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Gerardo Bonomo

Nikonlander
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  1. Nikon Z fc Versatile Vintage Ho testato, anche se per ora solo superficialmente, la nuova mirrorless di Nikon, la Z fc, ispirata nelle forme alla straordinaria Nikon FM2 a pellicola, qui di seguito le mie prime impressioni, dopo il primo contatto che potete trovare su questo video: https://youtu.be/sw4kl7C-Z8k Buona visione e buona lettura a tutti Gerardo Bonomo Entusiasmi, entusiasmi… “Giunto al termine della mia vita di peccatore, mentre declino canuto insieme al mondo, mi accingo a lasciare su questa pergamena testimonianza degli eventi mirabili e tremendi a cui mi accadde di assistere in gioventù, sul finire dell’anno del Signore 1327.” Mirabile inizio del romanzo “Il nome della rosa”, del compianto e straordinario Umberto Eco, di cui faccio mia l’accezione “ declino canuto”. In questi primi cinquant’anni’anni di passione-amore per la fotografia ho usato un numero sterminato di fotocamere, alcune mi hanno entusiasmato, come Al Capone / De Niro faceva credere di avere come entusiasmo nella vita il baseball, altre mi hanno deluso o sono finite in fondo alle borse. Il 99% delle macchine che mi hanno entusiasmato sono state macchine a pellicola, ma non posso non ricordare l’entusiasmo con cui accolsi una delle prime Nikon Coolpx, che permetteva con un sistema a swing, di ruotare l’obiettivo indipendentemente dal monitor. E cosa dire dell’arrivo sul mercato della Nikon D70, non tanto per la qualità, quanto per il prezzo, finalmente accessibile a tutti. Bene, quando ho preso per la prima volta tra le mani la nuova Nikon Z fc l’entusiasmo è stato lo stesso di un bambino che trova nell’uova di Pasqua centomila mattonici Lego… Ispirata, nell’estetica, alla Nikon FM2, la Z fc non solo a mio parere a un design vintage a dir poco accattivante, ma racchiude al suo interno una qualità e una duttilità, pur digitale, che neppure sotto i miei occhi argentici è potuta passare inosservata. Pensare di eviscerare una fotocamera come la Nikon Z fc in un solo video e in un solo articolo è fantascienza. La Nikon Z fc ha centinaia di feature sia fotografiche che video, non dobbiamo dimenticare che la macchina è in grado di registrare video fino al formato 4K. Mi sono quindi limitato a uno sguardo dall’alto. Qui di seguito i link ai manuali Manuali, Software e Firmware Nikon Z fc in Centro Download Nikon: https://downloadcenter.nikonimglib.com/it/products/539/D780.html PDF Manuale d’Uso Nikon Z fc https://download.nikonimglib.com/archive4/tqKMn00nHOVV05r3Mk504pgJs380/ZfcUMEUR_(It)02.pdf Manuale Online Nikon Z fc IT: https://onlinemanual.nikonimglib.com/zfc/it/ Le mie prime impressioni? Naturalmente l’spetto vintage e il vantaggio di possedere diversi comandi principali posizionati sulle ghiere della calotta superiore. A seguire la leggerezza, che non è stata compresa da tutti, frutto del fatto che la macchina è stata realizzata in un materiale leggero quanto robusto: il magnesio Ho apprezzato il display che può essere ruotato in ogni direzione, comodo sia per le riprese dal basso, che per le riproduzioni con la macchina posizionata su uno stativo, oltre che per le riprese video. Le connessioni Bluetooth e WiFi, in accoppiata con il software Snapbridge, mi hanno permesso sia di remotare la fotocamera da smartphone e tablet che di scaricare le immagini, o alla risoluzione nativa o a quella più conveniente per gli smartphone – in termini di peso e velocità di download, di 2MP. La presentazione ufficiale: Nikon Z fc: La Nikon FM2 del Terzo Millennio Cito testualmente da sito di Nital, il distributore ufficiale Nikon per l’Italia: Le ghiere di controllo sono disposte esattamente come sulla Nikon FM2 e ogni ghiera è stata creata in alluminio solido. I meccanismi si azionano con incredibile precisione: sentirai l’emozione del clic. Se hai già utilizzato in precedenza una fotocamera SLR Nikon, farai un salto indietro nel tempo. Se non l’hai mai usata, amerai la fisicità delle ghiere. Ne parlerò anche in seguito ma il perchè Nikon abbia presentato la Z fc come una “erede”, se non altro nel design, della FM2 non mi è chiaro. Negli anni 80 – e a seguire nel 2000 – le cinque sorelle di Nikon erano: la FM, la Fe, la FM2 – FM2 new – la Fe2 e la FM3a. Dal punto di vista del design sono sostanzialmente identiche. Cambiano e non poco nella sostanza. Oggi delle cinque sorelle, la più, anzi, l’unica richiesta è la FM2. Perchè è una macchina completamente meccanica che a batteria scarica ha solo l’esposimetro non funzionante. Eppure io negli anni 80 acquistai la FE e per un preciso motivo: disponeva della priorità di diaframmi. Certo, aveva un solo tempo di scatto meccanico, 1/90 di secondo che erano l’unica parte della fotocamera funzionante a batterie scariche, e per 40 anni mi sono sobbarcato il peso di una batteria di scorta, qualche grammo, e non ho mai dovuto ricorrere al tempo obbligato di 1/90 di secondo. Certo, un otturatore elettromeccanico è più complesso e “più fragile” di un otturatore meccanicp. Ma la mia FE non ha mai fatto uno scatto a vuoto in 4 anni, ho solo dovuto, dopo 20 anni, cambiare le guarnizioni del dosro e del box specchio. Eppure le persone rifuggono dalla Nikon MF elettromeccancihe. Se vogliamo fare un confronto più allinetao, parliamo della FM e della FE2: la prima arriva solo a 1/1000 di secondo ma consente di montare anche le ottiche pre Ai del 1959. La seconda arriva a 1/4000 di secondo ma non permette di montare le ottiche pre Ai. Idem per FE e Fe2, la prima può montare le ottiche del 1959 e arriva a 1/1000 di secondo, l’altra arriva a 1/4000 ma non può montare le ottiche pre Ai. Mi sono sempre chisesto l’utilità del tempo di scatto di 1/4000 di secondo. Per come la penso io, meglio 1/1000 di secondo e la possibilità di montare le ottiche pre Ai che il contrario. Persona il valentissimo sito di Wikipedia, nel trattare la FM2, afferma che è possibile montare le ottiche pre Ai, ma non è possibile, come anche per la FE2, a causa del fatto che il Meter Coupling Lever non può essere sollevato, rendendo impossbile il montaggio delle ottiche pre Ai Nikon FM3A: più assonanze con la Nikon Z fc Ho parlato di Nikon FM3A in modo credo esaustivo: https://www.gerardobonomo.it/2020/04/15/nikon-fm3a-la-regina-istruzioni-per-luso-prima-parte/ https://www.gerardobonomo.it/2020/04/17/nikon-fm3a-la-regina-istruzioni-per-luso-seconda-parte/ https://www.gerardobonomo.it/2020/05/08/nikon-fm3a-la-regina-lo-shooting-terza-parte/ https://www.gerardobonomo.it/2020/05/14/nikon-fm3a-la-regina-lo-sviluppo-quarta-parte/ Presentata nel 2001, questo gioiello non venne affatto compreso: In grado di funzionare su tutti i tempi senza batteria, con la batteria oltre ad avere l’esposimetro attivo, è in grado di lavorare anche in priorità di diaframmi: un incredibile e complesso connubio tra un otturatore meccanico ed elettromeccanico. I tempi meccanico vanno da 1/4000 alla posa B, quelli elettromeccanici, come dati di targa, in priorità di diaframmi, arrivano in teoria a 8 secondi, come la Nikon FE, ma nella pratica in situazioni crepuscolari, in modalità A l’otturatore è in grado di rimanere aperto per minuti. Oggi praticamente introvabile con la sua ottica elettiva, il 45mm f/2,8 Ais P, sfiora nel mercato dell’usato cifretra i 1000 e i 1500 Euro. E’ forse la Nikon MF più cara in assoluto, certamente ben più costoso di FM, FE, FM2 e FE2 e addirittura F3 HP Nelle foto in alto vediamo l’accoppiamento e lo sganciamento del Meter Coupling Lever che è stato reintrodotto da Nikon proprio per la Nikon FM3A. Ecco, se mi fossi occupato io della presentazione