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Mostra il contenuto con la massima reputazione da 28/02/2024 in Articoli

  1. La redazione di Nikonland ha ricevuto questa specifica domanda che riteniamo sarà nella mente di molti - in possesso di vecchie reflex oppure di Z6/Z7 - che ancora non hanno acquistato una Z8 o una Z9. la Nikon Z8 con il suo compagno d'elezione Nikkor Z 24-120/4 S è la professionale che prosegue i fasti di F100, D700 e D800-850 La Nikon Z8 è sul mercato da fine maggio 2023 ed è un successone, oramai con il firmware 2.0 nel pieno delle maturità ed in grado di fare il 90% di quanto può fare l'ammiraglia Z9, oggi relegata a compiti senza compromessi. Anche noi, dopo qualche perplessità iniziale, utilizziamo la Z8 con la stessa confidenza e sicurezza della Z9, tolta la minore durata della batteria e una maggiore scomodità con ottiche importanti in riprese verticali. Della Z6 III non ci sono invece notizie ufficiali. Ma la stessa Nikon non ne fa mistero, rispondendo (non più tardi di ieri alla fiera del matrimonio negli USA) che porteranno la piattaforma Expeed 7 e la tecnologia del firmware vista su Z9/Z8 e Zf anche sulle altre macchine della gamma. La stessa Zf che non è un segnaposto della Z6 III ma un prodotto a se stante come dice il nome stesso, conferma la tendenza. Noi non ne sappiamo niente ma siamo convinti che al momento la Z6 III sia già in produzione di massa in Thailandia e che verrà consegnata nel corso del II trimestre 2024, con il nuovo anno fiscale Nikon che comincia il 1° aprile. Più o meno nello stesso periodo del lancio della Z8 l'anno scorso. Delle altre fotocamere Nikon Z è facile che in produzione resti - ma a bassa tiratura - la sola Z8. Le altre sono vendute da magazzino (e il magazzino Nikon a fine 2023 era importante, cosa che giustifica le tante campagne di scontistica succedutesi da novembre ad oggi). Le sue caratteristiche sono ancora imprecisate. Ma noi ci aspettiamo, appunto, che la nuova macchina sia basata sull'Expeed 7, sul suo software oramai ampiamente collaudato, sulla batteria EN-EL15c ricaricabile via USB-C e su un corpo non troppo discosto da quello di Z6/Z7 ma abbastanza da giustificare un nuovo battery-grip (già depositato il nome MB-N14) in grado di raddoppiarne l'autonomia. Per il resto sarà ampiamente superiore alle prestazioni della oramai vetusta Z6 II, grazie ad un nuovo sensore più veloce, in grado di estrarre video 4K60p a formato pieno (la Z6 II e la Zf che condividono il vecchio sensore, obbligano al crop 1.5x cosa che non fa felice chi necessita di riprese grandangolari in video) ed avrà raffiche veloci, possibilmente con un buffer adeguato. Costerà presumibilmente 1500 euro meno della Z8, 2000 nella migliore delle ipotesi. Giusto per lasciare il posto tra le due ad una eventuale - e per ora mai menzionata - futura Z7 III. Noi crediamo che il mercato delle macchine ad alta risoluzione sia ampiamente in ritirata. Ma non è argomento di questo articolo. nostra elaborazione pittorica del marchietto della Z6 III fatta nel 2022. Ma è possibile che anche la Z6 III riprenda gli stilemi di Z9 e Z8 e sposti sulla plancia superiore il numerino Puntualizzato questo, andiamo alla domanda iniziale. Oggi, è il caso di comprare la Z8, oppure meglio attendere la Z6 III ? Se siamo fotografi abituati a corpi macchina tipo F100-D700-D8x0 e il "denaro" non è un ostacolo, allora la risposta è semplice : la Nikon Z8 è l'erede di quei corpi macchina. A prescindere che ci servano o meno le sue caratteristiche (prime tra tutte la lunghissima durata per l'assenza di otturatore meccanico, la raffica, il video 8K, ammesso che quest'ultimo interessi a qualcuno nel mondo occidentale). Ma se siamo fotografi a proprio agio con D600/D750/Z6 non vediamo perché fare il salto. Salvo che, appunto, la nostra frequenza di scatto non preveda 10.000 o più scatti alla settimana, la Z6 III ci servirà altrettanto bene della Z8. Con caratteristiche inferiori delle quali molto probabilmente non usufruiremo mai e con una presunta durata teorica così lunga da rendere la Z8 comunque obsoleta per l'uscita nel tempo di nuove tecnologie. E' la risposta che abbiamo dato a quel quesito da cui è partito lo spunto per questo articolo. La Z6 III deve ancora uscire, non sappiamo il prezzo ma lo abbiamo ipotizzato. Mentre la Z8 è già scontata e lo sarà di più nel prossimo futuro. Ragione per cui la differenza di prezzo è a tendere inferiore a quella che i due segmenti di mercato dovrebbero far pensare. Ma razionalmente comprare la migliore (la Z8 sarà certamente meglio della Z6 III, ma anche la Z9 è meglio della Z8 che però fa il 90% di quello che fa la Z9, così come la Z6 III probabilmente farà l'80% di quello che fa la Z8 e facilmente più del 100% di quello che serve al potenziale acquirente .... scusate il gioco di frasi sovrapposte !) potrebbe non essere la migliore scelta se le caratteristiche della Z6 III fanno al caso nostro. Potremmo aver bisogno per professione di due Z6 III e il risparmio verrebbe a nostro vantaggio. Oppure potremmo usare la differenza di denaro per un obiettivo in più. Immaginando che comunque la Z8 pretenda di meglio di quanto già abbiamo in termini di ottiche (la risoluzione della Z6 III sarà certamente inferiore a quella della Z8). Insomma e in sintesi, se percepiamo come un valore i vantaggi della Z8 sulla Z6 III, allora è concreta l'opportunità di acquistare una Z8, specie oggi che si trova a meno di quanto veniva chiesto un anno fa. Ma se questi vantaggi per noi nella pratica non sono un valore, la Z6 III resterà la scelta più razionale. Non solo adesso che la Z6 III ancora non c'è ma anche dopo, considerando che Nikon è sempre più ben disposta a coccolare l'ultima novità rispetto a quanto è già in catalogo. Ma naturalmente ogni fotografo fa caso a se e siamo sicuri che qui online c'è chi vorrà esprimersi al riguardo. Non c'è migliore occasione di farlo che qui nei commenti. Certo che è bello avere di questi dubbi, visto oramai il livello di qualità e capacità raggiunte dal sistema Nikon Z a neanche sei anni dal suo primo lancio.
    20 punti
  2. Nikon ha una tradizione ormai consolidata dalla metà degli anni 70 del secolo scorso sui lunghi tele dotati di lenti speciali e pertanto di qualità decisamente superiore ai primi lungofuoco ed ai loro successori, già operativi fin dalle prime fasi della serie F-mount, a disposizione di tutti i fotografi di sport, natura e paesaggio che ne hanno fatto uso e trasmesso a noi l'inconfondibile allure che i Nikkor continuano a manifestare. La moderna progettazione digitalizzata degli schemi ottici, in funzione di un supporto sensibile stabile ed invariabile, come è il sensore di una fotocamera moderna (rispetto alla casualità rappresentata dalle pellicole) ha certamente favorito la commercializzazione di schemi ottici un tempo inarrivabili per la necessità di impiego artigianale nella loro costruzione: lenti di grosse dimensioni in vetro ottico sbozzate a mano, consentivano piccoli lotti di produzione, operai specializzatissimi, quasi come i progettisti stessi, costi di produzione e di vendita abnormi. Non è un caso se molti di quei progetti del secolo scorso non sono mai caduti nelle mani di appassionati come noi della redazione di Nikonland, al contrario degli ultimi nati del catalogo Z-mount, favoriti in questo da una amichevole collaborazione col distributore italiano. Motivo per cui in questo articolo vedrete insieme tre teleobiettivi accomunati dalla focale eccezionale dei 600mm equivalenti ad un angolo di campo di soli 4,1° il Nikkor Z 600/4 TC VR S ...in prestito da Nital il Nikkor Z 600/6,3 VR S ... in prestito da Mauro Maratta e lo zoom Nikkor Z 180-600/5,6-6,3 VR ... quello mio Tre obiettivi nati per soddisfare tasche ben diverse, passando dai poco più di 2mila euro per lo zoom ai quasi 6mila del 600 leggero, per arrivare agli oltre 17mila del 600 più luminoso, salvo sconti e campagne promozionali che però non possono certo abbattere moltiplicatori di spesa da 3x fino ad 8,5x Chi usa oggi un superteleobiettivo come uno di questi tre? Certamente fotografi che vogliono avvicinare soggetti da cui sono lontani oppure ...stanno lontani: che è la differenza che passa tra un fotografo sportivo ed un fotonaturalista i quali non hanno in comune altro che la necessità di un angolo di campo così limitato. Possiamo aggiungere i collezionisti di ottiche, per i quali un supertele è sempre un oggetto del desiderio e poche altre categorie di fotografi, tra i quali i reporter che utilizzino la distanza per...discrezione. Ma cosa determina la differenza di approccio al proprio genere che consenta di stabilire se debba comprare il più luminoso, il più leggero oppure il più versatile? O meglio: che cosa giustifica un esborso 8,5 volte superiore allo zoom oppure 3 volte rispetto al 600/6,3 per arrivare alla determinazione all'acquisto di un 600/4? Un tempo (e fino a non molto tempo fa) i supertele luminosi come un 600/4 esistevano per due motivi principali, entrambi legati alla luce disponibile: necessità di usare tempi rapidi di otturazione incapacità degli esposimetri dei sistemi reflex di lavorare a bassi EV con luminosità inferiori a certi valori di diaframma massimo (di solito < f/5,6) e per un terzo motivo, compositivo: 3. ossia ottenere una pdc tanto esigua da porre il soggetto contro uno sfondo sufficientemente indistinto da non essere disturbato esteticamente dal bokeh decisamente poco morbido di certi diaframmi del tempo (e dall'eventuale casualità e confusione dello sfondo ottenibile) Riguardo il primo punto, oggi abbiamo a disposizione fotocamere digitali dotate di sensori che sono in grado di lavorare ad un rapporto di S/R a valori ISO un tempo impensabili: guardate per esempio questo scatto scappatomi per errore con delle regolazioni sbagliate, rimaste dalla precedente sessione di scatto Z9 e Z600/6,3 iso12.800 t/5000 f/7,1 crop 200% con una Nikon F5 a pellicola un risultato così era da pellicola da 200ISO con una Nikon D850 da 45mpx non era pensabile superare i 1600ISO Avessi avuto una coppia f/6.3 t/500 gli ISO sarebbero scesi a 1600 e il risultato sarebbe stato ancora più compatto e leggibile. Riguardo il secondo punto, le fotocamere mirrorless, eliminato il mirabox/periscopio delle reflex, non hanno più problemi di compatibilità luminosa tra diaframma di massima apertura e mirino ottico, perchè oggi il mirino elettronico è capace di amplificare la luce, permettendo una visione reale, il più possibile costante ed omogenea, anche con aperture massime, oggi spesso utilizzate su obiettivi molto differenti tra loro, come questi f/6,3 che ritroviamo sul 600 leggero e sui 600mm dello zoom. Addirittura marchi concorrenti hanno realizzato tele ancora meno luminosi di f/6,3 a TA, giusto per significare quanto questo aspetto sia indifferente alle fotocamere mirrorless, in abbinamento alla capacità di utilizzare quel rubinetto fantastico che oggi sono diventati gli ISO. Resta il terzo punto, quello dello stacco del soggetto dallo sfondo, importante in ogni genere di ritratto, che si tratti di posa, di sport, di moda, o naturalistico, verso soggetti difficili da avvicinare, tanto più se profondamente integrati nell'ambiente circostante, ancor di più se reperibili in orari dalla luce debole o pressocchè inesistente, dove un sensore digitale oggi riesce a leggere quello che l'occhio umano non arriverebbe quasi a decrittare. In realtà, noi di Nikonland, ci stiamo facendo convinti del fatto che i teleobiettivi moderni, questi Nikkor Z, siano frutto della stessa manina, che è la progettazione digitale degli schemi in funzione dei sensori su cui presumibilmente gli obiettivi in questione andranno a lavorare: cioè che non passi poi tutta questa differenza tra classi di teleobiettivi così diversificati nel prezzo: che quindi i teleobiettivi attuali vadano distinti in termini di trasportabilità e maneggiabilità, in funzione dell'uso cui dovranno essere adibiti. Oltre al prezzo infatti è anche il peso il discrimine fondamentale tra questi tre 600mm: si passa dal più leggero, il 600/6,3 di appena 1,47kg, al 600/4 da 3,26kg, transitando dai 2,14kg dello zoom, valori questi, che nessuna campagna sconti potrà mai diminuire. La differenza nell'utilizzo è sostanziale: il 600/6,3 è talmente ben bilanciato da poter essere utilizzato lungamente a mano libera, senza stancarsi, salvo portarsi prudenzialmente appresso un monopiede cinese in carbonio compatto e leggero, da poter avvitare al tele anche in assenza di staffa per il treppiede, risparmiando così un altro etto di peso: ridicolo vederlo montato su un treppiede ! lo zoom 180-600/5,6-6,3 che pesa solo 670 grammi di più del precedente, sconta anche nelle maggiori dimensioni la necessità di portare appresso un monopiede, per evitare di stancarsi durante sessioni di scatto che si protraggano a lungo: occasionalmente usato anche su treppiede, mi faceva però un pò sorridere inglobato nel mio sistematico con gimbal. il 600/4 si può utilizzare a mano libera come Rambo usava il suo M60: necessita di treppiede ben strutturato oppure di monopiede altrettanto robusto, preferibilmente a poche sezioni, specialmente se utilizzato come faccio io che su monopiede schiaccio sempre verso il basso il tele durante le mie sequenze di scatto. La staffa per il treppiede è mirabilmente costruita, salvo per il fatto che non è a standard Arca Swiss, quindi se non sostituita con apposito piede aftermarket, va appesantito anche dall'adattatore avvitato sotto. Z9 più 600/4 valgono complessivamente 4,6kg ! Resta il fatto che il corollario alla base del risultato degli scatti con un qualunque teleobiettivo è uno solo: Qualità dell'Aria e Trasmissione della Luce La formulazione ottica più raffinata, il coating delle lenti più rivoluzionario (ed il 600/4 in questione adotta soluzioni davvero innovative) nulla possono contro un muro di UV di una giornata estiva dal cielo terso, così come da un nebbione che avvolga una zona boschiva: tranne che per evidenziare proprio gli aspetti deteriori, rispetto alla potenziale brillantezza e tridimensionalità del soggetto inquadrato. Forse un teleobiettivo più luminoso può almeno evitare di finire ad iso superiori a 10mila, ma la soddisfazione dura quanto il tempo di tornare a casa per rivedere gli scatti...talvolta si viene sopraffatti dalla frustrazione e per un pò ci si rimette a fotografare fiori e frutti... Ma quando le occasioni siano ottimali, quando la scena sia nitida ed il soggetto alla portata di tutto lo spettro fotocromatico (toni caldi compresi), cosa distingue questi tre obiettivi, chi deciderà di acquistarne uno e per cosa? L'accostamento alla FIAT 600 Multipla, una delle incognite del design industriale del 900 ancora irrisolte, è puramente beffardo... in realtà a mio parere ognuno di questi tele mantiene individualità e destinazione ben definita e che deriva non tanto dalla qualità assoluta in termini di nitidezza/risoluzione/cromia/bokeh, quanto dalla centralità che il loro proprietario potrebbe loro destinare. Il fatto di definirli multipli deriva certamente dalla loro diversa eterogeneità: provo quindi ad azzardare identikit e borsa di tre differenti fotografi, coinvolti diversamente da questa focale. Nikkor Z 180-600/5,6-6,3 VR: Reporter di reportage sportivo e paesaggistico, compra questo zoom dopo aver realizzato che per usare un tele fisso, serva muoversi intorno al soggetto finchè non ci si trovi alla distanza ideale e che pertanto sia consigliabile appostarsi che è invece l'opposto di ciò che fa lui: che si muove