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Jorgos

Nikonlander
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Blog Entries pubblicato da Jorgos

  1. Jorgos

    materiale fotografico
    Un rullino con la Nikon D3?  Si, c’è sempre il modo di pensare al vecchio rullino da 36 pose.
    Nel Maggio del 2010 Kodak ha affidato al fotografo Steve McCurry l’ultimo rullino della famosa pellicola prodotto dalle sue fabbriche, per diapositive Kodachrome. Certo la cosa era simbolica ma il rullino di sole 36 pose allora, in piena era digitale con flash cards che salvavano migliaia di scatti, ha assunto un senso di arca artistica nelle mani di Steve che non ci ha pensato due volte a sfruttare l’occasione.
    In questo senso allora, presento oggi, il mio rullino con la mia Nikon D3. Solo che il criterio base di questa raccolta non e’ esclusivamente quello artistico. Si tratta di 36 scatti che tirano fuori il carattere di una macchina rivoluzionaria, presentata nell' Agosto dell'ormai lontano 2007. Scavando nei miei archivi ho tirato fuori le foto che secondo me rappresentano meglio le qualità e le caratteristiche tecnologiche di questo apparecchio, ovviamente filtrate dalle mie capacità espressive e tecniche.
    Qui sotto allora troverete degli scatti che ho fatto con la mia macchina in più di otto anni di utilizzo. La raccolta è sudivisa in vari settori della fotografia. Natura con foto di animali liberi ma anche riprese fatte allo zoo, Macro in campo ma anche allo studio, Street in bianco e nero, Ritratto a luce naturale, luce mista e luce totalmente artificiale e controllata, Sport, Giornalismo, Cronaca e per finire foto di Paesaggio.
    Insomma ogni tanto tirare le somme fa bene e ci sono vari modi e maniere per farlo. Io ho preferito di fare questo esercizio con la mia fedele Nikon D3 sviluppando un rullino da 36 pose che si e’ matturato in questo periodo di otto anni di uso sodisfacente.
     
    Il corredo
    Ho acquistato la D3 esattamente un anno dopo la sua uscita sul mercato e fa tuttora parte del mio corredo fotografico. L’ ho adoperata con i migliori obiettivi Nikkor dell’ epoca.
    -       AFs Nikkor 17-35mm f/2,8D ED
    -       AFs Nikkor 70-200 f/2,8G ED VR
    -       AFs Nikkor 28mm f/1,8G
    -       AFs Nikkor 50mm f/1,4G
    -       AFs Micro Nikkor 105mm f/2,8G ED VR
    -       AFs Nikkor 300mm f/2,8G ED VR
    -       AF Micro Nikkor 70-180mm f/4,5-5,6D ED
    -       AF Nikkor 85mm f/1,4D
    -       AF Nikkor 180mm f/2,8D ED
    -       AIs Nikkor 20mm f/2,8
    -       AIs Nikkor 35mm f/1,4
    -       AIs Micro Nikkor 55mm f/2,8
    Mi sono fidato in pieno del suo sistema di controllo CLS (Creating Lighting System) dei lampeggiatori dedicati. Quattro Nikon Speedlights SB-800 controllati tramite l’ unità SU-800 hanno sempre funzionato bene e mi hanno permesso di modellare e dosare la luce come volevo io, specialmente nei ritratti.
     
    Le foto sono al classico formato 3:2 frame (formato del sensore). Alcune sono ritagliate nel formato wide 16:9.
     
    Natura
     

     

    1.     Cigno reale, Cygnus olor, Gennaio2009, Nikon D3, AFs Nikkor 300mm f2,8G ED VR, Iso 800, 1/6400s, f/2.8, VR On.
      
    Ripresa in sequenza ad alta velocità con cadenza di circa 9 fotogrammi al secondo in formato FX (36 x 24). La D3, in piena sintonia con il 300mm/2,8G ha una messa a fuoco fulminea e ti permette di fare cose del genere.
     

    2.     Rana verde maggiore, Agosto 2008, Nikon D3, AFs Nikkor 300mm f2,8G ED VR+TC-20EII, Iso 800, 1/1250s, f/11, VR On.
     

     

    3.     Biancone, Circaetus gallicus,
    Nikon D3, Afs Nikkor 300mm f/2,8G ED VR+TC-14EII, Iso 200, 1/8000s, f/4, VR On.
     
    Lago di Stymfalia in Grecia. Il VR del mio 300/2,8 funziona da vero bene. Mano libera con il TC-14EII montato e a bassi Iso. Risultato più che buono. La macchina mi ha permesso di seguire il rapace, senza perdere il fuoco e di avere sei-sette scatti buoni. Considerando il fatto che avevo montato il moltiplicatore, che in pratica toglie velocità alla messa a fuoco, devo ammettere che sono stato fortunato.
    Ma le impostazioni per l’ esposizione mi hanno restituito delle foto sottoesposte di almeno 2 diaframmi. Sono intervenuto con il Capture NX2 scegliendo lo strumento Color Control Point per schiarire la parte sotto l’ala ed il corpo del rapace senza toccare la luminosità del cielo. La correzione è stata di +2EV. Il file ha resistito e mi ha regalato tutta l’ informazione registrata dal sensore.
     

     4.     Svasso maggiore con i piccoli, Podiceps cristatus, Agosto 2008,
    Nikon D3, Afs Nikkor 300mm f/2,8G ED VR+TC-20EII, Iso 800, 1/1600s, f/11.
     
    Lago di Revine in Veneto. Uscita col canotto cammuffato per dare il minor disturbo possibile agli uccelli. Non potendo remare forte, per non spaventare l’ avifauna, sono stato in acqua piu’ di 6 ore. E’ stata una esperienza unica  navigare tra gli svassi e la D3 mi regalava scatti cosi belli e ricchi di sfumature che non avrei potuto fare con la mia ex, la Nikon D2x.
     
     
     5.     Martin pescatore, Alcedo atthis, Ottobre 2008,
    Nikon D3, Afs Nikkor 300mm f/2,8G ED VR+TC-14EII, Iso 5600, 1/1000s, f/8, formato Dx.
     
    Foto scattata da un osservatorio faunistico. Avevo notato il passaggio del Martino che frequentava questo posatoio. Anche se la distanza non era tale da riempirmi il quadro sono ricorso al TC-14EII e per di più ho croppato in Dx. Il Martino non è mancato all’ appuntamento ed ho eseguito una sequenza a raffica di 15 fotogrammi. Ingrandimento al limite ma il risultato e’ accettabile.
     
     
    6.     Papavero, Maggio 2009, Nikon D3, Afs Nikkor 300mm f/2,8G ED VR, Iso 400, 1/800s, f/8, su treppiede con VR off.
     
    Una foto ravvicinata con un bellissimo sfuocato e una altissima risoluzione e dettaglio sulla parte centrale del papavero. Non ho voluto esagerare con il contrasto ed ho impostato Standard come picture control.
     
     
    7.     Piuma sull’ acqua, Agosto 2008,
    Nikon D3, Afs Nikkor 300mm f/2,8G ED VR+TC-14EII, Iso 800, 1/60s, f/16, -1,00EV, + SB-800 in iTTL regolato a -1,00EV.
     
    La foto è stata fatta quasi al livello dell’ acqua da un canotto in mezzo al lago alle 20:00 di sera, sottoesponendo apposta per annerire il più possibile l’acqua. Sono intervenuto sia per la staratura dell’ esposimetro per lo sfondo sia per la luce del flash con una regolazione di -1,0EV in ambedue i dispositivi. Ho sperimentato più scatti finche’ ho avuto il risultato voluto. Regolazione del picture control Monochrome in macchina.
     
     
    Allo zoo
    Certo che allo zoo non trovi gli animali come nella natura selvaggia, cioe’ liberi e super attivi. Pero’ hai la possibilita’ di vedere da vicino tante specie, studiare il loro attegiamento anche se in realta’ esso e’ condizionato dal fatto che sono in cattivita’. Per i fotografi e’ una buona occasione per esercitarsi faccendo ottimi ritratti ravicinati. Serve pazienza e tenacia.
     
     
    8.     Lemure, Nikon D3, Afs Nikkor 300mm f/2,8G ED VR, Iso 200, 1/1000s, f/2,8.
     
    Un ritratto di lemure che esalta gli occhi arancioni dell’ animale. Una foto quasi in bianco e nero. Il sensore della D3 restituisce delle sfumature mai viste per l’ epoca.
     
     
    9.     Uccello segretario, Sagittarius serpentarius, Nikon D3, Afs Nikkor 300mm f/2,8G ED VR, Iso 400, 1/3200s, f/2,8.
     
    Un momento caratteristico per questo particolare uccello con i ciuffi della testa tutti spiegati. Per eliminare il più possibile la rete della gabbia ho appoggiato la parte frontale dell’ obiettivo su di essa. Lo sfuocato non è pulito ma si presenta con una lieve trama diagonale che riproduce la matrice della rete.
     
