Medtner, Concerto n. 2, Rachmaninov, concerto n. 3 : Hamelin/Jurowski - hyperion
Recensioni : orchestrale · Mauro Maratta · 01/11/2025 09:52 AM
Rachmaninov, concerto per pianoforte e orchestra n. 3
Marc-André Hamelin, pianoforte
London Philarmonic Orchestra diretta da Vladimir Jurowski
hyperion, 28 marzo 2017, formato 96/24, via Qobuz
***
In generale rifuggo da Medtner come dai lassativi ma la recensione entusiastica (10/10) di un noto critico d'oltreoceano mi ha attirato.
Considero Hamelin un pianista eccezionale in tutto il suo repertorio e Jurowski uno dei migliori della sua generazione, specie come accompagnatore di solisti.
Qui sono accoppiati due concerti per pianoforte iper-romantici di due compositori che si frequentavano con grande amicizia.
Non avevo mai ascoltato il concerto di Medtner (e non sapevo che ne avesse composti più di uno).
C'è tanto materiale tematico in questo concerto ma sembra tutto sottosviluppato, monco, sovrapposto.
Come certe trovate commerciali per attirare il pubblico : si mette tutta la mercanzia sul banco e si fa un pò di clamore per richiamare l'attenzione.
Ma se il primo ascolto mi ha suscitato ... distrazione dopo un pò, il secondo e il terzo, più che altro noia.
Non riesco proprio a seguirlo.
In questo, pianista e orchestra, non hanno colpe, anzi, ci mettono del loro per rendere al meglio un affare che - per me - non è certo un capolavoro. Anzi, credo che sia uno dei tantissimi concerti per pianoforte dell'ultimo periodo romantico che potrebbero restare in archivio permanentemente.
Rachmaninov è chiaramente un'altra cosa.
Ma qui temo che Hamelin ecceda in una sorta di autocompiacimento apollineo che lo fa sembrare lento. E Jurowsky lo asseconda rallentando gli ingressi orchestrali.
Manca quella brillantezza che - non so Sergei - altri grandi pianisti ci hanno riservato.
Tutto molto elegante e perfetto, come una gita in slitta con pellicce di zibellino e di volpe in un pomeriggio di gennaio.
Purtroppo la discografia qui è smisurata. Senza scomodare la Argerich, non ci sono che esempi ed esempi da prendere a confronto. Da Earl Wind a Van Cliburn per gli anni d'oro. Sino a Lugansky e Giltburg dei giorni nostri.
Il suono mi sembra anche un pò sottile, quasi secco alle volte, sia in cuffia che nei monitor Adam Audio e forse questo ha contribuito al mio giudizio.
Che non è negativo, ma nemmeno mi sento di consigliarlo.
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