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Mostra il contenuto con la massima reputazione da 25/03/2024 in Articoli

  1. Viltrox ne ha fatto un'altro dei suoi. Finalmente un grandangolare deciso come un 20mm, full frame ed autofocus, dedicato alle Nikon Z, sopratutto a quelle i cui proprietari si lamentano da tempo con Nikon del fatto che su una mirrorless compatta, come le serie 5,6,7 e Zf, ancora non siano stati creati anche obiettivi piccoli, leggeri, economici... Eccolo qua: un 20mm che costa solo 189 euro e pesa solo 173gr, ovviamente in policarbonato, ma con la baionetta posteriore in solido alluminio contatti elettrici inclusi, per garantire pienezza di compatibilità con ogni corpo macchina Z, anche quelli DX, che sognano una serie di obiettivi di questi pesi e prezzi. Per intenderci, è più leggero di 100g dell'ultimo 20mm compatto di Nikon, quel AFD f/2,8 del 1989 che abbiamo usato un pò tutti per tanto tempo ma che a questo Viltrox lascia mezzo cm di diametro (quello usava filtri da 62, questo da 52) oltre al peso superiore ed al prezzo che incredibilmente da usato di 35 anni è superiore a questo del Viltrox da nuovo !!!! Effetti del cambiamento climatico ? le dimensioni sono quelle però.... paraluce a petalo dal montaggio un pò fragilino, senza uno scatto netto al bloccaggio, ma efficiente dalle indicazioni sulla flangia dell'obiettivo ricaviamo che la dimensione immagine sia superiore alla diagonale del formato 24x36 (che sta attorno a 40mm, contro i 43,3 di questo Viltrox) il che fa già pensare che quest'obiettivo rispetti la focale nominale e magari sia "aggiustato" nei dettagli peggiori....lasciandoli fuori dalla copertura effettiva. La distanza minima di messa a fuoco è quella usuale per queste focali, di 19cm dal piano focale. Anche montandolo sulla Z9 con la quale ho scattato le foto che seguiranno, fa figura, pur essendo più o meno la metà di uno qualsiasi dei fissi f/1,8 Nikon se lo paragonassimo al 20/1,8 (il prossimo test).... entrerebbe nel suo paraluce e costerebbe meno dell' IVA del prezzo di quell'obiettivo Le curve MTF parlano bene del centro immagine e un pò meno dei bordi, come era immaginabile, ma ciò non ci toglie coraggio nè voglia di scattare foto (magari di muri dai mattoni rossi): del resto la presenza di lenti speciali, ci rende ancora più ammirati dello sforzo di questi cinesi. L'aggiornamento firmware si realizza collegando al computer l'obiettivo stesso, come fosse una memoria di massa, attraverso un cavetto USB-C non c'è molto altro da aggiungere e neppure da chiedere, penso.... Deformando la prospettiva inclinando allo spasimo la fotocamera verso l'alto, certamente distorce ai bordi: ma qui avevo il monitor a 90 gradi e l'inquadratura realizzata a filo sul bordo inferiore... rimettendo l'orizzonte in bolla, tutto cambia, anche se a tutta apertura, salvo l'incremento di vignettatura agli angoli (che però non ci abbandonerà del tutto neppure a f/11) Cromaticamente è costruito molto bene, con queste schema a 10 lenti in 8 gruppi tra cui ben 5 lenti speciali, che conferiscono dei colori lievemente differenti per saturazione e contrasto dalle nostre abitudini nikoniste, con una netta prevelenza del rosso sul blu anche e sopratutto in ombra (pdc estesissima già da f/8, come si conviene ad un 20mm) in ogni situazione pronto (non sempre prontissimo) con il suo motore AF STM, assicurata la lettura in EyeAf in tutte le sue modalità, offerte dalla mia Z9 facile anche nel passaggio di sensore AF sull'occhio del soggetto vicino, se lo si desideri... certamente indicato per street e reportage, dove non sia richiesto isolare un soggetto ripreso a media distanza: anche f/5,6 in questi casi è totalitario... Se lo si inclini verso l'alto o verso il basso....distorce: ma siete stati voi... se invece lo si tenga in bolla, regge... Oltre alla vignettatura si nota anche un bel pò di distorsione, sia a cuscinetto, sia a barilotto, effetto evidente della differenza di correzione hw che avvantaggia gli obiettivi Nikkor sui non originali... ma in fondo, anche questo ce lo aspettavamo da un obiettivo da 189 euro di prezzo: quello che non gli è richiesto certamente è di essere utilizzato come strumento per realizzare copie di originali, come con nessun 20mm in commercio, nessuno si sognerebbe di provare a fare. Quello che ce lo fa piacere è di certo la possibilità di realizzare immagini connaturate alla sua dimensione e destinazione, piacevoli e durevoli nel tempo. la strada è il suo palcoscenico. La nostra fantasia, il suo unico limite reale... Max Aquila photo © per Nikonland 2024
    25 punti
  2. Acquistato al Nikonstore.it, appena arrivato in laboratorio, apriamo insieme la scatola. che si presenta come tutte le altre scatole Nikon Z, nero integrale con sfumature gialle. ci accoglie il paraluce avvolto in bugnato di plastica doppia protezione in polistirolo espanso l'obiettivo è rivestito in cellophane la dotazione completa, i manualetti/garanzia. dettaglio del paraluce di forma abbastanza inusuale, quasi più orientato al video che conferma il passo filtri da 77mm, quasi esagerato per un obiettivo di questa classe ma almeno standard, per chi utilizza filtri ND o polarizzatori. eccolo qui, in primo piano, davanti all'obiettivo. dettaglio dell'iscrizione attorno alla parte frontale dell'obiettivo produzione, ovviamente, cinese, non ci saremmo aspettati diversamente vista la classe di appartenenza particolare dell'anello di zoomata e della ghiera programmabile. E' evidenziato dalla feritoia colorata in arancione il blocco (lock) che impedisce che l'obiettivo si allunghi se preso in mano mentre è a riposo (cosa che si verifica se è montato su un corpo macchina e viene sollevato verso l'alto, tenendolo per la parte superiore). pur essendo quasi integralmente in policarbonato si presenta bene, sia sul piano estetico che costruttivo. E' analogo - ad esempio - agli obiettivi Nikkor Z di derivazione Tamron che presumibilmente escono dalla stessa fabbrica cinese. naturalmente, rispetto alla posizione minima di 28mm, in posizione 400mm l'obiettivo si allunga. Sono due i cilindri concentrici che fuoriescono dal barilotto esterno. Ma questo è un caso assolutamente comune per gli zoom di questa fascia. Come vediamo in un confronto con altri Nikkor Z a sinistra il 24-200/4-6.3 di cui questo nuovo 28-400/4-8 risulta già a prima vista consanguineo, a destra il più pregiato Nikkor Z 100-400/4.5-5.6 che con il nuovo super-zoom è accomunato esclusivamente dalla focale massima di 400mm. Notare i paraluce completamente differenti tra loro. qui i tre zoom estesi alla focale massima. Impressiona la compattezza del 28-400 rispetto al più corto 24-200 in entrambe le posizioni. Qui lo abbiamo montato sulla Nikon Zf che potrebbe tranquillamente essere la sua destinazione a 28mm a 400mm e ancora a 28mm E qui, per finire, alcune immagini di repertorio, più dettagliate (focus stacking della Zf su treppiedi Manfrotto) *** Complessivamente le prime impressioni sono positive. A condizione che le aspettative siano allineate a quelle rivolte ad un superzoom - che sia questo o il pariclasse 24-200 - ovverosia un obiettivo di compromesso con una eccezionale escursione focale, una luminosità massima relativa (molto) contenuta e prestazioni ottiche indotte da queste considerazioni. Insomma non lo prenderemmo in considerazione come alternativa al più prestante Nikkor Z 24-120/4 che, giustamente, è di classe S, più qualificato per fotografia di elevato livello. Ma per tutte le situazioni in cui - in pieno sole o con il flash - si debba o si voglia fotografare qualsiasi cosa senza mai cambiare ottica. Immaginiamoci ad un rally, oppure ai bordi di una pista di motocross dove si deve passare dal primissimo piano alla panoramica, senza poter cambiare mai obiettivo anche per proteggere la fotocamera da polvere, terra sollevata dai veicoli, schizzi e fango. Avendo peraltro un obiettivo "a perdere" molto meno costoso di un 100-400 o di una coppia 70-200+400mm da usare necessariamente con due corpi macchina (e costi/ingombri/pesi inerenti). O per i reporter di vacanze, viaggi ed escursioni, che con un obiettivo relativamente compatto, magari semplicemente accoppiato con un fisso luminoso (tipo 20 o 35mm f/1.8) possano affrontare qualsiasi situazione, anche ad un safari o in cima al mondo (sia Artico o Antartide che voi vogliate). Non è chiaramente un obiettivo progettato per resistere a condizioni climatiche estreme, ma finora non abbiamo riscontrato problemi con nessun Nikkor anche con pioggia o umidità o vicino a specchi d'acqua, anche nel recente passato. Il proprietario di questo obiettivo, comunque, saprà regolarsi per il meglio. Di fatto l'obiettivo ha anelli di tenuta per polvere e umidità, come di consueto per Nikon il progetto nasce da uno schema piuttosto complesso con sfoggio di lenti speciali e sfruttando tutte le possibilità dell'ampio attacco Nikkor Z. Già dalle prime immagini, abbiamo la conferma di quanto questi nuovi Nikkor Z, anche in queste configurazioni estreme che sulle reflex avremmo guardato con sospetto, si discostino dai superzoom precedenti. Nitidezza, colori, assenza di difetti ottici evidenti, capacità di adattarsi allo stile fotografico di ognuno, sono di tutta soddisfazione. La piccola differenza tra gli MTF a 28 e a 400mm del resto parla da sola il resto lo fanno, certamente, le correzioni automatiche delle Nikon Z. Naturalmente sin da subito ci si dovrà confrontare con la scarsa luminosità del progetto, obbligatoria per contenere pesi e dimensioni. Qui abbiamo uno scatto in ombra, in una giornata di sole, che pur a soli 1/400'' di tempo di scatto, ha richiesto di salire a 6400 ISO nessun problema per la Nikon Zf che a queste sensibilità esibisce poco rumore. Ma il fotografo ne tenga conto, perché già a 125mm l'obiettivo apre a solo f/6.7 In particolare, ecco le luminosità alle focali principali : 28mm : f/4 35mm : f/4.2 50mm : f/5.6 70mm : f/6 105mm : f/6.3 200-400mm: f/8 perdendo quindi a 200mm 2/3 di stop rispetto al più luminoso 24-200mm. Ma tolto questo aspetto, importante ma già evidenziato dal progetto e cui ci si dovrà confrontare prima dell'oculato acquisto, vogliamo sottolineare ancora le qualità di elevata flessibilità di questo oggetto che sostituisce, da solo, un intero corredo. quasi macro per le distanze minime in gioco molto ridotte (qui a 360mm e circa un metro e mezzo di distanza) paesaggistiche alla focale minima (qui a 28mm, f/8 su Nikon Z8, profilo colore specifico della fotocamera) da "caccia fotografica" senza muoversi dal punto di ripresa, semplicemente cambiando visuale e portando lo zoom a 400mm (f/8, 1/1600'', ISO 500 in formato DX della Nikon Z8 per 20.2 megapixel, riconoscimento automatico dell'occhio degli uccelli) Insomma, abbiamo uno zoom 14.2x, che pesa solo 725grammi, è appena più grande del già compatto 24-200 (e quindi grande circa quanto il 24-120/4) essendo lungo a riposo solo 14cm. Ben stabilizzato (anche se a mirino si vede spesso ballare l'immagine : ma ci sta). Che mette a fuoco a distanze minime tra 20cm e 120cm (50cm a 50mm) che si permette un diaframma a 9 lamelle (e lo sfuocato in fondo non è male). Ha uno schema ottico complesso 21 elementi in 15 gruppi (inclusi 4 elementi ED e 3 elementi asferici) ed è costruito in linea con le aspettative. Nel video è eccellente, forse più che in foto (e anche in questo caso, la modalità DX della ripresa, permette di avere filmati -da 2K a 8K a seconda della fotocamera usata - con una escursione focale che certi cineasti si sognano) anche a mano libera, non perde il fuoco e segue i soggetti con agilità. L'autofocus non è da primato ma adeguato alle necessità. Meglio tenere tempi più veloci del necessario per soggetti molto rapidi. Da verificare la variazione focale al variare della messa a fuoco, sia in video che in foto, ma questo sarà oggetto di ulteriori approfondimenti di cui vi renderemo conto prossimamente. Per ora abbiamo messo qualche foto in galleria, pregando come sempre, i fortunati acquirenti di questo obiettivo, di non farci mancare i loro scatti e le loro impressioni su questa nuova proposta Nikon di cui noi ci sentiamo già ragionevolmente soddisfatti.
    25 punti
  3. Generalmente uso obiettivi Nikkor Z sulla Zf. Magari non proprio quelli più enormi, se possibile i suoi due Special Edition e qualcuno di quelli più compatti. Oppure il Viltrox 20/2.8. Ma la Zf si accoppia esteticamente meglio con obiettivi più eleganti se non proprio d'epoca. Il guaio è che quelli con attacco Z sono pochi e costosissimi. Impensabile per me acquistarli solo per l'estetica (penso, ad esempio, agli ultimi Voigtlander). Ecco che mi viene in aiuto un cinese che ho in casa, che pur con attacco Leica M ha in dotazione un adattatore che non è un pugno in un occhio come il Nikon FTZ o i tanti cinesi K&F. Il TTArtisan è discreto ed ha un bel profilo conico che si accoppia con l'obiettivo dello stesso marchio, il 50/0.95 concepito come alternativa economica (seppur con prestazioni molto lontane) al Noctilux di Leica. Intendiamoci bene : con il Noct Nikkor Z 58/0.95 non ha alcuna attinenza ... é tutto metallo e vetro, lega leggera, alluminio e ottone. Niente plastica. La sensazione tattile è sontuosa, la presa in mano solida, l'impressione ricorda più quella di essere in presenza di una Lagonda V12 anziché un obiettivo dei nostri tempi. Come vorremmo che fossero gli obiettivi pensati per la Nikon Zf. A parte una distanza minima di messa a fuoco un pò esagerata per un "normale" (70 cm !) e più vicina a quella di un 85mm, risulta anche divertente da utilizzare, quando ci si vuole divertire a fotografare per svago. ha il grande pregio di "vederci" letteralmente "al buio" e di poter scattare proprio con un filo di luce o in penombra. E con lo stabilizzatore della Zf (qui tarato per un 50/1.2) ci va a nozze per non dimenticare tutte le facilitazioni alla messa a fuoco manuale uniche della Nikon Zf. Infine, l'anello di messa a fuoco è molto solido e la corsa adeguata, permettono di riuscire a fare cose difficili anche con una profondità di campo così ridotta. Qui è usato esclusivamente ad f/0.95 come è prescritto nel contratto di vendita originale quindi posso mettere a fuoco sull'occhio vigile di quel pelandrone di George oppure di Isabella, quando passa a reclamare la pappa nella realtà i difetti ottici sono molti ma non tanto da rendere nulla la "magia" del campo di smaterializzazione indotto da quell'apertura ridottissima. E non ritenendo opportuno l'acquisto della meraviglie delle meraviglie Nikkor Z (non comprerei il 58/0.95 nemmeno fosse ad un quarto del prezzo di listino), mi basta così
    17 punti
  4. Caratteristiche principali dell'obiettivo Nikon NIKKOR Z 28-400mm f/4-8 VR: Copre un'ampia gamma di lunghezze focali: da 28 mm a 400 mm, il primo tra gli obiettivi NIKKOR Z. Realizza ca. Zoom 14,2x, il rapporto di zoom più alto della sua categoria. Una distanza minima di messa a fuoco di 0,2 m nella posizione grandangolare massima e un rapporto di riproduzione massimo di 0,35x consentono agli utenti di avvicinarsi ai soggetti per un'espressione dinamica. Una lunghezza totale di ca. 141,5 mm e un peso di ca. 725 g, l'obiettivo più leggero della sua categoria, rendono questo obiettivo compatto e leggero facile da trasportare e meno gravoso durante le riprese a mano libera. Le prestazioni VR stabili equivalenti a un aumento di 5,0 stop della velocità dell'otturatore riducono efficacemente la sfocatura in ambienti scarsamente illuminati e con le riprese a mano libera. Se abbinato a una fotocamera compatibile, Synchro VR può essere attivato per ottenere una stabilizzazione fino a 5,5 stop* 1 combinando il VR integrato nella fotocamera e il VR dell'obiettivo. L'adozione di un motore passo-passo (STM) consente l'azionamento AF ad alta velocità. Il design tiene conto della registrazione video con esposizione stabile e fornisce funzioni come la soppressione del focus-breathing che riduce efficacemente lo spostamento dell'angolo di campo durante la messa a fuoco. Il supporto per l'azionamento MF lineare consente una messa a fuoco fluida. Viene fornito con un paraluce compatto e quadrato che combina prestazioni e usabilità superiori, offrendo una riduzione dell'effetto fantasma e consentendo il funzionamento dello zoom anche se montato invertito. Progettato per resistere alla polvere e al gocciolamento, con sigillatura accurata su varie parti, comprese le parti mobili del barilotto dell'obiettivo, per impedire l'ingresso di polvere e gocce d'acqua nell'obiettivo.* 2 *1 Misurato in conformità agli standard CIPA con la funzione VR impostata su “NORMALE” se combinato con fotocamere che supportano Synchro VR. *2 La resistenza completa alla polvere e al gocciolamento non è garantita in tutte le situazioni o in tutte le condizioni. L'OBIETTIVO ALL-IN-ONE CHE VA DISTANTE: NIKON LANCIA IL SUPER ZOOM FULL-FRAME NIKKOR Z 28-400MM F/4-8 VR Versatilità e portabilità con copertura dal grandangolo al super teleobiettivo MELVILLE, NY – 27 marzo 2024 Nikon Inc. ha annunciato oggi il lancio del NIKKOR Z 28-400mm f/4-8 VR, un obiettivo super zoom ad alta potenza estremamente versatile per le mirrorless full-frame/formato FX della serie Nikon Z. macchine fotografiche. Quest'ultima aggiunta alla linea in espansione di obiettivi NIKKOR Z offre il rapporto di zoom più elevato della sua categoria1, rendendolo un must per i viaggi, lo sport, la fauna selvatica in giardino e altro ancora. "Tanti fotografi e creativi apprezzeranno la versatilità del NIKKOR Z 28-400mm, che offre nitidezza, portata e sfondi fantastici", ha affermato Naoki Onozato, Presidente e CEO di Nikon Inc. "Ovunque portino i tuoi viaggi, questo è sicuramente un obiettivo da prendere in considerazione per l'imballaggio." Il NIKKOR Z 28-400mm f/4-8 VR è un obiettivo zoom ad alto ingrandimento che copre un'ampia gamma di lunghezze focali, da 28 mm a 400 mm. Sia da vicino che da lontano, dai paesaggi alle vedute lontane, gli utenti apprezzeranno l'estrema versatilità e le potenti capacità dello zoom 14,2×. Sebbene sia un super teleobiettivo zoom con una portata fino a 400 mm, è anche il più leggero della sua categoria1, con un peso di soli 725 g circa, che lo rende facile da trasportare durante i viaggi. Questo nuovo obiettivo ha anche una distanza di messa a fuoco minima2 notevolmente ridotta di soli 7,8 pollici (0,2 m) nella posizione massima del grandangolo e 3,9 piedi (1,2 m) nella posizione massima del teleobiettivo. Il rapporto di riproduzione massimo di 0,35x consente agli utenti di catturare primi piani a breve distanza di cibo, fiori e animali. Quando si scatta da lontano, gli utenti possono riempire l'inquadratura con il soggetto e ottenere comunque un piacevole sfondo sfocato. Il NIKKOR Z 28-400mm f/4-8 VR utilizza un motore passo-passo (STM), che consente una messa a fuoco automatica rapida e silenziosa, consentendo una rapida messa a fuoco su soggetti in movimento. L'obiettivo è inoltre dotato di una funzione di riduzione delle vibrazioni (VR) con prestazioni equivalenti a 5,0 stop, che aiuta a ottenere foto nitide e video stabili con facilità, anche a mano libera.3 Disponibilità da metà aprile, prezzo intorno ai 1500 euro
    17 punti
  5. Questo articolo parte da fatti reali ma è inteso in senso scherzoso. Magari con toni "vecchia scuola" (ma qui siamo praticamente tutti boomer !) e politicamente scorretto, ma prendetela sul ridere. Immagino Nikon come un saggio shogun ultra centenario (la prima fondazione di Nikon risale ufficialmente al 1917 ma su realtà risalenti al diciassettesimo secolo) che guarda con tranquillità lo svolgimenti degli eventi, certo che tra cento anni sarà ancora qui a soppesare ogni singola scelta strategica. Intorno nascono nuove realtà, nuovi concorrenti, più giovani, più eccitati, più precipitosi. Tutti vogliosi di conquistare il proprio spazio. Anche con un pò di quelle necessarie cattive maniere e prepotenza che ci vogliono quando sei in fondo alla lista e vuoi emergere. Al capo della pianificazione dei prodotti fotografici Nikon Z un mese fa, alla fiera di Yokohama, il più importante evento del settore in Giappone, è stato chiesto : Temete la crescente concorrenza dei produttori ottici cinesi come Viltrox , Sirui o 7Artisans , che ora offrono obiettivi con messa a fuoco automatica compatibili con l'attacco Nikon Z ? "Poiché la nostra base di utenti si è ampliata, ognuno ha le proprie preferenze e gusti. Quindi ha davvero senso espandere la gamma di obiettivi disponibili. Noi vogliamo realmente che i nostri clienti si divertano a provare diversi obiettivi compatibili con attacco Z e si divertano a fotografare. Abbiamo una storia di 90 anni nella produzione di obiettivi. Per questo, riteniamo che gli obiettivi Nikkor Z rimangano la prima scelta, poiché si adattano perfettamente ai nostri corpi macchina Nikon Z. Questi obiettivi scattano foto eccellenti, noi vorremmo che i nikonisti sfruttassero questa combinazione" le lenti Nikon sono belle ma di una bellezza classica, un pò senza tempo e certamente molto impegnative in tutti i sensi E noi che nikonisti siamo, che facciamo, che facciamo ? Seguiamo il consiglio dello shogun per avere il meglio dalle nostre Nikon Z oppure ci facciamo ammaliare dalle altre proposte del mercato ? Perché c'è Tamron, forte di un accordo di licenza e di canali di fornitura consolidati da tempo che dopo aver fornito a Nikon dei sottoprodotti (cosa che ci ha un pò stupito), si è lanciata proponendo obiettivi che allargano la proposta dei Nikkor Z stessi. E con l'annuncio dell'altro giorno, il nuovo 28-75/2.8 G2 in diretta concorrenza con quello frutto di collaborazione con Nikon, ha fatto una vera e propria prova di forza (che, lo confesso, mi ha fatto saltare la mosca al naso !). Tamron parte da posizioni di forza, ha la licenza Nikon, l'attacco Nikon Z per lei non ha segreti. E' la super-eroina della nostra storia ! Tra le più intraprendenti proposte c'è poi quella di Viltrox, che a dispetto del suo nome che ricorda certi detergenti per i vetri o i pavimenti, invece si comporta un pò da raider vichingo. Non ci risulta che abbia la licenza ufficiale, ma cinese di Hong Kong si sente intoccabile (e come potrebbe essere diversamente, visto che Giappone e Cina hanno contese ben più importanti che il protocollo AF Nikon !) e quindi, nel momento in cui Nikon ha dichiarato di non voler più aggiornare la roadmap obiettivi, ne ha presentata una tutta sua che è di una ambizione senza limiti. La Signorina VIltrox, nonostante la sua giovane età, lancia obiettivi cine, obiettivi super-luminosi, tutti autofocus e molto, molto prestazionali. Ma, insieme, anche obiettivi più compatti e con un rapporto prezzo/prestazioni praticamente imbattibile per chiunque. L'avvenenza della bella VIltrox ricorda nel piglio quella della figlia di Thor che, anche mentre pulisce casa con il superbrillantante, cattura ogni attenzione Faremmo un torto a Sigma, che nel recente passato ci ha donato progetti ottici per reflex di livello senza paragoni, se la dimenticassimo. Ma il fatto è che è Sigma che ha fatto di tutto per farsi trascurare. A sei anni dal lancio del sistema Nikon Z abbiamo solo i tre orribili anatroccoli in formato DX che nessuno vuole. Non sono state presentate novità (mentre per altri marchi propone progetti unici, anche troppo !) e Yamaki San, nella sua beata sincerità, ammette che di Sigma per Z non ne hanno venduti per niente "forse perché APS-C" e si chiede come andrebbe "se ci fossero dei Sigma per Nikon Z a pieno formato". Come se dipendesse da qualcun altro proporli una buona volta. Sigma si sente abbandonata, ha gli occhi rossi per il pianto e prega perché il nikonista ritorni da lei. Però se ne resta in disparte a guardare Nikon che balla con le altre ... *** Come prima, meglio di prima ? Magari presto la situazione si ribalterà ma almeno da parte di Nikon, questo 2024 è cominciato in tono abbastanza compassato. Lui guarda con la saggezza della sua età e programma con tempi che vanno ben oltre i nostri che, alla sua età, faremo fatica ad arrivare. E, insomma, pur interessante, il nuovo 28-400 f/buio non è di quelli che possano far perdere il sonno intanto che arriva ! Per questo siamo lasciati liberi di giocare come ci pare. Tutto questo, in fondo è un bene e siamo sicuri che la sperimentazione "leggera di testa" possa portare esperienze anche in casa nostra. L'unica cosa che sarebbe stupida, l'ho detto e lo ripeto ancora qui, sarebbe comperare una fotocamera non compatibile con l'attacco Nikon Z, per poter utilizzare obiettivi che per il momento non possiamo montare sulle Nikon Z. Dimentichiamoci gli adattatori, ma è dimostrato che il Nikkor Z Mount è potenzialmente il più brillante dei sistemi. Sentire nostalgia per un amore mai provato con una sconosciuta incontrata per strada ? Sono esperienze da affrontare "eventualmente" in bed & breakfast. Senza andare oltre. Specie per gli uomini di mezza età ... Secondo me, ovvio. Voi con i vostri soldi, fateci ciò che meglio vi pare ! [PS : Con la presentazione del Tamron 28-75/2.8 G2, più avanzato del precedente Nikkor Z 28-75/2.8, credo che tutta l'operazione Tamron+Nikon si rivelerà a saldo negativo, perché avremo il paradosso che i Nikkor Z saranno gli obiettivi di seconda scelta mentre quelli "compatibili" saranno quelli migliori. Con una forte perdita di immagine per tutti i coinvolti e una perdita di fiducia del "consumatore" nei confronti sia di Nikon che di Tamron (nei confronti di questa .... non ce n'è nemmeno bisogno, almeno da parte mia : morirei piuttosto che comprare un Tamron !). Ma in fondo perché me la devo prendere ? Ognuno è padrone delle sue scelte ed è libero di affrontarne le conseguenze. Chi sono io per criticare l'operato di un saggio shogun ?]
    15 punti
  6. Rossa o Bruna ? Un Suv capiente per tutta la famiglia oppure una due posti cabrio per le gite della domenica ? Potendo, entrambe. Ma se uno ha il box piccolo dovrà fare una scelta. In fondo è un quesito che non si dovrebbe porre, Nikon Z8 e Nikon Zf sono due fotocamere profondamente differenti, pensate per scopi e per fotografi differenti. Se qualcuno è in bilico tra loro, dovrebbe prima farsi qualche altra domanda di carattere personale. Ma sappiamo che li fuori c'è chi non ha ancora fatto la propria scelta, magari ha in mano una Z6 o una D850 e non sa decidersi. Quale delle due scegliere ? Giochiamo alle differenze ! con la Z8 va acquistato necessariamente il Nikkor Z 24-120/4 S con cui è proposta, giustamente in kit. Il conto totale però ... è salato. La Nikon Z8 è sostanzialmente la versione compatta dell'ammiraglia Nikon Z9. Con essa condivide sensore, processore, mirino, architettura complessiva. Il suo sensore è da 45 megapixel con sensibilità base 64, dual base a 500 e gamma lineare fino a 25.600 ISO. E' un sensore sovrapposto, nonostante la sua risoluzione sia uguale, è diverso da quello - condiviso - tra Nikon Z7 e D850. E' più veloce, virtualmente esente da fenomeni di rolling-shutter, almeno nelle condizioni di ripresa comuni, consente una estrazione di dati più efficiente e di indirizzare al mirino un flusso di informazioni separato rispetto a quello che viene processato per la memorizzazione sulle schede di memoria. La sua elevata velocità di sincronizzazione, permette a questa fotocamera di fare a meno dell'otturatore meccanico. Praticamente utilizza esclusivamente la lettura elettronica dei dati, cosa che permette assenza di parti meccaniche soggette ad usura quasi completa (resta lo stabilizzatore del sensore che però è ad azionamento elettromagnetico). Il video è disponibile nei più frequenti formati professionali, fino a 8K, sempre a pieno formato. La raffica a pieno formato può andare fino a 20 scatti al secondo in formato RAW e a 30-120 scatti al secondo, in formato JPG. Dispone di funzionalità avanzate come il prescatto, l'acquisizione automatica e il pixel-shift. Ha un corpo professionale parzialmente in composito plastico e lega leggera, con impugnatura ben estesa ed ergonomica, comandi professionali, display posteriore semiarticolato dotato di un robusto snodo metallico. compatibile con tutti gli obiettivi Nikkor Z, la Zf è proposta con due obiettivi speciali che ricalcano l'estetica dei classici Nikkor AI/AIs : peccato manchi loro l'anello di comando del diaframma. Quell'anello argentato è solo estetico ! la Nikon Zf è una ristilizzazione moderna e tecnologicamente all'avanguardia, ispirata alle classiche reflex elettro/meccaniche degli anni '80 del secolo scorso (Nikon FE2/FM2/FM3a, ad esempio), con impostazione dei comandi a quadranti (tempi, sensibilità, compensazione dell'esposizione) sulla calotta superiore. Condivide il sensore delle Nikon Z6/Z6 II (e della reflex Nikon D780) che ha una base ISO a 100, dual base a 800 ISO e poi gamma lineare fino a 64.000 ISO. E' un sensore CMOS BSI con un tempo di lettura di circa 1/30'' per avere il frame completo. Questo lo espone a fenomeni di artefatti da rolling-shutter quando utilizzato in modalità silenziosa e nel video. L'otturatore é meccanico, il classico a doppia tendina (la prima tendina può essere di tipo elettronico per ridurre lo shock meccanico) con una vita ipotetica di circa 200.000 scatti abbondanti. Per usare il flash, si deve usare l'otturatore meccanico. Il formato video più avanzato è il 4K ma é ritagliato a 1.5 x (un campo inquadrato da un 50mm equivale a quello di un 75mm). La raffica arriva a 14 scatti al secondo in formato RAW pieno, oppure a 30 scatti al secondo in jpg in otturatore elettronico, eventualmente con memorizzazione pre-scatto. Ha stabilizzazione evoluta sul sensore di immagine. Il corpo è quasi interamente in lega con i quadranti in ottone torniti dal pieno. Il display posteriore è incernierato su un lato e completamente articolato, si può richiudere a libro oppure orientare in tutte le altre posizioni. Utilizza la stessa batteria della Nikon Z8 (comune a quasi tutte le Nikon, salvo le Z in formato DX e la Z9). batteria e schede di memoria (SD + microSD) nella Nikon Zf stanno insieme, accessibili dallo stesso sportellino sul fondello. La sezione del corpo, essenzialmente "a mattonella", non è comodissima da usare a lungo. Per agevolarne l'uso prolungato, la Zf è spesso usata con un grip opzionale SmallRig che migliora la presa in mano ed offre protezione supplementare al fondello, l'unica parte in plastica della macchina. *** Viste le caratteristiche di massima, adesso lasciamo parlare loro. Vediamo cosa hanno da dirsi "fuori dai denti" ! Io sono professionale. Utilizzo memorie di massa prestazionali, CFExpress di taglio fino a 4 terabyte con cui posso registrare ore di video e decine di migliaia di fotografie. Volendo posso montare sotto di me un battery-grip che oltre ad aggiungere i comandi di scatto in ripresa verticale, contiene due batterie che raddoppiano la mia autonomia. il vano memorie della Nikon Z8 è dedicato ed è sdoppiato : CFExpress + SD UHS-II Se mi monti il battery-grip opzionale, divento più alta anche della Z9, ho i comandi di scatto verticali e la prima batteria può essere sostituita mentre io sono in funzione e magari sto riprendendo video o facendo riprese automatiche. La mia seconda memoria è una tradizionale SD che può essere ad alte prestazioni. Mica uso la microSD che ha Lei. la Nikon Z8 (a destra, con il battery-grip opzionale) può affiancare e in molti casi anche sostituire l'ammiraglia Nikon Z9 (a sinistra) in compiti impegnativi come quelli professionali. Ma anche in mano all'amatore darà sempre il massimo affidamento, in qualunque situazione Il mio corpo è ergonomico ed l'evoluzione di quello progettato per adattarsi ai grossi obiettivi motorizzati, perfezionato con generazioni e generazioni di affinamenti. La mia impugnatura è disegnata sulla mano del fotografo che non si stanca, nemmeno usando per ore e ore, obiettivi pesanti come un 85/1.2 da un chile e rotti. Il mio display posteriore è indistruttibile, non è mica articolato con una semplice cerniera laterale che sembra si stacchi a solo guardarlo ! con o senza comandi verticali, la Nikon Z8 è pensata per essere usata con obiettivi impegnativi come il Nikkor 135/1.8 S che, sulla Zf non sono solo stonati stilisticamente ma alla lunga provano la tenuta fisica del fotografo che deve sforzare di più la muscolatura per reggere il suo kit Il mio mirino non si oscura mai, anche alla massima frequenza di scatto. Posso scattare praticamente in continuo, sempre con la massima affidabilità. Tu segui il soggetto e tieni premuto il pulsante. Al resto ci penso. Non ho la raffica plafonata per risparmiare l'otturatore, come quella la ! Infatti io l'otturatore meccanico non ce l'ho. Con me puoi scattare decine di milioni di foto, senza mai un rumore e senza fare un tagliando in assistenza. Per sentire il mio scatto lo devi proprio volere ! E allora ti accontento, secondo come mi hai impostata. Altrimenti nessuno saprà che stai scattando, magari in situazioni delicate, come durante una cerimonia o ad una conferenza stampa. Io sono la fotocamera perfetta per i cerimonialisti, per le videoriprese, posso lavorare perfettamente in simbiosi con mia sorella Z9 perché i miei file sono perfettamente identici ai suoi, e lo stesso vale per le impostazioni e le prestazioni più importanti. Sono seria, sono affidabile, sono longeva, sono sicura. Con me per dieci anni almeno, non dovrai più pensare ad un'altra. Io son più bella. Sono molto più bella. Io ti faccio sentire giovane se hai incominciato a fotografare quando le mie nonne andavano a pellicola. E se invece sei ancora giovane, ti faccio sentire diverso dagli altri che hanno fotocamere tutte uguali tra loro e noiose. Le mie regolazioni si vedono ad occhio. Se vuoi, puoi evitare perfino di usare menù e display posteriore (che si può elegantemente chiudere a portafogli che nemmeno si capisce che è un display). Oppure usarmi come ti pare, tipo con le ghiere davanti e dietro, perché sono flessibile. Io mi adatto, non sono rigida. Se usi obiettivi di una volta puoi impostare il diaframma con la loro ghiera. E io ti aiuto a mettere a fuoco ad occhio con le mie indicazioni a mirino. Addirittura ti stabilizzo l'immagine sul punto in cui stai mettendo a fuoco a manuzza, aiutandoti con il mio focus-peaking ! Vuoi giocare con il focus-shift ? Io sono stata la prima ad averlo, che ti credi, non sono mica una vecchia ciabatta. Ho una modalità per il bianco e nero che nessuna Nikon digitale ha mai avuto. Basta lo spostamento di una leva ed è come se mi avessi caricata con una pellicola monocromatica. Con diverse impostazioni di profondità dei neri, secondo il tuo umore del giorno, secondo la luce oppure il tuo estro artistico di quel momento. Solo che il rullino io non ce l'ho, quando vuoi, con un gesto puoi tornare a fotografare a colori come se niente fosse. sembrerà una sciocchezza ma questo switch consente di passare dal colore al bianco e nero senza passare dal menù : nella pratica è un vero spasso ! Io posso avere le pelli colorate in sei tinte differenti : non esisto solo all black come lei ! le sei tinte più la base tutto nero con cui si può ordinare - senza sovrapprezzo - la Nikon Zf. E' vero che io non posso utilizzare schede di memoria CFExpress, ma in fondo, a che fotografo sono necessarie ? Ho una seconda schedina di sicurezza ma già una bella SD Lexar di ultima generazione, magari di taglio generoso, ti basterà per farci tutto. Facendoti anche risparmiare qualche soldino. la Nikon Zf richiama le classiche reflex Nikon, in questo è perfettamente nella tradizione Nikon, non copia macchine mai esistite, come devono fare altri marchi che si danno al finto "vintage" perché è di moda. Ma dentro è moderna come la Nikon Z8. E poi non credere alle favole. Il mio processore è uguale al suo. Io metto a fuoco come lei. Se vuoi, mi puoi portare anche in autodromo o a caccia di volatili. Dipende da te decidere cosa fare con me : dai, usciamo ? panning a 30 fps in silenzioso con la Nikon Zf. Perché no ? L'autofocus della Zf è prestante quasi come quello di Z9 e Z8 In ogni caso io sono più compatta, dò meno nell'occhio - mi scambiano per la nonna a pellicola che non vale più nemmeno un centesimo - tu con me dai meno nell'occhio e non attiri né i guardiani né i malintenzionati. Il clack del mio otturatore è reale, gentile, deliziosamente "analogico". Il suo è soltanto un cicalino sintetizzato elettronicamente. Squallidamente finto. Io posso ispirarti anche in una giornata grigia in tutto relax, lei è performante ma alla lunga ti sfianca, pretende che anche tu sia sempre in forma e frizzante. Il mio video non sarà ipersofisticato come il suo ma è bello e sostanzioso, facile da "girare" e da post-produrre, in caso serva. E poi, costo quasi la metà di lei e con me non devi spendere un capitale per gli obiettivi ! I miei file pesano la metà e il mio sensore è più ... permissivo del suo che pretende invece sempre il miglior "vetro" per fare la differenza. Mi permetto anche di darle lezioni di alta sensibilità. Io scatto a 12.800 ISO senza paura. Chiedi a lei se può fare lo stesso. Bene, anche per evitare che le ragazze finiscano alle mani e, concludendo, ritorniamo al paragone iniziale. Se uno tiene famiglia, oggi un SUV offre le migliori caratteristiche di capienza, comodità, capacità di carico e anche prestazioni. Mentre le rare cabriolet a due posti ancora sul mercato, permettono di divertirsi se al massimo si viaggia in due e con poco bagaglio ma con qualche compromesso in più. Volendo/potendo, uno potrebbe permettersele entrambe, il SUV per tutte le volte in cui è importante arrivare a destinazione, la cabriolet per quando è più importante divertirsi a viaggiare, più che arrivare. Se uno si domanda se la Nikon Zf sia prestazionale (ma la Nikon Zf è prestazionale ! Da questo punto di vista è la migliore Nikon Z, dopo Z9 e Z8) probabilmente dovrebbe guardare ad altro. Mentre sappiamo che molti fotografi hanno comprato la Z8 perché è un'ottima fotocamera ma la sottoutilizzano perché in fondo, a loro, tutte quelle prestazioni, non servono o nemmeno interessano. Molti anche degli iscritti a questo sito, probabilmente hanno una Z8 ma si farebbero bastare, per quello che ci fanno loro, una Z5/Z6. E con una Zf si divertirebbero, probabilmente di più. Chi invece pensa ad una Z8 ma vorrebbe usarla con vecchi obiettivi da reflex via adattatore più o meno intelligente, spreca il suo denaro. Per quello una Z6 sarebbe sufficiente ma anche in questo caso, con una Zf si divertirebbe di più. La Nikon Zf in fondo è un lusso, un di più. Come lo è una cabriolet. E' anche più scomoda e richiede un certo adattamento se uno non ha mai usato o non usa da tanto tempo una Nikon classica con i quadranti e le ghiere. Ma ha qualità da vendere, è bella e scalda il cuore del vero nikonista. Permette anche di godersi la fotografia in relax, ben più di una supertecnologica ammiraglia con otturatore elettronico che sembra ti scappi via dalle mani. La Nikon Z8 invece vi porterebbe/porterà alla conquista dei ghiacci o nelle savane africane, senza provare soggezione da parte di ammiraglie, siano essere mirrorless che reflex. E' più simile, nella logica, alla Nikon F/F3 di quanto lo sia la Zf. Solo che la Zf somiglia alla F/F3, mentre la Z8 somiglia alla F100/D850, estreme evoluzioni della Nikon F Al di là dell'aspetto. Morale, la scelta migliore non esiste, dipende solamente da voi. Da che tipo di fotografo siete e da che aspettative avete. Come dite la in fondo ? E se uno volesse prestazioni superiori alla Zf in un corpo moderno ma più abbordabile di quello della Z8, una sintesi tra le due, cosa dovrebbe fare ? Solo avere ancora un pò di pazienza e aspettare qualche mese E voi, proprietari di Nikon Z8 e Nikon Zf, che ne pensate ? E voi, specialmente, proprietari sia di Nikon Z8 che di Nikon Zf che cosa avete da aggiungere ? Fatelo sapere a tutti gli altri, è l'occasione migliore.
