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Showing results for tags '135mm'.
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fosse un obiettivo come altri, basterebbe il primo approccio. Ma qui siamo di fronte un oggetto tale che ci vogliono almeno sei mesi per capirlo abbastanza da poterne riparlare. E' un pò come per le cuffie magnetostatiche che sto provando. Le ho già da due mesi e le sto appena rodando. Comincerò solo tra qualche settimana ad approfondire il carattere di ognuna. Perchè ognuna ha il carattere che ha. E non sarebbe onesto liquidarle con il primo ascolto. Lo stesso qui, si, certo, l'effetto sbalorditivo di quello sfuocato e di quelle palline perfettamente rotonde colpisce subito. Ma avete notato che, come al solito, sul web non si parla più di questo obiettivo ? Perché non ci si da più il tempo di imparare a conoscere gli strumenti prima di dare un giudizio complessivo obiettivo. E in questo caso posso già anticipare che non basteranno questi primi sei mesi ma ci vorranno anni perché diventi un vero amico come lo fu il vecchio 200mm f/2. Quello che posso dire subito, per farla finita con questo preambolo, è che questo è forse il più caratteristico ed unico Nikkor Z, dopo l'inarrivabile 58/0.95 Noct. Si, perché il 400/2.8 e il 600/4 sono eccellenti, ma in fondo simili ai precedenti pari classe, almeno all'ultima generazione senza teleconverter. Qui invece abbiamo un obiettivo originale, unico e che non va semplicemente a sostituire il vecchio 135/2 DC sulla piazza da oltre trenta anni, diventa un riferimento permanente. E' un obiettivo cinematografico anche se non si fa video, anzi, soprattutto se non si fa video, viene normale seguire l'azione, seguendo il soggetto, inquadrandolo non solo sullo stretto ma anche nella scena in cui si trova ci penserà lui a caratterizzare l'immagine passo dopo passo in qualunque circostanza sia in interni che in esterni invitando te a scattare e lei a muoversi senza pensarci troppo, anzi, pensando a se un passo indietro, uno avanti (quello che segue è un crop del precedente scatto) per vedere quello che succede quale che sia la luce Certo, lo "stretto" è il suo pane ma non solo Dello sfuocato si è anche troppo abusato ma più che dell'effetto Netflix che adesso è tanto in voga io guardo a quello che succede dietro perché ci sia l'impronta nella ripresa non solo in esterni La focale è impegnativa L'imperare dei telefonini e delle focali corte ha largamente condizionato il nostro sguardo. E con il teleobiettivo si rischia facilmente "l'effetto faccione" che non piace alle modelle ritratte, abituate ai selfie. Per cui bisogna stare attenti, scegliere soggetto e punto di ripresa. e anche osare la figura, oltre al ritrattone l'impatto sarà ugualmente assicurato Ma in studio su sfondo uniforme è sprecato sebbene sia sensazionale nel dipingere una rossa fumante Mi fermo qui Perché conservo in archivio solamente 51.944 scatti fatti con questo 135 da quando ce l'ho. Che è diventato la mia prima scelta quando il soggetto lo pretenda. Ma non sempre. In alternativa e in antagonismo al 85/1.2. Fantastico ma molto differente. Mentre ho abolito del tutto il 105mm fisso che prima amavo tanto. Ma solo perché Nikon ancora non ne ha proposto uno di questo livello. Questo è ammaliante, straordinario, irreprensibile, prezioso. E rende ogni immagine ripresa degna di essere coccolata e curata al massimo. Sebbene io debba aggiungere per finire che il 99% degli scatti che ho presentato in questo articolo, per lo più scelti a caso tra sequenze riprese a raffica lente, siano al naturale come sono stati registrati sulle schede di memoria. Un'ultima considerazione sulla fotocamera da usare con il 135/1.8 S Plena. Si sposa solo o quasi con la Z9. Con la Z8 l'ho usato perché in quel momento non avevo la Z9. Con la Zf va bene solo per le foto di repertorio (quelle della macchina con l'obiettivo). Non per demeriti dell'elettronica della Zf, ma perché quel corpo proprio non lo regge quell'obiettivo. Sono unioni pensate all'origine. Il 135 e la Z9, la Z9 e il 135.
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Nikon Z50 II al Cross+Studio [att.: NUDO !]
Nikonland Admin posted an article in Nikon Z : Test fotocamere
