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Valerio Brustia

Nikonlander Veterano
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    Piemonte
  • Cosa fotografi in prevalenza ?
    Natura ribelle e natura devastata

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Obiettivi di Valerio Brustia

Nikonlander Veterano

Nikonlander Veterano (4/6)

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Reputazione Forum

  1. Ciao bella gente chi si incazza è perchè ci tiene, e di incazzati ne vedo un bel po' qui. Il che è un bene, fidatevi. Forse in tanti si son dimenticati come la mia carriera di redattore di Nikonland sia durata meno che un cartone del latte (non il lunga conservazione, l'altro quello fresco). La ragione, l'ho capito mio malgrado (fa male, ma sbagliare serve) l'ha descritta chiaramente Mauro nel suo intervento precedente, quello dove risponde a Massimo. C'è poco da fare. Non che io avessi qualche remora a recensire anche i tappi posteriori Z, purtroppo a me manca il tempo, il tempo per fotografare, per andare dal barbiere, dall'oculista, dal dottore e per andare a fare la denuncia in questura (ci han fatto visita domiciliare martedi' 26 marzo scorsi, ma fortunatamente erano dei Sony fanboy). Di fatto il risultato è lo stesso: produttività redazionale = 0.00001. Sto aspettando fiducioso che la vita mi consenta di riprendere uno standard dignitoso, credetemi sto sgomitando. Domani parto per 3gg di lavoro, appunto. Allora, W Nikonland comunque e sempre. Vorrei vedere i ragazzi veneti - lombardi - piemontesi ... marchigiani ecc... pubblicare i loro pensieri sulle loro attrezzature, vorrei vederli con la nikon in mano e , emulando Morten desaparecido di Danimarca, scapicollarsi qui e là per indagare quel che li circonda. Non smetto mai di leggere Nikonland, al semaforo, in attesa della pizza d'asporto, in un posto dove andiamo tutti circa una volta al giorno, ma non riesco più a collegarmi di sera al rientro e tanto meno sul lavoro. Ora scappo che mi cercano su Teams (ho un collega dal cliente e ha bisogno). Un saluto e occhio che vi guardo ciao
  2. Ovvio, il doppio corredo e' una iattura micidiale. Il guaio e' che qui abbiamo solo gli hamburger cinesi. Il 135 1.8 esiste si chiama Plena e cercarne uno equivalente mi pare una follia. Ma tolte le otto bistecche Z il resto sono polpette dell'ikea. Sono polpette non in senso assoluto, lo diventano quando le montiamo sulle Z8 e Z9. Il mio piccolo ottimo ma orribile 24-70/4 mortifica la z9 su cui lo monto.
  3. .. a chi piace il genere .... c'è anche quelli che gli piace farsi menare. La psiche umana, meravigliosamente varia. ciò detto Sono felice che Mauro abbia "staccato un quadro dal muro". L'accordo Tamron lo sapevamo alla partenza che puzzava di fregatura, perchè le versioni "2" erano già disponibili in baionetta Sony E quando uscirono i ricarrozzati Z di Nikon, ma di che ci stupiamo oggi? Era ovvio che prima o poi sarebbe accaduto questo (e meno male, dico io). Lo dico da un pezzo che c'è qualcosa che non va nella proposta dei Nikkor Z. Va bene, sono otticamente bellissimi, del resto tutta la produzione ottica mondiale ha fatto un saltone in avanti, però sono veramente oggetti che lasciano serie perplessità. Ma guardiamo serenamente il catalogo Z. I supertele sono molto belli(*) ma il resto? Siamo stati tutti obbligati a tornare a soluzioni zoom che pure la vivitar negli anni '80 aveva contrastato: per Nikon pare che la legge dell'ottica zoom per mirrorless sia il festival del periscopio. Sui fissi, i numeri parlano chiaro: è stata riproposta la serie 1987 20-24-28-35-50-85 ma ora, effettiva novità, tutti f/1.8 e tutti tutti dalla forma protrusa in avanti, verso l'infinito. Io non ho memoria, lo dico dal primo giorno, di grandangoli tubo di stufa quali quelli che sfoggia Nikon nel suo Z list. Nulla aggiungo sul triello, che l'ho detto 10^30 volte. Plaudo al 135 plena, ai 50 e 85/1.2 ed al futuro 35/1.2 obiettivi che mi stimolano quanto il DONNO in slip verdi della AI elaboration qui sopra riprodotta. (*) L'800/6.3 è veramente un bell'oggetto, il 400/2.8 TC no: è brutto come pochi. Ciò non toglie nulla alle sue caratteristiche di "efficacia" sia ottica che meccanico-elettronica, è un portento, ma oggettivamente, è gonfio e gobbo, è proprio brutto da vedere. Le cose stanno così, stanno che Sigma, la cui proposta è veramente accattivante, non esce in baionetta Z e dove lo ha fatto ha vestito con abito "antistupro" i suoi obiettivi (DX per altro), come dire: toh, e ringrazia. Moh aspettiamo i cinesi, che forse hanno le idee più chiare, perché davanti a Z8 e Z9 (e a Df soprattutto) ci vanno obiettivi degni della fotocamera che li accetta. 