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Gianni54

Nikonlander Veterano
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  1. Il 13 aprile è partita alle 8.30 dal piazzale Michelangelo a Firenze, la terza edizione del Circuito Stradale del Mugello, secondo appuntamento del Campionato Italiano Grandi Eventi 2024, che si snoda fra il capoluogo fiorentino, il Chianti e si conclude il 14 aprile all’Autodromo del Mugello, dopo aver percorso parte del circuito storico. Anche quest’anno ho scelto le strade del Chianti per vedere il passaggio dei sessanta equipaggi che si sono dati battaglia a suon di cronometro per accaparrarsi la vittoria, che ha premiato l’equipaggio Alberto e Federico Riboldi su Fiat 508C del 1937 della Franciacorta Motori (foto seguenti). Quest’anno mi sono appostato fra due curve che tagliano i boschi prima di arrivare al Castello di Albola (splendida fattoria nei pressi di Radda in Chianti), dove iniziano i meravigliosi vigneti del Chianti Classico. L’edizione di quest’anno a mio modesto parere, mi è sembrata un po’ più povera rispetto agli anni scorsi, nonostante la presenza dei migliori regolaristi a livello nazionale. Quello che è mancato è il contorno di auto dei “gentleman driver” che si iscrivono, ma poi fanno solo passerella, tuttavia è stato sempre un passaggio di auto interessante da vedere. Di seguito posto le foto delle vetture più significative, tutte scattate con una Nikon Z 8 ed il 24-120/4. Fiat 514S del 1930 – Fontanella Gian Mario/Covelli Annamaria – 6° classificati Fiat 514S del 1930 – Fontanella Gian Mario/Covelli Annamaria – 6° classificati Fiat 508C del 1938 – Passanante Mario/Molgora Alessandro – 2° classificati Lancia Ardea del 1941 – Moceri Giovanni/Dicembre Valeria - 4° classificati Lancia Ardea del 1941 – Moceri Giovanni/Dicembre Valeria - 4° classificati Lancia Lambda Spider Casaro del 1928 – Beccalossi Carlo/Marchionni Marzia Lancia Lambda Spider Casaro del 1928 – Beccalossi Carlo/Marchionni Marzia Lancia Lambda Spider Casaro del 1929 – Sisti Sergio/Gualandi Anna – 8° classificati Lancia Lambda Spider Casaro del 1929 – Sisti Sergio/Gualandi Anna – 8° classificati Bugatti T. 37 del 1929 – Miatto Roberto/Borchia David Bugatti T. 37 del 1929 – Miatto Roberto/Borchia David Fiat 508C del 1937 – Crugnola Roberto/Mentasti Annalisa 3° classificati Fiat 508C del 1937 – Crugnola Roberto/Mentasti Annalisa 3° classificati Fiat Balilla Spider Sport 508S “Coppa d’Oro” del 1933 auto già presente nel 2022 con un equipaggio femminile (Bussolati/Rotundo) e quest’anno, portata in gara da due maschietti di cui non si conoscono le generalità, in quanto non trasmesse negli elenchi forniti dall’organizzazione e neppure presenti fra i classificati. Fiat Balilla Spider Sport 508S “Coppa d’Oro” del 1933 Fiat 1100/103 del 1953 – Lui Luciano/Pizzi Paolo Alfa Romeo Giulietta Spider del 1957 – Soldo Giovanni/Messina Sabrina Morris Cooper S del 1968 – Pighi Giovanni/Cocca Anita Porsche 356 A Speedster del 1956 – Virdis Alessandro/Giordo Silvia Fiat 1300 del 1963 – Tattini Alberto/Sciolti Rossella Porsche 356 C del 1964 – Lambruschini Giorgio/Mancini Alessandro Innocenti Mini Cooper del 1973 – Converso Dario/Ameglio Federica Lancia Aurelia B20 GT del 1954 – Axel P. e Tatjana Assmus Lancia Lambda del 1928 – Massimo e Lapo Ermini – vincitore della Coppa Gentleman Fiat 508C del 1937 – Zanasi Massimo/Corneliani Corrado – 7° classificati BMW 328 del 1939 – John e Julie Herlihy BMW 328 del 1939 – John e Julie Herlihy Alfa Romeo 1900 CSS Touring del 1954 – Rogiers Raf/Reekmans Kurt Ford Anglia del 1962 – Aiello Alessandro/Buccioni