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Alberto73

Nikonlander Veterano
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  1. Nemmeno io... però il mio è quasi pieno.... O_o
  2. Non è un po' poco 250 GB come disco di sistema?
  3. la butto lì "la fotografia dopo lo scatto: elaborazione, stampa e conservazione file" (manca qualcosa però mi sa)
  4. Confermo, non so quando si aggiorni Chrome ma mi pare sia da qualche giorno che la cosa si è risolta!
  5. lo trovo limitativo alla sola parte specifica della post produzione. Trovo più adatto quello proposto da Sakurambo, "Fotografia digitale - Hardware & Software" visto che penso si parlerà anche di della parte hardware, dai componenti del pc ai sistemi di archiviazione delle nostre foto (e non solo per quelle).
  6. Potrebbero.... però è un po' difficile testare le ottiche su sensori che non ci sono....
  7. Sarebbe interessante, un utile complemento alla fotografia moderna, ormai tutta digitale o quasi....
  8. Concordo, mi sembra un evento un po' troppo raro e casuale per essere un difetto della macchina....
  9. Dopo aver letto queste righe ho riguardato le foto e mi è sorto un dubbio: se fosse un'interferenza tra i due tipi di otturatore la banda non dovrebbe essere nera (se non passa luce) invece che bianca? il fatto che su una si veda la prosecuzione del corpo non potrebbe indicare, come dice mauro, una sovraesposizione dovuta a una luce fuori scala? sarebbe interessante sovraesporre la foto sul pc per vedere se il sensore non ha registrato proprio nulla o se si recupera qualcosa dalla banda bianca.
  10. Buono a sapersi, ci dovrò fare l'abitudine ad usarlo (su nikonland 1.0 il 'mi piace' non ha mai funzionato, almeno a me)
  11. Se la Df2 fosse una mirrorless che usa le ottiche della reflex potrebbe essere interessante....
  12. Situato sull’isola di Miyajima, l’Itsukushima Jinja è l’unico santuario in tutto il Giappone edificato su palafitte e, pertanto, circondato dalle acque del mare per buona parte della giornata. La conformazione del complesso ha la forma di un uccello che apre le ali e si protende verso il mare. L’isola di Itsukushima, oggi ribattezzata Miyajima (letteralmente “l’isola del santuario” da Miya 宮 e Jima 島 ovvero Isola) a causa della crescente notorietà del santuario, è da sempre un’isola sacra in cui era vietato l’accesso a chiunque. Per permettere l’accesso ai pellegrini si decise di costruire un complesso sacro interamente sull’acqua che non avesse collegamenti con l’isola, motivo per cui anche il torii di accesso al santuario è ubicato in mezzo al mare. Oggi chiunque può recarsi su quell’isola ma, per mantenerne la ‘purezza’ nascite e morti sono vietate, motivo per cui puerpere e malati terminali vengono allontanati da quei luoghi. La sua fondazione viene collocata tra il VI e l'VIII secolo, ma il suo aspetto attuale risale al 1168, quando è stato riedificato con il contributo del signore più potente dell’epoca, Taira no Kiyomori (leader militare del tardo periodo Heian, ricordato per aver stabilito il primo governo retto da samurai nella storia del Giappone), ed è rimasto inalterato fino ad oggi, anche dopo le successive ricostruzioni dovute a distruzioni. Il santuario è stato danneggiato diverse volte anche da tempeste e tifoni (l’ultimo il 5 settembre 2004) per la sua vicinanza al mare. Si è detto che il santuario è 'circondato dalle acque del mare per buona parte della giornata': questo perché quando la marea cala l'intero complesso viene a trovarsi in terra ferma. Il torii Il tradizionale portale di accesso al santuario è conosciuto come ‘torii galleggiante’ in quanto, quando c’è l’alta marea, si viene a trovare in mezzo al mare ed è accessibile solo in barca, mentre con la bassa marea ci si può arrivare a piedi. Alto 16 metri e realizzato in legno di