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Pedrito

Nikonlander Veterano
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  1. Grazie! Accade anche a me di vedere dei lavori di qualcuno e di trovare nuova ispirazione e nuove idee per scattare (se ho bene inteso il tuo intervento). Credo che sia nella fotografia più che in altri aspetti il beneficio maggiore portato da una parola di questi tempi fin troppo abusata: "condivisione". E Nikonland ci aiuta come nessun altro saprebbe meglio fare...
  2. Pedrito

    [personale] Whisky

    Vedi, Andrea, che se ne avessi bevuto un po' avresti... inclinato correttamente la fotocamera per ritrarre dritta la bottiglia!
  3. Grazie a Nikonland tempo fa l'ho comprato anch'io, e posso confermare - ove mai ce ne fosse bisogno - la qualità e duttilità di questo piccolo obiettivo. Riguardo la necessità del paraluce per preservare il contrasto, va detto che la lente frontale è piuttosto incassata nel barilotto e l'obiettivo è meno soggetto di altri a riflessi e luci che possano farne decadere le prestazioni. Inoltre, il paraluce è effettivamente sovradimensionato e in alcune situazioni, oltre a limitare un po' la maneggevolezza del kit, può incutere un po' di diffidenza nei soggetti inquadrati od essere troppo notato quando ad esempio si fa fotografia di strada, situazioni in cui è preferibile cercare di passare inosservati. Per questi motivi ho acquistato on line un paraluce compatibile altrettanto efficace ma più compatto, più robusto perché in metallo e, a mio parere, anche gradevole dal punto di vista estetico.
  4. Interessante segnalazione, Roby. L'ho comprato anch'io e, sotto l'ombrellone, ne ho letto più della metà tutto d'un fiato! Poi, sotto la calura estiva, mi è mancato il fiato per terminarlo...
  5. Pedrito

    [minimalismo] Less is more

    Ciao Andrea, belle foto, tecnicamente ineccepibili. Se mi concedi invece un commento sulla tecnica di ripresa, a mio parere forse potresti maggiormente variarla. Nel senso che le lunghe esposizioni sono interessanti ma, per quanto ottimamente eseguite, ripetute in una serie stancano un po' l'osservatore. Così come i pontili e le briccole ripresi in questo modo sono soggetti abbastanza sfruttati e, sempre a mio modo di vedere, alla lunga un po' noiosi perché già visti in molte mostre fotografiche. Se mi permetti un suggerimento, forse potresti titolare l'articolo "Long exposures" o qualcosa del genere, così da superare questo empasse e, magari, cercare altre belle foto come queste in cui inquadrature e atmosfere siano più "personali". Alcuni grandi fotografi (non io... ) affermano che osare, andare controcorrente, proporre qualcosa di più "difficile", percorrere nuove strade sia il pregio dei migliori, o perlomeno di chi cerca di staccarsi dalla propria area di confort e mettersi e gioco per ricercare un proprio stile personale. Ovviamente parlo in generale, perché mi pare che una precisa idea sul tuo modo di fotografare già ce l'hai. Devi forse solo metterla più a fuoco.
  6. Piano piano... Vorrei portare qui i blog che ho nel vecchio sito, magari caricando le foto in galleria e linkandole nel blog così da popolare entrambi gli spazi, per maggiore comodità dei visitatori. Col tempo dovrei riuscirci. Piuttosto: nel vecchio sito la gestione degli album personali non mi convinceva. Forse sbagliavo qualcosa, ma le foto risultavano di dimensioni ridotte quando linkate. Qui come funziona? E si può fare?