spesso per cambiare inquadratura e tipo di soggetto, ma non sopporta l'idea di dover cambiare ottica se cambia il soggetto. Nello sport ha l'esigenza vitale di scendere al di sotto della focale massima dell'obiettivo, perchè in determinate situazioni non ha la possibilità di spostarsi per variare il rapporto di dimensione inquadratura/soggetto. Di questo zoom la ghiera che usa di più è chiaramente quella di zoomata che amplifica utilizzando corpi macchina come Z8 e Z9 che gli consentano di scattare indifferentemente in FX e in DX, trasformando la focale già estrema in una equivalente a pari luminosità...perchè ciò che conta per lui è raggiungere il soggetto, per quanto lontano sia ! In borsa avrà anche un 70-200/2,8 per le inquadrature strette e la pdc minima ottenibile, probabilmente già montato su secondo corpo macchina, mentre sul lato grandangolare non è detto che invece del terzo zoom non abbia un paio di fissi...quelli che piacciono a lui. Nikkor Z 600/6,3 VR S: Ritrattista: qualunque sia il soggetto prediletto, che si tratti di persone, animali di tutte le specie, automobili, atleti, scorci di paesaggio, eventi, questo obiettivo nelle sue mani risulta essere il cuore del corredo e si affianca in borsa, eventualmente, ad altri obiettivi specializzati nel genere di elezione, come possono essere i mediotele luminosi o i macro. Sopra ogni cosa questo fotografo ha cura per la versatilità e la essenzialità: vuole questo 600mm per poterlo usare facilmente a mano libera, come il suo peso e bilanciamento consentono di fare, lo può integrare con uno o entrambi i TC separati alternativamente alla scelta di usare in DX la sua fotocamera (solitamente una sola) top di gamma, ma generalmente predilige il massimo della qualità di immagine e lo persegue con i settaggi del corredo più appropriati: se non può ottenere la foto come la desidera, non la scatta neppure ! Nikkor Z 600/4 TC VR S: Fotografo specializzato. Non c'è un dettaglio del corredo che graviti intorno a questo teleobiettivo che non sia studiato con una cura certosina, mirante innanzitutto al contenimento dei pesi, a causa di quello tragicamente incomprimibile dell'ensamble fotocamera/tele. Sia che si parli del necessario supporto statico, prevalentemente un treppiede, del supporto mimetico da appostamento, come del supporto da spedizione (perchè ogni uscita fotografica con questo tele lo diventa), ogni elemento è frutto di ponderata scelta che viene vissuta come trionfo nel caso di successo fotografico oppure come causa diretta dell'insuccesso: in pratica compra di solito un supertele del genere, chi ritenga che alla base della riuscita della sua foto stia prevalentemente la qualità dell'attrezzatura. La specializzazione sul soggetto è tale, che nel caso non venga trovato durante la spedizione fotografica, ben raramente questo fotografo penserà di dedicarsi ad altro genere, per il quale in borsa normalmente è attrezzato con una serie di zoom che coprano le escursioni focali interessate: non sono però loro i protagonisti, quanto il teleobiettivo che è coronamento dello sforzo mirante alla cattura delle immagini auspicate. sto scherzando: ovviamente le fattispecie e le destinazioni d'uso possono essere delle più varie ed intersecarsi. A me per esempio non dispiace la compresenza di un tele fisso accanto a quella di uno zoom che lo ricomprenda nella sua escursione oppure che lo sfiori: ma ben difficilmente porterei entrambi in una condizione normale di ripresa, scegliendo in base all'esigenza preventivata. Resta il fatto che il più generalista dei tre, lo zoom 180-600 è un obiettivo adatto a molte situazioni più che il mirabolante 600/4 TC, dal quale, per tirarne fuori il differenziale che lo faccia spiccare nettamente al di sopra degli altri due, bisogna che stia nelle mani di qualcuno che sappia esattamente come per i suoi soggetti non possa che essere quello il tele designato e che gli astri siano connessi perchè le condizioni di luce siano pure quelle ideali. Certamente il moltiplicatore incorporato è un valore aggiunto sempre riconducibile alle esigenze di compattezza e contenimento di pesi o ingombri che questa classe di teleobiettivi porta sempre con sè: va rimarcato come nonostante tutto i tre chili e 260g del 600/4 siano un trionfo rispetto l'ultima serie F-mount che pesava (senza TC incorporato) mezzo chilo abbondante di più, per non parlare del primo AF-I del 92, che pesava ben 6 kg ! Mentre il 600/6,3 S di questo lotto ritengo sia davvero un jolly a tutti i livelli: maneggevolezza e bilanciamento ideale consentono insieme alle sue dimensioni contenute in poco meno di 28cm di lunghezza, di diventare insieme al suo contrappeso ideale, la Nikon Z9, un'arma letale in qualsiasi genere fotografico sportivo, con l'unica limitazione della distanza minima dal soggetto che su campi corti potrebbe farlo limitare a riprese da primo piano o da piano americano. La differenza di luminosità rispetto il diaframma pieno di f/5,6 è di appena 1/3 di stop e ci dà ancora fastidio psicologicamente, ma ogni mirrorless di taglio Z la digerisce senza alcun motivo di rigetto. La modularità con la quale si possa scattare pigiando un tasto, in dx, trovandosi tra le mani un 900mm equivalente di pari luminosità, o la possibilità di aggiungere (magari ulteriormente) un TC14x, ne fanno davvero un protagonista vincente. Le foto nella galleria relativa a questo articolo, scattate di volta in volta in contesti similari con i tre obiettivi spero vi siano di aiuto per comprendere il concetto veicolato: Oggi si compra ciò che serva davvero, indipendentemente dal prezzo, perchè non è più sostenibile il concetto secondo il quale si ottenga la qualità più elevata pagando il prezzo maggiore: senza dimenticare che un teleobiettivo sovradimensionato per un certo tipo di riprese, non farà altro che mortificare l'approccio a quel genere e a scoraggiare il fotografo a continuare: resterebbe solo lo sfoggio, ma confidiamo nel fatto che i lettori di Nikonland siano ben superiori a simili atteggiamenti... Max Aquila photo © per Nikonland 2024
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  3. Nei giorni scorsi abbiamo pubblicato la traduzione dell'intervista rilasciata al proprietario di Sigma, interessante anche per noi nikonisti ma mai quanto quella direttamente a Nikon, al capo della pianificazione di prodotti come i corpi macchina ed accessori ed ex responsabile dello sviluppo dei firmware delle fotocamere, Mitsuteru Hino. L'intervista è stata rilasciata a Phototrend, rivista online francese. La traduzione è automatica (facilmente con passaggi di 3 o 4 lingue, quindi da prendere con liberalità nei vocaboli e nelle costruzioni grammaticali, leggendo tra le righe ciò che non si potrebbe dire). Qual è l'attuale posizione di Nikon nel mercato full-frame? Sembra che le vendite dei corpi Z 8 e Z 9 abbiano consentito a Nikon di migliorare la salute finanziaria della divisione Imaging. Cos'è veramente  ? L’anno 2023 è stato caratterizzato dalla ripresa delle attività un anno dopo la stabilizzazione della pandemia di COVID-19. Si sono svolti molti eventi e la gente ha iniziato a uscire di più, il che ha creato più opportunità per la fotografia. Durante la pandemia, i giovani – gli studenti, la Generazione Z – sono stati costretti a restare a casa. Tuttavia, con l'eliminazione di queste restrizioni, il desiderio di partecipare e catturare questi eventi ha stimolato l'interesse nell'acquisizione di nuove fotocamere, non solo di Nikon, ma anche di altri marchi. Nel complesso, il settore è tornato al livello pre-pandemia. Durante questo periodo, abbiamo lanciato molti nuovi prodotti, come le fotocamere Z 8 e Z f , i teleobiettivi lunghi, nonché il Nikkor Z 135mm f/1.8 S Plena , attirando l'attenzione sui prodotti di fascia alta della gamma. Si è diffusa online la voce secondo cui Nikon avrebbe interrotto la produzione di corpi e obiettivi con attacco F. Puoi dirci di più? Poiché queste informazioni non sono state divulgate da Nikon, preferiamo non commentarle. Tuttavia, c'è una cosa che vorrei farti sapere: continuiamo a fornire pieno supporto per i nostri prodotti con attacco F, sia in termini di produzione, vendita o supporto, come al solito. Non c'è stato alcun cambiamento in questo senso. Quindi, puoi stare tranquillo sull'utilizzo di obiettivi e fotocamere con attacco F in futuro. Nikon ha anche creato un logo per il 90° anniversario del marchio Nikkor. Quali sono le sfide future per Nikkor in termini di sviluppo per creare lenti atipiche? Innanzitutto Nikon produce il vetro per i suoi obiettivi, il che rappresenta un enorme vantaggio. Fin dalla nostra creazione, abbiamo sempre progettato le nostre lenti basandoci sull'arte del vetro, una tradizione storica. Queste lenti sono prodotte in una regione settentrionale del Giappone. Siamo sempre stati pionieri nello sviluppo e nella produzione di lenti in vetro e ci impegniamo anche a integrare tecnologie all'avanguardia nella produzione di queste ottiche. Vogliamo continuare su questa strada. Nikon è quindi l'unico produttore a produrre i suoi obiettivi dal tavolino in vetro. L'azienda di vetro [Hikari Glass, ndr] fa parte del gruppo Nikon, il che ci permette di avere uno scambio costante e di specificare le nostre esigenze in termini di obiettivi. Questo rappresenta un vantaggio significativo per Nikon, è una capacità che altri produttori non hanno. E soprattutto quando si tratta di fotocamere mirrorless, ci concentriamo sull'ascolto del feedback dei nostri clienti in modo da poter incorporare le loro esigenze e aspettative nella pianificazione e nello sviluppo di nuovi obiettivi. La Nikon Z 8 è senza dubbio uno dei migliori corpi full frame. Tuttavia, non temete che ciò possa cannibalizzare le vendite della Z 9? Innanzitutto, la base clienti per Z 9 e Z 8 è leggermente diversa. E le esigenze poi differiscono anche tra gli utenti Z 9 e Z 8. Per gli utenti di Z 9 le principali aspettative riguardano la robustezza e la durata del dispositivo, le prestazioni in ambito fotografico e la capacità di registrare video ininterrottamente per ore. Queste caratteristiche sono particolarmente apprezzate dai professionisti. Il nostro obiettivo è offrire questo prodotto per garantire che non si verifichino problemi durante le riprese. Pertanto, questo modello è destinato a diventare il dispositivo di prima scelta per questi utenti. La Z 8 offre anche ottime prestazioni, ma soprattutto si distingue per la sua praticità per un'ampia fascia di clientela. Grazie alla sua maggiore compattezza potrai portarlo ovunque con te e scattare le foto che desideri. Questa versatilità lo rende accessibile a un’ampia varietà di utenti. Le sue dimensioni permettono inoltre di trasportare più obiettivi a scelta, offrendo così la possibilità di scattare varie tipologie di foto. La Nikon Z fc poi la Z f sembrano aver riscosso un grande successo. Come si confronta questa gamma di fotocamere dall'aspetto vintage con le fotocamere dall'aspetto più moderno? La Z f è dotata della terza generazione del processore EXPEED 7. È nuovo, ma questa fotocamera si ispira anche all'era della fotografia su pellicola. Abbiamo racchiuso questa tecnologia moderna in un corpo che, per dimensioni e design, ricorda le fotocamere del passato. Abbiamo combinato tradizione e nuove specifiche per sorprendere nuovi clienti. I nostri clienti esistenti potrebbero dire: “Wow, Nikon ha fatto questo”. Aiuta anche a generare più entusiasmo tra i nostri clienti per i futuri prodotti che intendiamo lanciare sul mercato. Svilupperai anche altri obiettivi Special Edition come Z 28mm f/2.8 SE e Z 40mm f/2 SE, o anche obiettivi con ghiera dei diaframmi, o ti affiderai a produttori di terze parti, come Sigma, per offrire questo tipo di lente? Dal lancio della Z f lo scorso anno, abbiamo ricevuto molti feedback dai nostri clienti riguardo agli obiettivi FX. Desideriamo esaminare e analizzare attentamente questo feedback in modo da poterlo incorporare nello sviluppo degli obiettivi in Nikon. Temete la crescente concorrenza dei produttori ottici cinesi come Viltrox , Sirui o 7Artisans , che ora offrono obiettivi con messa a fuoco automatica? Poiché la nostra base di utenti si è ampliata, ognuno ha le proprie preferenze e gusti. Quindi ha davvero senso espandere la gamma di obiettivi disponibili. Vogliamo davvero che i nostri clienti si divertano a provare diversi obiettivi compatibili con attacco Z e si divertano a fotografare. Come accennato in precedenza, abbiamo anche una storia di 90 anni nella produzione di lenti. Inoltre, gli obiettivi Nikkor Z rimangono la prima scelta, poiché si adattano perfettamente al nostro corpo. Questi obiettivi sono compatti e scattano foto eccellenti, quindi vorrei che sfruttassi questa combinazione. Con la Z f, Nikon ha svelato un corpo retrò molto attraente che è in vantaggio rispetto agli altri corpi. Quest'ultimo presenta in particolare la nuova tecnologia Focus Point VR. Potete spiegarci in quali casi questa tecnologia migliora le performance di stabilizzazione? In passato, con la modalità VR (Riduzione Vibrazioni), si cercava di migliorare la stabilizzazione quando il soggetto era al centro dell'immagine. Utilizzando la tecnologia Focus Point VR, anche se il soggetto o l'oggetto è molto vicino al bordo dell'inquadratura, il sistema può metterlo a fuoco e migliorare la stabilizzazione. In termini di sviluppo, si tratta di una nuova unità di stabilizzazione? Come avete ottenuto tale tecnologia? No, abbiamo migliorato l'algoritmo. In precedenza, la stabilizzazione era sempre centrata, ma ora, indipendentemente dalla posizione del soggetto, possiamo stabilizzarla. Quindi questo è un cambiamento nel nostro algoritmo. Ciò significa che in futuro altre fotocamere Nikon potrebbero includere Focus Point VR sul punto AF? Siamo spiacenti, non possiamo discutere i dettagli al momento, forse in futuro. Tutti si aspettavano l'annuncio di una nuova fotocamera full-frame Nikon al CP+. Pensi che dovranno aspettare ancora un po' per questo? Comprendiamo che ci sono molte aspettative da parte dei nostri potenziali clienti riguardo a un nuovo prodotto. Ne siamo consapevoli. Ma questo è tutto quello che posso dire per ora. La tabella di marcia ottica di Nikon indica che è rimasto solo un obiettivo da annunciare, un S-Line da 35 mm. Dopodiché, pensi che la gamma di obiettivi sia completa? Secondo la nostra tabella di marcia, questa è la fine dell’attuale linea di prodotti. Ma anche dopo, vogliamo continuare a suscitare molto entusiasmo tra i nostri clienti per i nostri prodotti futuri. Vorremmo sorprenderti, quindi per favore sii paziente. Quindi, pubblicherete una nuova tabella di marcia o solo nuovi obiettivi senza una tabella di marcia? Per noi è un punto d'onore sorprendervi in futuro. Questo è tutto quello che posso dirti per ora. Si parla molto di intelligenza artificiale. In che modo Nikon adotta generalmente l'intelligenza artificiale nella divisione Imaging? Il nostro primo utilizzo dell’intelligenza artificiale e dell’apprendimento automatico è applicato alla messa a fuoco automatica. Lo usiamo da molto tempo anche per l'esposizione automatica (AE) delle foto. Abbiamo iniziato a lavorare sullo sviluppo utilizzando l'intelligenza artificiale e l'apprendimento automatico per creare l'immagine desiderata dai clienti. Con l'uso dell'intelligenza artificiale e dell'apprendimento automatico, possiamo migliorare ulteriormente la capacità o le prestazioni di elaborazione delle immagini, messa a fuoco automatica, esposizione automatica e bilanciamento del bianco