della Nokon Z fc l’avrei confrontato, nel design e nella filosia di scatto di base, o alla FE o alla FM3A. Comunque questo sofismi non cambiano nè il senso, nè l’utilità, nè la valenza dell’interprete di questo articolo, ovvero della Nikon Z fc Anche l’occhio vuole la sua parte La fotocamera è uno strumento particolare, non deve solo essere efficiente e funzionale, ma deve appagare anche l’occhio. Posto la che la Nikon Z fc è una rivisitazione della Z 50 – che non dispone della funzione focus staking nè della possibilità di lavorare prendendo l’energia dalla presa USB – questa rivisitazione estetica non passa inosservata Photokina 2011 Correttezza, innanzitutto. Prima della Nikon Z fc ci fu un’altra fotocamera che colpì e non poco l’attenzione del pubblico. Era la Photokina del 2011. Durante quella Photokina vennero presentate novità a dir poco rivoluzionarie. Nikon presentò la Nikon D600, una full frame nuovamente, nello stile Nikon, con un prezzo alla portata di quasi tutti e la Nikon 1, la prima “mirroless di casa Nikon. Altri brand presentarono prodotti altrettanto innovativi. Ma TUTTA l’attenzione sia della stampa di settore che del pubblico si concentrò sulla Fuji X100, una “compatta a focale fissa che richiamava in modo netto anche se non servile l’estetica delle Leica M. Fu il trionfo di quella Photokina e il valore aggiunto non fu nelle feature ma nell’estetica della fotocamera. la X 100 è tuttora in produzione ed è stata rivisitata sia nell’estetica che nelle funzioni più volte. Ma a differenza della Nikon Z fc, la X 100 non si ispira a qualche precedente modello di Fuji, ma più in generale a una macchina dal design retrò. Nikon invece non solo si è ispirata, ma ha quasi clonato una fotocamera che vide la luce nel 1982, la Nikon FM2. Ma se volgiamo essere un poco più precisi, la Nikon FM2, al netto del tempo di posa più veloce portato a 1/4000 di secondo, altro non è se non la Nikon GM. E la Nikon FM venne presentata nel 1977… Parliamo oggi di Nikon Z fc, che trae ispirazione da una Nikon di ben 44 anni fa…… Photokina 2013 – qualche settimana dopo… – E della Nikon Df non vogliamo parlare? Qualche settimana dopo la Photokina 2013 Nikon annuncia la Nikon Df. Questa è stat la prima vera fotocamera digitale vintage di Nikon. Se mi è piaciuta? Leggete qui: https://www.nikonschool.it/experience/nikon-df.php Disponibile sia silver che black, la Nikon Df poteva montare tutte le ottiche Nikon, come la Nikon Z fc, aveva molti comandi “analogicizzati”, ma non incontrò granchè il favore del pubblico, a causa delle dimensioni troppo generose: 143,5x110x66,5mm con un peso di 765 grammi contro i 134,5 x 93,5 x 43,5 mm della Nikon Z fc e i suoi bravi 445 grammi Sensore FX da 16MP, io la trovai fantastica e mi adattati subito alle dimensioni oggettivamente generose. Certo, io e e molti altri si aspettavano una Nikon FM digitale, abbiamo aspettato “solo” 8 anni ma siamo stati accontentati. Non so Nikon Japan cosa pensi oggi della Df, sta di fatto che nella presentazione della Z fc da nessuna parte ha accennato a questa prima macchina digitale in un corpo analogico. D’altronde, le leggi di mercato imperano, e la prima delle Leggi recita che LA LEGGE NON AMMETTE IGNORANZA…. Il monitor basculante Sembra una follia mettere tra i primi posti nei vantaggi di una fotocamera digitale il monitor basculante. Io di solito lavoro con una Nikon D5600 e vi garantisco che il monitor non solo basculante ma anche richiudibile per evitare graffi è un plus a cui non rinuncio. Ho provato la Nikon Z 50 e la prima cosa che mi ha fatto storcere il naso è stato proprio il display, che non solo può essere ribaltato su sè stesso per evitare che si graffi, ma può essere basculato solo in orizzontale, per le riprese dall’alto o quando faccio le riproduzioni collegando la macchina alla colonna di un ingranditore, per non dovermi arrampicare al di sopra della macchina. Il display della Z fc bascula in ogni direzione e può anche essere tenuto di lato, cosa che io trovo vantaggiosa nelle riprese video; non a caso la maggior parte delle videocamere ha il display che può essere basculato di lato. La possibilità di passare automaticamente dal mirino elettronico al display grazie a un sensore di prossimità è un’altro vantaggio che io trovo primario La riduzione delle vibrazioni Anche se la Nikon Z fc supera la sensibilità di 51.000 ISO la riduzione delle vibrazioni è comunque utile, da un lato proprio per evitare di arrivare agli altissimi ISO, dall’altro per sfruttare in pieno sia il VR integrato in alcuni obiettivi, che il VR elettronico integrato nella fotocamera, che si attiva unicamente se posizionato su On, e solo nelle riprese video. Quindi non abbiamo purtroppo lo stabilizzatore meccanico a 5 assi come le sorelle Z più grandi della Z fc, ma abbiamo la possibilità di utilizzare obiettivi Z nativi VR da un lato, e la stabilizzazione elettronica nelle riprese video. La pulizia del sensore Il fatto che sulla Z fc non ci sia una tendina meccanica che protegga il sensore, fa sì che sia necessaria una certa attenzione nel cambio ottiche. Al contempo, grazie alla mancanza della tendina e alla ridottissima distanza tra la baionetta e il sensore, permette anche una pulizia fai da te più agevole. Io, personalmente, consiglio di limitarsi all’uso di una pompetta per soffiare via la polvere secca. Per le pulizie wet con gli appositi tool, consiglio di rivolgersi a un centro assistenza, onde evitare i noti guai di una pulizia wet mal condotta. Non dimentichiamo poi la possibilità via software del Image Dust Off: si scatta una foto e poi, attraverso appositi programmi di Nikon, è possibile sottrarre via software la polvere dalle immagini “ contaminate. Non dimentichiamo infine che la Nikon Z fc non è weatherproof, è quindi opportuno non esporla nè all’acqua – pioggerella – nè alla sabbia. L’importante è sapere le cose e agire di conseguenza. La duplicazione dei negativi Mi sono già occupato della duplicazione dei negativi usando fotocamere digitali Nikon Anche la Nikon Z fc permette la duplicazione, tanto dei negativi che delle diapositive, utilizzando il modulo ES-2. La grande novità sta nel fatto che Nikon ha anche presentato un nuovo obiettivo, il Nikkor Z 50mm f/2.8 Macro FX, che è perfettamente compatibile tanto con il modulo ES-2 che naturalmente con la Nikon Z fc. Non ho ancora fatto dei confronti tra questa nuova ottica macro e il mio prediletto AF-S Micro NIKKOR 60mm f/2.8G ED: sarà un confronto d’obbligo ma questa volta ho dubbi sul vincitore: il nuovo 50mm è stato appositamente progettato per le fotocamere Nikon serie Z ed è più recente del 60mm, che, di fatto, venne presentato al PMA del 2008, sono passati 13 anni…. E gli obiettivi Z ? Attualmente Nikon ha a catalogo, oltre a due moltiplicatori di focale, 18 obiettivi Z fra FX e DX, un parco ottiche di tutto rispetto a cui si aggiungono, con l’adattatore FTZ, quasi tutte le ottiche Nikon prodotte dal 1959, dagli obiettivi Ai ai modelli autofocus D e G. Un parco ottiche quindi di tutto rispetto che permette, a chi già possiede degli obiettivi Nikon, di utilizzarli sulle Nikon serie Z, Nikon Z fc compresa. Moltiplicatori di focale, zoom, focali fisse, ottiche macro, non c’è che l’imbarazzo della scelta. Diversi obiettivi Z sono stabilizzati e/o weatherprooof Cliccate QUI per avere il panorama completo e le caratteristiche di tutti gli obiettivi Z attualmente disponibili La funzione video La Nikon Z fc è in grado di registrare video fino al formato 3840 x 2160 (4K UHD) Il monitor che può essere ruotato anche esternamente alla fotocamera agevola il controllo dell’inquadratura nelle riprese video e permette di inquadrare da