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  7. pre-annuncio ufficiale da parte di Viltrox su Weibo. Annuncio/Commercializzazione previsto per il 29 aprile 2024 alle ore 20:00 (di Hong Kong). Quello che vuoi sapere sul Viltrox AF 16mm F1.8 Z❓ 
 👉Informazioni relative al prodotto 🔺Messa a fuoco automatica ultra grandangolare full frame 🔺Sistema operativo completo e innovativo 🔺F1.8 ampia apertura luminosa 🔺Campo visivo super ampio di 105,6° 🔺Φpasso filtri 77 mm 🔺Paesaggio/cielo stellato/architettura/ritratto grandangolare 👉Informazioni sulla vendita del prodotto 🔺Prezzo di vendita consigliato: 3499 yuan 🔺Ora di pubblicazione: 20:00 del 29 aprile 2024 🔺Prima piattaforma di lancio: flagship store ufficiale prezzo ipotizzabile : Euro 599 euro (come la versione Sony già in vendita da qualche mese) Foto ufficiali su Nikon Zf Verde Muschio
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  8. Si è riunita a Roma l'assemblea delle rivista che compongono la giuria del TIPA World Awards. " Fondata nel 1991, la Technical Image Press Association, TIPA, è composta da numerose pubblicazioni associate nel campo delle foto e delle immagini pubblicate su carta stampata e online. Queste pubblicazioni coprono l'intera gamma del settore, compresa la fotografia e l'imaging consumer, professionale, business-to-business e artistica. Le riviste dei membri e la loro presenza online hanno un'ampia portata e un pubblico di lettori in molte lingue e coprono i mercati di tutto il mondo in Europa, Asia, Australia e Nord e Sud America. I redattori e il loro staff costituiscono un gruppo globale di esperti competenti che si sono guadagnati una reputazione per la valutazione onesta e affidabile dei prodotti fotografici e di imaging. Le loro riviste e siti web hanno costruito un seguito fedele tra i loro lettori. Ogni pubblicazione membro è impegnata nella selezione e nel voto finale nel processo TIPA WORLD AWARDS per nominare i migliori prodotti fotografici e di imaging dell'anno. L'Associazione TIPA non può essere caratterizzata solo come un'organizzazione che conferisce i TIPA WORLD AWARDS ai migliori prodotti, ma anche come un'associazione attiva e impegnata che svolge un ruolo importante nel settore. Le visite agli stabilimenti e gli incontri con i leader delle grandi aziende hanno fatto sì che TIPA sia un interlocutore riconosciuto e ascoltato dall'industria. " La scelta delle redazioni (riviste tradizionali e online) è, come al solito, la più democratica possibile, per non scontentare nessuno. L'elenco è consultabile qui Se interessati, per la prima volta, è possibile partecipare alla votazione come "giuria popolare", scegliendo i prodotti preferiti. ----> QUI <---- In generale noi trascuriamo queste premiazioni e queste classifiche, perché noi siamo ... nikonisti e perché ci sembrano sempre un pò troppo trasversali. Peraltro crediamo che nessuno, onestamente, possa esprimere giudizi tipo "l'auto dell'anno" con un test che per forza di cose non può che essere superficiale. Noi che pure abbiamo oggetti Nikon da mesi o da anni, ancora non abbiamo espresso un giudizio conclusivo. Eppure siamo esperti nikonisti, non giornalisti generalisti che utilizzano strumenti molto diversi (e non principalmente per fotografare). Ma l'occasione è particolare perché ci da la possibilità di individuare tendenze che qualche anno fa non avremmo preso in considerazione. Fotocamere : tra le fotocamere ci sono le due Nikon presentate nel 2023, ovvero le vincenti Nikon Zf e Z8. Avevamo pochi dubbi. Degli altri marchi fotografici abbiamo poco da evidenziare (del resto, se Canon non ha presentato nessuna vera novità importante, come avrebbe potuto vincere ? Facilmente verrà premiata quest'altranno). Ma nella lista ci sono tre marchi che spiccano. Innanzitutto la "nostra" RED V-RAPTOR 8K VV a testimonianza dell'aspetto strategico di Nikon nell'acquisizione appena perfezionata del noto marchio californiano che ha una presenza importante sul mercato video professionale. Ma poi ci sono anche la "rediviva" cinese Polaroid che toglie la palma nelle fotocamere istantenee alla solita Fujifilm. E non c'è l'ennesimo Apple iPhone o il solito Samsung, c'è uno Xiaomi, come smartphone fotografico. Andando agli obiettivi : è scontato per Nikon che ci siano il Nikkor Z 135/1.8 S (ci mancherebbe !) e il Nikkor Z 180-600/5.6-6.3 anche se noi al posto del Sigma 500/5.6 avremmo certamente premiato l'eccezionale Nikkor Z 600/6.3 S PF. Ma quello che vogliamo indicare come una conferma ad una presenza che diventa sempre più prepotente da parte dei marchi cinesi, è l'ottimo Viltrox ProLine AF 27/1.2 (disponibile anche per Nikon Z) e il recente, estremo Laowa 10mm f/2.8 FF (disponibile anche esso, in versione AF, per Nikon Z). Noi non li abbiamo mai provati e ci dobbiamo fidare del giudizio della giuria. Ma comunque ne sottolineiamo la scelta. Ma anche per gli "accessori" : ovvia la "solita" stampante Epson, vista la poca vivacità del settore negli ultimi tempi. Harman è una società inglese (nulla a che vedere con il colosso dell'audio di proprietà Samsung), Ma per le luci abbiamo Godox, con il V1Pro e il pannello "pieghevole" a LED P600Bi. Quanto teniamo in considerazione Godox, chi legge le nostre pagine lo sa e sa anche perchè ... di prodotti Godox nel 2023 ne ha presentati a decine. Questa scelta è simbolica ma la cosa fragorosa è che ci siano due luci Godox tra 12 "accessori" che vanno dalle pellicole ai libri fotografici ! E la memoria fotografica, la nuova pellicola per noi digitali, rappresentata qui dalla CFExpress Diamond Lexar che aderisce alle specifiche CF 4.0 Che ha la particolarità che è stata presentata al CES e al CP+ ma nessuno ancora l'ha vista effettivamente sul mercato Lexar ha ancora sede a San Jose in California ma è un marchio della cinese Longsys. Ed è un nome emergente del mercato delle memorie di massa ancora di più della precedente Lexar tutta Made in USA. Tanto che produce anche ottimi SSD di tipo NVMe e altri supporti di memoria ad altre prestazioni. Ecco, al di là delle scelte e delle premiazioni di una manifestazione che, a nostro modesto parere, ha fatto il suo tempo già da qualche lustro, pensiamo di aver offerto ai nostri di lettori, qualche spunto di riflessione di attualità e sulle tendenze del prossimo futuro.
    10 punti
  9. TAMRON annuncia il lancio dell'obiettivo zoom standard ad apertura rapida per il "sistema Nikon Z-Mount" Risoluzione eccezionale e prestazioni complessive superbe in un 28-75 mm F2.8 G2 leggero e compatto che ispira la creatività 28-75mm F/2.8 Di III VXD G2 (Modello A063) per attacco Nikon Z 27 marzo 2024, 23:00 ET / 20:00 PT, Commack, NY – Tamron annuncia il lancio del 28-75mm F/2.8 Di III VXD G2 (modello A063), un obiettivo zoom standard ad apertura rapida, per Nikon Z-Mount full- fotocamere mirrorless con cornice 1 . L'obiettivo sarà disponibile dal 18 aprile 2024 a $ 999 USD / $ 1399 CAD. Il 28-75mm F2.8 G2 è compatto e facile da usare ma ha prestazioni ottiche eccellenti ed è compatibile con le più recenti fotocamere digitali con risoluzione pixel sempre più elevata. L'unità AF utilizza un meccanismo di messa a fuoco a motore lineare VXD (Voice-coil eXtreme-torque Drive) veloce, estremamente preciso e silenzioso. L'obiettivo eccelle anche nelle riprese ravvicinate, raggiungendo una MOD (distanza minima dell'oggetto) di 7,1" (0,18 m) nell'estremità grandangolare e un rapporto di ingrandimento massimo di 1:2,7. Inoltre, il design dell'obiettivo tiene conto dell'operabilità includendo, tra le altre caratteristiche, un rivestimento con eccellente resistenza ai graffi sul barilotto dell'obiettivo e un anello di messa a fuoco in gomma per una presa comoda e sicura. TAMRON è stato il pioniere della categoria degli obiettivi zoom standard compatti ad apertura rapida per i modelli mirrorless. Ora il 28-75mm F2.8 G2 sarà disponibile per l'attacco Nikon Z come obiettivo quotidiano ideale per gli utenti di fotocamere mirrorless full-frame Nikon. Punti salienti del prodotto 1. La migliore qualità dell'immagine nella classe degli obiettivi zoom standard Il nuovo zoom sfrutta le più recenti competenze di progettazione e comprende una costruzione ottica con 17 elementi in 15 gruppi. Due elementi di lenti LD (Low Dispersion) e GM (Glass Moulded Aspherical) disposti in modo ottimale controllano al massimo le aberrazioni ottiche. L'obiettivo offre prestazioni ad alta risoluzione da un bordo all'altro e da un angolo all'altro sull'intera gamma di zoom, anche a tutta apertura. Inoltre, il bokeh morbido, bello e rotondo che può essere ottenuto con un obiettivo ad alta apertura aggiunge una dimensione distintiva, soprattutto ai ritratti. Le dimensioni compatte complessive e le prestazioni elevate possono essere utilizzate vantaggiosamente con fotocamere mirrorless di prima classe e ad altissima risoluzione. 2. Motore lineare VXD veloce e silenzioso per una messa a fuoco automatica ad alta velocità e alta precisione Il sistema di azionamento AF utilizza il meccanismo di messa a fuoco del motore lineare VXD di TAMRON. L'AF ad alta velocità e precisione è estremamente reattivo e fornisce prestazioni di messa a fuoco affidabili e precise da MOD a infinito, nonostante la veloce apertura F2.8. L'obiettivo offre un eccellente tracciamento della messa a fuoco degli oggetti in movimento, così sei sempre pronto per azioni rapide. Inoltre, il motore di messa a fuoco è silenzioso, quindi è ideale per riprendere sia immagini fisse che video in situazioni che richiedono basso rumore. 3. Leggero e compatto Il 28-75mm F2.8 G2 è un obiettivo zoom standard ad apertura rapida con un design straordinariamente compatto e leggero, lungo solo 4,7 pollici (119,8 mm). Il diametro massimo è di 75,8 mm e pesa solo 19,4 once. (550 g). La dimensione del filtro è 67 mm. Con una dimensione facile da trasportare e un peso leggero adatto per le riprese a mano libera per periodi prolungati, il 28-75 mm F2.8 G2 diventerà sicuramente il tuo zoom preferito per i viaggi, le riprese di strada, il trasporto quotidiano e le opportunità fotografiche spontanee. 4. MOD di 7,1" (0,18 m) all'estremità larga e un rapporto di ingrandimento massimo di 1:2,7 per primi piani creativi Il 28-75mm F2.8 G2 presenta un MOD di 7,1" (0,18 m) all'estremità larga. La distanza di lavoro si riduce a circa 4,4 cm (1,7 pollici) se utilizzato a MOD. Poiché il rapporto di ingrandimento massimo è 1:2,7, puoi avvicinarti al soggetto per la fotografia macro ampia, ottenendo un potente impatto visivo con il soggetto posizionato grande nell'inquadratura mantenendo un'ampia visione dello sfondo. 5. TAMRON Lens Utility™ espande le possibilità della fotografia e della ripresa video Il 28-75mm F2.8 G2 è compatibile con il software dedicato TAMRON Lens Utility sviluppato internamente da TAMRON che consente agli utenti di aggiornare facilmente l'obiettivo al firmware più recente senza passare attraverso la fotocamera 2 e include funzioni per supportare le operazioni di messa a fuoco e altro azioni durante la ripresa di immagini fisse o video. Utilizzando un'ampia gamma di funzioni 3 , gli utenti possono espandere l'ampiezza dell'espressione nelle immagini fisse e nei video. Ad esempio, AB Focus consente agli utenti di limitare la messa a fuoco a due punti AF preselezionati, spostando la messa a fuoco da un soggetto all'altro con un semplice clic del pulsante di impostazione della messa a fuoco. Gli utenti possono anche scegliere tra Lineare e Non lineare, che influisce sul modo in cui la messa a fuoco si sposta durante la messa a fuoco manuale. 6. Design generale dell'obiettivo migliorato per un funzionamento intuitivo Ogni singola parte dell'obiettivo è stata attentamente esaminata, fin nei minimi dettagli, con il risultato di un design migliorato che ottimizza sia l'operabilità che l'ergonomia. La superficie esterna dell'obiettivo è nera lucida. La migliore resistenza all'abrasione rende il barilotto dell'obiettivo più difficile da graffiare e resiste alle impronte digitali. Inoltre, le prestazioni di presa sono state migliorate. La superficie dolcemente curva ed elegante dell'anello del marchio crea un aspetto dignitoso con un design che significa bellezza funzionale e alta qualità. 7. La struttura resistente all'umidità e il rivestimento al fluoro forniscono una protezione extra 1. L'obiettivo per attacco E Sony lanciato in precedenza il 28 ottobre 2021. 2. Per collegare il PC e l'obiettivo, utilizzare il cavo di collegamento TAMRON (da USB tipo A a tipo C/modello CC-150 o da USB tipo C a tipo C/modello CC-350) venduto separatamente. Per connettere lo smartphone e l'obiettivo, utilizzare il cavo di collegamento TAMRON (da USB tipo C a tipo C/modello CC-350) venduto separatamente. Gli aggiornamenti del firmware dell'obiettivo non sono supportati con la versione mobile. L'esecuzione degli aggiornamenti del firmware richiede TAMRON Lens Utility per PC e un computer. 3. La funzione dell'anello (messa a fuoco/apertura) non è supportata per l'innesto Z Nikon. Obiettivo Tamron 28-75mm f/2.8 Di III VXD G2 per Nikon Z-Mount, caratteristiche principali e informazioni aggiuntive: Full-frame | da f/2,8 a f/22 Design ottico aggiornato Meccanismo di messa a fuoco del motore lineare VXD Distanza minima di messa a fuoco: 7,1″ Porta connettore utility obiettivo Tamron Informazioni aggiuntive: Il versatile zoom standard è progettato per le fotocamere mirrorless Nikon con attacco Z full-frame, ma può essere utilizzato anche con i modelli APS-C, dove fornirà una gamma di lunghezze focali equivalenti di 42-112,5 mm. L'apertura massima luminosa e costante di f/2,8 offre un'illuminazione uniforme su tutta la gamma dello zoom e offre anche un maggiore controllo sulla profondità di campo per lavorare con tecniche di messa a fuoco selettiva. Il design ottico migliorato aumenta la risoluzione e migliora le prestazioni di imaging. Il meccanismo di messa a fuoco del motore lineare VXD (Voice-coil eXtreme-torque Drive) fornisce prestazioni di messa a fuoco automatica veloci, silenziose e precise su tutta la gamma di zoom. Distanza minima di messa a fuoco di soli 7,1″ e ingrandimento massimo 1:2,7 per lavorare con soggetti ravvicinati. Design ergonomico aggiornato per una migliore operabilità. La porta del connettore funziona insieme al software Tamron Lens Utility per personalizzare le funzioni dell'obiettivo e aggiornare il firmware tramite l'obiettivo anziché tramite la fotocamera. Disponibilità dal 18 aprile 2024 ad un prezzo ipotizzabile di circa 1200 euro con IVA (la versione per Sony costa correntemente e 750).
    9 punti
  10. SmallRig 60B : una luce può cambiare modo di fotografare ? La risposta breve sembra essere si. Ma al quesito risponderà M&M. Qui, intanto, una breve anteprima. Cos'è ? E' una luce COB (ovvero un LED a circuito integrato singolo) da 60 Watt con batteria integrata, ricarica via presa USB-C. Regolabile di intensità e di temperatura colore via dimmer. Dotata anche di effetti speciali per il video (tipo televisore rotto, macchina della polizia, lampo, etc.). Come è fatto ? Arriva in una bella confezione. con dentro una splendida valigetta atta a contenere tutti gli accessori. Questo è un valore perché altre luci, anche molto più costose, non ne sono dotate. E così si finisce per perdersi qualche cosa. la dotazione prevede l'illuminatore, un riflettore standard argentato, un accessorio per tenere in mano la luce (per i video "volanti") uno per avvitare l'illuminatore su uno stativo standard e un accessorio utilissimo per montare un power bank dietro alla luce stessa in modo da aumentare l'autonomia complessiva. l'illuminatore, elegante, ben rifinito, in solido metallo. Anche i comandi e i dimmer sono ben dimensionati, affidabili, solidi. La costruzione è negli standard consueti di SmallRig. Abbiamo conosciuto questo marchio per le sue costruzioni in alluminio (cage & affini per fotocamere e video). Adesso si sta allargando anche al campo illuminazione, batterie, con lo stesso standard di qualità. Ben superiore alle solite "cineserie" da quattro soldi. il pacchetto completo. Notare i due cavi, uno corto e uno lungo, per la ricarica via porta Power Delivery di un alimentatore da almeno 60 watt o un power bank da 20 volt e 3 ampere. dettaglio dell'impugnatura manuale e del raccordo snodato per lo stativo il riflettore è responsabile della resa luminosa molto elevata l'accessorio che montato posteriormente all'illuminatore fa da morsetto al power bank accessorio (non incluso nella confezione, ma va bene uno standard di quelli per ricaricare iPhone o MacBook) qui montato sul retro, uno da 100 watt, con un cavetto usb-c adatto, direttamente alla presa di alimentazione. i comandi, il MODE per gli effetti, l'INT per la potenza, il CCT per la temperatura colore il COB è puntiforme, più piccolo di quello dei LED ad alimentazione fissa. Questione di dissipazione di calore. Questa luce ha una ventolina integrata che si innesta in fase di ricarica ma raramente durante l'uso la parte inferiore dove c'è la piastra per il collegamento dello snodo dello stativo i comandi posteriori. Il tasto ECO consente di risparmiare la batteria a discapito della potenza erogata. La presa USB-C per l'alimentazione/ricarica, il tasto di accensione con il riflettore montato l'accessorio per montare il power-bank con lo snodo ripresa dei componenti altro dettaglio del posteriore con il power bank agganciato il display che indica la fase di ricarica le dimensioni sono persino inferiori a quelle di un iPhone di vecchia generazione l'eleganza del prodotto : non vi farà mai sfigurare, specie se siete milanisti. Potenza e autonomia All'atto pratico la luce è potente. Misurata con un luxmetro, ad un metro emette con il riflettore standard la stessa potenza di un Godox LA200D. Questo perché la diffusione è puntiforme e il riflettore è pensato per accrescere l'intensità in asse. Ovviamente questo è a discapito della dimensione del cono, che "vignetterà" se utilizzato a distanza ravvicinata. Ovviamente un LA200D riprende il sopravvento se usato a distanza con il suo riflettore o con un softbox grande (figuriamoci con un ombrello). Questa annotazione per capire bene per quali usi sia pensata questa luce. Foto e video in ambienti piccoli, a distanza ravvicinata, specie a potenze ridotte, dove non si rimpiange di usare la luce diretta senza softbox. Soprattutto in luce mista ambiente/artificiale. L'autonomia è buona, 45 minuti a tutta potenza con la batteria integrata. Più del doppio con un powerbank dotato. Ore di impiego a potenze marginali. Disponendo di più power-bank si può lavorare per ore e ore distanti da prese di corrente. L'RC 60B sul dispaly indica l'autonomia residua quando non è alimentato, la carica residua in % quando è in ricarica. Ovviamente il dispositivo confonde un power bank con un alimentatore, indicando che è connesso alla rete anche quando invece c'è il power bank. Ma non è un problema. In tre mesi di utilizzo e 80.000 scatti, nessun problema. Tanto che ne è stato comprato un secondo esemplare. Ma per l'esperienza d'uso lasciamo la parola a chi lo sfrutta ad ogni seduta.
    9 punti
  11. Godox ha già una serie di flash retro che si rifanno nell'aspetto e nelle peculiarità a flash in stile anni '40-'60. Alcuni sono disponibili anche in versioni colorate come le Nikon Zfc/Zf. Ma questo annuncio merita più attenzione, secondo noi, perché all'aspetto unisce caratteristiche assolutamente all'avanguardia. Un pò come la nostra Nikon Zf che in un corpo vintage incorpora l'ultimo grido della tecnologia. Questo nuovo Master, non scimmiotta i flash (tipo Metz) a torcia con impugnatura verticale di un tempo perché ha un funzionamento completo in tutte le modalità. Ha una buona potenza ed ha una bella batteria al litio incorporata che assicura una autonomia di quasi 500 scatti a piena potenza. Inoltre è impostabile grazie ad un pratico schermino touch ed è pensato per lavorare in perfetta simbiosi con il nuovo controller/trigger touch X3 Mini. Caratteristiche principali: Flash wireless 2.4G ispirato a Graflex Numero guida: 82' ISO 100 9 livelli di uscita: da 1/1 a 1/256 Da 2,0 a 10,0 con incrementi di 0,1 passi Funziona con batteria ricaricabile Modalità manuale, automatica, HSS, multipla, ottica TTL con telecomando wireless opzionale 460 flash a piena potenza con una sola carica Staffa inclusa per il montaggio della fotocamera Cavi di attivazione e ricarica inclusi sono poi disponibili in opzione, accessori aggiuntivi che ne possono rendere l'uso pratico "serio" e non casuale. Prezzo annunciato di $ 249 (circa € 300 con IVA)
    7 punti
  12. Modifiche marginali, come peraltro anticipato dal numero di release. Nikon Z7 II Nikon Z6 II *** Modificati i valori predefiniti per le seguenti impostazioni visualizzate durante la connessione in modalità wireless: Chiavi di crittografia La password visualizzata dopo il ripristino delle impostazioni predefinite della fotocamera Risolti i seguenti problemi: In alcuni casi, toccando il monitor non si spostava il punto AF nella posizione selezionata. In alcuni casi, la fotocamera impiegava del tempo tra uno scatto e l'altro se Camera Control Pro 2 veniva utilizzato per scattare foto.
    7 punti
  13. 6 punti
  14. Ho trovato navigando sul web questa zona del sito istituzionale che non si limita alla sezione oggetto di questo articolo, la quale però rappresenta a mio avviso il fulcro del racconto. Vi troverete (è un work in progress) storie a puntate, ognuna dedicata a singole creazioni della Casa giapponese più fascinosa, riguardante ognuna un obiettivo dei mille e più fabbricati col marchio NIKKOR. E comincia pressappoco così: La storia di Nikon è anche quella degli obiettivi NIKKOR Questo storytelling ci mostrerà storie affascinanti sulla progettazione e la produzione di obiettivi si comincia il viaggio da qui troverete ad ogni numero la storia dell'obiettivo corrispondente, spesso con notazioni personali e tecniche di grande importanza, cui poter attingere ogni volta che si desideri saperne di più al riguardo. Non vi spaventate (come è capitato a me ) dell'obiettivo al n.83 che è il racconto più recente che abbiano scritto: le storie sono in ordine sparso, alternano obiettivi di epoche differenti, non c'è un ordine cronologico e ciò rende ancora più affascinante il ...viaggio, proprio come nelle orientali novelle delle Mille ed una notte. Cliccate in basso a sx nella pagina linkata il tasto "view all" e...godetevi questi NIKKOR TALES...
    6 punti
  15. Qualcuno che è presente in questi giorni avrà notato dei lavori in corso sul sito. Riguardano il tanto rimandato sistema di Recensione degli obiettivi Nikkor Z (accessibile da menù premendo -> qui) l'Amministrazione di Nikonland nei prossimi giorni impianterà le schede di riferimento di tutti gli obiettivi esistenti e si occuperà di aggiungere in futuro quelle degli altri obiettivi che Nikon presenterà. Le schede contengono una recensione sintetica, alcuni giudizi - soggettivi - il rimando agli articoli già presenti su Nikonland e l'accesso alla o alle gallerie contenenti fotografie scattate con quel preciso obiettivo. un estratto del giudizio PRO e CONTRO di una recensione : in coda alla scheda/recensione, è aperto lo spazio per Nikonlander e Nikonlander Veterani per inserire le proprie recensioni. Che dovranno essere possibilmente redatte secondo lo schema imposto : le recensioni sono libere ma dovranno essere preventivamente approvate dall'Admin prima della effettiva pubblicazione. Vorremmo evitare che fossero prese per COMMENTI liberi, in quel caso non sarebbero utili e che invece fossero omogenee nella struttura, anche se opposte nelle valutazioni, a quelle già pubblicate. In parallelo, ricordiamo che è fondamentale, nell'ottica di avere una varietà di giudizi complessiva, che siano inserite nelle gallerie, fotografie da VOI scattate con gli obiettivi che possedete. Fotografie rappresentative delle qualità di quello strumento fotografiche, corredate di note, osservazioni ed, ovviamente, dati EXIF. Gli album aperti sono -> QUI e sono già accessibili a tutti voi. *** Crediamo di aver fatto cosa utile, strutturando questa nuova area di Nikonland, più volte rimandata (la licenza del plugin che stiamo utilizzando è stata acquistata addirittura nel 2019) ma parimenti ci permettiamo di sottolineare anche se già fatto, che si tratterà di un lavoro superfluo, sostanzialmente un doppione dei nostri articoli redazionali se, alle nostre recensioni, NON SEGUIRANNO MASSICCIAMENTE LE VOSTRE. Con le vostre fotografie negli album specifici. Tranquilli, non ci saranno altri appelli al riguardo oltre a questo. Ci aspettiamo la buona volontà e il naturale piacere di condividere con iscritti e visitatori quella che è la vostra esperienza con gli obiettivi che usate quando fotografate. Se non troverete il tempo di farlo, ci dispiaceremo per voi ma senza che questo influenzi il nostro operato per Nikonland, se non ci sarà abbastanza ricchezza e varietà, non sarà dipeso da noi. L'Admin
    5 punti
  16. Si, lo sappiamo, la platea di Nikonland è "in età". E la maggior parte non frequenta o evita come la peste bubbonica i social network. Ma non vi chiediamo di arrivare a tanto. Solo di ricordarvi, se commentate o anche se non commentate, di premiare con un LIKE un qualche cosa che avete visto o letto su Nikonland e che incontra la vostra approvazione (o disapprovazione). E' un piccolo gesto col mouse o col dito se navigate con un dispositivo portatile che non vi costa assolutamente nulla. Ma può dare un segnale concreto a chi ha fatto quell'intervento. Motivandolo per il futuro, premiandolo oppure facendogli capire che siete in accordo o in dissenso con lui. Ci vuole un attimo. Sotto a qualunque contenuto di Nikonland che non abbiate scritto voi stessi [ ] compare sulla destra un cuoricino in grigio, questo qui. Vi sarete domandati perché alcuni messaggi, foto, contenuti, blog, articoli invece riportano in quella posizione, non il cuoricino grigio ma una o più iconcine con il pollice su o giù, il cuoricino o la coppa ? Perché qualcuno prima di voi ha messo un like. Ecco, quello è il metodo di consenso di Nikonland. Mettere il vostro è materia di un attimo, consumo nemmeno un miliardesimo di watt. Se portate mouse o dito sopra a quel cuoricino, comparirà una barra orizzontale : da cui potete scegliere il vostro responso. Dal semplice cuoricino rosso [mi piace], al pollice retroverso [non sono d'accordo], alla faccina perplessa [sei sicuro ?], al pollice verso [sono d'accordo] e finalmente la coppa, il premio speciale per un contenuto speciale ! A voi costa un microsecondo farlo ma spesso ve ne dimenticate. Ricordatevene quando una cosa vi piace (qualsiasi cosa, da un commento ad un articolo/blog/foto etc.) e vedete se non riteniate di premiare l'autore con il vostro LIKE, anche se ritenete di mettere un commento. Fatelo per Nikonland, quindi per voi stessi, non solo per l'autore, quale esso sia ... Se volete esercitarvi, cominciate con questo articolo. Mettete un bel LIKE al vostro infaticabile Admin ...
