canale. Contengono anche la parte di livellamento dell'alimentazione. dettaglio dei due trasformatori. Sono tipici delle realizzazioni di Audio-Gd che li lascia liberi, senza resinarli come è un pò abitudine occidentale. il fascio dei cavi che conduce l'alimentazione alle schede di segnale schede che portano marcata la scritta .... Master 19 Mk3 a chiarire definitivamente che questo di fatto è la riedizione del Master 19, con il nome cambiato Il motivo però non è solo marketing, ne parleremo quando si tratterà di definire le sue caratteristiche sonore. un'altra vista d'insieme non guasta mai. A ridosso del pannello frontale e in corrispondenza del display abbiamo la logica di controllo delle indicazioni dello stesso display. Ed ecco finalmente le schede di linea, identiche tra loro qui riprese dai due lati mostrarne i dettagli. Queste schede sono prodotte con procedimenti SMD per contenere i costi ma sono poi misurate singolarmente ed accoppiate dai tecnici di Audio-gd. questo è invece uno dei controlli di volume, realizzato senza uso di potenziometro ma con relais che controllano una rete di resistenze di precisione che intervengono a passi successivi da 0 a 100. il controllo avviene per mezzo di questi due microprocessori. Le due schedine sono sopraelevate per non influenzare per nulla il percorso di segnale delle due schede di linea dettaglio dei perni di sollevamento che sospendono sopra alla scheda di segnale la schedina di regolazione del volume. Tutto è analogico, nonostante vengano impiegati dei microprocessori per il controllo delle funzioni principali, questi non hanno alcuna attinenza col percorso del segnale. le prese di segnale. Quei cavetti trasparenti, davanti alle connessioni della presa XLR di uscita, alimentano la presa ACSS. La presa RCA è separata, non ci sono trucchi come sono spesso usi produttori meno qualificati. Questo apparecchio è realmente dual-mono e veramente bilanciato dall'ingresso alle uscite. Un ultimo sguardo lo meritano i transistor di potenza che, insieme ai condensatori di livellamento, potrebbero popolare un amplificatore di potenza da 45-50 watt senza problemi, grazie anche alla generosa quantità di corrente messa a disposizione dai due trasformatori. E in un telaio così piccolo ... sono disposti sui lati a ridosso della parete di separazione (si vedono in pianta due solide lastre di alluminio da 5mm, una che separa i due canali e una il canale destro dai trasformatori). Questi erogano fino a 9 watt su carichi da 40 Ohm (ovvero 22,5 watt su cuffie da 16 Ohm) e permettono a questo amplificatore di pilotare sostanzialmente qualsiasi carico presente sul mercato. un ultimo sguardo alle prese dorate di uscita. Il foto filettato di blocco del tetto del telaio e la piastra del retro dello stesso. *** Funzionalità Non c'è molto da dilungarsi. Questo apparecchio non richiede regolazioni. Ha un tasto di accensione e due tastini di selezione. All'accensione il display a linee LCD lampeggia qualche cosa che ricorda il nome dell'apparecchio che come tutte le altre indicazioni, tipicamente Audio-gd non è troppo intelleggibile. qui ci sono il numero di ingresso, il volume, il tipo di guadagno impostato e altre indicazioni che .... non ricordo e per cui vi rimando al breve e oscuro manuale presente sul sito del produttore. La peculiarità introdotta in questo apparecchio è quella di disporre di due tipi di risposta - pensati per le cuffie - quella normale (la lettera N dentro a PLNAL) che può essere cambiata nella lettera t (minuscola nell'immagine sopra). La posizione "t" starebbe ad indicare una curva di risposta modulata che scalda il suono, una sorta di effetto loudness che però si applica ad ogni livello di volume. L'ho misurata ed effettivamente è presente e ben audibile. questa è la risposta in frequenza delle cuffie AKG K-371 come come tutte quelle tipicamente del marchio, ha una tendenza al chiaro ben evidente. La posizione "t" del Master 9 Mk 3 attua una