Elisa Ferrari 250 Testa Rossa del 1958 – Paul e Olivier Schouwenburg Ferrari 250 Testa Rossa del 1958 – Paul e Olivier Schouwenburg Austin Healey 100/4 BN2 del 1956 – Chiarini Maurizio/Vancini Roberto Fiat 124 Sport Spider del 1972 – Paoli Stefano/Ricci Alessandro Fiat 124 Sport Spider del 1972 – Paoli Stefano/Ricci Alessandro Porsche 356C del 1964 – Ratti Michele/Lastrucci Gianpaolo Porsche 924 Turbo del 1983 – Notaras Polykarpos/Christopoulus Petros Ferrari 308 GTS del 1984 – Paolo e Francesco Prandini Steyr Puch 650 T del 1962 – Giacinti Roberto/Campatelli Serena Ferrari 208 GTS Turbo (1988) – Castello Aldo/Pascal Maria Teresa Di seguito ci sono le vetture nuove o seminuove che partecipano al "Tributo Circuito Stradale del Mugello". Porsche Carrera 4S del 1996 – Vania Parolaro e Ornella Pietropaolo – Vincitrici della Coppa delle Dame Ferrari 488 GTB del 2017 – Vergamini Fabio/Fabrizi Lisa – 2° classificati Ferrari 488 GTB del 2017 – Vergamini Fabio/Fabrizi Lisa – 2° classificati Ferrari 812 Superfast del 2018 – Mozzi Giordano/Giusti Marco – 1° classificati Ferrari 812 Superfast del 2018 – Mozzi Giordano/Giusti Marco – 1° classificati Porsche 911 Dakar del 2023 – Medaer Raf/Jans Anne-Mieke Ferrari F12 del 2013 – Eitel e Lorenzo Monaco – Vincitori della coppa Media del Tributo Ferrari 296 GTB del 2023 – Binder Frank/Van Zeujlen Bastaan – Primi fra gli equipaggi stranieri Ferrari 458 S del 2015 – Mancinelli Graziano/Barbieri Silvia Claudia Porsche 718 Spider del 2021 – Eichhorn Einz Jurgen/Wirth Michael Adesso non resta che attendere la prossima edizione della Mille Miglia Storica prevista per la metà di giugno, dove i partecipanti saranno molto più numerosi e con una notevole varietà di auto interessantissime.
  2. Possiedo la Z 7, confermo quanto scritto da M&M.
  3. no, da parte mia solo da puro appassionato
  4. Il costo minimo supera abbondantemente i due milioni, se non si desiderano personalizzazioni.
  5. Il costo nudo e crudo, senza personalizzazioni, è altissimo lo stesso.
  6. Io sono a posto con quello che possiedo, ma una Zs mi farebbe capitolare. Pura operazione nostalgia.
  7. E lo firma per eventuali futuri problemi, come viene firmato il diario di costruzione dell'auto in corrispondenza di ogni parte meccanica da tutti coloro che hanno partecipato alla costruzione di quella parte dell'auto. All'atto del tagliando e di eventuali riparazioni, partecipano coloro che hanno preso parte alla costruzione del veicolo, dopodiché ne certificano la conformità con le specifiche di fabbrica. E' un processo maniacale, ma giustificato dal costo delle auto.
  8. Non è una linea di montaggio, li si lavora su isole di costruzione e montaggio. Tutto si svolge in maniera assolutamente artigianale. La visita alla fabbrica è interessante, ma cercano di limitare alquanto le informazioni specie sul reparto compositi. La stanza dove sono allocati gli autoclave per la cottura dei materiali compositi si vede, ma da lontano e la sala dove assemblano i telai la possiamo osservare da una vetrata, perché è una stanza a tenuta di polvere. L'ambiente è più pulito di un ospedale.
  9. Non hanno pista di prova, utilizzano Imola ed il Nurburgring (vecchio tracciato). Pirelli è un fornitore ed un po’ di pubblicità non guasta sulle macchine da mostrare ai visitatori non acquirenti. L’adesivo compare anche sulla Zonda S, anche se stona parecchio su auto del genere. Nel quadrilatero resistono ancora dei veri gioielli in campo motoristico (Ferrari, Lamborghini, Pagani, Dallara e Ducati).
  10. È artigianato allo stato dell’arte, e la parola atelier, usata da loro non è sbagliata.