    5 punti
  17. Il mio primo articolo nella sezione dedicata ai progetti ottici Nippon Kogaku / Nikkor, l'ho meditato parecchio e poi ho scelto questo obiettivo, per i seguenti motivi è un obiettivo di quelli che hanno conferito il primato che vanta Nikon è uscito praticamente in contemporanea per rangefinder e reflex nel 1959, l'anno della transizione da un sistema ad un altro: indice del fatto che Nikon non nega mai eccellenza a nessuno dei suoi clienti, anche quando sa di compiere passi epocali è un superwide e per giunta del mio angolo di campo preferito rappresenta la voglia di stupire gli astanti: qualunque fosse allora il corredo che utilizzassero. Il prezzo di presentazione poi, era davvero inarrivabile per alcun tedesco dell'epoca, gli unici che potessero pensare di eguagliarlo. somiglia per molte di queste cose ed altre ancora alla situazione attuale di transizione da reflex a mirrorless. 92° di angolo di campo per il primatista dei Nikkor wide che vi presento nel mio primo articolo su questo Club: il Nippon Kogaku Nikkor-O 2,1cm f/4 8 lenti in 6 gruppi con schema fortemente simmetrico, 210 grammi e fuoco minimo a 90cm ossia 3 piedi, come indicato sulla scala delle distanze. Seriali a partire dal #220111, presentato nel giugno 1959 sulle Nikon a telemetro dell'ultima generazione, le S3 e S4 prima di essere immediatamente trasferito anche sulle neonate reflex Nikon F nell'ottobre dello stesso anno dotato di mirino e paraluce dedicato... ed il mirino aggiuntivo ... perchè si trattava del primo ultrawide Nikkor, dotato di schema tradizionale, non ancora retrofocus, per cui necessariamente distanziato per offrire piena copertura al formato 24x36 attraverso un tubo di prolunga che necessitava pertanto il mantenimento dello specchio sollevato, attraverso l'apposito comando sulla Nikon F rendendo pertanto necessario il mirino separato, da collocare sulla rotella di riavvolgimento film e trasformando nuovamente in mirrorless la prima reflex Nikon della Storia di questo marchio...😁 Differenze nulle tra la versione RF e quella reflex: cromata la ghiera filtri da 43mm di diametro delle versioni per telemetro e nera quella per reflex da 52mm, inoltre una leggerissima maggiore lunghezza del tubo di prolunga della versione reflex, che portava la lente posteriore quasi a contatto con le tendine dell'otturatore e pertanto anche al piano pellicola (che qui riesco a mostrarvi, grazie alla posa T dell'otturatore, alla quale ho bloccato le tendine della mia più vissuta ed ammaccata Nikon F delle due che posseggo) Insomma...non vi ricorda la vicinanza della lente posteriore dei nuovissimi Nikon S per le appena presentate mirrorless Nikon Z ? 💡 Compattissimo, molto più che superslim, un primato anche questo, tanto quanto difficilissimo da montare sulla baionetta F, per l'esigenza di far collimare la sottilissima ghiera delle distanze con l'indice di riferimento, ruotato di 60° in senso orario, (rispetto la posizione centrale degli altri obiettivi Nikkor) Solo la ghiera dei diaframmi è facile da maneggiare a patto di non indossare guanti o di...non avere mani da carpentiere, ma stupisce il progetto di ingombro minimo per un obiettivo così sofisticato per il periodo, durante il quale fu realizzata anche una terza versione (contando per prima quella RF) del 1965 con SN da #225001 lievemente modificata sulla parte posteriore del tubo per potersi agevolmente adattare anche alle sopraggiunte Nikkormat. Il mio 2,1/4 appartiene alla prima serie per reflex, mentre il mirino è della terza serie, caratterizzato dalla staffa di ancoraggio in metallo cromato invece che in plastica nera, come nelle prime versioni porta la focale in cm dell'obiettivo incisa sul tetto e copre agevolmente i 92° del suo angolo di campo, costringendo ovviamente ad una stima della distanza di ripresa ben compensata dall'elevatissima profondità di campo anche a tutta apertura di questo prodigio Nikkor, il cui prezzo di commercializzazione non fu neanche troppo alto: 200 US $ rispetto i 170 US$di un 5,0/1,4 o i 125US$ di uno standard 5,0cm f/2 Non me ne separerò mai ! Max Aquila photo (C) per Nikonland 2018
    4 punti
  18. Ho da qualche tempo a disposizione uno degli esemplari della classe Monarch5 dei binocoli Nikon, con prismi a tetto. Classe che comprende sei binocoli: 8x42, 10x42, 12x42 e poi 8x56, 16x56 e infine il più potente della serie, appunto questo 20x56 Si tratta della serie di livello medio alto, sopra il quale abbiamo i Monarch 7 e poi i binocoli da alte prestazioni notturne e marina, specialistici e prodotti in esemplari dalle caratteristiche fisse di ingrandimento. Anche questi Monarch 5 come la serie 7, sono caratterizzati da un elevato livello costruttivo, senza uso di materie plastiche, avendo una scocca in alluminio, totalmente coperta da materiale gommoso termoresistente e, sopratutto, impermeabile anche ad immersioni limitate entro una certa profondità e tempo. Sicuramente resistenti alle intemperie, oltre che agli urti e possibili cadute. Riempiti totalmente (negli spazi interni tra le lenti) con azoto, per prevenire appannamenti dovuti a forti escursioni termiche, come può avvenire tra esterno ed interno in capanni da appostamento e rifugi sulla neve. Oppure anche in piena estate tra ambienti refrigerati e quelli soggetti al sole tropicale. arriva nella sua confezione (che sbandiera anche il plus di 10 anni di garanzia totale Nital) contenente la custodia morbida in neoprene e la tracolla dello stesso materiale, oltre al supporto di fissaggio al treppiede dalla forma compatibile al pochissimo spazio che intercorre tra i due obiettivi, dotato di ben quattro passi vite da 1/4" (uno da 3/8 non avrebbe sfigurato), ma purtroppo non di standard Arca-Swiss, incomprensibilmente oggi. i tappi anteriori, a pressione, restano vincolati efficacemente ai fusti degli obiettivi, per essere sempre a disposizione... quelli posteriori invece hanno delle asole che se impegnate nella tracolla, ne consentono la reperibilità immediata (anche se limitano la estensione della tracolla stessa): a mio avviso, sarebbe preferibile entrassero anch'essi a pressione sugli oculari. L'ergonomia del binocolo è completata dalla posizione a tre scatti, distinta per ogni oculare, al fine di ottimizzare alla personale anatomia oculare la visione e l'accomodamento pupillare, come vedremo, importantissimo in un binocolo di questo livello di ingrandimento la correzione diottrica, dopo effettuata la corretta messa a fuoco con la comoda ghiera centrale, si opera sull'oculare destro Ecco le caratteristiche della serie 5, come riportate da Nikon se ne derivano alcune considerazioni, tra le quali appare chiaro come le caratteristiche dei binocoli di base di ognuna delle due luminosità (42 e 56) siano quelli che consentono un migliore accomodamento dell'occhio, ossia una maggiore facilità di centratura della pupilla per evitare di avere fastidiosi black out di uno dei due campi visivi, o peggio, impossibilità ad accoppiare le due immagini provenienti dai due obiettivi in una unica. Che è quello che capita a me con questo 20x56: in pratica soffro moltissimo per riuscire a centrare le pupille nel giusto tunnel di estrazione dell'immagine riflessa dal prisma... Ovviamente è un problema soggettivo, che non mi era mai capitato con altri modelli e dimostrato dal fatto che lo stesso Monarch, sugli occhi di mio figlio usato come tester a proposito, funzionava eminentemente. Un binocolo infatti va sempre provato prima di essere acquistato, perchè l'anatomia facciale delle persone è un elemento assolutamente soggettivo e che può portare a trasformare un'esperienza di visione in una tortura medievale. I dati tecnici ci parlano di un binocolo con lenti ED a bassa dispersione e con un trattamento anti UV ed anti nebbia di alto livello. Peso non contenutissimo, superiore al chilo e 200, ma assolutamente bilanciato e gestibile anche a mano libera, quando le condizioni di ripresa non consentano l'uso di un treppiede, sempre auspicabile Al netto delle mie difficoltà di adattamento, l'ho trovato comunque piuttosto critico nella fase di puntamento, quindi consigliabile più per spazi aperti di osservazione, piuttosto che per individuazione di fauna nella boscaglia, specie se in condizioni di luminosità critiche. Lo farò provare ad un altro tester per ciò che possa riguardare il puntamento notturno di astri: io non ci sono riuscito con tutta la mia buona volontà, per i problemi anzi accennati. Risolutivo e nitido alle lunghe distanze, come da questo punto di osservazione... verso quelle auto parcheggiate ad almeno 400metri di distanza in linea d'aria, delle quali leggevo distintamente i numeri di targa Non l'ho trovato, come mi sarei aspettato invece, di straordinaria tridimensionalità, così come (valutate da voi le condizioni e la qualità della luce in cui ho effettuato osservazione) non così particolarmente brillante nè protetto dalle emissioni di UV come invece dichiarato nelle sue caratteristiche. Certamente maneggevolissimo e compatto, forse anche eccessivamente compatto per un 20x, il che potrebbe essere alla base delle difficoltà che ho incontrato: del resto dotato di un campo visivo totale apparente di quasi 60° che è poi il dato straordinario di un binocolo di questo livello di potenza di ingrandimento. Mi resta il rammarico di non averlo potuto godere come mi sarei aspettato, ma come già detto è una valutazione puramente soggettiva: chi l'ha provato mi ha comunicato emozione visiva notevole. Il prezzo, attorno ai mille euro è forse il parametro meno indicativo nella bolgia dei prezzi che coinvolge tutto il comparto: una volta di più non è il prezzo il parametro da tenere in considerazione, quanto invece la comodità di utilizzo: un binocolo va sempre provato prima dell'acquisto! Max Aquila photo (C) per Nikonland 2024
    4 punti
  19. aggiornamenti marginali, più che altro lato comunicazione. *** Aggiornamento Firmware Z 50 Modifiche rispetto alla versione firmware "C" da 2.50 a 2.51 • Sono stati cambiati i valori predefiniti per le seguenti impostazioni visualizzate quando ci si connette in wireless: - Chiavi di crittografia - La password visualizzata dopo il recupero delle impostazioni predefinite della fotocamera qui Aggiornamento Firmware Z 30 Modifiche rispetto alla versione firmware "C" da 1.10 a 1.11 • Sono stati cambiati i valori predefiniti per le seguenti impostazioni visualizzate quando ci si connette in wireless: - Chiavi di crittografia - La password visualizzata dopo il recupero delle impostazioni predefinite della fotocamera qui Aggiornamento Firmware D6 Modifiche rispetto alla versione firmware "C" da 1.51 a 1.60 • L'aggiornamento firmware del modulo GNSS è ora disponibile. Nota: il secondo aggiornamento non è necessario se il firmware "G" del modulo GNSS è già 0.17, dato che per tale versione, il miglioramento è già stato effettuato. Nota: fare riferimento a "Aggiornamento firmware del modulo GNSS" per le procedure di aggiornamento. • Il firmware per il modulo GNSS è stato aggiornato. - Prestazioni di acquisizione migliorate quando utilizzate in determinate aree dove è possibile acquisire il satellite Quasi-Zenith "QZSS". • Sono stati cambiati i valori predefiniti per le seguenti impostazioni visualizzate quando ci si connette in wireless: - Chiavi di crittografia - La password visualizzata dopo il recupero delle impostazioni predefinite della fotocamera
    4 punti
  20. 2006... Era un qualsiasi pomeriggio di metà ottobre del 2006, avevamo appena vinto i Mondiali di calcio (il giorno stesso in cui mi baloccavo con questo Nikon 400/5,6 duplicato su FE-2 e sicuramente una pellicola diapositiva da 50 ISO), non pioveva e mi trovavo a casa di un’amica (comune…), quando mi chiama al cellulare (lo stesso numero che ho adesso, dallo stesso numero che ha ancora pure lui) Mauro Maratta, un amico conosciuto su altro forum, sul quale avevamo rapidamente scalato la vetta, prima da Moderatori e poi da Amministratori, per poi aver deciso di comune accordo di andarcene via per una serie di validi motivi che qui non sono di alcun interesse. Mauro, dunque, mi chiama e mi dice: “Che ne dici se ci apriamo un sito di Fotografia noi due, senza bisogno di frequentare i pessimi che conosciamo, senza legami commerciali con chicchessia, senza pubblicità, senza bisogno di alimentare inutili forum dove si dibattano argomenti puerili, o peggio si litighi fino alle minacce reciproche, senza obbligo di iscrizione a pagamento?” Ed io: “Certo, bellissimo, ma dopo tutti questi senza, con cosa lo riempiamo?” Mauro: “Con i nostri articoli, che abbiamo già scritto in quantità e riscriveremo meglio, con quelli nuovi che ci verranno in mente, liberi di parlare dei marchi che vogliamo, del nostro modo di intendere la fotografia, coinvolgendo chi vorrà intervenire, senza necessità di chiacchiere, ma invece cercando chi ne sappia più di noi per costruire un riferimento web in lingua italiana, in questo momento assente.” Ribadisco: “Mauro, ma come si fa? Io di impostazione di siti, lo sai, non so proprio nulla, devi pensarci tu, io certamente mi divertirò a scrivere di ciò che mi sta più a cuore del fotografare, della fotografia, di Nikon. Potrei anche provare a coinvolgere la mia classe di Accademia nella quale insegno Fotografia, per sfruttare il sito come un punto di incontro, confronto, crescita. Sono certo che potrà essere formativo a doppio senso, anche per noi” Mauro: “certamente che ci penso io al sito….anzi, ti vorrei dire che …in questi giorni che avevo in mente questa idea, ne ho già disegnato la struttura: manca ancora un nome che possa essere inequivocabile ed il dominio: potremmo scegliere tra uno .eu ed uno .it” Io: “il nome? Potrebbe essere xxx, oppure yyy, o forse zzz… Che ne diresti di qualcosa che richiami alla casa per tutti coloro come noi due che amiamo Nikon, indipendentemente dai prodotti e dalle aspettative? Che ne pensi di… Nikon-Land? www.nikonland.eu ?” Mauro: “OK, mi piace ! Fai conto che stasera chiudo l’architettura del sito (ne ho almeno due simili per piattaforma che coltivo da anni) e ti mando il link e l’account per accedere". Io: “ di già? … Urka !” La sera del 16 ottobre avevo puntualmente la mia password e nome utente (il mio nickname sui forum precedenti) e sono entrato con Mauro… in The Secret Garden… La mattina del 17 Mauro-Rudolf e Max-RFSP erano online e il secondo spediva il primo MP (messaggio personale) che conservo ancora sul sito versione .eu (che è ancora online e perfettamente consultabile) Diceva così: (Lieve è l’ultimo nickname di Mauro prima di transitare a www.nikonland.it nel 2017) Non ci eravamo ancora neppure mai incontrati di persona, erano bastati gli anni precedenti di frequentazione web comune a far decidere a Mauro che io potessi essere il co-fondatore di questo neonato sito. Mi rilassavo scattando foto ai miei bambini con le mie due Nikon D200, che dopo l’amata/odiata D70 erano il mio sicuro porto di arrivo nella galassia Nikon, almeno così credevo. Mauro aveva appena finito di litigare sul forum Nital (definitivamente) a proposito delle carenze strutturali, non supportate da aggiornamenti, della sua costosissima D2x [tic toc... ...tic toc] ...2021 E’ un altrettanto qualunque pomeriggio di metà ottobre e domani Nikonland compie 15 anni, un’età davvero sorprendente, sia per un adolescente, tanto quanto per un sito tecnico/descrittivo come il nostro. Sono davanti alla tastiera come ho continuato a fare per tutto questo tempo, sommando parole e concetti, impressioni positive e negative, esaltazione e delusione, speranza e gioia nel pensare alla quantità di materiale fotografico che è arrivata nelle nostre mani e, passando per le dita, si è trasformata in fotografie, capaci quasi tutte di stimolare sensazioni quasi tattili, sapori, odori: ricordi. Siamo ancora qui: entusiasti come ragazzini, nonostante prossimi ai sessanta anni, età che nei miei ricordi di bambino, quando veniva celebrata per le ricorrenze dei parenti, si traduceva automaticamente nel concetto: Vecchi ! Forse si, siamo invecchiati cercando di trovare ogni giorno l’ispirazione per realizzare immagini memorabili, da tramandare, perché chi le guardasse comprendesse l’amore per i soggetti che vi era racchiuso e la passione per il mezzo espressivo che ha consentito a due bovini delle steppe, come siamo da tempo io e Mauro, di andare avanti cercando di progredire noi, insieme al sito che giornalmente attira migliaia di letture e tanti interventi delle persone che ci hanno accompagnato in questo percorso e che spero si intratterranno ancora perché con Mauro abbiamo intenzione di stabilire ancora qualche record. Cosa è cambiato nel frattempo? Abbiamo talmente insistito nel proporci come riferimento che di certo in Italia lo siamo diventati. Abbiamo stretto delle fondamentali partnership con i principali distributori nazionali sia di Nikon, sia dei marchi che siano, parafrasando il motto sotto la prima insegna, all around F(and Z)-mount e non soltanto quelli. Abbiamo stretto rapporti di amicizia con diversi commercianti di livello nazionale, con i quali siamo nella condizione di ottenere sconti per i nostri sodali, senza neppure la necessità di stringere patti economici, per il puro senso dell’amicizia. Quell’amicizia che ci ha portato in 15 anni a organizzare tante occasioni di incontro fisico, tra Lombardia e Veneto, tradotte in ulteriori contatti ed accrescimento di competenze fotografiche, reciprocamente. Usiamo mirrorless Nikon DX ed FX, perchè siamo convinti che le basi tecniche in possesso di Nikon e la sua tradizionale necessità di prevalenza tecnologica sui competitor, la porteranno nel tempo a prevalere nettamente in un mercato, quello dei produttori di fotocamere ed obiettivi, che sta diventando sempre più selettivo su entrambi gli estremi del mercato. Usiamo le migliori mirrorless Nikon ed i migliori obiettivi nativi per queste, perchè siamo convinti della necessità di interazione assoluta che questo livello di attrezzature ormai richiede. Siamo in attesa della solita Araba Fenice Nikon, che risorga dalle sue ceneri, liberando alla vista di tutti il capolavoro che io e Mauro abbiamo prenotato già da mesi: la Nikon Z9 con i suoi nuovi obiettivi e ci siamo sbarazzati preventivamente di tutto ciò che, eccellente fino ad ieri, da domani dovesse diventare inutile zavorra, difficile da rivendere (speravamo potesse essere l'argomento per la ricorrenza del 15mo compleanno di Nikonland... aspettiamo fiduciosi) Fotografiamo scientemente e critichiamo obiettivamente, senza trascendere e neppure senza montare sopra scalini sui quali soggetti sicuramente con meno esperienza di noi, salgono quotidianamente sui social, alimentati da accordi economici diretti con le case, quindi, a nostro vedere, inobiettivamente. Siamo un gruppo, non siamo soli, siamo una redazione nella quale si sono alternati i soggetti più capaci e disponibili che in questi quindici anni abbiamo reputato essere utili alla continuità del sito, per quando io e Mauro decideremo di essere soddisfatti abbastanza, o per quando…la Vita lo deciderà al posto nostro. Questa foto ci è stata scattata nel 2014 ed è una delle poche insieme, nella quale siamo venuti bene: me l’ha mandata Roby, uno dei Nikonlander più longevi, attivo sul nostro sito. Spero non si arrabbi se l’ho tagliato fuori dall’inquadratura Auguri Nikonland per i tuoi 15 anni portati benissimo…
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  21. l'anagrafe parla purtroppo. Ma non dovrebbe essere un alibi. Ci sono "grandi vecchi" della fotografia che ancora fotografano, non vivono solo di ricordi. Come invece sembrano fare molti degli iscritti a questo sito. Abbiamo un migliaio di iscritti ed oltre 200 sono assidui frequentatori (a giudicare dagli accessi accreditati). Moltissimi stanno leggendo l'articolo sul quesito "Compro la Z8 o aspetto la Z6 III". E possiamo capire l'interrogativo. Ma fotografare ? E' ancora qualche cosa all'ordine del giorno ? Perché al contest dell'anno 2023, hanno partecipato una trentina. E alcuni, l'abbiamo intuito, più per moto d'orgoglio che per vero spirito di partecipazione. Siamo sicuri che sarà il loro unico atto fotografico per molti mesi a venire. Lo testimonia la partecipazione con fotografie alle Gallerie Fotografiche libere, a quelle tematiche, a quelle relative agli obiettivi. E non parliamo delle recensioni dei propri obiettivi. Capiamo anche quello. Per recensire un obiettivo posseduto, onestamente bisognerebbe usarlo. O almeno averlo usato. Invece è facile leggere di ricordi. Si, io si, mi ricordo (parafrasando scherzosamente l'ultimo Marcello Mastroianni che, avendo vissuto intensamente, ricordava di averlo fatto di persona, da vecchio). Io mi ricordo di quando fotografavo. Di quando mi appassionava usare la fotocamera. Di quando ne avevo voglia. Ma, comprendendo le ragioni di chi ha impedimenti seri cui auguriamo tutto il bene del mondo, è mai possibile che già si viva di ricordi ? Perché è proprio una cosa brutta da pensare. E certamente da ammettere. Perché un giorno, veramente, si potrà solo ricordare di aver fotografato. Ma facilmente ci saremo scordati che cosa e non avremo i vecchi album di famiglia di una volta da sfogliare con i nipotini - per chi ce li ha. Solo lard dsk oramai illeggibili e di cui non avremo altre copie. Fotografare invece è vita. E' vita vissuta. E' vita adesso. Davvero non ci posso credere. Certamente non è vero che non fotografate. Fate finta. Lo fate perché vi è antipatico l'Admin di Nikonland. Ammettetelo ! E' una ripicca ... Su mostrate un segno del fatto che ieri, oggi, l'altro ieri, avete fotografato. Un commento. Un commento fotografico a questo articoli. E dite qualche cosa di fotografico ... con una vostra riverita fotografia. Giusto qui di seguito. Fateci vedere che non vivete solo di ricordi ma che fotografi, lo siete ancora. Un ricordino primo di perdere anche quello ... oltre alla voglia di usare una Nikon ! Prima che ci prenda tutti la nostalgia di quelle foto mai scattate !
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  22. Tutti presi dalle capacità della Nikon Zf, nei dieci articoli che le abbiamo dedicato al lancio, non ci siamo soffermati sulla possibilità di averla anche di colori differenti dal nero di base. Come per la "piccola" Nikon Zfc però è possibile averla personalizzata. Solo dal Nikonstore.it è possibile perfezionare un ordine "on demand" ed ottenerla in tante tinte differenti nella "selleria". Le "pelli" saranno del colore che avete scelto, come nei moderni showroom delle automobili personalizzabili. i nomi dei singoli colori sono esotici ma noi le possiamo chiamarle alla buona come "verde muschio", "blu chiaro", "grigio pietra", "marrone", "arancio", "bordeaux". Il prezzo è indifferente - non è come ordinare un foulard di Hermes - uguale alla versione nera di base e la macchina viene personalizzata per voi. Generalmente è disponibile in pronta consegna. Ma se non lo fosse, si dovrà solo aspettare l'effettiva disponibilità di quel colore, giusto qualche giorno. Naturalmente le caratteristiche sono le stesse. Però se è già esclusiva la Nikon Zf, lo sarà ancora di più in una tinta particolare. E alcune saranno ancora più personali di altre. Sappiamo che questa primavera va fortissimo il Sunset Orange ma probabilmente in autunno tirerà di più in Moss Green. E forse in inverno, il Bordeaux o l'Indigo Blue, che vanno bene con tutto. Non sapendo resistere ce ne siamo fatta mandare una in visione per poterla fotografare e confrontare con la nostra, una tradizionale black body. sul lato della scatola c'è un adesivo che evidenzia che all'interno c'è la macchina in Sunset Orange. Una novità rispetto alle Zfc colorate. Tutte le riprese sono state effettuate da una Nikon Zfc Red&Silver (le nostre Nikon Zfc sono tutte e tre di tinte personalizzate : rosso, menta e blu) con il Nikkor Z 50/2.8 MC. il "lavoro in pelle" è integrale, anche il retro del display posteriore è personalizzato e sinceramente in questa versione, è un peccato montare il grip opzionale di SmallRig perché ne rovina la linea qui sopra è a confronto con una sorella in versione standard, tutto nero e con grip opzionale. E' una fotocamera "da uso" non da esposizione. per tutto il resto, ovviamente, le due fotocamere sono identiche. Ci mancherebbe ! uno scatto della Zf Sunset Orange vicino alla Nikon Z8, giusto per confronto, passava da quelle parti anche lei ... e quindi uno scatto fuori dallo studio, per mostrare come rende l'arancio alla luce del sole. Insomma, speriamo vi piaccia. Noi ce ne siamo innamorati e ci dispiacerà moltissimo doverla rimandare indietro. Ma sinceramente con già 3 Zfc colorate in casa, per lei non c'è proprio spazio nel nostro gineceo. Un ultimo sguardo E voi, di che tinta la preferite la Nikon Zf ? Un Orange Sunset vi potrebbe tentare ? Di che tinta sono i vostri capelli e quelli della vostra dolce metà ? Qual'è il vostro colore preferito ?
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  23. Foto di copertina (c) di Joe McNally, Nikon Ambassador Vi chiederete, chi é Dave Duncan Douglas (di seguito DDD) e che ci azzecca con Nikon ? David Douglas Duncan a Con Thien, Vietnam, ottobre 1967 con la sua Nikon F. Foto di Frank Breth DDD é stato un fotografo americano, lungamente attivo per Life come fotografo di guerra. Nato nel 1916 a Kansas City nel Missouri, Boy-Scout, studente di archeologia, gli capitò di fotografare casualmente il noto rapinatore di banche John Dillinger in un hotel nel 1934, cosa che evidentemente cambiò la sua vita per gli anni a venire. In realtà lui aveva semplicemente sentito alla radio che un hotel andava a fuoco (era a Tucson, Arizona, dove frequentava l'Università) e corse a fare delle foto con una fotocamera pagata 39 cents. La sua foto ritraeva un uomo che recuperava una valigetta dall'hotel in fiamme. Il giorno dopo scoprì leggendo il giornale che quell'uomo era Dillinger e nella valigetta aveva il solito corredo composto da pistole, mitragliatori e contanti frutto delle rapine. Nel 1938 riuscì a diplomarsi e per un anno girovagò come fotografo freelance. Alcune sue foto dei Caraibi furono pubblicate sul National Geografic. Durante la guerra servì nei marines come fotografo combattente (in servizio come ufficiale dei Marines, non come semplice fotoreporter), durante la campagna di Bouganville (isole Salomone, sanguinoso scontro protrattisi dall'estate 1943 fino ai primi giorni del 1945) si ritrovò infatti in combattimento con i soldati giapponesi. I Marines nei momenti di crisi mettono in linea anche la banda reggimentale e i cuochi ! Più tardi era imbarcato sulla nave da battaglia USS Missouri, famosa perché sul suo ponte fu celebrata la cerimonia della resa incondizionata delle forze giapponesi agli americani (presente il Gen. Douglas MacArthur). Si congedò nel 1945 come tenente colonnello, dopo aver guadagnato svariate decorazioni tra cui la Legion d'Onore al merito e due DFC, per meriti militari, non fotografici ! Finita la guerra passò a Life come corrispondente di guerra e si recò in varie parti calde del mondo, durante la crisi che portò alla fine del dominio britannico in India (1946), e in vari conflitti in medio-oriente (conflitto in Palestina e nascita dello stato di Israele 1948) in Europa Orientale e in Africa. Ma fu durante il conflitto di Korea che lasciò i suoi lavori migliori, diventando forse uno dei più influenti fotografi di guerra del secolo. Seguì le azioni della Prima Divisione dei Marines a Pusan e nella sacca di Chosin. Nel 1951 una sua raccolta di foto dal titolo "This is the War" illustrò in maniera realistica e cruda l'orrore della guerra e l'eroismo e il sacrificio dei soldati. Il libro ottenne la medaglia d'oro degli Stati Uniti. Fino al 1955 DDD lavorò per Life coprendo anche eventi come l'abdicazione di re Farouk d'Egitto. Nel 1956 si dedicò a servizi in Russia e in particolare alla pubblicazione dei tesori del Cremlino.Visse anche a contatto con Picasso in Riviera, dove immortalò il pittore in oltre 10.000 istantanee che lo ritraevano nella vita quotidiana. Nel 1960 (da questo momento con l'immancabile Nikon F presa in Germania) girò per l'Europa dove vinse numerosi premi. Nel 1967 tornò nel teatro di Guerra, in Vietnam, ancora per Life. Un celebre crop tratto da un celebre ritratto di Picasso (pubblicato sul libro Viva Picasso nel 1957) : e un ritratto decisamente meno noto dello stesso pittore : due foto della guerra di Korea nel luglio 1950 : ritratti celebri : foto prese dall'archivio pubblico Harry Ransom Center dell'Università del Texas. Bene ma che c'azzecca con Nikon il grande Dave Douglas Duncan che adesso conosciamo a tutto tondo ? Ebbene, abbiamo lasciato Nikon nel 1948 con la produzione delle sue macchine telemetro dotate dei primi Nikkor. Nel 1950 durante il suo servizio in Korea, DDD visitò il Giappone. I soldati impegnati in Korea avevano come base il Giappone ancora occupato. Yokohama era la base dell'US Navy per il teatro del Pacifico. Durante la visita poté provare i Nikkor adattati per l'attacco Leica a vite e si dotò del 50/1.5 e del 135/3.5 per la sua Leica IIIf. Con questi fotografò le vicende di guerra e in particolare per gli articoli pubblicati su Life che poi vennero raccolti nel libro fotografico Yankee Nomad. penso che la maggior parte di queste foto parli da sola, in gran parte - io presumo - prese con i vari Nikon in possesso di DDD e in particolare il 28 e il 50 mm. L'esperienza di DDD convinse anche altri colleghi di Life a passare a Nikon. In particolare Horace Bristol, altro grande fotografo di guerra americano e membro del Group F/64 di Ansel Adams, stabilitosi nel 1950 con la famiglia in Giappone, Karl Mydams (che usava Contax) e Hans Walker che per primo usò Nikkor su Nikon. Ma il punto di svolta fu quando apparve un articolo firmato dal grande divulgatore di argomenti fotografici Jacob Deschin (scriveva su una rivista chiamata Popular Photography attiva fin dal 1937) sul New York TImes il 10 dicembre 1950. Data fatidica. In questo articolo, con il supporto delle interviste a molti fotografi americani durante la guerra di Korea si metteva in evidenza la superiorità dei Nikkor rispetto agli obiettivi tedeschi ! La polemica e lo scontro tra pro-zeiss e pro-Nikkor si consumò per due anni. Nel febbraio 1951 Deschin pubblicò il definitivo passaporto per la qualità Nikkor su Popular Photography. Una puntuale disanima con ben dieci pagine di fotografie di DDD a supporto e l'analisi e il confronto puntuale delle prestazioni dei Nikkor in confronto dei parclasse tedeschi. Fu l'apoteosi. I marchi Nikon e Nikkor vennero lanciati sul mercato americano e grazie alla fine dell'occupazione americana del Giappone e alla abolizione dell'obbligo del marchio Made in Occupied Japan, Nikon si lanciò nell'esportazione nel ricco mercato USA con l'appoggio di una catena di negozi in tutto il territorio. Più avanti nel 1953, venne fondata la sussidiaria Nikon USA, ancora oggi la pià importante filiale Nikon fuori dal Giappone. Il successo dei Nikkor per Leica e Contax fornì a Nikon i mezzi per sviluppare le sue fotocamere a telemetro e permise il lancio di nuovi modelli di fotocamera e i relativi obiettivi. La gran parte dei fotografi professionisti americani passò a Nikon a telemetro prima, e alla relfex F al suo lancio, nel 1959. DDD, nel 1960 ebbe a dire, "quando nel 1950 Horace Bristol ed io passammo a Nikon non ci rendemmo immediatamente conto che stavamo segnando lo spartiacque della fotografia in piccolo formato del dopoguerra". Dal 1950 e fino ad oggi DDD é rimasto fedele alla sua scelta. Come ogni nikonista che si rispetti, peraltro ! Da quel 1950 e fino ai giorni nostri Nikon é diventata sinonimo di affidabilità e sicurezza di prestazioni anche nelle estreme situazioni di guerra.
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  24. Qui Modifiche rispetto alla versione firmware "C" da 1.01 a 2.00 Nota: gli utenti del seguente software dovranno aggiornare alle versioni più recenti. • Camera Control Pro 2 versione 2.37.0 o successiva, IPTC Preset Manager versione 1.3.0 o successiva, NX Studio versione 1.6.0 o successiva, NX MobileAir versione 1.2.0 o successiva (edizione Android) o versione 1.1.4 o successiva (iOS), NX Field versione 1.4.0 o successiva, NX Tether versione 2.0.0 o successiva Nota: le modifiche elencate di seguito sotto "Fotografia di immagini fisse", "Registrazione di video", "Riproduzione", "Controlli", "Display" e "Rete (anche NX Field)" sono presentate in dettaglio nella Manuale di aggiornamento firmware supplementare. Nota: a causa dell'aggiunta di nuove opzioni di menu, alcune opzioni del menu Personalizzazioni sono state rinumerate. ■ Fotografia di immagini fisse • È stato aggiunto [Ripresa con decentramento pixel] al menu di ripresa foto. • Sono stati aggiunti nuovi Picture Control. • È stato aggiunto [Uccelli] a [Opzioni rilevamento soggetto AF] nel menu di ripresa foto. • Il rapporto di zoom massimo per la visualizzazione di ripresa è ora 400%. • È stato aggiunto [Acquisizione auto] al menu di ripresa foto. Gli utenti possono selezionare i criteri di acquisizione da [Movimento] (la direzione in cui il soggetto si muove), [Distanza] (quanto è distante il soggetto dalla fotocamera) e [Rilevamento del soggetto] (se un soggetto di un determinato tipo viene rilevato o meno), e la fotocamera scatterà foto automaticamente mentre rileva i soggetti che soddisfano i criteri selezionati. Si noti che [Distanza] è disponibile con obiettivi NIKKOR Z e potrebbe non funzionare come previsto quando utilizzato con altri obiettivi. Le aree immagini [FX (36x24)] e [DX (24x16)] sono disponibili con Auto Capture. • Il periodo di tempo per cui la fotocamera continua ad effettuare il buffer dei fotogrammi prima di annullare la ripresa durante la fase di Pre-Scatto Capture dell'acquisizione fotogrammi ad alta velocità + è stato aumentato da 30 a 300 secondi. • È stato aggiunto [Grande] alle opzioni di dimensione disponibili per [Funzione slot secondario] > [JPEG primario - JPEG secondario] nel menu di ripresa foto. • Sono stati aggiunti nuovi incrementi di bracketing per l'uso durante il bracketing automatico con [Bracketing AE e flash], [Bracketing AE] o [Bracketing flash] selezionato per [Opzioni auto bracketing]. Questa modifica si applica anche a [Riprese intervallate] > [Opzioni] > [Bracketing AE] > [Incremento]. ■ Registrazione di video • Sono stati aggiunti nuovi Picture Control. • È stato aggiunto [Uccelli] a [Opzioni rilevamento soggetto AF] nel menu di registrazione video. • Il rapporto di zoom massimo per la visualizzazione di ripresa è ora 400%. • È stato aggiunto [Acquisizione auto] al menu di registrazione video. Gli utenti possono selezionare i criteri di acquisizione da [Movimento] (la direzione in cui il soggetto si muove), [Distanza] (quanto è distante il soggetto dalla fotocamera) e [Rilevamento del soggetto] (se un soggetto di un determinato tipo viene rilevato o meno), e la fotocamera registrerà automaticamente i video mentre rileva i soggetti che soddisfano i criteri selezionati. Si noti che [Distanza] è disponibile con obiettivi NIKKOR Z e potrebbe non funzionare come previsto quando utilizzato con altri obiettivi. Le aree immagini [FX] e [DX] sono disponibili con Auto Capture. • Sono state aggiunte opzioni di sensibilità ISO bassa a [Impostazioni sensibilità ISO] > [Sensibilità ISO (modo M)] per l'uso durante la registrazione di video N-Log. • È stata cambiata la gamma di velocità disponibili per Zoom Hi-Res. • È stata aggiunta la registrazione di video al rallentatore. ■ Riproduzione • È stato aggiunto [Velocità di riproduzione video] nel menu "i" di riproduzione video. • È stato aggiunto [Rotazione auto immagine] nel menu riproduzione. • È stato aggiunto [Opzioni riprod. automatica serie] a [Riproduzione serie] nel menu riproduzione. • Sono state apportate modifiche alle voci [Selezione per caric. su computer] e [Selezionare per caricamento (FTP)] nel menu riproduzione "i" e sono stati aggiunti [Selezione per caric. prioritario su computer] e [Selezionare per caricamento prioritario (FTP)]. ■ Controlli • È stata aggiunta la voce [Prem. a metà per annul. zoom (MF)] al [MENU PERSONALIZZAZIONI] nelle posizioni d18 e g17. • È stato aggiunto [Larghezza limite punto AF] ad a11 [Visualizzazione punto AF] nel [MENU PERSONALIZZAZIONI]. • Sono state apportate modifiche alla modalità di esecuzione di un pieno formato con [Formatt. card di memoria] nel [MENU IMPOSTAZIONI]. • Il bilanciamento del bianco e la compensazione dell'esposizione possono ora essere regolati mentre si richiamano le impostazioni della funzione di ripresa. • È stato aggiunto il supporto per la funzione zoom motorizzato sugli obiettivi con zoom motorizzato. • È stata aggiunta una voce [Esposizione posticipata] al [MENU PERSONALIZZAZIONI] nella posizione d6. • Sono state fatte aggiunte ai controlli personalizzati e ai ruoli assegnabili tramite le seguenti voci nel [MENU PERSONALIZZAZIONI]. Sono state aggiunte anche nuove opzioni di ripristino. - f2[Controlli personalizz. (ripresa)] - f3[Controlli personalizz. (riproduz.)] - g2[Controlli personalizzati] Scegliere [Preferenze punto AF] o [Pref. punto AF (priorità volto)] per f3 [Controlli personalizz. (riproduz.)] > [Ghiera principale] o [Ghiera secondaria] > [Posiz. zoom avanzam. fotogr.]. Le impostazioni per f3 [Controlli personalizz. (riproduz.)] > [Ghiera principale] o [Ghiera secondaria] > [Avanzamento fotogramma] possono ora essere applicate durante lo zoom in riproduzione. • Sono stati effettuati aggiornamenti a [Dati obiettivo senza CPU] nel [MENU IMPOSTAZIONI]. • È stato aumentato da 3 a 256 il limite dei caratteri per le voci "Category" nelle premisurazioni IPTC. • È stata ristrutturata la voce [Suoni fotocamera] nel [MENU IMPOSTAZIONI] con l'aggiunta di nuove opzioni, compresi nuovi suoni e la regolazione del livello del volume per l'otturatore elettronico. ■ Display • Sono state aggiunte informazioni sulla distanza di messa a fuoco all'indicatore distanza di messa a fuoco visualizzato durante la messa a fuoco manuale. • L'opzione selezionata per [Dimens. vis. display del mirino] (in precedenza [Dimensione visual. mirino (Lv foto)]) nel [MENU IMPOSTAZIONI] ora si applica anche nei modi video e riproduzione. ■ Rete (anche NX Field) • Viene ora visualizzata un'avvertenza quando la connessione a un accessorio ATOMOS AirGlu BT è instabile o interrotta. • Gli accessori ATOMOS AirGlu BT e le impugnature remote MC-N10 possono ora essere utilizzati insieme. • Sono state effettuate modifiche e aggiunte alla voce [Collega a server FTP] nel [MENU OPZIONI DI RETE]. • È stata modificata la procedura utilizzata durante la configurazione della fotocamera per lo scatto sincronizzato, aumentando a venti il numero di gruppi che possono essere creati, mentre il numero di fotocamere in ciascun gruppo che possono essere controllate dalla fotocamera master è stato aumentato a sedici. • È stato aggiunto [Sovrascrivi info copyright] sotto [Collega ad altre fotocamere] nel [MENU OPZIONI DI RETE]. ■ Modifiche correlate all'app Con NX MobileAir: • il display live view della fotocamera per il modo foto ora mostra lo stato di NX MobileAir e • le impostazioni della fotocamera salvate su una scheda di memoria utilizzando [Salva/carica impostazioni menu] possono ora essere scaricate sullo smart device o copiate dallo smart device alla scheda di memoria della fotocamera utilizzando NX MobileAir. ■ Altre modifiche • Il tempo in cui la visualizzazione di ripresa diventa scura dopo il rilascio dell'otturatore quando è selezionato [ON] per [Riduzione dello sfarfallio foto] nel [MENU DI RIPRESA FOTO] è diventato più breve. • È stata migliorata la precisione di [Tracking 3D] per soggetti piccoli, in movimento veloce, quando [Auto], [Persona], [Animale] o [Veicolo] viene scelto per [Opzioni rilevamento soggetto AF] e non sono rilevati soggetti del tipo selezionato. • È stato migliorato il blocco della messa a fuoco con rilevamento effetto flicker (sfarfallio della luce) nel modo di scatto continuo a bassa velocità. • Sono stati apportati altri miglioramenti all'operazione di autofocus e alla sua affidabilità. • È stato risolto un problema che a volte faceva sì che il mirino si oscurasse durante la riproduzione quando [Auto] era stato selezionato per [Luminosità mirino]. • Ora è più semplice ottenere l'esposizione corretta dal primo scatto durante le foto intervallate in ambienti ad alto contrasto o in ambienti sufficientemente scuri per la vista della luce stellare. • Il display istogramma non è più disponibile quando è attivata la vista della luce stellare. • È stata modificata l'avvertenza bassa capacità del video in modo che ora venga visualizzata in bianco su uno sfondo rosso quando c'è meno di un minuto rimanente. L'avvertenza ora viene visualizzata anche quando la registrazione non è in corso. • Gli utenti ora hanno un controllo più preciso quando scorrono tra i video durante la riproduzione utilizzando la barra di avanzamento. • Quando [Modo area AF] è impostato su [Tracking 3D] e il soggetto umano è grande rispetto al fotogramma e più occhi vengono rilevati vicino al punto AF di tracking, la fotocamera assegna la priorità per la messa a fuoco all'occhio più vicino al punto. • L'istogramma RGB è ora più facile da visualizzare quando [Modo 1] o [Modo 2] è selezionato per d11 [Colori caldi display] nel [MENU PERSONALIZZAZIONI]. • Sono stati risolti i seguenti problemi: - Le foto scattate con le foto intervallate potrebbero a volte essere sottoesposte. - Il flash a volte potrebbe non attivarsi durante il cambio messa a fuoco. - La posizione di messa a fuoco tornava involontariamente alla posizione salvata utilizzando [Salva posizione di messa a fuoco] se il timer di standby era scaduto mentre l'alimentazione veniva fornita tramite USB e un WR-R10 era collegato. - A volte non era possibile ottenere un'esposizione ottimale durante la ripresa in sequenza o con cambio messa a fuoco. - La pressione del pulsante AF-ON terminava immediatamente la riproduzione quando [Riproduzione] era stato assegnato a [Pulsante AF-ON] e [Priorità al mirino (2)] era selezionato per il modo monitor. - Il rilascio dell'otturatore a volte era disabilitato quando "Posa B" era selezionato per il tempo di posa. - La selezione del punto AF utilizzando il multi-selettore e il selettore secondario non era disponibile se un'operazione di tocco era eseguita utilizzando [Posizionamento del punto AF] quando [Tracking 3D] era selezionato per modo area AF. - I valori di regolazione fine impostati in [Opzioni di regolazione fine AF] nel menu impostazioni non venivano applicati quando il soggetto veniva rilevato con [AF area estesa (piccola)], [AF area estesa (grande)], [AF area estesa (C1)] o [AF area estesa (C2)] selezionato per [Modo area AF].
