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Nikonlander Esagerato

Nikonlander Esagerato (6/6)

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Reputazione Forum

  1. No, non parlo del gruppo rock americano guidato da quel visionario sconvolto di David Byrne, parlo di quegli Youtuber che si mettono li, davanti alla videocamera, con il loro bel microfonone d'effetto e poi ... ... parlano, parlano, parlano, parlano per mezz'ora ininterrottamente raccontandovi le loro verità incontrovertibili senza mostrare nulla di quanto stanno parlando. E' una moda, un vezzo, uno stile ... ma io lo detesto ! Apprezzerei un pò di sintesi. E, se l'argomento è interessante, uno scritto, articolato ma leggibile in qualche minuto, senza la necessità di sorbirsi un lungo video monotono, sperando che alla fine ti resti in testa qualcosa. E voi ? Metto un caso scelto a caso. 34 minuti di monologo ma ne avrei potuti trovare altri 100.000, in tutte le lingue, dal tedesco al pashtun. [non ho niente contro il discografico del video che conosco ed ho incontrato più volte di persona].
  2. A riprova del pensiero esposto in questo editoriale, oramai vecchiotto (agosto 2019), e a dispetto del fatto che solo grazie al Nikon Z Mount abbiamo potuto avere (anche noi nikonisti) cosine come l'85/1.2 e il 50/1.2 (per tacere del 58/0.95), è sempre grazie al nuovo attacco e all'integrazione obiettivo Z, corpo macchina Z, che oggetti come il nuovo super-zumone : si confermano oggetti tutt'altro che disprezzabili, nonostante stiano in bassa nella scala Richter dei migliori Nikkor Z. Cambieremo molti corpi Z ancora ma difficilmente ci priveremo degli obiettivi che abbiamo potuto amare.
  3. M&M

    Mettete un Like ! Che vi costa ?