attenuazione della risposta a partire dai 100 Hz fino all'estremo superiore che ne ammorbidisce il suono. Mentre incrementa leggermente i bassi da 50 Hz in giù. Un sistema pratico di equalizzazione "al volo" attuato senza interventi digitali o processori di segnali, disegnata dal progettista direttamente nella scheda di amplificazione. Geniale, semplice, funzionale e ... compresa nel prezzo. *** A completamento della presentazione, il prezzo è piuttosto contenuto per la qualità del prodotto e le sue potenzialità, circa 1260 euro. La garanzia illimitata è di 10 anni come standard per Audio-gd. I tecnici, una volta assemblato l'amplificatore lo tengono collegato per circa 300 ore dopo di che lo misurano e lo testano, prima di spedirlo al cliente o al distributore europeo. La raccomandazione è quella di rodarlo per altre 300-500 ore prima di giudicarlo. E di cominciare a considerarlo in opera, solo dopo almeno 30 minuti di accensione, meglio se dopo due ore ...
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Aspettavo con grandissima curiosità l'occasione di provare questo DAC/Amplificatore desktop di HIFIMAN che rappresenta la scelta "entry" tra gli apparecchi di forma tradizionale da tavolo della casa. E' un apparecchio completamente bilanciato, compreso l'attenuatore e che è in grado di pilotare anche le cuffie più scorbutiche. arriva nella scatola di cartone oramai standard per tutti i prodotti HIFIMAN sul retro sono riportate le indicazioni di massima del prodotto. Il marchio R2R Hymalaya richiama il modulo interno di conversione. Conosco già le potenzialità di questo sistema perché lo uso correntemente "in versione mini" nelle DEVA, cuffie di dimensione standard pensate per l'uso in abbinata con il modulo ricevitore/convertitore R2R/amplificatore, per i miei ascolti portatili. Ha un suono in linea con le cuffie planari, dolce e dettagliato, neutro e lineare. aprendo la scatola compare il foam di protezione e una scatoletta che contiene il cavo di alimentazione nel nostro standard. la macchina è molto ben protetta, la confezione è premium nonostante l'aspetto dimesso del cartone. ed eccolo qui, con sopra l'unico accessorio, il cavo di alimentazione. Per il cavo USB dovrete provvedere voi. Si tratta come dicevo di un apparecchio da tavolo di forma tradizionale, 246,5mm x 228mm x 61mm per circa 3 chilogrammi. Piccolo ma non troppo, molto robusto come fa immaginare il peso. Peso che per la gran parte è responsabilità del grosso trasformatore toroidale di alimentazione. Perché l'alimentatore è integrato, come si conviene a tutti gli apparecchi di classe ! il frontale è caratterizzato dal marchio HIFIMAN su una superficie di alluminio spazzolato (il frontalino è bello spesso e fuoriesce in altezza e in larghezza dalla sagoma del telaio. Sulla destra c'è il marchio dorato R2R-Hymalaya, in mezzo tra le due manopole, una banda nera che integra le prese per le cuffie. Le due manopole sono responsabili, quella di sinistra, della selezione tra le modalità di conversione e di amplificazione, quella di destra è invece il comando dell'attenuatore a quattro canali. Le prese sono complete, single-ended nei due formati standard e bilanciate, coassiale da 4.4mm ed XLR a 4 pin. il resto del telaio è nero opaco con gli spigoli morbidi. La sensazione di solidità è palpabile e il peso rassicurante. il retro non presenta sorprese. Ci sono le due uscite di linea, RCA ed Bilanciata e i due ingressi - alternativi - USB, con presa di tipo B o C. La presa di alimentazione è standard, l'interruttore di accensione è nella stessa vaschetta. dettaglio delle uscite, di ottima qualità e degli ingressi, standard. il fondello bisogna prestare attenzione al selettore del voltaggio che - di fabbrica - dovrebbe arrivare impostato sui 230V per la nostra area. Deve essere visibile il numero bianco su fondo rosso 230. Se ci fosse il 115V attenzione, perché accendendo l'apparecchio, salterebbe il fusibile di protezione. la matricola