automatico. E vogliamo aumentare la precisione del rilevamento del soggetto e anche le prestazioni del riconoscimento degli oggetti. Ad esempio, la funzione Auto Capture è stata introdotta nella Nikon Z 9 nella versione 4.00. Questa funzione combina il rilevamento o il riconoscimento del soggetto e la cattura automatica. Supponiamo di posizionare la fotocamera vicino all'ingresso di questa sala conferenze. E quando qualcuno entra, l'attenzione si sposta automaticamente su quella persona e viene scattata automaticamente una foto. In realtà abbiamo iniziato a utilizzare questa funzionalità in questo ambiente. Combinando il rilevamento del soggetto con la cattura automatica, puoi scattare foto di cani, gatti, uccelli, automobili e altri oggetti in movimento. Nikon è l'unica azienda ad offrire questo tipo di funzionalità. In passato, per raggiungere questo obiettivo era necessario cambiare obiettivi. Ora le foto possono essere scattate automaticamente. Per lo zoom o i primi piani, puoi utilizzare una seconda fotocamera e scattarli tu stesso. Questo può attrarre molti tipi diversi di utenti. È intelligente, ora puoi vendere più facilmente due fotocamere e obiettivi invece di uno solo. Sì, ma in passato i clienti a volte perdevano l'opportunità di realizzare lo scatto migliore. Ora, con queste combinazioni, non perdono mai l'occasione di scattare le foto che desiderano. L'acquisizione automatica e il rilevamento del soggetto sono progettati per assicurarti di non perdere quei momenti unici. Ciò è vantaggioso non solo per i fotografi sportivi, ma anche per chi fotografa, ad esempio, gli uccelli selvatici. Possiamo aspettarci presto un corpo ibrido APS-C di fascia alta? Condurremo studi basati sul feedback dei clienti. Riteniamo che Nikon abbia stabilito una forte presenza con la D7500 e la D500 nello spazio delle fotocamere DX/APS-C. Quindi continuiamo ad ascoltare le opinioni dei clienti per il futuro. A causa della democratizzazione dei social network come YouTube, TikTok o Instagram, i clienti sono interessati non solo alla fotografia, ma anche ai video. Le generazioni più giovani richiedono immagini di alta qualità perché vogliono esprimere i propri pensieri ed emozioni. Questo è il motivo per cui richiedono fotocamere con obiettivi intercambiabili. Potrebbero quindi utilizzare fotocamere APS-C, che sono più compatte rispetto alle fotocamere full-frame. Dobbiamo continuare a lavorare su questo tema per riuscire a soddisfare le richieste di questa generazione. Parliamo degli aggiornamenti firmware. Negli ultimi anni abbiamo visto molti più aggiornamenti firmware da parte di Nikon. È più semplice aggiornare le fotocamere mirrorless rispetto alle DSLR? Stanno accadendo molte innovazioni, soprattutto quando si tratta di processori e sensori per fotocamere mirrorless. Con queste informazioni e conoscenze accumulate, possiamo estendere ulteriormente queste funzionalità. Anche dopo che i nostri utenti avranno acquistato un prodotto, con questi aggiornamenti firmware potranno continuare a divertirsi e a utilizzare la propria fotocamera Nikon Z. Vogliamo superare le aspettative dei nostri clienti. Ai tempi delle DSLR, facevamo molto affidamento sullo specchio e sugli elementi meccanici all'interno della fotocamera. È vero che per le ibride diamo maggiore enfasi agli aggiornamenti del firmware. Ad esempio, abbiamo ricevuto molti feedback dai nostri utenti quando abbiamo introdotto per la prima volta la funzione di rilevamento del soggetto sullo Z7. Nikon ha anche cambiato organizzazione: gli sviluppatori di firmware sono ora più esposti rispetto a prima al feedback dei clienti, quindi possiamo riflettere rapidamente le richieste dei clienti in questi aggiornamenti. Ai tempi della pellicola e poi delle reflex digitali, stavamo già accumulando recensioni dei clienti. Ma tutto ciò che potevamo dire loro a quel punto era che avremmo incorporato questi cambiamenti nel modello successivo. Al giorno d'oggi, poiché gli sviluppatori di firmware possono identificare le cose che possono essere fatte, non dobbiamo aspettare il modello successivo per apportare miglioramenti. Alla fine del 2021, abbiamo lanciato la Nikon Z 9. Dal lancio, abbiamo ricevuto tre importanti aggiornamenti del firmware, v2.00, v3.00 e v4.00. L'aggiornamento firmware v2.00 era già pianificato. Ma per le versioni v3.00 e v4.00, la maggior parte degli articoli rifletteva le richieste o le recensioni dei clienti. Naturalmente dobbiamo considerare anche la capacità del sensore e la velocità del processore. Quindi non tutte le richieste possono essere soddisfatte, ma facciamo del nostro meglio per soddisfare il più possibile le richieste dei clienti. Prima della mia posizione attuale, ero responsabile dello sviluppo degli aggiornamenti del firmware, quindi sono molto appassionato di questo argomento. Riteniamo infatti che le attuali fotocamere mirrorless possano avere una durata di vita più lunga, soprattutto finché rimangono attuali. Come si sceglie quali funzionalità aggiungere tramite firmware e quali integrare in un nuovo modello? Innanzitutto, in termini di risorse, lo sviluppo del firmware è piuttosto limitato. Naturalmente un aggiornamento del firmware non può superare le capacità definite dall'hardware. Non possiamo aumentare la definizione di un sensore o la sua gamma dinamica, capisci (ride). Per queste richieste dobbiamo attendere il prossimo modello. Se si tratta di una richiesta relativa all'interfaccia utente, ad esempio, possiamo implementarla rapidamente e quindi incorporare tali modifiche nel case tramite un aggiornamento del firmware. Questo è il modo in cui giudichiamo se dovremmo aspettare il modello successivo o se possiamo incorporare la modifica in un aggiornamento del firmware. Inoltre, ascoltando attentamente i clienti, spesso scopriamo cose nuove che non avevamo mai notato. Impariamo molto da queste scoperte e iniziamo a lavorare su aree a cui prima non prestavamo attenzione. Hai un esempio? Sì, il suono dell'otturatore della Z 9 e della Z 8. Dato che la Z9 non ha un otturatore meccanico, abbiamo pensato che non dovesse emettere alcun suono dell'otturatore. Per questo motivo abbiamo optato per un unico suono che possa essere emesso dall'altoparlante del dispositivo. Sulla Z9 abbiamo anche posizionato l'altoparlante abbastanza vicino al mirino elettronico in modo che il fotografo potesse sentire il suono. uttavia, ci siamo resi conto che il suono dell'otturatore viene utilizzato, ad esempio, anche per comunicare con la modella. Abbiamo quindi dovuto cambiare la posizione dello speaker, ma questo riguarda la parte hardware. Poi abbiamo capito che se disponi di più opzioni per il suono dell'otturatore, puoi usarle per la comunicazione. Ci siamo anche resi conto che dovevamo regolare il livello del suono, non solo per il fotografo, ma anche in modo che la modella potesse sentirlo. Quindi, oltre all'idea del miagolio del gatto, abbiamo aggiunto la possibilità di modificare il livello del suono dell'otturatore, nonché diversi tipi di suono dell'otturatore dopo il lancio della Z 9. Puoi spiegarci in cosa consiste la mission della 1° sezione UX Planning? Come responsabile della pianificazione UX, mi occupo di progettare tutto ciò che riguarda i corpi macchina, oltre agli accessori come telecomandi e flash. Supporto anche la pianificazione degli aggiornamenti firmware per le fotocamere. Allora forse puoi dirci perché alcune fotocamere recenti come la Z 8 o la Z f non accettano più batterie di produttori terzi? Il motivo per cui alcune delle nostre fotocamere non accettano batterie di terze parti è la sicurezza. Ecco perché preferiamo utilizzare batterie Nikon ufficiali.
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  4. allegato in formato PDF (lingua inglese) : Z9Z8_TG_Wildlife_(En)01.pdf
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  5. Allora, qualcuno chieda all' Area 51 di Nikon, quella che da poco il responsabile Mitsuteru Hino, intervistato da una rivista francese, ha definito così: ...perchè i cinesi imperversano e si fanno talmente tanto concorrenza tra di loro, che sfornano di giorno in giorno prodotti che i giapponesi di Nikon da troppo tempo hanno lasciato agli alieni, nella loro Area51 appunto. Neewer sta velocemente crescendo come marchio leader nella fabbricazione di quelle sorgenti di luce artificiale che negli ultimi anni hanno fatto la fortuna di un marchio in particolare: Godox di Shenzen. Il flash in unboxing oggi è riuscito perfino a creare un'assimilazione diretta alle mirrorless Nikon, come neppure Godox aveva immaginato, inserendo una "Z" nella sigla che lo contraddistingue Così adesso, come lo si monta su di una Nikon Z, non lascia adito a dubbi sul messaggio: Si tratta di un flash a testa rotonda che sembra (ma non è) il clone del Godox V1, il quale a sua volta al momento della presentazione, sembrava (ma non era) il clone di un Profoto costosissimo, frazionando in maniera eclatante la somma necessaria ad impadronirsene. Stessa cosa oggi il Neewer Z1, venduto ad una significativa differenza di prezzo rispetto al Godox V1, che è stato da poco evoluto nella versione Pro, ma anche il Neewer ha da poco presentato la sua versione Z2, ancora più evoluta del Godox V1pro, avendolo dotato anche di un display touch. Torniamo al nostro Z1-N, acquistato su Amazon ad un prezzo speciale, cui era davvero difficile rinunciare già sulla scatola troviamo esposte le caratteristiche salienti di questo flash a slitta, dedicato prevalentemente alla fotografia di ritratto, grazie a questa sua parabola tonda e dotata di un ring magnetico, per potervi applicare gli accessori modificatori presenti in due kit optional, (identici a quelli corrispondenti al V1 Godox) mentre un dome diffusore è già incluso nella confezione, che una volta aperta si presenta così e poi, sconfezionando il tutto dai sacchetti di politene, si mostra in questo modo un flash a slitta da 555 grammi (inclusa la batteria al litio da 2600mAh) capace di funzionare con ogni fotocamera Nikon (la slitta flash delle mirrorless è infatti identica a quella delle reflex) sia in TTL flash, sia in Manual (con riduzione fino ad 1/256 della potenza massima da 76W), sia in strobo. Ovviamente, per non perdere colpi rispetto i flash Godox, anche questo può funzionare in wireless radio sia da Master sia da Slave, asservito ad altri flash analoghi Neewer, oppure ai trigger della casa. Una delle differenze infatti è l'impossibilità di utilizzare trigger o flash Godox perchè la frequenza di trasmissione è proprietaria, pur essendo sempre sulla banda dei 2,4GHz. L'altre differenza da Godox è la batteria, che pur essendo di capacità e dimensioni simillime alla VB26 Godox, non è compatibile con essa, come potete vedere Mentre gli accessori modificatori Godox per teste tonde (calamitati) sono quasi tutti compatibili I tasti funzione posteriori sono anch'essi mutuati dalla logica di funzionamento che abbiamo per anni imparato ad utilizzare sui Godox e si compongono di un multiselettore centrale, dotato di un cursore circolare concentrico, con funzione di pulsante nelle quattro posizioni indicate dalle rispettive funzioni, ma anche da regolatore senza fine delle varie funzioni attivate dai singoli tasti. Anche i menù che appaiono sul display sono copia conforme di quelli che conosciamo già dai Godox, così come le varie schermate funzione: come anche il riconoscimento automatico della focale dell'obiettivo in uso, se non si voglia invece regolare manualmente l'angolo di campo dell'emissione di luce dalla parabola Mentre il colore cambia nel passaggio in wireless radio flash, da Master (con i consueti quattro gruppi flash e 32 canali di trasmissione/ricezione) ... a Slave Dispone anche di una Modeling Led light, regolabile in 10 livelli di potenza un flash compatto e polifunzionale, inserito in un sistema in progress, che ci ripromettiamo di esplorare (se ne avremo la possibilità e la pazienza) per nulla dissimile dall'ormai sperimentato sistema Godox. Le prime foto mi parlano di una luce molto ben contrastata, quindi addomesticabile con i tanti modificatori disponibili... anche un pò vignettante ai bordi, tanto quanto basta a poter essere corretta, oppure addirittura accentuata in qusta sua tendenza, per andare a incorniciare il soggetto col quale comporremo le nostre immagini. Dopo tanti anni trascorsi a testare sorgenti luminose artificiali di tutti i generi, mi ero incuriosito di questo nuovo emergente: ed integrerò questo articolo delle foto che scatterò con esso. Che non si dica che Nikonland non ne sappia parlare... Max Aquila photo © per Nikonland 2024
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  6. Caratteristiche principali dell'obiettivo Nikon NIKKOR Z 28-400mm f/4-8 VR: Copre un'ampia gamma di lunghezze focali: da 28 mm a 400 mm, il primo tra gli obiettivi NIKKOR Z. Realizza ca. Zoom 14,2x, il rapporto di zoom più alto della sua categoria. Una distanza minima di messa a fuoco di 0,2 m nella posizione grandangolare massima e un rapporto di riproduzione massimo di 0,35x consentono agli utenti di avvicinarsi ai soggetti per un'espressione dinamica. Una lunghezza totale di ca. 141,5 mm e un peso di ca. 725 g, l'obiettivo più leggero della sua categoria, rendono questo obiettivo compatto e leggero facile da trasportare e meno gravoso durante le riprese a mano libera. Le prestazioni VR stabili equivalenti a un aumento di 5,0 stop della velocità dell'otturatore riducono efficacemente la sfocatura in ambienti scarsamente illuminati e con le riprese a mano libera. Se abbinato a una fotocamera compatibile, Synchro VR può essere attivato per ottenere una stabilizzazione fino a 5,5 stop* 1 combinando il VR integrato nella fotocamera e il VR dell'obiettivo. L'adozione di un motore passo-passo (STM) consente l'azionamento AF ad alta velocità. Il design tiene conto della registrazione video con esposizione stabile e fornisce funzioni come la soppressione del focus-breathing che riduce efficacemente lo spostamento dell'angolo di campo durante la messa a fuoco. Il supporto per l'azionamento MF lineare consente una messa a fuoco fluida. Viene fornito con un paraluce compatto e quadrato che combina prestazioni e usabilità superiori, offrendo una riduzione dell'effetto fantasma e consentendo il funzionamento dello zoom anche se montato invertito. Progettato per resistere alla polvere e al gocciolamento, con sigillatura accurata su varie parti, comprese le parti mobili del barilotto dell'obiettivo, per impedire l'ingresso di polvere e gocce d'acqua nell'obiettivo.* 2 *1 Misurato in conformità agli standard CIPA con la funzione VR impostata su “NORMALE” se combinato con fotocamere che supportano Synchro VR. *2 La resistenza completa alla polvere e al gocciolamento non è garantita in tutte le situazioni o in tutte le condizioni. L'OBIETTIVO ALL-IN-ONE CHE VA DISTANTE: NIKON LANCIA IL SUPER ZOOM FULL-FRAME NIKKOR Z 28-400MM F/4-8 VR Versatilità e portabilità con copertura dal grandangolo al super teleobiettivo MELVILLE, NY – 27 marzo 2024 Nikon Inc. ha annunciato oggi il lancio del NIKKOR Z 28-400mm f/4-8 VR, un obiettivo super zoom ad alta potenza estremamente versatile per le mirrorless full-frame/formato FX della serie Nikon Z. macchine fotografiche. Quest'ultima aggiunta alla linea in espansione di obiettivi NIKKOR Z offre il rapporto di zoom più elevato della sua categoria1, rendendolo un must per i viaggi, lo sport, la fauna selvatica in giardino e altro ancora. "Tanti fotografi e creativi apprezzeranno la versatilità del NIKKOR Z 28-400mm, che offre nitidezza, portata e sfondi fantastici", ha affermato Naoki Onozato, Presidente e CEO di Nikon Inc. "Ovunque portino i tuoi viaggi, questo è sicuramente un obiettivo da prendere in considerazione per l'imballaggio." Il NIKKOR Z 28-400mm f/4-8 VR è un obiettivo zoom ad alto ingrandimento che copre un'ampia gamma di lunghezze focali, da 28 mm a 400 mm. Sia da vicino che da lontano, dai paesaggi alle vedute lontane, gli utenti apprezzeranno l'estrema versatilità e le potenti capacità dello zoom 14,2×. Sebbene sia un super teleobiettivo zoom con una portata fino a 400 mm, è anche il più leggero della sua categoria1, con un peso di soli 725 g circa, che lo rende facile da trasportare durante i viaggi. Questo nuovo obiettivo ha anche una distanza di messa a fuoco minima2 notevolmente ridotta di soli 7,8 pollici (0,2 m) nella posizione massima del grandangolo e 3,9 piedi (1,2 m) nella posizione massima del teleobiettivo. Il rapporto di riproduzione massimo di 0,35x consente agli utenti di catturare primi piani a breve distanza di cibo, fiori e animali. Quando si scatta da lontano, gli utenti possono riempire l'inquadratura con il soggetto e ottenere comunque un piacevole sfondo sfocato. Il NIKKOR Z 28-400mm f/4-8 VR utilizza un motore passo-passo (STM), che consente una messa a fuoco automatica rapida e silenziosa, consentendo una rapida messa a fuoco su soggetti in movimento. L'obiettivo è inoltre dotato di una funzione di riduzione delle vibrazioni (VR) con prestazioni equivalenti a 5,0 stop, che aiuta a ottenere foto nitide e video stabili con facilità, anche a mano libera.3 Disponibilità da metà aprile, prezzo intorno ai 1500 euro