     
    10.   Kookaburra, Dacelo leachii, Nikon D3, AF Micro Nikkor 70-180mm f/4,5-5,6D ED @ 180mm, Iso 640, 1/100s, f/5,6.
     
    I kookaburra sono ucceli che appartengono alla stessa famiglia a cui appartengono le varie specie di martin pescatore, per questo motivo tali uccelli vengono chiamati anche martin pescatori australiani. Questo esemplare stava vicino alla rete della gabbia e non si e’ mosso quando mi sono avvicinato. Ho appoggiato la parte frontale del mio obiettivo sulla rete. Regolando il diaframma a f/5,6 e con una zoomata a 180mm ho avuto questo primo piano con l’ uccelo staccato completamente dallo sfondo. Il sensore della D3 mi ha restituito un’ immagine di altissima qualita’, ricca di sfumature e un dettaglio con buonissima incisione che mi ha riconfermato per l’ enesima volta la qualita’ del mio Micro Nikkor 70-180mm.
     
     
    Dettaglio, crop al 100%
     
     
    11.   Scimpanzè, Pan troglodytes, Nikon D3, AFs Nikkor 300mm f/2,8G ED VR, Iso 400, 1/2500s, f/4.
     
     
    Macro
     
     
    12.   Vespa in rosso, Nikon D3, AF Micro Nikkor 105mm f/2,8G ED VR+TC-14EII @ 147mm, Iso 2500, 1/200s, f/16, -1,0EV.
     
    Nella macrofotografia di insetti e’ importante operare da una certa distanza senza infastidire il soggetto. Qui ho montato sul micro 105mm/2,8G il moltiplicatore 1,4x per avere un ingrandimento maggiore senza avvicinarmi di piu’. La focale e’ diventata 147mm e la messa a fuoco automatica si e’ rivelata un po’ piu lenta. Impostando un diaframma chiuso a f/16 ho dovuto alzare gli iso al valore di 2500 per avere un tempo di scatto relativamente sicuro.
     

    13.   Cavalletta, Nikon D3, AF Micro Nikkor 105mm f/2,8G ED VR, Iso 2500, 1/250s, f/20, -0,3EV.
     
     
     14.   Fiore di Parnassia palustris, Nikon D3, AF Micro Nikkor 105mm f/2,8G ED VR, Iso 500, 1/250s, f/22, +0,3EV.
     
    Il fiore era illuminato dai raggi del sole e aveva lo sfondo completamente scuro. Ho regolato la misurazione della macchina in spot e dopo uno primo scatto ho corretto l’ esposizione di +0,3EV. Il micro 105mm/2,8G mi ha restituito un’ immagine con un bellissimo contrasto. Picture control regolato in Vivid
     
     
    15.   Conchiglia in studio, Nikon D3, Ais Micro Nikkor 55mm f/2,8, Iso 200, 15s, f/32.
     
    La conchiglia e’ stata fotografata con la tecnica di lightpainting in un piccolo studio improvisato a casa. Ho adoperato un cartoncino nero per lo sfondo, uno stecchino nero infilato nella conchiglia per tenerla in questa posizione e una piccola pila per disegnare con la luce. Tanti tentativi e tanta pacienza per poter avere immagini interessanti. Ovviamente la macchina era sistemata sul trepiede.
     
    Street in b&w
    Per fare fotografia di stada bisogna essere molto discretti e muoversi tra la gente senza dare nell’ occhio. La D3 essendo un’ ammiraglia e’ una macchina esattamente al contrario di tutto cio. E’ disegnata come un carro armato, e’ pesante, massicia ed e’ grande ma in compenso ha una risposta molto veloce, circa 0,12 sec. per l’avvio e 37 milesimi di sec. per il meccanismo di ritardo allo scatto e un mirino con circa 100% di copertura del fotogramma.
     

    16.   Venezia, Nikon D3, Ais Nikkor 35mm f/1,4, Iso 800, 1/250s, f/11, -0,3EV .
     

    17.   Venezia, Nikon D3, Ais Nikkor 35mm f/1,4, Iso 800, 1/40s, f/8.
     
     
    18.   Atene, Nikon D3, AFs Nikkor 17-35mm f/2,8D ED @ 24mm, Iso 800, 1/200s, f/8.
     
    Quel giorno me lo riccordero’ per sempre. Grandi proteste al centro di Atene con disordini dapertutto. Avevo documentato le proteste e stavo tornando verso casa. Fino a quel momento avevo fatto solo foto a colori. Appena ho visto questa macchina bruciata con il gruppo di polizioti ho cambiato subito l’impostazione del picture control a modalita’ Monocromatico ed ho puntato l’ obiettivo facendo un solo scatto, questo. La proggettazione del corpo macchina della D3 con i bottoni al posto giusto e con un’ interfaccia molto facile da imparare mi ha permesso di agire all’istante. E’ stata l’unica foto del giorno che ho fatto in b&w.
     
    Ritratto
     

    19.   Dimitri, Nikon D3, AF Nikkor 85mm f/1,4D E, Iso 800, 1/2000s, f/1,4, -0,7EV, luce naturale, WB manuale 5260 Kelvin.
     
    Mi ricordo che per fare questa foto e avere gli occhi di Dimitri a fuoco ho fatto parecchi scatti col diaframma impostato a 1,4. Chi ha avuto questo obiettivo sa cosa intendo. La messa a fuoco diventa molto indecisa e non è rapida per poter fare un ritratto espressivo e cogliere l’attimo. Quando però ci riesci il bokeh che offre questa ottica è favoloso. Un' ottica che ho amato e odiato allo stesso tempo.
     
     
     20.   Elena, Nikon D3, AF Nikkor 85mm f/1,4D E, Iso 3200, 1/100s, f/4,5, -1,0EV, luce artificiale non controllata, WB auto.
     
    Facendo una serie di foto a Elena ho insistito a scattare con questa precisa angolazione perche’ gli allineamenti  del suo viso erano perfetti. Il problema col 85mm/1,4 e’ stato come sempre la messa a fuoco agli occhi. Come se non bastasse questo, dovevo regolare la profondita’ di campo, cioe’  il diaframma, in modo che risultassero tutti e due a fuoco, sperando nel fratempo che la mia modella non si stancasse.
     

    21.   Lisa e Cliò, Nikon D3, AF Nikkor 85mm f/1,4D, Iso 640, 1/60s, f/4, -1,0EV, 2xSB-800 in TTL + 1xSB-800 in manuale, WB flash.
     
     Ho fotografato le due amiche con un set di illuminazione composto da tre speedlights SB-800. Due flash laterali con difusori due ombrellini bianchi in TTL a -2,3EV e uno per illuminare lo sfondo regolato in manuale a 1/64 della sua potenza. Ho controllato i tre lampeggiatori tramite l’ unita’ SU-800.
     
     
    22.   Michele, Nikon D3, AF Nikkor 85mm f/1,4D, Iso 640, 1/60s, f/2.5, -2,0EV per lo sfondo,
    SB-800 in macchina (master) in TTL regolato a -2,3EV + 1xSB-800 remoto regolato in manuale a 1/16 della sua potenza controllato tramite il master.
     
     
     
     23.   Giovanna, Nikon D3, AFs Nikkor 28mm f/1,8G, Iso 1250, 1/60s, f/8, -1,0EV (per lo sfondo),
    SB-800 in macchina (master) in TTL a -1,0EV + 2xSB-800 in TTL a remoto, regolati a -1,0EV e controllati tramite il master, WB auto.
     
     
    Luce bassa e luce mista
     

    24.   Alessio Vassili, Nikon D3, AFs DX Nikkor 12-24mm f/4G @ 24mm, Iso 800, 1/10s, f/4, luce di due candele, misurazione spot.
     
    Uno dei primi ritratti con la mia D3. La novità dell’ epoca era il sensore full frame della macchina che garantiva qualità molto buone con sensibilità iso alta (fino a 6400 iso), basta pensare che il corrispondente della D2x era appena 800 iso. Per testare il sensore della macchina ho fatto questo ritratto a mio figlio utilizzando la luce soltanto di due candele (circa 24 lumen). Il risultato è eccezionale. Da notare che la candela più alta aveva il bordo alto e bianco che ha fatto da filtro ammorbidendo e distribuendo meglio il fascio di luce.
     

    25.   Alessio Vassili, Nikon D3, AFs Nikkor 28mm f/1,8G, Iso 200, 1/4s, f/4,5, SB-800 in macchina con cupoletta di diffusione, slow sync, TTL a -2,3EV.
     
    Un bel esempio di una foto a luce mista, situazione sempre critica per un sensore. Ho regolato il lampo in TTL con una sottoespozione di -2,3EV in modo che non fosse troppo forte. La macchina ha fatto un ottimo lavoro se pensate che il WB era semplicemente in automatico.
     
     
    26.   Cagnolino, Nikon D3, AFs Nikkor 28mm f/1,8G, Iso 400, 1/160s, f/16, -0,7EV (per lo sfondo), 1xSB-800 in macchina con cavo SC-17 in TTL a -0,7EV, WB in manuale a 5260 Kelvin.
     
    Un ritratto ambientato di un cagnolino simpatico. L’ angolo del 28mm e il diaframma stretto f/16 mi hanno fatto risaltare l’ambiente circostante, quasi una foto di paesaggio. Lampo con l’ SB-800 regolato in TTL tramite il cavo di prolunga SC-17 tenuto con la mano sinistra e regolato in maniera da non essere percepito. Infatti se non ci fosse il riflesso nell’ occhio del cane non sarebbe avvertibile l’ uso del lampeggiatore.
     
     
    Sport
     

     27.   Torneo di Sciabola maschile a squadre  Coppa Acropolis, Atene Aprile 2014, finale Italia-Germania,
    Nikon D3, AFs Micro Nikkor 105mm f/2,8G, Iso 3200, 1/1250s, f/4, -1,0EV, WB in auto.
     
    Aldo Montano, vincitore della medaglia d'oro individuale ai Giochi olimpici di Atene nel 2004, fa una partita eccezionale quel giorno e recupera tantissimi punti. Una gara indimenticabile che finisce con la vittoria dei tedeschi con 45-44. Ho adoperato il 105mm/2,8G che con il suo veloce AF mi ha permesso di seguire gli atleti nelle loro esibizioni e acrobazie fulminee e la D3 lo guidava con elevata precisione e velocità.
     
     
    Giornalismo e Cronaca
    Lo zoom 17-35mm f/2,8 è un ottimo compagno per la D3 anche se il più moderno 14-24mm f/2,8 faceva scintille all’ epoca. Comunque il 17-35mm aveva un AF molto preciso e veloce senza indecisioni e mi ha restituito sempre foto di buona qualità. Il suo uso in situazioni che neccessitavano di essere dentro l’azione è stato per me molto determinante.
     

    28.   Manifestazioni di protesta, Atene Dicembre 2008, Nikon D3, AFs Nikkor 17-35mm f/2,8D ED @ 35mm, Iso 800, 1/2500s, f/8.
     
     
    29.   Manifestazioni di protesta, Atene Dicembre 2008, Nikon D3, AF Micro Nikkor 70-180mm f/4,5-5.6D ED @ 82mm, Iso 800, 1/3200s, f/8.
     
    All’ epoca tanti si lamentavano perchè la Nikon non produceva un obiettivo zoom 70-200 f/4 per avere un ottica meno pesante e meglio gestibile del massiccio e pesante 70-200/2,8. Io mi tenevo stretto il Micro 70-180/4,5-5,6D che faceva egregiamente il suo lavoro anche se era già vecchiotto per allora (figuriamoci oggi). Certo che la sua messa a fuoco era lenta ma la D3 era una signora ammiraglia e ha fatto del suo meglio come nel caso qui sopra.
     
     
    30.   Manifestazioni di protesta, Atene Dicembre 2008, Nikon D3, AF Micro Nikkor 70-180mm f/4,5-5.6D ED @ 180mm, Iso 800, 1/1250s, f/8.
     
     
     
    31.   Consegna della fiamma Olimpica al Brasile, Atene Aprile 2016,
    Nikon D3, AFs Micro Nikkor 70-180mm f/4,5-5.6D ED @ 70mm, Iso 400, 1/1250s, f/8.
     
    Gli euzoni, le guardie presidenziali greche, entrano nello stadio olimpico di Atene per far parte alle cerimonie della consegna della fiamma olimpica alla rappresentazione brasiliana. Questo stadio e’ tutto in marmo ed e’ stato costruito per ospitare le prime Olimpiadi moderne nel 1896.
     

    32.   Consegna della fiamma Olimpica al Brasile, Atene Aprile 2016,
    Nikon D3, AFs Nikkor 300mm f/2.8G ED VR, Iso 400, 1/800s, f/8, -1,0EV, VR on.
     
    Uso del 300mm a mano libera. Il VR ha fatto un ottimo lavoro, notare la fiamma della fiaccola com'è ben descritta. Ho impostato 400 iso in modo da avere in corrispondenza un tempo di otturazione veloce. WB in auto.
     
    Paesaggio
     
     
    33.   Biotopo di Strofilia’ nel Peloponneso, Nikon D3, AFs Nikkor 17-35mm f/2.8D ED @ 30mm, Iso 200, 1/800s, f/7, -0,3EV.
     
     
    34.   Lago di Stymfalia nel Peloponneso, Nikon D3, AFs Nikkor 17-35mm f/2.8D ED @ 35mm, Iso 2000, 1/200s, f/16, -0,7EV.
     
     
    35.   Lago di Stymfalia nel Peloponneso, Nikon D3, AFs Nikkor 17-35mm f/2.8D ED @ 28mm, Iso 1000, 1/320s, f/22.
     
    Foto dall’ interno del lago di Stymfalia fatta dal mio canotto canadese. La luce quel pommeriggio mi ha premiato con questa scena quasi surreale. La disposizione momentanea delle nuvole ha creato questa  ombra pesante alle montagne circostanti. Nel canotto oltre il 300mm, che era montato sulla macchina, avevo anche il 17-35mm. Ho cambiato ottica e ho fatto una decina di scatti.
     

    36.   Venezia, Nikon D3, AIs Nikkor 35mm f/1.4, Iso 200, 1/2000s, f/4, -1,0EV.
     
    Paesaggio urbano a Venezia. Il leggero riflesso sul vetro a destra dell’ immagine da un senso di una seconda dimensione. La visione del 35mm nella foto di paesaggio mi piace moltissimo
     
  2. Jorgos

    apparecchiature
    Ametto fin da subito che non conosco ancora molto bene questa macchinetta, intendo ovviamente la Nikon Z30 protagonista di questa blog entry. Il fatto sta che l’ho comprata un po’ prima di partire per fotografare i grifoni in Bulgaria, giusto per avere un corpo piccolo per foto semplici e di documentazione.
    Invece lei ha voluto mostrarsi e osare a fare fotto di natura selvaggia affiancando la Z9. Ho scritto al mio articolo ‘’A tu per tu con i grifoni e l’aquila chrysaetos’’ che nel capanno a Madzharovo, ho lavorato avendo a disposizione due posti  e adoperando due trepiedi, uno con il 500PF e l’ altro con il 100-400 Z spostando il corpo della Z9 da un obiettivo all' altro. Facendo cosi ed avendo tempo a disposizione, ho voluto provare per pura curiosita’ la Z30.
    Come potrete valutare con i vostri occhi osservando gli scatti qui di seguito, i risultati lasciano lo spettatore con la bocca aperta.
    Per una giusta valutazione presento alcuni scatti singoli con i loro crop al 100% e tre serie di raffiche con tutti gli scatti al completo.
    Certo che il sensore della Z30 e’ un sensore crop da 20,9 megapixel effettivi per qui non si puo’ pretendere piu’ di tanto. Offre raffiche al massimo di 11fps ed ha un’ autofocus semplificato ma con riconoscimento degli animali.
    Gia’ sento la voce di Max  ..ve lo dicevo io.
    A voi le valutazioni.
     
     

    1. Grifone, AFs Nikkor 500mm f5.6E PF, iso 400, 1/640s, f5.6
     

    Crop al 100% dello scatto precedente
     

    2. Avvoltoio monaco, AFs Nikkor 500mm f5.6E PF, iso 400, 1/800s, f5.6.
     

    Ritratto stretto cropando al 100% dallo scatto precedente
     

    3. Avvoltoio grifone, Nikkor Z 100-400mm f4.5-5.6 s @ 400mm, iso 100, 1/200s, f5.6
     

    Crop al 100% dello scatto precedente
     
     
     
    Raffica 1
    Numero scatti 5, Nikkor 500mm f5.6E PF, Shutter priority @ 1/2000s, auto iso 1600, f/9, Auto-area AF, animal focus, VR ON (Normal), fps @ H+
     In questa 1a raffica l’ aquila si muove ma non si sposta. Il movimento dell’ animale e’ veloce ma non fulmineo. La macchina in 5 scatti registra le fasi del movimento senza perdere il fuoco.
     

    scatto 1o
     

    scatto 2o
     

    scatto 3o
     

    scatto 4o
     

    scatto 5o
     
     
    Raffica 2
    Numero scatti 5, Nikkor 500mm f5.6E PF, Shutter priority @ 1/2000s, auto iso 1600, f/9, Auto-area AF, animal focus, VR ON (Normal), fps @ H+
    In questa 2a raffica l’ aquila all’ improviso si lancia in volo e quindi si sposta. Il movimento dell’ animale in questo caso diventa fulmineo .
    La macchina riesce a registrare tutte le fasi del decollo senza perdere il fuoco. Un risultato veramente ottimo.
     
     
     

    scatto 1o
     

    scatto 2o
     

    scatto 3o
     

    scatto 4o
     

    scatto 5o
     
     
     
     
    Raffica 3
    Numero scatti 5, Nikkor Z 100-400mm f4.5-5.6 S @125mm + leggero crop, Aperture priority @ 1/1000s, iso 400, f/5.6, Single-point AF, VR ON (Sport), fps @ H+
     In questa 3a raffica l’ avvoltoio grifone si muove senza spostarsi. Il movimento dell’ animale in questo caso e’ veloce ma non fulmineo.
    La macchina riesce a registrare tutte le fasi del suo movimento senza perdere il fuoco e restituendo particolari del suo piumaggio (fotto crop al 100%).
     

    scatto 1o
     

    scatto 2o
     

    scatto 3o
     

    scatto 4o
     

    scatto 5o
     

    Crop al 100% dello scatto n.4
     
     
    Caratteristiche della Z30 che vanno apprezzate per la fotografia della natura selvaggia da appostamento.
    1.    Lo scatto silenzioso
    2.    Il display snodabile.
    3.    La raffica che arriva fino a 11fps (in modo silenzioso e raw 14bit diventa 8 fps)
    4.    Il riconoscimento animali dell’ AF
    5.    La disposizione dei pulsanti come nella Z9.
    6.    Personalizzazione dei controlli.
  3. Jorgos

    wildlife
    Sono tutti scatti fatti con Nikon Z9 su AFs Nikkor 300mm/2,8G @ f/2,8 con l'intenzione di fare foto di ritratto in bianco e nero a questi magnifici uccelli.
    Ne ho salvati questi sei. 
     
     
     

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  4. Jorgos
    Sabato 11 Febraio 2023, erano le 5:50, piena notte ancora e il termometro segnava i -7°c.
    Siamo a Madzharovo in Bulgaria, sul gruppo montuoso del Rodopi est. Il fuoristrada di Marin, un vecchio furgoncino Mitsubishi Delica, ha incominciato ad arrampicarsi tra roccie e buche di una, per modo di dire, strada sterrata. Nostra destinazione il capanno della Rewilder Rhodopes Foundation gestito da Marin Kurtev. Dovevamo raggiungerlo prima dell’ alba. Il nostro obiettivo e’ incontrare, osservare e fotografare una colonia di  avvoltoi che popola le roccie di questo angolo montuoso della Bulgaria, parco protetto Natura 2000.
    In questo periodo invernale dal capanno fotografico della fondazione si possono osservare i grifoni, l’aquila reale e se siamo fortunati l’avvoltoio monaco o eccezionalmente lo sciacallo e il lupo.
    I grifoni sono i più socievoli e diffusi rispetto ad altre specie, cercano cibo in gruppi e si riproducono in colonie su ripide pareti rocciose.
    L'avvoltoio monaco cerca cibo in gruppo o individualmente e talvolta si unisce a gruppi di grifoni.
    La Rewilder Rhodopes Foundation sta lottando per ripopolare la specie di questi straordinari uccelli, i suoi sforzi si concentrano anche su altre specie per costruire una catena alimentare completa e stabile, oltre a ripristinare una piena biodiversità.                                                                                                                                                                                                                                     
    Il fuoristrada avanza come un carro armato e alle 6:35 siamo fuori dall’ ingresso del capanno. Fa tanto freddo ma purtroppo non c’e’ la neve come tanto speravamo (eppure c’era la settimana precedente). Il posto e’ spettacolare, siamo su una collina rocciosa e davanti a noi si presenta uno scenario costituito dalle pareti rocciose della montagna di fronte e il fiume Ardas che scorre nella vallata.
    Entriamo nel capanno di fretta trasportando la nostra attrezzatura in totale silenzio. Il mio compagno di avventura di questa experience, il fotografo di viaggi e natura Babis Giritziotis, ed io ci dividiamo le postazioni del capanno. Lo spazio per stabilirci e’ abbondante, avremmo dovuto essere in quattro a condividere questa esperienza ma alla fine siamo solo noi due.
     

    Una vista del terreno davanti al capanno
    Una lunga attesa
    La prima ora nella nostra postazione passa velocemente senza avvistare alcun animale. Verso le 7:40 arrivano i primi corvi ed alcune cornacchie. Cominciamo a fare qualche scatto fiduciosi nell’ arrivo dei grifoni.
    Finalmente verso le 9:40 il primo avvistamento di un grifone che ha sorvolato il nostro appostamento. Dopo qualche minuto un secondo e un terzo esemplare passano alti ma non ne atterra nessuno. Di seguito abbiamo osservato piu’ di venticinque avvoltoi passare nel cielo in alto. Abbiamo pensato che prima o poi sarrebero atterrati per cibarsi ma abbiamo aspettato invano.
    Con il passar delle ore ci siamo scoraggiati. Verso le 14:30 abbiamo assistito al rientro della colonia dei gipeti che uno dietro l’ altro tornavano a casa passando sopra la nostra testa, verso le pareti rocciose della montagna di fronte a noi oltre la vallata.
     
     

    1.     Durante la lunga attesa del primo giorno le cornacchie e i corvi erano l’unico soggetto da fotografare. Corvo imperiale (Corvus Corax).
    Nikon Z9, AFs Nikkor 500mm f5.6E PF, iso 220, 1/2000s, f5.6.
     

    2.     Cornacchia grigia (Corvus cornix). 
    Nikon Z9, AFs Nikkor 500mm f5.6E PF, iso 220, 1/2000s, f5.6.
     
    Finalmente L'Aquila
    Eravamo quasi disperati. Unico conforto i messaggi di Marin che ci invitava ad avere pazienza: nel pomeriggio arrivera’ l’aquila, diceva il messaggio. Neanche se l’avesse ordinato. Attorno alle 15:30 io ero distratto a fare altro quando Babis mi ha annunciato gioioso a sottovoce l’avvicinarsi di un esemplare di aquila reale. Era veramente un’animale maestoso nel vederlo cosi da vicino e in piena liberta’ librarsi nell’ aria. E’ atterrato proprio davanti a noi ad una distanza tra i 15 e i 20 metri. 
    Abbiamo cominciato a fare foto all’istante, documentando il suo arrivo e il suo comportamento una volta toccata terra. Questi uccelli, al contrario degli avvoltoi, non sono tanto sensibili ai piccoli disturbi sonori o di movimento. Stiamo parlando di eventuali rumori che puo’ produre un’attrezzatura fotografica, le reflex appartengono in questa categoria soprattutto se si scatta a raffica, o di eventuali movimenti insoliti come puo’ essere lo spostamento dell’ obiettivo che spunta tra le fessure del capanno per seguire il soggetto.
    Questo esemplare di aquila chrysaetos era maturo ed imponente. Ci ha regalato bei ritratti e tante belle foto in volo per quasi mezz’ ora. Dopo di lui si sono avvicinati una dietro l’ altra tre aquile reali che pero’ erano leggermente piu’ piccole di stazza, probabilmente piu’ giovani.
    Abbiamo continuato a scattare fino alle sei del pomeriggio quando e’ andato via anche l’ultimo dei nostri ‘’modelli’’, ormai era buio. La Z9 agli ultimi scatti, dell’ ultima mezz’ ora, viaggiava a iso alti tra i valori di 10000 e 16000 restituendomi immagini favolose.
    Quasi dodici ore di capanno e solo le ultime due ore e mezza sono state quelle produttive. Abbiamo lasciato il nostro posto con soddisfazione. La giornata e’ stata salvata in extremis.
     
     

    3.     La prima aquila reale (aquila chrysaetos) che ha rotto la nostra solitudine e’ arrivata maestosamente dal cielo alle 15:35.
    Nikon Z9, AFs Nikkor 500mm f5.6E PF, iso 450, 1/2500s, f5.6
     

    4.     Nikon Z9, Nikkor Z 100-400mm f4.5-5.6 s @ 300mm, iso 800, 1/2500s, f5.3.
     

    5.     Nikon Z9, Nikkor Z 100-400mm f4.5-5.6 s @ 340mm, iso 720, 1/2500s, f5.3. 
     

    6.     Nikon Z9, AFs Nikkor 500mm f5.6E PF, crop, iso 280, 1/2000s, f5.6
     

    7.     La cornacchia aspetta pazientemente ma l’aquila fa capire che non ci sono speranze finche’ lei non avra' finito di mangiare.
    Nikon Z9, AFs Nikkor 500mm f5.6E PF, iso 400, 1/2500s, f5.6
     

    8.     Nikon Z9, Nikkor Z 100-400mm f4.5-5.6 s @ 340mm, iso 720, 1/2500s, f5.3, AF-C, 3D-tracking, VR sport, 20fps
     

    9.     Nikon Z9, Nikkor Z 100-400mm f4.5-5.6 s @ 340mm, iso 720, 1/2500s, f5.3, AF-C, 3D-tracking, VR sport, 20fps,
     

    10.     Sono le 17:35, quasi buio e la Nikon Z9 restituisce immagini ad altissimi valori di iso
    Nikon Z9, Nikkor Z 100-400mm f4.5-5.6 s @ 400mm, iso 14400, 1/2500s, f5.6, AF-C, Dynamic-area AF (L), VR sport, 20fps
     

    11.     Nikon Z9, Nikkor Z 100-400mm f4.5-5.6 s @ 400mm, iso 14400, 1/2500s, f5.6, AF-C, Dynamic-area AF (L), VR sport, 20fps
     

    12.     Nikon Z9, Nikkor Z 100-400mm f4.5-5.6 s @ 400mm, iso 16000, 1/2500s, f5.6, AF-C, Dynamic area AF (L), VR sport, 20fps
     

    13.     Nikon Z9, Nikkor Z 100-400mm f4.5-5.6 s @ 400mm, iso 16000, 1/2500s, f5.6, AF-C, Dynamic area AF (L), VR sport, 20fps
     