Svegliati Mauro, c'è la tua Silvjia a Milano e c'è da provare la nuova Z50 II. "Eccheddiamine, non si può mai riposare in pace." Alla fine siamo riusciti a convincere Mauro a muoversi. Ma sulle prime voleva cancellare l'appuntamento con S. Però la sfida era grande e non si è tirato indietro. Per nostra fortuna. In borsa la Z9 con 85/1.2 e 135/1.8 Di scorta la Z50 II con il Viltrox AF 75/1.2 PRO e il Nikkor Z 35/1.4. La batteria EN-EL25a mezza scarica di scorta ad una EN-EL25 presa in prestito da una Zfc. Luci SmallRig RC100B con due batterie Viltrox da 155 Wh. Due treppiedi ripiegabili Neewer da 40/178cm. Cross+Studio prenotato per domenica mattina, sala Tribeca. Un classico e una sicurezza anche in dicembre quando a Milano non c'è luce. Sono esattamente 5 anni dal primo shooting con Silvjia che intanto si è fatta una donna charmant. Quando é tornato ci é sembrato molto soddisfatto ma non l'abbiamo voluto disturbare subito. Siamo riusciti a carpirgli le sue impressioni solo oggi. *** Nikon Z9 con Nikkor Z 85/1.2 S a f/1.2, ISO 500, 1/1000''. Picture Control Portrait, Bilanciamento del bianco su Luce Solare: dopo circa 3-400 scatti con la Z9, Mauro è passato alla Z50 II e non ha più smesso con la Z9 che, indispettita lo ha mandato a quel paese ! "Farmi uscire di casa per non lavorare, cretino !" Quindi, Mauro, come è andata ? Uff. E' stato stressante perché non era una cosa programmata. Ti avevo detto che non volevo essere disturbato almeno fino a primavera. Si, certo ma mica ci potevamo andare noi, ti immagini ? E intanto le impressioni sulla Z50 II in studio chi le scriveva ? D'accordo hai sempre ragione tu, inutile combatterti, sei peggio dei Borg. "Noi_siamo_i_Borg_ogni_resistenza_è_superflua_arrendetevi_e_sarete_assimilati" Nikon Z50 II con Nikkor Z 35/1.4 ad f/1.4, ISO 500, 1/1600''. Picture Control Portrait, Bilanciamento del bianco su Luce Solare Va bene, vuoi cercare di essere serio, per favore ? Come è andata ? D'accordo. Era mattino ma la luce non era granché, qui c'era il sole, a Milano la nebbia. Ho usato i due SmallRig di riempimento. Silvjia dopo qualche foto ha visto subito che le luci non erano invadenti e restava l'illusione della luce naturale. Dosando al 20-25% la luce, le due batterie da 155 Wh sono state fin troppo, sono rimaste all'80% di carica dopo due ore di scatti. Nikon Z50 II con Nikkor Z 35/1.4 ad f/1.4, ISO 500, 1/1600''. Picture Control Portrait, Bilanciamento del bianco su Luce Solare E le macchine ? Le macchine. Ho fatto 9.470 scatti. Lei era ispirata, affascinante e incantevole, ogni posa speciale, le due luci insieme alla luce delle finestre la modellava e la fondeva con il salone. Di fatto però dopo 299 scatti con la Z9 ho finito per usare solo la Z50 II. Tanto che la Z9 dopo un pò ci ha sonoramente mandati affxxxxlo e si messa in disparte. Così, con la Z50 II mi sono ritrovato a scattare anche con 85/1.2 e 135/1.8 in barba al fatto che sono stati pensati per la Z9. Nikon Z50 II con Nikkor Z 35/1.4 ad f/1.4, ISO 500, 1/1600''. Picture Control Portrait, Bilanciamento del bianco su Luce Solare Addirittura ? Si, il corpo è più grande il giusto. Si sente bene in mano. Il display ribaltabile mi viene buono anche da guida, per lo più ho scattato guardando sul display, senza occhiali, lasciati sul tavolo. Nikon Z50 II con Nikkor Z 35/1.4 ad f/1.4, ISO 500, 1/1600''. Picture Control Portrait, Bilanciamento del bianco su Luce Solare Ma non mi pare che in passato fosse andata così con Z50 e Zfc. Ma neanche per niente. Con la Z50 ho fatto solo un set e poi l'ho sostituita con la Z6 (all'epoca avevo solo la Z7). Le Zfc le ho usate perché intanto avevo venduto le due Z6 ed aspettavo la Z9. Però per quanto "carine" sono macchine gingillo, non per fotografare. Una pena tenerle in mano per più di 10 minuti di seguito. Non parliamo di quando ci avevo provato con la Nikon 1 J5 e il 32/1.2. Un bradipo sarebbe stato più efficiente. Qui in una sola sessione ho fatto più di 9000 scatti. E dopo un pò mi sembrava di avere in mano una Z8. Nikon Z50 II con Nikkor Z 35/1.4 ad f/1.4, ISO 500, 1/1600''. Picture Control Portrait, Bilanciamento del bianco su Luce Solare Batteria ? Mi avevi messo dentro la EN-EL25, bontà tua. Ho scattato per circa un'ora e mezza, dopo di che è comparsa la spia rossa ed ho messo la EN-EL25a. Quindi empiricamente posso dire che si fanno le solite 2 ore canoniche di ogni Nikon Z. E' un pò come se Nikon avesse messo dentro alla Z50 II (e sospetto anche dentro la Z6 III) una versione a basso consumo energetico dell'Expeed 7. Con la Z8 avrei avuto qualche surriscaldamento (come sai scatto sempre a raffica anche con le modelle), qui niente ! Nikon Z50 II con Nikkor Z 35/1.4 ad f/1.4, ISO 500, 1/1600''. Picture Control Portrait, Bilanciamento del bianco su Luce Solare Quindi promozione completa ? Se la Z9 autonomamente si è fatta da parte la risposta sta nei fatti. E in quanto alle foto, parlano da