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  25. Il nome Nikkor comparve nel 1932 e venne registrato come marchio di fabbrica. Questo nome deriva da quello di una regione del Giappone famosa per i templi e i santuari. L'area fa oggi parte di un parco nazionale che comprende anche la città di Nikko. I molti templi sono stati eretti tra l'VIII e i XIV secolo d.c. A Nikko venne aggiunta in fondo la lettera R tanto in voga all'epoca nella denominazione degli obiettivi tedeschi (Tessar, Unar, Elmar, Protar etc. etc.) per rendere il nome più pronunciabile. Comunque il marchio Nikko - già utilizzato in precedenza da Nikon e di fatto l'europeizzazione delle iniziali di Nippon Kogaku K.K. - continuò ad essere usato per le linee di binocoli e microscopi. Il primo obiettivo per fotocamera con il marchio Nikkor venne presentato il 18 marzo 1933 Un obiettivo medioformato per applicazioni aeree (ricognizione), marchiato Aero-NIKKOR. Il progetto di Heinrich Acht Aero-NIKKOR 50 cm F4.8 Quando venne fondata la Nikon (Nippon Kogaku KK), la maggior parte degli strumenti ottici di qualità superiore venivano importati dall'estero. La ragion d'essere di Nikon era creare strumenti ottici a livello nazionale. Tuttavia, mentre agli inizi dell'azienda Nikon aveva sviluppato un'eccellente tecnologia di produzione per i binocoli, i telemetri e i periscopi richiedevano una tecnologia molto più avanzata che l'azienda non disponeva all'epoca. Di conseguenza, molti dei suoi prodotti erano difettosi, al punto che ciò si ripercuoteva negativamente sulla gestione dell'azienda. Per superare questa situazione avversa, Nikon si rivolse a otto specialisti di ottica e ingegneria di precisione provenienti dalla Germania, che all'epoca si diceva fosse la numero uno al mondo. Dopo che gli ingegneri tedeschi si unirono all'azienda intorno al 1921, l'ingegneria dell'azienda iniziò a migliorare rapidamente. Uno degli ingegneri tedeschi, Heinrich Acht, progettò tutti i tipi di obiettivi, compresi quelli fotografici e quelli per microscopi. I dati di progettazione e il metodo di progettazione in stile tedesco lasciati da Acht divennero materiali di progettazione fondamentali per gli obiettivi fotografici che seguirono. Vista in sezione trasversale dell'Aero-NIKKOR 50 cm F4.8 Dopo il ritorno di Acht in Germania nel 1928, la progettazione e la produzione delle lenti continuarono sotto Kakuya Sunayama, direttore generale del dipartimento di progettazione delle lenti. Nello stesso anno, Sunayama iniziò a studiare obiettivi fotografici su larga scala per aerei dopo aver visitato l'Europa per osservare l'industria dell'ottica. Il suo rapporto sull'indagine era intitolato "La strategia ideale per Nippon Kogaku è realizzare un prototipo di obiettivo per la fotografia aerea come lo Zeiss f=50cm F4.8 Triplet", e si dice che abbia frugato nei negozi di obiettivi fotografici a Berlino fino a quando non ottenuto uno. L'obiettivo che Sunayama ha riportato in Giappone è stato utilizzato come riferimento per il progetto e da esso ha preso i dati del rilievo, lo ha smontato, misurato e testato l'assemblaggio, ispezionando attentamente l'obiettivo. La produzione dei prototipi iniziò quindi nel 1929 e si basavano su una versione leggermente rivista dei dati di progettazione ottica lasciati dall'ingegnere tedesco Acht. Tuttavia, l’astigmatismo era troppo ampio e i risultati erano insoddisfacenti. Dopo aver applicato alcuni ricalcoli fondamentali, fu prodotta la seconda fase di prototipi e intorno al 1930 fu realizzato un obiettivo vicino alle misurazioni di rilievo dell'obiettivo Zeiss. Inoltre, produzione del prototipo dell'Anytar tipo Tessor 50 cm F4,5, 12 cm F4. 5, così come gli obiettivi con lunghezza focale di 7,5 cm e 18 cm hanno avuto successo. Con queste prospettive per gli obiettivi fotografici si è deciso di farne una serie sistematica, e da ciò è nata la necessità di un nome unificante. Così è nato il marchio NIKKOR. richiesta ufficiale d'epoca per la registrazione del marchio Nikkor da parte di Nippon Kogaku I prodotti fabbricati per questa serie erano gli obiettivi fotografici generali di tipo Tessor NIKKOR da 7,5 cm, 10,5 cm, 12 cm e 18 cm; così come il tipo Triplet da 50 cm F4,8 e 70 cm F5 per la fotografia aerea. Gli obiettivi NIKKOR utilizzati per la fotografia aerea avevano il prefisso "Aero", riferito al cielo, e denominati "Aero-NIKKOR". I primi ordini arrivarono nel 1933 dall'aeronautica militare giapponese per l'obiettivo 70 cm F5 e per l'obiettivo NIKKOR 18 cm F4.5 per la fotografia aerea su piccola scala. Le lenti furono esposte anche all'esposizione tenutasi quell'anno e iniziò la vendita delle lenti. Poi, nel 1932, "NIKKOR", una combinazione di "NIKKO", l'abbreviazione di "Nippon Kogaku" e una "R" aggiunta alla fine, apparve come marchio di una linea di obiettivi fotografici. La vera storia degli obiettivi NIKKOR inizia, tuttavia, con l'“Aero-NIKKOR”, un obiettivo per fotografia aerea utilizzato per la creazione di mappe e fornito ai militari. Un obiettivo estremamente preciso è essenziale per creare mappe accurate e dettagliate. Per soddisfare questa richiesta, le prime lenti furono tutte realizzate a mano. Il risultato fu il lancio dell'Aero-NIKKOR 18 cm f/4.5 (1933), del 7.5 cm f/3.5 (1937) e del 10 cm f/5.6 (1939). Da questo inizio storico, NIKKOR ha continuato ad espandersi verso l'uso consumer e industriale, fino a diventare il marchio che conosciamo. *** Il periodo tra le due guerre fu caratterizzato da eventi di natura sia politica che naturale. Le due conferenze di Washington sulla limitazione del materiale d'armamento, cui il Giappone venne "costretto" ad adeguarsi fino al completo distacco dall'alleanza (nella Grande Guerra il Giappone era a fianco dell'Inghilterra contro la Germania) ma soprattutto il grande terremoto che colpì la regione di Kanto nel 1923 con centinaia di migliaia di morti. Ma il centro sperimentale ottico della Marina a Yokohama venne totalmente distrutto. Dipendenti ed incarichi vennero così passati a Nikon. La Marina fece costruire anche una seconda fornace da 500kg per Nikon. Ma tra le conseguenze della conferenza navale di Washington e la depressione causata dal terremoto del 1923, Nikon passò gli anni '20 in una situazione di semi-insolvenza, tenuta in vita solamente da piccole commesse navali. Nippon Kogaku era una impresa strategica e non si poteva lasciar fallire. A dispetto delle devastazioni del terremoto, la fabbrica di Ohi di Nikon non subì alcun danno e rimase chiusa solo per 17 giorni per mancanza di acqua e di elettricità. Nessuno dei dipendenti morì o fu ferito. Anzi, tutto il personale tecnico dell'arsenale navale venne trasferito ad Ohi così che si trovò per la prima volta concentrato nello stesso impianto. Nel 1923 ad Ohi lavoravano 900 addetti. Nel 1918 vennero effettuati i primi esperimenti per la messa a punto di una fonderia per il vetro ottico. Nel 1922 venne acquistata una smerigliatrice per vetro in Germania, in grado di molare le lenti sferiche. Nel 1923 la capacità di fusione per singolo versamento fu portata a 350 kilogrammi che nel 1927 arrivò a 500 chilogrammi di vetro ottico. Le prime fusioni venivano effettuate con una fornace a combustibile, solo negli anni '30 venne introdotto il forno elettrico, simile a quello per l'acciaio. Nel 1935 venne infine aggiunto un impianto di congelamento per raffreddare e forgiare il vetro appena fuso. Nonostante ciò, tra le due guerre Nikon acquistò con regolarità vetro ottico speciale tedesco sia da Zeiss che da Schott, entrambe di Jena. Ci furono anche contatti per formare una joint-venture con Zeiss, avversata dalla Germania. Durante una delle visite in Germania, il responsabile dello sviluppo di Nippon Kogaku - un ufficiale di marina - contattò alcuni tecnici Zeiss che per mancanza di lavoro, facevano letteralmente la fame. Li invitò a trasferirsi in Giappone con tutte le famiglie. Alcuni accettarono di buon grado, con un contratto a tempo determinato che venne prorogato fino al 1926. Dal 1921 collaborarono con Nippon Kogaku in questo impianto otto tecnici tedeschi : Heinrich Acht, ingegnere capo, responsabile di progetto, esperto di microscopi; Ernst Bernick, ingegnere meccanico; Hermann Dillmann, calcoli ottici; Max Lange, progetto lenti; Albert Ruppert, molatura e lucidatura prismi Adolf Sadtler, molatura e lucidatura lenti; Otto Stange, progettazione e disegno Kurt Weise, molatura e lucidatura lenti Acht rimase in Giappone fino al 1928, altri tecnici tedeschi si trattennero mentre alcuni tornarono in Germania nel 1926. I tedeschi - tutti tecnici anziani e veterani - misero tutta la loro esperienza per impiantare prodotti efficienti sugli standard europei, permettendo di raggiungere livelli qualitativi simili a quelli di Zeiss, Leitz e Schott. C'è un considerevole salto di qualità e di precisione tra tutti i prodotti giapponesi "autonomi", prima della guerra e dopo l'intervento dei tecnici tedeschi. Il telemetro da 4.5 metri di Fuji Lens del 1913 si rilevò molto impreciso, tanto da costringere l'ammiragliato a mandare due ufficiali navali in Inghilterra per studiare il design dei telemetri. Quelli costruiti da Nikon per le nuove navi da battaglia concepite dopo il 1930 invece si riveleranno di precisione pari a quelli tedeschi installati sulle Bismarck (Zeiss). Uno degli ultimi Aero-Nikkor prodotti, R-Aero-Nikkor 50 cm F5.6 #38352376, progettato per l'esercito nel 1944 sotto alle due viste dell'obiettivo, ci sono le stesse con il tappo anteriore e posteriore. Questo obiettivo consentiva riprese chiare anche da grande altitudine (oltre 10.000 metri di quota). La stessa fotocamera era costruita da Nikon (Aero-Camera per l'Esercito Imperiale Mod. I). Era a controllo elettrico con un telecomando da parte del copilota. Ne furono consegnate 600 pezzi. La fotocamera su cui era montato quell'ottica veniva usualmente installata sotto al muso di uno Mitsubishi Ki-46, aereo da ricognizione dell'Esercito Imperiale Giapponese, denominato DINAH dalle forze alleate. la versione III da ricognizione Hyakushiki Shitei in un modellino in scala 1/48 Tamiya sotto al ventre, in corrispondenza della postazione panoramica, c'era la fotocamera a rullo da da 18x24 cm. Gli altri obiettivi Aero-NIKKOR di cui si hanno notizia sono i seguenti : - 1932 : Aero-Nikkor 50cm F4.8 - 1932 : Aero-Nikkor 70cm F5 - 1933 : Aero-Nikkor 18cm F4.5 - 1937 : Aero-Nikkor 7.5cm F3.5 - 1939 : Aero-Nikkor 10cm F5.6 (grandangolo) - 1944 : R-Aero-Nikkor 50cm F5.6 formato 18x24 cm - 1944 : R-Aero-Nikkor 20cm F3.5 L'Aero-NIKKOR 20 cm F3.5 : e' quotato intorno ai 185 dollari. Questo é uno dei primissimi Nikkor consegnati, un 12cm F4.5, montato su una Pentax 6x7 tramite un Compur (apparecchio completamente funzionante ancora oggi !) : Più di un modello di questi Aero-Nikkor è conservato nel nuovo museo Nikon di Tokyo ma non è rarissimo trovarne qualcuno in giro per aste. *** Il marchio fu registrato nel 1932 ma come detto, i primi obiettivi Nikkor vennero consegnati a partire dal novembre 1933. che questo mese quindi festeggia i 90 anni di vita. 90 anni di storia, ognuno diverso. Fino all'ultimo obiettivo presentato (per ora), il Nikkor Z 135mm f/1.8 Plena.
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  26. Una settimana fa vi ho parlato del traguardo del milione di scatti superato dalla mia Z9 : e vi ho anticipato che l'avrei mandata in assistenza per controllare un paio di cosette "strane" che ho notato ultimamente, insieme ad un controllo generale approfondito. Ho aperto il ticket elettronico lunedì scorso ed ho scelto di utilizzare la procedura di ritiro di LTR tramite corriere espresso DHL. Detto fatto, martedì è passato il furgone e il gentile autista mi ha firmato la ricevuta di ritiro. Il mercoledì la macchina é arrivata in LTR. Avevo chiesto che mi facessero un colpo di telefono per spiegarmi quali lavorazioni avrebbero intrapreso, anticipando che quanto da me compreso sarebbe entrato in questo articolo. E così giovedì mi ha chiamato il gentile Massimiliano per spiegarmi che queste macchine prevedono interventi standard previsti da Nikon tramite tools appositi. In particolare dopo aver verificato che il file-log della macchina non presentava errori o segnalazione di anomalie, l'intervento principale prevede la registrazione dello stabilizzatore integrato nel sensore - che oramai è l'unica parte meccanica soggetta ad usura di queste Z - insieme alla verifica dell'allineamento del sensore stesso con il piano focale. Evidentemente il movimento indotto dallo stabilizzatore potrebbe andare a modificare l'assetto. Rispetto al passato la baionetta non è più soggetta a disallineamenti, probabilmente per il maggior diametro del bocchettone che riduce in qualche maniera lo sforzo di trazione. Mi è stato confidato che raramente arrivano baionette che necessitano la sostituzione. La mia, anche se segnata, è risultata del tutto normale. Come è nei normali parametri di funzionamento la fotocamera. Che peraltro è in ottima compagnia perché sono svariate le Z9 che hanno superato i milioni di scatti, invariabilmente di fotografi impegnati nel motorsport dove sono normali i 100-200.000 scatti a weekend di gare. Il resto della lavorazione ha riguardato la manutenzione, pulizia, lubrificazione. E così già il venerdì, lo stesso omino di DHL mi ha recapitato di ritorno il pacchetto con la mia Z9 fresca di manutenzione. riporto qui la fattura (euro 60 + IVA, pari ad un'ora di manodopera con lo sconto previsto per il materiale con garanzia valida Nital) con l'elenco delle lavorazioni. Compreso l'olio nel pulsante di accensione che era leggermente indurito. le foto che ho fatto non rendono giustizia alla macchina che, nemmeno ad un esame ravvicinato con la lente di ingrandimento, dopo questa accurata pulizia, potrebbe far sospettare un uso così massiccio. Almeno per gli standard di un "normale" fotoamatore come me. Segno che già la prima generazione di Z è composta da prodotti affidabili, longevi, solidi. Oltre che estremamente performanti. Insomma, unmilionesettemilacentosettantanove scatti e ... non sentirli ! Nel ringraziare Nikon (produttrice di fotocamere così solide seppur sofisticate), Nital (titolare oltre che della distribuzione anche della garanzia) ed LTR (servizio impeccabile sotto tutti gli aspetti, anche di comunicazione), vi prego di ... non affrettarvi tutti ad inviare la vostra Z9 a fare un checkup. Se non riscontrate problemi (nel qual caso, vi saranno valutati in garanzia) e se la vostra macchina è "tenuta maniacalmente", con pochi scatti e senza un segno, non credo sia necessario inviarla a fare un tagliando. Fatevi almeno un milione di miglia come me, prima
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  27. Ne abbiamo parlato già in questi anni ma mai in termini di recensione completa. Troppo spesso ci dimentichiamo di parlare bene delle esperienze positive di acquisto o di fruizione di servizi. E' un male perché scrivere recensioni positive in questi casi, rende un grande servizio sia al fornitore che ai suoi eventuali nuovi clienti. Clienti soddisfatti fanno più grande il fornitore, che così può servire meglio i suoi clienti in un ideale circolo virtuoso che va a vantaggio di tutti. Quindi facciamo ammenda. il Nikonstore.it è motorizzato da Nital. E' un negozio online che offre anche servizi aggiuntivi oltre alla vendita diretta dal distributore al cliente finale. Cominciamo dalla normale vendita. il negozio è organizzato in sezione ben definite e copre tutti i prodotti Nikon. Le sottocategorie sono altrettanto ben espanse e si trova abbastanza rapidamente ciò che si sta cercando. I prezzi praticati sono quelli di listino. L'ACQUISTO La procedura è la solita, si sceglie un prodotto : si valutano le offerte e si scegli quello che ci interessa poi si va alla cassa e si paga. E' possibile pagare con carta di credito, con bonifico, via Paypal e anche con finanziamento a ZERO interessi da 10 o da 20 mesi. Spesso ci sono dei bundle, ovvero delle offerte di prodotto combinato a prezzi scontati. A volte ci sono proprio offerte di prodotti scontati, sia durante specifiche campagne che per periodi speciali, sotto forma di offerta flash. Le offerte vengono segnalate via mail se ci si iscrive alla newsletter. E' possibile anche farsi avvisare dell'arrivo di un prodotto che per il momento non è ordinabile. Perfezionato l'acquisto si ricevono tutte le conferme del caso. Nella maggior parte dei casi, se l'ordine è stato fatto al mattino, il prodotto acquistato parte entro la giornata. E la consegna per l'Italia continentale è generalmente il giorno dopo, a mezzo corriere espresso. Senza spese per acquisti oltre i 49 euro. Se l'ordine è perfezionato (anche come pagamento) in mattinata, il pacco parte nel pomeriggio. Se inserito al pomeriggio, il corriere parte il giorno dopo. Ma c'è anche un servizio molto importante per i prodotti la cui richiesta supera l'offerta oppure per i prodotti che sono in fase di lancio. IL PREORDINE Il Preordine è come un acquisto online, solo che per il momento mette l'acquirente in graduatoria di assegnazione. in questo elenco di teleobiettivi, abbiamo alcuni modelli disponibili e quindi acquistabili immediatamente, altri non disponibili, probabilmente perché non si prevedono arrivi imminenti, altri potrebbero essere disponibili solo come Preordine, come il caso del meraviglioso Nikkor Z 58mm f/0.95 non tragga in inganno la scritta disponibile. Si riferisce al fatto che è possibile fare il Preordine (il Noct arriva solo su ordine speciale, non è mai in pronta consegna). Quindi si fa il pagamento etc. etc. come per un qualsiasi acquisto. E si attende. Con la certezza di essere in graduatoria e di poter ricevere l'oggetto alla prima data di possibile disponibilità (che dipende dagli arrivi dal Giappone e per alcuni modelli, dalla effettiva produzione). Abbiamo sperimentato personalmente ogni opzione e possiamo confermare che : l'acquisto di un prodotto viene gestito con grande professionalità la spedizione è celerissima e generalmente il pacco arriva il giorno dopo, ben confezionato in un cartone robusto ci sono tutte le garanzie rituali, come il soddisfatto o rimborsato, oltre ai 4 anni Nital dopo registrazione il preordine fa dormire sonni tranquilli; fatta la transazione si entra in graduatoria e appena il prodotto è disponibile, parte per casa vostra ! L'OUTLET Ma non è finita. Nel Nikonstore.it c'è anche l'outlet, ovvero il reparto del ricondizionato. Due parole sulla definizione. Ricondizionato non è usato. Ricondizionato è un prodotto che è stato impiegato per dimostrazioni o portato a Nikon Day o giornate divulgative. E' stato appena maneggiato oppure ha pochi o pochissimi scatti. E Nital/LTR lo ricondizionano pari al nuovo. Letteralmente. L'Outlet è organizzato a sua volta come un negozio nel negozio Con ulteriori reparti e sottoreparti. Solo che, ovviamente, non c'è tutto l'assortimento del negozio del nuovo. C'è solo la selezione di prodotti effettivamente disponibili, tempo per tempo, a seconda delle opportunità. questa è una fotografia di quanto disponibile stamattina. Nove mirrorless Serie Z, 12 obiettivi Nikkor Z, 5 accessori, 1 flash, 12 obiettivi Nikkor F, 4 reflex, 10 binocoli o simili. Accanto ad ogni prodotto c'è un'etichetta. REF A o REF B Le due tipologie sono valutate attentamente dagli specialisti di Nital e dipendono dal grado di "apparente" differenza rispetto al prodotto nuovo e immacolato. Ovviamente la versione B, sarà più conveniente di quella A (REF sta per l'inglese refurbished, che in italiano diciamo ricondizionato). questo è il caso di un Nikkor Z 35/1.8 S, indicato come REF B e proposto a € 685 contro gli € 1.029 di listino per il nuovo (e quindi con uno sconto di € 344, pari al 33,4% del prezzo di listino). A volte vengono attuate campagne flash di sconto ulteriore del 10% su quanto presente in stock nell'outlet. Così qualche fortunato lettore attento di Nikonland si è riuscito ad aggiudicare qualche fiammante Nikon Z9 ad un prezzo eccezionale : prezzo del ricondizionato, livello REF A pari a € 4.935 ( 1.164 euro di sconto sul nuovo) che sono scesi a € 4.441 per un totale di e 1.658 euro (pari al 27%) di sconto complessivo. Su questi prodotti, è bene ricordarlo, non può essere data la garanzia piena ma è comunque assicurato un anno di garanzia da difetti. Oltre alla usuale tutela del consumatore per le vendite online. Anche in questo caso possiamo fare la recensione effettiva e non solo segnalare il servizio. Perchè noi redattori abbiamo acquistato più volte prodotti ricondizionati dal Nikonstore.it riscontrando la conferma della qualità del servizio ma soprattutto del prodotto. I prodotti ricondizionati dell'outlet del Nikonstore.it sono praticamente pari al nuovo. ricondizionato non è usato, ricondizionato è materiale con scatola aperta, o ex-demo, riportato a livello del nuovo direttamente dal distributore Lo dimostriamo con questo unboxing di un Nikkor Z 50/1.8 S pagato € 441 al posto di 739. E' un REF B; per un REF A è del tutto analogo. scatola come nuova (ravvisiamo solo un graffietto a destra del sigillo e qualche puntinatura sulla vernice nera) il marchio del ricondizionato con 1 anno di garanzia. molto diverso dal sigillo dei 4 anni di garanzia del prodotto nuovo dentro alla scatola il certificato di garanzia ma poi il resto è indistinguibile dal nuovo. E stiamo parlando di un REF B, cioé la versione meno pregiato dei prodotti ricondizionati. imballo e protezioni sono come nel nuovo e il prodotto nel complesso non presenta segni se non ... nel residuo di colla di una etichetta posta sul paraluce probabilmente per non confonderlo con un altro su una tavola piena di Nikkor. Non l'abbiamo levata con un normale detergente soltanto per mostrare quali possano essere "i difetti" di un ricondizionato Nikonstore. Inutile confermare che l'obiettivo è come nuovo e funziona perfettamente come da attese. Il vantaggio é fruttato all'acquirente un risparmio di 298 euro pari al 40% sul prezzo del nuovo. Che ve ne sembra ? *** Bene, speriamo di aver fatto cosa gradita con questa recensione cumulativa di un servizio che si sta sempre più espandendo per offrire a tutti i nikonisti possibilità di accesso sempre più facilitate, anche in confronto agli altri venditori online e alla usuale rete di vendita fisica nazionale. Nikonland ritiene che la vendita diretta produttore-fotografo sia il futuro e non mancheremo di rimarcarlo nel tempo. Ma già oggi i servizi aggiuntivi, esclusivi, come il PREORDINE e l'OUTLET rendono il Nikonstore.it un punto di riferimento per l'Italia. Dategli una occhiata e ... preparatevi al lancio dei prossimi prodotti. Li troverete facilmente disponibili qui Se avete esperienze nel Nikonstore.it, sia sul nuovo che sull'usato, fareste cosa utile a chi ci legge se voleste gentilmente inserire due righe di commento che raccontino come è stata la vostra esperienza. E non dimenticate di mettere un bel like a questo articolo se siete d'accordo. Vale come sondaggio !
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  28. Tutti gli appassionati di Nikon moderne e vintage, DEVONO passare qualche ora del loro prezioso tempo tra le pagine di questo historico sito, che annovera notizie, link e riferimenti librari obbligatori come il concetto stesso di MUST !!! Dai Forums - RangeFinder - Reflex ai link come verso la storica PAGE di Cameraquest di Stephen Gandy, inesauribile fonte storico/iconografica, - archivi su Google alle attività conviviali degne dei reduci di Iwo Jima (che tanto di Nikon usavano binocoli, telemetri e rifrattori) Non possiamo mancare !!! Webmaster: Fred Krughoff Presidente... Robert (Bob) Rotoloni uno di loro: Max Aquila (RFSP) per Nikonland 2019
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  29. Ogniqualvolta che lo cercavo, per rileggere i commenti, anch'essi molto utili, mi dimenticavo sempre dove lo avessi cacciato. Quindi, eccolo: Nikon close up no.5T (+1,5) Hoya HMC (+4) Marumi DHG Achromat Macro 200 (+5) Sembra banale, ma definire il senso di un accessorio semplice come una lente addizionale non e' inutile. ...cliccate il link qui di seguito:
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  30. Trascurando la Nikon D5, ammiraglia affidabile ma concepita per dare il meglio di se con i superteleobiettivi Nikkor e venduta in quantità troppo limitate per far gridare al miracolo, l'ultimo grande successo commerciale per una reflex Nikon è quello della D850. Era il dicembre 2017 ed assistevamo a liste di attesa presso i rivenditori che arrivarono a durare anche 90 giorni per poter avere, finalmente, quell'oggetto dei desideri. E ci chiedevamo se il successo - forse inaspettato, tanto da suscitare persino articoli su giornali generalistici come La Repubblica, usualmente più attenti ad altri fenomeni di costume - potesse in qualche modo essere pregiudicato da un corredo di ottiche non propriamente all'altezza di quel gioiello delle reflex (scrivemmo, e lo sottoscriviamo ancora oggi, la migliore reflex Nikon fino a quel momento). La D850 è un successo ma il suo corredo è alla sua altezza ? perchè andando ad astrarci dalle peculiarità avanzate della fotocamera, ognuno di noi si ritrovava ad utilizzarla con le stesse ottiche di prima e, purtroppo, non sempre quelle più adatte a valorizzarla al massimo. Nella realtà, tolti gli ultimissimi grandi obiettivi Nikon - penso al Nikon 70-200/2.8E FL, al 105/1.4E, al 28/1.4E e al PC-Nikkor 19/4 - il resto del corredo (esclusi i supertele) era intanto invecchiato precocemente, incalzato anche da una concorrenza che non aspettava che i piani per il futuro pensati da Nikon vedessero la luce. Quindi la D850 aveva uno zoom standard decisamente sotto alle aspettative - il 24-70/2.8E VR, un pachiderma dai piedi d'argilla - uno zoom superwide lanciato con la D3 - il 14-24/2.8 si ricorda dell'ultimo titolo mondiale vinto dalla Ferrari in F1 - mezzi tele con ancora la ghiera dei diaframmi e dalle prestazioni pensate per la pellicola - 135/2 DC e 180/2.8ED - macro che erano stati testati ancora con macchine in formato DX da 10 megapixel ( 60/2.8, 105/2.8 per tacere di sopravvissuti all'ultima glaciazione come il 200/4). Stendiamo un generoso drappo sui fissi d'attacco, decisamente scelte economiche rispetto ... ai Sigma Art o agli Zeiss, piuttosto che ai Nikon di fascia più alta (penso a 50/1.4, 35/1.8, 28/1.8 & co.). Un panorama abbastanza desolante che ha fatto migrare molti di noi verso Sigma che, invece, con i suo ART e SPORTS di prima e seconda generazione, ci ha permesso di spingere al massimo le qualità della D850. Un corredo di obiettivi non all'altezza del corpo macchina - anche se è un grande successo ed è fatta maledettamente bene come è la Nikon D850 - è una mina che ha rotto gli ormeggi. Ed è uno dei principali motivi, non l'ultimo, per cui stiamo assistendo ad una precoce messa in vendita di tante D850 con meno di due anni di vita. Adesso ne possiamo parlare apertamente perchè Nikon ha mostrato quello che era il vero disegno di fondo. La Nikon D850 è stato un grande modello difensivo, inserito al momento giusto per sostenere le vendite, ma è rimasta sola a fronteggiare le orde dei barbari in attesa di quello che sarebbe stata la rivoluzione epocale. Di che ? Delle mirrorless direte voi. Ebbene, non proprio o, meglio, solo in parte. Perchè si, è vero, noi tutti aspettavamo come assetati nel deserto l'arrivo delle mitiche mirrorless full-frame di Nikon tanto da far passare un pò in secondo piano la comunicazione Nikon e il battage pubblicitario dei primi giorni (parliamo di circa un anno fa se vi ricordate). Nikon insisteva sulla luce che attraversava il nuovo bocchettone. Il nuovo bocchettone Z che è si montato sulle mirrorless Z ma che piuttosto è la ragione d'essere delle ottiche Nikkor Z. Non lo rinnego, la mia reazione di fronte alle Nikon Z - a parole e qui su Nikonland - fu di delusione l'anno scorso. Le Nikon Z7 e Z6 sono brutte, più scomode delle nostre reflex, sono di taglio amatoriale nelle scelte progettuali. Non sono mai state e mai saranno lo stato dell'arte in termini di prestazioni nel loro segmento di riferimento nonostante gli sforzi di aggiornamento firmware che le raffineranno ma non ne faranno mai dei cigni. Ma se le vediamo per quello che sono realmente ... dei dorsi digitali senza specchio atti a sdoganare sul mercato i Nikkor Z, allora la prospettiva cambia del tutto. E' vero, abbiamo quella gran comodità dell'adattatore FTZ che ci consente di usare decine e decine di obiettivi da reflex sulle nostre Z. Ma in fondo arriveremo tutti ad ammettere che è un palliativo destinato a durare poco tempo. Non ci credete ? Pazientate e lo dimostrerete nei fatti, quando entro 18-24 mesi - se già avete comprato una Nikon Z, passerete praticamente per intero a soluzioni ottiche native, pensate per le Nikon Z. Non ho nemmeno bisogno di scommetterci perchè già le riprove le leggo tutti i giorni su queste stesse pagine. Gli obiettivi presentati da Nikon per ora sono pochi, è vero. Ma praticamente tutti - sinora solo il 35/1.8 S non mi ha suscitato particolari sensazioni - sono già oggi, alla prova dei fatti, migliori di ogni obiettivo dello stesso tipo presentato da Nikon per reflex, a prescindere dalla fascia di prezzo. E generano ogni volta in chi le prova un effetto WOW! che la pur degnissima D850 non suscitava con gli obiettivi Nikkor F. Lo è in particolar modo per il 50/1.8 S sin da dicembre 2018. Lo è ancora di più - perchè il confronto è con un obiettivo superprofessionale - il Nikkor Z 24-70/2.8 S che mi ha veramente molto impressionato, benchè io non sia particolarmente attratto dagli zoom 24-70. Per tacere del nuovo 85mm che sta arrivando sul mercato e che dal primo contatto è un obiettivo che realmente renderà molto, molto difficile giustificare l'acquisto di un 85mm di costo superiore ... Usare il nuovo 85/1.8 S con l'EYE-AF su una Z è una goduria, non si sbaglia un colpo a qualsiasi diaframma ed ogni foto viene magicamente come l'abbiamo vista, potendo comporre come ci pare senza pensare ad altro che alla nostra foto. La nitidezza è addirittura eccessiva. State attenti se cercherete di fotografare la vostra dolce metà ... E il tanto criticato Nikkor Z 14-30/4 S, avrà pure qualche compromesso, ma quando mai in qualunque dei vostri più inconfessabili sogni avreste mai immaginato uno zoom 14-30mm full-frame lungo 8 centimetri e di poco più di 400 grammi ? E siamo solo all'inizio, perchè certamente l'anno prossimo la coppia 14-24/2.8 S e 70-200/2.8 S raggiungerà vette superiori. E poi ci saranno i fissi f/1.2 che potranno essere pensati anche per soddisfare aspettative artistiche più che per sole prestazioni eccezionalmente lineari. Come ci hanno fatto intravvedere i due 105/1.4E e 28/1.4E, vero canto del cigno dei Nikkor F che pur non si possono avvantaggiare delle meraviglie permesse dall'attacco Z (tiraggio ridotto a 16mm, bocchettone ampio più del necessario, multifocusing e motori di messa a fuoco silenziosi e lineari) tanto che il mio 105/1.4E ma nettamente meglio sulla mia Z7 che sulla mia D850 ! Presi gli obiettivi che ci servono, centellinati sul mercato da Nikon anche per consentire agli appassionati di affrontarne la spesa, l'eventuale passaggio a mirrorless di fascia superiore sarà l'opposto di quello accaduto alla D850. Non andremo ad inserire un corpo fantastico nel nostro corredo datato per scoprire di dover cambiare tutti gli obiettivi in nostro possesso per poterlo valorizzare, al contrario avremo finalmente dei corpi in grado di valorizzare al massimo, ottiche di qualità superlativa, pensate già con in mente sensori da 100 megapixel, autofocus ultrasofisticati, stabilizzatori integrati ad alte prestazioni, pixel-shift e tutte le meraviglie che i tecnici Nikon vorranno inserire nelle future Nikon Z8 e Nikon Z9. Abbiamo iniziato un nuovo percorso e realmente Nikon è entrata - finalmente ! - nel 21° secolo. E per noi, al netto delle spese inerenti, sarà solo puro divertimento ! Era il 1976 e la compianta Lima aveva pensato questo slogan per promuovere una linea di trenini dedicata a superare il periodo post-crisi petrolifera : "un divertimento che non finisce mai" io mettevo via quelle 2-3000 lire alla volta per arrivare con pazienza alle 30-40.000 lire che costava una locomotiva elettrica. E ogni giorno che facevo girare i miei trenini, mi sembrava Natale. Oggi abbiamo gli euro e le cifre sono ... più o meno le stesse (al netto del cambio !) ma mi sembra Natale ogni giorno anche oggi, ogni volta che prendo in mano una Z. E voi che ne pensate ? Non sarà che questa volta Nikon ha preso la strada giusta ?
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  31. Allora, qualcuno chieda all' Area 51 di Nikon, quella che da poco il responsabile Mitsuteru Hino, intervistato da una rivista francese, ha definito così: ...perchè i cinesi imperversano e si fanno talmente tanto concorrenza tra di loro, che sfornano di giorno in giorno prodotti che i giapponesi di Nikon da troppo tempo hanno lasciato agli alieni, nella loro Area51 appunto. Neewer sta velocemente crescendo come marchio leader nella fabbricazione di quelle sorgenti di luce artificiale che negli ultimi anni hanno fatto la fortuna di un marchio in particolare: Godox di Shenzen. Il flash in unboxing oggi è riuscito perfino a creare un'assimilazione diretta alle mirrorless Nikon, come neppure Godox aveva immaginato, inserendo una "Z" nella sigla che lo contraddistingue Così adesso, come lo si monta su di una Nikon Z, non lascia adito a dubbi sul messaggio: Si tratta di un flash a testa rotonda che sembra (ma non è) il clone del Godox V1, il quale a sua volta al momento della presentazione, sembrava (ma non era) il clone di un Profoto costosissimo, frazionando in maniera eclatante la somma necessaria ad impadronirsene. Stessa cosa oggi il Neewer Z1, venduto ad una significativa differenza di prezzo rispetto al Godox V1, che è stato da poco evoluto nella versione Pro, ma anche il Neewer ha da poco presentato la sua versione Z2, ancora più evoluta del Godox V1pro, avendolo dotato anche di un display touch. Torniamo al nostro Z1-N, acquistato su Amazon ad un prezzo speciale, cui era davvero difficile rinunciare già sulla scatola troviamo esposte le caratteristiche salienti di questo flash a slitta, dedicato prevalentemente alla fotografia di ritratto, grazie a questa sua parabola tonda e dotata di un ring magnetico, per potervi applicare gli accessori modificatori presenti in due kit optional, (identici a quelli corrispondenti al V1 Godox) mentre un dome diffusore è già incluso nella confezione, che una volta aperta si presenta così e poi, sconfezionando il tutto dai sacchetti di politene, si mostra in questo modo un flash a slitta da 555 grammi (inclusa la batteria al litio da 2600mAh) capace di funzionare con ogni fotocamera Nikon (la slitta flash delle mirrorless è infatti identica a quella delle reflex) sia in TTL flash, sia in Manual (con riduzione fino ad 1/256 della potenza massima da 76W), sia in strobo. Ovviamente, per non perdere colpi rispetto i flash Godox, anche questo può funzionare in wireless radio sia da Master sia da Slave, asservito ad altri flash analoghi Neewer, oppure ai trigger della casa. Una delle differenze infatti è l'impossibilità di utilizzare trigger o flash Godox perchè la frequenza di trasmissione è proprietaria, pur essendo sempre sulla banda dei 2,4GHz. L'altre differenza da Godox è la batteria, che pur essendo di capacità e dimensioni simillime alla VB26 Godox, non è compatibile con essa, come potete vedere Mentre gli accessori modificatori Godox per teste tonde (calamitati) sono quasi tutti compatibili I tasti funzione posteriori sono anch'essi mutuati dalla logica di funzionamento che abbiamo per anni imparato ad utilizzare sui Godox e si compongono di un multiselettore centrale, dotato di un cursore circolare concentrico, con funzione di pulsante nelle quattro posizioni indicate dalle rispettive funzioni, ma anche da regolatore senza fine delle varie funzioni attivate dai singoli tasti. Anche i menù che appaiono sul display sono copia conforme di quelli che conosciamo già dai Godox, così come le varie schermate funzione: come anche il riconoscimento automatico della focale dell'obiettivo in uso, se non si voglia invece regolare manualmente l'angolo di campo dell'emissione di luce dalla parabola Mentre il colore cambia nel passaggio in wireless radio flash, da Master (con i consueti quattro gruppi flash e 32 canali di trasmissione/ricezione) ... a Slave Dispone anche di una Modeling Led light, regolabile in 10 livelli di potenza un flash compatto e polifunzionale, inserito in un sistema in progress, che ci ripromettiamo di esplorare (se ne avremo la possibilità e la pazienza) per nulla dissimile dall'ormai sperimentato sistema Godox. Le prime foto mi parlano di una luce molto ben contrastata, quindi addomesticabile con i tanti modificatori disponibili... anche un pò vignettante ai bordi, tanto quanto basta a poter essere corretta, oppure addirittura accentuata in qusta sua tendenza, per andare a incorniciare il soggetto col quale comporremo le nostre immagini. Dopo tanti anni trascorsi a testare sorgenti luminose artificiali di tutti i generi, mi ero incuriosito di questo nuovo emergente: ed integrerò questo articolo delle foto che scatterò con esso. Che non si dica che Nikonland non ne sappia parlare... Max Aquila photo © per Nikonland 2024
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  32. Nikon sta lavorando direttamente con NASA per sviluppare una versione della Z9 adattata alle esigenze specifiche degli astronauti per l'uso nella missione Artemis III destinata al viaggio sulla Luna nella sua regione artica, prevista per il 2026. questa versione sarà protetta per essere utilizzata a temperature estreme (+/- 100 °C) e con guanti speciali, quindi dovrà avere comandi e bottoni adattati ad un uso semplificato e sensibilità adeguata all'illuminazione disponibile. Ma non sarà la solita Z9 a lasciare il pianeta. Come ci si potrebbe aspettare, la Z9 sarà pesantemente modificata per gestire sia i rigori dei viaggi spaziali che la vita sulla luna. Nikon e NASA stanno riprogettando i circuiti per evitare che le radiazioni cosmiche danneggino la fotocamera, e verrà aggiunta una nuova impugnatura con pulsanti speciali per i controlli comuni in modo che gli astronauti possano azionarla indossando i guanti. Il firmware personalizzato modificherà la riduzione del rumore, le funzionalità HDR, i menu, la numerazione dei file e altro ancora. Anche diversi obiettivi Nikkor Z verranno modificati per adattarsi alla superficie della luna. Il risultato finale è un dispositivo che la NASA chiama HULC (Handheld Universal Lunar Camera). Come comunica la NASA , si tratta di un enorme passo avanti rispetto a quando gli astronauti dell'Apollo utilizzavano fotocamere a pellicola di grande formato senza mirino fissate alle loro tute spaziali all'altezza del torace. La Z9 si dirigerà verso lo spazio a bordo dell'enorme razzo Space Launch System, che trasporterà la navicella spaziale Orion che effettuerà il viaggio sulla luna e ritorno. La capsula si unirà all'astronave progettata da SpaceX, che effettuerà l'allunaggio. Sei giorni e mezzo dopo, la "nave stellare" tornerà nello spazio per incontrare la Orion per il viaggio di ritorno sulla Terra, dove ammarerà nell'Oceano Pacifico. La MIRRORLESS VA SULLA LUNA: NIKON SIGLA UN ACCORDO SPACE ACT CON LA NASA PER IL SUPPORTO ALLA MISSIONE ARTEMIS CON LA FOTOCAMERA NIKON Z 9 Nikon e NASA collaborano allo sviluppo di fotocamere portatili MELVILLE, NY (29 febbraio 2024) – Nikon Inc. ha stipulato un accordo Space Act con la National Aeronautics and Space Administration (NASA) per supportare la campagna Artemis dell'agenzia con lo sviluppo della Handheld Universal Lunar Camera (HULC). La Nikon Z 9, l'ammiraglia mirrorless full frame di Nikon, implementata nel sistema HULC, sarà la fotocamera portatile per l'imminente missione Artemis III che verrà utilizzata dall'equipaggio che ritorna sulla superficie della Luna. La campagna Artemis è un’impresa ambiziosa e importante per l’umanità. Artemis ci riporterà sulla Luna per stabilire una base per la ricerca scientifica e l'esplorazione lunare a lungo termine, che alla fine fungerà da passaggio per il viaggio su Marte. Fin dalle prime incursioni dell'umanità nello spazio, le fotocamere portatili sono state utilizzate per documentare il viaggio, rimandando immagini iconiche e per la ricerca. Questo accordo Space Act è una collaborazione tra la NASA e Nikon Inc. per garantire che l'attuale fotocamera full-frame all'avanguardia possa sopravvivere agli ambienti lunari sviluppando al contempo una piattaforma efficiente e ottimale per l'acquisizione di immagini e video per la missione. “L’opportunità di collaborare con la NASA in questa impresa è semplicemente esaltante e allo stesso tempo umiliante, poiché ci rendiamo conto che i benefici di questa missione hanno il potenziale di influenzare tutta l’umanità in futuro”, ha affermato Naoki Onozato, Presidente e CEO di Nikon Inc. “Come uno dei tanti fornitori e produttori che collaborano con la NASA nell’ambito dello Space Act, il nostro obiettivo è equipaggiare al meglio l’equipaggio mentre riporta coraggiosamente l’umanità sulla superficie della Luna, e possibilmente oltre”. La missione Artemis III prevede il lancio del razzo SLS (Space Launch System) della NASA con la navicella spaziale Orion dell'agenzia nel settembre 2026. La storica spedizione dell'equipaggio sarà il primo sbarco umano sulla superficie lunare dal 1972, e questa missione segnerà anche il primo volta che una donna camminerà sulla Luna. Durante questa missione di 30 giorni, l'equipaggio entrerà nell'orbita lunare, dopodiché due astronauti atterreranno sulla superficie lunare nel modulo lunare (Starship Human Landing System di SpaceX). Dopo aver trascorso circa sette giorni sulla superficie lunare conducendo ricerche e numerose passeggiate lunari, torneranno sulla navicella spaziale Orion per unirsi agli altri due membri dell'equipaggio e tornare sulla Terra. Per aiutare a catturare le immagini, la missione ha bisogno di una piattaforma fotografica comune per ridurre la massa complessiva e gli sforzi di sviluppo, semplificando al tempo stesso la formazione e aumentando l’efficienza. Informazioni sulle fotocamere modificate La superficie lunare e l’ambiente lunare sono un vuoto duro e spietato, che pone molteplici sfide tecnologiche e ingegneristiche. La superficie è soggetta a forti sbalzi termici, con un costante bombardamento di radiazioni cosmiche che possono danneggiare i componenti elettrici. Gli ingegneri di Nikon stanno lavorando a stretto contatto con la NASA per sviluppare soluzioni in grado di massimizzare l'affidabilità quando si opera in questo tipo di ambiente estremo, inclusa la riprogettazione di vari circuiti e sequenze di controllo all'interno della fotocamera per resistere a grandi quantità di radiazioni. Verrà inoltre fornito supporto per i test del vuoto termico, eseguendo vari test e simulazioni per garantire che la fotocamera mantenga lo stato operativo quando si trova a 238.000 miglia di distanza dalla Terra. Inoltre, la telecamera dovrà essere utilizzata dagli astronauti durante le attività extraveicolari (EVA), ovvero i casi in cui l'equipaggio sarà nello spazio o durante le passeggiate lunari. Affinché gli astronauti possano utilizzare comodamente e facilmente la Z 9 indossando i guanti spessi di una tuta spaziale, la NASA sta sviluppando un'impugnatura personalizzata, che include controlli comuni come il rilascio dell'otturatore, la riproduzione, il cambio di acquisizione di foto/video e altro ancora. Questa impugnatura si collegherà alla fotocamera tramite il terminale a 10 pin, che sarà utilizzabile con firmware personalizzato specializzato creato per le fotocamere. Per proteggere la fotocamera, l'obiettivo e l'alloggiamento durante l'EVA, la NASA creerà una speciale "coperta termica", simile a quelle attualmente utilizzate durante le passeggiate spaziali esterne dagli astronauti della Stazione Spaziale Internazionale. Per la missione verrà utilizzata anche una selezione di obiettivi NIKKOR Z e quelli che verranno utilizzati attivamente sulla Luna verranno modificati per resistere al rigido ambiente lunare. Come le telecamere utilizzate dall'equipaggio della Stazione Spaziale, anche il firmware verrà modificato appositamente per questa missione. Queste modifiche includono la considerazione dei diversi circuiti, l’espansione della riduzione del rumore a velocità dell’otturatore inferiori per tenere conto degli effetti del costante bombardamento di radiazioni cosmiche che l’equipaggio e l’attrezzatura incontrano. Sono state apportate ulteriori modifiche alla sequenza di denominazione dei file, nonché alle impostazioni e ai controlli predefiniti ottimizzati per le missioni esterne. Sono state apportate modifiche anche al controllo della comunicazione interna alla fotocamera per semplificare il flusso di lavoro dell'astronauta. Ulteriori modifiche includono l'ottimizzazione dello scudo dell'otturatore, funzionalità HDR migliorata e impostazioni predefinite modificate per le voci di menu. Raccontare la storia insieme Le fotocamere Nikon sono state ampiamente utilizzate dalla NASA e dalle agenzie spaziali, più recentemente con l'arrivo della fotocamera Z 9 non modificata all'equipaggio della Stazione Spaziale Internazionale. Sin dalla missione Apollo 15, avvenuta più di 50 anni fa, le fotocamere e gli obiettivi Nikon sono stati utilizzati dalla NASA per l'esplorazione spaziale. A partire dal 1999, le fotocamere Nikon (Nikon F5) e gli obiettivi NIKKOR sono stati utilizzati a bordo della ISS per aiutare nella ricerca scientifica, nella manutenzione e per aiutare gli astronauti a catturare immagini iconiche della Terra, dei cieli e oltre. Per ulteriori informazioni sull'accordo NASA Space Act e un elenco degli attuali accordi Space Act, visitare il sito Web qui . La NASA firma un accordo con Nikon per sviluppare la fotocamera Lunar Artemis 29 FEBBRAIO 2024 Quando la NASA invierà per la prima volta gli astronauti nella regione del Polo Sud della Luna con la sua campagna Artemis, cattureranno foto con una fotocamera portatile per aiutare a far avanzare la ricerca e la scoperta scientifica a beneficio di tutti. La NASA e Nikon Inc. hanno recentemente firmato un accordo Space Act che delinea come lavoreranno insieme per sviluppare una fotocamera portatile in grado di operare nel duro ambiente lunare per l'uso a partire da Artemis III . Fotografare la regione lunare del Polo Sud richiede una fotocamera moderna con capacità specializzate per gestire le condizioni di illuminazione e le temperature estreme uniche della zona. L’accordo consente alla NASA di avere una fotocamera spaziale pronta per l’uso sulla superficie lunare senza la necessità di svilupparne una da zero. Prima dell’accordo, la NASA ha eseguito i test iniziali su una fotocamera Nikon Z 9 standard per determinare le specifiche necessarie per operare sulla superficie lunare. Con l'accordo in vigore, i team del Marshall Space Flight Center della NASA a Huntsville, in Alabama, insieme a Nikon, hanno iniziato a lavorare per implementare le modifiche necessarie e sviluppare la HULC (Handheld Universal Lunar Camera), la fotocamera di prossima generazione dell'agenzia che gli astronauti utilizzeranno. sulla Luna. Il design risultante consiste in una fotocamera Nikon Z 9 modificata e obiettivi Nikkor, una coperta termica della NASA, che proteggerà la fotocamera dalla polvere e dalle temperature estreme, e un'impugnatura personalizzata con pulsanti modificati sviluppata dagli ingegneri della NASA per una più facile manipolazione da parte dei membri dell'equipaggio adatti che indossano guanti spessi. durante una passeggiata sulla luna. Inoltre, la fotocamera incorporerà la più recente tecnologia di imaging e avrà componenti elettrici modificati per ridurre al minimo i problemi causati dalle radiazioni, garantendo che la fotocamera funzioni come previsto sulla Luna. La fotocamera sarà la prima fotocamera portatile mirrorless utilizzata sulla Luna, progettata per catturare immagini in ambienti scarsamente illuminati. Prima delle missioni Artemis, la fotocamera verrà utilizzata presso la Stazione Spaziale Internazionale per dimostrare le sue capacità. Per oltre 50 anni, la NASA ha utilizzato una varietà di fotocamere nello spazio, comprese le fotocamere che i membri dell'equipaggio attualmente utilizzano presso la Stazione Spaziale Internazionale per scattare foto di esperimenti scientifici, operazioni quotidiane e durante le passeggiate spaziali mentre orbitano a circa 250 miglia sopra la Terra. Durante il programma Apollo, i membri dell'equipaggio hanno scattato oltre 18.000 foto utilizzando fotocamere portatili modificate di grande formato. Tuttavia, quelle telecamere non avevano mirini, quindi gli astronauti erano addestrati a puntare la telecamera all'altezza del torace, dove era attaccata alla parte anteriore della tuta spaziale. Inoltre, i membri dell'equipaggio dell'Apollo dovevano utilizzare fotocamere separate per foto e video. La nuova fotocamera lunare avrà un mirino e funzionalità video per catturare sia immagini fisse che video su un unico dispositivo. Per garantire le prestazioni della fotocamera sulla superficie lunare, la NASA ha avviato test termici, del vuoto e delle radiazioni sulla fotocamera lunare per vedere come si comporta in un ambiente simile allo spazio. I membri dell'equipaggio della NASA hanno utilizzato la fotocamera per catturare immagini di attività geologiche durante le passeggiate sulla luna simulate in Arizona, e un equipaggio internazionale di astronauti della NASA, dell'ESA (Agenzia spaziale europea) e della JAXA (Japanese Aerospace Exploration Agency) l'ha utilizzata durante l'addestramento geologico a Lanzarote, Spagna. I membri dell'equipaggio della NASA utilizzeranno la telecamera durante il Joint Extravehicular Activity and Human Surface Mobility Test Team Field Test #5, una prossima missione analogica in Arizona in cui le squadre condurranno passeggiate sulla luna simulate nel deserto per esercitarsi nelle operazioni lunari. Attraverso la campagna Artemis della NASA, l’agenzia farà sbarcare la prima donna, la prima persona di colore, e il suo primo astronauta partner internazionale sulla superficie della Luna, aprendo la strada a una presenza lunare a lungo termine e fungendo da trampolino di lancio per inviare il primi astronauti su Marte.