  11. Il 29 Marzo scorso ho beneficiato di una visita al Museo Horacio Pagani ed all’Atelier (la fabbrica), come lo chiama lui, dove si costruiscono auto da sogno, in un ambiente luminoso, bello, pulitissimo, proprio come una sartoria artigianale dove ti cuciono addosso un vestito, in questo caso, un’automobile. Auto uniche di nome e di fatto, costruite artigianalmente dalla più piccola vite in titanio, alla scocca di carbonio. Solo il motore, un 12 cilindri, turbo o aspirato viene prodotto su specifiche Pagani dalla AMG, il reparto sportivo della Mercedes Benz. La Pagani Automobili nasce 1998 e nel 1999 presenta al salone di Ginevra la Zonda C12. La vettura avrebbe dovuto avere tratti sensuali, combinando la sinuosità di una donna formosa con la linea aggressiva di un cacciabombardiere, l’espressione di velocità, tecnologia, esasperazione e ingegneria per eccellenza, prendendo come ispirazione stilistica le vetture di Le Mans di fine anni 80 inizio anni 90. La scelta del propulsore tenne conto del consiglio dell’amico Fangio che desiderava un Mercedes e Pagani, oltre a sposare l’idea del campione argentino, volle che fosse un V12. Motore che rappresenta la storia dell’automobilismo italiano. Naturalmente durante la visita all’Atelier è proibito fotografare, i cellulari vengono fatti riporre in armadietti sotto chiave, mentre è possibile fotografare nel museo. Le foto seguenti mostrano un po’ la storia recente del marchio e la sua evoluzione stilistica e tecnologica. Nel 1979 Pagani progettò una F.2. Il lavoro richiese un anno e si calcolò che vi fossero investite qualcosa come cinquemila ore di lavoro. La F2 Renault progettata da Pagani Nel 1998 nasce la Zonda. L’auto in mostra è il telaio n. 2 ed è detta “la Nonna”, un prototipo che ha fornito il terreno per lo sviluppo di tutte le auto prodotte fino ai giorni nostri. E’ stata il banco di prova per testare il motore V12 AMG M120, e tutte le soluzioni aerodinamiche e di materiali. Durante il suo sviluppo ha sempre mantenuto fede al concetto Leonardesco secondo cui Arte e Scienza possono camminare, mano nella mano. La vettura è stata restaurata e posta a riposo nel museo dopo aver percorso la bellezza di 550.000 Km. Zonda Zonda Zonda Il V12 a 60° M120, che equipaggerà anche i modelli successivi La Zonda S del 2000. Un anno dopo l’esordio della C12, venne presentata la Zonda S, che sfoderava un poderoso motore V12 60° AMG M120 sette litri con 555 CV di potenza per un peso complessivo di Kg. 1280. La vettura, oltre al propulsore potenziato, presentava una vasta serie di migliorie tecniche e fu la prima auto stradale realizzata completamente in fibra di carbonio a vista. Zonda S Zonda S Zonda S Zonda S La Zonda F del 2005 dedicata a Juan Manuel Fangio. La F è una sorta di antologia filosofica delle idee di due persone sensibili che hanno elaborato concetti semplici e pratici. La vettura tecnicamente è un pezzo unico fatto di carbonio, leghe di alluminio, titanio, avional, cromo-molibdeno, pelli selezionate. Alcuni di questi materiali sono lavorati utilizzando la migliore tecnologia, per altri la migliore mano d’opera. Monta un propulsore V12 60° AMG M120 sette litri ancora più evoluto con 602 CV per un peso cpl. di Kg. 1230. Zonda F Zonda F Zonda F La Zonda Cinque Roadster del 2010. La vettura è la prima auto stradale ad essere costruita con una nuova generazione di struttura ultra rinforzata in fibre composite di carbonio mescolato al titanio, ancora più leggera, resistente ed aerodinamica. Il motore V12 60° AMG M120 sette litri eroga 678 CV, abbinato ad un cambio sequenziale a 6 rapporti per un peso cpl. di Kg. 1210. Zonda Cinque Roadster Zonda Cinque Roadster Zonda Cinque Roadster Zonda Cinque Roadster La Zonda R telaio n. 007 del 2009 - Nel 2006 Pagani iniziò a progettare una vettura estrema, basata sulla Zonda F e destinata all’uso in pista. Corsaiola di carattere, sfoggia comunque finiture degne di un grande “orologio” ricco di 3270 componenti nuovi tra cui il telaio in carbo-titanio, i bulloni in ergal e titanio, le barre anti sfondamento, l’impianto di estinzione, i sedili omologati FIA e conformi allo standard HANS e il cambio robotizzato in magnesio XTRAC a 6 marce, con velocità di cambiata di 20 ms. Il motore V12 60° AMG M120 sette litri eroga 750 CV, per un peso cpl. di Kg. 1070. Zonda R Zonda R Zonda R Zonda R Zonda R Nel 2011 nasce la Huayra dall’esperienza accumulata attraverso la realizzazione della famiglia Zonda si riflette negli otto anni di studi e perfezionamenti, alla continua ricerca delle migliori soluzioni tecniche, come il telaio in carbo/titanio. La nuova monoscocca centrale sulla Huayra è un design completamente nuovo realizzato appunto in carbo/titanio. Il serbatoio del carburante si trova integrato nella zona più protetta della monoscocca, alle spalle del pilota, rinforzata dalla cellula di sicurezza in differenti compositi balistici. I controtelai Cromo/Molibdeno anteriori e posteriori offrono un eccezionale rapporto rigidità-peso, per permettere alle sospensioni di lavorare al meglio. Per la prima volta su una vettura stradale viene applicato un sistema di aerodinamica attiva. La vettura è spinta da un nuovo motore AMG M158 V12 a 60° biturbo, capace di sprigionare una potenza di 730 CV, per un peso cpl di Kg. 1350. Huayra Huayra Huayra Il nuovo motore AMG M158 V12 a 60° biturbo I vari modelli studio per arrivare alla Huayra definitiva La Zonda HP Barchetta del 2017 è una creazione, haute couture dell’arte automobilistica, presentata al Concorso d'Eleganza di Pebble Beach del 2017 come regalo al fondatore dell'azienda, Horacio Pagani, per il suo 60° compleanno e per commemorare il 18° anniversario della Zonda. La vettura, presenta una tecnologia di ultima generazione ed è alimentata da un motore a 12 cilindri di 7,3 litri, è capace di generare 789 CV con una coppia di 850Nm, sviluppato da Mercedes AMG esclusivamente per Pagani, che promette un suono ancora più distintivo. I materiali utilizzati, derivati dalla continua evoluzione tecnologica di Pagani Automobili, permettono una sensibile riduzione del peso (cpl Kg. 1250) e prestazioni eccezionali. Zonda HP Barchetta Zonda HP Barchetta Zonda HP Barchetta Zonda HP Barchetta La Zonda HP Barchetta REVO del 2022 è un esemplare unico e rappresenta il connubio fra la Zonda HP Barchetta e la Zonda Revoluciòn. Monta un motore V12 60° aspirato AMG M120 che eroga 800 CV e 750Nm di coppia e con un sound emozionante, fornito dagli scarichi in titanio rivestiti in ceramica. Nonostante sia una vettura da pista, niente è lasciato al caso ed anche il più piccolo dettaglio è curato maniacalmente, come i componenti in alluminio anodizzato blu ricavato dal pieno. Zonda HP Barchetta REVO Zonda HP Barchetta REVO Zonda HP Barchetta REVO Zonda HP Barchetta REVO Zonda HP Barchetta REVO Nel 2022 nasce la Huayra Codalunga - Nel 2018, due collezionisti Pagani chiesero a Horacio ed al Pagani Special Projects di realizzare una vettura codalunga, un progetto speciale e su misura. L’idea era una Hypercar elegante, semplice e pulita nel design, un modello da esporre ai concorsi d’eleganza internazionali proprio come un’opera d’arte. Una prova sfidante per il team che concettualmente è partito dalla Huayra Coupé e ha cominciato a togliere e levigare la carrozzeria