punti di vista inusuali, come dal basso o dall’alto. A questo si aggiunge la possibilità di registrare video in modalità rallenty e time lapse. Ricordiamo che in modalità video, con un leggero crop sulla scena inquadrata, è possibile attivare lo stabilizzatore elettronico Qui un esempio di un video in 4K – ridotto per esigenze del web - E qui un esempio di un video in modalità rallenty Uno smartphone costa uguale Per relativa provocazione riporto qui sotto le caratteristiche di uno smartphone tra i più performanti oggi sul mercato, iPhone 12 Pro, che è quotato intorno ai 1300 Euro Sistema di fotocamere Pro da 12MP: ultra‑grandangolo, grandangolo e teleobiettivo Ultra-grandangolo: ƒ/2.4 e angolo di campo 120° Grandangolo: ƒ/1.6 Teleobiettivo: ƒ/2.0 (iPhone 12 Pro); ƒ/2.2 (iPhone 12 Pro Max) Zoom digitale: fino a 10x (iPhone 12 Pro) Zoom in ottico: 2,5x; zoom out ottico: 2x; estensione totale dello zoom ottico: 5x (iPhone 12 Pro Max) Zoom digitale: fino a 12x (iPhone 12 Pro Max) Modalità Notte per i ritratti tramite scanner LiDAR Modalità Ritratto con effetto bokeh avanzato e Controllo profondità Illuminazione ritratto con sei effetti (naturale, set fotografico, contouring, teatro, teatro b/n, high key b/n) Doppia stabilizzazione ottica dell’immagine (grandangolo e teleobiettivo) Stabilizzazione ottica dell’immagine su sensore (grandangolo di iPhone 12 Pro Max) Obiettivo a cinque elementi (ultra-grandangolo); obiettivo a sei elementi (teleobiettivo); obiettivo a sette elementi (grandangolo) Flash True Tone più luminoso con Slow Sync Panorama (fino a 63MP) Rivestimento dell’obiettivo in cristallo di zaffiro 100% Focus Pixels (grandangolo) Modalità Notte (ultra-grandangolo, grandangolo) Deep Fusion (ultra-grandangolo, grandangolo, teleobiettivo) Smart HDR 3 Apple ProRAW Foto e Live Photos ad ampia gamma cromatica Correzione dell’obiettivo (ultra-grandangolo) Correzione occhi rossi evoluta Geotagging delle foto Stabilizzazione automatica dell’immagine Modalità scatto in sequenza Formati immagine acquisiti: HEIF e JPEGIl fatto è che non solo uno smartphone non è comunque ancora in grado di raggiungere la qualità ottica di , in questo caso, una mirrorless, ma per quanti obiettivi aggiungano sul retro, ciascuno dedicato a una funzione, non solo la qualità finale è molto lontana, ma le possibilità di controllo dell’immagine di una mirrrorless sono infinite. Chiaro, dallo smartphone ai social il passo è istantaneo. ma se fosse la stessa cosa anche per la Nikon Z fc? Snapbridge: è la Nikon Z fc diventa uno smartphone, molto più che uno smartphone Snapbridge è il programma gratuito di Nikon, disponibile sia per piattaforma Android che iOS che permette di remotare la propria Nikon, scattare, scaricare le immagini sia alla risoluzione nativa che a 2 MP pr avviarle poi al Cloud o ai social. Attraverso Snapbridge inoltre la Nikon Z fc acquisisce dallo smaetphone o dal tablet la georeferenziazione dell’immagine ( altitudine, latitudine, longitudine ) così da poter poi contestualizzare l’immagine sia attraverso i software Nikon che di terze parti. Due note su Snapbridge Con Snapbridge è possibile: Sceglere la modalità di scatto Scegliere il diaframma di lavoro Scegliere il tempo di scatto Sceglere un’eventuale staratura intenzionale dell’esposizione Scegliere il bilanciamento del bianco Scegliere il punto di fuoco E’ quindi una app completa con la quale non solo si remota lo scatto e si scaricano le immagini ma si modificano in remoto la maggior parte delle impostazioni delle fotocamere. Ecco colmato, in modo egregio, il gap con gli smartphone e, credetemi, nonostante la qualità oggettivamente sempre più elevata delle immagini ottenute dagli smartphone, qui siamo a eoni di distanza. I risultati Uno scatto realizzato con la Nikon Z fc e il suo “innocente” zoomettino 16-50mm, e il relativo crop Qui potete scaricare l’immagine alla risoluzione nativa. Black & White La Nikon Z fc tra i Picture Control ha anche quello monocromatico. In più è possibile aggiungere dei filtri “virtuali” tra cui il filtro rosso. Dall’alto: Picture Control Standard Picture Control Monochrom Picture Control Monochrom + filtro rosso virtuale: i petali del girasole si schiariscono ma non aumenta la saturazione delle campiture azzurre del cielo Picture Control Monochrom + filtro rosso virtuale+ filtro rosso reale + polarizzatore reale: il cielo si scurisce leggermente. ma siamo a eoni dal risultato che si otterrebbe con una pellicola impiegando i medesimi filtri reali. Giocherellando con l’obiettivo Z 50mm macro La macro non è il mio forte, qui uno scatto realizzato con l’obiettivo NIKKOR Z MC 50mm f/2.8 ISO 800, f/8, 1/1000 di secondo ( così ho imparato che il battito delle ali di un’ape bottinatrice ha bisogno di tempi di scatto più veloci, il battito oscilla dai 200 ai 400 battiti al secondo … ) Qui potete trovare l’immagine nativa in alta risoluzione In macro a 1:1 Non dubitavamo della qualità del nuovo NIKKOR Z MC 50 mm f/2.8 Qui l’abbiamo messo alla prova a ISO 100, f/20 e 1 secondo di posa. Qui sotto l’immagine originale E se vogliamo scaricare le immagini in tempo reale sul computer? Wireless Trasmitter Utility Prassi utilizza, soprattutto negli studi professionali, per permettere a chi fa la post produzione di controllare in tempo reale il lavoro del fotogrfao. Basta scaricare, disponibile sia per piattaforma Windows che per Mac OS il programma gratuita Wireless Trasmitter Utility. Senza neppure di bisogno di una connessione via cavo ma usando il modulo WiFi integrato nella fotocamera, è possibile scattare le immagini, salvarle sulla scheda di memoria della fotocamera e contemporaneamente scaricare sul computer o il JPG, o il NEF, o entrambi i file. Nikon Z fc è naturalmente compatibilissima. Qui, giusto per provare, ho fotografato il monitor del computer sul quale avevo già istallato WTU. E il gioco è fatto Nikon Z fc versus Nikon FM2 Sembra che la Musa ispiratrice della Nikon Z fc sia stata la Nikon FM2; mi chiedo perchè non la FM, identica in tutto tranne nei tempi di scatto che si fermano a 1/1000 e il vantaggio di poter montare ottiche Ai. Io credo che la Musa ispiratrice sarebbe potuta benissimo essere la Nikon FE, piuttosto che la FE2, ma, visto che la FM2 è la Nikon più richiesta nel mondo dell’usato, ecco spiegata la Musa ispiratrice, che si limita a una similitudine nel design del pentaprisma e nel fatto di avere, ovviamente, una ghiera dei tempi meccanica al di sopra della calotta. Addio attacco F mount Nel 2018, con la presentazione delle Nikon Z6 e Z7, la casa giapponese abbandona lo storico innesto F mount, presentato contestualmente alla Nikon F. Diametro baionetta 44mm e distanza dal piano focale di di 46,5mm L’abbandono del box specchio cambia tutto, la distanza dal piano focale passa a 16mm e il diametro della baionetta a 55mm. Giusto per la cronaca, la fotocamera con il piano focale più ridotto è la Samsung NX mini con solo 6,5mm di distanza dal piano focale, mentre la Contax N arriva a 48mm. La macchina, banchi ottici esclusi, con il piano focale più profondo è la Mamiya RB, con.112mm Per parlare di fotocamere “ normali, Leica M è 27,80mm, mentre Leica a vite 28,8mm, Canon FL e FD 42mm. Ma per tornare a Nikon, che con l’avvento dell’autofocus non cambiò, come fece Canon, la baionetta, permettendo alla sua clientela di continuare a usare sulle macchine AF anche le ottiche MF, per sanare questo passaggio obbligatorio Nikon ha poroposto, contestualmente al sistema Z, l’adattatore FTZ che permette di utilizzare TUTTE – o quasi – le ottiche Nikon, prodotte dal 1959 a oggi, naturalmnete con le limitazioni del caso: una focale MF non diventa AF, alcune modi di