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  33. Nei giorni scorsi abbiamo pubblicato la traduzione dell'intervista rilasciata al proprietario di Sigma, interessante anche per noi nikonisti ma mai quanto quella direttamente a Nikon, al capo della pianificazione di prodotti come i corpi macchina ed accessori ed ex responsabile dello sviluppo dei firmware delle fotocamere, Mitsuteru Hino. L'intervista è stata rilasciata a Phototrend, rivista online francese. La traduzione è automatica (facilmente con passaggi di 3 o 4 lingue, quindi da prendere con liberalità nei vocaboli e nelle costruzioni grammaticali, leggendo tra le righe ciò che non si potrebbe dire). Qual è l'attuale posizione di Nikon nel mercato full-frame? Sembra che le vendite dei corpi Z 8 e Z 9 abbiano consentito a Nikon di migliorare la salute finanziaria della divisione Imaging. Cos'è veramente  ? L’anno 2023 è stato caratterizzato dalla ripresa delle attività un anno dopo la stabilizzazione della pandemia di COVID-19. Si sono svolti molti eventi e la gente ha iniziato a uscire di più, il che ha creato più opportunità per la fotografia. Durante la pandemia, i giovani – gli studenti, la Generazione Z – sono stati costretti a restare a casa. Tuttavia, con l'eliminazione di queste restrizioni, il desiderio di partecipare e catturare questi eventi ha stimolato l'interesse nell'acquisizione di nuove fotocamere, non solo di Nikon, ma anche di altri marchi. Nel complesso, il settore è tornato al livello pre-pandemia. Durante questo periodo, abbiamo lanciato molti nuovi prodotti, come le fotocamere Z 8 e Z f , i teleobiettivi lunghi, nonché il Nikkor Z 135mm f/1.8 S Plena , attirando l'attenzione sui prodotti di fascia alta della gamma. Si è diffusa online la voce secondo cui Nikon avrebbe interrotto la produzione di corpi e obiettivi con attacco F. Puoi dirci di più? Poiché queste informazioni non sono state divulgate da Nikon, preferiamo non commentarle. Tuttavia, c'è una cosa che vorrei farti sapere: continuiamo a fornire pieno supporto per i nostri prodotti con attacco F, sia in termini di produzione, vendita o supporto, come al solito. Non c'è stato alcun cambiamento in questo senso. Quindi, puoi stare tranquillo sull'utilizzo di obiettivi e fotocamere con attacco F in futuro. Nikon ha anche creato un logo per il 90° anniversario del marchio Nikkor. Quali sono le sfide future per Nikkor in termini di sviluppo per creare lenti atipiche? Innanzitutto Nikon produce il vetro per i suoi obiettivi, il che rappresenta un enorme vantaggio. Fin dalla nostra creazione, abbiamo sempre progettato le nostre lenti basandoci sull'arte del vetro, una tradizione storica. Queste lenti sono prodotte in una regione settentrionale del Giappone. Siamo sempre stati pionieri nello sviluppo e nella produzione di lenti in vetro e ci impegniamo anche a integrare tecnologie all'avanguardia nella produzione di queste ottiche. Vogliamo continuare su questa strada. Nikon è quindi l'unico produttore a produrre i suoi obiettivi dal tavolino in vetro. L'azienda di vetro [Hikari Glass, ndr] fa parte del gruppo Nikon, il che ci permette di avere uno scambio costante e di specificare le nostre esigenze in termini di obiettivi. Questo rappresenta un vantaggio significativo per Nikon, è una capacità che altri produttori non hanno. E soprattutto quando si tratta di fotocamere mirrorless, ci concentriamo sull'ascolto del feedback dei nostri clienti in modo da poter incorporare le loro esigenze e aspettative nella pianificazione e nello sviluppo di nuovi obiettivi. La Nikon Z 8 è senza dubbio uno dei migliori corpi full frame. Tuttavia, non temete che ciò possa cannibalizzare le vendite della Z 9? Innanzitutto, la base clienti per Z 9 e Z 8 è leggermente diversa. E le esigenze poi differiscono anche tra gli utenti Z 9 e Z 8. Per gli utenti di Z 9 le principali aspettative riguardano la robustezza e la durata del dispositivo, le prestazioni in ambito fotografico e la capacità di registrare video ininterrottamente per ore. Queste caratteristiche sono particolarmente apprezzate dai professionisti. Il nostro obiettivo è offrire questo prodotto per garantire che non si verifichino problemi durante le riprese. Pertanto, questo modello è destinato a diventare il dispositivo di prima scelta per questi utenti. La Z 8 offre anche ottime prestazioni, ma soprattutto si distingue per la sua praticità per un'ampia fascia di clientela. Grazie alla sua maggiore compattezza potrai portarlo ovunque con te e scattare le foto che desideri. Questa versatilità lo rende accessibile a un’ampia varietà di utenti. Le sue dimensioni permettono inoltre di trasportare più obiettivi a scelta, offrendo così la possibilità di scattare varie tipologie di foto. La Nikon Z fc poi la Z f sembrano aver riscosso un grande successo. Come si confronta questa gamma di fotocamere dall'aspetto vintage con le fotocamere dall'aspetto più moderno? La Z f è dotata della terza generazione del processore EXPEED 7. È nuovo, ma questa fotocamera si ispira anche all'era della fotografia su pellicola. Abbiamo racchiuso questa tecnologia moderna in un corpo che, per dimensioni e design, ricorda le fotocamere del passato. Abbiamo combinato tradizione e nuove specifiche per sorprendere nuovi clienti. I nostri clienti esistenti potrebbero dire: “Wow, Nikon ha fatto questo”. Aiuta anche a generare più entusiasmo tra i nostri clienti per i futuri prodotti che intendiamo lanciare sul mercato. Svilupperai anche altri obiettivi Special Edition come Z 28mm f/2.8 SE e Z 40mm f/2 SE, o anche obiettivi con ghiera dei diaframmi, o ti affiderai a produttori di terze parti, come Sigma, per offrire questo tipo di lente? Dal lancio della Z f lo scorso anno, abbiamo ricevuto molti feedback dai nostri clienti riguardo agli obiettivi FX. Desideriamo esaminare e analizzare attentamente questo feedback in modo da poterlo incorporare nello sviluppo degli obiettivi in Nikon. Temete la crescente concorrenza dei produttori ottici cinesi come Viltrox , Sirui o 7Artisans , che ora offrono obiettivi con messa a fuoco automatica? Poiché la nostra base di utenti si è ampliata, ognuno ha le proprie preferenze e gusti. Quindi ha davvero senso espandere la gamma di obiettivi disponibili. Vogliamo davvero che i nostri clienti si divertano a provare diversi obiettivi compatibili con attacco Z e si divertano a fotografare. Come accennato in precedenza, abbiamo anche una storia di 90 anni nella produzione di lenti. Inoltre, gli obiettivi Nikkor Z rimangono la prima scelta, poiché si adattano perfettamente al nostro corpo. Questi obiettivi sono compatti e scattano foto eccellenti, quindi vorrei che sfruttassi questa combinazione. Con la Z f, Nikon ha svelato un corpo retrò molto attraente che è in vantaggio rispetto agli altri corpi. Quest'ultimo presenta in particolare la nuova tecnologia Focus Point VR. Potete spiegarci in quali casi questa tecnologia migliora le performance di stabilizzazione? In passato, con la modalità VR (Riduzione Vibrazioni), si cercava di migliorare la stabilizzazione quando il soggetto era al centro dell'immagine. Utilizzando la tecnologia Focus Point VR, anche se il soggetto o l'oggetto è molto vicino al bordo dell'inquadratura, il sistema può metterlo a fuoco e migliorare la stabilizzazione. In termini di sviluppo, si tratta di una nuova unità di stabilizzazione? Come avete ottenuto tale tecnologia? No, abbiamo migliorato l'algoritmo. In precedenza, la stabilizzazione era sempre centrata, ma ora, indipendentemente dalla posizione del soggetto, possiamo stabilizzarla. Quindi questo è un cambiamento nel nostro algoritmo. Ciò significa che in futuro altre fotocamere Nikon potrebbero includere Focus Point VR sul punto AF? Siamo spiacenti, non possiamo discutere i dettagli al momento, forse in futuro. Tutti si aspettavano l'annuncio di una nuova fotocamera full-frame Nikon al CP+. Pensi che dovranno aspettare ancora un po' per questo? Comprendiamo che ci sono molte aspettative da parte dei nostri potenziali clienti riguardo a un nuovo prodotto. Ne siamo consapevoli. Ma questo è tutto quello che posso dire per ora. La tabella di marcia ottica di Nikon indica che è rimasto solo un obiettivo da annunciare, un S-Line da 35 mm. Dopodiché, pensi che la gamma di obiettivi sia completa? Secondo la nostra tabella di marcia, questa è la fine dell’attuale linea di prodotti. Ma anche dopo, vogliamo continuare a suscitare molto entusiasmo tra i nostri clienti per i nostri prodotti futuri. Vorremmo sorprenderti, quindi per favore sii paziente. Quindi, pubblicherete una nuova tabella di marcia o solo nuovi obiettivi senza una tabella di marcia? Per noi è un punto d'onore sorprendervi in futuro. Questo è tutto quello che posso dirti per ora. Si parla molto di intelligenza artificiale. In che modo Nikon adotta generalmente l'intelligenza artificiale nella divisione Imaging? Il nostro primo utilizzo dell’intelligenza artificiale e dell’apprendimento automatico è applicato alla messa a fuoco automatica. Lo usiamo da molto tempo anche per l'esposizione automatica (AE) delle foto. Abbiamo iniziato a lavorare sullo sviluppo utilizzando l'intelligenza artificiale e l'apprendimento automatico per creare l'immagine desiderata dai clienti. Con l'uso dell'intelligenza artificiale e dell'apprendimento automatico, possiamo migliorare ulteriormente la capacità o le prestazioni di elaborazione delle immagini, messa a fuoco automatica, esposizione automatica e bilanciamento del bianco automatico. E vogliamo aumentare la precisione del rilevamento del soggetto e anche le prestazioni del riconoscimento degli oggetti. Ad esempio, la funzione Auto Capture è stata introdotta nella Nikon Z 9 nella versione 4.00. Questa funzione combina il rilevamento o il riconoscimento del soggetto e la cattura automatica. Supponiamo di posizionare la fotocamera vicino all'ingresso di questa sala conferenze. E quando qualcuno entra, l'attenzione si sposta automaticamente su quella persona e viene scattata automaticamente una foto. In realtà abbiamo iniziato a utilizzare questa funzionalità in questo ambiente. Combinando il rilevamento del soggetto con la cattura automatica, puoi scattare foto di cani, gatti, uccelli, automobili e altri oggetti in movimento. Nikon è l'unica azienda ad offrire questo tipo di funzionalità. In passato, per raggiungere questo obiettivo era necessario cambiare obiettivi. Ora le foto possono essere scattate automaticamente. Per lo zoom o i primi piani, puoi utilizzare una seconda fotocamera e scattarli tu stesso. Questo può attrarre molti tipi diversi di utenti. È intelligente, ora puoi vendere più facilmente due fotocamere e obiettivi invece di uno solo. Sì, ma in passato i clienti a volte perdevano l'opportunità di realizzare lo scatto migliore. Ora, con queste combinazioni, non perdono mai l'occasione di scattare le foto che desiderano. L'acquisizione automatica e il rilevamento del soggetto sono progettati per assicurarti di non perdere quei momenti unici. Ciò è vantaggioso non solo per i fotografi sportivi, ma anche per chi fotografa, ad esempio, gli uccelli selvatici. Possiamo aspettarci presto un corpo ibrido APS-C di fascia alta? Condurremo studi basati sul feedback dei clienti. Riteniamo che Nikon abbia stabilito una forte presenza con la D7500 e la D500 nello spazio delle fotocamere DX/APS-C. Quindi continuiamo ad ascoltare le opinioni dei clienti per il futuro. A causa della democratizzazione dei social network come YouTube, TikTok o Instagram, i clienti sono interessati non solo alla fotografia, ma anche ai video. Le generazioni più giovani richiedono immagini di alta qualità perché vogliono esprimere i propri pensieri ed emozioni. Questo è il motivo per cui richiedono fotocamere con obiettivi intercambiabili. Potrebbero quindi utilizzare fotocamere APS-C, che sono più compatte rispetto alle fotocamere full-frame. Dobbiamo continuare a lavorare su questo tema per riuscire a soddisfare le richieste di questa generazione. Parliamo degli aggiornamenti firmware. Negli ultimi anni abbiamo visto molti più aggiornamenti firmware da parte di Nikon. È più semplice aggiornare le fotocamere mirrorless rispetto alle DSLR? Stanno accadendo molte innovazioni, soprattutto quando si tratta di processori e sensori per fotocamere mirrorless. Con queste informazioni e conoscenze accumulate, possiamo estendere ulteriormente queste funzionalità. Anche dopo che i nostri utenti avranno acquistato un prodotto, con questi aggiornamenti firmware potranno continuare a divertirsi e a utilizzare la propria fotocamera Nikon Z. Vogliamo superare le aspettative dei nostri clienti. Ai tempi delle DSLR, facevamo molto affidamento sullo specchio e sugli elementi meccanici all'interno della fotocamera. È vero che per le ibride diamo maggiore enfasi agli aggiornamenti del firmware. Ad esempio, abbiamo ricevuto molti feedback dai nostri utenti quando abbiamo introdotto per la prima volta la funzione di rilevamento del soggetto sullo Z7. Nikon ha anche cambiato organizzazione: gli sviluppatori di firmware sono ora più esposti rispetto a prima al feedback dei clienti, quindi possiamo riflettere rapidamente le richieste dei clienti in questi aggiornamenti. Ai tempi della pellicola e poi delle reflex digitali, stavamo già accumulando recensioni dei clienti. Ma tutto ciò che potevamo dire loro a quel punto era che avremmo incorporato questi cambiamenti nel modello successivo. Al giorno d'oggi, poiché gli sviluppatori di firmware possono identificare le cose che possono essere fatte, non dobbiamo aspettare il modello successivo per apportare miglioramenti. Alla fine del 2021, abbiamo lanciato la Nikon Z 9. Dal lancio, abbiamo ricevuto tre importanti aggiornamenti del firmware, v2.00, v3.00 e v4.00. L'aggiornamento firmware v2.00 era già pianificato. Ma per le versioni v3.00 e v4.00, la maggior parte degli articoli rifletteva le richieste o le recensioni dei clienti. Naturalmente dobbiamo considerare anche la capacità del sensore e la velocità del processore. Quindi non tutte le richieste possono essere soddisfatte, ma facciamo del nostro meglio per soddisfare il più possibile le richieste dei clienti. Prima della mia posizione attuale, ero responsabile dello sviluppo degli aggiornamenti del firmware, quindi sono molto appassionato di questo argomento. Riteniamo infatti che le attuali fotocamere mirrorless possano avere una durata di vita più lunga, soprattutto finché rimangono attuali. Come si sceglie quali funzionalità aggiungere tramite firmware e quali integrare in un nuovo modello? Innanzitutto, in termini di risorse, lo sviluppo del firmware è piuttosto limitato. Naturalmente un aggiornamento del firmware non può superare le capacità definite dall'hardware. Non possiamo aumentare la definizione di un sensore o la sua gamma dinamica, capisci (ride). Per queste richieste dobbiamo attendere il prossimo modello. Se si tratta di una richiesta relativa all'interfaccia utente, ad esempio, possiamo implementarla rapidamente e quindi incorporare tali modifiche nel case tramite un aggiornamento del firmware. Questo è il modo in cui giudichiamo se dovremmo aspettare il modello successivo o se possiamo incorporare la modifica in un aggiornamento del firmware. Inoltre, ascoltando attentamente i clienti, spesso scopriamo cose nuove che non avevamo mai notato. Impariamo molto da queste scoperte e iniziamo a lavorare su aree a cui prima non prestavamo attenzione. Hai un esempio? Sì, il suono dell'otturatore della Z 9 e della Z 8. Dato che la Z9 non ha un otturatore meccanico, abbiamo pensato che non dovesse emettere alcun suono dell'otturatore. Per questo motivo abbiamo optato per un unico suono che possa essere emesso dall'altoparlante del dispositivo. Sulla Z9 abbiamo anche posizionato l'altoparlante abbastanza vicino al mirino elettronico in modo che il fotografo potesse sentire il suono. uttavia, ci siamo resi conto che il suono dell'otturatore viene utilizzato, ad esempio, anche per comunicare con la modella. Abbiamo quindi dovuto cambiare la posizione dello speaker, ma questo riguarda la parte hardware. Poi abbiamo capito che se disponi di più opzioni per il suono dell'otturatore, puoi usarle per la comunicazione. Ci siamo anche resi conto che dovevamo regolare il livello del suono, non solo per il fotografo, ma anche in modo che la modella potesse sentirlo. Quindi, oltre all'idea del miagolio del gatto, abbiamo aggiunto la possibilità di modificare il livello del suono dell'otturatore, nonché diversi tipi di suono dell'otturatore dopo il lancio della Z 9. Puoi spiegarci in cosa consiste la mission della 1° sezione UX Planning? Come responsabile della pianificazione UX, mi occupo di progettare tutto ciò che riguarda i corpi macchina, oltre agli accessori come telecomandi e flash. Supporto anche la pianificazione degli aggiornamenti firmware per le fotocamere. Allora forse puoi dirci perché alcune fotocamere recenti come la Z 8 o la Z f non accettano più batterie di produttori terzi? Il motivo per cui alcune delle nostre fotocamere non accettano batterie di terze parti è la sicurezza. Ecco perché preferiamo utilizzare batterie Nikon ufficiali.
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  34. L’ottocento millimetri, tra mito e leggenda. Da ragazzo il mio amico Matteo nella sua cameretta teneva esposti spettacolari poster di straordinarie “pinup”, erano immagini che “colpivano”; io invece per anni ho tenuto appesa alla vetrinetta una pessima fotocopia formato A4 di un obiettivo: il Nikon Ais 800/5.6 IF-ED. Onestamente Matteo non mi ha mai detto niente, uomo intelligente, ed io non ho mai dovuto dare spiegazioni. E come avrei potuto spiegare che per me l’800 era un attrezzo epico, quasi mitico, che certamente regalava l’ingrandimento “giusto”, che permetteva appostamenti concretamente produttivi, almeno così mi immaginavo e credevo. Le mie fantasie si innescavano ogni volta che la sua sagoma compariva nelle mani di qualche fotografo di National Geographic Magazine, una conferma di sogni proibiti, un rimarcare un concetto che mi rodeva l’anima. Altro che pinup discinte….beh, son fantasie diverse… Ottobre 1996 Joel Sartore aggrappato ad un Nikon 800/5.6 duplicato con TC301. Quella foto è famosa, Joel indossava degli occhiali da saldatore per evitare di danneggiare la retina. E questa era la foto ricercata da Joel Sartore: le gru del fiume Platt nel sole morente Mi rodeva l’anima, dicevo, e mi rodeva molto fin dal 1991 quando ne vidi uno per intero nella vetrina di un famoso negozio di Milano. Chiedevano 7 milioni per accaparrarselo, usato. Giuro, se li avessi avuti…. Nikon AIs 800/5.6 IF ED Quando poi, molti anni dopo, la vita mi rese possibile un esborso oneroso, scelsi il Nikon Ais 600/4. L’esperienza accumulata su e giù le mie montagne e, soprattutto, lungo il fiume di casa, mi avevano dimostrato che incrementare la focale a scapito della riduzione di uno stop di luminosità, sarebbe stato un suicidio operativo. In pratica avrei sì ottenuto un ingrandimento più significativo, ma la riduzione dell’apertura massima, oltre che imporre tempi più lunghi, mostra a mirino una immagine meno luminosa (la metà) e con gli Ais si metteva a fuoco a mano: durissima. Inoltre, l’assenza di qualunque tipo di riduzione delle vibrazioni mi avrebbero garantito una ampia raccolta di foto micro-mosse. Di qui la preferenza per il 600/4. Con il Nikon Ais 600/4 IF-ED ad oltre 2000 m in alta val Sesia Fine dei “rodimenti” da 800mm? L’aggiornamento successivo, in tempi di ripresa digitale, lo feci ancora con il 600/4, ora stabilizzato ed autofocus e qui mi sono fermato (più o meno). Ammetto che il lancio del Nikon AF-s 800/5.6 FL VR, mi generò qualche turbamento, ma all’atto pratico, ormai, avevo maturato contezza di quanto sia spigoloso gestire focali superiori a 600 mm e ciò mi bastò per ricacciare la “scimmia” nei recessi della mente e della memoria. E poi il mio bel Nikon AF-s 600/4 VR con un TC14 può diventare un dignitosissimo 840/5.6, quindi alla bisogna un 800mm già ce l’avevo. Tronfio con Nikon 600/4 AFs VR G, Finlandia. Ma, inatteso, venne il giorno. Non so cosa diavolo sia passato per la zucca dei progettisti Nikon, non so che bizzarria abbia condotto alla nascita del Nikon Z 800/6.3 VR S, ma so di dover censurare le parole che mi sono sfuggite quando ho visto le prime demo in internet. Si perché questo obiettivo scopa via tutte le limitazioni della realizzazione 800/5.6 ben nota ed agognata. Prima di tutto i pesi non sono comparabili, passiamo dai 4.6 Kg dell’800/5.6 AF-s ai circa 2.2Kg di questo 800Z: ciò si traduce in reale possibilità di brandeggio manuale. Poi negli ingombri l’800Z è identico al 500/4 AIS, il più smilzo supertele prodotto da Nikon, anzi è pure meglio perché il paraluce è correttamente dimensionato e non è un tubo di stufa come quello di tutti i 500/4 Nikon. Aggiungiamo la farcitura tecnologica del VR allo stato dell’arte, dell’autofocus reattivo e della potenza di una Z9 e il piatto è servito. A maggio 2022 Mauro ci invitò a provare questo nuovo fottuitissimo 800mm. Al tempo stavo valutando pro e contro per l’abbandono della reflex in favore della Nikon Z9 che definire mirrorless è riduttivo. I pro li avevo tutti ben presenti, sempre grazie a Mauro, i contro li lascio al lettore; partii da casa senza indugio per toccare con mano questo strabiliante attrezzo che, come accennato, sulla carta sciacquava via tutte le limitazioni del passato promettendo un formidabile ampliamento di possibilità. Nikon Z 800/6.3 nelle mani di Mauro Alla prova dei fatti son rimasto di stucco, direi meglio: inebriato. Le ipotesi su cui avevo imbastito mille ragionamenti si sono confermate in pochi minuti. E Mauro il suo 800mm me lo ha ceduto a giugno di quest’anno, quindi lo sto usando da 6 mesi e confermo tutto quello che avevo intuito in quei pochi minuti di prova sul lungo lago comasco del maggio 2022. Folgorato Nikon Z 800/6.3 S, una carta in più da giocare nella fotografi della Natura. In questi mesi di utilizzo, sporadico, in ferie, nelle “frattaglie” di tempo dei WE, nel dopo lavoro (me lo sono, inutilmente, portato in trasferta), insomma quando possibile, il Nikon Z 800/6.3 mi ha dimostrato le capacità di cui avevo intuito in pochi minuti di prova con gli amici di Nikonland. Non perdo tempo a raccontare di brillantezza ed incisione, queste caratteristiche sugli Z ora le abbiamo come “default”, ma voglio raccontare la mia esperienza per quanto concerne una focale così lunga. estratto dallo zaino, S. Caterina di Pittinuri (OR) Fortunato incontro con caprioli, Parco Lame Sesia - Agosto Nikon Z9 ob. Nikon Z 800/6.3 S Gitzo GT3541LS Arca B1 Le problematiche dell’ottica geometrica ed il miracolo di Nikon. <Ottocento millimetri> su full frame sono una lunghezza focale difficile da gestire fondamentalmente per 2 aspetti: Il potente ingrandimento amplifica il mosso in modo brutale, il che impone tempi di otturazione molto rapidi. La messa a fuoco è criticissima per via dell’angolo di campo così ristretto: risulta addirittura difficile portare il soggetto nell’inquadratura, figuriamoci mantenerlo a fuoco. Aggiungiamo una Profondità di Campo di qualche millimetro e la combinazione finale è assolutamente disarmante. In particolare il Nikon Z 800 colpisce per compattezza e maneggevolezza, ciò è dovuto alla costruzione con lenti diffrattive, ma soprattutto al non esaltante valore di luminosità massima di f/ 6.3 che, a chi ha i capelli brizzolati, fa storcere le budella. Queste considerazioni “geometriche” condurrebbero alla conclusione per cui un 800/6.3 potrà essere utilizzato solo in particolari fortunate occasioni. Invece tutti questi problemi, incluso il torci budella, li risolve la Z9: luminosità ridotta, messa a fuoco criticissima e stabilizzazione, sono a carico della fotocamera che assolve brillantemente il compito. E lo fa sempre. Il ristrettissimo campo inquadrato rimane allora l’unica vera questione che va in capo al fotografo. Io lo trovo PAZZESCO. Rampichino, Valsavarenche (AO) - Agosto. Nikon Z9 ob. Nikon Z 800/6.3 S mano libera Airone di Amazon, Novara - Agosto Nikon Z9 ob. Nikon Z 800/6.3 S mano libera Libellula in risaia. Novara - Agosto Nikon Z9 ob. Nikon Z 800/6.3 S mano libera Tralicci orribili, Novara - Agosto Nikon Z9 ob. Nikon Z 800/6.3 S mano libera Le cime della val Soana viste da Novara - Settembre. Nikon Z9 ob. Nikon Z 800/6.3 S Gitzo GT3541LS Arca B1 , fotomerge di 4 scatti Martin pescatore "alterato", Parco lame Sesia - Agosto. Nikon Z9 in DX ob. Nikon Z 800/6.3 S Gitzo GT3541LS Arca B1 Dei Pesi e delle Misure. Con 800mm siamo per forza di cose nel campo degli obiettivi “mammazzoni” il cui trasporto, brandeggio e gestione generale è sempre un problema. L’800/6.3 ingombra quanto il 200-400/4, quindi non poco, ma pesa 1kg di meno e questo aspetto ha un’importanza micidiale. Spesso si pensa che il peso sia un guasto solo per il trasporto e non si valuta l’inerzia della massa. Al brandeggio a mano libera i circa 3.3kg di fotocamera e 800mm si gestiscono in modo semplicemente imbarazzante, non so come dirlo altrimenti. Ne faccio il paragone con il brandeggio di ottiche più corte come il già citato 200-400 piuttosto che del 300/2.8 di qualunque versione, nell’uso pratico ho sempre dovuto ricorrere ad un appoggio, foss’anche solo la spalla di un socio di escursione. Invece il Nikon 800/6.3 accoppiato alla Z9 risulta pratico quanto un obiettivo che non esiste, un leggero 300/2.8, e scrivo 300mm con cognizione di causa perché non sembra di manovrare uno strumento che offre un ingrandimento di quasi 3 volte maggiore. Nella pratica cosa significa? Tantissimo e qui porto un esempio fresco fresco della scorsa estate. Ero appostato con l’800 montato sul treppiedi; esattamente alle mie spalle ho sentito il fischio di un rapace. Ho afferrato la seconda Z9, che tengo libera proprio per le “sorprese” come questa, e con il 300mm in canna, e ginnica contorsione, ho scattato una “foto ricordo” a distanza siderale di una sagoma di rapace su tronco scassato. La cosa sarebbe finita qui se davanti a me avessi avuto il 600/4 perché è impossibile spostare il tele grosso, cioè staccarlo dal treppiedi, brandirlo trascinando con sé tutte le reti mimetiche e orientarlo in direzione opposta. E’ uno sforzo che non si può fare, sono 6-7kg a sbalzo da sostenere con i muscoli addominali. Ma come detto quel giorno avevo l’800, che è decisamente meno ingombrante del 600, e soprattutto pesa meno della metà. Allora provo: stacco l‘800 dal treppiede, lo imbraccio, riesco a ruotare senza che mi partano fitte addominali e scatto, ma stavolta con 1200mm equivalenti di ingrandimento (Z9 in DX). Rapace ? Parco lame Sesia - Agosto Nikon Z9 ob. Nikon AFs 300/4 PF + FTZ2 mano libera Poiana Codabianca! Parco lame Sesia - Agosto Nikon Z9 in DX ob. Nikon Z 800/6.3 S mano libera Nello Zaino. Pur essendo un “mammazzone” l’800Z offre un contenimento degli ingombri tale da facilitarne il trasporto. Per scarrozzarmi l’800 mi basta lo zaino da montagna da 40 - 45 litri e mi resta spazio per accessori quali vestiti e altre fotocamere. La scorsa estate ho trasportato per 4gg (tutte le mie ferie sigh) 3 fotocamere e 3 obiettivi su e giù per la Valsavarenche dentro ad uno zaino Forclaz 45l estremamente leggero. Non mi è sembrato vero di poter disporre di una varietà così ampia di focali anche in alta montagna consentendomi di riprendere qualunque soggetto e situazione incontrata. Dotazione Gran Paradiso estate 2023 Zaino Forclaz da 45litri e fotocamere; accanto: Ghiacciaio Gran Paradiso Nikon Z 800/6.3 mano libera Alpe Meyes Valsavarenche PN Gran Paradiso, Nikon Z7II ob. Nikon Z 24-70/4 S Alpe Meyes Valsavarenche PN Gran Paradiso, Nikon Z9 ob. Nikon AF-s 300/4 PF + FTZ2 Alpe Meyes Valsavarenche, PN Gran Paradiso, Nikon Z9 ob. Nikon Z 800/6.3 S mano libera Torrente Savara sotto la pioggia, PN Gran Paradiso, Nikon Z9 ob. Nikon Z 800/6.3 S mano libera I limiti del Nikon 800Z. Lo strumento perfetto non esiste e nemmeno noi siamo troppo perfetti. Il Nikon 800Z è un’ottica diffrattiva, come tale presenta un aspetto che ad alcuni può risultare indigesto: lo sfuocato. In certe condizioni le linee presenti sui piani fuori fuoco possono mostrarsi come ondulazioni simili a quelle di un miraggio. Non solo, nei controluce sparati si possono presentare fenomeni bizzarri simili all’aberrazione cromatica che presumo dipendano dal gruppo diffrattivo Fresnel presente nello schema ottico. Sfocato diffrattivo Novara - Ottobre. Nikon Z9 in DX ob. Nikon Z 800/6.3 mano libera Goccioline multicolori, Gran Paradiso - Agosto. Nikon Z9 ob Nikon Z 800/6.3 S mano libera Ma io non appartengo alla schiera degli estimatori dello sfocato assoluto, quindi la mia valutazione di uno strumento non viene stravolta da aspetti che giudico men che secondari. Credo che oggi per qualunque fotonaturalista non esista un’ottica più accattivante di questo 800Z. Per me è stato un sogno diventato reale quello di poter trasportare a 2500m di altezza 800mm di focale e lo scrivo con la coscienza propria di chi, a quelle quote, ha scapicollato il 600/4 unito al treppiede Manfrotto 055. Il vero limite di questo obiettivo è nella luminosità massima relativa quell’f/6.3 con cui occorre scendere a patti. La verità è che dispiace arrendersi al buio perché questo obiettivo con la Z9 sembra poterti condurre ovunque. Il crepuscolo spinge l’attrezzatura fotografica al limite, e questo 800/6.3, per quanto digerisca benissimo tempi di otturazione dell’ordine del 1/60s, si deve arrendere dove altri obiettivi possono osare. Il compromesso però è abbondantemente a favore di questa soluzione che, nella pratica, consente di fare quasi tutto. Quasi notte, messa a fuoco difficilissima. Parco Lame Sesia - Giugno Nikon Z9 ob Nikon Z 800/6.3 Gitzo GT3541LS Arca B1 Un guaio cui invece non c’è rimedio è collegato a focali così lunghe ed è e rimane nella qualità dell’aria che separa il fotografo dal soggetto. Talvolta bastano 50 metri di strato d’aria per risultati inguardabili, in questo senso credo sia molto importante avere coscienza delle condizioni pratiche di possibilità di utilizzo. Non c'è niente di nitido. Leviona PN Gran Paradiso - Agosto. Nikon Z9 ob. Nikon Z 800/6.3 mano libera Concludo consigliando a tutti gli amanti della fotografia della natura di guardare con attenzione, ed un po’ di sana cupidigia, ad ottiche quali l’800 Z, e ai suoi fratellini più piccoli, perché vi possono regalare opportunità non facilmente prevedibili.