e un primo piano di uno dei quattro piedini che reggono il telaio, ben dimensionati rispetto alle dimensione e al peso del DAC. Ed ecco tre viste ravvicinate del frontale selettore modalità DAC (NOS e OS) e GAIN (LOW e HIGH) per le cuffie le prese per le cuffie e l'attenuatore del volume che riporta solo MIN e MAX ma non ha tacche intermedie. Ovviamente io ... l'ho aperto perché le foto di repertorio non mi bastano mai. così ho avuto la conferma dell'impostazione razionale anche se con molti cavi volanti l'impianto vede il trasformatore toroidale i cui avvolgimenti sono condivisi sulle due schede, le due schede, quella adiacente al frontale relativa ai condensatori di livellamento (30.000 microFarad) e all'amplificazione e quella digitale che comprende sia il ricevitore USB che il convertitore vero e proprio. che é completamente integrato nei due moduli HIFIMAN HYMALAYA, qui nella versione I. Si tratta di moduli integrati composti dalla scala di resistenze di precisione che viene controllata da un microprocessore programmato dal produttore. Ogni modulo si incarica di effettuare la conversione da digitale ad analogico, generando la corrente che va all'amplificatore o alle uscite di linea (quelle in rosso sono le RCA mentre quelle in nero sono le XLR). L'integrazione è elevata, nulla a che vedere con il dispendio di mezzi che mette in campo un produttore più "analogico" come Audio-gd i cui prodotti abbiamo recensito su queste pagine. Del resto dimensioni, pesi ed ingombri definiscono classi diverse tra questi apparecchi. un'altra vita dell'interno con i moduli di conversione in primo piano in corrispondenza delle uscite e delle entrate. Visto nel dettaglio, diamo un'occhiata alle indicazioni del produttore, prese dal suo sito, alla pagina del prodotto. Ricordo che DAC è uscito nel 2022 e da allora nel catalogo HIFIMAN sono entranti altri apparecchi ed è stata introdotta un'altra generazione dei moduli R2R. il modulo originario è stato premiato al VGP in Giappone qui abbiamo lo schema a blocchi. L'amplificatore, definito "high-current" è in grado di uscire con 10,7 Volt per 4.4 watt su 36 Ohm dalle uscite bilanciate. il funzionamento viene garantito come realmente bilanciato a partire dai convertitori, duali, per procedere con i buffer verso l'attenuatore che è analogico e a quattro canali (per le due semionde positiva e negativa del destro e del sinistro) fino all'uscita cuffie. Attenzione, le due uscite di linea posteriori invece non sono amplificate ma fisse, alla tensione nominale standard. Non si tratta in pratica di un preamplificatore ma solamente di un convertitore di linea con integrato un amplificatore cuffie. Chi volesse collegare dispositivi esterni - come diffusori - dovrà utilizzare uno stadio di amplificazione/attenuazione esterno. è quello che abbiamo fatto noi per provarlo. Uscendo con cavi XLR di qualità verso l'amplificatore a valvole Stax con cui alimentiamo di solito le HIFIMAN Jade II cuffie elettrostatiche dal suono chiaro e dettagliato (quelle che abbiamo in testa in questo momento). In questo modo il segnale - immaginiamo a 5 Volt - in uscita dal EF400 verrà poi trattato dall'amplificatore e il livello del segnale in uscita verso le cuffie, regolato dall'attenuatore dell'amplificatore STAX. Se si volessero collegare dei monitor amplificati, cosa possibile ma scomoda, sarà necessario regolare il volume direttamente dai monitor (che normalmente hanno la manopola dietro, impossibile da raggiungere e da vedere ...). Anticipavamo che nel frattempo i moduli HYMALAYA sono stati aggiornati e ne esistono di due nuove versioni che equipaggiano i nuovi DAC che intanto sono stati presentati da HIFIMAN. Come segno di attenzione per i propri clienti, però, per l'EF400 è stato avviato un programma di aggiornamento che permette di sostituire i due convertitori originali con due delle nuove serie. i due nuovi moduli, denominati PRO e disponibili in due diverse versioni, vengono