esposizione o sistemi di esposizione non sono compatibili. Ma le ottiche sono tutte compatibili, e il prezzo è accettabile, 299 Euro – si trova anche a meno -. L’adattatore FTZ dispone anche di un attacco filettato per potersi collegare ai treppiedi ed evitare di sbilanciare la fotocamera. Con gli obiettivi di tipo G e D tutti i dati exif vengono inseriti nel file, il che significa che il NEF, trafilato con Nikon NX Studio, può beneficiare di tutte le correzioni ottiche presenti nella libreria proprietaria di Nikon NX Studio. E gli obiettivi Z ? Attualmente Nikon ha a catalogo, oltre a due moltiplicatori di focale, 18 obiettivi Z fra FX e DX, un parco ottiche di tutto rispetto a cui si aggiungono, con l’adattatore FTZ, quasi tutte le ottiche Nikon prodotte dal 1959, dagli obiettivi Ai ai modelli autofocus D e G. Un parco ottiche quindi di tutto rispetto che permette, a chi già possiede degli obiettivi Nikon, di utilizzarli sulle Nikon serie Z, Nikon Z fc compresa. Moltiplicatori di focale, zoom, focali fisse, ottiche macro, non c’è che l’imbarazzo della scelta. Diversi obiettivi Z sono stabilizzati e/o weatherprooof Cliccate QUI per avere il panorama completo e le caratteristiche di tutti gli obiettivi Z attualmente disponibili E’ meglio una fotocamera fatta di bronzo o di lega di magnesio? Una delle prime cose che venne notata dal pubblico, quando la Nikon Z fc venne semplicemente presentata, ma non mostrata al pubblico, alla fine del luglio 2021 fu il peso. Troppo poco pesante, o troppo leggera. In fotografia, e non solo, è cosa nota che più uno strumento è pesante maggiore è la sua qualità I primi rumors dichiaravano che la Z fc fosse fatta di plastica. E invece, come vediamo nelle prime due immagini accoppiate, la Nikon Z fc è fatta in lega di magnesio, come le fotocamere professionali di Nikon. Se il LEM fosse stato fabbricato in bronzo, l’Apollo Xi non sarebbe riuscito a farlo depositare, leggero quasi come una piuma, sulla superficie lunare. Se confrontiamo il peso della Nikon Z fc con quello della sua musa ispiratrice, la Nikon FM2, ci accorgiamo che la sua musa pesa quasi il doppio. E stiamo parlando di macchine di piccolo formato. E nonostante questo, tenersi al collo per un’intera giornata di shooting, quasi un chilo di macchina vi garantisco che non è la stessa cosa che portarsi al collo una macchina pesante quasi la metà. Certo, io stesso, quando ho confrontato il nuovo 50mm Z Macro f/2.8 con il caro e beneamato Micro Nikkor 55mm f/2.8 mi sono reso conto che nel nuovo 50mm di metallo non ce n’era neanche l’ombra.Ma al contempo tra i due obiettivi, in termini di qualità non c’è confronto. Io quindi di queste leggerezze approfitterei, e prima di giudicare la qualità in proporzione al peso, quantomeno farei delle prove…. Detto questo la Nikon Z fc pesa 390 gr che salgono a 445 con batteria e card di memoria. Ed ecco le dimensioni: Circa 134,5 x 93,5 x 43,5 mm La Nikon FM2 pesa 540 grammi ( senza rullino e le misure sono circa circa 142 x 90 x 60 Alla fine la Nikon Z fc pesa il 20% in meno della Nikon FM2 La raffinata ghiera dei tempi di scatto. In alto a sinistra la ghiera dei tempi della Nikon F3, a destra della Nikon FM2 in basso a sinistra della Nikon FE, a destra della Nikon Z fc Qui Nikon merita un plauso: innanzitutto ha mantenuto i 4 secondi di posa, non saranno gli 8 della Fe e della F3 ma sono impostazioni che sulle fotocamere a pellicola hanno una grande utilità. Il tempo più veloce è il 1/4000 di secondo, per gli amanti del bokeh…. Straordinaria la presenza della posa T, che è presente sulla F3, ma mentre sulla F3 la posa T non consuma corrente, sulla Z fc consuma corrente eccome, così, giusto per saperlo. E dulcis in fundo la possibilità di frammentare i tempi in terzi di stop, come nel disegno qui sopra, funzione che può essere attivata in modalità manuale ( qui si possono impostare fino a 900 secondi… ) o a priorità di tempi, agendo sulla ghiera secondaria. In questo modo con la ghiera secondaria frontale si comandano i diaframmi, con quella posteriore i tempi, ma in terzi di stop. I prezzi Nital su sito NIKONSTORE propone attualmente ( primo settembre 2021 ) quattro kit, body, con il 28mm Nikkor Z f/2.8 edizione limitata – nero con una ghiera argentata che richiama il silver della fotocamera, con il 16-50 e il 50-250mm DX, e con il 16-50mm DX VR, quindi stabilizzato Io non avrei dubbi: punterei sul kit con il 16-50 stabilizzato – equivalente a un 24-75mm nel formato FX, da un lato per approfittare della stabilizzazione, dall’altro perchè a mio parere sono le focali bastanti per il 99% dei generi fotografici. per chi volesse un lungo fuooco o un tele zoom c’è sempre tempo per un acquisto successivo. Per coloro che già dispongono di ottiche Nikon di qualsiasi tipo consiglio vivamente l’acquisto dell’adattatore baionetta FTZ. Il telecomando opzionale ML-L7 può tranquillamente essere sostituito dal vostro smartphone e dall’applicazione gratuita Snapbridge che non solo consente di remotare la macchina, ma di controllare, come spiegato sopra, l’inquadratura in live view oltre a cambiare diversi parametri di scatto. Inutile dire che è sempre meglio dotarsi di una seconda batteria EN-EL 25. Nikon dichiara l’otturatore per 100.000 . la batteria in dotazione garantisce 310 scatti utilizzando il mirino elettronico, e 360 scatti utilizzando il monitor, e 80 minuti, sia usando il mirino che il monitor di registrazione video ( non dimentichiamo che la Nikon Z fc registra video con microfono stereo incorporato fino alla risoluzione 4K. ma non siete obbligati a comprare una seconda batteria, Potreste comprare, o utilizzare… La magia della porta USB ( Type C ) La Nikon Z fc ha tre ingressi, microfono, Mini HDMI e USB ( Type C): attraverso questo ingresso la Nikon Z fc consente non solo la ricarica della batteria proprietaria ma anche l’alimentazione della fotocamera stessa. Quindi: …..o utilizzare il caricatore del vostro smartphone, piuttosto che l’adattatore per la presa accendisigari della vostra auto – che ormai ha almeno una presa USB e in alcuni casi anche la presa 220V se doveste ricaricare la batteria con il caricatore a corredo, o ancora un Power Bank. usando un Power Bank la cosa interessante sta nel fatto che, se nella vostra Nikon Z fc è presente la batteria proprietaria, la fotocamera prenderà l’alimentazione direttamente dal Power Bank. Se calcoliamo che la batteria proprietaria ha una disponibilità di 1120 mAh, è facile immaginare a che autonomia ininterrotta si arriva se si calcola che oggi diversi Power Bank arrivano a una riserva di carica di 40.000 mAh… Conclusioni Se pensiamo che il manuale – naturalmente cartaceo – dell’Hasselblad 500 C/M era di 32 pagine, mentre quello della Nikon Z fc è di 622 pagine, è chiaro che non ho neppure scalfito la macchina in questione Questo non sarà l’ultimo mio lavoro sulla Nikon Z fc: oltre alla possibilità di riprodurre i negativi con l’eccellente Nikkor Z 50mm F72.8 Macro, le sinergie con il mondo della pellicola non finiscono qui. E’ chiaro che, come già scritto, visto che anche l’occhio vuole la sua parte, scattare, seppur in digitale, con una Nikon che somiglia alle Nikon degli anni 70 è più che divertente. Io ho sempre considerato i due sistemi, analogico e digitali, distinti e paralleli, anche se naturalmente privilegio la pellicola, ma in molte situazioni, e l’ho già dimostrato, il digitale è l’unica strada percorribile Alla prossima, quindi, e vi ringrazio per il vostro tempo e la vostra attenzione Il vostro affezionatissimo, iridescente, senescente, e soprattutto, monopolicromatico, Gerardo Bonomo I miei video e i miei articoli sono accessibile a tutti e gratuitamente.