per renderla del tutto curvilinea, rimuovendo ogni appendice aerodinamica e dettaglio aggiuntivo. Sotto il cofano posteriore di oltre 3,5 mq, più lungo di 360 mm rispetto alla coupé, si cela un V12 AMG capace di sviluppare 840 Cv ed 1.100 Nm coppia dai 2000 ai 5600 rpm. Il cambio è sequenziale trasversale a sette rapporti, con differenziale a controllo elettronico ed albero di trasmissione sviluppato dal mondo racing. Il gruppo volano-frizione è costituito da frizione a triplo disco, più leggera e con minore inerzia. Equipaggiata con lo stato dell’arte dei sistemi materiali compositi avanzati, Codalunga raggiunge il peso piuma di 1.280 kg a secco. Huayra Codalunga Huayra Codalunga Huayra Codalunga Huayra Codalunga Huayra Codalunga Huayra Codalunga - Particolare dell'interno Huayra Codalunga Nel 2022 nasce “Utopia”. Horacio Pagani aveva le idee chiare su che cosa dovesse rappresentare, ma preferì chiedere ai suoi migliori clienti, a coloro che attendono con entusiasmo ogni sua creazione, di esprimere i propri desideri. Avevano già automobili dalle prestazioni straordinarie, che cosa mancava ancora? Due le parole che ritornano nelle loro risposte: semplicità e piacere di guida. Allora ecco che lo sviluppo del nuovo progetto C10 va in controtendenza rispetto ai trend del momento. Niente alimentazione ibrida, niente batterie pesanti, solo un esuberante motore V12 AMG biturbo di 6.0 litri che eroga 864 CV e una coppia di 1100Nm. Nessun sistema a doppia frizione, solo un puro cambio manuale o sequenziale XTRAC a sette rapporti. Tutto questo per offrire un’auto che mette al centro il guidatore, una hypercar che risponde al meglio a ogni sua azione creando una perfetta sintonia tra uomo e macchina, una ricerca che si trasforma in puro piacere di guida, un’esperienza “classica” definita in modo nuovo. La Utopia è stata costruita intorno a una nuova monoscocca realizzata in Carbo-Titanio HP62 G2 e Carbo-Triax HP62 con rollbar integrato a scomparsa. Alla monoscocca sono collegati i telaietti anteriori e posteriori in lega di acciaio al cromo/molibdeno e la rigidità torsionale è cresciuta del 10,5% rispetto alla Huayra. Pure le portiere si aprono verso l'alto e in avanti e non ad ala di gabbiano come la stradale precedente. Una soluzione che era stata anticipata dalla Huayra R. Un ulteriore spunto d'interesse della Utopia risiede nei due elementi superiori dell'ala posteriore: i profili, attivi e indipendenti l'uno dall'altro, lavorano di concerto con le sospensioni semi-attive per offrire le massime prestazioni nella guida dinamica. Il tutto racchiuso in un peso cpl. di 1.280Kg. Le foto seguenti sono state riprese dal portale “Quattroruote” in quanto la Pagani Utopia, vettura attualmente in produzione, non era presente nel museo e neppure nello Show room. Abbiamo potute vedere l’auto solo nell’Atelier in fase di costruzione, senza poterla fotografare. Utopia Utopia Utopia Alcuni particolari distintivi del marchio Anche il telaio di questo banco ottico è un progetto Pagani Le notizie sopra riportate sono state tratte dai pannelli appesi nel museo riguardanti la storia del marchio, dalle didascalie nei pressi delle auto che illustrano e dal sito ufficiale della Pagani. Le foto sono state eseguite con Nikon Z 8 e 24-120/4 tranne quelle relative alla Pagani Utopia riprese dal sito ufficiale di Quattroruote.
  12. 1 - n. 12 di Salvetti - Mi ripeto, le sue foto ai fiori sono una poesia di colori e sfumature che fanno risaltare il soggetto. 2 - n. 36 di Biggio - Se la gioca con Salvetti, ha preso la "pole" per un decimo. 3 - n. 23 di Sgambi - per il dinamismo e per aver colto il momento giusto.