  7. Confermo. Negli album personali il problema non si verifica.
  8. Ho Firefox, ma il problema persiste anche aggiornando la pagina. Comunque, attendiamo la correzione del bug.
  9. A poco più di un mese dalla mia visita in questa splendida città e a pochi giorni dal vile attentato che tante vittime e feriti vi ha mietuto, voglio dedicare alcune righe e questi scatti presi nelle strade di Barcellona a tutti coloro che rifiutano ogni forma di violenza, a tutti coloro che credono che si possa convivere pacificamente nel reciproco rispetto e nella tolleranza di culture, razze e credo religiosi diversi dal proprio e, soprattutto, a quanti in questi giorni hanno conosciuto il dolore e la sofferenza per una brutalità che non ha senso e che non può trovare giustificazione alcuna. Durante la mia permanenza sotto un bel sole estivo ma dalla temperatura gradevole ho girato a lungo in una città che mi è parsa solare, accogliente ed aperta a tutti pur nella sua superba eleganza, una città ricca di vitalità e di colori come molti centri che ho imparato a conoscere nel Mediterraneo, e che durante la sua storia grazie al suo porto ha potuto scambiare merci, esperienze, culture, uomini con ogni parte del mondo, aprendosi appunto a tutto quanto era diverso da essa. E mi è stato facile sentirmi come a casa. Per questo dopo i recenti tragici fatti, assieme a quanti rivendicano il diritto a vivere lontano dalla violenza e dalla sopraffazione non solo fisica in una pacifica coesistenza con tutti, mi unisco anch'io al grido Tots som Barcelona, Sono anch'io Barcellona. E' stato un piacere percorrere i bei viali di questo centro della Catalogna, a cominciare da La Pedrera, uno dei capolavori del famoso architetto Antoni Gaudì, lo stesso della Sagrada Familia. 1 Ma sono molti i palazzi che nella loro modernità ben si adattano allo "spirito" della città. 2 3 4 Barcellona è davvero un tripudio di colori a cominciare dal Mercato di Santa Caterina (la cui rivoluzionaria e policroma copertura è opera degli architetti Enric Miralles e Benedetta Tagliabue, quest'ultima italiana) ... 5 ... per continuare con i negozi che si affacciano lungo le trafficate vie del centro ... 6 7 ... fino alla stessa segnaletica orizzontale presente nelle strade ... 8 9 ... per finire alle stazioni della metropolitana ... 10 ... e alle sue rampe di uscita. 11 E con un po' di attenzione è possibile individuare ai piedi dei grandi cartelloni pubblicitari addossati ai palazzi sui viali il naturale contrappunto al messaggio promozionato. 12 13 Ma la città permette anche di vivere quasi appartati la propria solitudine. Come nel tardo pomeriggio alle spalle della Boqueria, il più famoso e frequentato mercato di Barcellona ... 14 ... o in un vicolo del Barrio Gotico, abbastanza lontano dai rumori per godersi un po' di riposo ... 15 ... o semplicemente passeggiando fra l'antico e il moderno di un viale del centro ... 16 ... per poi tuffarsi nella Rambla prima del calare del sole. 17 (Per inciso, qui è dove qualche giorno fa è stato dato un allarme bomba, rivelatosi fortunatamente falso, che ha determinato l'evacuazione del fast food e delle strade limitrofe e aggiunto istanti di terrore alle persone ancora scosse per quanto accaduto nei giorni precedenti). Ma Barcellona è anche accogliente e tollerante verso chi ogni giorno cerca di sbarcare il lunario spostandosi in metropolitana da un punto all'altro della città ... 18 ... o semplicemente di chi approfitta della bella stagione per visitare questo capoluogo passeggiando per i viali nei pressi della Sagrada Familia. 19 20 Ringraziando l'amico Fabrizio Cortesi e la sua compagna che mi hanno guidato per i luoghi più caratteristici del centro storico aiutandomi a conoscerli ed apprezzarli, e ringraziando anche chi ha avuto la pazienza di leggere fino a qui, vorrei terminare queste righe con uno scatto che non ho potuto fare a meno di cogliere. Un gabbiano che, chissà come e chissà perché, si è avventurato fino nel pieno centro della città per volare fra i suoi viali, sfiorando l'asfalto della strada tra alberi, passanti, semafori ed auto ferme all'incrocio. 21 Mi piace pensare che per il candore del suo piumaggio si trattasse di una colomba, una grande colomba bianca che, volteggiando fra i palazzi di questa città, abbia voluto trasmettere una sorta di messaggio di pace da riprendere e ricordare oggi, un messaggio di pace per tutti.
  10. Sono arrivato anch'io! Sulla nuova piattaforma posso esprimermi solo quando avrò avuto tempo per girarla un po', ma sono certo che se l'Ammiraglio ci ha traghettato fino qui c'è sicuramente più di una buona ragione. Noto invece che, pur essendo stato dato il là solo poche ore fa (la rima è involontaria ), già molti di noi presenti su nikonland.eu hanno ripetuto qui la propria iscrizione: se non è amore questo...
  11. Eccomi qua dopo lungo tempo a scrivere due righe sul mio blog, in una pausa dal lavoro diventato purtroppo sempre più frenetico e totalizzante. E' per tale motivo che nella prima metà di quest'anno ho scattato un numero ridicolo (leggi: minimo) di foto, nelle quali probabilmente ci sarà un numero di buone immagini altrettanto esiguo in considerazione del genere di fotografia che pratico. In effetti nella street photography la possibilità di portare a casa qualche buona istantanea è spesso direttamente proporzionale al tempo che vi si dedica, alle occasioni che si ricercano e che si realizzano, e al numero di scatti (nel mio caso mirati) che si effettuano, e dove altrettanto spesso si torna alla base senza neanche qualche immagine che possa dirsi almeno interessante. Vabbè: in ogni caso girare per una città con la fotocamera in mano libero dai pensieri è già di per sé (intendo per me ) un divertimento, a prescindere dai risultati che riesco ad ottenere. Tuttavia il recente Nikonland Day di Milano mi ha dato la possibilità di dedicarmi - dopo un periodo davvero lungo - a un week end di foto (e di svago) in piena libertà e rilassatezza nei quali mi sono portato a casa in due giorni circa 300 scatti, ovvero quanto ultimamente riuscivo a fare nel tempo di un intero mese. Due giorni a Milano con la reflex in mano sono stati circa un giorno più o meno effettivo di foto effettuate un po' dovunque, dalla mattina finanche alla sera, considerato che durante buona parte del viaggio, durante i pasti e le ore di sonno le occasioni per le foto di strada si fanno ... un po' meno facili! Eccovi dunque in foto la mia personale 24 Ore di Milano: pochi scatti selezionati fra i tanti fatti, ma per questo pensati e, spero, di un qualche interesse. Critiche e commenti sono come sempre graditi, purché più dettagliati di un "Mi piace" o "Non mi piace": mica siamo su Feisbuc! (aprire le foto) Lucky & Unlucky Dance! Fotografi Ecologia moderna Grandi magazzini Trompe-l'oeil Wagner
  12. In questo articolo vorrei parlare di uno dei soggetti maggiormente ritratti dai fotografi di quasi tutto il mondo: i muri. Come? Dite che sono altri i generi più frequentati, come il ritratto, il paesaggio, il reportage di viaggio? Vero, vero, ma i muri possono a ben ragione essere inseriti in questa particolare classifica come soggetti maggiormente ripresi dai fotografi. Basta peraltro navigare un po' sul web, sui siti specializzati più frequentati, per accorgersi che i muri sono oggetto di centinaia di migliaia di foto, soprattutto quelli dove sono presenti geometrie di mattoni, mattonelle e cornici di cemento, così come quelli costituiti da assi di legno o altri materiali di forma regolare, ma anche muri dove serie di finestre, finestrelle o aperture diverse si ripetono con continuità sulla propria superficie. Sembra che queste pareti siano oggetto delle attenzioni di migliaia di appassionati di fotografia (ma anche di tecnici del settore o presunti tali) i quali, per testare i propri obiettivi appena acquistati e valutarne la distorsione ottica, si dedichino con maniacale attenzione a riprenderli per le misurazioni del caso e per i successivi confronti con le altre lenti presenti sul mercato. Davvero un gran divertimento per questi fotografi... Ebbene, approfitto di queste pagine per dichiararmi con la massima sincerità, mettendomi completamente a nudo e mostrando il mio pensiero quale esso è, a costo di sembrare un originalone, uno snob, un eccentrico o un anticonformista a tutti i costi. Insomma, voglio fare outing, e affermare - accettandone tutte le conseguenze - che io non fotografo i muri per prove o esperimenti di sorta, né li ho mai fotografati a questo scopo! E accetto anche di essere tacciato come uno che si crede di essere più figo degli altri, o addirittura politicamente scorretto, ma è così: io non fotografo i muri. Sono un fotoamatore appassionato dell'immagine digitale, ma non fotografo i muri pur avendo acquistato negli anni decine di obiettivi. O meglio: i muri qualche volta li fotografo, ma non per studio né per confronti tecnici, ma solo perché alcuni li trovo interessanti. Come faccio a trovare interessanti dei muri senza il fine di cui sopra? Vabbè, scorrete le fotografie che seguono, e ditemi se non è vero che qualche parete che si vede per strada, qualche muro che ci scorre vicino quando camminiamo a piedi o in auto lungo le vie delle nostre città non sono dei soggetti stimolanti da fotografare, soprattutto quando poi li raccogliamo insieme in una serie dove possiamo apprezzarne i colori, confrontarne le fogge o coglierne l'originalità. Scherzi a parte, aldilà dell'idea - alla fine neanche tanto originale - di presentare una serie di scatti più o meno omogenei su un tema, vorrei solo mostrare che realizzare una sequenza di immagini avente come dominante un soggetto qualsiasi non sia affatto difficoltoso, senza la pretesa di definirlo un portfolio, un progetto, un lavoro. Alla faccia di chi non trova l'ispirazione per fare fotografie o non riesce a pensare ad un soggetto quale che sia e a svilupparlo per immagini... Basta osservare con occhi attenti quanto ci circonda, liberare la propria immaginazione e dare libero sfogo alla propria creatività. In altre parole, come si cantava nelle fiabe sonore di qualche decennio fa, basta un po' di fantasia e di bontà (fotografica!). Enjoy! (aprire le foto) 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12.
  13. E' il mio personale resoconto dell'anno fotografico appena passato e di come l'ho vissuto. Si tratta semplicemente di una piccola retrospettiva sul mio 2016 passato con la fotocamera in mano, stilata in un giorno per raccontare un anno. Sono circa 6000 le foto che ho scattato nell'anno appena passato, il 20% meno di quello precedente ma, credo e spero, di maggiore interesse e qualità se è vero che in questa attività il tempo e l'esperienza generalmente contribuiscono a migliorare le proprie capacità e quindi anche i propri risultati. Stranamente nei primi sei mesi ho scattato solo un quarto del totale delle foto dell'anno, e pochissime sono state quelle che ho ritenuto essere meritevoli di una menzione nel mio catalogo, cioè proponibili per una stampa o per essere mostrate qui o al fotoclub. Chissà, forse le rigide temperature dell'inverno mi hanno scoraggiato ad uscire a scattare, o forse non avevo la giusta ispirazione, o più probabilmente gli impegni lavorativi e familiari mi hanno impedito di dedicarmi "seriamente" alla fotografia. Fatto sta che mi sono poi abbondantemente rifatto nei secondi sei mesi dell'anno, perlomeno sotto l'aspetto del numero degli scatti effettuati. Come detto, ritengo di aver trascorso un anno assai proficuo e ricco anche di qualche soddisfazione. Ad aprile ho potuto esporre per la prima volta una serie di scatti in una vera mostra fotografica, con l'onore di averne uno scelto per essere pubblicato sul manifesto che annunciava l'iniziativa. E nella settimana seguente, all'interno della stessa manifestazione, ho potuto bissare esponendo 11 mie stampe nella sala principale della mostra, in quello che è il luogo dove durante l'anno artisti di ben altro valore espongono le proprie opere. Ma è con l'estate che finalmente riesco a combinare qualcosa di interessante con le mie fotocamere. Il Salento evidentemente mi ispira (o è il periodo di ferie che mi dà il tempo che ci vuole e la giusta capacità creativa?) e diverse foto mi appaiono un po' più meritevoli di altre di essere mostrate. In particolare, abbandonando per un attimo il genere che più amo praticare, la street photography, ho tentato di cogliere altro attorno a me, cercando di osservare con occhi diversi quanto vedevo in giro per provare a fissarlo in uno scatto, in quella che secondo me deve essere la ricerca di nuove prospettive e strade da percorrere per non fossilizzarsi nel consueto, la ricerca nel mettersi in gioco per uscire dalla propria area di confort e rapportarsi con nuove sfide. Così, complici le ferie e più tempo disponibile, anche in altre località marine ho potuto proseguire il percorso intrapreso ... ... senza dimenticare però il genere che più amo praticare, la street photography, sia a colori ... ... che in bianco e nero. L'anno si è poi chiuso con la sorpresa di vedere pubblicata sul catalogo ufficiale di Arezzo&Fotografia, la biennale fotografica che si tiene nella città che abito, una mia foto che era stata richiesta per presentare fotograficamente il Circolo di cui faccio parte sulle pagine web della mostra, e che avrebbe concorso con quella degli altri soci nella selezione degli organizzatori. Concludendo questo breve bilancio personale, mi ritengo complessivamente soddisfatto della stagione fotografica appena trascorsa, e ho già cominciato la nuova mettendo nel mirino le prossime sfide, a partire dalla nuova stampante che ho acquistato con cui ho da poco iniziato a... combattere per rendere concreti e subito visibili i migliori file delle mie fotocamere, fino a dare corpo ad alcuni progetti che ho in mente e che desidero realizzare. So comunque che, in ogni caso, il piacere e le emozioni che mi darà il solo click della macchina quando uscirò a fare fotografie sarà il premio più bello e soddisfacente in questa nuova stagione fotografica, e quella sarà la vera... vittoria.