sole, no ? Indistinguibili, come i crop della Z9. Buoni per copertine di rivista, libri, stampe poster. Lo sai che abbiamo in casa dei 100x75cm ricavati da 12 megapixel della D3, no ? E con la D3x da 24 megapixel abbiamo fatto dei posteroni. Questa storia che 20 megapixel non bastano è buona solo per vendere ai fresconi l'ennesima superpixellata bolsa e macchinosa. La Z50 II invece è agile e scattante. Si accende in un microsecondo e non si ferma mai. Nikon Z50 II con Nikkor Z 135/1.8 Plena ad f/1.8, ISO 500, 1/1250''. Picture Control Portrait, Bilanciamento del bianco su Luce Solare Come ti è sembrata con i grossi ? Premesso che con il Viltrox 75/1.2 (che pure non è un fuscello) si lavora perfettamente e che il Nikkor Z 35/1.4 sembrano fatti perfettamente per questa Z50 II, io ho montato più per scommessa che per altro 85/1.2 e 135/1.8 ma mi sono trovato persino meglio che le prime volte con la Z8. Nikon Z50 II con Nikkor Z 85/1.2 ad f/1.2, ISO 500, 1/2000''. Picture Control Portrait, Bilanciamento del bianco su Luce Solare Video, ne hai fatti ? Si anche se la luce chiamava a gran voce le foto. Un 4K30p che mi è sembrato del livello di quello di Z8 e Z9. Nikon Z50 II con Viltrox AF 75/1.2 ad f/1.2, ISO 500, 1/2000''. Picture Control Portrait, Bilanciamento del bianco su Luce Solare A che sensibilità hai lavorato ? E in che modalità ? Sempre a 500 ISO con gli obiettivi sempre completamente aperti. Mi è bastato per avere sempre tempi veloci. Picture Control su Portrait, Bilanciamento del bianco su Luce Solare. Manuale con il tempo scelto da me in base all'esposizione che volevo fare e al tipo di immagini che avevo in mente. Ovviamente NEF ad alta efficienza da meno di 9 megabyte l'uno Nikon Z50 II con Nikkor Z 35/1.4 ad f/1.4, ISO 500, 1/1600''. Picture Control Portrait, Bilanciamento del bianco su Luce Solare Sviluppo ? Per ora questi NEF li vede solo Photoshop. Ma la lavorazione in Camera Raw è tale e quale a quelli della Z8 o della Z9. Ti ripeto, le immagini sono indistinguibili. E anzi, mi sembra di aver esposto meglio con la Z50 II che con la Z9. Insomma, è il crop dell'immagine che prenderebbe la Z9. Tale e quale. Memoria ? Quella che mi ha messo tu in macchina. La Lexar 1066x in omaggio da Nital. Riempita per circa 90 gigabyte, quindi adeguata. Nessuna impuntatura di nessun genere. Direi che in quanto a schede di memoria non ci saranno mai problemi con questa macchina (purché si usi roba recente e di qualità, come le nostre Lexar). Ma torniamo all'autofocus, per favore. Nessun indugio, ho usato come mia abitudine esclusivamente AREA AUTO AF con riconoscimento del soggetto su Persone. Fuoco sull'occhio o sul volto con il tracking automatico attivo. Io non sono Fred Perry e nemmeno René Lacoste che misurano con il cronografo la velocità di messa a fuoco in millisecondi di una batteria di fotocamere di marchi differenti con gli obiettivi più strambi che hanno, ma, così ad occhio, con lo stesso obiettivo non ho notato differenze rispetto alla Z9. Né di aggancio né di tracking. E più o meno la stessa percentuale di "keeping" come dicono gli americani. Considerato che io scatto a raffica, che mi muovo mentre scatto e che i miei soggetti sono donne vere a sangue caldo, esortate a non stare congelate come baccalà norvegesi ma spogliarsi, rivestirsi, alzarsi e rigirarsi, i fuori fuoco sono rari. Le foto da buttare solo quelle per il soggetto che si è mosso imprevedibilmente ed è finito fuori quadro. Sempre a sensazione e senza uno straccio di prova scientifica, tenderei a dire che la Z50 II è meglio della Zf in questo senso. Probabilmente per effetto del sensore più piccolo, mi pare più reattiva. Oppure dipende dal fatto che la Zf è una macchina che invita ad essere riflessivi, o che produce fotografie meno "affilate" e più "umaniste". In ogni caso in nessun momento mi sono pentito di aver usato la Z50 II al posto della Z9, tranne per il fatto che Silvjia è diventata sempre troppo vicina. Ma la sala mi offriva la possibilità di allontanarmi a mio piacere, cosa non sempre possibile in altri ambienti. Nikon Z50 II con Nikkor Z 35/1.4 ad f/1.4, ISO 500, 1/1600''. Picture Control Portrait, Bilanciamento del bianco su Luce Solare E l'annosa questione dell'assenza di stabilizzatore sul sensore ? Cosa ne pensi ? Averlo sarebbe meglio, ovviamente. Ma criticare le scelte dei progettisti non è il mio mestiere. Io faccio il fotografo, altrimenti mi occupo d'altro. In questo genere uso tempi sempre molto rapidi per mettermi al sicuro dal mio di mosso e da quello del soggetto. E alla fine non saprei dire