  2. Nikon FM3A: la REGINA In questo primo di una serie di articoli e videotutorial sulla Nikon FM3a mi soffermerò innazitutto sul periodo storico in cui venne concepita e sui prinicipali aspetti d’uso, in modo sommario. Entrerò più nel vivo sia dell’utilizzo che dei risultati negli articoli successivi. Nikon FM3A: istruzioni per l’uso In questo secondo articolo e videotutorial sulla Nikon FM3A entrerò nel vivo di tutti i principali comandi e del loro corretto funzionamento Buona lettura Nikon FM3A: istruzioni per l’uso. Terza Parte: lo shooting In questo terzo articolo e videotutorial sulla Nikon FM3A sarò sul campo sia per lo shooting a “largo campo” che per la fotografia a distanza ravvicinata e la Macro. La maggior parte delle informazioni sono comuni e applicabili alla maggior parte dei modelli di fotocamere Nikon e non presenti sul mercato e anche a molti concetti condivisi dalle fotocamere digitali. Passerò in rassegna ogni possibile dettaglio di ripresa, qualcuno noto, altri meno, ma è importante rispettare la sequenza delle azioni nel processo analogico e farlo con una grande coerenza, sia nell’attrezzatura che nel metodo. Perchè, come diceva il grande cardiochirurgo Christiaan Barnard, “Una catena è forte quanto il suo anello più debole.“ Buona visione e buona lettura a tutti Gerardo Bonomo Nikon FM3A: istruzioni per l’uso. Quarta Parte: lo sviluppo In questo quarto articolo e videotutorial sulla Nikon FM3A arriviamo a una delle fasi più delicate dell’intero processo: lo sviluppo della pellicola. Se alcuni errori in ripresa e in stampa sono “riparabili”, lo sviluppo NON ammette errori di alcun tipo. Il procedimento non è complesso ma richiede molta attenzione e disciplina Conclusioni La Rollei RPX25 ha mantenuto le sue promesse di 260 linne/mm d risoluzione, l’obiettivo, il vecchio Micro Nikkor f/2.8 Ais diaframmato a f/5,6 ha ancora il suo perchè, e il Bellini Hydrofen diluito 1+31 è stata la ciliegina sulla torta. In ultimo ricordo che in questo periodo propongo corsi one to one via Skype sia su argomenti analogici – ovviamente – che su alcuni argomenti digitali, Per maggiori informazioni potete scrivermi a gerardobonomogmail.com o contattarmi al 33356619215. La spiegazione sintetica dei corsi ” virtuali” la trovate cliccando QUI Buona luce a tutti e per ulteriori approfondimenti, visitate il mio sito che trovate al seguente indirizzo web Gerardo Bonomo (http://www.gerardobonomo.it/, canale YouTube)
  3. Terzo video e primo articolo sulla riproduzione dei negativi senza usare lo scanner: nei primi due ho lavorato con una Nikon D5600 e una Nikon D850 accoppiate all’obiettivo macro Nikkor 60mm f/2.8 g ED. In questo video ho utilizzato una Nikon Z7, mirrorless full frame o FX di Nikon da 45,7 MP in accoppiata con il MITICO AF-S Micro NIKKOR 60mm f/2.8G ED e il sistema Nikon ES-2 che permette la duplicazione, tanto digitale che analogica sia dei negativi bn e colore che delle diapositive, intelaiate o meno. Nei due video precedenti ho lavorato con la Nikon D850 e con la Nikon D5600, il cui prezzo, sommato al NECESSARIO AF-S Micro NIKKOR 60mm f/2.8G ED non è così distante dal costo di uno scanner di ottimo livello. I risultati sono almeno pari, se non superiori alla acquisizione via scanner, e rimane, dalla parte della riproduzione utilizzando una fotocamera, una velocità di scansione che non è neppure confrontabile con quello di uno scanner, a parità di pixel e di dpi. Buona lettura e buona visione. Gerardo Bonomo *** Perchè scansionare i negativi. Per molte persone, parlando tanto di negativi colore che bianco e nero, è una scelta obbligata, da un lato quando ci si vuole limitare alla condivisione del proprio lavoro argentico sui social, dall’altro quando si vuole realizzare una stampa ma non non su carta tradizionale argentica, sia essa a colori che in bianco e nero, ma sfruttando altre tecnologie più recenti, quindi la camera chiara, quindi i vari sistemi Lo scanner ha senso? Il SUPER COOLSCAN 9000 di Nikon, fuori produzione da tempo, scansionava in 40 secondi una diapositiva 24x36mm e in 180 secondi una negativa 6×9 cm, ovviamente con una risoluzione eccezionale, ma tempi di attesa biblici rispetto al sistema che vi sto andando a illustrare. Uno scanner che lavora a 6.400 dpi impiega 67 secondi per la scansione di un negativo 24x36mm. Ha senso scansionare i negativi bianco e nero se tanto poi vanno stampati? A mio parere assolutamente sì: in primo luogo perchè osservare una serie di fotogrammi scansionati permette di scegliere in modo più efficace rispetto al semplice provino a contatto – soprattutto da 24x36mm – i fotogrammi meritevoli di essere stampati, sia come inquadratura che per altri dettagli, come la messa a fuoco o l’eventuale presenza di micromosso. E siccome comunque non succede ma che si stampino tutti i fotogrammi, in questo modo si può avere una visione molto chiara dell’intero rullo appena sviluppato. Non va dimenticato poi che la scansione, se ben conservata, ovvero salvata su un backup su almeno due hard disk esterni – per non parlare del cloud – è anche un modo per avere una copia, pur digitale, molto fedele del negativo. Se nel corso del tempo si dovesse perdere un negativo o questo si graffiasse, pur in digitale, almeno si può comunque possedere una copia, e integra. L’adattatore ES-2 di Nikon Non c’è niente di nuovo sotto il sole: quando esisteva solo la pellicola esistevano diversi adattatori per duplicare negativi e diapositive, di norma venivano montati sui soffietti per la macrofotografia e consistevano in un piccolo schermo opalino unito a una slitta che permetteva di mettere perfettamente in posizione tanto una diapositiva intelaiata che una striscia di negativo, tanto bianco e nero che colori. L’adattatore ES-2 parte dallo stesso principio ma anzichè montarlo su un soffietto si monta direttamente su un obiettivo macro, grazie a due anelli filettati, di cui uno estensibile con attacco da 62mm che è proprio lil passo dell’attacco filettato dell’obiettivo AF-S Micro NIKKOR 60mm f/2.8G ED, ma è anche lo stesso passo del precedente AF Micro-Nikkor 60mm f/2.8D. E’ anche possibile utilizzare altri obiettivi macro. se l’attacco filettato è inferiore basta acquistare un anello di riduzione. In questo modo, sia usando fotocamere con sensore DX che FX è possibile ottenere una perfetta riproduzione dell’intero fotogramma 24x36mm, senza però poter inquadrare e riprodurre la parte esterna, ovvero il numero del fotogramma. Ma questa limitazione è comune anche a qualsiasi scanner, l’unico sistema per ovviare è quella di usare il Micro Nikkor scollegato dall’adattatore ES-2, appoggiando il negativo su un pian luminoso, e bloccando saldamente la fotocamera a un treppiedi o alla colonna di un ingranditore, come ho spiegato nei due precedenti video che trovate sul mio canale Youtube – i due indirizzi sono all’inizio dell’articolo -.Se nella scansione si include anche il numero di fotogramma si ottiene una riproduzione che coinvolge meno pixel all’interno del fotogramma, ma si ha la grande comodità di sapere qual’è il numero esatto di ciascun fotogramma. Un’alternativa è quella di portare a 0 la numerazione a ogni scansione di un intero rullino, o cambiare il nome del file usando, dopo averli scaricati, programmi come Nikon NX Studio. La Nikon Z7 Dopo aver usata la Nikon D5600 e la Nikon D850 eccoci alla Nikon Z7. Il primo vantaggio rispetto alle altre due fotocamere, è la mancanza dello specchio, che nelle riproduzioni va sollevato prima dell’apertura della tendina – c’è un apposito comando a menù -. Il secondo vantaggio è che abbiamo un sensore FX di ultima generazione da ben 45,7 MP, il che significa, a 300 dpi, ottenere file da 8256 x 5504 pixel. Vale a dire, sempre a 300 dpi, una stampa da 47×70 cm; non un semplice provino digitale o una semplice immagine digitale di backup ma un file che in caso di necessità può essere croppato o stampato alla piena risoluzione in un formato “ poster”. Il monitor basculabile permette un controllo perfetto nelle riproduzioni anche con la fotocamera posizionata in verticale. La tecnologia incorporata di riduzione vibrazioni (VR) ottica a 5 assi compensa il movimento della fotocamera in 5 direzioni. Nessun micromosso, quindi, anche volendo fare, come in questo caso, delle riproduzioni a mano libera. La baionetta Nikon F mount Nel 1959, quindi oltre sessant’anni fa, Nikon presentò la Nikon F, la sua prima reflex e l’attacco ottiche F mount, attacco ottiche che è rimasto sostanzialmente identico fino all’introduzione dei modeli Z, dove la baionetta è stata modificata in modo da poter accettare gli obiettivi Z ma non gli altri obiettivi; per usare quasi tutti gli obiettivi prodotti da Nikon dal quel lontano 1959, insieme al sistema EF-S è necessario dotarsi dell’adattatore FTZ. L’adattatore FTZ Nikon Per ovviare a questo inconveniente Nikon ha progettato l’adattatore FTZ che, a seconda del tipo di obiettivo impiegato, sia esso un vecchio Ai o un autofocus di prima generazione, con o senza VR, è in grado di mantenere la maggior parte delle caratteristiche dell’obiettivo utilizzato Tutte le ottiche macro dal Micro Nikkor 55mm Ai fino all’ultimo AF-S Micro NIKKOR 60mm f/2.8G ED sono compatibili L’alternativa il nuovo obiettivo NIKKOR Z MC 50mm f/2.8 Un’alternativa all’adattatore FTZ – del quale comunque io credo non sia possibile fare a meno acquistando un corpo Z visto che permette l’utilizzo di tutto il parco ottiche Nikon già on vostre mani è il nuovissimo Macro NIKKOR Z MC 50mm f/2.8 che è stato presentato insieme al Macro 105mm f/2.8 VR S. Entrambe sono ottiche FX, il 105 ha lo stabilizzatore incorporato, il 50mm no. Ma lo stabilizzatore nelle riproduzioni è decisamente superfluo. Il rapporto di riproduzione arriva in entrambi i casi a 1:1 che è quello che ci serve per inquadrare a pieno formato il fotogramma pellicola 24x36mm, sia con la Z7 che è una FX che con altre Z, come la 50 che ha sensore DX. Com da istruzioni allegate, il Macro NIKKOR Z MC 50mm f/2.8 può essere comunque collegato all’adattatore ES-2, anche se l’attacco filettato è di soli 42mm, basta usare il secondo anello presente sull’ottica di raccordo che porti il diametro da 42mm a 62mm, in oggi ne esistono comunque di universali. Questo obiettivo ha un secondo attacco filettato, più ampio, per collegarlo al sistema flash SB-200 Nikon, è quindi possibile in questo modo non utilizzare l’adattatore FTZ, che rimane comunque a mio parere indispensabile. Da non sottovalutare anche il più economico macro AF-S DX Micro NIKKOR 40mm f/2.8G. Pur essendo un DX è pienamente compatibile con il sistema di riproduzioni Nikon ES-2. Giusto per la cronaca, il sistema di riprooduzione ES-2 è compatibile con qualsiasi fotocamera digitale Nikon dalle DSLR fino alle Z sia FX che DX. L’ingrandimento con l’adattatore ES-2 a lunghezza variabile Grazie all’adattatore collassabile, è possibile variare l’ingrandimento, valutando se concentrarsi sul singolo fotogramma o includere nella riproduzione anche il numero di fotogramma. Giusto per la cronaca, il sistema di riproduzione ES-2 è compatibile con qualsiasi fotocamera digitale Nikon dalle DSLR fino alle Z sia FX che DX. ____________________________________________________________________________________ Nikon Picture Control I Nikon Picture Control sono dei settaggi personalizzabili e reversibili che si creano aprendo NX Studio e aprendo poi l’applicazione Nikon Picture Control Utiliy. Sia Nikon NX Studio che Nikon Control Utility sono scaricabile gratuitamente tanto per piattaforma Mac – OS che Windows dal sito Nikon . Come si crea un Picture Control Dopo aver aperto Nikon NX Studio si seleziona la voce Nikon Control Utility Apertura di un file NEF Si individua un file NEF coerente, già scattato e si attiva la doppia finestra per controllare le modifiche. Inversione della curva Si inverte la curva così da trasformare il negativo in positivo. Attenzione, per ogni fotocamera è preferibile selezionarla prima di costruire il suo Nikon Control specifico. Creazione di un nome univoco per ciascun Picture Control creato Dopo aver sistemato il Picture Control lo si salva con un nome file univoco. Il risultato finale Ecco una riproduzione realizzata con la Nikon Z7 senza Picture Control: stiamo osservando il file NEF Il nuovo Picture Control è visualizzabile nel menù a tendina Il salvataggio del nuovo Picture Control Il nuovo Picture Control può essere salvato su file o direttamente sulla scheda di memoria; una volta che la scheda è inserita nella fotocamere, è possibile caricare, sempre in modo reversibile, il nuovo Picture Control. Il risultato finale: il NEF originale Ecco una riproduzione realizzata con la Nikon Z7 senza Picture Control: stiamo osservando il file NEF che è rimasto in negativo, nonostante abbiamo inserito il Picture Control di inversione monocromatica Il risultato finale: il JPG direttamente in positivo in preview on camera Utilizzando il Picture Control di inversione creato, è possibile vedere sia attraverso il mirino che il display l’immagine già in positivo; questo è estremamente utile per poter correggere eventuali sotto o sovraesposizioni Va da sè che si lavora in manuale, usando un diaframma fisso, di solito tra f/8 e f/11 e si cambia esclusivamente il tempo di scatto per ottenere il risultato prefissato Alla risoluzione nativa Ho appoggiato sul negativo una diottra e ho caricato il file originale che potete vedere e ingrandire qui sotto per valutare la bontà della scansione: 8152×5374 pixel a 300 dpi, materiale più che sufficiente per una stampa, a 300dpi in formato 45×70 cm…. Con diottra alla risoluzione nativa 8152×5374 pixel a 300 dpi ____________________________________________________________________________________ Su treppiedi, su stativo o a mano libera? Il grande vantaggio del Nikon ES-2 sta nel fatto che, essendo solidale all’obiettivo, è possibile utilizzarlo anche a mano libera, ed è esattamente quello che ho fatto in queste riproduzioni, a f711 con pose di 6 secondi. Montare comunque la fotocamera su un treppiedi è vantaggioso quando bisogna passare da un fotogramma all’altro, Con il modulo ES-2, comunque, non siamo più schiavi del supporto, visto che il modulo è saldamente adeso all’obiettivo Su treppiedi o su stativo Usando un treppiedi non è necessario posizionare la fotocamera verso il basso, mettendola in bolla, come si fa invece quando non si utilizza il dispositivo ES-2 ma si posizionano i negativi su un piano luminoso, a patto che la fotocamera punti verso una sorgente luminosa; anche in questo caso, non è necessario che sia diffusa, basta anche una luce puntiforme: il pannello opaco incluso nel dispositivo ES-2 provvederà a diffondere la luce correttamente. In questa immagine vediamo invece la Nikon Z7 con l’aggiuntivo ES-2 posizionata al posto della testa di un treppiedi, con un piano luminoso appoggiato sul piano dell’ingranditore: questa è la situazione ideale quando non si dispone del modulo ES-2 ed è quindi necessario che il negativo o la diapositiva siano perfettamente stesi in orizzontale sul piano luminoso e che la fotocamera sia perfettamente in bolla rispetto al piano luminoso; togliendo il modulo ES-2 si potrà anche fotografare i negativi includendo anche il numero di fotogramma, parlando del formato 24x36mm, e si potranno riprodurre negativi anche più grandi, come il 6×6 o il 6×9, fino alle pellicole piane. Il limite del ES-2 è che non può riprodurre negativi di formato superiore al formato 24x36mm; il vantaggio è che, come dimostrato, è possibile lavorare addirittura a mano libera, qualora non si disponesse di un treppiedi o di uno stativo, come la colonna e il piano di un ingranditore. Conclusioni La Nikon Z7, con i suoi 45,7 MP a 300 dpi, permette du ottenere file da 8256 x 5504 pixel. Vale a dire, sempre a 300 dpi, una stampa da 47×70 cm. E’ molto di più di una “semplice scansione, permette una