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  35. La mia passione ha un prezzo sul piano fisico, nella maggior parte dei casi accettabile. Stavolta, invece, non è stato così. La prima giornata del WRC è stata in assoluto la mia peggiore giornata da fotografo: spossante, oltre 42° percepiti, uno scirocco rovente che risucchiava l'aria dai polmoni e la polvere... tanta, ma tanta da colorare di rosso me, i miei vestiti e la mia fotocamera. Per fortuna l'inferno è durato solo un giorno, già dalla sera i venti hanno cambiato quadrante, rendendo le seguenti due giornate enormemente meno faticose. Sul piano sportivo, invece, il WRC 2019 sembra iniziare bene: un rombo lacerante e la grinta di Sebrastien Ogier preannunciano una giornata fantastica .... giusto due curve e poi il disastro col driver transalpino che rompe il braccetto dello sterzo su una roccia Sarebbero bastati 10 minuti allo stesso Ogier per sostituire il braccetto... se Citroen si fosse ricordata di metterlo nel bagagliaio tra le dotazioni regolamentari. Oltre un'ora persa e un ritiro che non è avvenuto solo per le pressioni degli sponsor (immagino). The show must go on Altre volte vi siete sorbiti il mio "pistolotto" sulle condizioni di lavoro svantaggiate. Beh, stavolta ho sfruttato la cosa a mio favore Atterraggio duro per Mikkelsen Thierry Neuville al salto Ancora Ogier, ormai fuori classifica... ma riparato il guasto va come un proiettile I veri "missili" sono però le Toyota ufficiali di Latvala e Tanak. Sfortunati entrambi: Latvala rallentato da problemi meccanici e Tanak che si fa sfuggire la vittoria finale. Vittoria che va al più continuo e martellante Dani Sordo che con tanto merito ha saputo trovare il miglior equilibrio tra le prestazioni e la gestione della macchina. Questo il suo volo verso il traguardo Dietro le quinte Un meccanico al lavoro sulla macchina di Latvala Sebastien Oger controlla personalmente il lavoro dei suoi meccanici e trova anche il tempo di firmare una miniatura che rappresenta il suo salto dello scorso anno (quando correva con la Ford ufficiale) a Monte Lerno Concludendo. Non sono pienamente soddisfatto, mi sono affaticato molto e questo mi ha limitato parecchio nella mobilità fra una postazione e l'altra; per non parlare dei trasferimenti in auto tra le varie speciali (sempre molto rapidi facendo lo slalom tra marshall inflessibili e security particolarmente attenta). Sto invecchiando, sicuro, ma non riesco a darmi un limite. Finirò per restarci secco Buona visione a tutti Pezzo consigliato, mi pare appropriato: Driving Towards the Daylight, Joe Bonamassa WRC 2023 - Aria di Cambiamento DA quest’anno Alghero e Olbia ospiteranno la prova italiana del WRC ad anni alterni. E già da quest’anno le prove speciali si sono spostate verso la Gallura con qualche sorpresa che fa tanto vecchio Costa Smeralda. Solite levatacce con tanti chilometri in più da macinare e solite attese, ma non si esagera più come negli anni passati perché tutto è diventato più faticoso per me ed Enzo. La passione c’è sempre ma il fisico non la segue più per cui va bene svegliarsi alle 5 del mattino e infilare lo stradone, va meno bene spostarsi rapidamente da una speciale all’altra per incassare il pieno di foto. Non ce lo possiamo più permettere. Per cui abbiamo preferito concentrare il nostro lavoro in due sole giornate, venerdì e sabato. Tre sarebbero state troppe. Pazienza per il gran finale di oggi. Come anticipato le sorprese ci sono state con le due prove speciali di Terranova, quella col salto _ a mio avviso _ più spettacolare fra tutti quelli visti sinora e quella che racchiude il tratto più insidioso: la mitica e discesa Kitzbuhel con una esse veloce in mezzo al granito. Vietato sbagliare. E alle 8 in punto stiamo parcheggiando all’interno del cantiere forestale di Terranova, proprio di fronte alla caserma della Forestale, distante un centinaio di metri dal salto. C’è tanto pubblico ma tutto sommato un servizio d’ordine attento ma non invasivo. Il motivo per il quale questo salto è così interessante sta nel fatto che le auto arrivano a velocità elevata su asfalto che diventa sterrato proprio nel punto del salto. Lo show ha inizio… Nonostante il sole, il cielo non prometteva bene. Temporali sparsi, anche di forte intensità. E li abbiamo visti, da dentro l'auto. A Kitzbuhel però la pioggia era già passata prima dell'inizio della speciale. Una luce pessima. In compenso, fango in quantità industriale Ecco la famigerata Kitzbuhel, una discesa pazzesca con una esse insidiosa tra le rocce di granito e una pendenza impressionante. Si scende "a palla": quì i più bravi fanno il tempo, gli altri tolgono il piede dall'acceleratore. Non ci sono immagini per raccontarlo perchè se non la si vede non si ha la giusta percezione .... e sotto di lei, il fango... Takamoto Katsuta, uno che pensa col piede Tierry Neuville Dani Sordo Molta pioggia significa anche molti guadi e sarebbe stato questo l'obiettivo della seconda giornata, trovarne almeno uno Un raggio di sole alle 8,20 fa la differenza. Solo Zfc col 16-50, contenta di fare il bagnetto mattutino (io un po' meno contento). Il pomeriggio, invece, è tutto della D500. Le distanze di Loelle richiedono parecchi millimetri. L'attesa è meno faticosa del solito per via della temperatura accettabile viste le condizioni meteo. Cionostante quattro ore d'attesa per il secondo passaggio sono davvero tante. Tenuta da combattimento Arrivano.... Elfyn Evans Dani Sordo Sebastien Ogier Per la cronaca ha vinto Terry Neuville Anche stavolta è andata. Dovremo trovare nuove location per il prossimo anno o sperare in altre novità, giuto per non fare sempre gli stessi scatti. Copyright Enrico Floris 2023 per Nikonland Pezzo consigliato: Come Up For Air - Albert Cummings
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  36. Ci è arrivato in visione uno dei primi esemplari di Nikkor Z 70-180/2.8 che abbiamo provato per una quindicina di giorni nelle circostanze più varie. Alcune decine di migliaia di scatti per formarci un'opinione diretta, al di la delle specifiche e dei "si dice" del web. Ma prima vediamolo insieme. la scatola non desta sorprese, è la classica in cartone colorato di nero e dorato. tutti gli esemplari di normale importazione hanno queste etichette sul lato della scatola. In particolare il codice EAN : diffidare di quelli che non le hanno, sono di importazione "alternativa". naturalmente poi ci deve essere il marchio che assicura la garanzia Nital di 4 anni oltre all'adesivo Nital vip. aprendo la scatola sporgono i manualetti multilingue. sotto al primo separatore bianco c'è una scatoletta in cartoncino che contiene il paraluce, confezionato a parte. che funge anche da fermo per l'obiettivo che è posto al di sotto, avvolto in un foglio di schiuma bianca l'obiettivo e il suo paraluce. Qui siamo nella posizione a 70mm. Come sappiamo questo zoom si allunga all'aumentare della focale, come evidenziato in questo montaggio : alla fine è poca cosa ma è bene saperlo. Nell'uso non si nota, non c'è una netta sensazione di spostamento del baricentro. l'obiettivo è fabbricato in Cina mentre il paraluce nelle Filippine. Sappiamo che Nikon non ha fabbriche nelle Filippine e ufficialmente ha dismesso anche quelle cinesi dopo la chiusura delle linee di Coolpix e Nikon 1. esteticamente l'obiettivo è del tutto omogeneo con la restante linea Nikkor Z. In particolare facciamo notare l'anello programmabile, con la sua finitura diamantata, la scritta Nikkor argento, le serigrafie in rilievo e il grosso punto bianco in corrispondenza con l'innesto dell'ottica sul corpo fotocamera. ancora più evidenti in questo dettaglio. lo zoom ha una posizione di blocco in corrispondenza dei 70mm che serve a non far allungare inavvertitamente l'obiettivo quando è a riposo. Ovviamente va sbloccato prima per poter cambiare la lunghezza focale. queste riprese non fanno risaltare con immediatezza quanto sia compatto questo obiettivo. Nella realtà è lungo quanto il Nikkor Z 105/2.8 S e giusto un paio di centimetri più lungo del Nikkor Z 24-120/4 S con il quale si accompagna bene in un eventuale kit da vacanza compatto e prestazionale (cui magari associare quando necessario un Nikkor Z 14-30/4 S). Per questo lo abbiamo fotografato vicino al Nikkor Z 70-200/2.8 S VR : a 70mm a 180mm. Sappiamo che il 70-200/2.8 S non modifica la sua lunghezza al variare della focale. Andando alle specifiche effettive, il peso è inferiore agli 800 grammi, il passo filtri è di 67mm, mette a fuoco a 27cm in posizione 70mm e a 85cm in posizione 180mm. Ha un motore elettrico passo-passo, è composto da 19 lenti in 14 gruppi di cui 5 in ED, una in Super ED e tre asferiche. Il diaframma è a 9 lamelle ed è lungo, a riposo, 151mm. il passo filtri da 67mm è coerente con una parte della linea di obiettivi Nikkor Z di secondo equipaggiamento, come ad esempio, il Nikkor Z 28-75/2.8 e il Nikkor Z 17-28/2.8 con cui compone un ottimo trio di ottiche luminose in grado di creare un intero corredo. La lente anteriore è trattata in modo da essere repellente e facilitare la pulizia. é ovviamente dotato di anelli a tenuta di polvere e umidità ed è anche compatibile con i teleconverter Nikon TC 1.4x e TC 2.0x con i quali mantiene il totale automatismo. lo schema ottico, piuttosto sofisticato, che però non integra il classico gruppo di stabilizzazione dei teleobiettivi. In effetti questo obiettivo conta sullo stabilizzatore integrato alla fotocamera per compensare le vibrazioni e i movimenti indotti dal fotografo. MTF sintetico, piuttosto lusinghiero che promette buone prestazioni al centro, specie alla focale più lunga. *** Esaurita la panoramica, due parole su aspetto e consistenza. E' una costruzione leggera ed economica ma non in termini dispregiativi, anzi, prima di sentire quanto sia leggero, ha in verità un aspetto premium, merito della finitura sobria ma ben disegnata dei Nikkor Z. La ghiera dello zoom è consistente e ruota bene soprattutto grazie alla sua corsa molto breve. Anche il block Lock è solido e rassicurante. E' buono anche il paraluce che all'interno ha una finitura zigrinata per assorbire meglio i riflessi. Sappiamo - è inutile girarci intorno - che le origini di questo obiettivo sono Tamron, la prima apparizione di questo 70-180/2.8 é proprio avvenuta con marchio Tamron per Sony alcuni anni orsono. Il suo lancio, considerando il mix di caratteristiche e di prestazioni unite ad un prezzo aggressivo hanno fatto a suo tempo scalpore, tanto da convincere in un certo qual modo Sony a riprogettare (e riprezzare) i suoi due 70-200/2.8 ed f/4 per distanziarlo. L'ingresso nel sistema Nikon è per noi quindi ragione di curiosità, visto che i due ecosistemi non sono simili. Nikon qui ha fatto del suo meglio - diciamo anche che ci è riuscita - per integrare il progetto Tamron nel sistema Z, tanto che risulta indistinguibile esteticamente dagli altri obiettivi. Ma anche funzionalmente dobbiamo sottolineare il "miracolo" di renderlo compatibile con i due teleconverter (il Tamron per Sony non li accetta, per quanto ci consta) ma soprattutto di omologarlo al mondo Z via firmware. A dispetto dell'elemento frontale compatto (solo 67mm di passo filtri) non c'è accenno di vignettatura, nemmeno ai diaframmi più aperti. Non si vede alcuna aberrazione cromatica, almeno ad occhio nudo e se c'è distorsione, sinceramente sarà a livello strumentale. In quanto alle prestazioni generali, l'autofocus non è un fulmine, diciamo che è in linea con quello del Nikkor Z 24-200mm ma è preciso. Però di questo ed altro ancora parlerà in un inciso il nostro tester. complessivamente noi esprimiamo un giudizio positivo con alcuni caveat che confermano, se ce ne fosse stato bisogno, che il Nikkor Z 70-200/2.8 S non deve temere nulla da questo lancio. Si tratta di due obiettivi concepiti per fotografi differenti che appartengono a due categorie di prodotti molto diverse. Qui l'abbiamo voluto riprendere montato sulla Nikon Z9 ma nella realtà si trova più a suo agio sulla Z8 o su una delle altre Z full-frame che sono quelle che possono accoppiare l'obiettivo con il loro stabilizzatore integrato sul sensore. Escluderemmo di usarlo con Z50/Z30/Zfc salvo che con tempi di scatti veramente veloci. L'assenza di aggancio del treppiedi (perfettamente intonato con la filosofia del progetto "compatto e leggero"), non ci pare che vada incontro alla capacità di messa a fuoco molto ravvicinata e al rapporto di ingrandimento favorevole. Salvo, appunto, scattare con tempi di sicurezza molto elevati e/o con l'ausilio di illuminazione sempre adeguata. Ma questo è un campo che abbiamo volutamente evitato di esplorare ritenendo questo obiettivo un oggetto più indicato per la fotografia generale, mai quella specialistica, per la quale, per fortuna, il corredo Nikkor Z, offre opportunità più adeguate. Se questo articolo vi è sembrato utile mettete un like. A voi non costa nulla ma per noi fa una grande differenza per capire quali siano gli argomenti che i lettori trovano più interessanti. Non abbiate timore ad aggiungere i vostri commenti
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  37. Preordinato da Nikonstore.it, arrivato con il corriere nel primo lotto di spedizione. Può essere che anche voi siate fortunati e lo abbiate già ricevuto. Il mio è qua ! la scatola è la solita dei Nikkor Z ovviamente 4 anni di garanzia e Nital VIP (ricordatevi di registrarlo subito, non fate come me che me ne dimentico sempre !). protezione in espanso anche a protezione del fusto che così non riesce a muovere. Astuccio e manuali per me restano nella scatola. anche il paraluce è protetto da espanso oltre ad essere rivestito di cellophan come l'obiettivo se vogliamo parlare di proporzioni, Bella potrebbe quasi fare il bagno nel solo paraluce ... insomma, l'unica fidanzata di questo 85/1.2 è la Z9 ... il paraluce è ben dimensionato, ben robusto e non manca di sicura di blocco e sblocco come tanti altri Nikkor Z di classe S la serigrafia del modello e il punto di richiamo dell'innesto in rilievo la S in argento e i pulsanti, quello programmabile L-Fn che fa da tasto funzione, in mezzo l'anello programmabile, in basso il selettore Autofocus e Manual Focus. Nessuna concessione al superfluo. matricola, Made in China, in una delle facilities rimaste a Nikon colà. Viste d'insieme, anche con la Z9 con la quale si sposa bene L'impressionante "bocca da fuoco" : che vi si parerà di fronte se qualcuno cerca di ritrarvi con questo "coso" diaframma tutto chiuso e aperto Viste particolareggiate in alta definizione : *** Le mie prime impressioni sono estremamente positive e potrete trovarle sul numero 4 di Nikonland Magazine in uscita la prossima settimana. Il test approfondito sul numero 5 in uscita in aprile. In uso già la settimana prossima con 3 modelle 3. Grazie Nikon : era dal 1982 che lo aspettavo ...
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  38. Ecco la prima mirrorless Z DX: la Nikon Z50 col doppio kit, comprensivo di fotocamera, zoom Nikkor 16-50mm f/3,5-6,3VR e 50-250mm f/4,5-6,3VR, che per conto di Nikonland ho avuto in visione dal distributore italiano Nital e che dopo l'unboxing di due settimane fa, ho portato con me in lungo e in largo con la stessa facilità e spensieratezza con la quale decido di indossare un paio di jeans, ripagato dalla stessa immediatezza con cui il denim, tessuto del jeans, ci concede in termini di comfort e capacità di adattamento ad ogni attività. Nonostante la mia pluridecennale esperienza nel primo approccio a fotocamere digitali, dico subito che mai come in questa occasione, con la Nikon Z50, mi sono sentito più a mio agio e perfettamente in grado, senza alcuna scomodità di apprendimento iniziale, non solo di settare con estrema facilità la macchina, ma sopratutto di vederla rispondere ai miei comandi ed alle mie regolazioni ESATTAMENTE come mi aspettavo di ottenere. Se esista un premio internazionale di userfriendly, questa Nikon lo vincerà di sicuro e con verdetto, probabilmente, unanime. Intanto Nikon con la Z50, già solo corpo, ha dato la paga a tutti i cultori dei prodotti concorrenti in termini di dimensioni con i suoi 127x94x60mm ed i 397g di peso ma è nell'abbinamento allo zoomino entrylevel trans standard, questo 16-50mm dalla luminosità indecentemente bassa, della quale ci si dimentica un decimo di secondo dopo averlo montato in macchina, sia guardandolo di profilo sia poi sbloccato, in posizione di lavoro, nella quale l'escursione massima dello zoom alle diverse focali (equivalenti ad un 24-75mm in FX) è contenutissima. Una microrealizzazione che fa pensare alle dimensioni della precedente e sfortunata serie ONE delle prime mirrorless Nikon, esperienza ormai archiviata dalla linea Z Dei comandi di scatto e della torretta di destra abbiamo già parlato tanto, ma in questi 15 giorni durante i quali ho scattato quasi 6000 file, sono riuscito ad utilizzare quasi ognuna delle (incredibilmente) tantissime opportunità di regolazione di questo unico selettore, con due posizioni di memoria, oltre alle classiche PSAM e quella in totale automatismo, verde, per chi proprio non ne voglia sapere neppure di giocare, comprese le possibilità di program dedicati (SCENE) e quella del tutto ludica, costituita dagli EFFECTS speciali, alcuni dei quali mi hanno fatto divertire tanto. Già, perchè invece di guardare dall'alto in basso questa entry level mirrorless, (con la quale Nikon DEVE fare tanta cassa, per riuscire a sviluppare gli altri programmi, quelli che riguardano fotocamere e lenti di categoria Premium), ho cercato di immedesimarmi nelle esigenze comuni ai destinatari d'acquisto di una Nikon Z50: persone per le quali la fotografia sia una passione da praticare nel tempo libero e con strumenti che li mettano sempre a proprio agio e nelle condizioni di tornare a casa con la quantità e qualità delle foto desiderata. Credo di esserci riuscito perchè restituisco a malincuore il doppio Kit Z50, come se la sua spensieratezza abbia lasciato il segno anche su di me. Andiamo per ordine: sul fianco sinistro ci sono, sotto ai simboli dei trasmettitori wifi e Bluetooth incorporati, le prese di microfono, video e usb con la spia di ricarica della batteria se si voglia lasciare a caricare on board (con specifico alimentatore, optional). Di serie viene fornito il solito charger a parete, dedicato alla nuova batteria della Z50. Sopra le prese, sul fianco del mirino elettronico, lo slider per l'apertura del flash incorporato della Z50 (la prima Z con flash) NG7 utile per essere usato in fill-in flash sulle ombre in primo piano, ma efficace anche il TTL-flash su brevi distanze dal soggetto. Purtroppo non più previsto il protocollo CLS per pilotare gli SB Nikon da Master. Quindi ci aspettiamo a breve che Nikon si dia da fare nuovamente in ambito flash, per fornire la linea Z di lampeggiatori separati dalle dimensioni e specifiche studiate per le nuove fotocamere. Non può ritenersi bastevole un SB500 (indicato nella scatola di questo kit Z50 come flash dedicato alla fotocamera) che appartiene alle generazioni precedenti delle reflex entry level. In questa Z50 Nikon ha operato delle diversificazioni rispetto le altre due Z sul mercato, alcune delle quali hanno destato scalpore, ma alla resa dei fatti sono perfettamente coerenti con lo spirito della macchina e le esigenze dei suoi potenziali acquirenti: cominciamo dalla nuova batteria, la EN-EL25, da "soli" 1120 mAh accreditata di circa 300 scatti utili, secondo le modalità di misurazione ufficiali fornite dalla casa, io invece, con le mie abitudini di scatto in determinate situazioni (sport, scatto in sequenza ad alta velocità, AFC e formato NEF) sono riuscito a tirarne ben più di 2000 senza avere scaricato del tutto la batteria, indice ciò di una progettazione del processore e di tutte le schede di queste ML Z assolutamente confacenti alle crescenti necessità di alimentazione. Una raccomandazione che faccio è quella di non fidarsi troppo dell'indicatore di carica a segmenti nel mirino, non affidabilissimo, che repentinamente piomba da un'indicazione di carica parziale al blackout totale. La batteria è contenuta nell'impugnatura, dove fa compagnia all'altro elemento di novità di questa Z50: la scheda di memoria SD ad essa affiancata, in un telaietto dal quale va estratta ed inserita con delicatezza, per evitare indesiderati traumi al telaietto stesso, molto ...essenziale. Le schede SD per le quali questa macchina è compatibile sono le UHS I, ma vi consiglio di utilizzare schede recenti e ben veloci, da almeno 90 Mb/s in scrittura , come ho fatto io, utilizzando anche le mie SD UHS II ben più prestazionali. Utilizzando invece schede più lente, scattando in raffica ad alta velocità (la Z50 in H* raggiunge gli 11ftg/s) si rischia che il basso rate di scrittura della scheda ingorghi il buffer, interrompendo la sequenza. Sostituita la SD con una, come indicato, più performante, non ho avuto minimamente problemi, neppure scattando, come ho fatto per tutti questi 15 giorni, sempre in NEF+jpgF Il grande monitor touch da 8cm di diagonale, TFT da 1040k punti, riporta serigrafati sulla destra i comandi di ingrandimento/rimpicciolimento dell'immagine in playback o della zoomata a monitor in ripresa, oltre al comando per la scelta sequenziale delle informazioni a monitor, preselezionabili dal menù. Accanto al monitor, sulla dx, il tasto multiselettore con l'OK di conferma funzione, ed, in senso orario, il tasto per entrare nel menù, il cestino, il playback e l'importantissimo (per questa classe di fotocamere) pulsante per attivare a mirino/monitor le due righe di comandi funzione, presettabili da menù una volta e per tutte, per consentire ad un neofita o ai fotoamatori pigri, di non dover mai più entrare dentro alle intricate (per loro) sezioni del menù Queste le funzioni che imposto sempre io sulle mie mirrorless, di qualunque marca esse siano: dall'alto a sx ed in senso orario: profilo colore, qualità del file, gestione flash, modoAF, motore, sensore AF, scelta tipo otturatore, scatto silenzioso, comando VR, tipo esposimetro, ISO, WB control. Questo tasto i serve davvero a semplificare la vita a tutti, in concorso, eventualmente, con l'ultima sezione dei menù, quella "MIO MENU'" personalizzabile con le principali funzioni che si utilizzano. La Z50 è una macchina che consente anche la personalizzazione di altre funzioni sui tasti già assegnati di default, ma non sarà questa l'intento della maggior parte dei suoi acquirenti, i quali si avvantaggeranno proprio nella semplicità di utilizzo delle funzioni già dedicate ai tasti, in concorso con quelle indicate. Sulla parte destra frontale della Z50 altri due tasti programmabili, FN1 e 2, uno messo dove su tutte le Nikon troviamo da sempre il pulsante della profondità di campo dell'obiettivo (un pò desueto dall'avvento del mirino elettronico, che riesce a far vedere quella effettiva, senza simulatore), ed il secondo sul quale per abitudine io imposto il comando di variazione del formato file. Sulla Z50, la prima Z DX di Nikon, il sensore da 20,9Mpx da 5568x3712, può essere trasformato in un quadrato da 3712x3712 o in un'inquadratura 16:9 da 5568x3128 il monitor touch è, purtroppo, incernierato su due punti, consentendo una basculamento obbligato in una sola direzione, ma ampliato, rispetto le altre due Nikon Z, permettendo adesso anche l'opportunità di arrivare fino a 180° di estensione e consentendo pertanto di effettuare anche "selfie" , scattando a scelta dal pulsante di scatto oppure anche toccando lo schermo: tutto sommato avrei preferito un impernaggio in stile D5xxx, che consenta una completa rotazione su se stesso, anche in funzione protettiva del monitor. Ma Nikon non vuole... Ciò che tutti, ma proprio tutti, esecravamo da anni era di certo il livello qualitativo degli obiettivi Nikon di primo equipaggiamento, da kit, appunto... Quella infinita serie di 18-xx/xxx distorcenti, poco nitidi, brutti: inutili, in una parola. Come inutili NIkonland ha sempre valutato essere le reflex del primo segmanto entry level, quelle nelle quali l'intervento creativo dell'utente non sembrava essere previsto. In realtà fotocamere antididattiche... Ecco il punto: con la Nikon Z50 e i suoi due plasticotti in dotazione al kit, non mi sento sminuito rispetto la mia frequentazione di ben altra categoria di fotocamere Nikon (e non) da sempre. Qua il brutto anatroccolo...questo zoom/pancake 16-50mm che arriva a f/6,3 di massima luminosità alla focale equivalente di 75mm...peso:...135g Ed ecco il tubo da idraulico, questo 50-250mm da 11cm di altezza (da chiuso), all plastic, range focale equivalente a 75-375mm allo stesso indicibile rapporto luminoso: massimo f/6,3 alla focale estrema ! Pesa 405g...nemmeno poco per un tubo di plastica (allora qualche pezzo di vetro dovrà pur esserci dentro in uno schema 16/12 con lente frontale da 62mm di diametro) Epperò mette a fuoco da 50cm... maf minima che però varia al variare della focale, per esempio a 135mm (200mm-eq) è ancora, ottimamente a 65cm dal soggetto e a 83cm a 200mm di focale... Quindi, vediamo bene, senza preclusioni mentali, il quadro d'insieme. Le diverse dimensioni rispetto la mia Z6 vengono rapidamente metabolizzate: peraltro le differenze salienti rispetto le sorelle più grandi consistono in alcuni fattori non certo trascurabili: nella Z50 manca il joystick di gestione dei sensori AF e però questa carenza dettata certo da motivazioni economiche, (oltre che di destinazione d'uso) lascia lo spazio necessario per il pollice dx, e non crea nessun disagio. I tasti + e - per ingrandire/rimpicciolire sono stati spostati sul touch screen insieme al comando display, realizzando un intelligente risparmio di spazio che crea solo qualche piccolo disagio se inavvertitamente il pollice dx possa andare a sfiorare il tasto + e ci si realizzino a mirino ingrandimenti indesiderati. In questo modo , però, i tasti che su Z6 e 7 stanno in alto a sa sono stati spostati qui sotto il multiselettore, sostituiti da unico tastino di abilitazione dell'alternanza tra visione a mirino oppure a monitor o automatismo tra i due, con il sensore della presenza dell'occhio, qui sulla Z50 ottimamente spostato sul basso della cornice del mirino stesso (sulla Z6 ogni tanto, la flessione dell'oculare in gomma mi fa oscurare il monitor). Il selettore principale non ha sistema di sblocco, quindi gira liberamente tra le impostazioni, ma non mi è mai capitato nell'uso intensivo che ne ho fatto, di trovarlo accidentalmente spostato in una selezione sbagliata. In più, coassiale, ha una levetta di cambio tra operatività foto e video, a mio avviso molto più comoda ed immediata rispetto la posizione che ha nelle altre due Z. La presenza a dx del selettore, priva la Z50 del monitor superiore presente nelle sorelle: una carenza importante per un fotografo che lavori o necessiti un controllo continuo delle regolazioni impostate: esattamente l'opposto quindi dell'utente cui sia destinata questa fotocamera, ossia un fotografo che finalizzi tutto ad inquadratura e scatto, peraltro con la dovizia di informazioni presenti nel mirino elettronico, che non mi hanno fatto rimpiangere quello della mia Z6. La differenza esterna tra Z50 e la mia Z6, oltre a quella dimensionale, si ferma qui. Ovviamente altre sono le distinzioni da fare, a cominciare dall'assenza in questa Z50 del controllo delle vibrazioni sul sensore (che ha fatto si che i due zoom entry level siano i primi obiettivi Z-mount provvisti di VR interno, perfettamente compatibile, peraltro con il VR sul sensore della mia Z6). Manca anche il sistema meccanico di agitazione del sensore, per scuotergli via eventuali granelli di polvere: al netto dell'utilità relativa di questo sistema è di certo un'altra soluzione gestionale di collocamento di fascia per questa Z50, il cui sensore chiaramente non si sporca di meno degli altri e quindi andrà manuteso un pò di più, in assenza di shaker...! Il Nikkor 16-50mm su questa sua Z50 è un prodigio di obiettivo entry level: quello che avremmo desiderato tutti avere, quando ci difettavano i soldi per gli acquisti: a 100 ISO come a 5000 con questa Z50 ho utilizzato esclusivamente gli scatti in jpg, assolutamente conformi alle regolazioni impostate in camera, con aggiustamenti minimi in postproduzione, mai determinanti rispetto alla resa del file: praticamente un eccellente cotto e mangiato che non potrà che entusiasmare i praticanti con poco tempo da destinare alla gestione in camera chiara ! 20mila ISO questa macchina e questo zoomino li gestiscono così...senza particolare preoccupazione di rumore digitale o di aberrazioni cromatiche disturbanti la facilità di gestione di una mirrorless a monitor orientabile, aiuta e molto nella composizione del soggetto, ma la resa cromatica deve dire la sua il controllo automatico delle distorsioni e delle aberrazioni integrato nel sistema Z aiuta a rendere ogni inquadratura possibile qualunque sia la sorgente di luce, naturale... ... o artificiale, il controllo WB funziona egregiamente, con tutte le opportunità già presenti su Z6 e 7, di filtrature specifiche, che si sommano agli "effects" presenti sul selettore principale, quelli da divertimento puro, per non dire peggio... L'assenza del VR sul sensore, per quanto ovviamente difettiva, rispetto la mia Z6, con le dovute accortezze di appoggio, non si fa poi sentire troppo, grazie alla stessa funzione incorporata in questo 16-50, che gestisce eminentemente molti stop (dichiarati 4,5) a mano libera o con appoggi di fortuna, come in queta posa di 4 secondi La leggerezza dell'insieme (Z50 + 16-50) produce una sensazione di estrema piacevolezza e consente finalmente di portarsi sempre appresso una fotocamera con un sensore di dimensione non llilipuziana, per essere sempre pronti a scattare il flare anche su questo zoomino, pur presente, non è mai eccessivo la resa cromatica fedele alle regolazioni impostate, anche nelle situazioni di massima variabilità, come in Campo dei Miracoli a Pisa, dove ogni minuto il concetto di bianco varia, anche drasticamente Se alle mie abitudini da appassionato di superwide, mancano alcuni mm determinanti rispetto i 16 (24-eq) di questo zoomino, la correzione delle distorsioni mi consente di strapazzarlo sul sensore APS-C della Z50, con risultati, a mio vedere, più che soddisfacenti, anche ad alti ISO in interni Tra i valori ISO più vari, non riesco a notare significative differenze ed in questo la Z50 parte avvantaggiata dall'utilizzo del sensore della reflex più capace in questo senso che abbia utilizzato (la D500) altra caratteristica di questo 16-50mm è certamente la capacità di avvicinamento al soggetto, che fino a 35mm di focale sta tra i 20 ed i 25cm con grande qualità di nitidezza e risoluzione, anche attraverso ostacoli come una teca di vetro a prova di qualsiasi temperatura colore delle luci presenti in scena Uno strumento micidiale in mano anche ad un principiante. Come del resto è anche il secondo dei due zoom del corredo: incredibilmente è questo il primo telezoom Z, per giunta VR... Leggero, compatto (da chiuso... una volta aperto passa da 16cm alla focale minima, fino a 20cm alla massima), anche acuto, come detto, mette a fuoco agevomente a distanze ridotte, che se aiutate con opportuna lente addizionale, possono sostituire per gli utenti di una Z50 gli obiettivi macro che ancora Nikon non ha prodotto. (la lente addizionale è una Nikon 5T, che ha lo stesso passo filtri da 62mm dello zoom) Un teleobiettivo deve resistere bene a UV e riflessi in controluce, per passare le forche caudine di un utilizzo sul campo e a mio avviso questo 50-250 si mantiene su una linea molto più che accetabile, tenuto conto della presenza nel suo schema di 16 lenti di un solo elemento ED capace di migliorare entro certi limiti una ripresa in condizioni di variabilità di esposizione là dove il rapporto di contrasto sia maggiore, ecco dove questo 50-250 dà il meglio di se anche indipendentemente dalla temperatura colore della luce o dall'utilizzo ad alti ISO altri scatti selezionati, nelle rispettive gallerie: Sono sicuro che il mio giudizio sul doppio kit della Nikon Z50 vi sia già più che trasparente: si tratta di un corredo già ben completo di suo, perfettamente espandibile al resto del sistema, qualora il fotografo che lo acquisti senta davvero il bisogno di completarlo. Le foto scattate con i due zoom del kit (mi sono immedesimato nell'acquirente potenziale e non ho portato con me altro) credo parlino dei pregi e delle inevitabili aree di migliorabilità. La fotocamera in sè è la più completa entry level (non solo) Nikon che io abbia avuto in mano: ergonomica, facile da capire all'impronta anche nel caso non si sia mai posseduta una Nikon, facile da settare per una persona, come me, abituata a trovare le funzioni che gli servano sempre a portata di dito. Auguro grande successo commerciale a Nikon ed al suo distributore italiano NITAL che ci ha gentilmente messo a disposizione il doppio kit: ritengo che tale successo sia insito nelle qualità del prodotto proposto e nella capacità commerciale di chi dai negozi lo offrirà ai suoi clienti. Max Aquila photo (C) per Zetaland 2019
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  39. Il terzo degli zoom Nikkor Z da wide a wide esce al di fuori della roadmap, come anche il 28-75/2.8 presentato undici mesi fa, provenienti entrambi (per progettazione) da Tamron e vestiti Nikon in termini di baionetta e commercializzazione. Subito ribattezzati "Nikron", questi obiettivi vorrebbero consentire all'utente in cerca di uno zoom leggero ma luminoso di evitare la spesa doppia o tripla per l'acquisto un Nikon Z della stessa luminosità (ed escursione maggiore) come sono per esempio il 14-24/S ed il 24/70S, pur entrando in possesso di un progetto ottico già presente sul mercato, reso ancor più affidabile dalla gestione postvendita di Nikon. uno schema ottico 13/11 non privo di elementi specialivr escluso però (come nel 28-75), cosa che lo vede privilegiato sui corpi che ne siano muniti, per quanto fossimo abituati già nel secolo scorso a farne a meno su angoli di campo pari alle focali in giuoco. Ma il concetto di messa a fuoco di precisione è ormai cambiato, basta dare un'occhiata agli archivi fotografici dei nostri scatti di vent'anni fa (o anche meno) e ci accorgeremmo di come fosse solida allora l'accettazione per una immagine che oggi finirebbe nel cestino, in quanto fuori fuoco. Merito sicuramente della qualità inarrivabile dei sensori moderni ed anche dell'incisione dei progetti ottici più recenti, anche se economici. La commercializzazione di questo zoom in Italia lo vede in questo primo periodo in vendita a euro 1370 circa, prezzo che lo mette in diretta competizione col cugino Z 14-30/4, meno luminoso ma...evidentemente più esteso di focale sul lato wide (tra 14mm e 17mm passano tutte le unità intermedie...non a caso, tutte presenti nella letteratura Nikkor) Noi della Redazione di Nikonland pensiamo che sia al momento l'ostacolo maggiore al successo di questo zoom ed auspichiamo che nel breve volgere di qualche mese vada a raggiungere l'altro Nikron, già sceso sotto quota 1000, in forza di campagne di sconto. Del resto la versione ultima del Tamron equivalente sta sul mercato a soli 870 euro e mancherebbe solo che gli facessero la baionetta Z come già accaduto per il 70-300/4.5-5.6 che sta sulla stessa, abbordabile, fascia di prezzo. Esaurita questa (insolita sui miei articoli) parentesi dedicata al prezzo, andiamo a valutarne la rispondenza alle esigenze di utilizzo, quelle cioè di un obiettivo in FF utile a riprendere contesti animati o meno in un range di angolo di campo tra i 104° ed i 74° della focale più "stretta" cioè quei 28mm che risultano essere da sempre la focale più gradita per i fotografi di architetture di ambiente e di edifici, per la sua caratteristica di essere meno immune alle distorsioni prospettiche rispetto a grandangoli più accentuati, ferma restando la suggestione esercitata nel far coincidere piani vicini e piani lontani, possibile solo con una focale da più di 100° di angolo di campo... (qui siamo a Gibellina Vecchia, nella Valle del Belìce, al Grande Cretto di Burri, realizzato nel 1984-89 con una colata a ricoprire le rovine del paese distrutto dal terremoto del 1968, seguendone idealmente le pendenze e l'andamento delle vie principali) Nella pratica di ripresa, la capacità di utilizzare uno zoom grandangolare, con una escursione anche solo da 1,65X come quella di questo Nikron, consente a seconda del soggetto (specie se vasto) di riuscire a ingenerare uguale interesse e intellegibilità, qualsiasi sia la focale utilizzata: 17mm 28mm 20mm 17mm 17mm 22mm Basta utilizzare fotocamera ed obiettivo in modo tale da valorizzare spazi e dimensioni: in questo senso questo obiettivo consente una molteplicità di chiavi di lettura, ognuna di esse liberamente e soggettivamente possibile . Il range delle focali, infatti, è solo apparentemente ridotto...e le principali sono quelle più utilizzate in ogni corredo fotografico 28mm 24mm 20mm 17mm come si vede una resa brillante e moderna caratterizza questo 17-28 che può essere utilizzato senza preoccupazioni a tutta apertura (sotto) rispetto le precedenti immagini scattate a f/4 (Palermo, la Cubula, padiglione arabo originariamente inserito nel parco del Genoardo, 1185 circa) uno zoom compatto ma luminoso utilissimo per esempio nella fotografia itinerante: dove ingombra e pesa poco (Palermo, la Cuba: sollatium regis degli Emiri, luogo di divertimento, pesca e bagni arabo normanno, 1180 circa) efficace usato tanto in orizzontale quanto in verticale, per l'efficacia descrittiva delle sue focali più corte ed ampie di campo inquadrato Obiettivo dunque facile e serenamente consigliabile a tutti coloro che abbiano necessità di operare spesso a tutta apertura, sfruttandone la luminosità anche in condizioni limite mi viene in mente il paragone con il citato 14-30/4 col quale per ora condividono la fascia di prezzo: ma mentre il Nikron apre fino a f/2.8 il 14-30 deve accontentarsi di f/4 ed una pdc un pelo meno selettiva 17mm ma nel confronto si rifà ampiamente sul lato wide...riuscendo a sfoderare a parità di distanza, una bella differenza... anche in termini prospettici sullo sfondo 14mm Dotato di personalità mutevole, diaframmando... f/8 f/3.5 f/4 f/8 f/2.8 f/11 piacevole anche a tutta apertura purchè lo sfondo sia compatto con il soggetto a fuoco un pò meno quando lo sfuocato diventi predominante rispetto il soggetto a fuoco e appare, a mio giudizio, piuttosto nervoso ed incoerente Ancora....in confronto al 14-30/4 a parità di focale: 17-28 a 18mm f/2.8 14-30 a 18mm f/4 certo...è un dispetto poi scattare col 14-30 a 14mm.... (Palermo, Giardino Inglese, G.F.Basile architetto e V. Tinneo botanico, 1851) 17-28 a 20mm f/4 14-30 a 20mm f/4 (nelle ombre aperte noto una tendenza a riscaldare del Nikron, mentre all'opposto per il 14-30 nelle ombre chiuse) 17-28 a 24mm f/4 14-30 a 24mm f/4 in ogni condizione un'obiettivo, questo 17-28mm che riesce ad adattarsi anche a condizioni di luminosità pessime, da rivedere in postproduzione, cui si adatta perfettamente, possedendo già la sua profilazione sui sw come Lightroom (Palermo, Stand Florio, palazzina dell'ex tiro a volo, Ernesto Basile, 1905) facile da gestire anche per stitching pienamente a mano libera, come questo da 8 ftg a 24mm f/8) (Palermo, Ponte dell'Ammiraglio, G. d'Antiochia 1131 per Ruggero II, attraversato dai Mille al seguito di Garibaldi per l'ingresso in città il 27/5/1860) obiettivo che può diventare addirittura suggestivo già solo indovinando la giusta atmosfera (Palermo, Monte Pellegrino, da Santa Rosalia) dotato di una buona serie di lunghezze focali delle quali, come al solito con i widezoom, ho utilizzato prevalentemente la più corta (motivo per cui solitamente prediligo i wide fissi) volete scommetterci...? (Genio di Palermo, I. Marabitti, 1778, Villa Giulia) 17mm ancora 17mm (un pò troppa aberrazione cromatica) anche qui 17mm e...ci credereste...? 17 mm a dimostrazione del fatto che in fotografia anche prima di mente/occhio/cuore, sono i piedi che aiutano tantissimo... In somma di tutto: a Nikon Europa: abbassatelo di prezzo ! ai nikonisti: e accattativillo ! Max Aquila photo (C) per Nikonland 2022