descritti da HIFIMAN come superiori ai leggendari PCM1704 sia in termini di rapporto segnale/disturbo che di distorsione. Probabilmente anche di musicalità, visto il tempo che è passato. E non potrebbe essere altrimenti. Il programma di aggiornamento : promette un notevole incremento di prestazioni in termini sonori. Con un miglioramento "drammatico" dell'esperienza di ascolto. Probabilmente - maligniamo noi - supereranno anche l'unico difetto che abbiamo riscontrato in questo DAC e di cui parleremo nella sezione di ascolto. Legato forse alla potenza degli FPGA di controllo installati nei moduli (nostra ipotesi). *** Bene, lo abbiamo visto, lo abbiamo pesato, lo abbiamo aperto. Sappiamo che offre fino a 4.4 watt di potenza sulle cuffie nelle uscite bilanciate e che ha un selettore per elevare eventualmente il guadagno di uscita. Anticipo che qui io l'ho usato esclusivamente in NOS, trovando la modalità senza oversampling la più dinamica e dettagliata. Mentre con le cuffie che ci sono in casa, non è stato necessario usare il Gain più elevato, anche qui per conservare una buona riserva dinamica. Per di più, il volume non è mai andato oltre un quarto o poco di più. Segno che la potenza c'è se le cuffie non sono di quelle impossibili. E il suono ? Sul principio suonava secco ed asciutto. Dopo due settimane in cui l'ho tenuto costantemente acceso - cosa segnalata dal led anteriore (unica spia che denota l'attività della macchina) e dal teporino a cui si porta il DAC mentre lavora, si è sciolto. E di molto, diventando dolce e pulito. La stessa identica esperienza che ho riscontrato con le DEVA PRO che all'inizio erano inascoltabili e poi nel tempo sono diventate di un chiaro e di un suadente inaspettato, quasi fossero delle ammiraglie. Segno che anche le resistenze e gli FPGA hanno un'anima e che si deve rodare per diventare ascoltabile. Consiglio - anche se l'EF400 non è un classe A - di accenderlo un pò prima di usarlo. Oppure di lasciarlo sempre acceso, tanto consuma poco. Vi ripagherà in classe e calore. Intanto che scrivo sono tornato sull'uscita cuffie dell'EF400 cui ho collegato - in bilanciato le Edition XS. Devo anticipare che gli abbinamenti non sono banali con questo amplificatore. Ho trovato non piacevolissime le Ananda Nano, per esempio, mentre splendide e calde le Sundara Closed Back. Divine, le Audivina, magistrali le Arya Organic. Ma adesso le Edition XS mi stanno piacendo ancora di più (Beethoven, 9a sinfonia, Danish National diretta da Adam Fischer). Naturalmente qui saranno i vostri gusti e le vostre orecchie a guidarvi. Ma con gli Audio-gd le Ananda mi piacciono di più delle Edition XS, qui è il contrario. *** Alcuni disco ascoltati Beethoven i concerti per pianoforte e orchestra. Giovanni Bellucci Suono del pianoforte chiaro e perfettamente posizionato su un'orchestra "leggera" ma ben dimensionata Temptation, Chantal Chamberland Bel basso profondo ma veloce, pelli frizzanti, voce suadente e caldissima di Chantal. Hadewych Van Gent, violoncello, nella sonata per viola di Rebecca Clarke alzo appena il volume perché me lo chiede la musica. Il cello è roco ma esteso fin al suo registro più acuto. Il pianoforte è in secondo piano, basso, come se stessimo seduti tra il pubblico e non sul palco. Bach, Magnificat, Rias Kammerchor Berlin e Akademie fur Alte Musik Berlin Ascolto biased perché si tratta di una delle mie composizioni preferite. L'equilibrio tra le parti è eccellente, senza che nulla turbi l'ascolto. Musica barocca dal vivo, come essere in chiesa durante l'esecuzione, nelle panche di sinistra, in quinta o sesta fila. Art+Pepper + Eleven, 1960, 192/24 classico delle mie sessioni di test, qui sono passato alle HIFIMAN Audivina, prima avevo le Edition XS. Elevata dinamica, il sax è li da qualche parte sulla sinistra ma rivolto verso destra, quando aumenta il volume si incrementa lo spazio che occupa lo strumento. Le cornette e le trombe stanno dietro Art mentre i tromboni sono a