     
    Second round, il giorno dopo
    Al mattino presto del giorno dopo eravamo di nuovo nel nostro posto, aspettando i grifoni piu fiduciosi che mai. Erano quasi le nove quando abbiamo notato il volo di un uccello grande e solitario che si dirigeva verso la nostra collina. Abbiamo subito pensato alla visita mattutina di una delle aquile del giorno prima. Dopo aver fatto due giri e’ atterrato. No, non era un’ aquila. La fortuna ci aveva sorriso fin da presto questa volta. Davanti a noi si esibiva un bellissimo esemplare di avvoltoio monaco. Non ci eravamo ancora ripresi dall’ emozione di quel improvvisato incontro che abbiamo assistito  letteralmente ad un’ invasione dal cielo da parte dell’ intera colonia dei grifoni. Atterravano davanti ai nostri occhi, e’ stato uno spettacolo vederli arrivare uno dietro l’altro.
    Babis ed io ci siamo guardati e ci siamo parlati a gesti. Non avremo scattato finche’ gli uccelli non avessero cominciato a mangiare. Gli ordini del ‘’grande capo’’ erano chiari, niente rumore e nessun movimento. Questi uccelli sono molto diffidenti e sospettosi, non sono come le aquile. Infatti la distanza tra noi e loro era cosi poca che rendeva avvertibile qualsiasi nostra intenzione. Correvamo il rischio di far saltare tutto per aria se non dimostravamo pazienza e prudenza. Potevamo cominciare a far foto solo se si fossero sentiti a loro agio e questo, per loro, vuol dire mettersi a mangiare.
    Era quasi passata un’ ora ma i nostri ospiti non volevano saperne di cominciare il pasto. Nel frattempo altri due esemplari di avvoltoio monaco sono arrivati. Uno di loro, con grande cautela, ha cominciato a beccolare. Sembrava essere un specie di gran capo. Tra i grifoni si percepiva esserci una certa gerarchia. Alla fine un po’ alla volta tutti gli ucceli hanno abbassato la guardia e si e’ subito capito che si sono rilassati anche se non davano attenzione al cibo sparso.
    Abbiamo cominciato a scattare foto e un po’ alla volta muovere con cautela i nostri obiettivi. La calma ha pervaso tutta la colonia. I nostri soggetti c’ erano e si prestavano alla foto ritratto, in gruppo o da soli. Pochissima se non nessun’ azione, pochi movimenti, tipica immobilita’ da avvoltoi. Ci sono volute due ore e tra qualche disputa, uno dei grifoni a cominciato a prendere la rincorsa per il decollo. Per fortuna non ha datto il via per l’ immediata partenza del intero gruppo. Uno alla volta e con grande calma i gipeti hanno cominciato a decolare e a fare dei giri sopra la vallata. Qualcuno tornava ma poi riprendeva il volo. Dopo quasi quaranta minuti l’ ultimo tra loro ci ha lasciati. Le nostre schede erano piene di bellissimi scatti. Ci siamo rilassati anche noi.
    Il secondo giorno e’ stato ricco di interesse e di azione fotografica. Per il pomeriggio speravamo nel ritorno delle aquile. Invece sono ritornati due, tre esemplari di grifoni solitari. Nel intervallo abbiamo avuto la visita di un piccolo mamifero che visto da lontano sembrava uno sciacallo ma quando si e’ avvicinato ci siamo accorti che era una volpetta vecchia e malconcia che semrava avesse la rogna. Niente sciacallo e niente lupo ma il nostro bilancio e’ stato piu’ che positivo.
     

    14.     Nikon Z9, Nikkor Z 100-400mm f4.5-5.6 s @ 145mm, iso 560, 1/2500s, f4.8. 
     

    15.     Nikon Z9, Nikkor Z 100-400mm f4.5-5.6 s @ 145mm, iso 450, 1/2500s, f4.8. 
     

    16.     Nikon Z9, AFs Nikkor 500mm f5.6E PF, iso 110, 1/400s, f5.6
     

    17.     Nikon Z9, AFs Nikkor 500mm f5.6E PF, iso 280, 1/500s, f8
     

    18.   Nikon Z9, AFs Nikkor 500mm f5.6E PF, iso 400, 1/500s, f8
     

    19.     Nikon Z9, Nikkor Z 100-400mm f4.5-5.6 s @ 400mm, iso 900, 1/3200s, f5.6 
     

    20.     Una volpe malandata, forse con la rogna e’ arrivata a cinque metri di distanza dal mio obiettivo.
          Nikon Z9, Nikkor Z 100-400mm f4.5-5.6 s @ 400mm, iso 500, 1/2500s, f5.6 
     

    21.     Nikon Z9, AFs Nikkor 300mm f2.8G + TC1,4EII @420mm, iso 500, 1/2000s, f4 
     

    22.     Nikon Z9, Nikkor Z 100-400mm f4.5-5.6 s @ 400mm, iso 500, 1/2500s, f5.6, AF-C, 3D-tracking, VR sport, 20fps.
     

    23.     Nikon Z9, Nikkor Z 100-400mm f4.5-5.6 s @ 400mm, iso 450, 1/2500s, f5.6, AF-C, 3D-tracking, VR sport, 20fps
     

    24.     Nikon Z9, Nikkor Z 100-400mm f4.5-5.6 s @ 400mm, iso 450, 1/2500s, f5.6, AF-C, 3D-tracking, VR sport, 20fps
     

    25.     Nikon Z9, Nikkor Z 100-400mm f4.5-5.6 s @ 400mm, crop, iso 400, 1/2500s, f5.6, AF-C, 3D-tracking, VR sport, 20fps
     

    26.     Nikon Z9, Nikkor Z 100-400mm f4.5-5.6 s @ 400mm, crop, iso 360, 1/2500s, f5.6, AF-C, 3D-tracking, VR sport, 20fps
     

    27.     Nikon Z9, Nikkor Z 100-400mm f4.5-5.6 s @ 400mm, crop, iso 360, 1/2500s, f5.6, AF-C, 3D-tracking, VR sport, 20fps
     
     

    Bulgaria, localita’ di Madzharovo. Segnato con il cerhio rosso il posto del capanno.
     
    Il capovaccaio, una promessa.
    Il capovaccaio o gipeto egizio (neophron percnopterus) è la più piccola delle quattro specie di avvoltoi presenti in Europa. Questi gipeti sono famosi per la loro monogamia ed erano considerati un simbolo della cura dei genitori nell'antico Egitto. In primavera e’ presente sulle montagne del Rodopi est a Madzharovo. Qui, in questa piccola localita’ della Bulgaria diventano il tema di un murales in un edificio del centro abitato. Questi uccelli saranno il soggetto della prossima experience naturalistica e fotografica in questo balcone roccioso dei balcani.
     

     
    Nota biografica riguardante Marin Kurtev
    Marin Kurtev è nato nel 1976, si è laureato in Scienze forestali a Sofia nel 1999. Dal 2004 al 2011 è stato direttore del Nature Conservation Center di BSPB a Madzharovo. Ha una vasta esperienza nel campo dell'ornitologia e della guida di gruppi turistici. Ha partecipato a numerose attività educative, monitoraggio di uccelli e attività legate all’ ambiente in tutta la Bulgaria. Marin attualmente si offre come guida per escursioni in kayak e osservazione della fauna selvatica nella zona di Madzharovo.
    Annotazioni tecniche
    Atrezzatura impiegata: Nikon Z9, Nikkor Z 100-400mm f4.5-5.6 s, AFs Nikkor 500mm f5.6E PF, AFs Nikkor 300mm f2.8G, TC-14EII, FTZ II, trepiedi Leofoto LS365C, testa gimbal Wimberley WH-200 II, Peak Design Carbon Travel Tripod.
    Modalita’ di scatto. Per le foto statiche: AF-C, Dynamic-area AF(L), VR sport, scatto singolo, Animal eye focus. Per le foto in volo: AF-C, 3D-tracking, VR sport, 20fps, Animal eye focus.
     
     
  5. Jorgos
    Il cammino verso la creatività è solitario. Parlare di arte nella fotografia, è un discorso soggettivo, personale e quasi intimo. Fotografare la natura e gli animali selvaggi vuol dire immergersi nel mondo senza l’uomo, un mondo in cui ci si ritrova disarmati faccia a faccia con un grande mistero: la vita, nella sua essenza.Garry Winograd affermava: ‘Non vedo foto finché non vedo le foto. Quando fotografo vedo vita’’.
    La fotografia è un racconto. Un’immagine ben realizzata può riuscire a trasmettere sentimenti e sensazioni; allora parliamo di una realtà del mondo e della vita ben filtrata dal modo di essere di chi fotografa. Un procedimento che non funziona sempre ma quando un fotografo ci riesce vuol dire che vive e crea. Analizza, ci mette l’animo e sintetizza creando immagini che emozionano. Questa affermazione  può essere una risposta alla domanda su cos’è l’arte.  Secondo me, tra le tante definizioni che tentano di avvicinarsi al concetto di arte, la più semplice e immediata è questa: Arte è un lavoro complesso di analisi ma soprattutto di sintesi, nel quale insieme agli elementi oggettivi vengono mescolate le sensibilità estetiche e a volte filosofiche dell’ artista.
    A questo punto colgo l'occasione per nominare un grande fotografo naturalista e artista, l’inglese Nick Brandt. Nel mio blog ho dedicato a lui, maestro del bianco e nero, una piccola recensione del suo lavoro. Il titolo che ho datto è: ‘’Nick Brandt, il fotografo di natura con l’anima al posto dell'obiettivo’’. In pratica è la sintesi semplificativa della definizione appena citata. Nick però è un capitolo a parte di questa storia.
    Parlare di arte nella fotografia naturalistica diventa ancora più complicato e difficile. Il fotografo naturalista non solo deve essere preparato riguardo le varie tecniche che il mezzo fotografico gli offre ma deve essere, prima ancora, amante della natura e delle sue creature. Deve essere attento, studiare, imparare e conoscerne le forme, le manifestazioni, i capricci. Quando arriva alla fine di questo percorso, in un certo senso, deve dimenticare tutto e fare un tuffo esoterico per parlare con se stesso e spiegare il perchè di tutto ciò. La sua creatività artistica dipenderà dalle sue risposte. Il cammino verso un modo di fotografare  creativo e forse anche artistico è appunto solitario.
    La cosa migliore è spiegare queste affermazioni non solo con le parole ma con le immagini, immagini forti e in quale miglior modo se non con il lavoro di due fotografi della natura selvaggia: Frans Lanting e Vincent Mounier.
    Frans Lanting, il naturalista pioniere
    Era verso la fine degli anni ottanta quando dal nulla si è fatto vivo Frans Lanting, un naturalista fotografo, olandese di origine, che con la sua macchina fotografica ha cominciato a ritrarre la natura come nessuno l’ aveva mai fatto prima. Gli articoli sull’ autorevole rivista National Geographic divulgavano il suo lavoro, in continua evoluzione, riguardante la natura selvaggia. Fotografare specie come i gorilla, gli elefanti, i giaguari, le scimmie, gli ippopotami, i pappagalli o gli albatros allo stato selvatico e nel loro ambiente naturale è un'attività che costa parecchio tempo e fatica. Lanting decide di immergersi nell'ambiente naturale e diventa un pioniere in questo modo di essere fotografo. Amazzonia, Antartica, Australia, Botswana, Madagascar e tanti altri posti sulla terra sono diventati il palcoscenico di un teatro meraviglioso che ha accolto l’ umile Frans come lo spettatore per eccellenza.
     