28-400? prego accomodatevi, non vado più a pesca da oltre 35 anni e comunque la Daiwa fa canne più belle da vedere. Come Max attendo (da oltre un anno, perchè l'annuncio è della fine inverno 2023) il Viltrox 16/1.8. Anelo per le mie Z9 ad un ... cinesissimo VILTROX!!! cioè un'ottica pirata fatta da una fabbrica che porta il nome di detergente per vetri delle finestre. PAZZESCO. Spero che Nikon liberi prima possibile i vincoli sulla sua baionetta, altrimenti mi toccherà alienare la Z7II per una SONY A qualcosa su cui montare gli obiettivi che a me servono, che Nikon non fa e impedisce ad altri di proporre.
  4. la fortuna e' cieca La sfiga invece 10/10. Ho cominciato ora il trattamento, ne ho per 10gg. E' bronchite e sono squassato dalla tosse da ieri mattina. Il fatto che questa foto sia fatta con il cell testimonia lo stato pietoso. Non ce la faccio mica domenica a farmi la vasca autostradale, cara grazia se riusciro' a mettere il naso fuori casa. Mi dispiace davvero ma devo dichiarare ko tecnico....non ai punti, insomma, mi arrendo prima di essere steso per manifesta inferiorita'. Avete il permesso al libero perculamento.
  5. Ah Marcoooo!! Tu non sai ma io sono qui, cioè da 31 anni scatto con Nikon, per alcuni motivi, il più significativo è un aneddoto che ho raccontato spesso, ma mi piace rinfrescare (farò tardi al lavoro). 1991, turnee de <Le Nuvole>, De André ritornava a cantare da vivo. A Novara erano sempre alla ricerca di ragazzotti per la sicurezza (guardaporte). Presente! Quella volta mi assegnarono il corridoio fronte palco, che culo, cioè a 4 metri da De André. Pronti via, alle 20.00 il palasport si riempie e capisco che è un'occasione particolare perché seduti in prima fila proprio davanti a me ci sono Ivano Fossati e Fiorella Mannoia che presenziano al ritorno sul palco di un amico. Non ho nessuna fotocamera con me, non mi era consentito fotografare. Al tempo usavo Minolta MD, quello mi potevo permettere, ma quelle fotocamere avevano un sacco di guai, l'otturatore a tendina della X700 era PENOSO e l'elettronica (L'ESPOSIMETRO) era un po' delicata. Compare un fotografo nel mio corridoio, è un "foresto" cioè non è del giro della stampa locale (ci si conosceva tutti). In qualità di cane da guardia devo intervenire: "Senti un po' va che qui non si può stare". Segue breve discussione, chiamo il mio referente che mi dice: "Tranquillo, lui può". Ok tutto in ordine. Ovvio che sbircio l'attrezzatura: 2 Nikon FE + MD12, su una l'85/2 Ais e sull'altra il 180/2.8 ED sempre Ais. Porgo le mie scuse per l'equivoco e mi faccio coraggio per una domanda: "Scusa se chiedo, ma tu con quelle Nikon hai mai avuto problemi tecnici?". Il fotografo foresto, mi risponde: " MAI, le uso da 20 anni e non ho mai mai avuto il minimo problema. Vai tranquillo". Vengo via da quella serata con 2 idee ben precise in testa 1 - De Andrè con Mauro Pagani sono da seguire SEMPRE ( e così ho fatto fino a 25 anni fa ) 2 - appena riesco passo a Nikon (e così ho fatto nel 1993) Marco, è necessario che ti dica il nome del fotografo che volevo buttare fuori dal Palasport? Forse con il digitale ha fatto qualche "modifica", ma 3/4 delle immagini storiche che hai visto sono Nikon made ciao
  6. qui abbiamo 2 obiettivi della madonna che non possiamo montare sulle Z. La verità è questa eddai. poi le beghe di marketing e concorrenza sono affari loro, a noi resta la constatazione triste di un sistema Z chiuso. Aspettiamo i pirati cinesi allora, se a mitsubishi piace così....
  7. A custoza le abbiamo prese 2 volte.... Ci siam documentati Il tamburino sardo del libro cuore si svolge a Custoza. Il custoza e' un bianco, ma li vicino fanno anche il bardolino negher⁷
  8. Non so dire se riuscirò ad esserci, ci proverò. Un posto non vale l'altro, ma "nessun posto" è peggio di un posto qualunque
  9. C'era "Dottor Stranamore", mi sono accorto facendo zapping che sull'UNO c'era Amadeus== fastival. Ma sì poerelli, fanno quel che possono
  10. Ciao Max, Ci credi? Quel 400 lo tiro fuori la sera quando torno a casa, impreco e lo ripongo al mattino quando parto per l'ufficio. Peraltro non so da quanti anni non abbiamo nebbioni invernali ... come quest'anno e come si sa la nebbia è il peggior compagno di giochi del teleobiettivo. Sembra che la sfiga mi stia osservando Stavo per acquistare l'attrezzatura da sci alpinismo, mi sono fermato in tempo. Comunque ... domani sveglia prima dell'alba, lo zaino è già pronto, pre alpi biellesi sto arrivando...pioverà
  11. giuro che non scrivo + "attendo vostre" siete tutti muti
  12. Nikon Z9 ob. Nikon Z 400/2.8 S TC a 560mm, mano libera Qualche anno fa biasimavo con vigore l'abitudine ormai consolidata di utilizzare qualsiasi mezzo per scattare immagini ai selvatici; complice un'occasione di gruppo, con gli amici Massimo, Marco e Andrea mi sono ritrovato proprio nel luogo che 5 anni fa mi produsse brutti pensieri ed amare constatazioni (per i chi vuole approfondire, QUI i miei ragionamenti di allora). Questa volta ho bellamente ceduto alla lusinga fotografica, lasciandomi andare ad gioco che, in tutta onestà, è piuttosto divertente, ma che rimane un gioco (appunto). La questione si è articolata così: un'uscita fotografica flash in quel di Pont in Valsavarenche con l'intenzione di inquadrare il gipeto che qui è segnalato ed avvistato con una certa regolarità. Massimo, abituè della zona, mi ha convinto con poco sforzo, così ho infilato nello zaino il mio nuovissimo Nikon Z 400/2.8 S TC per la sua prima uscita montanara. Eccoci quindi di buon mattino al parcheggio di Pont pronti alla salita verso una fantomatica "paretina" un muro di granito su cui scivolano le correnti ascensionali. I veleggiatori come il gipeto sfruttano combinazioni di questo genere per attraversare le valli, battendo con poco sforzo centinaia di chilometri al giorno alla ricerca di qualche carcassa da "disossare". I miei soci sono preparatissimi, conosco Massimo da un diversi anni e so che non lascia nulla al caso. E' attentissimo ad ogni minimo particolare, dalla calza ai piedi al cappello in testa passando per tutto ciò che è utile per ottimizzare una ripresa fotografica. Io, con il mio corredo Decathlon in offerta fine serie, a paragone sono decisamente un "cazzone". In comune abbiamo le scarpe, su quelle non ho mai lesinato. La salita è abbastanza breve da non stancare troppo, ma lunga a sufficienza per sudare un po', anche perché, appena usciti dall'ombra delle montagne, il sole è bello caldo. E' tutto un togli e metti di strati di vestiti, salvo i ramponi che terrò ai piedi fino al ritorno a Pont; sono utili mi danno grip e sicurezza, ho fatto bene a comperarli la sera prima, alla Decathlon ovviamente. A mezza mattina raggiungiamo il punto di osservazione dove troviamo altri