copia, pur digitale, del fotogramma a una risoluzione identica a quella che si otterrebbe stampando il negativo attraverso l’ingranditore tradizionale. L’obiettivo AF-S Micro NIKKOR 60mm f/2.8G ED si è dimostrato assolutamente fantastico anche su questa mirrorless; non mi è stato possibile fare un confronto con il nuovo Macro NIKKOR Z MC 50mm f/2.8 nato appositamente per il sistema Z, ma presumo si equivalgano, anche se il progetto del 50mm è ben più recente del progetto del 60mm. L’adattatore ES-2 per me non è una novità, in tempi non sospetti usavo il soffietto PB-6 con l’adattatore PS-6 e naturalmente il Micro Nikkor 55mm f/2.8 Ai. Anche per chi come me scatta innanzitutto su pellicola, la possibilità di riprodurre in digitale i negativi è necessario innanzitutto per scegliere nel migliore dei modi il negativo da stampare, valutando con estrema precisione il fuoco e l’eventuale presenza del micromosso. Non mi nascondo dietro un dito se vi ragguaglio sul fatto che le riproduzioni di molti negativi che corroborano i miei articoli, anche per l’ingrandimento estremo, sono frutto di riproduzioni. Per chi invece volesse approcciare il mondo della pellicola, o la stia già usando, e sia magari in grado di svilupparsi da sè i negativi ma non ha nè lo spazio nè ancora le capacità per stampare, la riproduzione è il metodo migliore per poter valutare i propri scatti, caricarli sui social e volendo – perchè no – iniziare a stamparli usando le stampanti – magari di ottimo livello – con carte adeguate. Per stampare sotto l’ingranditore c’è sempre tempo, l’importante è scattare “anche su negativo” bianco e nero, preferibilmente. Gerardo Bonomo (http://www.gerardobonomo.it/, canale YouTube)
  4. NIKON FE. ISTRUZIONI PER L’USO. PRIMA PARTE La Nikon FE è stata una fotocamera che Nikon ha concepito alla fine degli anni ’70, sulla scorta del successo della Nikon FM, dalla quale si differenzia per alcuni dettagli, ma di fondamentale importanza nell’uso sul campo. Buona visione e buona lettura! Nikon FE: l’evoluzione logica della Nikon FM Tra il 1977 e il 1981 Nikon produsse la Nikon FM, fotocamera interamente meccanica, con tempi di posa da 1 secondo fino a 1/1000 di secondo e con esposimetro incorporato TTL alimentato a batteria. Dalla Nikon FM nacque la La Nikon FM2, prodotta dal 1982 al 2001, per ben 19 anni – uno dei modelli più longevi di casa Nikon, è una fotocamera manual focus che non solo ha incontrato grandi consensi di pubblico durante il suo ventennio di produzione, ma è ancora oggi una delle fotocamere Nikon manual focus più ambite.Si distingue inannzitutto dal modello precedente per il fatto che il tempo di scatto più veloce passa da 1/1000 di secondo della FM a 1/4000 di secondo della FM2. In quel periodo c’era una vera e propria corsa al tempo di scatto sempre più veloce, corsa più scientifica e da primato che pratica, visto che le pellicola non superavano i 3600 ISO e non era ancora in voga la “caccia” alle immagini con effetto “bokeh” che avrebbero potuto giustificare tempi di scatto sempre più veloci. Ma contemporaneamente alla produzione della Nikon FM, per la precisione dal 1978 al 1983 arrivò la Nikon FE. E’ la versione elettronica che unisce la tecnologia della Nikon EL2, evoluzione con innesto obiettivi AI della mitica Nikkormat EL. Quasi identiche nel design, negli ingombri e nei pesi, la Nikon FE introduce importanti innovazioni, per il cui funzionamento è però necessaria la batteria: l’otturatore non è più meccanico ma elettromeccanico, è presente un solo tempo fi posa meccanico, il 1/90 di secondo, ma a fronte di questa “dipendenza” la Nikon FE offre la priorità di diaframmi e la possibilità di impostare manualmente tempi fino a ben 8 secondi di posa. Questa dipendenza dalla batteria, per altro facilmente superabile semplicemente avendo con sè una batteria di scorta, ha però fatto sì che ancora oggi sono più ricercate le Nikon FM e FM2 piuttosto che la FE e la sua erede, la Nikon FM2. Io personalmente preferisco immensamente la FE alla FM, vi spiego nei prossimi capitoli il perchè. La priorità di diaframmi La priorità di diaframmi è un semiautomatismo presente anche nelle reflex digitali attuali, che permette all’utente di impostare manualmente il diaframma – responsabile tanto della profondità di campo che del fuori fuoco – o effetto bokeh alle spalle del soggetto -, lasciando che sia la fotocamera a impostare automaticamente il tempo di scatto. Se pensiamo che con queste fotocamere la messa a fuoco è manuale, il riarmo del’otturatore e l’avanzamento della pellicola sono manuali, non doversi preoccupare anche di impostare il tempo di posa permette al fotografo di abbattere preziosi secondi di impostazione dei parametri della fotocamera, consentendogli di catturare davvero l’attimo fuggente. L’estensione dei tempi di posa fino a 8 secondi. Nel 1991 Nikon presentò la Nikon F 601, sia il modello AF che M, che permetteva di impostare manualmente tempi di posa fino a 30 secondi. Ma già poter contare su un’impostazione manuale di 8 secondi, rispetto al tradizionale secondo, permetteva, giò con la Nikon FE di lavorare in condizioni di luce crepuscolare edi ener conto anche dell’effetto di non reciprocità, che accomuna – ancora oggi – tutte le pellicole. L’effetto di non reciprocità. Detto anche effetto Schwartzchild, l’effetto di non reciprocità, o difetto di reciprocità è un limite delle pellicole, soprattutto a colori, tale per cui, oltrepassata la soglia del secondo di posa, impostando per esempio f/8 e 1 secondo di posa, se chiudiamo il diaframma di 1 stop, portandolo a f/11, per mantenere la medesima quantità di luce il tempo di posa non va semplicemente raddoppiato a 2 secondi ma va aggiunto del’altro tempo di posa. L’effetto è a progressione geometrica, questo significa che se già si parte con un tempo di posa molto lungo, una sua variazione, per esempio chiudendo il diaframma, o basandosi semplicemente sul dato fornito dall’esposimetro – che NON tiene conto dell’effetto di non reciprocità – porta a un reale tempo di posa che può essere il triplo o il quadruplo rispetto a quello indicato dall’esposimetro. Ecco il motivo per cui,pur accontentandosi del “soli ” 8 secondid ella Nikon FE, questa fotocamera fino a un certo livello di EV permette di impostare un tempo di posa che tenga conto anche dell’effetto di non reciprocità. La priorità di diaframmi della Nikon FE: arriva davvero “solo” a 8 secondi ? L’esposimetro della Nikon FE, come la maggior parte degli esposimetri dell’epoca, aveva un range di EV poco esteso, per la precisione da EV 1 a EV 18, che si traduce in una bassa sensibilità al rilevamento della luce in condizioni di scarsa luminosità. Infatti, anche impostando la priorità di diaframmi, i dati di targa della Nikon FE consentono anche in semiautomatismo di raggiungere solo gli 8 secondi di posa. Per fortuna, nella pratica, i tempi di posa raggiungibili in modalità A sono BEN superiori ! Altro che 8 secondi ! Se osserviamo il grafico della Nikon FE notiamo che impostando una sensibilità di 12 ISO si arriva appunto, in modalità A a8 secondi di posa. Per mia esperienza personale, invece, i tempi di posa che si raggiungono superano i minuti, e c’è chi è arrivato a mantenere aperto, in automatico l’otturatore della propria Nikon FE fino a ben 63 minuti ! Giocando con gli ISO e con la staratura intenzionale dell’esposizione, e senza l’ausilio di un esposimetro esterno, la Nikon FE è in grado di fronteggiare situazione quasi completamente prive di illuminazione, e starando intenzionalmente l’esposizione, di far sì che tenga conto anche dell’effetto di non reciprocità. Non male, direi! Reperibile, riparabile. Nonostante i primi esemplari siano stati immessi sul mercato nel 1981 – quindi quasi quarant’anni fa – la Nikon FE è ancora facilmente reperibile nei negozi specializzati di fotografia. Nonostante l’elettronica, poca rispetto a una digitale, ma superiore rispetto a una Nikon FM, la