     

     

     

     

     

     

     

     

     
    Lanting adopera i teleobiettivi ma non per fotografare dal lontano; lui vuole il posto in prima fila, lì dove si svolge la scena. Quando il campo di visione però deve essere ampio, per raccontare e ritrarre meglio la natura, Frans non esita ad adoperare pure il grandangolo. Si immerge letteralmente in lei e contemporaneamente lei lo accoglie. Osa fare ‘’Eye to eye’’ e i suoi soggetti acconsentono alla relazione e posano per lui.
    Nell’ opera di Lanting hai la sensazione di essere lì insieme a lui. Senti l’umido dell’ acqua, ti godi i colori intensi e la luce meravigliosa, quasi ascolti i rumori della savana o il vento delle Galapagos e tutto questo trasmette sentimenti e sensazioni, diventa l'espressione di un’ arte quasi non cercata. Infatti secondo me Lanting viveva la natura con gli occhi spalancati, assorbiva tutto con grande emozione e piacere e le sue fotografie lo trasmettono a noi. Dopo molte spedizioni che gli affida e gli sponsorizza il National Geographic e guardando indietro sente il desiderio di ricapitolare facendo ‘’Life, a journey through time’’.
     

     
     
    L’ opera di Lanting è cosi piena di vita che ancora oggi confonde con i sentimenti e le sensazioni che trasmette.Gli scatti sono inconcepibili, frutto di una persistenza e audacia inimmaginabili e assumono un valore artistico tale che a volte non si comprende se è bravura del fotografo o l'imporsi della natura stessa. Questo scambio di energie in realtà diventa un motore per Lanting, che lo spinge in avanti e gli apre la strada nella mitologia della fotografia naturalistica. Ho esagerato nelle mie espressioni? A voi il giudizio.
    Dopo Lanting o meglio contemporenaemente a lui, altri fotografi amanti della natura sono emersi. Nomi come Jim Brandenburg, David Doubilet, Art Wolfe, Michael Nichols hanno contribuito con il loro lavoro creativo e artistico. Ma facciamo un piccolo salto nel tempo e parliamo di un altro fotografo e vero artista della wildlife, amante della fotografia e della natura, Vincent Munier.
     
    Vincent Munier, il poeta del bianco
    Vincent Munierè un rinomato fotografo naturalista e appassionato di animali, che dedica la sua vita a viaggiare per il mondo e a fotografare la fauna selvatica più incontaminata della natura. Dopo aver documentato qualsiasi cosa, dai lupi bianchi dell'Arcipelago Artico canadese agli orsi polari in Norvegia e le gru al’isola Hokaido in Giappone, Vincent ha voluto spingersi oltre il limite e realizzare il suo progetto di fotografia da sogno.
    Nella sua mente c'era solo un progetto da perseguire. Sarebbe andato in Tibet e avrebbe combattuto in alta quota, con temperature gelide e terreni accidentati per documentare il leopardo delle nevi, notoriamente timido e solitario, un animale a rischio di estinzione in seguito al cambiamento climatico.
    Mentre era lì, avrebbe anche tentato di fotografare una varietà di animali, tra cui lo yak selvaggio, la gazzella tibetana e l'antilope, la volpe tibetana e il gatto di Pallas, per sensibilizzare la gente sulla fauna selvatica del Tibet e colmare il "divario" che si crede esistere tra uomo e natura.
    Alla ricerca dell'elusivo leopardo delle nevi, Vincent ha dovuto percorrere terreni accidentati e salire ad altezze estreme, raggiungendo quote fino a 5.000 metri. “Queste non sono condizioni facili in cui lavorare, ma è per questo che li adoro. Non sono soddisfatto se non mi sento sfidato. Sono guidato dalla curiosità e dalla sete di avventura, quindi le condizioni in Tibet erano perfette per me’’.
    Il fotografo francese fa del bianco una sua modalità espressiva. In una lettura più immediata Vincent Munier lo si sente fin da subito forse più artista in confronto con Lanting. Il bianco diventa la tela per i suoi soggetti. Lepri, bisonti, civette, lupi, cigni, gru vengono avvolti dal bianco e il colore non colore diluisce la loro esistenza, i loro movimenti e i loro sguardi. Un modo di interpretare la fotografia della natura efficace e molto espressivo che però viene, in primis, filtrato dalla sensibilità estetica di Vincent.
    I suoi scatti fermano movimenti quasi ballerini, inquadrano sguardi intensi e diventano poesie. Poesie con il fondo bianco.
     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     
     Due fotografi di natura, due maniere diverse di fare arte. Forse sì. Ma è meglio osservare che sono due maniere diverse di vivere la stessa natura e di condividere la stessa passione: la fotografia.
  6. Jorgos

    aerobobilismo
    Il piu’ grande evento aereo greco, la Athens Flying Week (AFW), Tanagra International Air Show 2019, e’ stato svolto nei giorni 20,21,22 e 23 di Settembre per l'ottavo anno consecutivo.
    L’ evento ha premiato più di 60.000 spettatori dalla Grecia, nonché i 4.000 visitatori stranieri che hanno viaggiato ad Atene da 18 paesi d'oltremare, AFW 2019 ha preparato una festa aerea unica che ha fatto salire l'adrenalina!
    Quest'anno e per la prima volta ad Athens Flying Week, ha partecipato ‘’Patrouille de France’’. A 66 anni dalla sua nascita, la pattuglia francese è stato uno dei principali cluster di spettacoli aerei al mondo e ha presentato nel cielo di Atene le incantevoli formazioni di precisione per cui è rinomata.
    Il programma di volo e’ stato ricco anche quest'anno, con i Royal Jordanian Falcons, il belga F-16 Solo Display DARK FALCON, il Solo Display Saab 105 dell'aeronautica austriaca, il francese MIKA BRAGEOT (che è uno dei piloti RED BULL AIR RACE), così come il leggendario FLYING BULLS, con tre veicoli volanti che sono stati per la prima volta in Grecia: il Douglas DC-6B, lo storico Chance Vought F4U-4 Corsair e l'elicottero B0105.
    Gli spettatori hanno avuto anche l'opportunità di ammirare i paracadutisti Sky Dive Attica, Stijn De Jaeghere Aerobatics dal Belgio con l'XTRA 300, l'RC Kavala Acro Team e, naturalmente, i caccia e gli elicotteri delle forze armate greche, F16, Mirage 2000-5, T-6 TEXAN II, TECNAM P-2002JF e F-4E Phantom II per una presenza ancora più dinamica di quella a cui siamo abituati.
     
     
    Tutte le foto di esibizioni aeree sono state fatte con la Nikon D500 + MB-D17 + AF Nikkor VR 300mm f2,8G ED.
    Il resto con la Nikon Df e le ottiche: Afs Nikkor 18-35mm f3,5-4,5G ED e AF Micro Nikkor 70-180mm f4,5-5,6D ED.
     
     

     
     

     
     

     
    Paracadutista di Sky Dive Attica con la bandiera greca da 100mq di superficie.

     
    l'RC Kavala Acro Team con il modellino in scala 1/40.

     
     

     
     
    Italia con Luca Bertossio in esibizioni con il suo aliante

     
     

     
     

     
     
    Ancora Italia con CAP-21DS ''Silver chicken'', al commando Sergio Dallan, 20 volte Campione Italiano di Acrobazia Aerea.

     
     

     
    Il francese Mika Brageot con il ''Black Wolf''

     
     

     
     

     
    Dutch Rush aerobatics, aereo Sukhoi 26 con pilota Frank Van Houten.

     
     

     
     

     
     

     
     

     
     
    F16 dell'aviazione militare belga.

     
     

     
     

     
    Mirage 2000 dell' aviazione greca.

     
     

     
     

     
    Gli elicoteri dell' aeronautica marina greca.

     
     

     
    il Douglas DC-6B

     
    Quest'anno l' Aegean Airlines festeggia i suoi venti anni. Qui presente con il Boeing 721 in volo con il Douglas DC-6B

     
    Lo storico F4U Corsair, il caccia che ha combatuto contro i famosissimi ''zero'' giapponesi.