se avere il VR sul sensore farebbe qualche differenza pratica. Nikon Z50 II con Viltrox AF 75/1.2 ad f/1.2, ISO 500, 1/2000''. Picture Control Portrait, Bilanciamento del bianco su Luce Solare Rimane la questione della batteria. Io detesto la EN-EL25 perché è stupida come un sasso. Non comunica nulla salvo ad un certo punto stamparti a mirino l'icona della Morte Rossa per invitarti alla sostituzione. E' una cosa che con Z9 ho dimenticato e con Z8 mi capita solo dopo svariate ore. Se dovessi dire cosa veramente non mi piace della Z50 II direi proprio la batteria e il fatto che la scheda di memoria coabiti con la batteria e si debba trafficare col fondello per inserirla ed estrarla. Però all'atto pratico ho fotografato per un'ora e mezza con una EN-EL25. E la scheda di memoria mi avrebbe consentito 12.500 scatti. Esistono ovviamente sul mercato schede più capienti e non è detto che non me ne doti nel 2025. L'altra cosa che non mi piace è la torretta. Per me è superflua. Sta su M permanentemente e mi dimentico che ci sia. Nikon Z50 II con Viltrox AF 75/1.2 ad f/1.2, ISO 500, 1/2000''. Picture Control Portrait, Bilanciamento del bianco su Luce Solare Tiriamo le somme ? Mi sono divertito. Non mi è pesato usare la Z50 II. Non garantisco che in altre occasioni la porterò, anche per non indispettire Z9 e Z8. Ma adesso ho la fiducia e la confidenza nei confronti di questa macchina, quella fiducia che mi permette di dimenticarmi completamente di ciò che sto utilizzando per concentrarmi al 100% sulla creazione di immagini. E' il mio processo creativo, un metodo che ho raggiunto dopo più di 40 anni di utilizzo esclusivo di Nikon e che è sublimato dalla potenza di queste mirrorless. In pratica vedo a mirino (o a display) esattamente quello che voglio che sia la mia fotografia. Scatto e continuo a farlo seguendo il flusso dell'azione, mia e della modella. Con la musica di sottofondo e niente che mi distragga da quello che sto facendo. Alla fine potrei anche non riguardare le foto che ho scattato (e spesso, non lo faccio, oppure lo faccio dopo settimane), perché so che sono esattamente come le ho viste mentre scattavo. Con le Nikon DX non ho mai avuto queto feeling, nemmeno con le reflex. E nemmeno con le precedenti Nikon Z in formato DX. Nikon qui ha superato se stessa. Di fatto la Nikon Z50 II non è una entry-level, su questo piano è una professionale. Se era relativamente facile fare una riduzione in scala della Z9 con la Z8 e una replica più economica della Z8 con la Z6 III, qui l'equazione era più complicata. Per il diverso formato e soprattutto per la volontà precisa di mantenere il collocamento del prodotto esattamente allo stesso livello di prezzo della precedente fotocamera. Che oggi può andare gloriosamente in pensione, sostituita da una nuova, piccola ma grandissima ammiraglia miniatura. Ma adesso lasciami che deve arrivare UPS con il nuovo convertitore R2R con alimentazione rigenerativa. Ti lascio alle tue macchinette fotografiche che io vado a dedicarmi alla mia vera passione : la musica ! Nikon Z50 II con Nikkor Z 35/1.4 ad f/1.4, ISO 500, 1/1600''. Picture Control Portrait, Bilanciamento del bianco su Luce Solare Grazie Mauro. Soprattutto grazie a Silvjia mai così affascinante e sempre più espressiva. Ma grazie Nikon per aver aggiunto una piccola meraviglia così prestazionale. E' difficile che Mauro, per come è esigente, si dichiari tanto "confidente" nei confronti di una fotocamera nuova. In passato è successo solo con D5/D6 e Z9. Spesso, interpretandolo tra le righe, si capisce quando una cosa non lo soddisfa del tutto. Se mi ha detto di trattenere in casa la Z50 II privandosi della seconda Zfc (resta in casa solo quella special edition nera e blu) che tanto ha amato esteticamente, è segno di quanto sia genuinamente convinto delle capacità di questa Z50 II. Nikon Z50 II con Nikkor Z 135/1.8 Plena ad f/1.8, ISO 500, 1/1250''. Picture Control Portrait, Bilanciamento del bianco su Luce Solare : LUCE AMBIENTE SENZA RINFORZO Le immagini presentate in questo articolo hanno pochissimo sviluppo e pochissima fotoritocco. Copyright 2024 Nikonland. Riproduzione riservata.- 8 comments