  14. Pedrito

    [street] Giallo!

    Alla voce "Giallo" Wikipedia recita: "Il Giallo è uno dei colori dello spettro che l'uomo riesce a vedere. Ha la lunghezza d'onda compresa tra 565 e 590 nanometri. È uno dei tre colori primari sottrattivi, insieme al ciano ed al magenta, il suo colore complementare è il blu". Bene. E aggiunge anche che "dal punto di vista etimologico in italiano la parola Giallo deriva dal francese antico jalne a sua volta derivante dal latino gǎlbinum e gǎlbus con significato di "verde pallido, giallo". Benissimo. Il Giallo è il colore dei taxi di molte città, così dipinti per essere più facilmente distinguibili da lontano, degli scuolabus, che così colorati sono più visibili dagli altri veicoli e quindi più sicuri per i bambini che li utilizzano, e di piante e fiori come il girasole, la mimosa e la ginestra. Ottimo. Il Giallo è pure un segnale di avvertimento: nel semaforo avvisa che sta per scattare il rosso, nelle corse automobilistiche indica un generico pericolo e impedisce ai concorrenti di effettuare un sorpasso, e nei pronto soccorso degli ospedali è utilizzato per identificare i pazienti non in pericolo di vita che necessitano di cure immediate. Eccellente. E il Giallo è anche il colore che identifica il genere letterario dei libri polizieschi, gli elenchi telefonici dedicati alle attività commerciali, la maglia del concorrente che guida la classifica del Tour de France, ed è il colore tipico del frutto della banana e dello zafferano. Ok. E allora? Allora niente! Un po' di cultura generale in un blog di fotografia non disdice. Per me il Giallo è semplicemente un colore, per la verità molto fotogenico, che attira la mia attenzione quando scatto fotografie e che mi piace ritrarre. Così, come "divertissement", ho pensato di pubblicare qualche istantanea in cui ne è il principale protagonista o dove ne appare un bel po'. Enjoy. 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10.
  15. Quando vedi un ombrellone, a dispetto dell'accrescitivo della parola, non pensi ad un grande ombrello per ripararti dalle piogge forti dell'autunno o dalla neve dell'inverno ma, al contrario, pensi subito al tepore dell'estate, al sole, al caldo del nostro agosto mediterraneo. Lo accomuni alle vacanze tanto sospirate dopo una lunga stagione di freddo e di lavoro, lo associ al riposo, al relax che puoi godere sotto di esso mentre leggi un buon libro o assapori una bibita fresca per ristorarti dal caldo estivo, e ami la sua compagnia quando provato dalla calura lui ti protegge dai raggi del sole, ti fa respirare sotto la sua fresca ombra, ti dona sollievo. L'ombrellone è anche allegro: è sempre tutto colorato, la sua stoffa ricca di motivi geometrici variopinti più o meno ricercati, o di disegni buffi o di scritte strane e divertenti porta i tuoi pensieri verso territori sereni, leggeri, disimpegnati. E quando è aperto sotto i raggi del sole e dispiega i suoi colori ti dona buonumore: hai mai visto un ombrellone triste? Ma l'ombrellone sa anche essere romantico: alla fine del pomeriggio quando il sole è al tramonto e lascia spazio alle ombre della sera, quando i rumorosi bagnanti fanno ritorno a casa, lui nel silenzio della spiaggia semideserta risplende dell'ultima luce. E nella frescura dell'imminente crepuscolo ti accoglie sotto di sé e ti veglia, quando sul lettino prendisole ti attardi a parlare con la ragazza che hai conosciuto in spiaggia e di cui sei già innamorato, fantasticando sulla serata che passerai con lei. Poi, quando davvero tutti hanno lasciato l'arenile, lui rimane lì ad attenderti fino al mattino seguente, facendo da stampella ai lettini e alle sdraio chiuse che gli sono appoggiate, qualche volta aperto come lo hai lasciato oppure ripiegato sul suo gambo dopo il passaggio del bagnino. E dritto e ordinato nella sua fila assieme ai suoi tanti compagni allegri e colorati come lui, si prende l'ultimo raggio di sole prima della sera, osserva i gabbiani che fanno ritorno al loro nido, e ti dà appuntamento all'indomani, o all'estate seguente. Perché sa che tornerai a cercarlo, e si farà trovare lì, come un buon amico su cui sai di poter sempre contare. Alla prossima estate, amico ombrellone. (aprire le foto) 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7.
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