     
     

     
     

     
     

     
     

     
     

     
     

     
     

     
     
    La Francia con la famosa ''Patrouille de France''
     

     
     

     
     

     
     

     
     

     

     
     
    Lo svedese Johan Gustafsson con il suo aliante illuminato di notte. E' stata una poesia di movimenti eleganti.

     
     
  7. Jorgos
    I graffiti ad Atene sono antichi quanto la città stessa! Infatti, nell'antichità questo tipo di arte era scolpita negli edifici... Infatti la parola "graffiti" deriva dalla parola greca ‘’γραφή’’ cioe’ scrittura.
    I graffiti nel tempo servono a scopi diversi, ma in generale sono una forma di reazione e protesta attraverso l'arte contemporanea, a seconda del tempo e dei suoi avvenimenti.
    Per chi non lo sa Atene viene considerata la capitale dei graffiti. Imponenti murales attraggono l’ attenzione di quanti passano per le vie del centro, dipinti sui muri delle case semidistrutte, sui cassonetti, sulle serrande dei negozi, ma anche sui muri di interi condomini, il graffito ci regala colore tutti i giorni.
    Per molti, esprimersi attraverso i graffiti e’ un modo per dare voce alle persone che si sentono oppresse, che hanno qualcosa da dire ma non possono essere ascoltate. Per altri è un atto di protesta, mentre altri ancora considerano quest’ arte un passo verso la propria carriera artistica.
    Molti dei graffiti presenti nella capitale greca sono opere eccellenti e la passeggiata nel centro di Atene, alla ricerca di alcuni di essi, può diventare un'esperienza molto interessante e divertente specialmente per un fotografo. Mi capita spesso di scoprirne sempre nuovi. Non lo so perche’ ma mi piace fotografarli con la vecchia reflex, utilizzando la pellicola, alcune volte con il trepiede altre a mano libera.
    Qui di seguito 36 scatti, quanti contiene il vecchio rullino.
    Le foto fatte a pellicola sono state poi digitallizzate a casa con un Nikon coolscan 5000D.
     
     
     

                                                                                1. Nikon F2A, Ais 35mm/1.4, 100 iso, Fujichrome Astia 100F.
     

                                                                               2. Nikon F801s, Ais 50-135mm/3.5 @135mm, 200 iso, Kodak Professional Elite Color 200 UC
     

                                                                              3. Nikon F3HP, 85mm/1,8 pre Ai, 100 iso, Kodak Ektar 100
     

                                                                                                                                                           4. Nikon F801s, Ais 50-135mm/3,5 @50mm, 200 iso, Kodak Elite Color 200 UC
     

                                                                               5. Nikon F2A, Ais 50-135mm/3,5 @100mm, 100 iso, Fujichrome Astia 100F
     

                                                                                                                                                           6. Nikon F2A, 300mm/4.5 ED, 100 iso, Fujichrome Astia 100F
     

                                                                                7. Nikon D700, Ais 35mm/1.4, 800 iso
     

                                                                                8. Nikon D700, Ais 35mm/1.4, 800 iso
     

                                                                                                                                                             9. Nikon D2X, AFs DX 12-24mm/4G @ 24mm, 100 iso
     

                                                                                 10. Leica M6, Summicron 35mm/2, 100 iso, Kodak Ektar 100
     

                                                                                11. Leica M6, Summicron 35mm/2, 100 iso, Kodak Ektar 100
     

                                                                                12. Nikon F100, Ais 50-135mm/3,5 @135mm, 100 iso, Kodak Ektar 100
     

                                                                                 13. Nikon F100, Ais 50-135mm/3,5 @50mm, 100 iso, Kodak Ektar 100
     

                                                                                14. Nikon F100, Ais 50-135mm/3,5 @105mm, 100 iso, Kodak Ektar 100
     

                                                                                    15. Nikon F100, Ais 50-135mm/3,5 @50mm, 100 iso, Kodak Ektar 100
     

                                                                                 16. Nikon F100, Ais 50-135mm/3,5 @50mm, 100 iso, Kodak Ektar 100
     

                                                                                  17. Nikon D300, AFs Dx 16-85/3,5-5,6G VR @16mm, 200 iso
     

                                                                                                                                                                18. Nikon D300, AFs Dx 16-85/3,5-5,6G VR @35mm, 200 iso
     

                                                                                   19. Nikon F3HP, 85mm/1,8 pre Ai, 100 iso, Kodak Ektar 100
     

                                                                                                                                                               20. Nikon F3HP, 85mm/1,8 pre Ai, 100 iso, Kodak Ektar 100
     

                                                                                   21. Nikon F3HP, 85mm/1,8 pre Ai, 100 iso, Kodak Ektar 100
     

                                                                                    22. Nikon Df, Nokton 58mm/1.4, 1600 iso
     

                                                                                                                                                                23. Nikon D700, 85mm/1,8 pre Ai, 800 iso
     

                                                                                     24. Nikon F100, Ais 50mm/1,4, 100 iso, Kodak Ektar 100
     

                                                                                     25. Nikon D700, 85mm/1,8 pre Ai, 1600 iso
     

                                                                                     26. Nikon F100, Ais 50mm/1,4, 100 iso, Kodak Ektar 100
     

                                                                                        27. Nikon D300, AFs Dx 16-85/3,5-5,6G VR @24mm, 200 iso
     
    Le mani in preghiera di Albrecht Dürer, pittore rinascimentale tedesco, è uno dei dipinti più famosi nel mondo dell'arte e dal 2011 se ne può vedere una versione street art in un grande edificio al centro della citta’ di Atene. Differenza significativa: le mani dipinte da Dürer pregano verso l'alto, mentre in questo murale pregano verso il basso. Cioè, come se un "potere superiore" pregasse per l'edificio, la città o l'uomo. Questo progetto è stato ideato dagli studenti della Scuola di Belle Arti in collaborazione con il Ministero dell'Ambiente.
     

                                                                                       28. Nikon D700, Ais 50mm/1,2, 1600 iso
     

                                                                                        29. Nikon D700, Ais 50mm/1,2, 3200 iso
     

                                                                                                                                                                   30. Nikon D700, Ais 50mm/1,2, 3200 iso
     

                                                                                                                                                                31. Nikon Df, Nokton 58mm/1,4, 2000 iso
                                     

                                                                                       32. Nikon D300, AFs Dx 16-85/3,5-5,6G VR @40mm, 200 iso
     

                                                                                                                                                                 33. Nikon Df, Nokton 58mm/1,4, 720 iso
     

                                                                                      34. Nikon Df, Nokton 58mm/1,4, 1100 iso
     
    Un uomo cencioso giace per strada e dorme. Così l'artista Wild Drawing, noto come WD, descrive il problema dei senzatetto. Ha realizzato un enorme graffito su Benaki Street a Exarchia. Il dipinto occupa l'intera facciata dell'edificio abbandonato e raggiunge una lunghezza di circa 10 metri. A sinistra del disegno, WD dedica l'opera a tutti i poveri e ai senzatetto in Grecia e nel mondo.
     

                                                                                      35. Nikon Df, Nokton 58mm/1,4, 1600 iso
     

                                                                                                                                                                   36. Nikon Df, Nokton 58mm/1,4, 6400 iso
     
     
     
  8. Jorgos

    Grandi fotografi
    La fotografa naturalista spagnola Marina Cano, specializzata in fauna selvatica africana, ha ricevuto uno straordinario riconoscimento per il suo lavoro. Le sue spettacolari immagini del regno animale hanno vinto numerosi premi e sono state esposte in tutto il mondo. Diplomatasi come musicista, Marina ha trascorso i suoi primi anni insegnando musica classica. Tuttavia, scatta fotografie da quando era un'adolescente, affinando le sue abilità al Cabárceno Wildlife Park in Cantabria, un rifugio per la fauna selvatica in via di estinzione. Anni dopo, Marina è diventata professionista e ha iniziato a viaggiare in Africa, dove si è subito innamorata del continente.
    La devozione per tutta la vita di Marina alla fauna selvatica e alla natura alla fine l'ha portata a dedicarsi alla fotografia a tempo pieno.
    Ha pubblicato i libri:
     
    Cabárceno (2009)

     
     
     Drama & Intimacy (2011)

     
     
    l'e-book Babies of The Wild (2015), Inspiración y Naturaleza (2016)

     
     
    e il suo volume più recente, Wild Soul (2018)

     
    Le sue immagini sono state pubblicate in tutto il mondo in numerose pubblicazioni di rispetto, tra cui una copertina del libro del National Geographic The Wisdom of Mums, una copertina della rivista National Geographic Traveler in Spagna, nonché immagini nelle sue guide di Spagna, Portogallo e Polonia .
    Nel 2015 è stata finalista al prestigioso concorso Wildlife Photographer of the Year. Nello stesso anno è stata nominata Canon Ambassador. Tiene conferenze e corsi di fotografia in tutto il mondo e ha esposto in città di tutto il mondo, tra cui L'Avana, Seoul, Cape Town, Siviglia e Londra.
    Conosciuta per la sua arte distintiva, lo stile di ritrattistica della fotografia naturalistica, Marina afferma che non esiste una ricetta magica per creare immagini di animali in modi che le persone non hanno mai visto prima. Tuttavia, crede che se sei appassionato e dedicato a dedicare del tempo, svilupperai presto il tuo stile unico di immagini. 
    Lei stessa afferma: Ho un impegno speciale con il pianeta e la fauna selvatica minacciata e spero che il mio lavoro possa toccare il cuore delle persone. I fotografi di solito dicono di "catturare" le immagini, ma per me è vero il contrario, mi hanno catturato gli animali.
    Per approfondire
    Website: www.marinacano.com
    Instagram: @marinacano
    Facebook: @marinacanowildlifephotographer
    Twitter: @MarinaCanoPhoto
    Tutte le foto sono (c) di Marina Cano.
     