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Arrivato a tempo record, grazie ad Mtrading, in verità lo attendevamo da almeno 4 se non 5 anni, questo meraviglioso strumento fotografico. In casa Sigma, l'arrivo lo scorso autunno del nuovo 85mm F1.4 Art ha, non solo alzato l'asticella in tema di mediotele da ritratto (l'Otus autofocus è la mia definizioni) ma anche creato aspettative superiori per i successivi modelli. E poi non dimentichiamoci che là fuori c'è anche ill meraviglioso Nikon 105mm F1.4 a mettere in imbarazzo i ritrattisti (e non solo). Capirete la curiosità con cui ho appreso del lancio di questo nuovo 135mm Art di Sigma, specie dopo aver visto il suo grafico MTF, più simile ad un superteleobiettivo esoterico che ad un "semplice" 135mm, seppur di prestigio come è questo. la solita bella scatola bianca con la banda nera il trio delle meraviglie, il superkit da ritratto. Da sinistra il Nikon 105/1.4E, in centro il Sigma 85/1.4 Art, a destra il nuovissimo Sigma 135/1.8 Art oggetto di questa prova. 135mm é all'incirca il calibro dei pezzi medi standard dell'artiglieria navale (era effettivamente 127mm per gli americani, 150mm per i tedeschi ma la Regia Marina usava proprio il 135mm su alcuni incrociatori leggeri come Capitani Romani), superiore per gittata e peso del proietto al più compatto 105mm. 135mm è la focale standard per il ritratto stretto in fotografia nel nostro formato 35mm. E' una focale pensata per andare oltre il mezzo busto, oltre la testa e le spalle e poter studiare la sola testa.Nell'ultima generazione di 135mm la distanza minima di messa a fuoco, scesa sotto ai 90cm, consente anzi di chiudere agevolmente sul solo volto che finisce così per riempire il fotogramma. Il 135mm è già un teleobiettivo abbastanza importante anche per dimensioni e peso. E' pensato quindi per fotografi per nulla timidi, in grado di imporsi sul soggetto per scrutarne i più minuti dettagli, fino a catturarne lo spirito. E' una focale d'elezione, elettiva per natura. Non per tutti. Per pochi. Fortunati pochi. Noi nikonisti da decenni ci siamo dovuti accontentare di un ottimo obiettivo - all'epoca - il Nikkor AF-DC 135mm F2, luminoso e particolare, dotato di un meccanismo di dosaggio manuale della quantità di sfuocatura.Che purtroppo sconta il fatto di essere stato progettato per la pellicola e per un'altra epoca.E che, in era digitale, mostra purtroppo tutti i suoi limiti. Colpevolmente Nikon e tutta l'industria fotografica non ha ritenuto - dal 1990 ad oggi - di aggiornare questa classe di oggetti, fidando sulla disponibilità di zoom prestazionali per coprirne l'esigenza. Ma il ritrattista ha bisogno di una focale fissa, da scegliere a seconda dei casi.Ha bisogno di potersene fidare ciecamente perchè mentre fotografa si concentra al 101% sul soggetto e non ha testa per pensare ad altro. Finalmente, nel 2017, ci ha pensato Sigma. Lo ha fatto con un oggetto che ... scopriremo insieme nelle prossime pagine insieme all'ottimo Sigma 85mm F1.4 Art : che splendida accoppiata ! Ecco qui il mio esemplare appena arrivato. Nell'aspetto si presenta dannatamente simile al Sigma Art 85mm F1.4, tanto che in svariate occasioni li ho confusi, accorgendomi di avere l'obiettivo "sbagliato" solo dopo un pò.Persino per queste prime foto di presentazione dell'oggetto, al primo giro ho fotografato ancora ... l'85mm la garanzia ufficiale del ditributore italiano Mtrading Srl eccolo insieme al degno "compare" 85mm, tolti i petali del paraluce di uno ... si possono facilmente scambiare tra loro. il paraluce è un semplice tronco di cono. La focale più lunga non necessita di particolari accorgimenti di protezione della lente anteriore. Il tappo è il classico Sigma, il passo filtri da 82mm. una aggiunta che può risultare comoda, mutuata da obiettivi macro e supertele è il limitatore di distanza di messa a fuoco.Si può selezionare se stare sul campo vicino (0.875 metri - 1.5 metri) o se andare solo oltre il campo vicino (1.5 metri - a infinito).Ciò evita hunting e movimenti inutili. Ma attenti a non fare come ho fatto io, l'ho impostato, poi me ne sono dimenticato e per un momento, ho temuto che si fosse rotto il motore di messa a fuoco ! voi ditemi se preso così non è maledettamente simile all'85mm ! la baionetta per Nikon, senza più aggeggi meccanici. Anche in questo obiettivo come in tutti i più recenti, il diaframma è elettromagnetico in questo modo il diaframma sta sempre aperto anche a riposo e lascia passare tutta quella luce ! il paraluce riporta una pregevole incisione delle caratteristiche principali l'obiettivo è grosso ma un filo più compatto dell'85. Sulla D5 sembra quasi piccolino ancora un particolare della bottoniera e del marchio Made in Japan con il paraluce sulla D5 Caratteristiche principali foto ufficiale Sigma schema ottico : 13 lenti in 10 gruppi (2 equivalenti alla fluorite FLD e 2 SLD) mtf ufficiale il nuovo 135mm F1.8 Art è a prima vista il fratello gemello del recentissimo 85/1.4 Art.L'aver contenuto