destra. Con le percussioni ovunque. Prestazione eccellente, giusto un filo monitor ma che mi convince, perché continuerei ad ascoltare il disco anziché scrivere. Mi fermo qui, era giusto per confermare l'impressione di avere un eccellente front-end al servizio di cuffie che conosco benissimo e di cui mi fido. Sinceramente io non so cosa vogliano espressioni "nero come le pece" che scrivono certi recensori. Se si riferiscono al "silenzio di fondo", credo che non esista oppure se c'è, viene creato ad arte da certi chip. Qui abbiamo un suono complessivamente da giradischi con una bella testina MC. Ma perfetto in ogni dettaglio. Davvero, non scherzo, non saprei cosa dirvi se non ne foste soddisfatti. Adesso provo ad ascoltare le Audivina con l'Audio-gd R27HE. Ok, ok, non parlo più. Non c'è confronto. Ma qui sono passato da un front-end da 3 chili e 400 euro ad uno di 29 chili e quasi 5.000 euro (ho l'interfaccia digitale in mezzo; tutto con rigenerazione di corrente). Ma, se voi non avete cuffie Top of The Line e avete un budget contenuto, sinceramente non saprei di cosa potreste lagnarvi ... di questo HIFIMAN EF400. CONCLUSIONI Pro: piccolo, compatto, ma rassicurante nella sua costruzione tradizionalmente da tavolo (devo ammettere che i nuovi modelli a sviluppo verticale non mi fanno impazzire !) realmente bilanciato suono naturale come norma per i convertitori R2R nessuna gamma in evidenza, dopo un rodaggio nemmeno troppo lungo ed avendo l'accortezza di lasciarlo scaldare prima di usarlo (o tenerlo sempre acceso) la prestazione è degna di un alto di gamma, sarà veramente difficile se non passate giornate intere ad ascoltare musica dire che potreste desiderare di meglio (ma si, sappiamo che gli appassionati sono incontentabili ed è per questo che esistono macchine di costo superiore) anche se i moduli R2R integrati sono superati dai modelli successivi, HIFIMAN ha avviato una campagna di upgrade (a pagamento) che sembra conveniente uscito a circa € 700 adesso è scontato e non è difficile trovarlo per poco più della metà : a questo prezzo è un affarone ! Contro: nell'ascolto si avvertono talvolta nei passaggi di traccia o di livello degli scrocchi che ricordano quelli dei vinili. Probabilmente un limite nel regolare livelli di segnale molto diversi. A me non da alcun fastidio ma per qualche purista potrebbe essere un problema le uscite di linea non sono controllate dall'attenuatore, sono fisse, quindi ogni dispositivo connesso suonerà al massimo se non ha un suo attenuatore l'unica entrata disponibile è quella USB. E' un precisa scelta di progetto ma a qualcuno potrebbe non bastare non c'è un display che dia le indicazioni minime di funzionamento, tipo la frequenza di campionamento del segnale o altro. L'impostazione è minimal da curare l'abbinamento con le singole cuffie, io ho trovato che per alcune il suono è eccezionalmente chiaro e piacevole, per altre "quasi" detestabile, anche se tutte HIFIMAN. Insomma, bello, ben fatto, solido, be n costruito, con un aspetto premium eppure piuttosto economico. Completo per quanto riguarda la prestazione sonora ma minimal nell'approccio - sia delle entrate che delle uscite - e nelle funzioni. Ma quello che promette lo fa : fa suonare bene le cuffie e converte il segnale digitale in un analogico ... veramente tale ! A differenza di tanti suoi colleghi Sigma-Delta fatti con lo stampino il cui suono sembra la fotocopia dell'originale. Ovviamente non si pretenderà la luna. Per quella ci sono front-end di livello adeguato alle aspettative di tutti. Ideale l'abbinamento con HIFIMAN Edition XS per chi ama la musica classica, Sundara Closed Back per chi invece preferisce jazz o musica moderna. *** Nota per gli utenti Windows. Il DAC non viene visto dal sistema se non installate prima i driver scaricabili dal sito ufficiale. operazione che porta via due minuti e poi non si deve fare più nulla. Il driver viene visto da Audirvana e dal lettore Qobuz ed è stabilissimo.