  13. Confermo, da stamani il sito è nuovamente raggiungibile.
  14. Il 17 marzo scorso assieme ad un amico (purtroppo non Nikonista), siamo andati a fotografare la corsa del “Treno del Sale”. Treno storico con partenza da Pisa ed arrivo presso la stazione di Saline di Volterra, dove era prevista una visita guidata e riservata ai soli viaggiatori del treno (oltre 490 persone) alle cave di salgemma. Le prime foto sono state fatte presso la stazione di Riparbella, dove era presente un’area di ristoro e una modesta esposizione di mezzi d’epoca. Altre immagini sono state effettuate in un tratto rettilineo prima dell’arrivo alla Stazione di Saline di Volterra. Il convoglio era trainato con una meravigliosa locomotiva 640-003 del 1907 invertita, al tempo destinata alla trazione dei treni viaggiatori veloci. Dopodiché, non potendo entrare nelle cave di salgemma, ci siamo diretti verso il suggestivo Comune di Peccioli (provincia di Pisa) dove si trovano quattro maestose sculture, alte da 5 a 9 metri, realizzate in polistirene, poliuretano espanso e rivestite di fibre di cemento resistente agli agenti esterni. Sono i Giganti di Peccioli, enormi strutture umanoidi realizzate dal gruppo “Naturaliter” nel 2011 e che simboleggiano la rinascita dai rifiuti. Due dei quattro giganti sono stati inseriti all’interno del Triangolo Verde in località Legoli (impianto di smaltimento rifiuti), trasformando un luogo associato alla distruzione in un’icona di rinascita. Le gigantesche sculture, raffiguranti figure umane note come “Presenze”, non solo decorano l’impianto, ma simboleggiano anche la trasformazione del luogo. . Il Triangolo Verde è un’area che va ben oltre la semplice definizione di discarica, tanto che viene definita un impianto di interramento controllato. Gestita con attenzione dall’azienda Belvedere SPA. Questa struttura si distingue per il suo approccio innovativo all’ambiente e alla sostenibilità. Infatti è una delle discariche più grandi della Toscana ed un avveniristico impianto di smaltimento e trattamento dei rifiuti che produce utili e non emana cattivi odori. Il “sistema” Peccioli, smaltendo, trattando e riciclando rifiuti è riuscito addirittura a ricavarne cultura. Questo luogo però non è soltanto un sito di smaltimento, è molto di più. Oggi, questa area si è trasformata in un vero e proprio centro polifunzionale, dove la creazione di energia pulita costituisce solo una parte del suo impatto positivo. Qui si tengono congressi, sfilate di moda, concerti all’interno di un anfiteatro incantevole e tanto altro ancora. . Un’altra statua è situata presso l’anfiteatro Fonte Mazzola, pensato come un teatro greco antico che ospita duemila persone, immerso nel verde delle colline circostanti. L’ultima statua è posta sul tetto di un edificio che ospita l’”Incubatore di Imprese”, lungo la strada provinciale “La Fila”, struttura che accoglie le aziende che puntano all'innovazione tecnologica, nonché uffici e servizi legati all'attività di laboratori di ricerca. La gestione è affidata in convenzione alla società di gestione dei rifiuti anzidetta Belvedere S.p.A.. Peccioli, comunque, non è solo conosciuto per i Giganti, ma anche per la bellezza del borgo, le opere che lo caratterizzano e la buona cucina. Ma questa è storia per un altro articolo. Tutte le immagini sono state scattate con una Nikon Z 8 con il 24-120/4 ed il 70-200/2,8 solo per quelle con il treno ripreso nel rettilineo prima della stazione di saline di Volterra.
  15. 4 - Tramonto sull'Arno - Foto del 7/03/2024 - Z 8 - 24-120/4 a 24mm - f. 5 - T. 1/160 - Iso 280 5 - Il Treno del sale - in transito verso la stazione di Saline di Volterra - Foto del 17/03/2024 - Z 8 70-200/2,8 a 70mm - f. 5,6 - t. 1/200 - Iso 80 6 - I Giganti di Peccioli - Foto del 17/03/2024 - Z 8 - 24-120/4 - a 24 - f. 5.6 - t. 1/1000 - Iso 200
  16. Al 1° posto il n. 3 Mauro – Foto di pregevole fattura, specie la 3.1 e la 3.2 Al 2° posto il n. 20 Dario Fava – Soggetto, colore e sensualità, che si ritrovano in particolare nella 20.2 e 20.3 Al 3° posto il n. 6 Alberto Salvietti – Le sue foto di natura, fiori o animaletti, sono allo stato dell’arte