la luminosità ad F1.8 anzichè esagerare mantenendo F1.4 ha consentito in un certo modo di limitare l'effetto di gigantismo cui stiamo assistendo ultimamente.In effetti, rispetto ad altre realizzazioni Sigma questo - per essere un 135mm così luminoso - sembra compatto. pesa 1130 grammiè lungo 115mm ed ha un diametro di 91mmimpiega 13 lenti in 10 gruppi (2 equivalenti alla fluorite FLD e 2 SLD)mette a fuoco da 88cm con un rapporto di ingrandimento di 1:5il passo filtri è di 82mm Non c'è ancora disponibilità di questo obiettivo sul mercato, il prezzo consigliato dovrebbe aggirarsi intorno ai 1.450 euro. montato sulla mia D5 : artist impression senza paraluce per ragioni fotografiche (ma io vi consiglio di montarlo SEMPRE) Concorrenti La scelta di 135mm moderni per attacco Nikon si esaurisce subito. Il mitico Nikon 135mm F2D DC oramai conta svariati lustri sulle spalle, essendo stato presentato nel 1990 nella prima versione AF ed aggiornato con la lettera D nel 1995.E' vecchio in tutto, sia nell'aspetto (che poco conta nell'uso pratico) che nell'autofocus (rapido per l'epoca ma oramai ... letargico rispetto ai bolidi supermotorizzati di oggi) che, soprattutto nelle prestazioni. Se alla presentazione suscitava scalpore il meccanismo del Defocus Control (la seconda ghiera di controllo in grado di modulare a mano le modalità dello sfuocato), nella pratica questo è stato il suo secondo punto debole (il primo è sempre stato la quantità e qualità di aberrazione cromatica laterale). Infatti oltre ad essere difficile da dosare anche empiricamente, in molti esemplari questo meccanismo finiva per minarne la precisione di messa a fuoco. Io ho fatto foto spettacolari con questo obiettivo ma ho anche sbagliato innumerevoli messe a fuoco.Tanto da averlo abbandonato presto per cominciare il mio peregrinare tra svariati macro (Sigma) per ridurmi poi - mio malgrado - a mettere a fuoco a mano con l'altro mito di cui parleremo più avanti. dalla sua ha ancora il vantaggio della relativa compattezza e leggerezza (rispetto ai mostri dell'ultima generazione), con un peso di 815 grammi, una lunghezza di 120mm e un diametro di 79mm. Il paraluce è integrato e si mette in posizione spingendolo in avanti. E' composto da sole 7 lenti in 6 gruppi (una lente in più del fratello minore 105/2DC che ha lo schema in comune con il loro papà, il vecchio Nikno 85mm F1.8), nessuna delle quali esotica.La distanza di lavoro appare oggi elevata, minimo di 110 cm, cosa che influenza le possibilità di composizione. Vi risparmio l'MTF e soprassiedo sulle altre caratteristiche come vignettatura e, specialmente aberrazioni cromatiche (per provarlo, basta scattare in controluce su uno specchio d'acqua. Io al lago ho fatto spettacolari anelli di cipolla magenta su acqua monocromatica !). E' ufficialmente ancora a catalogo a riprova della lentezza oramai proverbiale di Nikon nel aggiornare i propri pezzi più pregiati (Nikon aveva già prima ancora di questo a listino un sensazionale - per l'epoca - 135mm F2 AIs) ad un prezzo di 1.383 euro (Foto Colombo, garanzia Nital).Si trova a meno d'importazione (sono fondi di magazzino).Usato è facile da trovare intorno agli 850-950 euro a seconda delle condizioni. Io francamente ve ne sconsiglio l'acquisto, salvo che non vi ostiniate ad utilizzare ancora vecchie glorie come la Nikon D200 o la D700. Lo Zeiss Apo Sonnar 2/135mm a sinistra, senza paraluce, la versione "old", a destra, col paraluce, la versione Milvus dello Zeiss 2/135 Apo-Sonnar di cui ho parlato qua : Zeiss 2/135 mm APO SONNAR su Nikon : l'ineguagliabile ( test/prova ) é invece tra i più stupefacenti apparecchi di fotografia esistenti oggi su questo mondo.Purchè sappiate mettere a fuoco bene a mano.Lo facciate con tranquillità.E i vostri soggetti siano particolarmente ben disposti a collaborare. E siccome questo obiettivo è sostanzialmente pensato - come tutti i 135mm del mondo - per fare ritratto, tranne che non usiate azoto liquido oppure cloroformio in dosi massicce, sarà facile che tra i movimenti del soggetto, tra i microspostamenti vostri mentre mettete a fuoco, il numero di foto perfette ad F2 siano moderato o minimo, dipende da quanto mano ferma avete. In compenso il vostro conto in banca sarà più leggero di circa 2.200 euro (sempre da Foto Colombo con garanzia italiana Fowa). Questo Zeiss comunque è un obiettivo perfetto, realmente apocromatico in grado di dare soddisfazioni ad ogni fotografo in grado di servirsene.Io ho realizzato foto sensazionali con stampe in 100x75cm che mi guardano ogni mattina quando mi sveglio. Finchè