canfora particolarmente selezionato (fatto arrivare appositamente da Miyazaki, nel Kyushu) costituisce una delle maggiori attrattive del Giappone ed è, con il monte Misen dietro, una delle tre classiche viste del paese. Il primo torii è stato eretto nel 1168 mentre quello che vediamo oggi al centro della baia risale al 1875. Per realizzarlo è stato utilizzato lo ‘stile a 4 pilastri’ che consente di conferirgli una maggiore stabilità. È usanza dei visitatori inserire delle monete all’interno delle fessure del legno esprimendo un desiderio. Le Lanterne Le lanterne appese lungo i corridoi furono originariamente offerte da Terumoto Mori, nipote di Motonari Mori. Quelle lanterne erano in ferro battuto e di forma differente da quelle attuali. Adesso sono conservate nella Sala del Tesoro. Dai primi del 1900 le lanterne sono in bronzo. Taka-Butai (High Stage) Takabutai è un palco su cui viene eseguita la "bugaku", ovvero la tradizionale musica corale giapponese accompagnata da balli. Si trova di fronte all'honden, l’edificio principale del santuario. L‘attuale palco è stato costruito nel 1546 ed è il più piccolo utilizzato per le rappresentazioni di "bugaku". Si dice che la musica "bugaku" sia stata introdotta a Miyajima da Kyoto circa 800 anni fa, diventando un elemento estremamente prezioso del patrimonio culturale. Sori-bashi (ponte arcuato) Il primo riferimento storico a questo ponte si ha in un documento dell’era Ninji (1240-43) mentre nessun riferimento è presente nei documenti relativi alla costruzione del santuario, ad indicare che non esisteva in quell’epoca. Si dice che fosse anche chiamato " Chokushi-bashi " e che i messaggeri imperiali dovessero attraversarlo per entrare nel Santuario principale nelle occasioni importanti. Il ponte attuale, come indicato in una iscrizione su uno degli elementi ornamentali della balaustra, risale al 1557 quando fu riscostruito dal daimyō dell’epoca Mori Motonari e da suo figlio Takamoto. Da allora è stato riparato più volte. Santuario di Tenjin Costruito nel 1556 e donato dal daimyō Mori Takamoto, è dedicato a Sugawara no Michizane, poeta e politico giapponese dell'antichità, divinizzato con il nome di Tenjin, kami protettore delle lettere e della calligrafia. Particolarità di questa costruzione, così come il palco del teatro Nō, è che, a differenza del resto del complesso che è colorato di bianco e rosso, il legno è rimasto del suo colore naturale ad indicare la loro costruzione in epoca successiva. Palco per il teatro Nō La prima costruzione di un palco permanente, l’unico in tutto il paese costruito sul mare, risale al 1605 ad opera del daimyō Fukushima Masanori, la prima rappresentazione del teatro Nō, invece, risale al 1568, probabilmente su un palco temporaneo. L’attuale palco è stato costruito nel 1680 su iniziativa del daimyō Asano Tsunanaga, la struttura comprende anche uno spogliatoio e un ponte coperto per l’accesso al palco. Normalmente, durante una rappresentazione di Nō, degli tsubo (vasi grandi riempiti d'acqua) vengono posti sotto al pavimento al fine di migliorarne la qualità della risonanza, cosa impossibile per un palco costruito sull’acqua. Per sopperire a questo limite il pavimento è stato ideato in modo da funzionare come se fosse un grande tamburo. Il suono prodotto dal pavimento cambia al variare della marea. Altre foto nell'album fotografico Altri miei articoli su: PhotographyWord PhotographyWord 2.0
  13. Non mi sembra che D800 e D850 siano molto diverse dalla D700 ma un corpo macchina come quello della D3 lo trovo nelle successive D4/s/D5.
  14. Non ho una motivazione unica: può essere che mi interessi la tecnologia o semplicemente perché mi piace la macchina (com'è accaduto per la D3) o solo per upgrade che mi permetta di fare meglio quello che posso fare (come quando ho lasciato la D80).
  15. Si, non ne ho fatte altre, mi interessava di più mangiare....
  16. col budget che hanno probabilmente se lo possono permettere senza battere ciglio, ricordo ancora il costo a lancio di uno shuttle al cui confronto una d5 è la mancia al cameriere....
  17. io spererei in una cosa seria e non in una saponetta fatta tanto per dire ce l'abbiamo anche noi...
  18. Gli Yatai, piccoli stand mobili per la ristorazione, hanno origine nel periodo Edo, quando, al fine di contenere lo strapotere di certi daimyō (carica feudale più importante tra il XII secolo e il XIX secolo in Giappone, letteralmente "grande nome" 大名), il bakufu (governo militare dello shōgun) li obbligò per legge ad avere due residenze, una a Edo e l'altra negli han (i feudi da loro governati) natii e a trascorrere un anno nella capitale portando con sé tutta la corte, cosa che richiedeva un enorme impiego di denaro. E' proprio per dar da mangiare a samurai e servitori, che componevano la corte dei daimyō, durante i viaggi da e per Edo, che nacquero gli yatai. Diventati copertura del mercato nero nel secondo dopoguerra, gli yatai hanno subito l’ostilità del governo che, ritenendo di dover cancellare l’immagine che il mondo aveva del paese prima e durante il conflitto mondiale, ha emanato una serie di leggi volte alla loro estinzione, le quali ne hanno ridotto drasticamente il numero dopo le Olimpiadi di Tokyo del 1964. Oggi sopravvivono solo a Fukuoka (nelle zone di Tenjin e Nakasu) dove, con molta lungimiranza, si sono riuniti in cooperative, ma l’ultima legge emanata dal governo fa temere la loro completa sparizione entro il 2020. La legge, infatti, prevede che uno yatai possa essere ceduto solo in ambito familiare e debba costituire la principale fonte di reddito di chi lo gestisce e non essere un secondo lavoro. Se siete appassionati di animazione giapponese e vi è capitato di vederne rappresentati, non fatevi ingannare: varcati i confini della città di Fukuoka, in Giappone, gli yatai non ci sono più. Lo Yatai di Mami Chan Fin qui la storia degli yatai. Quello di Mami Chan lo abbiamo trovato leggendo un blog in inglese che lo consigliava. Il nome è dovuto alla proprietaria ed è indicato per gli stranieri in quanto, pur non parlandolo bene, Mami chan ha un menù in inglese in cui si può trovare una gran varietà di piatti che sembrerebbe impossibile per un baracchino così piccolo: dai ramen ai gyōza passando per yakisoba, onigiri, yakitori e quantaltro, ovviamente non possono mancare le bevante tipo birra o umeshu (naturalmente anche il sake, ma ad essere precisi sake è la denominazione generica delle bevande alcoliche per cui lo troviamo scritto anche sulla birra, conoscendo i kanji….). Ricordate però: quando ordinate attenti alla pronuncia o Mami Chan vi bacchetta.
  19. Avevo letto anche io l'articolo di repubblica, da quel che ho capito non era così difficile da smascherare.... mi pare che ci sia stata un po' di ingenuità da parte di chi dovrebbe verificare....oltretutto come fa uno a non avere copertura telefonica e a rispondere solo su whatsapp? bah....
  20. buono a sapersi..... appena posso lo uso! (alias quando arrivo a casa )
  21. Io ho preso un Manfrotto poco tempo fa piccolo e leggero, ma non so se si adatta a quello che serve a te e comunque se non ricordo male sfora il budget indicato
  22. Non so se ne abbia necessità ora, ma di certo prima o poi dovrà arrivarci dato che la tecnologia tende ad andare in quella direzione, di certo devono stare attenti per non rischiare di fare la fine di Nokia....
  23. Unica magari no, ma comunque dopo l'esplosione restò ben poco della città oltre al 'Genbaku Dome' (Cupola della bomba atomica) che si trovò ad essere vicinissimo al punto di esplosione dell'ordigno nucleare (gli americani avevano preso come riferimento per il lancio il ponte a T lì attaccato per cui la bomba gli è esplosa sopra o quasi).
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