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  7. Ne abbiamo accennato ieri pensando fosse tutto sommato una notizia marginale per noi fotografi di Nikonland.it. RED è un nome importante in campo video cinematografico ma le ricadute verso il nostro mondo sono o saranno non particolarmente importanti. Non dopo che la causa legale intentata da RED nel 2022 è stata archiviata lo scorso aprile 2023. Invece ne riparliamo perché il web e in particolare Youtube - dove sembra che ogni videoamatore si senta abbastanza cineasta da avere una RED Komodo sul tavolo - è letteralmente impazzito, almeno quando si sono levate le luci dell'alba negli Stati Uniti. Ma andiamo con ordine. la delegazione giapponese sale sul ponte della USS Missouri per firmare i termini della resa incondizionata delle forze militari. Buona parte delle navi imperiali armate con apparecchi ottici Nikon è stata affondata anche grazie all'utilizzo del radar, invenzione americana Nikon è una società giapponese nata nel 1917 che fino al 1945 ha prodotto per lo più per la Marina Imperiale Giapponese cose progettate per ammazzare marinai e aviatori americani. Persa la guerra, durante l'occupazione americana del Giappone, Nikon si è reinventata società civile producendo binocoli e fotocamere 35mm con obiettivi dedicati che sin da subito ha venduto ai marinai, aviatori e soldati USA che tornavano a casa mostrando quei prodotti. Un famoso corrispondente di guerra americano, Dave Duncan ha fatto conoscere ai suoi colleghi la qualità degli obiettivi fotografici per Contax prodotti da Nikon, tanto che Nikon è diventato il marchio d'elezione dei reporter. Il successo commerciale negli USA è stato tale che Nikon ha aperto la sua prima - e ancora oggi più importante - filiale sulla costa EST, esportando nel continente americano, non le bombe e la bandiera del sol levante come sognava Tojo ma la tecnologia ottica di primordine che erano riusciti a sviluppare con le loro telemetro e poi con le reflex ma soprattutto con gli obiettivi Nikkor. Con lo sviluppo dell'industria dei microchip, Nikon è poi tornata alla sua primaria attività di produzione industriale sviluppando i migliori macchinari per la stampa microlitografica per la produzione di chip e display a cristalli liquidi. Solo a causa di un embargo politico deciso dal Congresso per impedire la possibilità che segreti industriali finissero in mani cinesi, Nikon è stata esclusa dal gioco della microlitografia ad oltre ultracorte, che oggi è di esclusiva pertinenza dell'alleato olandese Philips. Ma questo non toglie che Nikon sia in grado di progettare e produrre tutto ciò che crede e pensa di poter vendere. Cosa che dimostra ogni giorno, producendo fotocamere, obiettivi, sistemi di misura e controllo, macchine per la produzione 3D multimateriale in metallo, sistemi laser, sistemi medicali, robot. Finanche i sistemi di ripresa fotografica per Nasa, ESA e per la futura missione lunare Artemis III. Nikon oggi ha oltre 20.000 dipendenti che lavorano nel Sud-Est asiatico e filiali in Europa, Asia e Stati Uniti. Nikon USA continua ad essere la sua branch principale. Il bilancio è in piena salute. La cassa è piena di contanti. Tre anni fa ha emesso certificati obbligazionari speciali, coperti da Mitsubishi Bank il giorno stesso dell'emissione, per finanziare specificatamente una campagna di acquisizione di società tecnologiche strategiche. Con questa liquidità ha acquisito società in Europa e negli Stati Uniti, in campo oftalmico e robotico. prima la Z9 e adesso la Z8 hanno aperto a Nikon il mercato della produzione video di fascia bassa Con lo sviluppo del sistema Nikon Z e in particolare con il primo team di progettazione della Nikon Z9, Nikon ha stabilito di espandersi anche in campo video e poi cinema. Mentre nel video Nikon ha grande esperienza, avendo proposto sin dal primo sviluppo delle reflex digitali, fotocamere bivalenti (e dopo una breve esperienza di produzione di cinecamere negli anni d'oro della pellicola), il cinema è un ambiente più chiuso e ostile. Dove comunque il prodotto ottico Nikon è ben quotato. Basti pensare alla seconda giovinezza del mitico 300mm f/2, oramai operativo solo con attacco ARRI su videocamere da ripresa a superaltarisoluzione ad Hollywood. Si tratta di un campo ristretto, dove si conoscono tutti e se non sei californiano, non conti nulla. La stessa Canon che ha provato ad espandersi in quel campo e con la sua esperienza nella produzione di videocamere sia consumer che professionale, non ha avuto un grandissimo successo (linea specifica di videocamere serie C con attacco RF). Sony ha più vantaggio per il suo bagaglio broadcasting consolidato ma soprattutto perché possiede svariate società cinematografiche di Hollywood acquistate nei tempo d'oro (la Sony Pictures Entertainment non è altro che la Columbia, ovvero la major che aveva a contratto Cary Grant, Carol Lombard, James Stewart, Clark Gable, Frank Capra, etc. etc. etc. ...) e serve personaggi come Tom Cruise e le sue produzioni. Nikon avrebbe anche potuto avventurarsi in questo settore direttamente ma con il rischio concreto di perdere del tempo ed essere derisa. Per cui ha deciso di cercare sul mercato un candidato ideale per acquistarlo ed utilizzarlo per penetrare il mercato. Insomma, l'invasione giapponese degli USA, pacifica certo, ma non per questo meno ostile, favorita dalla atavica abitudine degli imprenditori americani a dedicarsi ad altro dopo aver lanciato un prodotto di successo. La prima valutazione nel 2021 si è concentrata su tre soggetti Blackmagic Design - quella di Da Vinci Resolve - Red Digital e la giapponese ed appannata mitica JVC, gruppo Kenwood. In Giappone le cose non si muovono se le rispettive mamme non si accordano, e si vede che Mitsubishi e Kenwood non si parlano tra loro. Gli australiani di Blackmagic sono in gran voga, grazie soprattutto al software per cui la selezione si è ristretta ai californiani di RED. Come capita in questi casi, di fronte ad una possibile acquisizione si muovono i legali. E il contatto tra Nikon e RED è avvenuto davanti al Tribunale di Los Angeles. RED è una creatura di Jim Jannard, fondata nel 1999 per diversificare l'attività. Jannard è diventato ricco fondando la Oakley, letteralmente nel suo garage nel 1975, mentre certi altri a Los Altos trafficavano con certe mele rosicchiate da microchip e vecchie tastiere riciclate dell'IBM. Il marchio Oakley è diventato famoso in campo soprattutto sportivo, appannando Rayban. E il buon Jim, dopo averne sfruttato la rete di vendita si trovò in collisione con Luxottica. Con cui dopo varie azioni legali trovò l'accordo per la cessione integrale. Alla modica cifra di 2.1 miliardi di dollari, del 2006. Red Digital Cinema Camera, società nata in un capannone della Oakley e che occupa circa 200 dipendenti, diventò così il suo giocattolo e svago. Ma l'età avanza - Jim ha 75 primavere - e la salute latita. Quindi l'intenzione di raccogliere gli ultimi soldi, intentando causa legale contro Apple, contro Sony e infine contro Nikon per infrazione di brevetti sul formato compresso del video. Con Canon si trovò l'accordo per lo scambio di licenze in cambio dell'attacco RF e delle batterie per le video camere RED. nikonizzazione pittorica di una Komodo-X di RED DIGITAL Tutto questo per puntualizzare bene la storia di entrambe le società. Red Digital Cinema Camera ha una fama consolidata in produzione cinematografiche di livello e televisive, specie nell'orbita Netflix. Produce videocamere di fascia media per quel settore (4-10.000$). Viene da un tentativo un pò scellerato di fare uno smartphone dedicato alla ripresa video che deve essere costato un sacco di soldi e non è mai entrato veramente in produzione. Lo scontro con Nikon i cui legali americani sono dei veri squali, chiusosi con l'archiviazione, dopo che Nikon ha dimostrato che la pretesa di RED è simile a quella di chi pretenderebbe di avere dei diritti sull'acqua potabile estratta con metodi industriali diversi dalla raccolta di acqua piovana, si è trasformato in un incontro formale per l'acquisizione integrale della società. Non essendo quotata non abbiamo idea di quale sia la cifra pattuita e nel comunicato stampa ovviamente non se ne parla. Ma radio-Hollywood parla di un corrispettivo non trascurabile per Jannard e il suo vice Land, oltre all'assicurazione - classica - che la società e i dipendenti non verranno toccati dopo l'acquisizione. RED KOMODO 6K ... con davanti un 15mm ZEISS Ed ecco quindi il comunicato stampa, alla fine delle trattative formalizzate nei giorni scorsi. Nikon acquisirà il produttore statunitense di fotocamere cinematografiche RED.com, LLC Accelerazione dell’espansione nel mercato delle telecamere cinematografiche digitali professionali 7 marzo 2024 TOKYO – Nikon Corporation (Nikon) annuncia con la presente la stipula di un accordo per l'acquisizione del 100% degli interessi associativi in circolazione di RED.com, LLC (RED) in base al quale RED diventerà una consociata interamente controllata da Nikon, in seguito ad un acquisto di quote di partecipazione Accordo con il Sig. James Jannard, il suo fondatore, e il Sig. Jarred Land, il suo attuale presidente, soggetto al soddisfacimento di alcune condizioni finali ai sensi dello stesso. Fin dalla sua fondazione nel 2005, RED è stata in prima linea nelle telecamere cinematografiche digitali, introducendo prodotti che definiscono il settore come l'originale RED ONE 4K fino all'innovativo V-RAPTOR [X] con la sua tecnologia di compressione RAW proprietaria. Il contributo di RED all'industria cinematografica non solo le è valso un Academy Award, ma l'ha anche resa la telecamera preferita da numerose produzioni hollywoodiane, celebrata da registi e direttori della fotografia di tutto il mondo per il suo impegno nell'innovazione e nella qualità dell'immagine ottimizzata per i più alti livelli di produzione cinematografica e produzione video. Questo accordo è stato raggiunto come risultato del desiderio reciproco di Nikon e RED di soddisfare le esigenze dei clienti e offrire esperienze utente eccezionali che superino le aspettative, unendo i punti di forza di entrambe le società. L'esperienza di Nikon nello sviluppo dei prodotti, l'eccezionale affidabilità e il know-how nell'elaborazione delle immagini, nonché nella tecnologia ottica e nell'interfaccia utente, insieme alla conoscenza di RED nelle telecamere cinematografiche, inclusa l'esclusiva tecnologia di compressione delle immagini e la scienza del colore, consentiranno lo sviluppo di prodotti distintivi in il mercato delle fotocamere cinematografiche digitali professionali. Nikon sfrutterà questa acquisizione per espandere il mercato in rapida crescita delle fotocamere cinematografiche digitali professionali, basandosi sulle basi commerciali e sulle reti di entrambe le società, promettendo un futuro entusiasmante di sviluppo di prodotti che continuerà ad ampliare i confini di ciò che è possibile nella produzione di film e video. *** Conseguenze reali ? Soffermiamoci sull'ultimo capo del comunicato stampa : "Nikon sfrutterà questa acquisizione per espandere il mercato in rapida crescita delle fotocamere cinematografiche digitali professionali, basandosi sulle basi commerciali e sulle reti di entrambe le società, promettendo un futuro entusiasmante di sviluppo di prodotti che continuerà ad ampliare i confini di ciò che è possibile nella produzione di film e video." E' la risposta alla volontà Nikon di entrare in un mercato chiuso e protetto, dominato da pochissimi. Lo fa avendo già un piede dentro ed avendo dietro la sua filiale più potente, ovvero Nikon USA. E' evidente che, pur mantenendo RED una società separata, questa sarà colonizzata da uomini di Nikon USA e che ogni occasione di business nel continente sarà sfruttata congiuntamente. Portando prodotti RED e Nikon insieme, costruendo una offerta piuttosto irresistibile anche se non al livello altissimo possibile solo per Sony con le sue videocamere Venice (quelle usate per Top Gun II e l'ultimo Mission Impossible). Per tutti i budget. La prova sta nel chiasso che ogni youtuber si sta sentendo in dovere di fare sul proprio canale praticamente da ieri sera. Tutti con toni abbastanza entusiastici, nel vero. Nikon acquisisce anche tutti i brevetti di RED, sia in campo di codec/compressione che di utilizzo e sviluppo della tecnologia dei sensori. Che sono si dei global shutter ma di taglio cinema (Super35 25x19mm) e pensati per formati ad alta risoluzione in movimento e non per le foto. Le videocamere RED hanno attacco Canon e batterie Canon. Qualche cosa che dovrà essere sanata al più presto da Nikon, pur mantenendo l'assistenza e la garanzia sul parco installato. Tenendo conto che la gran parte delle camere in circolazione sono di proprietà di società che le noleggiano ai cineasti meno robusti, a giornata o a week-end. Ma naturalmente di qui si potrà sviluppare sul mercato un business che Nikon negli anni ha trascurato, lasciandolo in mano ad altri attori. Nikon non è fatta solo da giovani ingegneri, è controllata da manager maturi i cui genitori hanno fatto la guerra e i cui nonni sono cresciuti nel culto della tecnologia tedesca. Pensare che ad Hollywood si fa il cinema con videocamere Sony ma con davanti obiettivi Zeiss o Leica deve essere come sventolare un drappo rosso davanti agli occhi per loro. una tentazione irresistibile quella di immaginare soluzioni di quel livello, sostenute dai mezzi economici e tecnici di Nikon, di videocamere RED Digital con davanti ottiche cine Nikon. Ottiche CINE Nikon che, con attacco Z, potremmo tendenzialmente utilizzare anche noi su Z8, Z9 e Z6 III. Vi immaginate un Noct 58/0.95 in formato CINE in mano ad un novello Kubrik ? E un rinnovato 300mm f/2 o 200mm f/2 CINE con attacco Z, sia in versione manual che auto focus ? Ecco gli scenari aperti. Più i tanti che possiamo solo, per il momento, immaginare ...
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  8. Disponibile qui Modifiche rispetto alla versione firmware "C" da 4.10 a 5.00 Nota: gli utenti del seguente software dovranno aggiornare alle versioni più recenti. • Camera Control Pro 2 versione 2.37.0 o successiva, NX Studio versione 1.6.1 o successiva e SnapBridge versione 2.11.0 o successiva. Nota: le modifiche elencate di seguito sotto "Fotografia di immagini fisse", "Registrazione di video", "Riproduzione", "Controlli", "Display" e "Rete" sono presentate in dettaglio nella Manuale di aggiornamento firmware supplementare. Nota: a causa dell'aggiunta di nuove opzioni di menu, alcune opzioni del menu Personalizzazioni sono state rinumerate. ■ Fotografia di immagini fisse • Sono state aggiunte e modificate le seguenti funzioni a [Acquisizione auto] in [MENU DI RIPRESA FOTO]. - Data e ora per avviare l'acquisizione auto possono ora essere configurate in anticipo - È stato aggiunto [DX (24x16)] alle opzioni dell'area immagine - È stato aggiunto [Aeroplani] alle opzioni del tipo di rilevamento del soggetto - Acquisizione auto è ora disponibile con le impostazioni di messa a fuoco manuale della fotocamera - L'aspetto e alcuni nomi di voci nel display delle impostazioni sono stati modificati - Il campo di rilevamento disponibile per [Avanzati: distanza] è stato ampliato • È stata aggiunta un'opzione [C15] acquis. fotogramma alta velocità + modo di scatto. • È stata aggiunto il modo di impostazione frequenza a [Riduzione sfarfall. alta frequenza] in [MENU DI RIPRESA FOTO] che consente la configurazione delle premisurazioni della frequenza. • È stato aggiunto [Ritratto con toni ricchi] a [Imposta Picture Control]. • È stato aggiunto [Regolazione impressione ritratto] a [MENU DI RIPRESA FOTO]. • È stato aggiunto [Effetto pelle soft] a [MENU DI RIPRESA FOTO]. • È stato aggiunto [Modo NR su ISO elevati] in [MENU DI RIPRESA FOTO] che consente di selezionare un modo di elaborazione della riduzione disturbo. • Nuove opzioni di qualità dell'immagine disponibili per acquis. fotogramma alta velocità + ripresa con [Imp. qualità dell'immagine] > [Qualità dell'immagine (HSFC)] in [MENU DI RIPRESA FOTO]. • Lo zoom di visualizzazione live view va ora fino al 400%. • La lampada LED continua di Profoto A10 può ora essere utilizzata come illuminatore ausiliario AF. Nota: l'aggiornamento firmware è necessario per Profoto A10. Vedere il sito web aziendale di Profoto per i dettagli. ■ Registrazione di video • Sono state aggiunte e modificate le seguenti funzioni a [Acquisizione auto] in [MENU DI REG. VIDEO]. - Data e ora per avviare l'acquisizione auto possono ora essere configurate in anticipo - È stato aggiunto [DX] alle opzioni dell'area immagine - È stato aggiunto [Aeroplani] alle opzioni del tipo di rilevamento del soggetto - Acquisizione auto è ora disponibile con le impostazioni di messa a fuoco manuale della fotocamera - L'aspetto e alcuni nomi di voci nel display delle impostazioni sono stati modificati - Il campo di rilevamento disponibile per [Avanzati: distanza] è stato ampliato • È stato aggiunto [Ritratto con toni ricchi] ai Picture Control. • È stato aggiunto [Regolazione impressione ritratto] a [MENU DI REG. VIDEO]. • È stato aggiunto [Effetto pelle soft] a [MENU DI REG. VIDEO]. • Sono state aggiunte e modificate le seguenti funzioni a [Zoom digitale alta risoluzione] in [MENU DI REG. VIDEO]. - Il colore del bracketing dell'area AF messa a fuoco mostrato sulla visualizzazione di ripresa quando Zoom digitale alta risoluzione è attivato è stato modificato. - Le operazioni dello Zoom digitale alta risoluzione possono ora essere eseguite utilizzando il selettore secondario. • Lo zoom di visualizzazione live view va ora fino al 400%. ■ Riproduzione • È stato aggiunto [Velocità di riproduzione video] nel menu "i" di riproduzione video. • È stato aggiunto [Personalizza opzioni ritocco] a [Ritocco] nel menu di riproduzione "i". • È stato aggiunto [Rotazione auto immagine] nel menu riproduzione. • È stato aggiunto [Opzioni riprod. automatica serie] a [Riproduzione serie] nel menu riproduzione. • Lo scorrimento delle immagini ora mantiene l'orientamento corrente anche se la fotocamera viene ruotata. • La velocità di riproduzione video attuale viene ora visualizzata nel display di riproduzione durante la visualizzazione di un video a pieno formato. • È stato aggiunto [4608x3072; 14,2 M] a [Ritocco] > [Ridimensiona] nel menu di riproduzione "i" quando sono visualizzate immagini RAW. ■ Controlli • Sono state fatte aggiunte ai controlli personalizzati e ai ruoli assegnabili tramite le seguenti voci nel [MENU PERSONALIZZAZIONI]. - f1 e g1[Personalizza menu <i>] - f2[Controlli personalizz. (ripresa)] e g2[Controlli personalizzati] - f3[Controlli personalizz. (riproduz.)] Scegliere [Pref. punto AF (priorità volto)] per f3 [Controlli personalizz. (riproduz.)] > [Ghiera principale] o [Ghiera secondaria] > [Posiz. zoom avanzam. fotogr.]. Le impostazioni per f3 [Controlli personalizz. (riproduz.)] > [Ghiera principale] o [Ghiera secondaria] > [Avanzamento fotogramma] possono ora essere applicate mentre si scorre tra le immagini durante lo zoom in riproduzione. La selezione del modo monitor può ora essere assegnata ai pulsanti Proteggi/Fn4 e Audio. • I modi di ripresa ora possono essere selezionati singolarmente in modo foto e standard video. Nota: i modi di ripresa in tutti i set di ripresa da "A" a "D" sono impostati su P subito dopo l'aggiornamento firmware. • È stato aggiunto [Larghezza limite punto AF] ad a11 [Visualizzazione punto AF] nel [MENU PERSONALIZZAZIONI]. • È stata aggiunta una voce [Apertura massima Lv durante Mf] al [MENU PERSONALIZZAZIONI] nella posizione di a14. • Sono state aggiunte le voci [Prem. a metà per annul. zoom (MF)] al [MENU PERSONALIZZAZIONI] nelle posizioni d19 e g17. • Il bilanciamento del bianco e la compensazione dell'esposizione possono ora essere regolati mentre le impostazioni della funzione di ripresa vengono richiamate con la pressione del pulsante (tenere premuto). • Sono state apportate modifiche alla modalità di esecuzione di un pieno formato con [Formatt. card di memoria] nel [MENU IMPOSTAZIONI]. ■ Display • È stata cambiata la posizione in cui l'avvertenza alta temperatura della scheda di memoria viene visualizzata in standard video. ■ Rete • Viene ora visualizzata un'avvertenza quando la connessione a un accessorio ATOMOS AirGlu BT è instabile o interrotta. • È stato aggiunto [Connessione Wi-Fi (STA mode)] che consente di connettere la fotocamera allo smart device tramite un access point LAN wireless. • I numeri di porta possono ora essere specificati utilizzando [Collega a server FTP] in [MENU OPZIONI DI RETE]. • È stato aggiunto [Carica in formato HEIF] a [Collega a server FTP] > [Opzioni] in [MENU OPZIONI DI RETE]. Nota: le immagini HEIF convertite non sono memorizzate sulla scheda di memoria. • Gli accessori ATOMOS AirGlu BT e le impugnature remote MC-N10 possono ora essere utilizzati insieme. • L'indirizzo IP ottenuto automaticamente verrà mantenuto dopo che l'indirizzamento IP automatico è stato disattivato. • Gli indirizzi gateway/server DNS ottenuti automaticamente vengono ora visualizzati nel display di modifica TCP/IP. • I nomi file dell'immagine e dell'audio ora corrispondono se il nome file dell'immagine viene rinominato durante il trasferimento. ■ Altre modifiche • Quando [Modo area AF] è impostato su [Tracking 3D] e il soggetto umano è grande rispetto al fotogramma e più occhi vengono rilevati vicino al punto AF di tracking, la fotocamera assegna la priorità per la messa a fuoco all'occhio più vicino al punto. • Il tempo in cui la visualizzazione di ripresa diventa scura dopo il rilascio dell'otturatore quando è selezionato [ON] per [Riduzione dello sfarfallio foto] nel [MENU DI RIPRESA FOTO] è diventato più breve. • L'istogramma RGB è ora più facile da visualizzare quando [Modo 1] o [Modo 2] è selezionato per d12 [Colori caldi display] nel [MENU PERSONALIZZAZIONI]. • [MENU IMPOSTAZIONI] > [Versione firmware] ora mostra il firmware "G" del modulo GNSS. • L'aggiornamento firmware del modulo GNSS è ora disponibile. Nota: il secondo aggiornamento non è necessario se il firmware "G" del modulo GNSS è già 0.17, dato che per tale versione, il miglioramento è già stato effettuato. Nota: fare riferimento a "Aggiornamento firmware del modulo GNSS" per le procedure di aggiornamento. • Il firmware per il modulo GNSS è stato aggiornato. - Prestazioni di acquisizione migliorate quando utilizzate in determinate aree dove è possibile acquisire il satellite Quasi-Zenith "QZSS". • Sono stati risolti i seguenti problemi: - I valori di regolazione fine impostati in [Opzioni di regolazione fine AF] nel menu impostazioni non venivano applicati quando il soggetto veniva rilevato con [AF area estesa (piccola)], [AF area estesa (grande)], [AF area estesa (C1)] o [AF area estesa (C2)] selezionato per [Modo area AF]. - La commutazione al display di riproduzione e il tentativo di azionare il selettore secondario non avevano il risultato previsto mentre la spia di accesso scheda di memoria era accesa dopo la ripresa in sequenza quando [Riproduzione serie] > [Selet. second. mostra 1° scatto] in [MENU RIPRODUZIONE] era attivato. - A volte non era possibile ottenere un'esposizione ottimale durante la ripresa in sequenza o la ripresa con cambio messa a fuoco. - Il rilascio dell'otturatore a volte era disabilitato quando "Posa B" era selezionato per il tempo di posa. - A volte, i soggetti non potevano essere rilevati nella posizione corretta durante la ripresa ripetuta di aeroplani.
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  9. una splendida ottica Nippon Kogaku Tokyo (Nikon) per telemetro Nikon. [ci perdonino i nikonisti italiani per questo titolo inglese, purtroppo rende il concetto molto più di una lunga frase italiana che avrebbe meno effetto del tipo : "Fotocamere Nikon all'antica, quale potrebbe essere il loro sviluppo ?"] Fenomeno Fujifilm X100 che, giunta alla sesta edizione pare un successo planetario se stiamo a sentire le fonti di parte. Si dice che gli ordini abbiano superato di 35 volte quelli delle Sony di taglia paragonabile. Possibile, possibilissimo, nonostante un prezzo non proprio abbordabilissimo. Ma comunque, considerato l'obiettivo integrato, inferiore a quello della pur celebrata (e di successo) Nikon Zf. Ci interessa poco se non in termini di fenomeno. Esistono giustificazioni valide per entrambi i modelli (estendibili in parte anche alle Zfc). Voglia di stile in un mare di fotocamere anonime e tutte uguali. Impostazione vecchia scuola. Slow Photography. Etc .etc. Che sono le stesse ricette usate da Nikon nel suo primo tentativo con la reflex Df oltre 10 anni fa. Replicato con la Zfc nel 2021 e doppiato con la Nikon Zf nel 2023. Ma sono passati solo sei mesi dalle prime consegne della Zf e sembra un secolo. Perché, appunto, le novità tolgono il palcoscenico ai modelli precedenti. Se possiamo dire una malignità, Nikon ha un retaggio passato storico a cui rifarsi direttamente. Certi concorrenti invece inventano modelli che si rifanno ad un'epoca, quando magari loro a quel tempo producevano altro. Ma ci interessa poco. Sicuramente al quartier generale Nikon si stanno interrogando su come guidare il fenomeno in futuro e come alimentarlo già oggi. Su questo ultimo punto, lo abbiamo già detto ma ci permettiamo di sottolinearlo ancora in questa occasione, per vendere Zfc e Zf, dopo l'eccitazione iniziale, non c'è che un modo. Presentare nuovi obiettivi in stile, possibilmente con l'anello di comando del diaframma integrato. Perché i pochi, e finti, sinora offerti insieme a Zfc e Zf non bastano. E non si può pretendere che i proprietari di Zfc e Zf si facciano vedere in giro con zoom argentati oppure con obiettivi fissi pensati per corpi dall'ergonomia moderna come Z8 e Z9, ben più comodi da usare e più aggraziati una volta innestato davanti un obiettivo da 10-20 cm. Questo basterebbe a ridare spunto a due modelli che oramai sono relegati ad un ruolo di "catalogo". Ma poi ? Ma poi ... c'è tutto un mondo. Dopo la Zf Nikon deve riprendere anche le telemetro, abbandonate per le reflex a partire dal 1959 ma che adesso con la scomparsa del mirror-box, potrebbero facilmente essere reinventate. Con la stessa logica, estetica e concetto vintage ma contenuto aggiornato, della Nikon Zf. e quindi spazio ad S ed SP, purché, anche qui, davanti non ci si obblighi a dover montare 50 e 20mm da 12 cm di lunghezza, quando non zoom da sette etti o più. non ci interessa che il telemetro resti ottico - anzi, quello lo lasciamo a Leica con le sue M che sono rivolte ad altro pubblico - piuttosto che all'estetica si leghi veramente una operatività materialmente affine al tempo. Quindi obiettivi compatti e leggeri, ma con l'anello di controllo del diaframma. Nikon stessa ha nella sua galleria dei miti dell'epoca, vere e proprie gemme ottiche che potrebbero essere rinnovate facilmente, con la libertà del nuovo attacco Z. Possibilmente non alle cifre dei fissi di classe S da 2000 e più euro ... Noi siamo sicuri che una moderna SP avrebbe un largo consenso e non solo tra i nikonisti. Anche perché avrebbe un corredo di obiettivi intercambiabili da mettere davanti a quel corpo senza un inutile finto pentaprisma. Senza inventarsi improbabili zoom digitali sull'obiettivo fisso, come fa la concorrenza. Ma siamo partiti parlando di una fotocamera che fa della praticità dell'ottica integrata uno dei suoi punti di forza. E anche qui Nikon ha dei precedenti illustri non ancora del tutto dimenticati, come le compatte a pellicola serie Ti. come questa 35Ti del 1993, accompagnata dalla 28Ti del 1994. Non è questo il concetto - macchina di nicchia ad ottica fissa di ottime caratteristiche - che sta cavalcando la stessa Leica con le sue Q (e come dimenticare le Sigma Foveon ad ottica fissa proposte in varie versione con ottica differente ?). Nikon ha fatto un tentativo - fallito - nel recente passato digitale con la Coolpix A, macchina compatta che abbinava il sensore APS-C da 16 megapixel della D7000 ad un obiettivo fisso retraibile da 18,5mm. era lenta come una lumaca e tecnologicamente in retroguardia (niente mirino) ma affascinante e proposta in due diverse fragranze di finitura. Nikon ha la tecnologia oggi, ha il mercato, ha l'opportunità di proseguire nel fortunato esperimento iniziato - con successo - con Zfc e Zf e fare ben di meglio di Fujifilm e Leica. Che non devono restare esperimenti isolati ma rientrare in un disegno logico e sviluppato nel tempo. Perché Nikon non finisca come Germanico, orgoglioso condottiero dal destino segnato, che osserva un futuro che poteva essere e che però non sarà mai. Che ne pensano i nikonisti che leggono queste pagine ? Commento libero come al solito.
    11 punti
  10. E' disponibile il nuovo firmware 1.60 per la Nikon Zfc (qui) presentato in anteprima la scorsa settimana al CP+ di Yokohama. il file è già scompattato, non è necessario fare altro che caricarlo su una scheda di memoria per fare l'aggiornamento. L'aggiornamento è cumulativo, quindi non dovete preoccuparvi di fare aggiornamenti intermedi se vi siete dimenticati - come noi - di fare un intervento precedente. Modifiche rispetto alla versione firmware "C" da 1.50 a 1.60 • Sono ora disponibili altre opzioni colore di sfondo per la voce [Visualizzazione informazioni] nel [MENU IMPOSTAZIONI]. • È stata aggiunta una voce [Schermata avvio] nel [MENU IMPOSTAZIONI]. All'accensione della fotocamera viene visualizzata una schermata avvio. • È stato aggiunto [Indicatore cornice REG rossa] al [MENU PERSONALIZZAZIONI] nella posizione g7. • È stato risolto un problema per cui [Modo di scatto] non poteva essere regolato correttamente utilizzando il pulsante Fn in modo AUTO quando [Modo di scatto] era stato assegnato al pulsante Fn. Aggiornamento la procedura è la consueta. Al termine dopo aver spento la fotocamera, compariranno le novità. La più utile a nostro avviso è la cornice rossa che avvisa che si sta facendo una ripresa video (tasto REC) ma poi sono state aggiunte delle "carinerie" in linea con il prodotto sul piano estetico la schermata in fase di avvio presenta una brevissima animazione In sostanza, una dimostrazione della cura di Nikon verso questa particolare fotocamera, nulla di prezioso ma un segno distintivo e di attenzione.
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  11. Nikon sta lavorando direttamente con NASA per sviluppare una versione della Z9 adattata alle esigenze specifiche degli astronauti per l'uso nella missione Artemis III destinata al viaggio sulla Luna nella sua regione artica, prevista per il 2026. questa versione sarà protetta per essere utilizzata a temperature estreme (+/- 100 °C) e con guanti speciali, quindi dovrà avere comandi e bottoni adattati ad un uso semplificato e sensibilità adeguata all'illuminazione disponibile. Ma non sarà la solita Z9 a lasciare il pianeta. Come ci si potrebbe aspettare, la Z9 sarà pesantemente modificata per gestire sia i rigori dei viaggi spaziali che la vita sulla luna. Nikon e NASA stanno riprogettando i circuiti per evitare che le radiazioni cosmiche danneggino la fotocamera, e verrà aggiunta una nuova impugnatura con pulsanti speciali per i controlli comuni in modo che gli astronauti possano azionarla indossando i guanti. Il firmware personalizzato modificherà la riduzione del rumore, le funzionalità HDR, i menu, la numerazione dei file e altro ancora. Anche diversi obiettivi Nikkor Z verranno modificati per adattarsi alla superficie della luna. Il risultato finale è un dispositivo che la NASA chiama HULC (Handheld Universal Lunar Camera). Come comunica la NASA , si tratta di un enorme passo avanti rispetto a quando gli astronauti dell'Apollo utilizzavano fotocamere a pellicola di grande formato senza mirino fissate alle loro tute spaziali all'altezza del torace. La Z9 si dirigerà verso lo spazio a bordo dell'enorme razzo Space Launch System, che trasporterà la navicella spaziale Orion che effettuerà il viaggio sulla luna e ritorno. La capsula si unirà all'astronave progettata da SpaceX, che effettuerà l'allunaggio. Sei giorni e mezzo dopo, la "nave stellare" tornerà nello spazio per incontrare la Orion per il viaggio di ritorno sulla Terra, dove ammarerà nell'Oceano Pacifico. La MIRRORLESS VA SULLA LUNA: NIKON SIGLA UN ACCORDO SPACE ACT CON LA NASA PER IL SUPPORTO ALLA MISSIONE ARTEMIS CON LA FOTOCAMERA NIKON Z 9 Nikon e NASA collaborano allo sviluppo di fotocamere portatili MELVILLE, NY (29 febbraio 2024) – Nikon Inc. ha stipulato un accordo Space Act con la National Aeronautics and Space Administration (NASA) per supportare la campagna Artemis dell'agenzia con lo sviluppo della Handheld Universal Lunar Camera (HULC). La Nikon Z 9, l'ammiraglia mirrorless full frame di Nikon, implementata nel sistema HULC, sarà la fotocamera portatile per l'imminente missione Artemis III che verrà utilizzata dall'equipaggio che ritorna sulla superficie della Luna. La campagna Artemis è un’impresa ambiziosa e importante per l’umanità. Artemis ci riporterà sulla Luna per stabilire una base per la ricerca scientifica e l'esplorazione lunare a lungo termine, che alla fine fungerà da passaggio per il viaggio su Marte. Fin dalle prime incursioni dell'umanità nello spazio, le fotocamere portatili sono state utilizzate per documentare il viaggio, rimandando immagini iconiche e per la ricerca. Questo accordo Space Act è una collaborazione tra la NASA e Nikon Inc. per garantire che l'attuale fotocamera full-frame all'avanguardia possa sopravvivere agli ambienti lunari sviluppando al contempo una piattaforma efficiente e ottimale per l'acquisizione di immagini e video per la missione. “L’opportunità di collaborare con la NASA in questa impresa è semplicemente esaltante e allo stesso tempo umiliante, poiché ci rendiamo conto che i benefici di questa missione hanno il potenziale di influenzare tutta l’umanità in futuro”, ha affermato Naoki Onozato, Presidente e CEO di Nikon Inc. “Come uno dei tanti fornitori e produttori che collaborano con la NASA nell’ambito dello Space Act, il nostro obiettivo è equipaggiare al meglio l’equipaggio mentre riporta coraggiosamente l’umanità sulla superficie della Luna, e possibilmente oltre”. La missione Artemis III prevede il lancio del razzo SLS (Space Launch System) della NASA con la navicella spaziale Orion dell'agenzia nel settembre 2026. La storica spedizione dell'equipaggio sarà il primo sbarco umano sulla superficie lunare dal 1972, e questa missione segnerà anche il primo volta che una donna camminerà sulla Luna. Durante questa missione di 30 giorni, l'equipaggio entrerà nell'orbita lunare, dopodiché due astronauti atterreranno sulla superficie lunare nel modulo lunare (Starship Human Landing System di SpaceX). Dopo aver trascorso circa sette giorni sulla superficie lunare conducendo ricerche e numerose passeggiate lunari, torneranno sulla navicella spaziale Orion per unirsi agli altri due membri dell'equipaggio e tornare sulla Terra. Per aiutare a catturare le immagini, la missione ha bisogno di una piattaforma fotografica comune per ridurre la massa complessiva e gli sforzi di sviluppo, semplificando al tempo stesso la formazione e aumentando l’efficienza. Informazioni sulle fotocamere modificate La superficie lunare e l’ambiente lunare sono un vuoto duro e spietato, che pone molteplici sfide tecnologiche e ingegneristiche. La superficie è soggetta a forti sbalzi termici, con un costante bombardamento di radiazioni cosmiche che possono danneggiare i componenti elettrici. Gli ingegneri di Nikon stanno lavorando a stretto contatto con la NASA per sviluppare soluzioni in grado di massimizzare l'affidabilità quando si opera in questo tipo di ambiente estremo, inclusa la riprogettazione di vari circuiti e sequenze di controllo all'interno della fotocamera per resistere a grandi quantità di radiazioni. Verrà inoltre fornito supporto per i test del vuoto termico, eseguendo vari test e simulazioni per garantire che la fotocamera mantenga lo stato operativo quando si trova a 238.000 miglia di distanza dalla Terra. Inoltre, la telecamera dovrà essere utilizzata dagli astronauti durante le attività extraveicolari (EVA), ovvero i casi in cui l'equipaggio sarà nello spazio o durante le passeggiate lunari. Affinché gli astronauti possano utilizzare comodamente e facilmente la Z 9 indossando i guanti spessi di una tuta spaziale, la NASA sta sviluppando un'impugnatura personalizzata, che include controlli comuni come il rilascio dell'otturatore, la riproduzione, il cambio di acquisizione di foto/video e altro ancora. Questa impugnatura si collegherà alla fotocamera tramite il terminale a 10 pin, che sarà utilizzabile con firmware personalizzato specializzato creato per le fotocamere. Per proteggere la fotocamera, l'obiettivo e l'alloggiamento durante l'EVA, la NASA creerà una speciale "coperta termica", simile a quelle attualmente utilizzate durante le passeggiate spaziali esterne dagli astronauti della Stazione Spaziale Internazionale. Per la missione verrà utilizzata anche una selezione di obiettivi NIKKOR Z e quelli che verranno utilizzati attivamente sulla Luna verranno modificati per resistere al rigido ambiente lunare. Come le telecamere utilizzate dall'equipaggio della Stazione Spaziale, anche il firmware verrà modificato appositamente per questa missione. Queste modifiche includono la considerazione dei diversi circuiti, l’espansione della riduzione del rumore a velocità dell’otturatore inferiori per tenere conto degli effetti del costante bombardamento di radiazioni cosmiche che l’equipaggio e l’attrezzatura incontrano. Sono state apportate ulteriori modifiche alla sequenza di denominazione dei file, nonché alle impostazioni e ai controlli predefiniti ottimizzati per le missioni esterne. Sono state apportate modifiche anche al controllo della comunicazione interna alla fotocamera per semplificare il flusso di lavoro dell'astronauta. Ulteriori modifiche includono l'ottimizzazione dello scudo dell'otturatore, funzionalità HDR migliorata e impostazioni predefinite modificate per le voci di menu. Raccontare la storia insieme Le fotocamere Nikon sono state ampiamente utilizzate dalla NASA e dalle agenzie spaziali, più recentemente con l'arrivo della fotocamera Z 9 non modificata all'equipaggio della Stazione Spaziale Internazionale. Sin dalla missione Apollo 15, avvenuta più di 50 anni fa, le fotocamere e gli obiettivi Nikon sono stati utilizzati dalla NASA per l'esplorazione spaziale. A partire dal 1999, le fotocamere Nikon (Nikon F5) e gli obiettivi NIKKOR sono stati utilizzati a bordo della ISS per aiutare nella ricerca scientifica, nella manutenzione e per aiutare gli astronauti a catturare immagini iconiche della Terra, dei cieli e oltre. Per ulteriori informazioni sull'accordo NASA Space Act e un elenco degli attuali accordi Space Act, visitare il sito Web qui . La NASA firma un accordo con Nikon per sviluppare la fotocamera Lunar Artemis 29 FEBBRAIO 2024 Quando la NASA invierà per la prima volta gli astronauti nella regione del Polo Sud della Luna con la sua campagna Artemis, cattureranno foto con una fotocamera portatile per aiutare a far avanzare la ricerca e la scoperta scientifica a beneficio di tutti. La NASA e Nikon Inc. hanno recentemente firmato un accordo Space Act che delinea come lavoreranno insieme per sviluppare una fotocamera portatile in grado di operare nel duro ambiente lunare per l'uso a partire da Artemis III . Fotografare la regione lunare del Polo Sud richiede una fotocamera moderna con capacità specializzate per gestire le condizioni di illuminazione e le temperature estreme uniche della zona. L’accordo consente alla NASA di avere una fotocamera spaziale pronta per l’uso sulla superficie lunare senza la necessità di svilupparne una da zero. Prima dell’accordo, la NASA ha eseguito i test iniziali su una fotocamera Nikon Z 9 standard per determinare le specifiche necessarie per operare sulla superficie lunare. Con l'accordo in vigore, i team del Marshall Space Flight Center della NASA a Huntsville, in Alabama, insieme a Nikon, hanno iniziato a lavorare per implementare le modifiche necessarie e sviluppare la HULC (Handheld Universal Lunar Camera), la fotocamera di prossima generazione dell'agenzia che gli astronauti utilizzeranno. sulla Luna. Il design risultante consiste in una fotocamera Nikon Z 9 modificata e obiettivi Nikkor, una coperta termica della NASA, che proteggerà la fotocamera dalla polvere e dalle temperature estreme, e un'impugnatura personalizzata con pulsanti modificati sviluppata dagli ingegneri della NASA per una più facile manipolazione da parte dei membri dell'equipaggio adatti che indossano guanti spessi. durante una passeggiata sulla luna. Inoltre, la fotocamera incorporerà la più recente tecnologia di imaging e avrà componenti elettrici modificati per ridurre al minimo i problemi causati dalle radiazioni, garantendo che la fotocamera funzioni come previsto sulla Luna. La fotocamera sarà la prima fotocamera portatile mirrorless utilizzata sulla Luna, progettata per catturare immagini in ambienti scarsamente illuminati. Prima delle missioni Artemis, la fotocamera verrà utilizzata presso la Stazione Spaziale Internazionale per dimostrare le sue capacità. Per oltre 50 anni, la NASA ha utilizzato una varietà di fotocamere nello spazio, comprese le fotocamere che i membri dell'equipaggio attualmente utilizzano presso la Stazione Spaziale Internazionale per scattare foto di esperimenti scientifici, operazioni quotidiane e durante le passeggiate spaziali mentre orbitano a circa 250 miglia sopra la Terra. Durante il programma Apollo, i membri dell'equipaggio hanno scattato oltre 18.000 foto utilizzando fotocamere portatili modificate di grande formato. Tuttavia, quelle telecamere non avevano mirini, quindi gli astronauti erano addestrati a puntare la telecamera all'altezza del torace, dove era attaccata alla parte anteriore della tuta spaziale. Inoltre, i membri dell'equipaggio dell'Apollo dovevano utilizzare fotocamere separate per foto e video. La nuova fotocamera lunare avrà un mirino e funzionalità video per catturare sia immagini fisse che video su un unico dispositivo. Per garantire le prestazioni della fotocamera sulla superficie lunare, la NASA ha avviato test termici, del vuoto e delle radiazioni sulla fotocamera lunare per vedere come si comporta in un ambiente simile allo spazio. I membri dell'equipaggio della NASA hanno utilizzato la fotocamera per catturare immagini di attività geologiche durante le passeggiate sulla luna simulate in Arizona, e un equipaggio internazionale di astronauti della NASA, dell'ESA (Agenzia spaziale europea) e della JAXA (Japanese Aerospace Exploration Agency) l'ha utilizzata durante l'addestramento geologico a Lanzarote, Spagna. I membri dell'equipaggio della NASA utilizzeranno la telecamera durante il Joint Extravehicular Activity and Human Surface Mobility Test Team Field Test #5, una prossima missione analogica in Arizona in cui le squadre condurranno passeggiate sulla luna simulate nel deserto per esercitarsi nelle operazioni lunari. Attraverso la campagna Artemis della NASA, l’agenzia farà sbarcare la prima donna, la prima persona di colore, e il suo primo astronauta partner internazionale sulla superficie della Luna, aprendo la strada a una presenza lunare a lungo termine e fungendo da trampolino di lancio per inviare il primi astronauti su Marte.
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  12. SmallRig 60B : una luce può cambiare modo di fotografare ? La risposta breve sembra essere si. Ma al quesito risponderà M&M. Qui, intanto, una breve anteprima. Cos'è ? E' una luce COB (ovvero un LED a circuito integrato singolo) da 60 Watt con batteria integrata, ricarica via presa USB-C. Regolabile di intensità e di temperatura colore via dimmer. Dotata anche di effetti speciali per il video (tipo televisore rotto, macchina della polizia, lampo, etc.). Come è fatto ? Arriva in una bella confezione. con dentro una splendida valigetta atta a contenere tutti gli accessori. Questo è un valore perché altre luci, anche molto più costose, non ne sono dotate. E così si finisce per perdersi qualche cosa. la dotazione prevede l'illuminatore, un riflettore standard argentato, un accessorio per tenere in mano la luce (per i video "volanti") uno per avvitare l'illuminatore su uno stativo standard e un accessorio utilissimo per montare un power bank dietro alla luce stessa in modo da aumentare l'autonomia complessiva. l'illuminatore, elegante, ben rifinito, in solido metallo. Anche i comandi e i dimmer sono ben dimensionati, affidabili, solidi. La costruzione è negli standard consueti di SmallRig. Abbiamo conosciuto questo marchio per le sue costruzioni in alluminio (cage & affini per fotocamere e video). Adesso si sta allargando anche al campo illuminazione, batterie, con lo stesso standard di qualità. Ben superiore alle solite "cineserie" da quattro soldi. il pacchetto completo. Notare i due cavi, uno corto e uno lungo, per la ricarica via porta Power Delivery di un alimentatore da almeno 60 watt o un power bank da 20 volt e 3 ampere. dettaglio dell'impugnatura manuale e del raccordo snodato per lo stativo il riflettore è responsabile della resa luminosa molto elevata l'accessorio che montato posteriormente all'illuminatore fa da morsetto al power bank accessorio (non incluso nella confezione, ma va bene uno standard di quelli per ricaricare iPhone o MacBook) qui montato sul retro, uno da 100 watt, con un cavetto usb-c adatto, direttamente alla presa di alimentazione. i comandi, il MODE per gli effetti, l'INT per la potenza, il CCT per la temperatura colore il COB è puntiforme, più piccolo di quello dei LED ad alimentazione fissa. Questione di dissipazione di calore. Questa luce ha una ventolina integrata che si innesta in fase di ricarica ma raramente durante l'uso la parte inferiore dove c'è la piastra per il collegamento dello snodo dello stativo i comandi posteriori. Il tasto ECO consente di risparmiare la batteria a discapito della potenza erogata. La presa USB-C per l'alimentazione/ricarica, il tasto di accensione con il riflettore montato l'accessorio per montare il power-bank con lo snodo ripresa dei componenti altro dettaglio del posteriore con il power bank agganciato il display che indica la fase di ricarica le dimensioni sono persino inferiori a quelle di un iPhone di vecchia generazione l'eleganza del prodotto : non vi farà mai sfigurare, specie se siete milanisti. Potenza e autonomia All'atto pratico la luce è potente. Misurata con un luxmetro, ad un metro emette con il riflettore standard la stessa potenza di un Godox LA200D. Questo perché la diffusione è puntiforme e il riflettore è pensato per accrescere l'intensità in asse. Ovviamente questo è a discapito della dimensione del cono, che "vignetterà" se utilizzato a distanza ravvicinata. Ovviamente un LA200D riprende il sopravvento se usato a distanza con il suo riflettore o con un softbox grande (figuriamoci con un ombrello). Questa annotazione per capire bene per quali usi sia pensata questa luce. Foto e video in ambienti piccoli, a distanza ravvicinata, specie a potenze ridotte, dove non si rimpiange di usare la luce diretta senza softbox. Soprattutto in luce mista ambiente/artificiale. L'autonomia è buona, 45 minuti a tutta potenza con la batteria integrata. Più del doppio con un powerbank dotato. Ore di impiego a potenze marginali. Disponendo di più power-bank si può lavorare per ore e ore distanti da prese di corrente. L'RC 60B sul dispaly indica l'autonomia residua quando non è alimentato, la carica residua in % quando è in ricarica. Ovviamente il dispositivo confonde un power bank con un alimentatore, indicando che è connesso alla rete anche quando invece c'è il power bank. Ma non è un problema. In tre mesi di utilizzo e 80.000 scatti, nessun problema. Tanto che ne è stato comprato un secondo esemplare. Ma per l'esperienza d'uso lasciamo la parola a chi lo sfrutta ad ogni seduta.
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  13. Come diventare un fotografo migliore ? Come fare foto migliori ? Devono essere quesiti comuni, a giudicare dai tanti "tutorial" che si trovano per il web. Ne è prova la risposta - molto più articolata delle attese - propostami da Copilot che riporto qui di seguito (ho omesso i link alle fonti citate nel testo) : Diventare un fotografo migliore richiede impegno, passione e costante apprendimento. Ecco alcuni consigli che potrebbero aiutarti nel tuo percorso: Leggi libri sulla fotografia: Esistono molti libri che insegnano le basi della fotografia, dalla composizione all’esposizione alla gestione della luce. Cerca guide generiche o testi mirati che approfondiscano specifici aspetti fotografici Segui fotografi famosi: Molti fotografi contemporanei condividono il loro lavoro su blog e siti web. Studia le loro opere, leggi i loro pensieri e impara dai loro stili. Anche se l’inglese potrebbe essere necessario per accedere a risorse più ampie, vale la pena esplorare il mondo della fotografia attraverso le parole e le immagini di esperti Partecipa a corsi o workshop: Se desideri una formazione strutturata, considera l’iscrizione a corsi di fotografia o workshop. Questi ti forniranno una solida base e ti aiuteranno a sviluppare le tue abilità tecniche e creative Sperimenta e pratica: Non aver paura di sperimentare con la tua fotocamera. Scatta molte foto, prova diverse impostazioni e stili. La pratica costante è fondamentale per migliorare le tue capacità fotografiche Studia la luce: La luce è l’elemento chiave nella fotografia. Impara a riconoscere la luce naturale e artificiale, e scopri come influisce sulle tue immagini. Gioca con l’illuminazione e osserva come cambiano le tue foto Analizza le tue foto: Dopo aver scattato, analizza le tue foto criticamente. Cosa funziona bene? Cosa potrebbe essere migliorato? Questo ti aiuterà a sviluppare un occhio più attento e a identificare aree di crescita Condividi il tuo lavoro: Mostra le tue foto ad amici, familiari o altri fotografi. Ricevere feedback e opinioni esterne ti aiuterà a crescere e a vedere le tue immagini da prospettive diverse Mantieniti aggiornato: La tecnologia e le tendenze fotografiche cambiano rapidamente. Segui blog, riviste e canali social per rimanere informato sulle ultime novità e ispirazioni nel mondo della fotografia Esplora diversi generi fotografici: Prova a scattare paesaggi, ritratti, street photography, macro, ecc. Ogni genere ha le sue sfide e ti aiuterà a sviluppare abilità diverse Crea una tua visione: Oltre alle tecniche, sviluppa uno stile personale. Che messaggio vuoi trasmettere attraverso le tue foto? Qual è la tua visione unica? Rispondi a queste domande e lavora per esprimerle attraverso il tuo lavoro fotografico Ricorda che diventare un bravo fotografo richiede tempo e dedizione. Continua a esplorare, imparare e divertirti con la tua passione per la fotografia! Mentre qui di seguito riporto "un decalogo", praticamente le tavole della Legge, scritte da un paesaggista anglosassone : Padroneggia la tua attrezzatura Studia la Composizione Esercitati regolarmente Cerca feedback Studia il lavoro degli altri Sperimenta stili diversi Impara dal fallimento Approfitta delle offerte educative (corsi, workshop, mostre) Avvia un progetto personale Resta ispirato Crescere come fotografo è un processo continuo che richiede dedizione, pratica e volontà di uscire dalla propria zona di comfort. Padroneggiando la tua attrezzatura, studiando la composizione, cercando feedback e sperimentando stili diversi, puoi portare la tua fotografia a nuovi livelli. Ricorda di rimanere ispirato, rimanere curioso e non smettere mai di imparare. Con il tempo e la perseveranza, continuerai a crescere ed evolverti come fotografo. Guardare indietro alle tue origini è anche un ottimo modo per vedere quanto sei migliorato, poiché quando lo viviamo quotidianamente, è difficile vedere quei macro miglioramenti. *** Onestamente non mi sento in grado di dettarvi la mia ricetta anche io. Sicuramente non sarei capace di definire una formula da applicare con costanza, con le proporzioni di questo e di quello. In fondo, la ricetta, lo ammetto, non la conosco nemmeno io. E allora vi chiederete il perché di questo editoriale quando sul web ci sono così tante ricette di bravi chef che persino un algoritmo automatico (non dei più evoluti) è in grado di declinare con nonchalance. Perché se sono convinto che due-tre dei punti elencati (in comune) siano proficui e consigliabili, credo in assoluta buona fede che nessun "metodo di lavoro razionale" possa portare a risultati consolidati e "sostenibili" - come è di moda dire oggi - senza un ingrediente fondamentale. La Passione ! Non la passione di Gesù Gristo, siamo in Quaresima ma ancora c'è tempo per Pasqua, ma la passione per la fotografia. Che non possiamo considerare semplicemente un hobby (ovvero un passatempo) alternativo ad altri, che so, alla bicicletta, alla motocicletta, alla serata poker con gli amici. Ma una necessità espressiva di ogni fotografo, equivalente a quella che muove un qualsiasi artista figurativo. Restando online, la prima definizione di Passione che ho trovato : - Vivace e lodevole inclinazione : passione per la musica, per la pittura, per la caccia; anche, l'oggetto che suscita interesse. "la fotografia è la mia passione" - Con passione, con intensità di sentimento (fotografare con passione), che può anche tradursi in entusiastica e totalitaria dedizione. Secondo me - mi sbaglierò - ma se c'è la passione (e c'è l'inclinazione, ovvero una certa predisposizione per ... la fotografia), abbiamo già due terzi del necessario. Poi naturalmente questa passione la dobbiamo coltivare. La dobbiamo coltivare nel tempo, dedicandole il tempo necessario, per il tempo necessario. Quanto di tutto questo ? E quanto basta, restando in tendenza culinaria. Anche qui non ci sono ricette adatte a tutti. Ognuno saprà/potrà/vorrà. Da 0 a 100. La fotografia è "luce". La luce è amica o nemica del fotografo. Saper vedere, leggere, sfruttare, creare, la luce giusta, consente di fare foto migliori. Tra uno scatto mediocre ed uno eccezionale quasi sempre, al di là dell'attrezzatura e del soggetto, ci sta sempre la luce giusta. Puoi usare un 600/4 ed avere di fronte una tigre del Bengala, ma se la luce ti è contraria, farai una foto mediocre come se avessi di fronte una gatta spelacchiata e il più scadente zoomone cinese. Se sai guardare bene, riesci a capire ben prima di scattare ... se è il caso di scattare o no. Sai già se la foto sarà come te la aspetti o se sarà priva di interesse. La fotografia è "pratica". Come per qualsiasi altra attività pratica, è necessario praticare la fotografia. Non si può studiare ogni libro disponibile, partecipare ad ogni workshop che ci possiamo permettere, disporre della migliore attrezzatura che il denaro può comprare, se non facciamo pratica. Bisogna fotografare ogni volta che è possibile, bisogna fotografare tanto, in tante situazioni diverse, anche mettersi alla prova in circostanze sfidanti, aggiungendo sempre un tassello al proprio bagaglio di esperienza. Che dovrà essere costantemente rinfrescata perché se non si ripetono continuamente, le esperienze accumulate si perdono, disperdono, annacquano. L'attrezzatura deve diventare una "seconda pelle", non ci deve dominare. Con la pratica la nostra attrezzatura deve diventare di utilizzo automatico. La scelta di questo o quell'apparecchio e le loro modalità di utilizzo devono diventare immediate, quasi senza pensarci. La focale, il diaframma, il tempo, la potenza etc. non devono essere oggetto di considerazione ma meccanismi intuitivi e istintivi. Senza condizionamenti e senza che il risultato ne possa essere negativamente influenzato. Non siamo fotografi mediocri perché ci manca il tal obiettivo. Non diventiamo fotografi eccezionali perché abbiamo comprato l'obiettivo eccezionale. Fotocamere e obiettivi sono solo strumenti. Dobbiamo saperli utilizzare ad occhi chiusi, senza nemmeno pensarci. a questo stadio ci si arriva esclusivamente con la pratica. E spesso, ogni volta, è necessario riprendere perché le mani seguano l'ispirazione senza influenzarla ma essendone solo duttile strumento. Gli strumenti devono essere totalmente al servizio del risultato atteso. La fotografia è "ispirazione". Chi immagina che i grandi artisti del passato si immaginassero quello che poi dipingevano sulle loro tele o nei loro affreschi, sogna. Avevano davanti modelli reali. E questi modelli li sceglievano secondo quelli che li ispiravano. Solo osservando la scena - quale che sia il nostro genere fotografico - si trova l'ispirazione. Vermeer posava diverse stoffe sulle sedie del suo studio e le lasciava là per mesi, per osservare come cambiavano con la luce diversa di ogni stagione. E noi, solo studiando le fotografie degli altri, migliori di noi, quelli che ci ispirano di più, troviamo l'idea per il nostro prossimo progetto. La fotografia è "confronto". Studiare le foto degli altri - grandissimi, grandi e meno grandi - è fondamentale per valutare le nostre fotografie. Mostrare e condividere le nostre fotografie agli altri per ascoltarne il pensiero al riguardo - che sia o meno coincidente con il nostro - è altrettanto importante. Avere spirito critico sia per le proprie foto che per quelle degli altri. Per imparare dai propri - e dagli altrui - errori, e fare meglio la prossima volta. *** Ma tutto questo promana esclusivamente dalla passione, dalla dedizione e dalla voglia di dedicarsi alla fotografia. Questo in fondo è l'unico consiglio che mi sento di offrirvi. Dedicatevi appassionatamente e con grande applicazione di autocritica alla vostra passione. Di fronte a questo non ci sono algoritmi che tengano. E non sono necessarie proporzioni, percentuali e disequazioni, Né alcun "vai al punto 2 del flowchart e reitera". Buone fotografie a tutti.
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  14. l'anagrafe parla purtroppo. Ma non dovrebbe essere un alibi. Ci sono "grandi vecchi" della fotografia che ancora fotografano, non vivono solo di ricordi. Come invece sembrano fare molti degli iscritti a questo sito. Abbiamo un migliaio di iscritti ed oltre 200 sono assidui frequentatori (a giudicare dagli accessi accreditati). Moltissimi stanno leggendo l'articolo sul quesito "Compro la Z8 o aspetto la Z6 III". E possiamo capire l'interrogativo. Ma fotografare ? E' ancora qualche cosa all'ordine del giorno ? Perché al contest dell'anno 2023, hanno partecipato una trentina. E alcuni, l'abbiamo intuito, più per moto d'orgoglio che per vero spirito di partecipazione. Siamo sicuri che sarà il loro unico atto fotografico per molti mesi a venire. Lo testimonia la partecipazione con fotografie alle Gallerie Fotografiche libere, a quelle tematiche, a quelle relative agli obiettivi. E non parliamo delle recensioni dei propri obiettivi. Capiamo anche quello. Per recensire un obiettivo posseduto, onestamente bisognerebbe usarlo. O almeno averlo usato. Invece è facile leggere di ricordi. Si, io si, mi ricordo (parafrasando scherzosamente l'ultimo Marcello Mastroianni che, avendo vissuto intensamente, ricordava di averlo fatto di persona, da vecchio). Io mi ricordo di quando fotografavo. Di quando mi appassionava usare la fotocamera. Di quando ne avevo voglia. Ma, comprendendo le ragioni di chi ha impedimenti seri cui auguriamo tutto il bene del mondo, è mai possibile che già si viva di ricordi ? Perché è proprio una cosa brutta da pensare. E certamente da ammettere. Perché un giorno, veramente, si potrà solo ricordare di aver fotografato. Ma facilmente ci saremo scordati che cosa e non avremo i vecchi album di famiglia di una volta da sfogliare con i nipotini - per chi ce li ha. Solo lard dsk oramai illeggibili e di cui non avremo altre copie. Fotografare invece è vita. E' vita vissuta. E' vita adesso. Davvero non ci posso credere. Certamente non è vero che non fotografate. Fate finta. Lo fate perché vi è antipatico l'Admin di Nikonland. Ammettetelo ! E' una ripicca ... Su mostrate un segno del fatto che ieri, oggi, l'altro ieri, avete fotografato. Un commento. Un commento fotografico a questo articoli. E dite qualche cosa di fotografico ... con una vostra riverita fotografia. Giusto qui di seguito. Fateci vedere che non vivete solo di ricordi ma che fotografi, lo siete ancora. Un ricordino primo di perdere anche quello ... oltre alla voglia di usare una Nikon ! Prima che ci prenda tutti la nostalgia di quelle foto mai scattate !
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  15. Modifiche marginali, come peraltro anticipato dal numero di release. Nikon Z7 II Nikon Z6 II *** Modificati i valori predefiniti per le seguenti impostazioni visualizzate durante la connessione in modalità wireless: Chiavi di crittografia La password visualizzata dopo il ripristino delle impostazioni predefinite della fotocamera Risolti i seguenti problemi: In alcuni casi, toccando il monitor non si spostava il punto AF nella posizione selezionata. In alcuni casi, la fotocamera impiegava del tempo tra uno scatto e l'altro se Camera Control Pro 2 veniva utilizzato per scattare foto.
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  16. tra le regolazioni più importanti che possiamo fare alle nostre fotografie, ci sono quelle relative alla riduzione del rumore digitale. Il rumore digitale è sempre presente. Noi lo percepiamo ad occhio più facilmente alle sensibilità di scatto più elevate e in situazioni di contrasto particolare. Una cosa che facciamo fatica a percepire è la riduzione relativa di nitidezza, almeno sino a quando non confrontiamo una fotografia così come ripresa ed una elaborata. Nella pratica, quando alziamo gli ISO della nostra fotocamera, imponiamo l'applicazione di un guadagno superiore allo stadio di amplificazione che è a valle del sensore di cattura. Tale "amplificazione", che sia elettrica o digitale, di fatto è sempre associata ad una di "filtraggio", ovvero di riduzione del rumore elettrico o digitale che l'amplificazione stessa induce. Queste operazioni non sono indolori. Nella pratica ad ogni passaggio/filtraggio si ha una perdita di informazione. Che ai nostri fini è una perdita di dettaglio. Insomma, la risoluzione dell'immagine è sempre quella nominale del sensore, ma la definizione della stessa è inferiore a quella che avremmo in condizioni di illuminazione ideale e alla sensibilità minima del sensore. Il software di sviluppo ci aiuta nella riduzione di queste limitazioni che nella pratica si materializzano con stampe (o anche solo immagini a video) prive di dettaglio e di mordente, scialbe. Ci sono software specializzati - veri e propri programmi a se stanti o plugin per programmi di sviluppi consolidati - che opera in vario modo in questo campo. Sono programmi che generalmente vanno acquistati a parte, la cui licenza ha un costo non trascurabile - visto che già paghiamo quella di Adobe - e il cui funzionamento dovremmo imparare per servircene a pieno. Adobe è intervenuta nei suoi sistemi e da qualche tempo abbiamo anche noi, direttamente nello sviluppo dei file - sia in Lightroom che in Adobe Camera Raw - un modulo di riduzione del disturbo digitale che opera con tecniche basate su autoapprendimento. In effetti la regolazione non è lineare, ovvero applicata allo stesso modo a tutta l'immagine, ma opera dopo un'analisi della stessa, intervenendo più dove c'è necessità e meno dove un approccio più grossolano porterebbe anziché ad un vantaggio, ad una perdita ulteriore di dettaglio e nitidezza. Operando in modo accurato e insieme agli altri strumenti che Adobe ci mette a disposizione possiamo ottenere risultati interessanti. Sia chiaro, non si arriva all'impossibile. Nè sarebbe utile. E naturalmente non in tutte le occasioni. Una foto irreparabilmente compromessa da una esposizione sbagliata, specie se sottoesposta malamente e con le ombre troppo chiuse, mossa o con dettagli impastati non porterà a risultati adeguati. Ma se la fotografia nelle sue basi ha una sua sostanza e validità, allora le cose sono diverse. Qui c'è il nostro guerriero normanno Sir Archibald ripreso sotto al portico in un pomeriggio piovoso a 6400 ISO sulla sinistra c'è il navigatore ad indicare il livello di ingrandimento. Poi c'è l'immagine di base e alla sua destra quella regolata. Ingrandendo non sfuggiranno le differenze. La pelliccia degli animali è probabilmente tra le prove più interessanti in questi tipi di sviluppo. Ma anche una foto senza alcun elemento di spicco come quella che segue, peraltro ripresa ad ISO 25600 offre qualche elemento di intervento. un elemento ingrandito di un colorchecker. E' uno scatto fatto con la Z8 e il 105/2.8 Z ad f/8 in luce ambiente. Anche qui, probabilmente, non sfuggirà la differenza tra lo scatto come proposto dalla fotocamera - a sinistra - e quello regolato - a destra. Premesso che abbiamo operato con esagerazioni utili a rendere evidenti gli interventi, noterete che sulla parete blu, a destra è scomparso del tutto il rumore di fondo. Mentre il dettaglio sul colorchecker, i colori e le scritte è indubbiamente migliorato. nei riquadri colorati compaiono dettagli quasi invisibili a sinistra o persi nel rumore. Dettagli che ad occhio nudo fatichiamo a notare. Siamo ad ISO 25.600 ... Naturalmente operiamo comunque in condizioni ideali. Ma questo è un tutorial, non è la realtà e vorremmo offrire punti di vista semplici da percepire con niente di magico, prestidigitazioni o pratiche esoteriche che necessitano operazioni inaccessabili. Tutt'altro. Ma andiamo a noi. Toby che guarda suo fratello. Scatto ad ISO 6400 che necessita di una bella elaborazione. Nel modulo di sviluppo abbiamo un bel comando che evidenzia (Riduzione disturbo) qui indicato dalla freccia rossa. Questo apre l'anteprima che abbiamo già visto nel Migliora che porta alla Super Risoluzione. In effetti è proprio lo stesso. solo che qui evidenziamo Riduzione disturbo anziché Super Resolution. Attenzione, questa funzione si attiva solo per file di tipo NEF o DNG, non per i JPG. E Adobe raccomanda di fare queste operazioni PRIMA di qualsiasi altra regolazione (ombre, colore, nitidezza etc.). Nell'anteprima qui vediamo il dettaglio dell'occhio prima dell'intervento. mentre qui abbiamo un'idea di come sarà il risultato. Possiamo regolare il livello di intervento che di base è impostato a 50. Si tratta di un livello equilibrato. Fare di meno porta a risultati meno convincenti mentre impiegare fattori superiori induce maggiore liberalità delle soppressioni ... sia di rumore che di dettaglio. Provando e riprovando, abbiamo verificato che 50 può andare meglio di valori diversi. Premendo Migliora parte l'operazione. Che durerà un bel pò di tempo, in dipendenza della potenza del vostro elaboratore. Questo campo è uno di quelli in cui una scheda grafica discreta di potenza adeguata può fare la differenza. Qui abbiamo verificato che il mini PC di cui abbiamo parlato di recente, impieghi tempi anche 3-4 volte superiori al desktop che dispone di una scheda grafica separata con 16 GB di memoria GDDR6. avremo la solita barra di avanzamento a sinistra E aprendo Gestione Attività vedremo che la GPU è impegnata a pieno insomma, qui si apprezzano gli investimenti in hardware. Ma se non avete fretta e non fate di queste operazioni con frequenza costante, non c'è alcun problema. In qualche minuto avrete il vostro bel file DNG nuovo. anche in questo caso Lightroom crea un nuovo file che chiama con il nome iniziale seguito da -Migliorato-NR e lo salva in formato DNG. Lo impila insieme all'originale e lo propone in cima. a questo nuovo file andiamo ad applicare le regolazioni che il nostro estro, gusto o necessità ci ispiriano. Tra cui un bell'incremento di nitidezza e di dettaglio - localizzati sulle parti nitide, quindi mascherando il resto - che ripristini in parte la perdita di risoluzione indotta dall'amplificazione elettrica/digitale dell'innalzamento della sensibilità di ripresa (e poi dal software di riduzione del disturbo). Ricordiamo che la ripresa è stata fatta in ombra e ad ISO 6400. in questo modo abbiamo un bel boot alla pelliccia e ai dettagli del volto del nostro Toby. il confronto tra l'immagine di partenza - a sinistra - e quella di arrivo - a destra - seppur un pò esagerata (immaginiamola indirizzata ad una stampa in 70x70cm) ci sembra apprezzabile. Qui di seguito le due foto ridotte a 2500 pixel originale elaborata e siccome sono invidiosi, ecco anche la fotografia iniziale di Archibald, base ed elaborata *** In estrema sintesi, esistono software specializzati che applicano tecniche di intelligenza artificiale in modo più o meno guidato in questo campo (Topaz, DxO & SoDa). Ognuno di questi richiede altri soldi, richiede apprendimento per saperli usare, richiede adattamento e modifiche, anche importanti, al normale flusso di lavoro. Se fotografiamo prevalentemente a sensibilità elevate ed elevatissime, certo varrà la pena di valutarli, ma se queste operazioni ci capitano non così frequentemente, nel familiare ambiente Adobe - sia Lightroom che Adobe Camera Raw - sono abbastanza efficaci. I risultati, sebbene in situazioni circoscritte e poco differenziate, ci pare che siano abbastanza evidenti in questo breve tutorial che speriamo sensibilizzi la vostra curiosità al riguardo. Se avete Photoshop o Lightroom aggiornati, li possedete già anche voi, non avete che da provare ad utilizzarli se non l'avete mai fatto. Adobe ha anticipato recentemente in un convegno internazionale aperto al pubblico che nel prossimo triennio investirà moltissimo in queste tecniche che saranno evolute in modo estremo. Noi siamo particolarmente curiosi di poter valutare e poi sfruttare le potenzialità che in questo campo, sappiamo essere infinite. Il fotografo digitale è a nostro avviso incompleto se si limita alla fotografia come l'ha scattata la fotocamera. E' esattamente come quello che, scattando a pellicola, andava dal suo negoziante e gli chiedeva di togliere il rullino dalla fotocamera per svilupparlo, e poi di ricaricare la fotocamera, perché lui non sapeva fare nemmeno quello. E poi le fotografie stampate, così come erano, per lui erano il prodotto della fotocamera, non del negozio di fotografia e del suo stampatore ...
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  17. TAMRON annuncia il lancio dell'obiettivo zoom standard ad apertura rapida per il "sistema Nikon Z-Mount" Risoluzione eccezionale e prestazioni complessive superbe in un 28-75 mm F2.8 G2 leggero e compatto che ispira la creatività 28-75mm F/2.8 Di III VXD G2 (Modello A063) per attacco Nikon Z 27 marzo 2024, 23:00 ET / 20:00 PT, Commack, NY – Tamron annuncia il lancio del 28-75mm F/2.8 Di III VXD G2 (modello A063), un obiettivo zoom standard ad apertura rapida, per Nikon Z-Mount full- fotocamere mirrorless con cornice 1 . L'obiettivo sarà disponibile dal 18 aprile 2024 a $ 999 USD / $ 1399 CAD. Il 28-75mm F2.8 G2 è compatto e facile da usare ma ha prestazioni ottiche eccellenti ed è compatibile con le più recenti fotocamere digitali con risoluzione pixel sempre più elevata. L'unità AF utilizza un meccanismo di messa a fuoco a motore lineare VXD (Voice-coil eXtreme-torque Drive) veloce, estremamente preciso e silenzioso. L'obiettivo eccelle anche nelle riprese ravvicinate, raggiungendo una MOD (distanza minima dell'oggetto) di 7,1" (0,18 m) nell'estremità grandangolare e un rapporto di ingrandimento massimo di 1:2,7. Inoltre, il design dell'obiettivo tiene conto dell'operabilità includendo, tra le altre caratteristiche, un rivestimento con eccellente resistenza ai graffi sul barilotto dell'obiettivo e un anello di messa a fuoco in gomma per una presa comoda e sicura. TAMRON è stato il pioniere della categoria degli obiettivi zoom standard compatti ad apertura rapida per i modelli mirrorless. Ora il 28-75mm F2.8 G2 sarà disponibile per l'attacco Nikon Z come obiettivo quotidiano ideale per gli utenti di fotocamere mirrorless full-frame Nikon. Punti salienti del prodotto 1. La migliore qualità dell'immagine nella classe degli obiettivi zoom standard Il nuovo zoom sfrutta le più recenti competenze di progettazione e comprende una costruzione ottica con 17 elementi in 15 gruppi. Due elementi di lenti LD (Low Dispersion) e GM (Glass Moulded Aspherical) disposti in modo ottimale controllano al massimo le aberrazioni ottiche. L'obiettivo offre prestazioni ad alta risoluzione da un bordo all'altro e da un angolo all'altro sull'intera gamma di zoom, anche a tutta apertura. Inoltre, il bokeh morbido, bello e rotondo che può essere ottenuto con un obiettivo ad alta apertura aggiunge una dimensione distintiva, soprattutto ai ritratti. Le dimensioni compatte complessive e le prestazioni elevate possono essere utilizzate vantaggiosamente con fotocamere mirrorless di prima classe e ad altissima risoluzione. 2. Motore lineare VXD veloce e silenzioso per una messa a fuoco automatica ad alta velocità e alta precisione Il sistema di azionamento AF utilizza il meccanismo di messa a fuoco del motore lineare VXD di TAMRON. L'AF ad alta velocità e precisione è estremamente reattivo e fornisce prestazioni di messa a fuoco affidabili e precise da MOD a infinito, nonostante la veloce apertura F2.8. L'obiettivo offre un eccellente tracciamento della messa a fuoco degli oggetti in movimento, così sei sempre pronto per azioni rapide. Inoltre, il motore di messa a fuoco è silenzioso, quindi è ideale per riprendere sia immagini fisse che video in situazioni che richiedono basso rumore. 3. Leggero e compatto Il 28-75mm F2.8 G2 è un obiettivo zoom standard ad apertura rapida con un design straordinariamente compatto e leggero, lungo solo 4,7 pollici (119,8 mm). Il diametro massimo è di 75,8 mm e pesa solo 19,4 once. (550 g). La dimensione del filtro è 67 mm. Con una dimensione facile da trasportare e un peso leggero adatto per le riprese a mano libera per periodi prolungati, il 28-75 mm F2.8 G2 diventerà sicuramente il tuo zoom preferito per i viaggi, le riprese di strada, il trasporto quotidiano e le opportunità fotografiche spontanee. 4. MOD di 7,1" (0,18 m) all'estremità larga e un rapporto di ingrandimento massimo di 1:2,7 per primi piani creativi Il 28-75mm F2.8 G2 presenta un MOD di 7,1" (0,18 m) all'estremità larga. La distanza di lavoro si riduce a circa 4,4 cm (1,7 pollici) se utilizzato a MOD. Poiché il rapporto di ingrandimento massimo è 1:2,7, puoi avvicinarti al soggetto per la fotografia macro ampia, ottenendo un potente impatto visivo con il soggetto posizionato grande nell'inquadratura mantenendo un'ampia visione dello sfondo. 5. TAMRON Lens Utility™ espande le possibilità della fotografia e della ripresa video Il 28-75mm F2.8 G2 è compatibile con il software dedicato TAMRON Lens Utility sviluppato internamente da TAMRON che consente agli utenti di aggiornare facilmente l'obiettivo al firmware più recente senza passare attraverso la fotocamera 2 e include funzioni per supportare le operazioni di messa a fuoco e altro azioni durante la ripresa di immagini fisse o video. Utilizzando un'ampia gamma di funzioni 3 , gli utenti possono espandere l'ampiezza dell'espressione nelle immagini fisse e nei video. Ad esempio, AB Focus consente agli utenti di limitare la messa a fuoco a due punti AF preselezionati, spostando la messa a fuoco da un soggetto all'altro con un semplice clic del pulsante di impostazione della messa a fuoco. Gli utenti possono anche scegliere tra Lineare e Non lineare, che influisce sul modo in cui la messa a fuoco si sposta durante la messa a fuoco manuale. 6. Design generale dell'obiettivo migliorato per un funzionamento intuitivo Ogni singola parte dell'obiettivo è stata attentamente esaminata, fin nei minimi dettagli, con il risultato di un design migliorato che ottimizza sia l'operabilità che l'ergonomia. La superficie esterna dell'obiettivo è nera lucida. La migliore resistenza all'abrasione rende il barilotto dell'obiettivo più difficile da graffiare e resiste alle impronte digitali. Inoltre, le prestazioni di presa sono state migliorate. La superficie dolcemente curva ed elegante dell'anello del marchio crea un aspetto dignitoso con un design che significa bellezza funzionale e alta qualità. 7. La struttura resistente all'umidità e il rivestimento al fluoro forniscono una protezione extra 1. L'obiettivo per attacco E Sony lanciato in precedenza il 28 ottobre 2021. 2. Per collegare il PC e l'obiettivo, utilizzare il cavo di collegamento TAMRON (da USB tipo A a tipo C/modello CC-150 o da USB tipo C a tipo C/modello CC-350) venduto separatamente. Per connettere lo smartphone e l'obiettivo, utilizzare il cavo di collegamento TAMRON (da USB tipo C a tipo C/modello CC-350) venduto separatamente. Gli aggiornamenti del firmware dell'obiettivo non sono supportati con la versione mobile. L'esecuzione degli aggiornamenti del firmware richiede TAMRON Lens Utility per PC e un computer. 3. La funzione dell'anello (messa a fuoco/apertura) non è supportata per l'innesto Z Nikon. Obiettivo Tamron 28-75mm f/2.8 Di III VXD G2 per Nikon Z-Mount, caratteristiche principali e informazioni aggiuntive: Full-frame | da f/2,8 a f/22 Design ottico aggiornato Meccanismo di messa a fuoco del motore lineare VXD Distanza minima di messa a fuoco: 7,1″ Porta connettore utility obiettivo Tamron Informazioni aggiuntive: Il versatile zoom standard è progettato per le fotocamere mirrorless Nikon con attacco Z full-frame, ma può essere utilizzato anche con i modelli APS-C, dove fornirà una gamma di lunghezze focali equivalenti di 42-112,5 mm. L'apertura massima luminosa e costante di f/2,8 offre un'illuminazione uniforme su tutta la gamma dello zoom e offre anche un maggiore controllo sulla profondità di campo per lavorare con tecniche di messa a fuoco selettiva. Il design ottico migliorato aumenta la risoluzione e migliora le prestazioni di imaging. Il meccanismo di messa a fuoco del motore lineare VXD (Voice-coil eXtreme-torque Drive) fornisce prestazioni di messa a fuoco automatica veloci, silenziose e precise su tutta la gamma di zoom. Distanza minima di messa a fuoco di soli 7,1″ e ingrandimento massimo 1:2,7 per lavorare con soggetti ravvicinati. Design ergonomico aggiornato per una migliore operabilità. La porta del connettore funziona insieme al software Tamron Lens Utility per personalizzare le funzioni dell'obiettivo e aggiornare il firmware tramite l'obiettivo anziché tramite la fotocamera. Disponibilità dal 18 aprile 2024 ad un prezzo ipotizzabile di circa 1200 euro con IVA (la versione per Sony costa correntemente e 750).
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  18. Credo che questo sia il primo obiettivo con attacco Z non prodotto da Nikon che proviamo su Nikonland. Si tratta di un Viltrox, marchio cinese che si è già fatto notare per accessori come tubi di prolunga, anelli adattatori ed altro per i principali marchi fotografici. Esistono altri obiettivi Viltrox ma mi risulta che al momento questo sia l'unico per Nikon Z. Non si tratta come per altri prodotti sul mercato di un adattamento da reflex con tubo adattatore integrato : è un progetto originale per mirrorless, che adesso è stato adeguato con l'attacco Z. Attacco che però è puramente meccanico : l'obiettivo non ha contatti elettrici, non ha CPU e non comunica affatto con la fotocamera. A tutti gli effetti la nostra Nikon Z non vedrà l'obiettivo davanti a se e dovremo noi indicare nel menù che si tratta di un 20mm f/1.8 per adeguare lo stabilizzatore. L'esposizione avverrà del tutto in manuale, così come la messa a fuoco, ovviamente, agendo sulle due ghiere presenti nell'obiettivo. La confezione bianca, l'interno in spugna, i colori scelti, le marchiature, tutto fa pensare a Zeiss. Di fatto io sospetto maliziosamente che la matita che ha disegnato questo obiettivo si sia formata in casa Cosina in Giappone e che poi sia andata a lavorare in Cina o sia tornata in Cina, magari portandosi anche qualche macchina per molare il vetro e qualche ricetta di fusione di vetri speciali. eccolo montato sulla mia Z6 senza paraluce. Notiamo la bombatura della lente anteriore e la notevole presenza di questo obiettivo. sinceramente non ho mai visto un paraluce così solido. E' realizzato con la stessa lega dell'obiettivo, non è il solito estruso di alluminio, ricavato per fusione, fresato e rifinito con cura. Anche all'interno ha le fresature per contenere i riflessi. Si monta a baionetta e la coesione è solidissima. un dettaglio di tutte le marcature di questo bell'obiettivo. Vicino al pallino di allineamento per il montaggio dell'innesto sulla fotocamera, in bella evidenza Z-mount. con il paraluce montato. Non contenti di questo esempio di ferramente, quelli di Viltrox hanno voluto inserire anche un secondo paraluce, sempre in metallo, ma dritto non a petali, con tanto di filettatura per montare filtri. Una operazione impossibile con il paraluce standard che trovate già montato nell'obiettivo quando lo togliete dalla scatola. Solo per il paraluce più grande a petali, un bel tappo di plastica di protezione. Vi giuro che è il solo elemento in plastica che c'è in questo congegno ! Insomma, costruzione meccanica di altissimo livello, senza giochi di nessun genere. Funzionamento delle due ghiere ineccepibile con la corsa della messa a fuoco fluida ma abbastanza contrastata e quella del diaframma, senza click per essere utilizzata nel video. