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Blog Entries pubblicato da M&M

  1. M&M

    Recensioni : Musica da Camera
    Igor Stravinsky (Suite da Pulcinella per violino e pianoforte, arrangiamento di Strawinsky/Dushkin)
    Mario Castelnuovo-Tedesco (ballata op. 107, fantasie su arie operistiche, "Rosina", "Figaro", "Violetta")
    Ottorino Respighi (sonata per violino e pianoforte in si minore)
    Francesca Dego, violino, Francesca Leonardi, pianoforte
    Deutsche Grammophon 2018, formato 96/24
    ***
    Le due "debuttanti" italiane firmano uno dei più bei dischi di musica cameristica dell'anno.
    Ammetto di avere qualche riserva sulla giovane Dego nelle performance a violino solo, ma in questo disco l'intesa con la collega Leonardi è perfetta.
    Come è perfetta la scelta del repertorio, cui purtroppo qualche strano personaggio del marketing ha voluto dare un titolo programmatico che non ha alcun senso.
    I brani contenuti nel disco sono più o meno contemporanei (Respighi 1917, Castelnuovo-Tedesco 1940, in mezzo sta Strawinsky, 1933) ma il legame tra Pulcinella di Stravinsky (e le sue radici vagamente legate a Pergolesi) e la bellissima sonata di Respighi io non lo vedo.
    Forse di più nei confronti delle fantasie operistiche di Castelnuovo-Tedesco ma non importa.
    Resta la qualità della musica proposta dalle due interpreti, di grande coerenza ed intensità.
    Il disco vivo anche solamente della sonata di Ottorino Respighi, una brano molto lucido e possente, pienamente tardoromantico senza nulla a che vedere con fontane e pini romani ma la qualità è molto omogenea, Frutto di intesa e in un certo senso di complicità tra le interpreti.
    Bel disco davvero !


  2. M&M
    Per anni ci hanno scassato la m...a con l'ibrido a benzina (e in alcuni casi a gasolio) come l'arma finale per la mobilità di ieri, oggi e domani.
    L'uovo di colombo (o di tortora) in grado di permettere di andare in elettrico in città per fottere il parcheggio agli altri o non pagare il pedaggio in ZTL (o attraversare la ZTL nelle città che ne vietano la circolazione alle auto a motore a combustibile fossile).
    https://www.formulapassion.it/automoto/mondoauto/plug-in-hybrid-non-e-piu-green-il-phev-inquina-troppo-559747.html

    Hanno profuso incentivi "ecologici" per spingerne la vendita, visto il divario di costo elevato rispetto ad un'auto tradizionale.
    Ci hanno riempito gli occhi di pubblicità con ragazze vestite di tinte color cielo che - senza averne probabilmente il budget - scelgono l'ibrido plugin per andare a divertirsi con le amiche in improbabili centri cittadini iperavveniristici irti di grattacieli e pieni di strade del tutto deserte.

    Ma specialmente con grafici di consumi impossibili da realizzare "a benzina", tipo 50 grammi di CO2 per km, su cui sono stati calcolati gli incentivi statali da 3-4000 euro.
    E adesso invece dietrofront.
    L'Europa si avvia a togliere gli incentivi "ecologici" alle ibride plugin perchè si è scoperto che quella spina ... è una spina nel fianco degli automobilistici. Che di fatto comprano queste auto per aggirare i divieti ma poi nemmeno le attaccano alla presa.
    Ritrovandosi così con automobili a benzina,  con 400 chilogrammi di inutile zavorra sul groppone da scarrozzarsi per strada al posto del pieno carico di passeggeri e bagagliaio.
    Così i listini si sono riempiti di veicoli con potenze apparentemente esagerate che poi non hanno la ripresa di una 500 1.2 da 60 CV. E che costano 50-60.000 euro ma consumano ed inquinano come auto sportive (che intanto stanno invece sparendo dal listino perchè la gente le associa a sporco ed inquinante).
    Per tacere del semplice ciclo produttivo e di smaltimento, molto più oneroso in termini "ecologici" della produzione di auto a benzina.
    Adesso si vaticina dell'elettrico puro, per cui non esistono né abbastanza colonnine di ricarica né impianti di produzione di batterie realmente "ecologiche" nel nostro continente (come del resto anche di vaccini, di semiconduttori e di qualsiasi altro materiale strategico attuale, trasferito fabbriche e tecnologia off-shore per convenienza di produzione), né la capacità di erogazione di picco che richiederebbe una flotta di un centinaio di milioni di auto a batteria (anche esse pesanti 3 o 4 quintali più di un'auto a benzina).
    Ah, poi c'è l'idrogeno che sul piano pratico va bene per autobus e camion, perchè un 'auto ad idrogeno con caratteristiche base per ora costerebbe tipo 80.000 euro e ti costringerebbe a fare una corsetta fino a Bolzano per fare il pieno.
    W l'ecologia e l'ibrido fiscale.
  3. M&M
    Da ragazzo suonavo e disegnavo. Guardavo mia madre dipingere e una volta l'ho anche aiutata a finire un quadro ad olio.
    Ma dovevo disegnare solo creature viventi. Non sono mai stato portato per il paesaggio o per la natura morta, salvo che per esercitarmi nella luce o nel chiaroscuro.
    Quando ho comprato la mia prima fotocamera, trentasetteanni fa, sapevo già che avrei un giorno fotografato solo o quasi esclusivamente le persone.
    I primi tentativi sono stati un fallimento ma più per carenze tecniche che per motivazioni. E come per tante altre cose ho dovuto accantonare quel desiderio per un pò. Un pò. Un pò Finchè è arrivato il momento in cui tecnica, apparecchiature e disponibilità sia economiche che di soggetti ben disposti, me lo hanno permesso.
    Già ma perchè ? Lungi dall'avere velleità scientifiche o antropologiche, mi attirano le creature viventi ma in particolare le persone. Ancora più in particolare le donne.
    La questione è di natura non solo estetica ma specialmente espressiva. Credo che si veda nelle mie foto che spessissimo si avvicinano a stilemi cinematografici.
    Che non vogliono raccontare una storia, non mi interessa che gli altri sappiano i fatti miei o delle donne che fotografo ma io devo fermare in un fotogramma tra diecimila l'anima e il carattere della donna che fotografo.
    O almeno l'idea che ho io di lei. Quando penso che ne valga lo sforzo ovviamente.
    Infatti non  sono interessato a donne qualsiasi, mi esalto solo con quelle che più si avvicinano ad un dato modello.
    Quali ?
    L'ho scoperto una trentina di anni fa quando stavo smettendo di fotografare per mancanza di soggetti.
    Ci sono stati due episodi visuali che mi hanno influenzato (esattamente come l'ascoltare per la prima volta un grand'organo nel pieno dei suoi registri mi ha segnato per sempre l'animo. Nulla è come un organo a canne, per me ...). Più o meno nella stessa epoca, a metà degli anni '70.
    Ovvero molto ma molto tempo prima che capissi che una fotocamera poteva avere uno scopo anche oltre le feste di compleanno o le vacanze al mare.
    La trasmissione di quel film, che per l'epoca mi parve assurdo, Blow Up di Antonioni. E Vanessa Redgrave. 
    Vanessa potrebbe essere benissimo - per età - mia madre. Delle sue figlie, la più grande avrebbe la mia età se fosse ancora viva, la più piccola, due anni meno di me (Dio quanto la adoro !).
    Ma non c'è proprio niente di edipico in questo, per nulla.
    Modella professionista già affermata, eppure attrice di grandissimo livello (una rarità per le tante modelle che hanno tentato il passo). In Blow Up appare in topless con una naturalezza che all'epoca mi ha colpito. Anche per il contrasto con le altre attrici che nello stesso film si vedono nude ma al confronto, volgari e senza una briciola del suo fascino naturale.
     
    quel film tratta di fotografia e dell'importanza dell'immagine nella società del suo tempo (la mitica Swinging London). E Vanessa compare oltre che dal vivo in tante fotografie.
    Ma non è bastato questo.
    Ci è voluta anche la comparsa di uno straordinario ritratto di Vanessa da parte di Victor Skrebneski a darmi l'imprinting.

    Vanessa Redgrave di Victor Skrebneski
    Victor Skrebneski, classe ... di mio padre, è morto il mese scorso. Notizia trascurata dai media occupati con il Covid19.

    E' a lui che si deve l'avvio della carriera di Cindy Crawford. Ed è vero che fotografava anche spessissimo ... banana all'aria ma quelli sono solo cavoli suoi quando mi presenta nel 1988 Paulina Porizkova in questo sensazionale bianco e nero per Estee Lauder :

    mi perdonerà Cindy ma per lei non ho mai provato particolare trasporto. Ma per Paulina .... 
    Certo, dopo, quando ho cominciato una dozzina di anni fa, sul serio, a fotografare le modelle, sono venuti Peter Lindbergh, Avedon, Sieff e Demarchelier. Ma in un solco già ben definito ed indelebile, nella memoria e nell'immaginario di un adolescente che suonava l'organo in chiesa.
    Ecco, fine della confessione, ora sapete.
    Grazie Victor.

     
     
  4. M&M
    Qualcuno già lo sa, io sono appassionato di automobili.
    A 4 anni avevo una spider rossa a pedali, con i tergicristalli e i fari funzionanti. Somigliava ad una di quelle che Scaglietti disegnava per l'Ingegnere.
    A 5 anni ho fatto partire l'auto parcheggiata di mio padre avviandola mescolando a caso i cavi di accensione.
    Qualche anno dopo mi sono innamorato, rimanendo del tutto privo di parola per un intero pomeriggio, di una Citroen DS, arrivata a casa mia portata da un amico di famiglia.
    Sono cresciuto adorando la Citroen SM (quella che Burt Reynolds distrugge all'inizio del film "Quella sporca ultima meta") e sbavando per la Citroen CX nella pubblicità con Grace Jones.

    la Citroen SM

    l'auto presidenziale con la Regina Elisabetta accompagnata dal Presidente Pompidou

    la Citroen CX Turbo
    Da grande la mia prima auto è stata una Citroen. Anche le successive 9.

    la mia Citroen XM

    la mia Citroen DS5
    Ho potuto acquistare una Citroen XM, l'unica ammiraglia corrente alla mia portata economicamente parlando.
    Ed oggi guido una Citroen DS5, lontana erede di quella nobile stirpe cominciata negli anni '30 con la Citroen TA, prima auto importante a trazione anteriore.

    La mitica Citroen TA, l'auto del Commissario Maigret

    la Citroen DS, una di quelle poche auto che appena presentate, hanno fatto invecchiare tutte le altre (l'auto con cui il Ispettore Ginko inseguiva Diabolik congestionato nella sua scomodissima Jaguar E piena dei tipici trucchi brittannici !).
    Beninteso, non c'è mai stato un primato tecnologico Citroen (né nei confronti delle tedesche e nemmeno delle migliori italiane) e troppe Citroen (anche le mie) hanno presentato importanti difetti di gioventù e anche di vecchiaia.
    Ma quel misto di fascino parigino, di design esclusivo, di scelte controcorrente, tali da suscitare amore eterno e sconsiderato (è il mio caso, che mi innamoro di rado ma quando lo faccio è per sempre) oppure odio indiscriminato.
    Capiterete lo scorno nel vedere che il corso attuale di Citroen (e pure quello futuro da quanto capisco) prediliga così come questi :

    notare i pantaloncini pendant del tipo in sandali sulla sinistra

    o questa, con la biondina che poverina, non sa nemmeno dove guardare.
    Ma soprattutto leggere le parole della Signora Linda Jackson, AD di Citroen, che afferma che non è nel DNA la ricerca delle prestazioni ma piuttosto la comodità (come se Citroen negli ultimi 30 anni non avesse vinto innumerevoli edizione del WRC nei Rally mondiali e continentali) e che l'attenzione è più rivolta a soluzioni cittadine, come le portiere con le bombature anti-sbadati o i diffusori di fragranze nel cruscottone con tasche incommensurabili di colori vivaci.
    Ma il tutto su carrozzerie da furgoncino e motori sottodimensionati, cambi automatici tossicchianti e accelerazione 0-100 tipo 19 secondi netti.
    Embè, che c'entra con Nikonland ?
    Poco, se non che, comincio a vedere un disegno simile anche in Nikon - altro mio amore di lunga data - il cui modello comincia sempre più ad allontanarsi da quello che mi ha fatto innamorare dalla inarrivabile (per le mie finanze) superprofessionale F3 con i suoi 300/2.8 e 85/1.4.
    Sono realmente entrato nell'inverno della mia vita ...
     
  5. M&M
    Che sia un articolo nel vostro blog, una foto nel Club, una domanda tecnica o una news, prendete la buona abitudine di mettere un prefisso tra parentesi quadre nel titolo.
    Tipo :
    [Nudo] Occhi blu e capelli biondi
    [Natura] Una passeggiata in val alta
    [Quesito tecnico] Come si pulisce il sensore ?
    [Paesaggio] Il mare sotto Berlino.
    [Autobiografico] Perchè fotografo anzichè andare a pescare
    [Novità] Il nuovo Laowa 9mm f/5.6 per Nikon Z
     
    darete un indirizzo sul contenuto del vostro intervento in modo che i visitatori ne vengano attratti o respinti già dal titolo, specie in una lunga disamina o ricerca delle pagine del sito.
    E per cortesia, evitiamo titoli da Settimana Enigmistica che fanno tanto Milano da bere tipo "Lo sapevate che ..." oppure "Nulla di che ma guardate un pò ... " o peggio, "Info" !
    Usate titoli chiari ed autosplicativi.
    Io ancora "Milano la terza città al mondo" non lo posso leggere ... né reggere ... specie perchè riprodotto in XXXIV puntate.
  6. M&M
    E' un argomento a cui sono sensibile. Ed ammetto che mi è capitato di accapigliarmi più di una volta per questo.
    Un vero campo minato in cui è facile pestare una merda e sporcarsi fino al ginocchio che forse non dovrei trattare.
    Ma quando leggo certe posizioni o sento certi discorsi, mi si alza la pressione e rischio di scoppiare.

    il paginone doppio di una rivista di fotografia (non è una rivista per soli uomini, pur essendo chiaramente orientata. E' tale e quale, negli scopi, ad una rivista di wildlife fotografico, solo che per lo più è ambientata in ambienti domestici, indoor e outdoor ed ha come soggetti, modelle quasi esclusivamente nude). Il linguaggio è sessualmente orientato, con terminologie chiaramente mascoline, non si fa fatica ad ammetterlo. Ma il mondo del wildlife non è uniformato alla caccia incruenta, con le stesse terminologie (che a me personalmente  creano raccapriccio) ?
    Ma è un prodotto liberamente sul mercato, che può o meno essere acquistato, nessuno vi obbliga.
    La causa scatenante questa volta è un articolo su una rivista online USA molto letta che a partire dal titolone :
    " Persino alcuni dei fotografi maschi più noti non sanno ancora come trattare le donne"
    dibattuto - da un fotografo maschio - poi nel testo con grande passione ma nell'alveo comune del politicamente corretto scatenato dal metoo del dopo Weinstein.
    Premesso, e qui comincio, che io sto con il povero Weinstein ridotto da arpie e voraci avvocati ad una larva umana che oramai deambula a fatica con il pannolone tra le gambe, il discorso è il solito.
    Mercificazione del corpo della donna, resa come oggetto sessuale, vendita del suo corpo e, nel caso di questi non ben identificati "fotografi maschi" che organizzano workshop attirando fotografi alle prime armi con discorsi ambigui, formandoli "nel modo sbagliato", sostanzialmente commercio indotto da un background culturale sbagliato.
    Come dire - probabilmente ? - che sarebbe giusto, probabilmente, che i ragazzi venissero vestiti da femmina e fossero introdotti alle faccende tipicamente femminili, anziché incoraggiati ad avventurarsi fin da subito nel bosco, per cacciare. Ma non indugio oltre su questo versante quasi "etologico", perchè semplicemente nella mia ignoranza credo che maschi e femmine di ogni specie siano differenti quel tanto che basta per ... permettere loro di accoppiarsi, procreare e contribuire nel mantenere in vita le loro peculiarità nel futuro. Altrimenti non si spiegherebbe perchè il merlo che abita nel mio giardino ogni mattina pesca un bel vermetto, si mette a cantare a squarcia gola finchè sua moglie non lo va a trovare sulla cima della meta-Sequoia per tranquillizzarlo, prendendo dal suo becco quel bel vermicello succulento.
    Ma tornando a bomba, io posso portare una più che decennale pratica fotografica con modelle.
    Mi piacciono le donne, mi piace fotografarle. Non rubo fotografie ma pago le modelle perché si lascino fotografare da me, come piace a me.
    Appunto, pago le modelle, dopo aver stabilito condizioni precise, secondo un contratto a volte scritto, a volte solo verbale. Alcune volte tramite agenzia specializzata, sempre più spesso, con relazione diretta, perchè sono sempre più le modelle che operano come imprenditrici private di loro stesse.
    Come le tratto ? Con il massimo rispetto e cortesia, quando ricevo altrettanto rispetto e cortesia.
    Ma una modella è una donna ? In linea di massima si, naturalmente si, ma non nell'accezione generica. Una modella è una professionista che dietro compenso posa. Posa per un pittore, per uno scultore, per un fotografo.
    Secondo specifici accordi pattuiti in anticipo.
    La linea di confine è labile, certo. Ma una donna che posa è una modella. Il confine diventa concreto quando vedi una modella nuda che si copre mentre non sta posando e non ha alcun problema a mostrarsi quando invece posa.
    Guardare una modella è come guardare una donna ? In linea di massima si ma dipende se la stai guardando direttamente senza che si stia fotografando, oppure se la stati guardano per studiare posa, luce, espressione.
    Con o senza la fotocamera. Che è un evidente elemento di separazione tra te e lei.
    E sottolineo te e lei, non il generico uso un pò ipocrita di fotografo e modella. Che vale se gli attori sono altri, non se tu sei uno di loro.
    Personalmente ho fotografato decine e decine di modelle, non so quante. Una quantità. Avrò un milione di scatti fatti con modelle di ogni continente.
    Alcune, assolutamente caste, ritratti puri, addirittura in abiti monastici.
    Altre oltre ogni pudore ma pur sempre con intento artistico.
    Mai una volta ho provato un sussulto o un prurito per l'avere una modella davanti "come mamma l'ha fatta".

    Nessuna volta mi è capitato che si creasse qualche situazione scabrosa per una incomprensione sugli scopi reali del vero motivo per cui si era li.
    Per l'atteggiamento, non necessariamente per la differenza di età che oramai mi avvicina a quella di un vecchio zio se non ancora un nonno.
    Ma ci sono tanti nonni ancora rapaci in giro.
    Certo, ci sono tanti pervertiti che si fingono fotografi per tentare di approfittare della situazione. Magari con sistemi poco virtuosi, sempre tentando di non scucire nemmeno uno scudo.
    Io invece non ho mai fotografato gratis ed ho sempre preteso patti precisi prima del set. E questo è il primo segnale di onestà.
    Anche quello, se conosco già la modella e so di potermi fidare, quello di pagare il corrispettivo prima del lavoro, in modo da evitare il gesto poco elegante di ... dover pagare una donna.
    Che è una modella, che posa dietro compenso.

    una modella italiana piuttosto nota, che in rete ha centinaia di foto che la ritraggono senza alcun pudore con tutto ben in mostra. Questa foto è sul suo profilo Instagram e sotto c'è l'offerta di posare su compenso.
    Lo fa per lavoro, se ci si incontra sul compenso, non ha alcun problema a farlo con qualsiasi fotografo serio.
    E mi pare una cosa assolutamente normale. Poi magari non ci si trova in termini di intesa artistica, è facile, non siamo tutti compatibili allo stesso modo.
    Io amo ri-fotografare le modelle con cui mi trovo meglio, escludo per sempre quelle che non ispirano passione.
    Ma così come ci sono fotografi seri e ci sono pervertiti che fingono di essere fotografi oppure che si insinuano nei worshop solo per poter broccolare le modelle o fotografarle in modo osceno, ci sono anche modelle molto disinibite che senza farsi troppi problemi offrono un tariffario di "un tanto l'ora" a seconda del genere fotografico che il fotografo gradisce.
    Dal ritratto vestito, passando per l'intimo, arrivando al nudo integrale con le parti intime esposte ma anche fino a posare mentre fanno cose che in generale non si fanno per un pubblico ma in solitario (spero di essermi spiegato).
    Da 50 euro l'ora fino a 150 o 200. Purchè il fotografo sia referenziato ed affidabile.
    Ecco, ho fotografato decine e decine di modelle ma non mi è capitato sinora di fotografarne una che non fosse ben felice di posare e che non mi abbia ringraziato alla fine.
    Senza che qualcuno le costringesse a posare, dietro ricatto, tortura o non saprei quale tipo di forzatura.
    Anche perchè se una modella posa contro-voglia io me ne accorgo al volo e la protesto. Accorciando l'incontro che non tronco perchè sono un signore, pagando sempre il compenso pattuito anche se non sono soddisfatto.
    Ci sono anche tante modelle che posano per te entro certi limiti ma poi con il tal fotografo famoso danno molto di più, nonostante quanto tu sia disposto a pagare :

    una foto dell'ultimo set di Petter Hegre con una modella che non conosco. Alcune modelle hanno posato per Hegre in modalità che se io fossi il loro padre, lo avrei già scotennato (dopo una saccata di legnate alla cara figliuola) ma che con me hanno fatto le santarelle, negando di essere disposte a fare "certe cose" (sempre fotograficamente parlando).
    Insomma, la faccio breve.
    Uomini siamo, e donne sono (credo che probabilmente il discorso possa essere identico anche a parti invertite ma sinceramente ho rinunciato 20 anni fa ad investigare nella psiche femminile : è una materia che non mi affascina più).
    Quando l'uomo fa il fotografo e la donna fa la modella, si crea automaticamente una mappatura codificata di comportamento ed é semplicissimo rimanere entro quei binari senza inconvenienti.
    Se il fotografo invece è un pervertito mal gliene incolga. E se la modella non è una modella ma una escort, forse ha sbagliato canale. Esattamente come il pervertito che magari potrebbe semplicemente cercare altri servizi a pagamento : il web è pieno di inserzioni anche di quello, con esiti ben più soddisfacenti.
    Ma per favore non facciamo i moralisti. Che non ce n'è bisogno. Non c'è bisogno di codificare stili e comportamenti con decaloghi all'europea (quella di Bruxelles). C'è un'etichetta non scritta che si adatta di volta in volta.
    Non si sta parlando di nulla di illecito (almeno finchè le femministe non instaureranno una dittatura universale) e non c'è nulla di male.
    Non vorrei in un prossimo futuro dover compilare un mazzo di documenti e presentare lo Spid prima di fare una foto ad una modella coperta da un saio.
    A me piace fotografare le modelle e spero di poter continuare a farlo finché potrò.
    ***
    A margine qualche aneddoto personale che forse spiega come ci sia caso e caso.
    Mi è capitato di fotografare una modella, brutta ma così brutta che non ho nemmeno messo la scheda di memoria ma che per professionalità, serietà e anche signorilità, ho finto di fotografare, guidandola e facendole credere che stava lavorando bene.
    Mi è capitato di essere sul punto di mandare a cagare una stronza mercenaria russa che non aveva capito chi aveva di fronte, nonostante si fosse portata il marito "per sicurezza".
    Ho contato fino a 101 e poi le ho chiesto fermamente che se voleva lavorare con me, stava li per quello, altrimenti la porta l'aveva già vista.
    Ho fotografato una donna nella vita con la quale ho instaurato un rapporto tale per cui in una due giorni le ho detto : nel primo giorno fotograferò come farebbe una fotografa, nel secondo giorno come farebbe un fotografo innamorato di te. E ci siamo divertiti un mondo entrambi nel provarci.

    il sottoscritto e la sua modella più amata
    la gran parte delle modelle ama essere adulata, gradisce i complimenti ben posti mentre si fotografa.
    Molte sono insicure ed hanno bisogno di essere tranquillizzate : si, bene cosi, brava.
    E' facile, anche se la lingua non è quella madre di nessuno dei due. Non costa nulla e non ci sono malintesi.
    Ci sono alcune - poche - che amano essere amate per quelle due ore in cui le fotografi.
    Altre che posano con tutta la professionalità che hanno ma facendoti capire che sei un pezzo di merda per loro, buono solo perchè le paghi.
    Come per tutte le cose della vita. Non mi pare che sia il caso di farne una questione politica o di volerci mettere in mezzo cose che non ci sono.
    In ogni caso se noi fotografi non fossimo interessati a fotografarle, molte modelle probabilmente dovrebbero giocoforza intraprendere altri generi di carriera ...
    ... parimenti se non ci fossero così tante modelle disposte a posare per i fotografi - spesso in competizione tra loro con tanto di tour europei e booking online - non le potremmo fotografare.
  7. M&M
    [Domanda] A cosa servono i Blog Personali su Nikonland ?
    [Risposta] I Blog personali su Nikonland sono a disposizione dei Nikonlander per scrivere i loro articoli.
    Ogni Nikonlander può aprire un suo proprio Blog su Nikonland.
    Su questo Blog, il proprietario può scrivere i suoi articoli di carattere fotografico, tematico, illustrativo, personale a suo piacere.
    Il suo Blog così racchiuderà tutto il suo pensiero, suddiviso per articoli separati.
    Non tentate di scrivere un articolo direttamente nell'intestazione del Blog.
    Il Blog è il contenitore, gli articoli i vari contenuti.
    Un Blog nasce per contenere tanti articoli, non uno solo.
    Per interventi di natura più generale o per fare domande agli altri iscritti, non usate il vostro Blog, se non scrivete un articolo per porre la domanda, ma i Club di Nikonland (qui) a secondo della tematica, troverete la sezione giusta.
    Basta cercare.
  8. M&M
    la copertina nel vostro articolo è un segno distintivo. Anticipa cosa contiene al di là delle parole.
    Dovrebbe essere sempre inserita quando si scrive un nuovo articolo.
    Dovrebbe (questo lo dimentico anche io) avere un taglio compatibile con il formato orizzontale e non semplicemente una foto del servizio scelta a caso.
    Fatelo, ricordatevene. Influenzerà la qualità complessiva della vostra proposta editoriale.
     
  9. M&M
    Pubblicate i vostri articoli sul vostro Blog.
    Noi li valuteremo tutti.
    Se saranno in linea con i nostri criteri editoriali, per contenuto, argomento, immagini e profondità di indagine, verranno valorizzati e pubblicati in Area Redazionale tra gli articoli di Nikonland.
    Come questo qua, di stamattina :
     
    nato come blog personale e subito promosso in area redazionale
  10. M&M
    Vedo che a volte, chi cerca di inserire un video di Youtube su Nikonland spesso si esibisce in mostruosi copia&incolla di links lunghi ma inutili, se non ci si clicca sopra (e a volte, nemmeno se ci si clicca sopra).
    Ma Nikonland è intelligente e capisce che gli state indicando un video e se lo mettete bene e lo incorpora nel sito direttamente come se fosse una finestra su Youtube che poi può essere visto da tutti i visitatori senza abbandonare le nostre pagine.
    Come fare ?
    Niente di più banale.
    In ogni video di Youtube sulla destra, dopo il titolo del video, giusto sotto al video c'è una frecciolina storta e il tasto Condividi.
    Se premete quello compare una finestrella con tutti i possibili link :

    se vi limitate al testo centrale e premete COPIA, il link "giusto" verrà messo in memoria nella clipboard del vostro dispositivo.
    A questo punto potete andare nel vostro post ed incollarlo direttamente al rigo dopo il vostro testo :
     
     
    attendendo una manciata di secondi, o anche meno, il link verrà trasformato in un video direttamente incorporato nel test.
    Ma se non succede ... vuol dire che avete sbagliato voi.
    Attenzione, non dovete copiare il link che vedete nell'indirizzo del browser, quello non funziona al di fuori di Youtube.
    Dovete proprio prendere quello indicato da Youtube al tasto CONDIVIDI
    Facile.it Facile.it, Facile.it 
  11. M&M
    Sono certo che ad un certo punto le mirrorless supereranno in prestazioni le reflex.
    Ma al momento mi danno la stessa sensazione delle automobili elettriche : una grande promessa per un futuro ... elettrizzante.
    Ma al di là dei proclami di VW e Mercedes all'ultimo salone di Parigi, per il momento autoelettrica significa :
    - costo superiore del 50% rispetto ad una pariclasse a combustibile fossile
    - prestazioni scadenti per contenere il consumo
    - autonomia inadeguata per chi ha da fare più del tragitto casa-lavanderia.
     
    Le mirrorless sono ragazze carine con la minigonna e gli stivaletti con il tacco ma, se si va oltre le promesse e le novità, le cose sono diverse.
    Anche la mirrorless più professionale ha i suoi limiti (parlo della Leica SL) e non può essere confrontata con la Nikon D5, macchina che si permette anche di costare (molto) di meno oggi.
     
    Ovviamente io qui sto parlando avendo in mente esclusivamente quelle che sono le mie abitudini di scatto e le mie esigenze.
    Ognuno ha il suo mileage personale, ovviamente e potrà non trovarsi d'accordo con me (e poco me ne importa, bontà sua, gli auguro di essere felice con la sua ... racchietta !).
     
    Io non sono interessato ad usare ottiche vintage e il manual focus l'ho abbandonato 20 anni fa, nel secolo scorso.
    In più, o non fotografo, oppure faccio migliaia di scatti consecutivi, sempre a cose vive che non sempre sono disposte a stare ferme per me.
    Il mirino elettronico sarebbe una bella innovazione, se almeno in tutte le condizioni fosse pari a quello ottico. Ma così non è.
     