un giorno ho deciso che ero stufo di trovarmi in imbarazzo di fronte a modelle non più abituate ad attendere che il fotografo metta a fuoco a mano e me ne sono liberato (vendendolo ad un caro amico che ha molta, molta, molta più pazienza di me perchè ha un approccio Slow alla fotografia ...) per usare moderni strumenti autofocus. Risparmio in questa circostanza il Samyang 135mm F2 in quanto manual focus come lo Zeiss, sebbene ne abbia sentito parlare bene ma non mi sento di considerarlo un concorrente.Non parliamo del mitico Mitakon 135mm F1.4, obiettivo di fatto presentato e mai distribuito (un coso enorme che sembra un 200/2, necessita del treppiedi e, su ordinazione, forse si può avere per soli 3000 dollari) anche perchè delle effettive prestazioni nulla sappiamo. Io credo che Sigma avrebbe potuto fare facilmente anche questo 135mm con la luminosità massima di F1.4 ma ne sarebbe venuto un oggetto molto più difficile da maneggiare e da proporre sul mercato.La differenza tra F1.4 ed F1.8 a 135mm non è così rimarchevole all'atto pratico. Vediamo se Nikon o Canon avranno il coraggio di osare di più di Sigma (una frase che qualche anno fa non avrei mai immaginato di scrivere). Prestazioni Messa a fuoco Come d'abitudine con i Sigma, la prima cosa che ho fatto e verificare la messa a punto dell'autofocus.Ho potuto riscontrare un leggero backfocus che ho sistemato subito usando l'apposita interfaccia USB di Sigma e l'utility software che permette all'utente di gestire tutti i parametri di messa a punto (oltre che di aggiornare il firmware dell'obiettivo se ce ne fosse bisogno).In un primo momento ho impostato un -4 alle distanze più vicine, preferendo poi fissare il dato ad un più corretto -7.In questo modo sia con la D5 che con la D810 ottengo una messa a fuoco precisa, almeno sulla mira che utilizzo per queste prove. Ho scoperto anche una nuova funzionalità per questo obiettivo che non avevo mai notato prima. e che mi riprometto di approfondire prossimamente uno scatto di verifica della messa a fuoco su treppiedi, luce continua. Al di là della messa a punto, nell'uso pratico ho potuto riscontrare una velocità dell'autofocus ... che definirei impetuosa. Misure approssimative mi fanno valutare in circa 0.4 secondi il tempo per andare da 1 metro ad infinito.Una prestazione simile a quella del Nikon 400/2.8, obiettivo che fa della velocità la sua caratteristica principale.Sul campo l'autofocus è preciso ed affidabile. Ma alle aperture più estreme, non aspettatevi di avere sempre tutto a fuoco se il soggetto si muove : questo comunque non è un obiettivo per lo sport o per l'azione. soggetto statico, F1.8, tutto perfetto soggetto in movimento libero, senza riferimento, F1.8, può capitare che anche con la potente Nikon D5 l'autofocus si inganni e finisca su una ciocca di capelli anzichè nell'occhio.In questi casi vi consiglio semplicemente di insistere, tanto una diecina di scatti in più non vi costano nulla !Aberrazioni Cromatiche Le aberrazioni cromati in questo obiettivo sono ben corrette.Quella assiale è proprio minimale e sullo stesso piano di quella dello Zeiss 2/135mm (cambiano le tonalità, anzichè verde e magenta, qui abbiamo blu e giallo).Quella laterale è quasi trascurabile. Vignettatura la vignettatura è normale per un'ottica così luminosa. Vale circa uno stop, uno stop e mezzo a tutta apertura e si riduce chiudendo il diaframma, scomparendo del tutto tra F2.8 ed F4 Distorsione La distorsione è inesistente, misurabile solo in laboratorio. Come è normale che sia per un teleobiettivo fisso di qualità come questo.Sfuocato La qualità dello sfuocato è sempre difficile da valutare perchè si tratta di una qualità che si relazione più sul gusto e le aspettative del fotografo, non essendo in nessun modo misurabile.Io mi sto ancora facendo l'occhio sullo sfuocato di questo obiettivo, quindi lascio a voi valutare da queste foto : naturalmente, oltre che dall'obiettivo, spesso la qualità dello sfuocato dipende molto anche ... dallo sfondo.Ma nella foto che vedete qui sotto, per strada, ad F1.8, io riconosco una capacità di isolare il soggetto dal resto del mondo che ho visto solo con il 300/2.8 che però schiaccia di più il primo piano.Qui il soggetto è nitidissimo eppure immerso in un mondo che si dissolve.Dietro di sono persone ed oggetti, di cui si vedono solo le sagome.I punti di luce sono ben rotondi nel centro mentre nelle zone laterali c'è la solita tendenza ad asssmere la forma degli "occhi di gatto"In quest'altra foto, oltre a confermare le peculiarità già evidenziate nella precedente, sottolineo