fotografi in attesa, Uno di questi si chiama Andrè ed è amico di Marco, l'appuntamento era programmato. Restiamo sulla balconata ad aspettare per diverse ore, sotto di noi la valle con la pista di fondo che pian piano si popola. Del gipeto avremo solo una breve apparizione, lontanissimo più in basso; ci sorprende invece un'aquila in volo radente di cui salvo qualche scatto solo dopo aver ripreso il controllo dell'autofocus della Nikon Z9. Gli stambecchi sono lontani, le montagne sono bellissime ed i camosci ci vengono a vedere. Le ore volano ed è già tempo di rientrare. Nikon Z9 ob. Nikon Z 24-70/4 S , mano libera Nikon Z9 ob. Nikon Z 24-70/4 S , mano libera Nikon Z9 ob. Nikon Z 24-70/4 S , mano libera Nikon Z9 ob. Nikon Z 400/2.8 S TC a 560mm, mano libera Nikon Z9 ob. Nikon Z 400/2.8 S TC a 560mm, mano libera Il massiccio dell'Herbetet. Nikon Z9 ob. Nikon Z 400/2.8 S TC, mano libera Cima della Tresenda. Nikon Z9 ob. Nikon Z 400/2.8 S TC a 560mm, mano libera Versanti del col del Nivolet. Nikon Z9 ob. Nikon Z 400/2.8 S TC a 560mm, mano libera Nikon Z9 ob. Nikon Z 24-70/4 S , mano libera Nikon Z9 ob. Nikon Z 400/2.8 S TC, mano libera Nikon Z9 ob. Nikon Z 400/2.8 S TC a 560mm, mano libera Nikon Z9 ob. Nikon Z 400/2.8 S TC a 560mm, mano libera Nikon Z9 in DX ob. Nikon Z 400/2.8 S TC, mano libera Ridiscesi al parcheggio, mentre carichiamo gli zaini in auto, percepiamo del trambusto intorno al rifugio di Pont. I miei compagni sanno di che si tratta, io intuisco che, come 5 anni fa, un visitatore sta attirando l'attenzione dei fotografi: la volpe di Pont è scesa al ristorante. E così è infatti, dietro al locale tra i bidoni della spazzatura, un discreto gruppo di fotografi sta puntando i tele verso uno splendido piccolo cane rosso. Con la scusa di aver con me il nuovo Nikon 400/2.8 Z, CEDO ALLA DEBOLEZZA, mi unisco alla banda e mi concedo al gioco. Effettivamente è fantastico disporre di un selvatico così docile all'obiettivo, ma non nascondo nulla delle modalità di ripresa che sono descritte nelle immagini finali. Nikon Z9 ob. Nikon Z 400/2.8 S TC, mano libera Nikon Z9 ob. Nikon Z 400/2.8 S TC, mano libera Nikon Z9 ob. Nikon Z 400/2.8 S TC, mano libera Nikon Z9 ob. Nikon Z 400/2.8 S TC, mano libera Nikon Z9 ob. Nikon Z 400/2.8 S TC, mano libera Nikon Z9 ob. Nikon Z 400/2.8 S TC a 560mm, mano libera Nikon Z9 ob. Nikon Z 400/2.8 S TC a 560mm, mano libera Nikon Z9 ob. Nikon Z 400/2.8 S TC, mano libera Nikon Z9 ob. Nikon Z 24-70/4 S , mano libera Nikon Z9 ob. Nikon Z 24-70/4 S , mano libera Nikon Z9 ob. Nikon Z 24-70/4 S , mano libera Va bene, è stato divertente, ma c'è di più, ed il di più, come al solito, lo fanno gli incontri e le persone. Così è avvenuto che ho conosciuto Andrè, amico di Marco.; sapevo di questi due giovani fotografi valdostani, di una loro pubblicazione, ma non avevo messo in cantiere l'ipotesi di tornare a casa con un libro nuovo, ed invece... Nuovi Equilibri, storia di incontri con il Lupo Un libro deve raccontare una storia, se questa è avvincente e sorprendente allora resterà a lungo nella memoria diventando cultura propria dell'individuo. Se il libro è fotografico allora quella storia si leggerà velocemente, ma poi si espanderà "nell'immaginario" del lettore che tornerà più e più volte a cercare