    Quindi, eccovi I MIEI motivi perchè per il momento - e credo nel medio termine - continuerò ad essere un fotografo da reflex :
     
    1) l'autofocus. Non esiste una mirrorless che abbia un autofocus reattivo, preciso, rapido, affidabile, disponibile in tutte le condizioni di illuminazione (specie a basse luci o in controluce) come la migliore reflex disponibile oggi.
    Ci sono progressi nelle ultime generazioni ma ancora siamo lontani. La presenza di un sensore separato (e di un processore dedicato come è il caso di Nikon D5 e D500) fa ancora la differenza rispetto ai pixel accecati (o alla vecchia differenza di contrasto stile compattona) di tutte le mirrorless. E poi l'autofocus si deve poter comandare rapidamente con il pollice.
    Ma ci pensate avere 399 punti di messa a fuoco e spostarsi solo in orizzontale e in verticale come a battaglia navale ?
    Il joistick è un must. E Nikon ce l'ha in dotazione da lustri (anche prima con il multiselettore su tutte le direzioni, fin dalla Nikon F5 del 1996).
     
    2) il mirino. Il mirino della Leica SL è bello. Anche quello della Fujifilm X-T2 lo è e, mi dicono, anche quello della nuova Olympus OM-D EM-1 Mk II. Ma in condizioni limite - parlo per esperienza - anche il mirino da 4.4megapixel della Leica SL si oscura o si abbaglia. E non piglia più né pesci né galline !
     
    3) l'ergonomia. Piccolo è bello, va bene. Ma non se va a detrimento dei comandi. Per controllare al meglio l'autofocus e rendere l'esperienza d'uso gratificante, io ho bisogno di uno - meglio di due - joistick di controllo dell'autofocus. E del controllo fisico tramite comandi fisici dedicati di tutte le funzioni della fotocamera. Il menù per me è una cosa che si utilizza una volta al giorno. Qualche volta anche di meno.
    In più, piccolo è bello ma se la macchina è full-frame, oramai anche Sony ha dimostrato che le ottiche sono grosse, anche più grosse di quelle delle reflex. E per usare con tranquillità un obiettivo grosso, il corpo macchina deve essere adeguatamente dimensionato e pesante. E' questione di fisica e di baricentri ! Montate una Sony A7 su un 600mm e capirete di cosa sto parlando.
    In quanto alla costruzione, io spesso fotografo sotto l'acqua battente, zuppo fino alle ginocchia. Non è che in quel momento io mi possa preoccupare della tenuta di fotocamera e obiettivo. Che non devono mai smettere di funzionare, almeno finchè reggo fisicamente io
     
    4) l'autonomia. Bella la nuova Sony A99 Mk II, fa un sacco di scatti al secondo con l'autofocus ed ha un buffer praticamente illimitato. Peccato però che la batteria permetta circa 400 scatti CIPA. Il chè ad occhio e croce significa che si deve cambiare la batteria circa dopo 20 secondi di scatti continui
    Io con la D5 posso lavorare una intera giornata e fare 12.000 scatti saturando solo una delle due schede XQD montate. Poi, alla bisogna, metto un'altra batteria e non vado avanti per altri 20 secondi. Ma per tutta l'intera nottata
     
    5) le schede di memoria. Possiamo anche mettere due schede SD dentro ad una mirrorless ma se il sistema è sbilanciato, saturato il buffer la macchina si siede e finchè non finisce di scrivere noi non possiamo lavorare (mi è capitato con la Leica SL, non racconto favole). Con una D5 o una D500 abbiamo un buffer virtualmente illimitato perchè viene scaricato in tempo reale sulle XQD in dotazione. Schede che anche in lettura al PC si permettono di andare a centinaia di megabyte al secondo di trasfer rate
     
    6) il flusso di lavoro. X-Trans ? Dual-Pixel ? Foveon ? Se tutto quanto non è supportato dal software di sviluppo - che è, per standard di mercato, l'ambiente Adobe - mi spiace ma per aprire un file e svilupparlo ci vogliono minuti (esperienza fatta sia con le Fujifilm che con le Sigma). E se uno scatta - come me - centinaia di migliaia di scatti l'anno, il tempo non è una variabile indipendente ... perchè, non so a voi ma a me, non lo regalano !
     
    7) il profilo di sviluppo. Questa è una mia fisima, lo ammetto. Ma la più grande innovazione degli ultimi anni di Nikon secondo me è il profilo Flat, ben simulato anche da Adobe. Il profilo Flat mi permette di previsualizzare gli scatti al naturale, senza tutta quell'enfasi di contrasto che invece è tanto di moda oggi. Così valuto perfettamente l'esposizione (che io sbaglio di rado, al massimo di 1/3 di EV) e so già come mi posso aspettare di trovare l'immagine al computer.
    Aggiungo infine che - forse per abitudine - io detesto il carico folle di saturazione - specie su rossi e porpora - su contrasto e sulle ombre chiuse che tanto va di moda in casa Fujifilm e Leica. La neutralità del file Nikon invece mi consente di lavorare sereno, senza dovermi immaginare come sarà la foto, perchè a monitor è del tutto differente da quella che vedo nel reale.
     
    8) Il corredo di ottiche, di accessori, di flash, di dispositivi progettati per le reflex. E' talmente vario ed ampio (e, soprattutto, già in larga parte in casa mia) che mi fa pensare a quando ci sarà la stessa disponibilità per le mirrorless.
    Lo ammetto, l'idea stessa di avere un doppio corredo mi fa venire le bolle viola sulle braccia e poi, voi di Fujifilm, ce l'avete un trasmettitore TTL per il mio flash Godox ? O per un Profoto ? E voi, di Leica, ce l'avete ? Com'è che Hasselblad ha usato il sistema iTTL Nikon per la sua mirrorless ?
    E un supertele autofocus e stabilizzato da 800mm ce l'avete ? No ?
     
    Ecco le mie motivazioni che, come dicevo, per ora e per un pò di anni a venire, mi faranno lavorare principalmente con le reflex (Nikon).
     
    Per le mirrorless c'è tempo e finchè non metteranno i denti del giudizio, continuerò a vederle come dei (bei e promettenti) prototipi.
     
    Il mio cuore invece continua a palpitare per una adorabile Nikon D5x che mi faccia smettere di pensare con rammarico al mio amore perduto D3x ...
  12. M&M

    foto di copertina (c) Roberto Piccinini riportata solo a scopo accademico e appassionato.
    Ci sono tante frasi celebri di Enzo Ferrari, alcune decisamente ... scorrette e sanguigne, difficili da sottoscrivere anche quando si vorrebbe.
    Ma l'uomo era così, passionale, sincero, diretto. Come lui non ne nasceranno più ed era figlio di un'epoca che era tramontata già quando io sono nato.
    Domenica scorsa si è celebrato il 70° anniversario del primo Gran Premio di Formula 1 valido per il campionato mondiale della categoria.
    A Silverstone nel maggio del 1950, Nino Farina capeggiò un quartetto di Alfa Romeo che si qualificarono ai primi 4 posti in griglia di partenza e ai primi 3 alla fine della gara.
    Enzo Ferrari decise di non partecipare con le sue Ferrari a quella gara, perchè sapeva di non poter competere.
    Il secondo è il primo degli ultimi
    ma si rifece negli anni successivi fino a diventare il più titolato titolare di scuderia di Formula 1. A Silverstone nel 1951, Ferrari batté la mamma Alfa Romeo.
    Il suo credo in gara e nella concezione delle automobili era semplicemente questo :
    Ci asteniamo dal precisare il numero di cavalli che hanno i nostri motori. Quando le nostre macchine vincono vuol dire che hanno più cavalli, quando perdono vuol dire che ne hanno di meno.
    Senza altre regole, complicazioni, accordi.
    L’aerodinamica è il risarcimento per chi non sa spremere cavalli dal motore.
    La sua vita era l'amore per le automobili da corsa
    Una macchina è come una figlia, quando vince una corsa mi sento come il padre che sa che la propria figlia ha preso un bel voto a scuola.
    La migliore Ferrari che sia mai stata costruita è la prossima.
    Naturalmente sessista, ma nella frase che segue io leggo un doppio complimento, non una offesa
    I motori sono come le donne, bisogna saperli toccare nelle parti più sensibili.
    Del resto lui viveva così
    Non si può descrivere la passione, la si può solo vivere.
    Un giorno io non ci sarò più. Spero che le rosse vetture che portano il mio nome continueranno ad esserci anche dopo di me ed a farsi onore su tutti i circuiti del mondo.
    Ebbene, oggi, a metà di un campionato assurdo, falsato dalla mancanza di tifosi sulle gradinate e dopo una serie di accordi politici in materia di risparmio (di cavalli, di soldi, di tempo, di idee) e con avversari che falsano sfacciatamente la realtà, arrivando persino a vantarsene, il responsabile della Scuderia Ferrari, Mattia Binotto afferma che :
    " Crediamo di poter migliorare, ma credo che cercare di battere la Mercedes sarebbe sbagliato perché il divario è enorme. Per questo, un obiettivo concreto potrebbe essere il secondo posto nel 2021"
    Potrebbe essere. Un secondo posto. Quest'anno nemmeno quello ....
    L'estrema sintesi dell'antipassione, espressa con un distacco e una freddezza che non si vedrebbero nemmeno in uno scandinavo.
    Ma ritiratevi dalle corse e ritornate solo quando avrete capito perchè si compete.
    Si corre in macchina per vincere. Non per arrivare secondi. Se tutto va bene e nessun'altro arriva secondo e noi no ...
    La Ferrari di oggi è indegna di portare il nome di Enzo Ferrari.
     
    Kimi Raikkonen su Ferrari, ultimo Re di Maranello

    Foto del sottoscritto al Gran Premio d'Italia di F1 del 2018.
    Domenica scorsa Kimi Raikkonen, su Alfa Romeo, si è qualificato ultimo, nella gara celebrativa dei 70 anni dal primo Gran Premio di Silverstone.
  13. M&M
    Il Re ed Io. Una delle storie d'amore più strane di tutta la storia del teatro e del cinema (qui nella versione cinematografica del 1956 con Yul Brynner nel ruolo del Re del Siam, ruolo che interpretò a Broadway per un totale di 4865 repliche).
    In un certo senso è la stessa che vivo io con Nikon. Parimenti "creatura" orientale e anche solo per questo, imperscrutabile per un cuore intimamente occidentale come il mio.
    In questi ultimi giorni ho scritto una quantità di articoli su materiale Nikon. Sulla Nikon Z5 penso di avere già il record mondiale (sono 6 in tutto e ancora la macchina non è nemmeno uscita in versione definitiva).
    Per non parlare dell'obiettivo perfetto (il chimerico Nikkor Z 70-200/2.8 S) etc. etc. etc.
    Inoltre per la prima volta in vita mia non ho alcuna reflex operativa in casa, avendo deciso di passare integralmente alle Nikon Z. Magari tra 3 anni, quando andrà in pensione, comprerò una D6 per poterla usare con gli obiettivi da reflex che quasi certamente terrò, nonostante tutto.
    Perchè sono oggetti eccezionali.
    Insomma, nulla di nuovo, è una liason che data 1982 e nulla la scalfirà in modo sostanziale.
    Ciò però non significa che io cammini con le fette di mortadella incollate sopra gli occhiali.
    E sebbene continui a non pensare minimamente di adottare materiale di altri marchi, non segua le evoluzioni del mercato e le proposte degli altri.
    E nemmeno che io non mi senta in pieno diritto di criticare Nikon per scelte quanto meno discutibili o inspiegabili.
    Come ad esempio :
    l'aver scelto di limitare in via progettuale la Nikon Z5 con un sensore diverso da quello della Z6 (video 4K croppato 1.7x perchè quel sensore non ha un tempo di lettura tale da consentire l'estrazione del video a pieno formato) averla dotata di una raffica anacronistica (4 al secondo sia in L che in H, sia in meccanico che in elettronico, quando la Z50 che costa meno della metà, ne fa sempre 8) obbligare il potenziale acquirente alla scelta di un solo kit, con o senza FTZ ma sempre con lo stesso obiettivo (carino ma non all'altezza di un kit che costa circa 2000 euro) sorvoliamo sul fatto che il Nikon 70-200/2.8 S sia praticamente come l'araba fenice e che, facilmente, quando arriverà sul mercato (la prossima settimana ?) creerà una lista d'attesa di mesi, stile quel vero campione che è il 500/5.6 PF che solo adesso è in pronta consegna, dopo quasi tre anni dal lancio.
    Ma il 24-200mm è un obiettivo consumer, necessario come il pane visto che non ci sono altri obiettivi anche tele.
    Annunciato in febbraio, non è al momento disponibile. Forse ne arriverà un nuovo lotto nelle prossime settimane. E andrà facilmente a ruba.
    Intanto Nikon continua ad essere carente in termini di comunicazione con i clienti. E ritiene che basti una laconica nota di comunicato stampa sul suo sito istituzionale per promuovere un prodotto.
    In un momento in cui non si possono fare roadshow e presentazioni reali ma solo virtuali, c'è chi si è attrezzato cinematograficamente per promuovere i suoi prodotti.
    Nikon lo lascia fare ai volenterosi senza paga, come i redattori di Nikonland.
    Lo sapevate che il 20mm f/1.8 S è il miglior 20mm mai prodotto da Nikon ? Si ? E allora vuol dire che avete letto gli articoli su Nikonland  perchè per Nikon, è un obiettivo tale e quale al 24-50mm nella sua letteratura ufficiale 
    Le Nikon Z sono funzionali e via software sono stare rese mature. Sia Z6 che Z7 rappresentano buone scelte.
    Ma sono macchine consumer, il sistema Z ha maledettamente bisogno oramai di corpi di riferimento perchè ci sia l'effetto traino anche di quelli più economici. Per non parlare delle migliaia di euro che richiedono gli obiettivi.
    Eccellenti ma costosi.
    Ci sussurrano che usciranno in ottobre due modelli aggiornati, marchiati S. Ma come saranno nessuno lo sa. 
    La sorpresa sarà positiva, mezza positiva o sarà una mezza delusione ? O tutta una delusione ? Vai a saperlo, nessuno ce lo dice ...

    ecco dove punto il dito, ecco perchè sono critico.
    Non mi interessa nulla di Canon, ma Canon ha lanciato due mirrorless R allo stato dell'arte sul piano fotografico con un autofocus invidiabile e una salva di obiettivi che già coprono moltissime esigenze.
    Non mi interessa nulla di Sony, ma Sony ha appena lanciato una macchina allo stato dell'arte nel video e lancerà - sembra - una full-frame veramente da assalto (sulla soglia dei $1000) sebbene molto limitata per un fotografo serio.
    Non mi interessa nulla di Panasonic, ma Panasonic con la prossima Lumix S5, avrà in totale 4 fotocamere serie e ben costruite. Persino belle da vedere.
    E non mi dite che le Nikon Z sono belle da vedere o da tenere in mano, senza zeppa sotto al fondello ... ve lo dice uno che ci ha già fatto ben più di 300.000 scatti con le Nikon Z, sia le proprie che quelle in visione per gli articoli.
    Insomma, Nikon, io vorrei danzare con te ma tu sei pronta ?
    Shall we dance ?
     
     
  14. M&M
    Di Mauro Maratta
     
    Quando ho acquistato la mia prima reflex, oramai 35 anni fa, non avevo bene in mente chi e cosa fosse Nikon.
    L'ho scoperto in seguito, documentandomi.
    Fatto sta che la scelta tra Nikon e Olympus, i due modelli offertimi dal negoziante, fu facile.
    Da quel giorno è stato quasi un matrimonio, reso pieno e felice da un innumerevole numero di figlie femmine, tutte belle, efficienti, affidabili, potenti.
    Dopo quel giorno non sono mai stato senza almeno una reflex Nikon (in questo momento credo di averne 9 efficienti e un paio non in perfetta forma, di cui 3 sono quelle che uso correntemente) ed almeno un teleobiettivo Nikon.
    Che diluvi o ci sia il sole forte in cielo, anche per una intera giornata, zuppo come un pulcino o incapace di sedermi perchè gradoni e transenne sono roventi per il caldo, le mie Nikon stanno sempre con me.
    Centinaia di migliaia di scatti lo confermano. Un sodalizio sincero, sebbene qualche nuvola ci sia stata, come in tutte le unioni di questo mondo.
    In autodromo, a bordo campo, in studio o per strada. Con le auto da corsa che sfrecciando a pochi passi da me ci inondano di ghiaia e polvere o quando è necessario essere veloci e scostarsi perchè un giocatore lanciato verso la meta non ti può scansare anche se tu sei li con il tuo monopiedi e il tuo bel Nikkor 400mm F2.8 che cerchi di prendere l'ultimo scatto utile prima di toglierti dalla traiettoria.
    Nikon e Nikkor, soddisfazione intima dallo scatto fino allo sviluppo. Un fatto inspiegabile per chi non lo capisca da se.
    Azioni fatte a memoria, confidenza nel risultato sin dall'esposizione. Qualche cosa che con nessun altra è possibile allo stesso modo.
    Ecco perchè, non avrò mai altra reflex all'infuori di Nikon.
     
    Mauro Maratta, per il centenario di Nikon, 1917-2017.
     
     
    In autodromo a Monza, con la bella accoppiata formata da Nikon D500 e Nikkor 200-500/5.6, 2016
     



    acqua a catinella, la pioggia incessante non rallenta le auto e nemmeno la mia Nikon D500, forte di una potente memoria XQD da 128gigabyte e il suo buffer che non si riempie mai.


    e quando le condizioni cambiano, basta scrollare l'acqua con il taglio della mano e continuare a scattare in continuo.
     
    La Nikon D3 è stata la prima macchina digitale Nikon con cui ho ritrovato esattamente il feeling che avevo a pellicola con la gloriosa Nikon F5. Le due macchine che ho avuto hanno totalizzato quasi 300.000 scatti e sono ancora in azione in mano altrui.

    Nikon D3 e Nikkor 600/4 AF-S II
    F11, 1/1250'', ISO 900


    Nikon D3 e Nikkor 400/2.8 VR, F6.3, 1/1000'', ISO 200
     

    Nikon D3 e Nikkor 500/4 AF-I, F5, 1/1000'', ISO 200
    Monza, 27 agosto 2009
     
    La Nikon D4 non mi ha trasmesso la stessa passione e se ne è andata dopo pochi scatti.
    Forse anche perchè intanto erano arrivate altre macchine in grado di fare una parte del suo lavoro.
     

    Nikon D4 e Nikkor 400/2.8 VR, F2.8, 1/1000'', ISO 200
    Milano 2012
     
    Ma solo con la Nikon D5 il mio amore per Nikon è tornato all'apice. Se dovessi dire quali sono le due macchine Nikon che più ho amato, direi senza dubbi la meravigliosa Nikon D3x, ancora indimenticata, e l'attuale Nikon D5 che l'ha di fatto sostituita.

    Nikon D3x, Nikkor 70-200/2.8 VR II, Milano, settembre 2010

    Nikon D5, Nikkor 300/4E PF, la mia musa adorata. Un puro momento di gioia.
    Bibione, giugno 2016.
     