la sottile entità del campo a fuoco rispetto al resto dell'immagine : siamo ancora, ovviamente ad F1.8. Io non riscontro differenze di qualità tra lo sfuocato anteriore e quello posteriore. Spesso in altri obiettivo moderni lo sfuocato anteriore è più nervoso anche quando il retro è del tutto cremoso. Una conferma l'abbiamo in questa fiorieria, presa in dettaglio : Ma al di là di questo, spicca - ed è la caratteristica più importante, secondo me - la capacità di questo obiettivo di rendere i piani sfuocati del soggetto.Come in questo tulipano, ripreso peraltro in condizioni di tutto manuale con la Sony A7R II : Ma, ripeto nuovamente, le caratteristiche dello sfuocato di un obiettivo variano moltissimi in base alle condizioni di ripresa. E vengono giudicate più che altro in base al gusto e a quello che ogni occhio ricerca in quel particolare tipo di obiettivo. In esterni mi sono divertito veramente con questo obiettivo a fotografare in esterni, rigorosamente ad F1.8 e in luce ambiente.Credo che sia la condizione in cui può dire veramente la sua.E' impegnativo avere una messa a fuoco accurata ma i risultati possono veramente soddisfare realmente. In studio Le dolenti note arrivano in studio. No, non fraintendetemi, il Sigma 135mm F1.8 non ha alcuna difficoltà in studio.Ma è un'arma letale e la sua nitidezza esagerata mette in evidenza con spietata sincerità ogni più piccolo e minuto ... difetto del soggetto. prova fondale (messa a fuoco sugli occhiali, evidentemente foto sbagliata) e non sempre questo è ciò che vorremmo ottenere. Sinceramente, quando non avessi a disposizione soggetti "perfetti" e schemi di luce particolarmente in grado di aiutare a camuffare quei dettagli che in ogni persona ci sono, eviterei di utilizzarlo, preferendogli il più gentile Nikon 105/1.4E o il più lungo Nikon 70-200/2.8, se il Sigma 85/1.4 non è adatto al lavoro che dobbiamo fare. persino nella pelle liscissima della mia modella Charlize questo Sigma 135/1.4 Art riesce a far affiorare segni e segnetti Galleria immagini ad alta risoluzione Ho preferito limitare il numero di immagini inserite in questo articolo per facilitarne la lettura.Vi rimando però all'album dedicato che contiene molte più immagini e che verrà aggiornato di tempo in tempo mano a mano che avrò occasione di avere i miei soggetti prediletti a disposizione. La trovate a questo LINK Conclusioni scatto in studio PRO - costruzione di elevato livello, secondo lo standard cui ci sta abituando Sigma con la serie ART- prestazioni ottiche, meccaniche e motoristiche impeccabili. Anche le aberrazioni cromatiche sono controllate in modo eccellente, su un livello superiore al Sigma 85mm F1.4 Art e nettamente migliori di quelle del Nikon 105/1.4E. Su un piano di parità a quelle dello Zeiss 2/135mm Apo-Sonnar- nitidezza esagerata, alle volte ... eccessiva- autofocus prestazionale, degno di un supertele CONTRO - straordinario in esterni, può essere spietato in studio con soggetti ... imperfetti. Non che questo sia un difetto, solo ricordiamoci che non è sempre comodo andare a fare la spesa alla Esselunga con una Porsche 911R- troppo simile esteriormente al Sigma 85mm F1.4 Art : si scambiano facilmente uno per l'altro- la focale, le prestazioni, il prezzo lo rendono adatto solo a chi cerca il meglio in assoluto. LE ULTIME PAROLE Qualcuno dirà che sono prevenuto. Qualcuno che sono [prezzolato, pagato, sponsorizzato ? vedete un pò voi]. Qualcuno, ancora peggio, dirà che nella mia fase senile oramai mi innamoro di tutte (le ottiche).Ma questo Sigma 135mm F1.4 Art è é uno dei più straordinari teleobiettivi da ritratto che mi siano mai capitati in mano.Non che questo lo qualifichi come l'unico che vorrei avere.No, non si tratta di un obiettivo adatto a tutte le circostanze. E' come un'auto sportiva che va portata fuori dal garage quando si sa che potrà mettere in strada tutti i suoi cavalli selvaggi.Per tutte le altre occasioni, non ci mancano alternative, sia in casa Sigma che Nikon. Di certo, in questo periodo di grande maturità dell'industria fotografica, stiamo vivendo una fase di grande ricchezza di proposte. Oggetti straordinari che un tempo non ci saremmo mai sognati, diventano realtà per consentirci di creare fantastiche immagini. Io sono felice di potermi godere questo momento e mai la mia passione per la fotografia viva e concreta come piace a me, è stata così forte. Grazie a tutti. stesso soggetto di sopra, scatto in esterni Ancora sentiti ringraziamenti a Mtrading Srl, distributore di Sigma per l'Italia per il prestito di questo strumento fotografico