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  40. Ho acquistato di tasca mia questa brillante prima mirrorless full-frame Nikon, convinto delle sue caratteristiche. Quanto segue sono le mie opinioni maturate in circa 25.000 scatti di vario genere fatti nell'ultimo mese e mezzo e nonostante ciò, non credo ancora di aver completamente approfondito tutte le potenzialità di questa fotocamera che credo resterà a lungo nel mio arsenale. Capirete quanto poco io possa rispettare chi invece, dopo due ore di prova veloce di una macchina avuta in prestito, senza un background Nikonista, con la fretta di pubblicare l'articolo per poi dedicarsi ad un altro prodotto, esprime giudizi affrettati su fotocamere come se fossero aspirapolveri senza filo. *** questo articolo conta oltre 4000 parole, 25.000 caratteri, circa 18-20 minuti di tempo di lettura "veloce", circa 30 di lettura normale *** Tutto questo senza acredine, perchè per molti versi un mio giudizio approssimativo l'ho espresso già il 28 agosto alla prima presentazione ufficiale alla stampa in Italia. Ma ho messo le mani avanti dicendo che erano impressioni a caldo, di un uso in condizioni molto distanti dalle mie normali abitudini. Adesso che ho avuto il tempo di usare la macchina nelle mie condizioni abituali, con i miei obiettivi e i primi Nikkor Z disponibili credo di poter aggiungere qualche cosa d'altro. Senza per questo mettere la parola fine sull'argomento. Sia perchè continuerò ad usare (spesso) questa macchina sia perchè, con le mirrorless, i produttori hanno l'opportunità di intervenire anche a fondo nel tempo con modifiche a livello di firmware che possono far rivedere completamente certi giudizi. Complessivamente posso confermare che si tratta di una fotocamera molto ben costruita, ingegnerizzata come solo le migliori Nikon possono essere. Mi perdoneranno quelli che stravedono per le loro D600 o D750 ma la Nikon Z7 (e sua sorella Z6 che è del tutto identica, salvo il sensore) appartiene ad una categoria superiore, di diritto a quelle che sono le migliori produzioni Nikon. Non a caso per produrla, Nikon ha convertito la linea principale della fabbrica di Sendai, fermando la fabbricazione dell'ammiraglia Nikon D5. Eccola qua, in tutto il suo splendore, con il suo 24-70/4 S e la nuova basetta in legno hand-made in Oklahoma. Fa la sua bella figura ! I punti di forza "La costruzione delle Nikon Z è esemplare, quanto di meglio la tradizione Nikon è in grado di esprimere con questi requisiti di progetto" Il corpo è solido, le "gomme" di grande qualità, i tasti ben dimensionati e solidi, le ghiere perfettamente funzionali. Il mirino è di primordine e (quasi) in grado di far dimenticare che sia in realtà un monitor oculare, tanto è chiaro, preciso, ben definito e .... realistico. L'impugnatura è da Nikon. Il nikonista esperto se la trova perfettamente in mano subito, fin dall'accensione (che è quasi immediata, come una reflex), e non ha bisogno di tanta scuola guida per servirsene fin dal primo minuto. Dentro ha uno dei sensori ad alta risoluzione migliori del mercato sui cui è stata ricavata una matrice di messa a fuoco a rilevazione di fase che copre quasi tutto il frame. Il display posteriore è eccellente. Le logiche di funzionamento sono mutuate dalla originaria serie Nikon 1 (di cui idealmente le Nikon Z sono la continuazione) e dalle reflex Nikon. L'ibridazione perfetta o quasi. Il bocchettone é veramente gigantesco, come già si può intuire dai nuovi tappi. C'è solo qualche dubbio a vedere direttamente il sensore li, così esposto tutto il tempo, così vicino all'ingresso di aria e ... sporcizia, non protetto nemmeno dall'otturatore come invece avviene nelle nostre reflex. Immaginando che il suo acquirente tipo sia già un nikonista in possesso di reflex e di ottiche da reflex, la Nikon Z7 arriva con un adattatore da Nikon F a Nikon Z che rappresenta lo stato dell'arte per gli adattatori. Il suo funzionamento è semplicemente ineccepibile tanto che io stento a scorgere differenze di funzionalità tra le ottiche native Nikon Z e le migliori realizzazioni per Nikon F di ultima generazione (sia Nikon che Sigma). Salvo il rumore, ovviamente. La differenza nel video tra il rumore della messa a fuoco degli obiettivi con motore ad ultrasuoni e i nuovi motori elettrici lineari degli obiettivi Nikon Z è di tutta evidenza. made in Japan ! "Con l'adattatore Nikon FTZ, il fotografo Nikon è in grado di utilizzare quasi ogni obiettivo Nikon prodotto dal 1959 ad oggi. Si materializza realmente la promessa solo in parte mantenuta con la Nikon Df di poter usare tutti i Nikkor su una macchina digitale moderna" Anche gli obiettivi più vecchi torneranno a nuova vita con la Nikon Z7 e il Nikon FTZ, potendo sfruttare le potenzialità del mirino elettronico che aggiunge funzioni impossibili per le reflex digitali in materia di aiuti per la messa a fuoco e di capacità di previsualizzazione della bontà dell'esposizione. A questo si aggiunge la funzionalità ulteriore offerta dallo stabilizzatore integrato nel sensore - una prima assoluta per Nikon - che veramente espande le capacità fotografiche di ogni obiettivo Nikon non dotato di stabilizzatore. Una opportunità inaspettata prima della presentazione delle Nikon Z. Usare un Nikkor-H 85mm f/1.8 del 1964 marchiato Nikkon Kogaku è ancora più affascinante se possiamo contare di poterlo usare anche a tempi ben inferiori alla classica regola dell'inverso della focale. Che almeno per i soggetti fermi, cessa di essere un limite, potendo scendere anche di 3-4 stop nella pratica rispetto al valore di sicurezza (ma ognuno in questo avrà il suo personale limite tra mano ferma e aspettative di foto ... ben definita). "Lo stabilizzatore di immagine integrato con il sensore offre funzionalità inaspettate per gli obiettivi non stabilizzati di ogni epoca, mentre collabora con quelli che dispongono di stabilizzatore interno" Due parole infine sul sensore. E' gemello di quello della Nikon D850 ed offre prestazioni sostanzialmente sovrapponibili con quelle. Alta dinamica alla sensibilità di ISO 64 che mantiene qualità elevate su fin verso i 3200 ISO, potendo però spingersi senza troppi patemi anche due stop sopra. Risoluzione sufficiente a fare quasi ogni cosa. Capirete che la combinazione di sensore ad alte prestazioni, stabilizzatore integrato ed obiettivi luminosi apre le porte a fotografie in condizioni mai viste prima in casa Nikon. "Il sensore della Nikon Z7 è analogo - se non identico - a quello della Nikon D850. Offre qualità elevate specialmente alle sensibilità più basse ma ampia flessibilità di impiego in tutte le condizioni" Naturalmente chi sceglie questa macchina farà si da poter permettere a questo sensore di dare il meglio di se. Obiettivi di fascia alta e attenzione al micromosso, senza esagerare con le sensibilità più alte, consentiranno effettivamente di trarre il massimo dalle proprie fotografie. Un consiglio : selezionate la prima tendina elettronica dal menù, per evitare che il pur silenzioso otturatore induca vibrazioni indesiderate quando state facendo delle "riproduzioni". Perchè il corpo è leggero ed è difficile da tenere fermissimo in mano, una vibrazione interna può essere amplificata nell'immagine se non si lavora con cautela. Ma sono cose che chi conosce la D850 già sa. "Una rosa, pur con un altro nome ..." Nikon 24-70/24S a 70mm. Grazie alla distanza di messa a fuoco di circa 30 cm, ha quasi potenzialità macro. "L'autofocus copre quasi per intero l'inquadratura. E' facile comporre la propria immagine, mettendo a fuoco in modo intuitivo esattamente dove vogliamo" Meraviglie della messa a fuoco direttamente sul sensore principale (e non con un sensore separato/dedicato come sulle reflex). Questo consente di poter comporre a proprio piacimento disponendo di 493 punti complessivi (rispetto ai classici 51 o 153 delle reflex Nikon di fascia media e alta in commercio). Ma questo non è l'unico vantaggio, con l'autofocus a rilevazione di fase sul sensore, anche in modalità video la macchina segue facilmente soggetti in movimento. Un punto debolissimo delle reflex Nikon. Come vantaggio secondario - ma tutt'altro che trascurabile - non è più di norma necessaria la taratura fine della messa a fuoco degli obiettivi, perchè eventuali problemi del singolo obiettivo, vengono livellati direttamente in sede di messa a fuoco. La combinazione di tutte queste caratteristiche portano ad una macchina che, pur essendo una novità per Nikon, concentra in se praticamente (quasi) tutti i vantaggi delle mirrorless più mature sul mercato, integrandole con quelle peculiarità tipiche che rendono familiare l'esperienza d'uso al nikonista. Nikon 70-200/2.8E FL su Nikon FTZ. Esposizione manuale per cogliere ogni sfumatura della luce al tramonto, potendo previsualizzarne l'effetto in tempo reale a mirino ancora prima di scattare. "Quindi abbiamo la macchina perfetta ?" per carità, non esiste la macchina perfetta, esistono quelle che assecondano le proprie necessità. Ma questa Nikon Z7 può essere per molti fotografi una scelta complessivamente soddisfacente per la gran parte dei compiti fotografici. Fattore di forma, ingombro, peso, una certa invisibilità che la fanno passare più inosservata di certe reflex con i loro zoomoni, silenziosità, flessibilità e ottima qualità d'immagine insieme a funzioni sofisticate sono le sue qualità migliori. Cui aggiungere in questa fase di lancio, la possibilità di utilizzare obiettivi e accessori già in catalogo per le reflex Nikon e magari già nelle nostre borse. Io l'ho usata con il Nikkor 50/1.8G, con il 105/1.4E, con il 70-200/2.8E FL e con i due teleobiettivi PF con estrema soddisfazione. "L'isteria del web" Nel provare la macchina in anteprima, alcuni commentatori - certamente non noi ! - presenti sul web e su Youtube in particolare, hanno posto l'accento su presunti limiti strutturali di queste Nikon Z, scatenando polemiche solo in parte giustificate. Nella mia pratica non ho riscontrato problemi reali nell'utilizzo concreto, quello del comune fotografo. Concordo con chi invece lamenta un autofocus su soggetti in movimento e in luci sfidanti largamente migliorabile. - la durata della batteria. Il dato di autonomia CIPA indicato da Nikon nella documentazione della Z7 ha scatenato le polemiche del web. 300 scatti a carica con una EN-EL15 sono effettivamente pochi, più o meno quelli di una compattina da pochi euro. O meglio, lo sarebbero se fossero reali in una situazione d'uso comune, per come useremo noi tutti i giorni la Z7 come una qualsiasi altra fotocamera. Allora ci accorgeremo che utilizzando tutte le sue funzioni, potremo fare più di 700 scatti a carica, ma più facilmente potremo arrivare verso i 1500 scatti. E utilizzando prevalentemente la raffica, questi scatti saliranno tranquillamente a 4-5 ... mila. Certo fare time-lapse o altre riprese molto impegnative sul piano energetico porteranno a limitazioni molto importanti. Ma da cui non sono esenti né le reflex né le altre mirrorless presenti sul mercato. Quindi la batteria ? Non è un problema, va bene così. Diciamo che nella prossima generazione ci aspetteremo comunque un upgrade, visto che oramai è comune vedere smartphone o persino torce elettriche sfoggiare batterie con capacità doppie o triple. Ma già oggi sino ad ora ho sempre portato una batteria di scorta (una comune EN-EL15a, quella della D850) che non ho mai dovuto usare nemmeno una volta. - la scheda di memoria singola E' vero, ci siamo abituati male. Dalla Nikon D3 in avanti quasi tutte le Nikon di fascia alta hanno avuto un vano con due schede di memoria utilizzabili indifferentemente come backup o come eccedenza (in caso la prima si riempia) o per memorizzare file diversi tra le differenti schede. Il backup in continuo è molto utile quando si scatta in situazioni "importanti" (specie in campo professionale). Ma la scelta di Nikon è stata fatta per motivi di compattezza. Una volta scelto - giustamente - di non impiegare le memorie SD per andare verso le prossime CFexpress, compatibili con le attuali XQD in dotazione alla Z7, mettere due schede avrebbe comportato una macchina più spessa e ingombrante. E' una scelta che non condivido ma che mi lascia tranquillo, non avendo io mai avuto problemi di affidabilità con le tante XQD che utilizzo oramai da anni. Peraltro la Nikon D850 - macchina certamente professionale - utilizza si due supporti, ma sono sbilanciati (uno XQD e uno SD) e l'uso di quello meno performante porta ad un calo evidente di prestazione. Tanto che per me la D850 è di fatto una fotocamera a scheda singola. Mentre ci sta che la D5, macchina senza compromessi, ne abbia due, uguali, chiuse dentro un vano con apertura a consenso la scheda XQD da 64GB Sony data in omaggio da Nital con l'acquisto della Z7 (fino al 31/12/2018) - il banding Tutti i commentatori indicano il banding sulla Z7 come un dato di fatto assodato e un difetto della matrice di punti AF sul sensore. Intendendo per banding la comparsa di linee orizzontali colorate nelle zone scure delle immagini. Nella pratica io non ho riscontrato nei miei scatti alcuna ... anche minima sensazione di questo problema. Anche andandolo a cercare sottoesponendo di brutto e poi sovra-sviluppando selvaggiamente immagini praticamente nere ! Sarà un problema ? Vedete un pò voi. Per me è un capitolo chiuso. una top model internazionale, messa a fuoco con riconoscimento del volto, Nikon 70-200/2.8E FL ad f/6.3 I limiti Ma la macchina ha comunque dei limiti, per quelle che sono le mie aspettative da una macchina di questo livello. Disponibile ad accettare dei compromessi nel modello 1 del nuovo corso Nikon Z, ma una Nikon di fascia alta deve rappresentare il top, come lo sono le reflex top di gamma Nikon. - l'autofocus L'autofocus su soggetti statici in condizioni di luce anche sfidante (cioè quasi al buio) va più che bene. E' preciso e veloce, con tutti gli obiettivi che ho usato. Non è però velocissimo ad agganciare il soggetto all'inizio e qualche volta, anche se abbiamo impostato "la priorità al fuoco", la macchina si inganna e consente di scattare anche se la messa a fuoco è precaria. L'unica è fare più scatti e poi scegliere quello migliore (una pratica comune, almeno per me, anche con le reflex). - l'autofocus in continuo dove sono convinto che la Nikon Z7 sia più deficitaria è nella messa a fuoco in continuo di soggetti in movimento. Qui la precarietà dell'aggancio del soggetto mette in discussione anche l'intera sequenza. C'è anche una differenza di prestazione quando di riprendono soggetti relativamente lontani - anche veloci - e soggetti relativamente vicini, anche lenti. La situazione è peggiorata dalla lentezza nell'adeguarsi agli spostamenti, specie per velocità relative elevate, ancora di più in condizioni di controluce o di presenza di luci abbaglianti nell'inquadratura. Situazioni in cui la Z7 va spesso in completa confusione. Ho anche l'impressione che non ci sia una vera modalità di priorità del soggetto più vicino (lock-on o meno) e che spesso la macchina finisca "per muri" (cioé scelga la via facile di centrare una cosa posta dietro al soggetto, che presenta maggiore contrasto del soggetto inquadrato). Le varie modalità di ripresa (le aree di messa a fuoco) sono poche e ben distinte. Mi manca però una replica effettiva di quella a 9 punti che utilizzo praticamente sempre con D5 e D850 e, alle volte, quella con i gruppi a rombo, efficace nello sport. In generale l'esperienza nel fotografare l'azione, a raffica, soggetti veloci in movimento non è soddisfacente e porta a risultati al di sotto di quelli alla normale portata di una reflex anche di fascia media (in formato DX). Intendiamoci, il fotografo esperto riesce a fare quello che vuole comunque, ma finisce subito con il domandarsi perchè non continuare ad usare con più soddisfazione D5/D500/D850 per certe cose. Anche perchè, la raffica massima teorica può arrivare a 9 scatti al secondo. Ma in quelle condizioni è come montare un toro imbizzarrito perchè la visione nel mirino va a scatti e si perde continuità nel seguire il soggetto inquadrato che intanto a causa del lag che si forma, scivola via dall'inquadratura (parlo, ovviamente, di soggetti che riempiano il fotogramma !). Ad onor del vero devo sottolineare che certo la Nikon Z7 non viene proposta come macchina per lo sport o per l'azione. Però a me piace conoscere bene i limiti del materiale che utilizzo per scegliere di volta in volta quello più adatto. Da tempo ho accettato il fatto che nella fotografia di oggi, raramente una sola fotocamera può essere specializzata in tutto. La stessa D5 cederà il passo alla Z7 in tante delle sue peculiarità. - il riconoscimento facciale funziona molto bene, è intuitivo e bello da usare in quanto libera dalla necessità di seguire nell'inquadratura a tutto frame la posizione del volto della persona inquadrata. Anche in questo caso però, c'è un pò di lentezza nell'aggancio effettivo del soggetto all'inizio e qualche volta abbiamo dei fuori fuoco perchè intanto il soggetto si muove ma la macchina crede di aver il fuoco e scatta (oppure non scatta e ti lascia nell'incertezza di cosa fare mentre il soggetto è in posa). Nell'algoritmo di gestione c'è sicuramente il riconoscimento dell'occhio ma nella pratica questa non sembra una essere una priorità dei progettisti. A volte ci azzecca, a volte va sull'occhio più lontano. Altre volte semplicemente prende la faccia ma non l'occhio. Mentre a volte si ostina a non vedere proprio la faccia e punta a gomiti o polsi o altro e non c'è verso di far cambiare idea alla macchina se non cambiando modalità AF. Nel complesso, ci si può lavorare ma sono altrettanto convinto che Nikon possa perfezionare il sistema a livello software per migliorare la fiducia del fotografo con questo sistema (che può fare veramente la differenza rispetto ad una reflex) ma è necessario dichiarare che la macchina sta puntando alla pupilla più vicina e che è in grado di seguire quella, oltre alla faccia con tanto di animazione specifica (riquadro sul volto e quadratino sull'occhio) come oramai fanno anche tanti semplici smartphone da pochi soldi. Luce disponibile, auto-ISO, messa a fuoco ad area dinamica flash, riconoscimento del volto - piccolo é bello ma non sempre questo è solo un vantaggio Le specifiche di progetto erano quelle di creare una macchina più compatta delle reflex di fascia alta (siamo più o meno sulle dimensioni di una reflex anni '80) che potesse coesistere con le reflex, costituendone una alternativa più maneggevole e meno impegnativa per quando questo è un vantaggio. L'obiettivo è stato certamente centrato ma alle spese di alcune scelte che a mio parere - ma sono posizioni opinabili - ne condizioneranno l'uso. Perchè la Z7 starà bene con i tre obiettivi appena presentati, non compattissimi ma certo più piccoli e leggeri degli ultimi pachidermi per le reflex, ma in prospettiva con l'arrivo di zoom f/2.8 potremmo trovarci al paradosso di fotocamera compatta, obiettivo grosso. Cosa che già si verifica oggi adattando obiettivi di fascia professionale da reflex sulla Z7 via FTZ. Idealmente su macchine del genere ci starebbero bene dei pancake o dei fissi f/2.8 cose che non sono nella roadmap attuale (che pure è più che altro una manifestazione di intenti non vincolante e che si articolerà nel futuro). Certamente l'attacco ottiche con il diametro più largo che ci sia non si concilia la possibilità di fare ottiche molto compatte. Inoltre, pur ben costruita, questa macchina non è sempre agevole da usare a lungo con ottiche lunghe e pesanti a mano libera. La mano tende naturalmente a scivolare sulla bella impugnatura e si finisce per tenere il peso con il palmo pieno sullo spigolo inferiore destro. Per qualche minuto ci siamo, dopo una mezz'ora me ne accorgo, per un tempo superiore, la pratica somiglia a certe torture orientali ... Nikon 500/5.6E PF, raffica a 9 fps, scatto silenzioso. Quasi un filmanto in tutte le evoluzioni di questo simpatico cormorano fermo su un palo dell'imbarcadero - la disposizione dei comandi e la torretta superiore sinistra accettiamo la dimensione complessiva come un valore (e, lo ammetto, spessissimo lo è anche per me, quando voglio un utilizzo disinvolto di qualche cosa di compatto) ma così dobbiamo accettare anche una distribuzione dei comandi molto differente da quella a cui siamo abituati con le reflex. Certe funzioni passano necessariamente per i menù, altre cambiano di posto. I due tasti funzione sono già assegnati a comandi che nelle reflex hanno pulsanti dedicati. Per me la torretta PASM+Ux è un retaggio del passato, sostituita da tempo sulle reflex pro dal tasto MODE che lascia spazio ad altre funzioni importanti quali il WB, la modalità esposimetrica, la qualità d'immagine, tutte integrate nel menù rapido "i". Ma così si perde l'immediatezza di comando e controllo ad occhi chiusi, anche al buio, anche senza togliere l'occhio dal mirino che abbiamo acquisito in anni di uso delle reflex e che oramai rientrano nella nostra memoria "digitale". E poi, saranno utili le posizioni Utente ... ma della modalità AUTO (verde) in una macchina da 3500 euro vogliamo parlarne ? - il buffer sospendo il giudizio per il momento. Perchè è largamente sottodimensionato per un uso a raffica ma secondo me questa macchina non è pensata per l'uso in raffica. E Nikon mi assicura che con le CFexpress il tempo di svuotamento del buffer sarà tale che non si riempirà mai nella pratica - tempo di wakeup e anteprima immagine a mirino tipica di tutte le mirrorless o quasi la modalità di ibernazione in cui la fotocamera si ritira per limitare l'utilizzo energetico quando non la stiamo utilizzando ma prevediamo di scattare di li a poco. Il mirino si oscura e alla pressione di un tasto, impiega circa 1.5 secondi a ritornare operativa. Niente di male e ci si fa l'abitudine ma fa una brutta impressione portare all'occhio il mirino e vedere ... nero come se si fosse dimenticato il tappo sull'obiettivo. Più fastidioso - sebbene di impiego limitato - il fatto che l'anteprima dell'immagine appena scattata a mirino (utile quando, ad esempio, si scatta con il flash e la visione a mirino potrebbe differire totalmente dalla foto che andremo a scattare) impieghi un paio di secondi ad essere mandata in onda. E' inaccettabile e rende impossibile lavorare, tanto che ho disabilitato subito la funzione. effetto del rolling shutter in luce LED (le bande scure sul fondale in realtà grigio/bianco completamente uniforme) - il rolling shutter (modalità silenziosa) é un problema che accomuna praticamente tutte le mirrorless attuali ed è più evidente su quelle con sensore più grande, come le full-frame e le medio formato. In modalità silenziosa ad otturatore solo elettronico, il sensore non viene letto in un'unica passata ma a striscioline successive, dal basso verso l'alto. Il tempo di lettura di queste striscioline determina la possibilità di registrare differenze tra le stesse, in funzione del fatto che il soggetto intanto si stia muovendo o la luce oscilli ad una frequenza comparabile con il tempo di lettura. Ne risulterà una immagine più o meno deformata con effetti che dipendono dalla velocità di movimento del soggetto, più che dal tempo di scatto. Ciò limita la comodissima modalità di scatto silenzioso ai soli soggetti per lo più statici ed illuminati con luce stabile e continua. In questa modalità il flash è inutilizzabile. scatti con il 500/5.6E PF in otturatore meccanico. Con quello elettronico (o nel video) le pale dell'elica di questo idro sarebbero inevitabilmente deformate a forma di falce - il limitato corredo e la roadmap obiettivi é il limite di tutti i nuovi sistemi. Abbiamo il quadro complessivo che entro 3 anni ci sarà un notevole numero di obiettivi nativi. Ma in questo momento ci dobbiamo adattare ... ad adattare quelli delle reflex. Chi non possiede una reflex Nikon sarà meno incentivato a sperimentare la nostra mirrorless. Ne riparliamo da fine 2019 ? - il prezzo Ognuno valuterà di conseguenza. Su Nikonland siamo soliti trascurare questo aspetto perchè se una cosa serve e i soldi ci sono, non è il prezzo l'elemento discriminante. Ma certo qui, la presenza a listino - a prezzo oramai inferiore - della Nikon D850 può essere un freno all'acquisto (salvo che, come nel mio caso, la D850 non sia già stata ampiamente spesata nell'esercizio passato). Perchè la Nikon D850 è una delle reflex più mature e più performanti della storia ed offre veramente tanto per quello che costa. "Perchè l'ho acquistata ?" Chi mi ha seguito su queste pagine nella mia esperienza con la Nikon D850 sa che è stata la prima Nikon che ho largamente usato in modalità Live-View in studio, naturalmente su treppiedi. Liberandomi della necessità di inquadrare con i punti fissi di messa a fuoco ma spaziando su tutto il frame, delegando alla macchina il riconoscimento del volto a tutto campo, dimenticandomi della necessità stretta di tarare scrupolosamente l'autofocus di ogni obiettivo per ottenere le foto più nitide permesse dal suo sensore. Ma spesso il treppiedi è un limite e un fastitio. In più i vantaggi del mirino elettronico si fanno sentire in tanti altri casi e l'uso del display posteriore non è la stessa cosa. Di qui la rinuncia ad una seconda D850 in prospettiva di averne una versione "mirrorless", ovvero la Nikon Z7. La Nikon Z7 ha un sensore gemello che consente la stessa qualità di immagine e l'uso disinvolto congiunto sia in studio che altrove (cosa non sempre utile accoppiando D5 e D850 per la differente propensione dei due sensori molto distanti per prestazioni a bassi e ad alti ISO). La Z7 in dote mi ha portato anche tutte quelle meraviglie permesse dalle mirrorless ed impossibili per le reflex Nikon (tipo l'autofocus in continuo in live-view e in video, dove è particolarmente brillante).Con un corpo meno ingombrante e pensate. Un video facile da sfruttare anche per me che non sono esperto in questo campo. Ma soprattutto con la promessa - verificata con i primi obiettivi Z - di una nuova generazione di classe SUPERIORE di ottiche. Obiettivo centrato ? In larga parte si. Dove punto il dito su questa macchina è essenzialmente nella scarsa sicurezza che mi induce l'autofocus in continuo di soggetti "vivi" vicini a me. E' veramente antipatico andare a monitor, a casa, e scoprire che quella meravigliosa foto non è perfettamente a fuoco. Hai voglia avere 45 megapixel fantastici, se non c'è una perfetta messa a fuoco nel punto in cui voglio io, la foto è da buttare. Non è una macchina per la foto d'azione e questo non è un problema per me (non lo è nemmeno la D850 per i miei standard, lo sono D5 e D500 invece), quindi altri limiti sono più accettabili. Così come si può fare l'abitudine a tutto il resto. Si fa anche l'abitudine all'acutezza della visione a mirino elettronico che rende il ritorno al mirino ottico di una reflex un pò come un salto indietro nel tempo. In studio la Z7 è in grado di produrre immagini del tutto paragonabili a quelle ottenibili con la D850 Conclusioni Mai come in questo caso è difficile chiudere con delle formule sintetiche una prova così approfondita. Tanto che ho preferito spezzare le varie esperienze in più articoli che ho già in parte pubblicato in questa stessa sezione redazionale. L'ho portata in studio, per strada, in autodromo, alla pista di motocross, in città, in riva al lago e in giro per casa. Ottenendo ogni volta un pezzettino di conoscenza in più di un mondo nuovo. La Nikon Z7 è la prima macchina Nikon del nuovo corso. In questo è simile alla Nikon F, una macchina che ha rappresentato tanto nella storia di Nikon e di tanti fotografi ma che vista adesso sembra primordiale. Con la Z7 si possono fare quasi tutte le cose che vuole fare ogni fotografo di oggi. Per alcune risulta tutto semplice (anche più che farle con una reflex), per altre ci vuole più impegno. Per altre ancora, forse vi convincerete a rinunciare. Credo che sia una macchina "lenta" per costituzione, come lo era la D800. Con questo intendo che si presta alla fotografia riflessiva, con il fotografo che comunque deve sovrintendere bene a tutto quello che succede mentre sta fotografando, verificando subito il risultato. Dove con la D5 io vado ad occhi chiusi senza nemmeno guardare gli scatti, qui invece porto pazienza, attendo che quello che voglio fare sia possibile e poi scatto. Facilmente la foto verrà meglio di quanto mi attendo e con meno sforzo del previsto. Ma non magicamente per volontà della fotocamera stessa. Non c'è nulla di male in ciò, ma bisogna saperlo. Entrare in questo ordine di idee per molti fotografi è l'essenza stessa del fotografare ed è sempre stato un dato di fatto. Per altri più impazienti (come me) o abituati a ritmi accelerati potrebbe essere inaccettabile. Ricordatevi, non è una fotocamera pensata per l'azione. Però é una fotocamera che vi accompagnerà a lungo permettendovi di fare foto eccezionali, come e in qualche caso più di una D850. Solida e ben costruita, attende solo che Nikon le costruisca attorno un corredo equivalente a quello fatto negli anni '60-'70-'80 per le Nikon F. Come sarà questa Z7 in futuro in raffronto alle Z che seguiranno e se e come Nikon potrà raffinarne le prestazioni attuali attraverso eventuali interventi software potremo valutarlo solo in futuro. Intanto io e chi se l'è comperata, continueremo ad utilizzarla come ci piace tutti i giorni. Con le nostre reflex che sempre più spesso resteranno confinate nelle loro vetrinette ... in esterni, in ombra, davanti ad una vetrina di un ristorante, luce naturale (c) Mauro Maratta per Nikonland 2018 : riproduzione riservata.
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  41. Un set improvvisato, a solo scopo dimostrativo di quanto sia facile fare focus stacking automatizzato con la Nikon Z7. Per questo ho semplicemente posato sul tavolo la mia Alfa Romeo Giulia Quadrifoglio (rigorosamente Rosso Competizione come da prassi), e l'ho illuminata ... con la luce della finestra Ingredienti di questa "ricetta" : Nikon Z7 Nikon FTZ Nikon 50/1.8G (niente macro, l'obiettivo più basic che c'è) un vecchio treppiedi all-in-one Hama (30 euro da Mediaworld) Adobe Photoshop (ma esistono software alternativi, io questo uso e questo conosco !) iPhone 8 (per documentare il set) questo è uno scatto del set fatto con il mio iPhone Ho usato solo elementi alla buona, disponibili quasi per tutti per dimostrare che se la base è buona, le cose vengono bene comunque e non ci vuole questo granchè. Messa la macchina sul treppiedi (che sconsiglierei per l'uso con una reflex e un obiettivo macro serio perchè non sarebbe abbastanza stabile : qui abbiamo una cosina da un chilo circa, lo stabilizzatore integrato e la ripresa con scatto silenzioso a tutta prova, per eliminare le vibrazioni). ho messo la macchina in AF--S area estesa piccola, questa è una immagine del display posteriore della macchina. ISO 200, f/2.8, priorità dei diaframmi con esposimetro su Media Ponderata. Tempo di scatto 1/4''. Poi sono andato nel menù "Fotocamera" per le impostazioni della "Ripresa con cambio di messa a fuoco" : ho scelto di fare 30 scatti, più che sufficienti per un soggetto di circa 30cm, un passo tra uno scatto e un altro di 5, nessun intervallo tra gli scatti (in generale imposto questa funzione quando scatto con il flash per dare allo stesso il tempo di ricaricare ma potrebbe essere altrettanto utile in altre circostanze fare una pausa tra uno scatto). Il blocco dell'esposizione sul primo fotogramma in questo caso è utile, visto che abbiamo un set a luce fissa. Fotografia silenziosa per utilizzare l'otturatore elettronico ed eliminare del tutto le vibrazioni - pur minime - indotte dal diaframma meccanico. A questo punto si preme Avvia. La macchina si concentra per una manciata di secondi (Preparazione) e poi inizia la sequenza di scatti in automatico. A fine sequenza viene mostrata l'ultima immagine scatta. Ecco il risultato, il primo scatto : é a fuoco la targa con il nome Giulia e l'ultimo, il 30° : é a fuoco qualche cosa oltre la coda. A questo punto per velocizzare le operazioni, ho importato le 30 immagini dentro Lightroom e le ho convertite in jpg da 1800 punti di lato. I tempi di montaggio con il mio PC che comincia a sentire il peso degli anni sulle spalle sarebbero lunghi con 30 NEF da 45 megapixel ... ma è comunque una cosa che si può fare. Con i 30 jpg pronti mi sono quindi spostato su Adobe Photoshop 2019. dal menù file, Script, Carica File in serie ... si apre la classica finestra di selezione dove viene chiesto di sfogliare il disco per cercare le immagini. Selezionate le 30 immagini depositate in una singola cartella per comodità, le ho caricate, spuntando "Tenta di allineare automaticamente le immagini sorgente". Questa operazione tenta di sovrapporre automaticamente le immagini compensando gli inevitabili cambi di prospettiva indotti dalla focheggiatura. ecco il risultato nello stack di Photoshop, con le immagini che compongono altrettanti livelli allineati (come si nota dalla presenza di una cornicetta bianca alla sinistra della prima immagine qui visualizzata). L'operazione finale di montaggio è la semplice fusione di questi livelli : che dopo un certo tempo di elaborazione : produce un file risultato sopra allo stack, mostrando sotto le singole immagini mascherate che in questo caso io ho semplicemente eliminato non avendo necessità di un intervento più raffinato : a questo punto, per perfezionare l'immagine ho semplicemente ritagliato gli elementi di disturbo avendo così la mia Giulia a tutto fuoco. Ovviamente illuminando bene la scena avrei potuto chiudere il diaframma, potendo scattare meno foto oppure a parità di foto, avere risultati più nitidi, ma, come dicevo, qui volevo solo dare una dimostrazione rapida di quanto sia semplice. La fase di ripresa richiede un minuto. Un attimino di più il montaggio, specie se non si è molto pratici di Photoshop. Ma nemmeno tanto. Il risultato non fa per nulla rimpiangere di non avere un obiettivo basculabile PS : questa operazione è possibile anche con la D850, che può operare anche essa in completo silenzio e senza vibrazioni. Richiede però un treppiedi più professionale di quello che ho usato qui con la piccola Z7. Le modalità sono comunque del tutto analoghe.
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  42. Se c'è una Nikon Z che possiede la medaglia della mirrorless fx meno tenuta in considerazione a due anni dalla presentazione, quella è di certo la Z5... Eppure è stata la Z studiata per essere all'altezza di tutti: ha inaugurato la nuova EN-EL15C (alimentabile a macchina accesa), il doppio slot SD, ha abbassato il budget di acquisto per una mirrorless FX, insomma era progettata per sfondare, ma a causa di un paio di fattori non ha poi riscosso l'interesse che sembrava dover riscuotere. Su Nikonland ne abbiamo scritto davvero in abbondanza e se lo faccio ancora è proprio per il rispetto che provo ancora oggi per questo progetto, tanto che in attesa della mia Z9 me ne sono fatto prestare ancora una volta una da utilizzare secondo le sue prerogative: quelle che in fondo dovrebbero poter coinvolgere una buona fetta dei fotografi amatoriali, specificamente quelli che: non fotografano in raffica e non sono interessati a manifestazioni sportive indoor prediligono un approccio slow alle fasi di composizione dell'inquadratura e scatto non hanno esigenza del 50mm ultraluminoso e pesantissimo, tantomeno di altrettanto ingombranti supertele tengono in macchina e sulle schede tutte le foto scattate nell'ultimo mese: ed è per questo che amano il secondo slot, per evitare di dover cambiare scheda per strada posseggono un limitato parco ottiche, spesso costituito da un paio di zoom da...a... e qualche ottica vintage per giocare, una volta ogni tanto non a caso l'avevo definita la FX per tutti e avevo proposto un giro di Attak alla baionetta di un 24-200 da incollarle addosso... Bene stavolta ho variato il tiro e l'ho utilizzata con obiettivi vari: sia alcuni Zeta Nikkor, sia, attraverso un Megadap MTZ11, altri Nikkor nati per tutt'altro e perlopiù MF: resi AF dall'adattatore. Per esempio il Micro Nikkor 55/3,5 di cinquant'anni fa in Focus Stacking, una delle funzioni di cui è dotata anche la Z5 a riprodurre questo "padellone" UD 20/3,5 del 1968 oppure il mio galletto marca Schleich (quelli per i bambini) che...per carità, la Z5 può benissimo riprendere anche col "suo" MC50/2,8... ma ...vuoi mettere l'ebbrezza di giocare coi giocattoli...? Restando in tema... anche i Leoni... puoi usare uno Z Nikkor 28-75mm per catturarne uno... ma altrettanto bene e con maggior diletto, funge un Nikkor Ai 20/4 del 1977 che se poi gli aggiungi un anello ultraslim K1 a diminuire di quel tanto che basta il RR per giocare in close up insieme alla Z5... tirando fuori oltre ai cerchietti luminosi dei punti di luce fuori fuoco, anche un (oggi) inedito flare, lungo quanto lo schema ottico dell'obiettivo in controluce roba che non se ne vedeva da quarant'anni appunto... oppure facendo nascondino tra fuoco e sfuocato con dei colori invernali che solo Mamma Nikon...e una risoluzione al centro da campione Oppure fare le stesse cose col nuovo Z 28-75/2,8 ... gustando il senso della differenza tra obiettivi di ere glaciali differenti... per vedere tra pianta e pietra che differenza, se ve ne sia... o risolvere l'enigma del frammento Per poi dirottare la nostra Z5 sull'obiettivo più congeniale allo scopo: quel nuovo piccolo, grande Macro che è l' MC50/2,8 per Zeta con il quale, come con gli altri, si utilizzano tutte le prerogative della Nikon Z5, che poi sono quelle pressocchè comuni a tutta la prima generazione delle mirrorless Z, comprendenti oltre alla sezione foto, anche quella video, con risoluzione fino a 4k, monitor touch screen, basculante fino a 90°, prese per microfono e cuffia, capace di una completa integrazione nel catalogo Z di ottiche ed accessori. Una fotocamera che può andare in mano davvero alla stragrande maggioranza dei normali fotoamatori in cerca di un apparecchio affidabile e di buon prezzo, dalle caratteristiche allineate col loro tipo di fotografia. Una fotografia ragionata: la cosiddetta slow photography... Max Aquila photo (C) per Nikonland 2022 (...per l'Aere perso...)
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  43. Sto usando la Nikon Z6 II da quando è uscita lo scorso autunno. Purtroppo il periodo non è stato propizio per utilizzarla dove avrei voluto valutarne davvero le potenzialità - rispetto alla Nikon Z6 prima serie - in eventi sportivi sfidanti, quali il motocross o l'automobilismo. L'ho potuta usare per lo più in fotografia di ritratto e generale. Oltre che in test informali che avrete già visto in queste pagine. Il mio giudizio complessivo è molto positivo pur con qualche caveat che condividerò più avanti, se avrete la bontà di continuare a leggere questo articolo. Che come mio solito, non è un test di laboratorio ma un'esperienza d'uso quotidiana, sul serio, da parte di uno che mangia pane e Nikon da quando il Presidente degli Stati Uniti era ancora Ronnie Reagan *** Uno strumento da lavoro La Nikon Z6 II si può considerare l'equivalente sia sul piano merceologico che funzionale, della reflex Nikon D750. Non è l'ammiraglia e non ha nemmeno un corpo professionale ma esattamente come la D750 serve a qualsiasi scopo le si voglia affidare. come nel caso della sorella più costosa, Nikon Z7 II, le differenze esteriori rispetto alla precedente serie sono minime. Si limitano per lo più al marchietto II dopo al numero del modello. La produzione passata in Thailand dal Giappone. L'apertura del vano memorie più alta. Perché le differenze concrete sono all'interno. nel doppio alloggiamento per memorie (XQD/CFexpress + SD di tipo UHS-II) nella contattiera estesa per consentire al battery-grip MB-N11 progettato espressamente per Z6 II e Z7 II di operare con i comandi in verticale nell'ingresso USB-C e la relativa elettronica in grado di sfruttare le peculiarità della nuova batteria potenziata EN-EL15c (compatibile con le precedenti ma in grado di operare in ricarica mentre la macchina è attiva) nell'uso di un doppio processore rispetto al processore singolo che insieme ad un buffer maggiorato, permettono alla Z6 II di raggiungere sequenze di 200 scatti consecutivi, il che nella pratica significa poter scattare sempre in continuo altre differenze aggiunte sul piano software come le nuove modalità autofocus, i tempi di scatti allungati sino a 900 secondi. la promessa di aggiornamenti firmware già mantenuta con l'ultima versione v 1.1 che ha aggiunto il video in formato 4K60p (sebbene in modalità 1.5x) e il formato RAW proprietario di Blackmagic (mediante registratore esterno e modifica hardware in assistenza a pagamento) che speriamo verrà costantemente estesa nel prossima futuro sin qui la teoria. Se questo si possa tradurre nella pratica in operatività migliorata nella vostra quotidianità fotografica, lo lascio a voi. Per me si, ed è il motivo per cui l'ho ordinata e comprata prima di provarla. a me bastava già solo questo battery-grip, montato e mai smontato da quando mi è arrivato con dentro due batterie EN-EL15c che da quel giorno ricarico esclusivamente via USB-C (con un bel caricabatteria da 65 W). Perchè nella sostanza la Z6 II è immutata ergonomicamente rispetto alla Z6 I. E questo per me significa dolore fisico a mani, polsi e braccia, durante l'uso continuo che ne faccio con il suo compagno di merende : la Z6 II si avvantaggia enormemente (al pari della sorella Z7 II) del nuovo battery-grip Nikon MB-N11 nell'uso di ottiche impegnative sul piano fisico, specie scattando in verticale Sinceramente del secondo slot di memoria non mi è mai importato nulla. Solo sulla D5 l'ho sfruttato in ridondanza, perchè quella macchina è l'unica Nikon (con la D6) con due slot uguali XQD/CFExpress. Ma nelle Z come nella D850 lo sbilanciamento di prestazioni delle due schede di memoria non mi entusiasma. Anche se ammetto di usare solo SD le poche volte che faccio scatti singoli qui in studio per foto di poco conto in jpg "small" & "basic" a scopo di pubblicazione sul web. Ma sul campo solo ed esclusivamente le migliori CFExpress. Del resto non dico che le nuove modalità di AF non mi convincano, solo devo ammettere che mi aspetto ben altro da Nikon. Ma di questo parleremo nelle conclusioni. Mentre in linea generale, la Z6 già era molto agile, adesso lo è di più. E' piuttosto la Z7 II che adesso può lavorare insieme alla Z6, mentre la Z7 proprio non ce la faceva in termini di buffer e doveva fermarsi continuamente ansimante. Per quanto riguarda il doppio processore, i vantaggi ci sono e credo di averli mostrati qui : ma probabilmente i tecnici Nikon è solo con la versione 1.1 del firmware che stanno sfruttando di più la maggior potenza. Adesso il riconoscimento dell'occhio avviene più da lontano, col cursore piccolissimo (come l'occhietto, lontano) e con maggiore percentuale di centri. Così come la doppia potenza consente la ripresa video in modalità 4K60p mentre prima era limitata al 30p. Ecco, non avrei molto altro da dire, ribadendo, per l'appunto, che non ho potuto usare la macchina in eventi sportivi impegnativi (intendo con soggetti in moto variabile come le moto del motocross) o nel seguire uccelli in volo veloce. Con Z6 e specialmente Z7 ammetto che non sono mai stato soddisfatto. Con la Z6 II spero di poterci provare con la bella stagione se le modalità colorate ci consentiranno di uscire fuori porta. Cosa oggi che non mi è consentita ... La qualità d'immagine è identica a quella della Z6. E su questo credo che non ci sia da indagare oltre. Ne indugiare in fantasticherie sulla sensibilità dell'autofocus dove luce non ce n'è. Mi è bastato scattare in un salone in penombra insieme ad un amico con la Z6. Già con il firmware 1.0x la differenza era evidente. Con la 1.1, praticamente abissale. Basterebbe questo per fare l'upgrade ? Dipende da voi. Come ho scritto per me già è bastato il battery-grip. Il resto è venuto come gradito omaggio. Nikon Z6 II + Nikkor Z 70-200/2.8 S con TC 1.4x a 280mm. Sodalizio perfetto, sancito anche dai dati Exif *** Non mi sentirei di aggiungere molto altro se non andare a concludere in modo sommario. Conclusioni La Nikon Z6 II è una Nikon Z6 matura e completa. Perfettamente azzeccata nella sua fascia di segmento e prezzo. Secondo me è assolutamente la migliore Nikon Z sinora proposta. Per il giusto prezzo offre il mix migliore di caratteristiche giusto senza troppo chiedere in cambio, né in termini di sforzo economico né di apparato di contorno. Va bene per tutto e non é specializzata quanto lo è la sorellona Z7 II. Ha una raffica potente, un buffer inesauribile, gamma dinamica agli alti ISO che per averne una migliore si deve passare alla D6. Non si crede di essere più di quanto non sia (una ammiraglia) e quindi è tanto bella quanto onesta pare ... Pro il prezzo è quello giusto per il mix di caratteristiche offerte sinceramente sia per l'hobbysta che per il professionista non c'è da desiderare di più, salvo che per quel 5% di fotografi specializzati in fotografia d'azione (tipo sport veloci o wildlife) la risoluzione è quella giusta il video è di grande qualità, anche in modalità autofocus automatico è compatta e agile per chi trova che queste siano caratteristiche positive il nuovo eye AF è nettamente migliorato rispetto alla prima generazione il nuovo battery grip è come deve essere fatto un battery grip la nuova batteria è davvero prestazionale Contro la raffica base è scarsa nel 2021 l'oscuramento del mirino in raffica nel 2021 "non si può più vedere" la raffica estesa è limitata da talune specifiche e comunque a mirino viene riprodotta con un effetto moviola che non consente di seguire in tempo reale l'azione (c'è un evidente lag tra l'evento reale e quello che si vede nel mirino) le modalità di autofocus sono da considerare ancora primitive e piuttosto amatoriali, non rispetto alla concorrenza che pure è più avanti ma rispetto alla Nikon D6. L'intero comparto autofocus andrebbe ripensato dalla base, prendendo a base quello della D6 per estenderlo alle potenzialità della rilevazione di fase a tutto frame. Purtroppo devo nella pratica riscontrare che in molte circostanze l'autofocus della Z6 II (che pure è meglio di quello della Z7 II) proprio non ci capisce niente "e va per muri e prati", costringendomi ad intervenire con paroline dolci e vezzeggiativi ... la potenza installata a livello di processore è chiaramente inadeguata alle aspettative del 2021. Certi smarphone di fascia media hanno più potenza disponibile il sensore è superato, oggi ci si aspetta di avere un video 4K60p in formato pieno o quasi, anche se la Z6 II non è una macchina dedicata al video, è la macchina d'elezione del video per Nikon sebbene meno della Z7/Z7 II la Z6 è incline a mostrare effetti del rolling shutter in modalità silenziosa. I contro sembreranno magari ingenerosi ma tutto sommato appaiono, secondo me, in linea con la fascia di appartenenza della macchina, che lo ripeto ancora non è e non si spaccia per essere una ammiraglia. Per questo motivo l'ho adottata e penso che la userò come macchina da battaglia - non come compagna per la vita - finchè non comparirà una Nikon Z di fascia più alta che superi almeno buona parte dei limiti che le attribuisco io. Naturalmente ognuno ha il suo mileage e credo che nella realtà per il 99% dei fotografi le capacità della Z6 II siano più che adeguate. Anzi ... Per me l'upgrade dalla Z6 alla Z6 II è stato naturale (anche perchè avevo accumulato quasi 200.000 scatti sulla I) per qualcun altro credo che un pensierino al riguardo lo dovrebbe fare. Per molti no, le migliorie non sono sostanziali anche se, per uno come me, sono ben più che formali, anzi, all'atto pratico sufficienti a farmela adottare. Insomma, in medio stat virtus, mai come nel caso della Nikon Z6 II il vecchio motto latino si adatta a questo modo.
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  44. Non immaginavo neppure di poter oltrepassare la luminosità di f/1 su di un obiettivo da poter montare su Nikon, fino all'uscita dello strabiliante Nikkor Z Noct di un anno e mezzo fa, che con quell'apertura di diaframma di f/0,95 ha rivoluzionato il listino Nikon, imponendosi oltre certamente alle doti ottiche, anche con le sue misure, peso e... prezzo Ma a distanza di poco tempo da quel superamento di asticella, una ditta cinese di Shenzen, neo costituita (con una ragione sociale che sa tanto di distacco di una costola da altra concorrente molto in auge), si è presentata sul mercato con un bel fuoco di fila di prodotti molto velleitari, a cominciare dal fisheye diagonale che ho già provato Si... stiamo parlando ancora (e mi sa che continueremo a farlo) di TTArtisan e del suo ambiziosissimo standard extra luminoso: il 50mm f/0,95 ASPH, dotato di uno schema ottico 11 lenti in 8 gruppi come ben rappresentato già nel rivestimento esterno della sua custodia, contenuta a sua volta all'interno di una scatola, che comprende anche una utilissima dima di calibrazione ottica per chi utilizzi questo obiettivo a fuoco manuale con una fotocamera reflex o a telemetro, come consentito dalla dorata baionetta a standard Leica M di cui è dotato Peso poco al di sotto di 700 grammi a cui aggiungerne più di 50 del bellissimo tappo metallico a vite da 67mm, oltre che di clip elastica di ritegno, davvero una realizzazione funzionale oltre che elegante, come nelle corde di questo costruttore che abbiamo già visto non trascurare l'estetica, oltre all'...etica fotografica dei suoi prodotti. Abbiamo quindi una realizzazione di 9cm di altezza per 7 di diametro che vanta, oltre all' eclatante luminosità massima, anche un parco lenti TUTTE speciali, tra ED, ad alto indice di rifrazione ed un elemento asferico, per diminuire quanto più possibile aberrazioni cromatiche e coma. In più TTArtisan, in maniera davvero ...smart, dotando della baionetta Leica M questo (ed altri) obiettivo, non ha trascurato la fabbricazione di altrettanti anelli convertitori, per quanti sono i marchi di mirrorless presenti sul mercato, tra cui ovviamente Nikon Z, alle quali il 50/0,95 viene collegato da un bellissimo tronco di cono ben rastremato, che invoglia ad utilizzarvi...anche ogni altro obiettivo avente la stessa baionetta Leica ...non certo disprezzabile come possibilità accessoria... diaframma infinito... a 14 lamelle ! effettivamente strutturato per essere l'ideale transito per la luce sul sensore della nostra mirrorless, privo di perdita alcuna: un amplificatore di luminosità !!! Dotato di una ghiera di messa a fuoco molto frizionata, al limite della resistenza, ma comunque fluida nello spostamento, consistente nella massa metalica della quale si pregia essere costruito, l'elicoide da 70cm fino ad infinito ha una escursione di poco superiore ai 100° quindi non esagerata, ma di certo ben differente dalla "leggerezza" di una AF Perchè...trasformare questo obiettivo MF in AF potrebbe mai accadere? Si...se lo utilizzassimo sopra un adattatore Megadap MTZ11 per Nikon Z, con il quale ho scattato alcune delle foto che vedrete, agevolandomi della conferma di fuoco per un obiettivo per il quale la transizione tra il nitido e lo sfuocato è sottile quanto il taglio di un foglio di carta. Ovviamente non è questo il senso di un obiettivo nato per appagare i sensi dei fotografi che amino intervenire manualmente sulla messa a fuoco di precisione, agevolati dalle features presenti sulle loro mirrorless, come la possibilità di ingrandire parte del soggetto inquadrato, oppure utilizzare le colorazioni delle parti a fuoco del focus peaking. Tutti sistemi che per essere affidabili prevedono che la fotocamera stia su treppiede, per ovviare agli inevitabili micro spostamenti del fotografo in inquadratura. Io amo invece scattare a mano libera ed un obiettivo extraluminoso come questo TTArtisan 50/0,95 Asph me ne dà la possibilità... ed anche il brivido...di utilizzare tempi veloci di scatto in penombra o nella quasi oscurità... impensabili...come quelli tra 1/100" ed 1/250" intorno alle ore 20 di queste serate primaverili Naturalmente restando tra quei cinque terzi di stop che separano la massima apertura di f/0,95 fino a f/1,4 passando senza neppure riuscire a distinguere differenze sostanziali tra f/1 f/1,1 f/1,2 un diaframma e due terzi, insomma, che separano un obiettivo luminoso f/1,4 da uno straordinariamente luminoso più che il doppio, come il TTartisan 50/0,95... ...ricavando luce dal buio pesto Ovviamente il range di utilizzo di questo standard, perchè lo stacco tra soggetto e sfondo sia ben netto, è necessario che sia tra un metro e tre/cinque metri, oltre il quale spazio lo sfuocato non può per ovvii motivi essere graduale come accadrebbe con un mediotele o un teleobiettivo. Ma di mediotele di questa luminosità non se ne possono ancora fabbricare, per cui teniamoci i pregi ed i limiti della focale standard, buona per tutto e specializzata in nulla, ma in questo caso, specializzata nel restituire pressocchè integro il bilancio di luce in ingresso, anzi, come già detto, implementandolo con le doti delle sue lenti speciali. Le quali contengono sufficientemente bene aberrazioni cromatiche e coma, pur nei limiti del progetto, non potendolo paragonare per ragioni di costo a realizzazioni superiori come il Noct citato, col prezzo del quale si potrebbero acquistare circa dodici esemplari di questo 50/0,95 ma ciò nonostante, sia per costruzione, sia per la resa nel reportage in luce disponibile vale ben di più dei soldi che costa, fatta la tara ad un certo nervosismo dello sfuocato più distante dal soggetto, nel quale, allora, cureremo di non metterlo... In luce normale e diurna la resa cromatica di questo obiettivo, tenue ma non mai spenta, prende il sopravvento sulla sua capacità dinamica sulle basse luci e diventa IL soggetto: la stessa inquadratura letta una volta a colori e una seconda volta con opportuna filtratura monocrmatica, puntando l'accento sulle differenti peculiarità dei due tipi di lettura la scelta di filtrare le luci fuori fuoco sulle 14 lamelle del diaframma (il Noct ne ha solo 11) che le trasformano in cerchi quasi perfetti !!! l'altrettanto tonica resa dei colori fuori fuoco, se lasciati a distanza media dal piano di messa a fuoco la nettezza della divisione dei piani in luce, resi ancora più contrastati dalla saturazione cromatica che si può anche ottenere in questo progetto ottico specie aiutando la luce calante con un lampo di flash in fill-in la vignettatura si manifesta fino a f/1,4 compreso ed è fisiologica, con una lente frontale da soli 67mm (82 nel Noct...), la quale però consente un facile utilizzo di lenti addizionali per accorciare la distanza di minima maf dai 70cm di targa a molto meno, utilizzando i miei doppietti acromatici Marumi giocando con distanze e messa a fuoco ravvicinata, aiutandosi con il flash, si ottengono effetti interessanti di aloni di sfocatura attorno al piano di maf prescelto ed anche in luce ambiente senza ausilio di flash si ottengono immagini suggestive anche con soggetti molto semplici e combinando le vibrazioni dello sfuocato con la plasticità cromatica, direi che questo obiettivo entra a far parte della categoria "dreaming lens" a tutti gli effetti... I suoi vantaggi espressivi prendono forza anche dai suoi blandi difetti. Ma la possibilità di disporne a prezzo accessibile attorno agli 800 euro, ne fa un oggetto davvero dissimile da ogni altro con cui volerlo paragonare. A me è piaciuto tanto, pur non avendolo potuto sperimentare in quello che ritengo sia il suo genere di elezione: il ritratto posato, specialmente indirizzato alla resa dell'incarnato Ci penserà Mauro Maratta a dimostrarlo... Max Aquila photo (C) per Nikonland 2021 (il Genio di Palermo)
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  45. Sconsiglio la visione di questi filmati senza commento alcuno, a chi fa macro, still-life e astrofotografia/paesaggio/panorami/foto nell'orto con la Z6. Questa è roba da Chuck Norris, The Rock, Bruce Willis, Rambo, John Wayne ... Qui ci sono circa 7.200 scatti in sequenza registrati con un microfono professionale in soggettiva per apprezzare ogni ... tintinnio della tendina in composito della Z6 II (ho amplificato il volume in tre dei quattro filmanti). Sono sequenze miste in H+, con un cronografo in primo piano. RAW a 14 bit, a 12 bit, jpg. Con la CFExpress Lexar da 256 Gigabyte e con la SD Lexar UHS-II 1667x, oppure con entrambe impostate in eccedenza su SD. Il buffer è praticamente costantemente vuoto fino all'approssimarsi del limite imposto (per motivi fiscali ?) di 200 scatti. Ma giusto un secondo o anche meno dopo lo stop .... e possiamo riprendere a scattare a 14 frame al secondo perchè il buffer è già vuoto. (per confronto la Z6 I parte da circa 23 file, dopo poco si azzera e poi riprende un pò a singhiozzo ma senza fermate). Ricordo che questa velocità massima di raffica non è sempre disponibile, dipende dalla profondità in bit del file salvato e dalla modalità di autofocus. Qui per avere sempre il massimo non ho nemmeno montato l'obiettivo, quindi in MF la macchina si è messa a fare il suo lavoro al massimo. Solo per fare questi test il contascatti della mia Z6 II adesso segna 9988. E la batteria il 71% della carica. Come dire che io a bordo pista con il battery-grip MB-N11 e due schede da 512 Gigabyte potrei fare qualche cosa come 67.000 scatti in jpg prima di dovermi fermare. Naturalmente li farei in otturatore elettronico. Qui ho tenuto quello meccanico solo per fare scena ! Buona visione ... *** file ripresi in 2K/24p con la Nikon Z7 e il Nikkor Z 24-70/2.8 S e poi ridotti per necessità di pubblicazione, senza tagli e senza editing. VID_4528.mp4 VID_4529.mp4 VID_4530.mp4 VID_4531.mp4
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  46. Il tutorial della "Ripresa con cambio di messa a fuoco" lo avete in questa stessa sezione, applicato con la Nikon Z7 da Mauro ed ancora più dettagliato su Nikonland.eu, stessa firma, ben cinque anni fa e con Nikon D800E Io che ne avrei già potuto disporre su D850, ho aspettato quasi nove mesi, per partorire i primi esperimenti con questa mirrorless Nikon Z6 che a quanto pare mi predispone, così come è stato definito da un lettore di Nikonland, ad un uso scanzonato del mezzo. Trovate la funzione in Menu' ripresa foto, penultimo rigo di comando e abilitando la tendina relativa, si apre una pagina di possibili regolazioni, intuitive e ben assistite dalle informazioni del tasto "?", alle quali si aggiunge in una seconda pagina, un altro rigo di comando per scegliere se aprire di volta in volta sulla scheda una nuova cartella, dove allocare il set di scatti, per non dover impazzire dopo a riselezionarli al computer. Notare che, rispetto ai menù delle reflex serie 8xx, sulle Z questa funzione così cara a fotografi di still life, architettura e macro/micro, si arricchisce di un rigo "immagine riassuntiva del peaking", molto suggestiva, in quanto dopo essere stata abilitata, consente (premendo il tasto "i" su una delle foto realizzate nello stack) di visualizzare per qualche secondo, la mappa delle posizioni di fuoco realizzate complessivamente sul soggetto, evidenziate con delle linee bianche su nero, in una sorta di solarizzazione estrema Dettagli sulla gestione post ripresa ne trovate sui tutorial di Mauro Maratta sopra indicati: il più delle volte di ripresa con variazione di messa a fuoco si parla in relazione a soggetti di piccole dimensioni fotografati a distanze talmente ravvicinate da rendere impossibile anche diaframmando al massimo un obiettivo macro, una pdc adeguata alle esigenze documentative/iconografiche del fotografo. Inoltre diaframmi eccessivamente chiusi inducono problematiche di diffrazione che possono abbassare la definizione dell'obiettivo in uso. Va da sè che fotografando in esterni sia più semplice utilizzare il diaframma dell'obiettivo per rendere la corretta pdc desiderata, nella maggior parte dei casi almeno. Può invece capitare di trovarsi a realizzare delle inquadrature particolarmente ravvicinate di un soggetto che necessiti una definizione superiore alle capacità prima dette del diaframma dell'obiettivo. Oggi mi sono sbizzarrito a cercare i limiti della funzione, utili (a mio parere) quanto un tutorial per evitare di cadere in facili errori durante l'ormai facilissimo utilizzo del focus stacking. Partiamo dalle fasi iniziali della ripresa e delle impostazioni utilizzabili a menù. Ecco gli ingredienti: soggetto immobile: scusate l'ovvietà, ma ci sono cascato pure io fotografando barche ormeggiate invece che tirate in secco (come ho poi fatto). L'affascinante risultato lo ammirate nell'immagine di copertina di questo articolo: non si tratta di pittura futurista ! treppiede: io oggi avevo in borsa un semplicissimo Marsace MT-01 da 400 grammi: staccare la stabilizzazione on camera (ed anche sull'obiettivo, se presente) stabilire un numero di scatti congruo a coprire la dimensione del soggetto: se esagerate in eccesso tanto, il FS si arresterà giungendo ad infinito. Congruo numero in funzione anche della... ...larghezza dell'intervallo (di spazio) di focheggiatura che effettuerà in automatico la Nikon Z: nel secondo rigo di comando del menù si può scegliere tra più o meno estesa intervallo di scatto tra i fotogrammi: se il tempo di otturazione fosse lungo, meglio stabilirne uno di un paio di secondi e scegliere prima tendina elettronica (in altra sezione menu) volete bloccare l'esposizione a quella del primo fotogramma? (se in esterni ovviamente meglio di no...) volete rivedere o meno le linee di maf dello stack a monitor (ininfluente ai fini realizzativi: solo suggestivo) stabilire se vogliate o meno otturatore silenzioso (elettronico): se lavorate con flash, ovviamente no. Impostata la funzione in pochi secondi, posizionata su treppiede la Z6 e composta l'inquadratura, ricordarsi di eliminare tutto ciò che possa ingenerare ombre e riflessi, visto che siamo in esterni...: dai Max...quello zainetto non lo vedi che è di troppo??? Si abilita l'avvio della funzione col tasto OK al centro del multiselettore della Z6 e dopo un paio di secondi Lei...comincia a lavorare e fa tutto da sola, scatto dopo scatto: dal 1° scatto (sto utilizzando il Nikon 35mm f/1,8S a tutta apertura...) all'ultimo ad infinito Esperito a casa al PC il debito passaggio su Photoshop (si consiglia per scopi non di stampa di ridurre le dimensioni dei files, per non trovarsi a far notte) si realizzano i livelli e lo stack dal quale scaturirà l'immagine risultante che potremo poi gestire per ogni tipo di regolazioni accessorie ...magari anche per eliminare parte di quelle ombre...😀 IDEM... secondo stack di immagini prima ultima Finita: Quali sono i problemi più frequenti in esterni? Certamente quelli legati ad elementi relativi all'esposizione: predisporsi a sovraesporre leggermentein ripresa, come nello stacking precedente non è mai sconsigliabile quanto invece sottoesporre anche di poco: eccessi di contrasto possono di sicuro essere gestiti meno facilmente piuttosto che il contrario, come nell'immagine risultante da altro stack: dove, oltre ai problemi sia pur gestibili di altissime e bassissime luci in contemporanea, abbiamo un problema molto più grave: un gabbiano che aveva deciso di farsi un giretto durante tutta la fase dell'esposizione (27 scatti), certamente facile da eliminare, spuntinando la fotografia... Più difficile sarebbe in quest'altro stacking eliminare tutte le persone che hanno deciso di fare capolino mentre scattavo risultante da ...azioni di disturbo fin dal primo fino all'ultimo dei fotogrammi della sequenza... Beh... si può sempre fingere di averlo fatto apposta... o anche no...! Ciò che conta è che il tempo per ripetere la sequenza non è mai un probleme: una volta avviato il procedimento, l'apprendimento è velocissimo e la voglia di sperimentare prende subito anche il fotografo più pigro o restio ad imparare ad utilizzare mezzi divertenti come queste Nikon Z... + = Max Aquila photo (C) per NikonZetaland 2018
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  47. Ho incontrato per caso Olivier Larrey sulla rivista Black and White Photography. Mi ha subito affascinato. Olvier Larrey, francese, di sè racconta (traduzione mia dal suo sito) fin da piccolo mi appassionava l'estremo Nord. Sulle ginocchia di mia nonna ho scoperto la fauna dell'Artide mentre mi leggeva i libri illustrati di Paul-Emile Victor. Trichechi, orsi, foche e le aurore boreali hanno alimentato i miei sogni e ispirato i miei progetti. Tornerò nell'estremo Nord ancora e ancora, certamente per conoscere meglio le terre gelide, ma sicuramente per conoscere meglio me stesso. Al momento sono un fotografo naturalista professionista per in Regard du Vivant e lavoro anche come guida dell'organizzazione Decouverte du Vivant. Olivier Larrey non fotografa solo l'Artide e non fotografa solo in bianco e nero, molti dei suoi lavori comprendono splendide immagini a colori, ma quello che mi ha colpito maggiormente e su cui voglio portare l'attenzione è la magia del suo incantato bianco e nero (più bianco che nero). Prima però di lasciare spazio alle fotografie ecco dei link su Olivier Larrey (andateci a fare un giro, ne vale la pena) e su Regard du Vivant: https://olivierlarrey.org/ http://www.faunesauvage.fr/fsphotographe/larrey-olivier http://regard-du-vivant.fr/fr/equipe.html Qui alcune sue immagini a colori: https://www.photo-montier.org/fiche-exposant/taiga-regards-croises-nature-finlandaise/ Ed ecco le sue foto, non occorre che le commenti, parlano da sole. Dai suoi lavori sulla fauna nordica Da altri suoi portfolio Disclaimer: Tutte le foto qui pubblicate sono copyright (c) di Olivier Larrey e sono qui riportate al solo scopo di divulgare la sua opera.
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  48. Vincent Munier - Fotografare ai confini del mondo. È difficile scrivere dei propri miti perché sono nostri, personali. Perché in qualche modo ci hanno acceso una luce dentro, capace di illuminare il nostro cammino, anche quando è incerto, anche quando non abbiamo capito e non conosciamo la nostra strada. E quindi parlare di loro è come parlare delle nostre emozioni: difficile. Allo stesso tempo, provando a farlo per scrivere questo articolo, mi sono reso conto che non avrebbe avuto senso dare troppo spazio a note biografiche o descrivere dettagliatamente l’attrezzatura che usa. Sarebbe come descrivere una cena in un ristorante che si è guadagnato le tre stelle della famosa guida rossa Michelin parlando della marca delle padelle che usano in cucina o di dove ha fatto le scuole medie lo chef! Ma può essere interessante sapere che fotografa usando Nikon da quando aveva 12 anni. E che è stato il primo a vincere il BBC Wildlife Photographer of the Year “Erik Hosking Award” per tre anni di seguito. Così come, visto che Nikonland è frequentato da appassionati fotografi, può essere che i lettori siano interessati all’attrezzatura. Cercando in rete si scopre che per il suo ultimo progetto – fotografare il leopardo delle nevi in Tibet - ha usato D5 e D500; ottiche? 24-120/4, 70-200/2.8FL e 800/5.6FL. Progetto che lo ha portato ad affrontare i disagi di appostarsi e fotografare a 5.000mt di quota e con temperature di -35°C. Dichiarando in un’intervista, in merito ai razionali della scelta: “Visto che incontrare un leopardo delle nevi è un privilegio enorme, vuoi avere con te l’attrezzatura migliore che ci sia. Devi saper ottimizzare ogni cosa per essere sicuro di non perderti un solo istante, ed è per questo che mi sono affidato alla qualità e all’affidabilità di Nikon D5 e Nikon D500”. Personalmente credo, considerato lo stile personale che contraddistingue la sua opera, che la sua arte faccia premio su qualsiasi attributo tecnico o tecnologico della sua attrezzatura, fatta salva forse solo la robustezza e la capacità di sopravvivere ai reiterati abusi ai quali nelle sue avventure la deve sottoporre. Avventure, per me si tratta proprio di questo. Fortunatamente, siamo fotografi e quindi per raccontare ci possiamo aiutare con le immagini. Quindi utilizzerò come guida alcune fotografie di due suoi libri, Arctique e Tibet – Minéral animal. Senza pretesa di completezza, ovviamente, e neppure assumendo il ruolo di critico. Semplicemente raccontando cosa mi piace del suo modo di fotografare, che ho conosciuto guardando questa parte della sua per me notevolissima opera. Arctique. Il libro è corredato da un'estratto del Carnet d'expedition, che aiuta molto a capire il dietro le quinte. Raccontando sensazioni e situazioni. Un vero tesoro nel tesoro. Immaginate cosa significa marciare per giorni, in un mondo immenso e privo di altri esseri umani, tirando dietro la slitta contenente tutta la propria vita. Letteralmente. Affrontare le bufere. Camminare, camminare, camminare. Nel silenzio che immagino rotto solo dal rumore dei propri passi e del proprio respiro. Due lumini per creare la differenza termica necessaria ad asciugare gli stivali. Le immagini sono straordinarie. Non solo per il contesto, veramente incredibile, ma per la capacità di raccontare la vita dei soggetti. Le ho prese a caso, semplicemente sfogliando, incapace di fare una scelta. Il secondo libro che vi presento è Tibet – Minéral animal. Il libro è arricchito dalle poesie di Sylvain Tesson. Purtroppo il mio francese non mi consente di leggerle disinvoltamente ma per fortuna mia moglie è in grado di aiutarmi. Trovo che siano assolutamente utili a entrare nel mood cercato dall'autore. Questa una delle mie preferite, sul lupo. Interessante l'abbinamento della poesia sul lupo con la fotografia di una delle sue prede abituali. Il lupo è un lupo per l’ombra. La sua silouette di ragazzaccio si aggira e corre poco oltre l’orizzonte. Ha sempre l’aria di aver fatto un brutto tiro. Non lo si prende mai sul fatto. Veloce, lui è libero. Muovendosi, ovunque è casa sua. Si pensa a lui come a un François Villon, che fugge senza rimorsi alle calcagna. Lui corre, lui caccia, lui uccide, lui canta: una bella vita, nel vento. La sua notte è una festa di sangue e di morte. La crudeltà non è presente nelle sue caccie. Il lupo ha letto Umano, troppo umano di Friederich Nietzsche: “Almeno la vita non è la morale che l’ha inventata.” Gli animali sono “al di là del bene e del male”. Essi vibrano nella verità del presente. La morale è stata inventata dall’uomo che aveva qualcosa di cui rimproverarsi. Torna la contrapposizione di prede e predatori, che idealmente si affrontano. Ambienti enormi, quasi desertici. Altipiani infiniti nei quali un uomo può mettersi in prospettiva. Un mimetismo incredibile, così come deve essere stata incredibile la perseveranza necessaria a trovare questo soggetto. Entrambi i volumi sono stampati su una splendida carta opaca, molto materica e devo dire perfettamente intonata al tipo di immagini. Per me, entrambi, sono grandemente consigliabili. Si possono acquistare direttamente dalla sua casa editrice, Kobalann. Così ho fatto io. Chiudo questo articolo sintetizzando quelli che per me sono i punti di forza di questo fotografo. Innanzi tutto, personalmente, sono deliziato dalla sua capacità di utilizzare, come punto focale di immagini che altrimenti sarebbero di paesaggio, minuscole figure animali. Il risultato che ottiene è una magnifica illustrazione della vita e dell'ambiente in cui i suoi soggetti vivono. Per me questo è uno dei cardini della sua opera. Poi vedo una grande capacità di alternare a quelle immagini altre più didascaliche e di immediata lettura. Un altro, che si capisce leggendo il Carnet d'expedition, è la capacità di esserci, in quei posti. Sopportare quello che sopportano i suoi soggetti, respirare l' aria che respirano loro. Faticare e stringere i denti nei momenti difficili. Per finire, dalle sue foto traspare uno straordinario rispetto per tutti i suoi soggetti. Tutte cose, queste, che ogni fotografo naturalista dovrebbe imparare e tenere sempre presenti. Le immagini sono di proprietà esclusiva di Vincent Munier, da me pubblicate qui al solo fine di illustrare e divulgare la sua opera. Massimo Vignoli per Nikonland 2019
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  49. la Nikon D780 su un treppiedi in carbonio Leofoto, testa a sfera Marsace, riprende in Live View in modalità silenziosa la Nikon Zf con un bel Nikkor Z 105mm f/2.8 montato sopra. La fotocamera è collegata via porta USB-C ad un computer Windows 11 che ha installata la coppia di programmi Helicon : Remote e Focus. Scopo dell'operazione è ottenere una immagine con modalità multiscatto che abbia profondità di campo continua dall'angolo inferiore sinistro a quello superiore destro, avendo - per quanto possibile - ogni dettaglio visibile, perfettamente a fuoco e quanto più possibile nitido. Nel precedente articolo abbiamo utilizzato la Ripresa con cambio di messa a fuoco automatica messaci a disposizione da Nikon negli ultimi modelli di fotocamera. Siano reflex che mirrorless. Ma in questo caso vogliamo sfruttare una più comoda operazione totalmente automatica che per funzionare ovviamente necessita di un computer collegato alla fotocamera. Nella pratica tendiamo ad utilizzare la procedura automatica Nikon in campo aperto in esterni. Mentre in casa o in studio, sempre quella automatizzata via USB-C, più comoda, pratica, precisa ed efficiente. E soprattutto con la possibilità di controllare a monitor del computer ogni passaggio ed ogni dettaglio. Per questo ci aiutano le due app citate : Helicon Focus è il programma che si incarica di montare le sequenze di scatti Helicon Remote invece è un programma di controllo via cavo della fotocamera che automatizza la sequenza degli scatti e poi chiama automaticamente Helicon Focus per ottenere il risultato finale. Vediamo il processo nell'insieme Il set è lo stesso usato per approfondire la procedura on-camera Nikon. Qui però usiamo Helicon Remote per la ripresa. l'ambiente riconosce immediatamente la Nikon D780 (è compatibile con la gran parte delle Nikon, sia D che Z, almeno le più recenti, esclusa la nuovissima Zf) E ci propone l'immagine del live-view nella finestra grande. Mentre a destra ci sono i parametri di scatto e quelli per controllare la sequenza degli scatti automatici. stabilito, anche aiutandoci con l'istogramma, senza nemmeno guardare il set che è alle nostre spalle, le impostazioni di scatto che resteranno fisse per tutta la sequenza, ci concentriamo sui comandi per lo spostamento della messa a fuoco che verrà controllata interamente dal programma. Nella nostra Nikon D780 non dobbiamo impostare proprio nulla. Salvo, come nel caso precedente, la ripresa Live-View in modalità silenziosa. In modo da evitare ogni vibrazione ed avere tutto il più possibile nitido. Indicati dalle frecce abbiamo dei cursori e delle opzioni. In blu, nell'immagine Live-View ci sono le zone di messa a fuoco. Per definire la sequenza, dobbiamo impostare i punti A e B, ovvero quello di inizio sequenza e quello di fine sequenza. Scegliendoli esattamente dove vogliamo che inizi e finisca il campo di nitidezza a fuoco. Muovendo le frecce abbiamo a video immediato riscontro di dove sta mettendo a fuoco la macchina, con il completo controllo di tutto il sistema e sapendo già in anticipo come sarà la sequenza. Potremmo scegliere di avere il primo piano sfuocato, poi tutto a fuoco ed infine lo sfondo ancora sfuocato. Sceglieremmo coerentemente A e B. Ma noi vogliamo che tutto sia completamente a fuoco. E quindi spostiamo A sull'angolo sinistro in basso e B sull'angolo destro in alto. O meglio, muoviamo la messa a fuoco in modo che i punti che ci interessano siano coperti dalla zona blu. E poi impostiamo a coerenza i punti A e B. qui, ad esempio, abbiamo B che è addirittura oltre il bordo della tavola. mentre qui abbiamo A che è il punto di messa a fuoco più anteriore che possiamo ottenere in questa situazione di ripresa. in base ai punti da noi impostati, il programma calcola automaticamente quanti scatti sono necessari. In questo caso sono 24. Alternativamente avremmo potuto scegliere noi un intervallo e il sistema avrebbe selezionato il numero degli scatti necessari. Qui il calcolo è fatto direttamente sulla profondità di campo per ogni singolo scatto, per quella focale e quel diaframma utilizzati. A questo punto, lasciando tranquillamente l'impostazione di fuoco che capita (mentre con la procedura Nikon dobbiamo rigorosamente lanciare la sequenza partendo dal primo punto di messa a fuoco), lanciamo la sequenza : il sistema parte. La messa a fuoco si sposta automaticamente all'inizio della sequenza e parte l'azione. A monitor vediamo ogni singola situazione con evidenziato in blu dove la macchina sta scattando. questo, ad esempio, è uno scatto intermedio, verso la metà della sequenza. A fine serie dei 24 fotogrammi, il programma si ferma. E noi facciamo partire Helicon Focus dal pulsante in alto HF : evidenziato con la freccia verde in alto. In rosso, dove si è fermata la ripresa : esattamente al punto B da noi selezionato. Senza errore. Helicon Focus Helicon Focus parte da solo e carica automaticamente le fotografie. In questa procedura, non è nemmeno necessario che la fotocamera abbia una scheda di memoria (mentre nella procedura on-camera Nikon non si può avviare il sistema senza scheda di memoria). Le immagini viaggiano via cavo e in tempo reale vengono salvate nel nostro computer, a nostra insaputa, come semilavorati intermedi che per noi sono ininfluenti. Li vediamo, tutti e 24 nel riquadro a destra. A questo punto scegliamo il metodo di fusione che più ci convince. Possiamo andare per tentativi finché abbiamo il minor numero di artefatti da montaggio e flare (sono inconvenienti inevitabili nelle procedure automatiche, c'è il modo di intervenire manualmente sul risultato finale ma solo se vogliamo un lavoro assolutamente ineccepibile). qui abbiamo il confronto tra il primo scatto dei 24 e il montaggio finale. che qui ci evidenzia come sia tutto a fuoco. Portandoci su Photoshop per il taglio, otteniamo questa immagine finale che ci soddisfa a sufficienza. E' stampabile su una rivista o comunque in grande formato. Abbiamo lavorato direttamente in JPG in quanto non prevedevamo la necessità di alcuna lavorazione finale, perché il risultato è già buono come viene. E' il sistema che usiamo per ogni foto che pubblichiamo a corredo dei nostri articoli su Nikonland. Spesso usando JPG basic. Con l'obiettivo più modesto che abbiamo in casa, sfruttando la potenza delle nostre fotocamere e il software a nostra disposizione. Il set è sempre lo stesso, e permette risultati come questo : che riteniamo di livello professionale (sequenza di scatti in studio, con flash e Nikon Zfc su cui montiamo usualmente il Nikkor Z 16-50VR impostato ad f8 : anche il lungo 600mm f/6.3 è tutto a fuoco, così come la Z8 e il tavolo in simil-radica). Conclusioni Risultati un tempo inimmaginabili oggi sono alla portata di ognuno, semplicemente e con poco sforzo. Quale che sia la nostra fotocamera, reflex o mirrorless Nikon e quale che sia l'obiettivo che impieghiamo. Ovviamente nulla può sostituire il gusto e lo stile del fotografo, nel comporre l'immagine ed illuminarla al meglio. Per quello ancora non sono state rilasciate le apposite app ...
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