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  1. Benjiamin Britten : concerto per violino e orchestra Reveille Suite per violino e pianoforte, op. 6 due pezzi per violino, viola e pianoforte (prima registrazione mondiale) Isabelle Faust, violino Alexander Melnikov, pianoforte Boris Faust, viola BR Klassik (harmonia mundi), 12 aprile 2024, formato 96/24, via Qobuz *** Il concerto è una registrazione dal vivo da Monaco di Baviera, sede dell'orchestra della Bayerischen Rundfunks, del 28-29 ottobre 2021. Due parole sulle composizioni di questo programma, metà dal vivo e metà in studio (Berlino, agosto 2022). Il concerto, celeberrimo, pensato sul finire del 1938 e già del tutto abbozzato nel 1939 durante il viaggio di Britten in America. Orchestrato in settembre, durante l'invasione della Polonia, presentato in anteprima mondiale a New York il 29 marzo 1940 con il violinista spagnolo Antonio Brosa - dedicatario del concerto - e Sir John Barbirolli alla guida della NY Phil. Rivisto moderatamente negli anni '50, ha la classica forma in tre movimenti che però non hanno nulla in comune con il concerto classico/romantico. Tolte le reminiscenze beethoveniane degli echi dei timpani iniziali, la forma è contemporanea, simile al concerto per viola di Walton [1923], e al primo di Shostakovich [1948] (che a sua volta deve molto al primo di Prokofiev, 1923). Britten in età matura confessò che avrebbe potuto scrivere pagine molto più complesse di quelle che consegnò alla storia ma desiderava che potesse essere ascoltata con piacere dalla maggior parte degli appassionati di musica. E per fortuna, perché molta della sua musica è ostica, difficile, da eseguire ed ascoltare. Ma è di una raffinatezza e di un gusto straordinari. Prendiamo questo concerto che presenta difficoltà per l'esecutore elevatissime, al limite fisico in determinati passaggi, con un confronto solista->orchestra a tratti tesissimo, cambi di ritmo improvvisi, asperità e dolcezze che si susseguono senza apparente respiro. Momenti realmente "feroci" sebbene definiti come "animati" nel manoscritto, colori caldi, settembrini, opposti a tonalità invernali. Forse comuni, in parte, alle seguente Sinfonia da Requiem (1940), pensata sulle impressioni della guerra in atto ma ispirata ai macelli di quella precedente. Tutta un'altra faccenda il "Risveglio" [Reveille], "for Toni Brosa" del 1937 che segue il concerto. Probabilmente perché l'amico Toni non era solito alzarsi presto al mattino, e Beniamino gli indicava nella partitura, in italiano, "Andante - rubato e pigro". Nella realtà alla morbidezza del risveglio fa subito largo un incalzare ostinato e continuo di figure rapide e altamente virtuosistiche del violinista. Che doveva essere già ben sveglio in quel momento ! I due brani finali, di rarissima esecuzione e qui registrati per la prima volta, sono opere giovanili dello studente sedicenne e con l'influenza del maestro Frank Bridge, violista appassionato. La suite invece, anche essa giovanile (1936) ha influenze che vengono da linguaggi moderni differenti. Possiamo richiamare sia Berg che Stravinsky ma ci sono anche influenze francese (sia Ravel che Debussy). Pur scritta a soli 21 anni, è un'opera colta, complessa, matura, strutturata e con tutti i connotati del Britten di successo. Anzi, se vogliamo, più pura di alcune, elaborate e faticose partiture del dopo guerra. I due strumenti giocano e dialogano prendendosi anzi, guadagnandosi, ognuno il suo proprio spazio. *** Ma veniamo al disco. Il concerto di Britten è uno dei miei preferiti e lo conosco profondamente. Credo che sia tra le pagine di riferimento per la letteratura di quello strumento, non solo per il XX secolo. Britten, a mio parere, richiede un preciso equilibrio tra razionalità astratta e passione viscerale. L'eleganza di Isabelle Fausta ci va a nozze ma nei momenti più estremi sembra che la celebralità un pò tutta teutonica la porti a frenare gli eccessi. Ne viene un pò attutita la forza esagerata che, nella esecuzione dal vivo, Janine Jansen con Paavo Jarvi mi coinvolge letteralmente. Per Isabelle sembra più una cosa di tutti i giorni (ma non l'ho potuta vedere dal vivo, quindi non lo posso dire). Il che non significa che la sua esecuzione non sia esemplare, come lo è sempre in assoluto in tutte le sue performance. Vorrei un pizzico in più di calore e di passione. Bellissimo il Reveille, che segue alla lettera le indicazioni dell'autore. Sensazionale invece la Suite, con Melnikov che conferma l'intesa perfetta con la sua compagna di tante performance. Dei due pezzi finali sono resi, con trasporto puramente viennese [seconda scuola], con echi di Hindemith e di Reger, insomma, un viaggio mitteleuropeo, il primo. Parigino e raveliano il secondo, con il violino petulante che evita di sovrastare la lamentosa viola (qui suonata dal fratello Boris Faust, non nuovo ad incisioni con Isabelle). Il disco si chiude con un'atmosfera di sogno (con tinte da incubo notturno) [con molto moto] che si contrappongono ai toni olimpici del [Moderato con moto] del primo movimento del concerto. La registrazione è magistrale, il tono del violino è chiaramente distinguibile (so che Isabelle ha suonato lo Stradivari Bella Addormentata del 1704, mi sembra quello ma nel disco non è indicato). Nel complesso un disco bellissimo che rende giustizia ad un compositore complesso ma straordinario, con musicisti assolutamente eccellenti (lo stesso direttore Hrusa è tra i più promettenti della sua generazione, sull'orchestra non c'è molto da aggiungere, è tra le migliori al mondo).