quelle fotografie. Il "Nuovi Equilibri" di André Roveyaz e Francesco Guffanti è un volume che aprirò molto spesso, le immagini che i due fotografi hanno raccolto sono spettacolari, il lupo è ripreso nell'ambiente montano, in ogni stagione e con ogni meteo, così come gli altri piccoli e grandi animali che popolano le nostra Alpi a cui Andrè e Francesco hanno dedicato doverosa attenzione. Nella scelta degli scatti di questa raccolta si percepisce un forte il desiderio di mostrare il lupo in connessione con la montagna su cui è tornato ad abitare. E questa montagna è il massiccio del Bianco e le valli della profonda Val D'Aosta in cui mezza Italia si inerpica solo per raggiungere le piste da sci. Al chiaro di luna, nel bagliore giallo delle luci degli abitati zeppi di turisti, il lupo porta Equilibri che, più che "Nuovi", sono "Ristabiliti". Le immagini testimoniano incontri vis a vis tra fotografo e lupo, segno concreto di una popolazione in crescita ed in salute, stabilmente arroccata sulle Alpi italiane, ma anche di una relazione con l'uomo priva di conflitto. I lupi ci osservano invisibili ed incontrarne uno è un evento molto speciale: Francesco ed Andrè questo privilegio lo hanno vissuto molte volte, li invidio apertamente. Il volume "Nuovi Equilibri" non è in vendita in nessuna libreria, l'editore non lo può distribuire quindi il lavoro di diffusione e smercio è a carico dei due fotografi Andrè e Francesco. In una società iperconnessa e ipertecnologica per distribuire un libro siamo regrediti al tempo dei pizzicagnoli di quartiere. Ottimo. Ciò detto, da fotografo A fotografi, ve lo consiglio, perchè è un lavoro ben fatto da cui possono scaturire grandi ispirazioni e soprattutto dona la vertigine di un'avventura del fuori porta come mai se ne potevano vivere (nemmeno ai tempi del Pilone centrale di Walter Bonatti). Per qualsiasi informazione di dettaglio non esitate a contattarmi via MP, vi metterò in contatto diretto con i due fotografi (Nikonisti pure loro) Attendo vostre
  13. Nikon Z9 ob. Nikon Z 400/2.8 S TC a 560mm, mano libera Qualche anno fa biasimavo con vigore l'abitudine ormai consolidata di utilizzare qualsiasi mezzo per scattare immagini ai selvatici; complice un'occasione di gruppo, con gli amici Massimo, Marco e Andrea mi sono ritrovato proprio nel luogo che 5 anni fa mi produsse brutti pensieri ed amare constatazioni (per i chi vuole approfondire, QUI i miei ragionamenti di allora). Questa volta ho bellamente ceduto alla lusinga fotografica, lasciandomi andare ad gioco che, in tutta onestà, è piuttosto divertente, ma che rimane un gioco (appunto). La questione si è articolata così: un'uscita fotografica flash in quel di Pont in Valsavarenche con l'intenzione di inquadrare il gipeto che qui è segnalato ed avvistato con una certa regolarità. Massimo, abituè della zona, mi ha convinto con poco sforzo, così ho infilato nello zaino il mio nuovissimo Nikon Z 400/2.8 S TC per la sua prima uscita montanara. Eccoci quindi di buon mattino al parcheggio di Pont pronti alla salita verso una fantomatica "paretina" un muro di granito su cui scivolano le correnti ascensionali. I veleggiatori come il gipeto sfruttano combinazioni di questo genere per attraversare le valli, battendo con poco sforzo