          
  15. M&M
    Ma adesso rinuncio anche a darmi spiegazioni.
    Questo sito vanta migliaia di visite e milioni di pagine visualizzate.
    Ci sono anche centinaia di iscritti. Molti affezionati da 1-2 ... quasi tre lustri.
    Eppure si contano a stento una manciata di interventi al giorno.
    Se ci sono commenti sono di contenuto per lo più ... dispensabile (con le dovute e gradite eccezioni).
    Foto ? Come se nessuno fotografasse o fotografasse solo ad ogni morte di Papa.
    Commenti alle foto degli altri ? Troppo impegno.
    Eppure la presenza continua e costante di decine di visitatori in ogni momento dovrebbe testimoniare che c'è interesse.
    Ma la mancanza di un segno del passaggio o, peggio (!) la necessità di forzare l'intervento con appelli e "preghiere" mi é divenuta totalmente inaccettabile.
    Ci sono le eccezioni, è vero, ma io sto pensando a tutti gli altri che sembrano sordomuti (con tutto il rispetto per i poveri malcapitati che lo sono per davvero, ovviamente).
    Insomma, non comprendo e oramai sto disperando che ci siano spiegazioni oltre la normale pigrizia o totale incompetenza. Alla radice di tutto anche la mancanza di orgoglio personale.
    Perchè io se fossi dalla vostra parte mi sentirei avvilito e imbarazzato a rispondere con l'indifferenza anzichè con la dovuta riconoscenza a chi vi accoglie ogni giorno su queste pagine.
    Io mi diverto un mondo a fare migliaia di fotografie. Per il puro piacere di farle, per la gran parte dei casi semplicemente perchè mi piace. Senza farmi domande.
    Ma al tempo stesso ho anche l'intimo piacere di condividerle con tutti gli iscritti e i visitatori di Nikonland, giusto un attimo dopo che le ho scattate o appena ho il tempo per farlo.
    Perchè è ancora più bello ed è come se avessi fotografato con voi.
    Perchè mi piace farvi vedere quello che mi piace, senza domandarmi - mi perdonerete - se piacerà anche a voi.
    Ma è lo scopo per cui sono qui. Uno dei motivi principali perchè teniamo tanto a questo sito.
    Perchè per il resto, non avrebbe molto senso scrivere articoli su cose che noi già sappiamo.
    Questo sito non ha una connotazione commerciale, non ci guadagnamo assolutamente nulla a tenerlo così vivo ed attivo. Non ci interessano i record, siamo abituati sempre più spesso ad essere i primi o anche più spesso, gli unici a parlare di certe cose nikoniste.
    Se non ci fosse il piacere di condividerle per ascoltare anche la voce e il parere, perchè no, anche le novità, degli altri : perchè farlo ?
    Così, giusto per osservare le dinamiche di gruppo, per un pò, credo che limiterò la mia sfera di intervento al mio Club, dove se lo animo principalmente io ci può stare, scrivendo gli articoli che ho voglia di scrivere quando me ne viene voglia.
    Ma rispondendo solo ed esclusivamente a chi si pregia di rispondere a me. Do ut des. Questo è il mio sito, non ho doveri verso nessuno, salvo Max Aquila che è un amico fraterno e l'unico vero motivo per cui questo sito è nato
  16. M&M
    é inutile io non riesco a far crescere la barba mentre è noto oramai che il marketing Sony punta all'uomo barbuto come fotografo tipo dei prodotti di punta, non ai veri professionisti della fotografia.
    Se non hai la barba bianca e non sei elegante e distinto, Sony non fa per te ...
    ***
     
    Lo confesso amici, esasperato dalla lentezza dei processi decisionali e industriali di Nikon ed avendo accumulato una interessante cifra da destinare ad acquisto di materiale fotografico (vendite di precedente roba Nikon, sufficienti per una Z9 e mezza) e attualmente privo di macchine fotografiche operative (la Z6 II è in prestito), mi stavo risolvendo ieri di accettare le proposte di un noto seller online che ha la A7S III in offertona (ma anche la A7R IV a metà prezzo del lancio) e la A1 "senza IVA".
    Ci stavo veramente riflettendo seriamente.
    Magari non come scelta di vita ma per questa stagione, alla faccia di Nikon, delle "non specifiche" della Z9 e della pochezza della Z6 II (nel lavoro di giovedì scorso quasi mi ha lasciato a piedi : meno male che io ho sempre sangue gelido, altrimenti non avrei fatto una foto).
    Ma al momento di fare click mi sono fermato ed ho deciso di darmi una notte di tempo.
    Ebbene, è stata una notte molto agitata. E solo prima dell'alba, quando in generale Fritz non ne può più e deve andare fuori per scaricare i residui dei soliti due chili di cibo che ingurgita in un giorno, mi è apparso in sogno uno dei miei numi tutelari.
    L'inossidabile Herbert Von Karajan, un mito della direzione d'orchestra e della musica in generale. Ma non solo, fortissimo di un solido bagaglio tecnico che lo ha portato a curare la regia dei suoi filmati - di eccezionale qualità già negli anni '60 - e poi a collaborare anche con Sony.

    Herbert Von Karajan prova una cinepresa Sony alla Photokina. Il personaggio che gliela sta presentando, sulla sinistra, è Morita San, fondatore di Sony
    E mi dice, convincente, con la sua solita e per me familiare voce puntuta da austriaco gentile : "Veda, io li conosco bene, hanno una grande capacità commerciale, il lancio del CD e del video compresso li dobbiamo a loro, ma quando uno è abituato, come noi, alla qualità della tecnologia professionale, è meglio restare con quello che si conosce meglio. Si fidi, non se ne pentirà caro Maratta"

    Karajan durante la ripresa della Valchiria, con una Arriflex
    ***
    Rincuorato e già convinto dalla comparsa di uno dei miei miti di tutta la vita, penso nel sogno che posso continuare a dormire tranquillo.
    Ma il sogno non è finito.
    Io normalmente mentre sogno - non chiedetemi perchè - sono conscio di sognare. E in generale i sogni sensati me li ricordo vividi quando mi sveglio.
    Però non mi sarei mai aspettato che comparisse, dopo Karajan, niente di meno che l'Avvocato.
    Che con il suo accento e la famosa erre francese mi dice : "Veda, io non ho mai preso una fotografia in vita mia, sono piuttosto stato spesso paparazzato"

    "ma chi mi è stato attorno, professionisti e parenti, compresa la mia adorata moglie, ha sempre avuto in mano una Nikon, si fidi, quando si conosce bene un cavallo, è inutile cercare altrove"

    Marella Agnelli con Gianni, a destra Marella con la sua Nikon F2

     
    Quindi come Dickens, dopo i sogni della notte di Natale, mi sono convinto grazie a due numi di quella levatura - peraltro non proprio famosi per la loro fedeltà coniugale, al contrario di me -  che sarà bene concedere a Nikon ancora un pò di quella pazienza che le debbo.
    Almeno per altri sei mesi ...
    ... certo che però quell'eye AF sull'occhio dei volatili mi affascina ...

    foto pubblicitaria della Sony a1 e del suo autofocus

     
     
  17. M&M
    E' semplice ed immediato, molto più di prima.
    Il sistema più facile è premere sul comando "Non letti" che si trova sulla destra della pagina, sotto al Cerca.
    Questo comando vi invierà dentro al menù Novità, opzione Non Letti e vi evidenzierà tutti i contenuti che non avete letto negli ultimi ... 365 giorni, di tutto il sito, forum, gallerie, articoli, blog e club compresi.
    Così non vi sfuggirà nulla.
    Ovviamente potete personalizzare la selezione.
    Oppure, come faccio io, andare direttamente nel Menù Novità, sotto al logo di Nikonland, e scegliere Tutte le Attività.
    Questo vi elencherà tutto, anche ciò che avete già letto.

     
    adesso la cosa difficile sarà ... come farvi scoprire che vi dovrebbe interessare leggere questo articolo ...
  18. M&M
    Lo Zara, ammiraglia della I Divisione Incrociatori della Regia Marina in navigazione verso quella che sarà la fatale notte di Capo Matapan
     
    ***
    Sono 80 anni oggi che ricordiamo i fatti accaduti tra Gaudo e Capo Matapan nel 1941 durante le operazioni collegate con gli scontri terrestri per il controllo della Grecia e la guerra dei convogli nel Mediterraneo.
    Per decenni ci siamo sorbiti la favola dell'inadeguatezza della nostra marina, dell'assenza di radar e di aviazione navale. Dell'imprecisione delle nostre artiglierie.
    Tutte cose vere, naturalmente. Ma anche in un mare piccolo come il Mediterraneo Orientale, un paio di radar e qualche aerosilurante biplano non avrebbero fatto tutta questa differenza se chi dirigeva le operazioni non avesse saputo in anticipo i piani dell'avversario.
    E' un fatto risaputo che le informazioni fanno sempre la differenza, ai tempi di Giulio Cesare come in quelli di Jeff Bezos e Joe Biden.
    Quindi la Regia Marina Italiana che usava la macchina Enigma per la crittografia dei propri messaggi non poteva sapere che gli inglesi sapevano invece con precisione i piani di navigazione già tre giorni prima della partenza delle navi italiane per una semplice puntata a caccia di convogli di rifornimenti inglesi diretti nel Peloponneso "da affrontare se in condizioni di superiorità per distruggere i cargo e la scorta per poi tornare rapidamente alle basi".
    La dura verità era che la Regia Marina era in inferiorità materiale, come dimostrato anche dopo l'attacco di Taranto e che poteva fare poco contro una marina abituata a sfruttare ogni piccolo vantaggio da secoli.
    Ma sapere i piani del nemico con precisione, anziché doverli intuire, costituiva un beneficio decisivo, in questo caso, persino non indispensabile, dato che non sappiamo se l'azione italiana avrebbe avuto il successo sperato.

    la RN Vittorio Veneto, ammiraglia della flotta italiana, in livrea mimetica all'epoca dei fatti di Capo Matapan
    A Bletchley Park c'era un ufficio apposito che si occupava dei messaggi italiani e da poco si era costituito un gruppo di lavoro tutto composto da giovani ex-studentesse.
    Con l'impiego delle tecniche messe a punto dai matematici guidati da Turing, fu abbastanza banale decifrare i dispacci sia prima che durante il raid italiano.
    Così l'ammiraglio inglese poté preparare una trappola presentandosi con tutta la flotta al completo ad attendere la sola Vittorio Veneto con la sua scorta.
    Il danno, riparabile, all'ammiraglia, pregiudicò subito l'azione che poi precipitò quando il Pola fu immobilizzato. E per tentare di salvarlo, di notte, venne esposta al tiro l'intera divisione di incrociatori.
    Beffa, oltre al danno, il siluramento dello Zara colpito dal tiro ravvicinato delle navi da battaglia inglesi guidate nel buio dal radar, mentre si stavano predisponendo le azioni di evacuazione dell'equipaggio. Con il pesante pagamento in vite umane oltre che in navi che ben conosciamo.
    80 anni dopo abbiamo una flotta alleata degli inglesi, con cui condividiamo l'impostazione di portaerei, che ora abbiamo e di impiego degli aeromobili, F-35 ed Harrier che sostituiscono quegli schifosi biplani siluranti, buoni come puntaspilli se pizzicati da un caccia ma che comunque tanto male ci fecero.
    Ma il fair-play non vale in guerra. Specie se dall'altro lato ci sono gli anglo-sassoni.
  19. M&M
    Handel's Heroines
    Concerto Live dell'Academy of Ancient Music di Cambridge del 12 marzo 2020
    Disponibile sul canale Youtube della stessa Academy
    Soprani : Mary Bevan e Jennifer France, direttore Laurence Cummings
    ***
    Ascoltato con Hifiman Jade II via Stax SRM-006t
    E' una gioia vedere, almeno in video un concerto pubblico.
    E' altrettanto una gioia vedere che la mirabile Academy of Ancient Music, fondata quando ero ragazzo dall'indimenticabile Christopher Hogwood gode di tanta salute e di lustro.
    Programma "ultra classico" e sicuro con una serie di brani musicali e arie da opere e oratori di Handel, sia in italiano che in inglese per la bellezza di un'ora e 45 minuti.
    Si apprezza il suono morbido e leggero, sempre firma inconfondibile dell'orchestra, sotto la guida del bravo Cummings che dirige al cembalo alternando la tastiera a quella di un piccolo organo positivo.
    Resta una formazione piccola, formata da splendidi solisti. Ottimo il primo violino James Toll e i fiati tutti, in particolare l'oboe.
    Ben accoppiate le due eroine che già nell'abito differenziano il ruolo, brillante ed estroversa Jennifer Frances, in rosso, scura e drammatica Mary Bevan, in nero.

    Jennifer Frances ha una dizione italiana ... un pò claudicante ma si rifà con un timbro molto brillante e un'articolazione abbastanza elastica

    Mary Bevan ha perfezionato il suo italiano (le ho fatto personalmente i complimenti via Twitter) ed alterna ottime arie italiane ad eccellenti testi inglesi
    Ma sono pronte a scambiarsi ruolo, come 'Verso gia l'alma col sangue' della Frances che interpreta con grande spirito drammatico anche se il suo massimo - con applausi scroscianti - lo da nella 'O Ecstasy of Happiness' and 'Myself I shall adore', aria tardiva dal Semele.
    Bellissimo finale con la meravigliosa ouverture de "Il trionfo del Tempo e del Disinganno" che apre al duetto 'Troppo oltraggi la mia fede, alma fiera' del Serse.

    in cui entrambe le protagoniste si lanciano sguardi velenosi carichi di fulmini.
    Insomma, concerto bellissimo che mi ha allietato un paio di ore. Questo è il periodo storico, musicale e artistico che più mi appassiona ed un concerto di questo livello - fortunati gli inglesi che se li possono permettere - mi fa sognare.

    Nel complesso ottima qualità del video e buona quella dell'audio, anche con un front-end di qualità assoluta (diciamo overkill) come quello elettrostatico che ho usato.
    Ma "Lascia la spina" cantata da Mary Bevan vale qualsiasi cosa ... tranne un volo fino a Cambridge, dove sarei certo troppo imbarazzato ad ammirarla per godermi la sua voce 


  20. M&M

    Recensioni : orchestrale
    Sir WIlliam Walton : Concerto per violino e orchestra in Si minore
    Karl Amadeus Hartmann : Concerto funebre per violino e orchestra d'archi
    Bela Bartòk : Concerto per violino e orchestra n.2 Sz. 112 in Si maggiore

    Fabiola Kim, Violino
    Munchener Symphoniker diretti da Kevin John Edusei
    Solo Musica 2019, formato liquido ad alta risoluzione
    ***
    Programma a tema per questo disco.
    Tre concerti per violino che hanno come legame la data di composizione o di prima esecuzione nel 1939, anno fatale in cui l'Europa precipitava nella folle conflagrazione dalle indicibili conseguenze.
    La protagonista è la violinista coreana di formazione americana Fabiola Kim che fa anche da collante tra le tre composizioni.
    Non c'è connotazione politica e in fondo il tema programmatico resta un pretesto.
    Infatti, nonostante nelle sue note biografiche si dica che conosce Bartòk da prima di nascere (la madre, violinista, suonava le sonate per violino del compositore ungherese durante la gravidanza), il suo temperamento non si lega poi così tanto alla musica dell'ungherese.
    La sua interpretazione, chiara e ben scandita è molto personale ma probabilmente troppo lontana dalla lucida e disperata follia che quella musica richiede.
    Non è una visione disprezzabile ma probabilmente lo stesso Bela non l'avrebbe apprezzata che, durante la scrittura del concerto e poi subito dopo la prima esecuzione era ossessionato dall'impellenza di fuggire dall'Europa con la sua famiglia.
    Decisamente più intonata allo spirito di Walton e al virtuosismo necessario per il suo concerto, composto su richiesta di Jasha Heifetz, richiede.
    Qui la Kim mostra decisione e temperamento, stemperando un pò certi momenti eccessivamente sentimentali della composizione.
    Il concerto per violino di Walton è molto bello ed è un vero peccato che non stia stabilmente in repertorio.
    Non conoscevo per nulla il bavarese Karl Amadeus Hartmann e il suo concerto per violino. Composto nell'autunno del '39 in reazione alla vittoriosa e tragica campagna di Polonia, invasa per un pretesto dalla Germania Nazista, caso che determinò l'inevitabile scoppio della guerra in Europa.

    é una composizione decisamente scura e lenta nel suo incedere. Anche qui i tratti politici evidenziati nel libretto - che sinceramente ci interessano poco - non influenzano l'esecuzione che resta lucida e tersa, con una visione coincidente tra solista e accompagnatori.
    Sottolineo la scelta del compositore di limitare l'articolazione ai soli archi, cosa che alleggerisce decisamente il quadro complessivo.
    E' comunque un brano interessante, una delle tante scoperte di questo 2019 molto generoso di proposte musicale.


    Al solito non mi stupisco di leggere che l'interprete suona uno Stradivari, uno strumento del 1733 dal suono chiaro che ben si intona al suo temperamento.
    Le note, le recensioni, i media in generale si attardano sui tratti appassionati e romantici del suo tocco.
    Sinceramente io la sento molto lucida, razionale, decisa. Alla Jansen se posso ardire.
    Poi sceglierà il repertorio che crede ma decisamente io la vedo più inclinata per Prokofiev che Bartòk, per Bach, piuttosto che per Sibelius, più per Strauss che per Frank o Grieg.
    Insomma, la attenderemo per vedere come deciderà di sviluppare la sua carriera.
    Per il momento decisamente più consigliato il 2° di Bartòk della Kopatchinskaya, ovviamente.
    Mentre per il concerto di Walton (che vale da solo questo disco), il mio riferimento è Yehudi Menuhin con Sir William alla direzione

  21. M&M

    Recensioni : Musica da Camera
    1942: Prokofiev, Copland & Poulenc
    Benjamin Baker, violino
    Daniel Lebhardt, pianoforte
    Delphian 23 aprile 2021, formato 44/24
    ***
    Il programma di questo disco si compone di tre sonate per violino e pianoforte composte nel 1942.
    Questa "coincidenza" lega le tre sonate, per il resto completamente dissimili e di compositori che hanno poco in comune tra loro se non una presenza nella città di Parigi (Copland per il perfezionamento con Nadia Boulanger, Prokofiev, esule durante la rivoluzione, Poulenc, beh, ci è nato e vissuto ed è sepolto a Parigi).
    Nel 1942 l'America era in guerra sui due continenti, la Francia era occupata dai tedeschi, Prokofiev era sfollato agli Urali come gran parte dei moscoviti non indispensabili allo sforzo bellico (durante l'inverno i tedeschi avevano tentato di prendere la città, senza successo).
    Ma in fondo nessuna delle tre sonate ha caratteri legati al momento storico, anzi, si inseriscono nella normale produzione dei tre compositori.
    Copland si é dedicato questa sonata nei momenti liberi della composizione di una colonna sonora.
    E', delle tre sonate, la più moderna, libera e lineare. Come sempre per questo compositore, permeata da temi folkloristici e idealismo americano.
    Graffiante e vigorosa quella di Poulenc ma non priva di momenti lirici di forte intensità e bellezza già nel primo movimento "allegro con fuoco".
    I biografi dell'autore legano l'intermezzo mediano e tutta la sonata alla memoria di Federcio Garcia Lorca.
    Completata il giorno di Pasqua del 1943 e presentata dall'autore stesso in prima assoluta nel giugno successivo come sfida all'occupazione tedesca.
    Avrebbe qualche influenza dalle sonate di Brahms, che Poulenc studiò in preparazione dei suoi tentativi di dedicarsi a questa forma.
    Sicuramente la seconda sonata per violino e pianoforte di Prokofiev rappresenta la composizione più strutturata delle tre. E questa è stata definita mentre l'autore si dedicava alle musiche patriottiche della colonna sonora del film di Eisenstein dedicato all'eroe nazionale Alexander Nevskij.
    Prokofiev scrisse alla moglie di essersi ispirato alla sonata in Re maggiore di Handel anche nella struttura adagio-allegro-adagio-allegro.
    Prima della esecuzione, avvenuta nel 1944, passò per la revisione di David Oistrakh che ovviamente la eseguì poi in pubblico.
    Ascoltandola oggi, sinceramente non si pensa che sia stata scritta durante la guerra (l'umore di Prokofiev mutò scrivendo le cosiddette sonate di guerra per pianoforte e poi le ultime sinfonie, incupendosi sempre più più per l'oppressione ideologica del regime che per la guerra patriottica contro i tedeschi) e potrebbe anche essere stata scritta nel felice periodo di Parigi.

    I due interpreti danno una rappresentazione molto fresca e brillante delle tre sonate.
    Non vedo punti deboli, sebbene esistano tante altre edizioni alternative.
    Credo che la giovane età e la presenza "nel nuovo mondo" però permetta loro di caratterizzare al meglio la più progressista sonata di Aaron Copland.
    Comunque è un disco che mi è piaciuto molto fin dal primo ascolto e che ho riascoltato molte volte prima di scriverne.
    Ve lo consiglio anche se non conoscete questa musica (ma dovreste).

    Registrazione chiarissima ed equilibrata.
     
  22. M&M
    Si sta chiudendo il 2020, anno di relativa reclusione con poche possibilità di sfogo usuali, anche per mancanza di soggetti disponibili, almeno da parte mia.
    Però ricchissimo di occasioni di provare materiale fotografico Nikon (e per Nikon) che ci sono state comunque offerte dai nostri partner e che hanno generato acquisti.
    Ne ho scritto nei vari articoli ma vorrei in questo blog fare una riflessione su quanto mi è capitato in mano, così a distanza, riportando a freddo le mie impressioni.
    ***
    Il 2019 si è chiuso con lo straordinario Noct Nikkor Z 58mm f/0.95 e il 2020 si è aperto con lui.
    Le mie impressioni restano vivide ed indelebili.
    Non ho mai provato un obiettivo così e credo che non avrò tempo per sensazioni equivalenti. Magari simili, si, ma non di quel livello.
    Il Noct fa specie a se, rappresenta in sintesi quanto Nikon è capace di fare oggi in campo ottico e chiude/riapre una parentesi grigia, di prodotti per reflex mediocri, intervallati da rare gemme.
    Ma nessuna di questo livello.

    un manichino in una vetrina. E' il 6 gennaio 2020, fa un freddo cane a Como. E' mattina presto e in giro ci sono solo io.
    Qui su Z7 il Noct è ovviamente tutto aperto. Scatto ad 1/160'', ISO 140 bastano per avere una presa ferma.
    Gli altri manichini dietro al primo sono del tutto liquefatti.
    Come la cattedrale di Como, dietro a queste luci natalizie :


    Il Noct rappresenta la nobiltà di rango. Quella verso cui nessun arricchito potrà mai tendere.
    Obiettivo che è bene resti per pochi perchè non è bene che questo strumento di piacere fotografico finisca in mani volgari.
    ***

    E' solo il 24 gennaio e già vediamo il primo prodotto nuovo dell'anno.
    La nuova reflex Nikon D780 che rappresenta la sintesi tra le Nikon Z (la Z6) e le reflex (la Nikon D750).
    Un ponte che apre possibilità da esplorare a chiunque abbia un pò di fantasia e sappia servirsene per fotografare.

    questi sono i due cuccioli di casa impegnati nella loro occupazione principale : giocare spensierati
    mentre questo è quello stronzone dell'ingegnere di Novara che invece ha impegnato il 2020 per raggiungere il record di assenze da Nikonland, nononstante ad inizio anno lo avessimo inserito in redazione

    un ritratto commovente, complice la qualità assoluta del Nikkor F 105/1.4E, ripresa in modalità mirrorless con riconoscimento del viso del soggetto : in pratica come avere una Z6 ma utilizzare obiettivi Nikkor F senza FTZ !
    ***
    Ho detto di essere ancora impressionato dalla qualità unica del Nikkor Z 58mm ma in febbraio ho il mio unico contatto con l'unico zoom che sinora mi ha lasciato senza aggettivi e senza superlativi.
    Sarebbero sprecati per definirlo.

    Il Nikkor F 180-400/4 TC non è solo uno zoom, è un intero arsenale pensato per quei - pochi, visto che costa come una motocicletta - fotografi sportivi o fotonaturalisti che hanno la necessità di avere una lunghissima escursione focale senza mani cambiare alcunchè del proprio setup, nemmeno dover inserire un teleconverter. Perchè questo è integrato e si inserisce nel percorso ottico con una semplice click.
    La qualità costruttiva é sensazionale ed ai massimi livelli ma ciò che colpisce è il livello assoluto di qualità d'immagine che abbaglia, lascia senza fiato.

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    Era ancora febbraio e appena gli ultimi giorni prima del lockdown avevo l'occasione di provare la piccola ma carinissima Nikon Z 50 e i suoi due obiettivi DX

    nel kit di valutazione in valigetta a prova di attacco NBC con tutto il necessario per divertirsi che io ho utilizzato nel quadrilatero della moda a Milano facendone anche un articolo internazionale :

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    Sempre in febbraio, il primo contatto con l'EYE AF automatico per gli animali domestici, qui alla prova delle mie furie !

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    Ma neanche un attimo di tregua e giusto ad inizio marzo, in anteprima assoluta due prodotti appena annunciati che però saranno distribuiti solo a partire da fine estate/autunno.
    Il Nikkor Z 70-200/2.8 S e il Nikkor Z 24-200
    obiettivi tanto eccellenti che ho comperato per il mio arsenale personale.


    con il Nikkor Z 70-200/2.8 ho fatto alcune delle mie foto più belle dell'anno, mentre con il Nikkor Z 24-200 faccio adesso tutto lo still-life della mia rinnovata passione per il modellismo militare in scala :

    Nikkor Z 24-200@80mm, f/11


    Nikkor Z 70-200/2.8 S @200mm, f/2.8
    ***
    Tubi di prolunga Meike nativi per Nikon Z in marzo.
    C'è aria di primavera e le api sono già in attività sui primi fiori.

    Nikon Z6, tubi Meike, Nikon FTZ, Sigma 135/1.8 ad f/4m 1/4000'', ISO 1100
    ***
    In marzo faccio anche la conoscenza con il software di stacking Helicon Focus che insieme al programma di controllo remoto della fotocamera Helicon Remote diventano i miei standard di tethering per ogni riproduzione

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    era arrivato da qualche mese ma non l'avevo usato, il Godox FV200, luce continua LED insieme a flash.
    Strumento sensazionale :

    Nikon Z50 con Nikkor Z 70-200/2.8 S ad f/2.8 e 200mm, luce di schiarita in controluce con Godox FV200
    ***
    All'inizio di maggio arriva la NIkon D6, ultima ammiraglia reflex

    l'ultima ammiraglia con sopra uno splendido Nikkor-S 5cm f/1.4 modificato AI

    51.200 ISO e non sentirli
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    con la compatibilità delle Nikon Z verso le nuove schede CFExpress ho fatto un milione di test di lettura e scrittura di queste schede con 3 diversi lettori

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    Uno dei primissimi obiettivi universali per attacco Nikon Z : il Viltrox 20mm f/1.8 che da pochissimo ha messo a disposizione anche il primo obiettivo AF per Nikon Z, un bel 85/1.8 a quanto ci dicono.


    ***
    Siamo intanto arrivati in agosto ed ecco a noi la Nikon Z5 in anteprima mondiale


    Nikon Z5 e Nikkor Z 70-200/2.8@200mm
    La Nikon Z5 è una vera Nikon Z, una differente offerta, non una offerta inferiore, rispetto alla Z6. Ed é la prima Nikon Z full-frame ad arrivare con doppio slot di memoria e schede SD alla portata di tutte le tasche.
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    Settembre si apre con la consegna ufficiale del Nikkor Z 70-200/2.8 S e dei suoi teleconverter, qui in fotografia di famiglia :

     

    Nikon Z7 con Nikkor Z 70-200/2.8@400mm f/5.6 in luce naturale
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    il TTArtisan 11mm f/2.8 che però lascio a Max perchè io un fisheye non so da che parte si guarda ...
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    il bel TTArtsan 35/1.4 per Leica M qui provato in macro con tubi di prolunga
    ***
    Ed infine, i botti di fine anno : Nikon Z6 II, Nikon Z7 II e Nikon MB-N11

    il mio piccolo amico che mi ha lasciato appena giunta la Z6 II

    l'unboxing della Z6 II
     
    ***
    Ma soprattutto l'anno si chiude con il fantastico Nikkor Z 50mm f/1.2, una vera replica del NOCT Nikkor che mi aveva messo "in crisi" lo scorso Natale e che qui con la nuova Z7 II da il meglio di se


    l'anno si è chiuso come era cominciato con uno straordinario "normale" Nikkor.
    ***
    Quindi sarà stato un anno difficile e particolare ma Nikon ha fatto la sua parte, Nital la sua in modo eccellente e Nikonland non si è tirata indietro mai, in nessun momento, nonostante le difficoltà
  23. M&M
    Forse l'ho già scritto ma mi ripeto.
    Se fossi un compositore sarei Johannes Brahms.
    Le due anime - quella formale e austera del devoto edificatore di perfette cattedrali armoniche contrappuntistiche e quella dell'incurabile romantico nostalgico e melanconico - mi si attagliano perfettamente.
    Io sono così, e sono un tenace e testardo costruttore, uomo del fare a tutti i costi.
    Sono altrettanto convinto che i nati nello stesso periodo dell'anno (lui il 7 maggio, io il 22 aprile) specie nella prima fase lunare, siano più simili che differenti.
    E in effetti abbiamo molti altri connotati simili che se sottolineassi, scivolerei troppo nell'autobiografico.
    Questo invece vuole essere un buon compleanno al mio amico Hannes. Domenica saranno 190 anni esatti dalla sua nascita ad Amburgo.
    E siccome non sono certo di essere qui a celebrare i 200, mi porto avanti.
    Quindi Sacher Torte (il cioccolato, i dolci, la pancia, il vestire trasandato sono altre cose che ci legano : ma giuro ho cominciato a studiare Brahms che ero già adulto e già irreparabilmente così !) e bollicine imperiali per tutto il week-end.
    Ancora auguri, amico mio, Tu non sai quanto mi hai fatto sentire meno solo !
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