Nikon FE può ancora tranquillamente essere riparata da diversi laboratori specializzati sparsi su tutta la penisola Leggera, e da oggi non serve neppure tornare a casa per sviluppare i negativi. Leggera, quasi tascabile, dotata di un parco ottiche, specie gli Ai a loro volta leggeri e compatti, la Nikon FE trova posto in una borsa di dimensioni contenute, insieme al suo corredo. E da oggi, se avete fretta di vedere i risultati, basta che abbiate con sè una LAB-BOX con il monobagno, Ars Imago o il Dx ONE di Ag+per poter sviluppare i vostri negativi direttamente sul campo, senza camera oscura, senza changing bag! __________________________________________________ Nikon FE: uno sguardo d’insieme La misurazione in stop down e la compatibilità con gli obiettivi pre Ai La Nikon Fe, come già la Nikon FE ha la possibilità di sganciare l’accoppiamento previsto per gli obiettivi Ai permettendo sia di esenìguire precise esposizioni in stop down che di utilizzare anche gli obiettivi pre Ai, come i vecchi obiettivi F presentati alla fine degli anni ’50 con la prima Nikon F. Un’opportunità certo da non sottovalutare. Nikon FE: le informazioni nel mirino La Nikon FE permette di osservare, attraverso il mirino, diversi dati impostati e di scatto. In alto, come di consueto, grazie a un prisma che legge la scala dei tempi sull’obiettivo montato, è possibile leggere il tempo impostato. A sinistra è presente una scala che permette di leggere i tempi da1/1000 fino a 8 secondi, oltre l’impostazione sul tempo meccanico 1/90 di secondo e la posa B e se la ghiera dei tempi è impostata su A. Per indicare il tempo o la funzione impostata basta osservare dove è posizionata la stanghetta verse, che si muove sincronizzata rispetto alla rotazione della ghiera dei tempi. Per leggere invece il dato suggerito dall’esposimetro basta osservare l’ago nero che, se coincide con la stanghetta verde, indica che l’accoppiata tempo/diaframma scelta dall’utente è in linea con quanto suggerito dall’esposimetro. Sotto o sovraesposizioni intenzionali Al contempo, sempre a questa scala molto chiara e leggibile, è anche possibile introdurre delle sotto o sovraesposizioni intenzionali tenendo come riferimento l’ago dell’esposimetro e scegliendo volutamente un tempo di scatto più lento o più veloce per indurre appunto delle sotto o sovraesposizioni intenzionali La staratura intenzionale dell’esposizione in manuale e in priorità di diaframmi. Un altro sistema per effettuare delle sotto o sovraesposizioni intenzionali dell’esposizioni si ottiene agendo sulla ghiera delle starature intenzionali delle esposizioni; questa ghiera permette di indurre delle sotto o sovraesposizioni intenzionali da -2 fino a +2 stop e può ed è estremamente utile quando si sa già a priori che diverse immagini in sequenza, o perchè il soggetto riflette poca luce o perchè ne riflette troppa, potrebbero non essere correttamente esposte perchè la riflessione della luce da parte del soggetto ingannerebbe l’esposimetro. ATTENZIONE: quando si lavora in manuale sarà l’ago dell’esposimetro a stararsi e sarò l’utente a dover far collimare l’ago ” starato” con la stanghetta verse. Quando si lavora in A ovvero in priorità di diaframmi, verrà proposto un tempo di scatto “starato” sul quale però non è necessario intervenire, perchè sarà la fotocamera stessa ad adeguare il tempo di scatto. Una piccola pecca della FE è data dal fatto che, a differenza di altre fotocamere, come guà la Nikon FE2, quando si sposta la ghiera della staratura nel mirino non compare alcun avviso di staratura; sarà quindi l’utente, a staratura ultimata, che dovrà ricordaesi di riportare la ghiera sul simbolo “ZERO”. La visualizzazione nel mirino della staratura intenzionale dell’esposizione nella Nikon FE2. Qui si vede chiaramente il simbolo +/- che si retroillumina di rosso sulla Nikon FE2 quando si attiva una staratura intenzionale dell’esposizione. Devo ammettere, anche se la FE è mia fedele compagna da 39 anni, che questa miglioria sulla Nikon FE2 non è da disprezzare Personalmente, per evitare di ritrovarmi un intero rullo quasi intenzionalmente starato, io preferisco non usare, sulla FE, la ghiera della staratura intenzionale. Detto anche effetto Schwartzchild, l’effetto di non reciprocità, o difetto di reciprocità è un limite delle pellicole, soprattutto a colori, tale per cui, oltrepassata la soglia del secondo di posa, impostando per esempio f/8 e 1 secondo di posa, se chiudiamo il diaframma di 1 stop, portandolo a f/11, per mantenere la medesima quantità di luce il tempo di posa non va semplicemente raddoppiato a 2 secondi ma va aggiunto del’altro tempo di posa. L’effetto è a progressione geometrica, questo significa che se già si parte con un tempo di posa molto lungo, una sua variazione, per esempio chiudendo il diaframma, o basandosi semplicemente sul dato fornito dall’esposimetro – che NON tiene conto dell’effetto di non reciprocità – porta a un reale tempo di posa che può essere il triplo o il quadruplo rispetto a quello indicato dall’esposimetro. Ecco il motivo per cui,pur accontentandosi del “soli ” 8 secondid ella Nikon FE, questa fotocamera fino a un certo livello di EV permette di impostare un tempo di posa che tenga conto anche dell’effetto di non reciprocità. Il Memory Lock Il Memory Lock è un’altra funzione interessante di Nikon che serve per bloccare l’esposizione puntando sul soggetto desiderato la parte centrale dell’inquadratura, si attiva spingendo verso l’obiettivo la leva dell’autoscatto e una volta premuta va tenuta bloccata fino a che non si effettua lo scatto. Attenzione: il Memory Lock funziona esclusivamente in priorità di diaframmi, ovvero quando la ghiera dei tempi è impostata sulla “A” verde. Il Memory Lock: attenzione all’ago dell’esposimetro! Quando viene attivato il Memory Lock e ricomponendo l’inquadratura si cambia il punto dell’inquadratura, se questa è più chiara o più scura rispetto al centro dell’immagine su cui è stato fatto il Memory Lock, l’ago dell’esposimetro si muoverà proponendo un nuovo tempo di scatto, o più lento o più veloce. Attenzione: anche se l’ago si muove, l’esposizione rimarrà bloccata sull’esposizione che è stata effettuata al momento della pressione del Memory Lock. Nikon FE o Nikon FE2 ? Questo è il dilemma. Dilemma simile a quello tra Nikon FM e Nikon FM2. La Nikon FE2 arriva a 1/4000 di secondo, dispone di TTL flash, il syncro flash è su 1/250 e anche il tempo meccanico è su 1/250. Attraverso il mirino il simbolo +/- avvisa se è stata impostata uno sotto o sovra esposizione intenzionale. Gli ISO impostabili sono stati portati da 3200 a 4000 ISO. Ma, ma c’è un ma: non è più possibile lavorare in stop down e soprattutto utilizzare gli obiettivi pre Ai. Io, personalmente, non ho bisogno di tempi superiori a 1/1000 di secondo, nè del syncro flash a 1/250 di secondo nè tantomeno di un tempo di scatto meccanico a 1/250 di secondo, francamente troppo veloce per poter, in caso di necessità, con pellicole non molto sensibili, chiudere di un paio di stop in più il diaframma. Avrei bisogno del riferimento per la staratura intenzionale ma ho ancora più bisogno di lavorare in stop down e, se voglio, usare gli obiettivi pre Ai. La mia scelta, quindi, cade assolutamente sulla Nikon FE, senza per questo nulla togliere alle migliorie apportare sulla FE, migliorie per alcuni “peggiorie” per altri… Scelgo Nikon FE, quindi. Leggera, quasi tascabile, dotata di un parco ottiche, specie gli Ai a loro volta leggeri e compatti, la Nikon FE trova posto in una borsa di dimensioni contenute, insieme al suo corredo CONCLUSIONI Il nostro tour sulla Nikon FE termina qui: Nikon FE rimane ancora oggi, per noi argentici, una fotocamera straordinaria. Quale sarà la prossima fotocamera di cui vi parlerò? C’è un solo modo per scoprirlo: follow me! A presto e buona luce Gerardo Bonomo (http://www.gerardobonomo.it/, canale YouTube)
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