  2. E perché mai ? Aveva fatto il suo tempo già nel 2003 ! Tranne che, come per il 58mm, a te non piacciano proprio gli obiettivi che non mettono a fuoco mai, tranne nelle notti di plenilunio che cadono il 29 di febbraio.
  3. E' Bella a prescindere dal gergo, dalla lingua, dall'obiettivo, da tutto
  4. Rimandato al 2025, come c'era da immaginare...
  5. La spiegazione è molto più prosaica. Si tratta di una promozione tipo "campagna a premi". Basta leggere il regolamento (---> QUI <---) con tanto di intervento notarile. Uno sconto diretto sarebbe tutto un altro paio di maniche e, anche se temporaneo, avrebbe altro impatto contabile e fiscale. Fatto così, costa semplicemente di meno e detto costo è quantificato nel suo massimo importo possibile ad inizio campagna (30 pezzi, circa 30.000 euro). Certo anche io penso che i battery grip non siano andati a ruba e che l'FTZ oramai sia un oggetto che chi ce l'ha, ce l'ha, mentre gli altri non sono più interessati. Ma è un'offerta strutturata così, prendere o lasciare. Chiariti gli aspetti che muovono il venditore, sul lato dell'acquirente, nessuno è obbligato ad aderire se non è interessato, vero ? E' evidente che ci saranno (tante) altre campagne promozionali nei mesi e anni a venire su tutti i prodotti maturi.
  6. Luciano, io ho il sospetto che Ciccillo cerchi solo le cose che costano meno, senza badare alla sostanza, a prescindere da quanto gli segnaliamo. Io gli ho scritto PD, GaN III, 20V e 3A e lui ne ha cercato un altro a caso, da metà prezzo Ma l'alimentazione è importante, molto importante. Sempre. Anche per questo, riguardo "alla politica protezionistica [...] in particolare rispetto alle batterie", continuo a non essere d'accordo con le tue affermazioni. Mettere una bomba non certificata dentro ad una fotocamera che vale migliaia di euro a che pro ? Per me Nikon fa benissimo a tagliare fuori via firmware le batterie non riconosciute. Probabilmente ha salvato molti incauti acquirenti risparmiosi alla Ciccillo da esplosioni e gonfiamenti
  7. Quelli che ho indicato sono tutti 20V e 3A (misurati). Io non lo prenderei da meno di 3A.
  8. Concordo. Sostituire un obiettivo attuale e moderno per continuare ad usare un ferrovecchio con un sensore di un'era geologica passata sarebbe mortificante. La D3100, oltre ad essere filosoficamente una fotocamera limitata per progetto (come tutta la serie 3000), è anche antiquata. Questa sarebbe già un bel passo in avanti : una D7500, ancora meglio
  9. E' sicuro ? cit. Perchè questi sono gli ultimi 3 che ho comprato io (tutti in grado di muovere una locomotiva). Ma penso che ne troverei a decine.
  10. Il "cazzillo" cinese dice 9 V, 2 A, questo piccolo power bank dice 12 V, 1.65A. Per cui forse si, forse no, perché nell'alimentazione conta il prodotto V * A, non bisogna guardare solo la tensione. Prendine uno serio (PD, GaN III, 20V, 3 A), vedrai che probabilmente funzionerà regolandosi automaticamente. In caso negativo, ti resterà in casa un power bank utile per tante altre cose; anziché collezionare cose inutili, meglio comprare cose buone.
  11. TNT/Audivina Rule (ma chi é questo che mi martella direttamente dentro al cervello ? ) Non è profondo come nelle Arya o nelle Ananda ma è li davanti, gonfio, pieno. E la voce non lo copre come nelle altre cuffie. Vive la difference.
  12. Non ho una Nikon Z7 per verificare ma a memoria io ricordo che sulla mia, l'impostazione veniva mantenuta. Tutte le mie Nikon Z attuali (Z9, Z8, Zf e 3xZfc di colori differenti), se sono impostate su "Fotografia Silenziosa=ON" lo restano finché non le riporto io in OFF. C'è ancora ONLINE qualcuno in possesso di una Z7/Z6 che possa verificare se ricordo correttamente ?
  13. Menù Ripresa Foto --> Fotografia Silenziosa = ON
  14. Visto che avete allargato il discorso agli obiettivi, sinceramente continuo a confermare di avere tutto quello che mi serve. Tranne un 105/1.4 Z "Plena". Anzi, ho programmato un'operazione "alleggerimento" che andrà in corso appena questi si decidono a far uscire questo nuovo 35mm, perché il 35/1.8, nonostante tutti gli sforzi, continua a non appassionarmi mentre ho svariati Z che praticamente non uso mai. Sulle macchine, penso solo ad un modello superiore alla Z9 (potrebbe essere questa Zh se mai uscirà, oppure la Z9 II a patto che non vada su di megapizze). E con quello mi sa che andrei così avanti nel tempo da non doverci più pensare per un pezzo. Continuo a non capire perché ci siano ancora fotografi che cercano più megapizze di quelle che hanno !
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