centinaia di chilometri al giorno alla ricerca di qualche carcassa da "disossare". I miei soci sono preparatissimi, conosco Massimo da un diversi anni e so che non lascia nulla al caso. E' attentissimo ad ogni minimo particolare, dalla calza ai piedi al cappello in testa passando per tutto ciò che è utile per ottimizzare una ripresa fotografica. Io, con il mio corredo Decathlon in offerta fine serie, a paragone sono decisamente un "cazzone". In comune abbiamo le scarpe, su quelle non ho mai lesinato. La salita è abbastanza breve da non stancare troppo, ma lunga a sufficienza per sudare un po', anche perché, appena usciti dall'ombra delle montagne, il sole è bello caldo. E' tutto un togli e metti di strati di vestiti, salvo i ramponi che terrò ai piedi fino al ritorno a Pont; sono utili mi danno grip e sicurezza, ho fatto bene a comperarli la sera prima, alla Decathlon ovviamente. A mezza mattina raggiungiamo il punto di osservazione dove troviamo altri fotografi in attesa, Uno di questi si chiama Andrè ed è amico di Marco, l'appuntamento era programmato. Restiamo sulla balconata ad aspettare per diverse ore, sotto di noi la valle con la pista di fondo che pian piano si popola. Del gipeto avremo solo una breve apparizione, lontanissimo più in basso; ci sorprende invece un'aquila in volo radente di cui salvo qualche scatto solo dopo aver ripreso il controllo dell'autofocus della Nikon Z9. Gli stambecchi sono lontani, le montagne sono bellissime ed i camosci ci vengono a vedere. Le ore volano ed è già tempo di rientrare. Nikon Z9 ob. Nikon Z 24-70/4 S , mano libera Nikon Z9 ob. Nikon Z 24-70/4 S , mano libera Nikon Z9 ob. Nikon Z 24-70/4 S , mano libera Nikon Z9 ob. Nikon Z 400/2.8 S TC a 560mm, mano libera Nikon Z9 ob. Nikon Z 400/2.8 S TC a 560mm, mano libera Il massiccio dell'Herbetet. Nikon Z9 ob. Nikon Z 400/2.8 S TC, mano libera Cima della Tresenda. Nikon Z9 ob. Nikon Z 400/2.8 S TC a 560mm, mano libera Versanti del col del Nivolet. Nikon Z9 ob. Nikon Z 400/2.8 S TC a 560mm, mano libera Nikon Z9 ob. Nikon Z 24-70/4 S , mano libera Nikon Z9 ob. Nikon Z 400/2.8 S TC, mano libera Nikon Z9 ob. Nikon Z 400/2.8 S TC a 560mm, mano libera Nikon Z9 ob. Nikon Z 400/2.8 S TC a 560mm, mano libera Nikon Z9 in DX ob. Nikon Z 400/2.8 S TC, mano libera Ridiscesi al parcheggio, mentre carichiamo gli zaini in auto, percepiamo del trambusto intorno al rifugio di Pont. I miei compagni sanno di che si tratta, io intuisco che, come 5 anni fa, un visitatore sta attirando l'attenzione dei fotografi: la volpe di Pont è scesa al ristorante. E così è infatti, dietro al locale tra i bidoni della spazzatura, un discreto gruppo di fotografi sta puntando i tele verso uno splendido piccolo cane rosso. Con la scusa di aver con me il nuovo Nikon 400/2.8 Z, CEDO ALLA DEBOLEZZA, mi unisco alla banda e mi concedo al gioco. Effettivamente è fantastico disporre di un selvatico così docile all'obiettivo, ma non nascondo nulla delle modalità di ripresa che sono descritte nelle immagini finali. Nikon Z9 ob. Nikon Z 400/2.8 S TC, mano libera Nikon Z9 ob. Nikon Z 400/2.8 S TC, mano libera Nikon Z9 ob. Nikon Z 400/2.8 S TC, mano libera Nikon Z9 ob. Nikon Z 400/2.8 S TC, mano libera Nikon Z9 ob. Nikon Z 400/2.8 S TC, mano libera Nikon Z9 ob. Nikon Z 400/2.8 S TC a 560mm, mano libera Nikon Z9 ob. Nikon Z 400/2.8 S TC a 560mm, mano libera Nikon Z9 ob. Nikon Z 400/2.8 S TC, mano libera Nikon Z9 ob. Nikon Z 24-70/4 S , mano libera Nikon Z9 ob. Nikon Z 24-70/4 S , mano libera Nikon Z9 ob. Nikon Z 24-70/4 S , mano libera Va bene, è stato divertente, ma c'è di più, ed il di più, come al solito, lo fanno gli incontri e le persone. Così è avvenuto che ho conosciuto Andrè, amico di Marco.; sapevo di questi due giovani fotografi valdostani, di una loro pubblicazione, ma non avevo messo in cantiere l'ipotesi di tornare a casa con un libro nuovo, ed invece... Nuovi Equilibri, storia di incontri con il Lupo Un libro deve raccontare una storia, se questa è avvincente e sorprendente allora resterà a lungo nella memoria diventando cultura propria dell'individuo. Se il libro è fotografico allora quella storia si leggerà velocemente, ma poi si espanderà "nell'immaginario" del lettore che tornerà più e più volte a cercare quelle fotografie. Il "Nuovi Equilibri" di André Roveyaz e Francesco Guffanti è un volume che aprirò molto spesso, le immagini che i due fotografi hanno raccolto sono spettacolari, il lupo è ripreso nell'ambiente montano, in ogni stagione e con ogni meteo, così come gli altri piccoli e grandi animali che popolano le nostra Alpi a cui Andrè e Francesco hanno dedicato doverosa attenzione. Nella scelta degli scatti di questa raccolta si percepisce un forte il desiderio di mostrare il lupo in connessione con la montagna su cui è tornato ad abitare. E questa montagna è il massiccio del Bianco e le valli della profonda Val D'Aosta in cui mezza Italia si inerpica solo per raggiungere le piste da sci. Al chiaro di luna, nel bagliore giallo delle luci degli abitati zeppi di turisti, il lupo porta Equilibri che, più che "Nuovi", sono "Ristabiliti". Le immagini testimoniano incontri vis a vis tra fotografo e lupo, segno concreto di una popolazione in crescita ed in salute, stabilmente arroccata sulle Alpi italiane, ma anche di una relazione con l'uomo priva di conflitto. I lupi ci osservano invisibili ed incontrarne uno è un evento molto speciale: Francesco ed Andrè questo privilegio lo hanno vissuto molte volte, li invidio apertamente. Il volume "Nuovi Equilibri" non è in vendita in nessuna libreria, l'editore non lo può distribuire quindi il lavoro di diffusione e smercio è a carico dei due fotografi Andrè e Francesco. In una società iperconnessa e ipertecnologica per distribuire un libro siamo regrediti al tempo dei pizzicagnoli di quartiere. Ottimo. Ciò detto, da fotografo A fotografi, ve lo consiglio, perchè è un lavoro ben fatto da cui possono scaturire grandi ispirazioni e soprattutto dona la vertigine di un'avventura del fuori porta come mai se ne potevano vivere (nemmeno ai tempi del Pilone centrale di Walter Bonatti). Per qualsiasi informazione di dettaglio non esitate a contattarmi via MP, vi metterò in contatto diretto con i due fotografi (Nikonisti pure loro) Attendo vostre
  14. Uguale a Mauro e MAX ma su MAC, si accende e si aspetta 20 s che compaia l'icona sul desktop (per me 1 sola per via del RAID e del modello a 2 BAY) Poche balle Luciano, poi se vuoi ascoltare la qualunque sul web sei liberissimo
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