     

     

     
     

     

     
     

     
     

     
     

     
     

     
     

     
     

     
     

     
     

     
     

     
     

     
     

     
     

     
     

     
     

     
     

     
     

     
     

     
     

     
     

     
     

     
     

     
     

     
     

     
     

     
     

     
     

     
     

     
     

     
     

     
     

     
     

     
     

     
     

     
     

     
     

     
     

     
     

     
     

     
     
     

     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
  9. Jorgos
    Nick Brandt il fotografo di natura con l’anima al posto del obiettivo.
    Si possono fare le foto della natura selvaggia in B&W?  La risposta e’ si, se consideriamo questi scatti del fotografo britannico Nick Brandt. Non sono fatti con la macchina fotografica, sono fatti con la sua anima. Sono immagini poetiche, spettacolari e di forte impatto. Vibrano di vita anche se manca il colore. Anzi l’assenza cromatica ci svela una nuova dimensione, un mondo tutto da scoprire che le nostre macchine non hanno l’automatismo che consenta loro di vederlo, ci vuole l’occhio umano allineato al cuore.
     

     
    Per Nick Brandt, la fotografia è allo stesso tempo un mezzo di espressione artistica e un modo per focalizzare l'attenzione sulle specie in via di estinzione. Le sue fotografie belle, elegiache e spesso malinconiche sono guidate dalla sua passione per gli animali e dalla sua ambizione di aiutare a salvare la popolazione selvatica in declino dell'Africa.
    Ha iniziato a dedicarsi alla fotografia nel 2000 dopo una carriera di successo come regista di spot pubblicitari e video pop. Ha lavorato con artisti come Moby, XTC e più famosi come Michael Jackson, e per la prima volta ha visitato l'Africa orientale durante le riprese del video di Jackson's Earth Song. È stato l'inizio di una passione per questa regione e la sua natura selvaggia che ha cambiato la vita di Nick. "C'è qualcosa di profondamente iconico, persino mitologico, riguardo agli animali dell'Africa orientale e meridionale", ha scritto nel suo libro On This Earth (2005).
     

     
    Brandt avvicina i suoi soggetti da una prospettiva artistica. Mentre la fauna selvatica tradizionale i fotografi sparano a colori, le sue immagini sono in bianco e nero; invece di usare il kit digitale, sceglie una fotocamera a pellicola Pentax 67 II di medio formato e sebbene molti dei suoi contemporanei utilizzino lunghi teleobiettivi, Brandt preferisce avvicinarsi al soggetto usando obiettivi molto più corti. Forse la caratteristica più distintiva del suo lavoro è che evita completamente i drammatici colpi di azione animale, come la caccia e l'uccisione. Le immagini di Brandt di solito prendono la forma di ritratti statici e meditativi che mostrano gli animali come individui. 'Voglio avere un vero senso di connessione intima con ciascuno degli animali - con quello scimpanzé specifico, quel particolare leone o elefante di fronte a me ", scrisse in On This Earth. "Credo che essere così vicino all'animale faccia una grande differenza nella capacità del fotografo di rivelare la sua personalità.
    In questo modo, Brandt ci invita a guardare di nuovo alle specie conosciute e a riacquistare un senso di meraviglia per quanto siano davvero straordinarie. L'originalità delle fotografie di Brandt ha portato inevitabilmente alla speculazione su come esattamente sono state create. Usa solo tre obiettivi: 55 mm, 105 mm e 200 mm (quest'ultimo è equivalente a circa 100 mm in termini di 35 mm). Preferisce usare la pellicola Kodak T-Max 100 e scatta attraverso pesanti filtri ND grad e rossi. Dopo lo sviluppo convenzionale, le immagini vengono ulteriormente perfezionate nella fase di post-acquisizione dopo essere state digitalizzate in Photoshop. Sebbene utilizzi tecniche digitali per migliorare le sue immagini attraverso un maggiore dettaglio delle ombre e una gamma tonale, rifiuta le manomissioni più evidenti, come la "clonazione" di animali aggiuntivi o la sostituzione di cieli. A volte la perfetta collocazione di animali in una scena ha portato alcuni critici a chiedersi se le sue immagini siano state alterate digitalmente. Tuttavia, Brandt insiste che le sue fotografie derivano da molte ore, giorni e talvolta settimane di pazienza in attesa che tutti gli elementi si uniscano, piuttosto che usare una soluzione rapida di post-elaborazione.
     

     
     

     
     

     
     

     
     

     
     

     

     

     

     
     
     
     
    On this earth 2000-2004
     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     
     
     
    A shadow falls 2008-2009
     

     

     

     

     

     

     

     

     
     
    La sua prima mostra, nel 2004, seguita da On This Earth un anno dopo, ha rapidamente consolidato Brandt come una delle principali nuove voci nella fotografia d'arte (lui, tuttavia, era estremamente scontento della qualità di stampa del libro e da allora lo ha rinnegato). La sua seconda collezione, A Shadow Falls (2009), ha ulteriormente cementato la sua reputazione, seguita da On This Earth, A Shadow Falls (2010), una raccolta delle migliori immagini dei due libri con una qualità di stampa notevolmente migliorata. Nel 2010, Brandt ha iniziato a lavorare al terzo nella sua trilogia di libri. Queste immagini sono molto più scure e più scure di quelle girate negli anni precedenti e riflettono la crescente rabbia e disperazione di Brandt al ritmo accelerato della distruzione della fauna africana.
    Brandt dice di essere sempre stato pessimista sul futuro degli animali, ma che dopo il 2008 le cose si sono deteriorate ancora di più di quanto avesse previsto. Ad esempio, secondo alcuni esperti, l'aumento della domanda di avorio, in particolare dalla Cina, ha provocato la morte di almeno il 10% della popolazione di elefanti ogni anno. Gli animali uccisi hanno incluso molti elefanti particolari presenti nei precedenti lavori di Brandt. Le sue immagini più recenti includono una fotografia di una lunga fila di guardie forestali che tengono le zanne di elefanti uccisi dai bracconieri (un severo aggiornamento della sua prima fotografia di un branco di elefanti che cammina in fila), un cranio di giraffa in un vuoto, prosciugato paesaggio e resti calcificati di animali morti che Brandt è risorto in una macabra ri-creazione delle creature che erano una volta.
    Queste fotografie sono una potente condanna del nostro fallimento collettivo nel porre fine alla distruzione di queste specie un tempo abbondanti. La convinzione di Brandt che è necessaria un'azione urgente per arrestare il drammatico declino del numero di animali lo ha portato, nel settembre 2010, a fondare la Big Life Foundation, un'organizzazione senza scopo di lucro che mira a porre fine al bracconaggio e conservare gli animali nel loro habitat naturale . La grande vita ha ha finanziato l'assunzione di un certo numero di ranger per pattugliare il Parco Nazionale di Amboseli in Kenya, con il risultato che molti bracconieri sono stati arrestati. In effetti, gli sforzi della Fondazione hanno avuto un tale successo che Brandt intende estendere la propria area operativa.
     
     
    Nick Brandt Across the ravaged land (2010-2012)
     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     
     
    Parte del testo e' stato tradotto dall'intervista che ha rilasciato Nick Brandt al David Clark il 20/02/2012
    Website:  www.nickbrandt.com
     
     
     
     
     
     
     
     
  10. Jorgos
    La natura selvaggia del continente nero, per quanto l’uomo l’abbia ridimensionata e ristretta, e’ uno degli ultimi limiti: e’ la dove la nostra civilta’ diventa piccola e lontana e la forza del paesaggio incontaminato e primitivo ci soggeziona ancora. Nicolas Lotsos ci presenta questa lontana realta’ con tanta passione e forza espressiva.  
    Lotsos oltre ad essere un manager di giocatori di basket e’ anche un fine art fotografo. Viaggia spesso in Africa, la quale gli ha offerto esperienze di vita uniche e lo ha anche premiato di vari riconoscimenti fotografici internazionali. La fotografia della natura e della vita selvaggia, delle varie tribu’ e delle persone che le popolano, ha come obbietivi la salvaguardia, la mobilitazione dell’ opinione pubblica e soprattutto offrire aiuto. Nel 2010 diventa protagonista di un’ iniziativa nelle scuole di Kimbera raccogliendo aiuti tramite il suo blog.
    Dal 2010 fino ad oggi ha vinto moltissimi premi. Quello pero’ che lo ha reso famoso  e’ stato  il riconoscimento come SPIDER AWARDS WINNER 2012 nella Wildlife category, 1o posto.
    Ho raccolto qua alcune delle sue foto che rappresentano il suo lavoro.
     
     

    2012 SPIDER AWARDS WINNER, Wildlife category.
     
     

     
     
     

     
     
     

     
     
     

     
     
     

     
     
     

     
     
     

     
     
     

     
     
     

     
     
     

     
    Per approfondire di piu’ potete visitare il suo sito: www.nicolaslotsos.com
    NOTA: Tutte le foto sono (c) di Nicolas Lotsos.
     
     
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