    Aggiungerei, che è lo stesso, ogni tanto, frugate tra gli articoli del sito, quelli più vecchi. Certamente qualche cosa vi sarà sfuggitacit. Leggetela, magari commentatela e se non avete nulla da aggiungere, almeno lasciate un like per ringraziare chi l'ha scritta
  4. Basta guardare lo schema ottico per essere sicuri che non c’è possibilità meccanica di montare duplicatori.
  5. So fragile, so blue. Bill Shatner. Solo per i fans
  6. Con questo stai confermando che la qualità delle immagini ti sembra adeguata ? Perché io, quando sono soddisfatto dalle portate, in un ristorante, non mi pongo il problema se sia merito del cuoco, della cucina o degli ingredienti : dico che buono !
  7. Sarebbe da pazzi solo comprarlo e poi non avere l’occasione di usarlo Per il resto andrà bene con tutto (se c’è il sole)
  8. Anche io vendo il mio, Nital, perfetto con imballo etc., in sostituzione con il 28-400. Se qualcuno fosse interessato, spedisco a spese mie con SDA. Pagamento via Paypal "amici".
  9. Per la ragione opposta, il mio 24-200 non ha più motivo di rimanere "in batteria" The Long Tom is always better
  10. Benjiamin Britten : concerto per violino e orchestra Reveille Suite per violino e pianoforte, op. 6 due pezzi per violino, viola e pianoforte (prima registrazione mondiale) Isabelle Faust, violino Alexander Melnikov, pianoforte Boris Faust, viola BR Klassik (harmonia mundi), 12 aprile 2024, formato 96/24, via Qobuz *** Il concerto è una registrazione dal vivo da Monaco di Baviera, sede dell'orchestra della Bayerischen Rundfunks, del 28-29 ottobre 2021. Due parole sulle composizioni di questo programma, metà dal vivo e metà in studio (Berlino, agosto 2022). Il concerto, celeberrimo, pensato sul finire del 1938 e già del tutto abbozzato nel 1939 durante il viaggio di Britten in America. Orchestrato in settembre, durante l'invasione della Polonia, presentato in anteprima mondiale a New York il 29 marzo 1940 con il violinista spagnolo Antonio Brosa - dedicatario del concerto - e Sir John Barbirolli alla guida della NY Phil. Rivisto moderatamente negli anni '50, ha la classica forma in tre movimenti che però non hanno nulla in comune con il concerto classico/romantico. Tolte le reminiscenze beethoveniane degli echi dei timpani iniziali, la forma è contemporanea, simile al concerto per viola di Walton [1923], e al primo di Shostakovich [1948] (che a sua volta deve molto al primo di Prokofiev, 1923). Britten in età matura confessò che avrebbe potuto scrivere pagine molto più complesse di quelle che consegnò alla storia ma desiderava che potesse essere ascoltata con piacere dalla maggior parte degli appassionati di musica. E per fortuna, perché molta della sua musica è ostica, difficile, da eseguire ed ascoltare. Ma è di una raffinatezza e di un gusto straordinari. Prendiamo questo concerto che presenta difficoltà per l'esecutore elevatissime, al limite fisico in determinati passaggi, con un confronto solista->orchestra a tratti tesissimo, cambi di ritmo improvvisi, asperità e dolcezze che si susseguono senza apparente respiro. Momenti realmente "feroci" sebbene definiti come "animati" nel manoscritto, colori caldi, settembrini, opposti a tonalità invernali. Forse comuni, in parte, alle seguente Sinfonia da Requiem (1940), pensata sulle impressioni della guerra in atto ma ispirata ai macelli di quella precedente. Tutta un'altra faccenda il "Risveglio" [Reveille], "for Toni Brosa" del 1937 che segue il concerto. Probabilmente perché l'amico Toni non era solito alzarsi presto al mattino, e Beniamino gli indicava nella partitura, in italiano, "Andante - rubato e pigro". Nella realtà alla morbidezza del risveglio fa subito largo un incalzare ostinato e continuo di figure rapide e altamente virtuosistiche del violinista. Che doveva essere già ben sveglio in quel momento ! I due brani finali, di rarissima esecuzione e qui registrati per la prima volta, sono opere giovanili dello studente sedicenne e con l'influenza del maestro Frank Bridge, violista appassionato. La suite invece, anche essa giovanile (1936) ha influenze che vengono da linguaggi moderni differenti. Possiamo richiamare sia Berg che Stravinsky ma ci sono anche influenze francese (sia Ravel che Debussy). Pur scritta a soli 21 anni, è un'opera colta, complessa, matura, strutturata e con tutti i connotati del Britten di successo. Anzi, se vogliamo, più pura di alcune, elaborate e faticose partiture del dopo guerra. I due strumenti giocano e dialogano prendendosi anzi, guadagnandosi, ognuno il suo proprio spazio. *** Ma veniamo al disco. Il concerto di Britten è uno dei miei preferiti e lo conosco profondamente. Credo che sia tra le pagine di riferimento per la letteratura di quello strumento, non solo per il XX secolo. Britten, a mio parere, richiede un preciso equilibrio tra razionalità astratta e passione viscerale. L'eleganza di Isabelle Fausta ci va a nozze ma nei momenti più estremi sembra che la celebralità un pò tutta teutonica la porti a frenare gli eccessi. Ne viene un pò attutita la forza esagerata che, nella esecuzione dal vivo, Janine Jansen con Paavo Jarvi mi coinvolge letteralmente. Per Isabelle sembra più una cosa di tutti i giorni (ma non l'ho potuta vedere dal vivo, quindi non lo posso dire). Il che non significa che la sua esecuzione non sia esemplare, come lo è sempre in assoluto in tutte le sue performance. Vorrei un pizzico in più di calore e di passione. Bellissimo il Reveille, che segue alla lettera le indicazioni dell'autore. Sensazionale invece la Suite, con Melnikov che conferma l'intesa perfetta con la sua compagna di tante performance. Dei due pezzi finali sono resi, con trasporto puramente viennese [seconda scuola], con echi di Hindemith e di Reger, insomma, un viaggio mitteleuropeo, il primo. Parigino e raveliano il secondo, con il violino petulante che evita di sovrastare la lamentosa viola (qui suonata dal fratello Boris Faust, non nuovo ad incisioni con Isabelle). Il disco si chiude con un'atmosfera di sogno (con tinte da incubo notturno) [con molto moto] che si contrappongono ai toni olimpici del [Moderato con moto] del primo movimento del concerto. La registrazione è magistrale, il tono del violino è chiaramente distinguibile (so che Isabelle ha suonato lo Stradivari Bella Addormentata del 1704, mi sembra quello ma nel disco non è indicato). Nel complesso un disco bellissimo che rende giustizia ad un compositore complesso ma straordinario, con musicisti assolutamente eccellenti (lo stesso direttore Hrusa è tra i più promettenti della sua generazione, sull'orchestra non c'è molto da aggiungere, è tra le migliori al mondo).
  11. E perché mai ? Aveva fatto il suo tempo già nel 2003 ! Tranne che, come per il 58mm, a te non piacciano proprio gli obiettivi che non mettono a fuoco mai, tranne nelle notti di plenilunio che cadono il 29 di febbraio.
  12. E' Bella a prescindere dal gergo, dalla lingua, dall'obiettivo, da tutto
  13. Rimandato al 2025, come c'era da immaginare...
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