  17. Preferenze: la n. 2 di Castorino - Il fascino della nebbia e la composizione, riflessi compresi la n. 29 di Salvietti - mi ripeto, ma i suoi fiori sono poesia, più belli in foto che dal vero la n. 6 di Zampieron - un classico ma colto nel momento giusto
  18. Il 2023 non mi ha regalato la/le foto dell’anno e per ovviare a questa mancanza ho deciso di dedicare le tre foto del contest alla memoria dell’ingegner CARLO CHITI nel 30° anniversario della sua scomparsa. Pistoiese di nascita si laureò in ingegneria aeronautica all’Università di Pisa e fino dal 1952 entro a far parte dei progettisti del reparto corse dell’Alfa Romeo. Nel 1957 Enzo Ferrari lo chiamò a Maranello e vi rimase fino al 1961, dove creò auto da sogno e vincenti. Dopo la breve avventura con l’ATS, nel 1966 tornò in Alfa Romeo dove divenne Direttore Generale del reparto corse. Nel frattempo aveva fondato con altri soci l’AUTODELTA che divenne il nome della Scuderia Alfa Romeo e di cui la Giulia Sprint GTA fu il primo fiore all’occhiello, seguito da altre auto da competizione da sogno, fino al 1985. In questa sede lo ricordo con due immagini dell’Alfa Romeo Giulia GTA ed una della 33tt12 riprese in occasione della Mostra dell’Auto e Moto d’Epoca tenutasi a Bologna nell’ottobre 2023. 7.1 Alfa Romeo Giulia Sprint GTA e sullo sfondo Carlo Chiti il fondatore dell'Autodelta - Z 7 - 24-120/4 a 29mm - f. 5.6 - t. 1/80 -Iso 1250 - 26/10/2023 7.2 Alfa Romeo Giulia Sprint GTA, una delle tante evoluzioni - Z 7 - 24-120/4 a 87mm - f. 5.6 - t. 1/80 -Iso 450 - 26/10/2023 7.3 Alfa Romeo 33tt12 - Z 7 - 24-120/4 a 31,5mm - f. 5.6 - t. 1/80 -Iso 1000 - 26/10/2023
  19. 10 Riflessi - Z 8 24-120/4 - a 24mm - f.5.6 - t. 1/100 - Iso 100 Loc. Bargino - Cantina Antinori
  20. 8 Riflessi - Z 8 24-120/4 - a 24mm - f.5.6 - t. 1/125 - Iso 220 Loc. Bargino - Cantina Antinori
  21. La mia preferita è la n. 36 di Alberto Salvetti. Le sue foto ai fiori sono poesia pura.
  22. Nel 2024 spero di potermi dedicare dal prossimo 24 marzo a fotografare le corse dei “Treni Natura”. Treni storici che attraversano le Crete Senesi e la Val d’Orcia in occasione di feste e sagre locali. Al momento sono previsti sette eventi fino ai primi di giugno. Con la speranza che tali convogli tornino a viaggiare anche in altre zone della Toscana (Mugello, Garfagnana, ecc.) e magari cogliere pure il passaggio del bellissimo ETR “Arlecchino”. Inoltre, mi auguro di poter seguire i transiti del Circuito del Mugello Storico, delle Mille Miglia Storica e del Gran Premio Nuvolari, che tutti gli anni (da Aprile a Settembre) omaggiano con i loro passaggi il variegato paesaggio Toscano. Spero, anche di concedermi alcuni eventi statici come il Salone delle Auto e Moto d’Epoca a Bologna e, se alcune congiunzioni astrali si avvereranno, iI Concorso di eleganza Villa d’Este a Cernobbio e, siccome sarei in zona, una visita al museo dell’Alfa Romeo a Milano. Comunque, tra un evento e un altro non mancherò di fotografare qualche alba, qualche tramonto e se la stagione metereologica sarà clemente con la natura, un’altra fioritura a Castelluccio di Norcia. Quest’ultima, è più una speranza che altro, perché l’ultima veramente bella, fotograficamente parlando, risale al 2020. Per quanto riguarda il materiale, al momento sono a posto così, ma “mai dire mai”, le voglie nascono all’improvviso e sono deflagranti. Alla fin fine, sono le solite cose che faccio tutti gli anni, ma io sono contento così.
  23. La n. 24 di Alberto Salvetti Per la composizione e l'atmosfera che ha saputo creare attorno al fiore
  24. 10 Un omaggio, anche se già visto, ad una delle più belle città d'Italia - SIENA Il Palazzo Pubblico visto dalla Costarella dei Barbieri - (Z 8 - 14-30/4 a 18 mm - f. 5.6 - T. 1/60 - Iso 64) Una finestra particolare, ripresa da Via De Rossi nella Nobile Contrada del Bruco - (Z 8 - 24-120/4 - f. 5.6 - 1/60 - Iso 560) C'è chi in giardino mette i nani e chi un tetro saio Francescano. Cortile adiacente alla Basilica di San Francesco - Z 8 - 24-120/4 a 99mm - f. 5.6 - 1/60 - Iso 720)
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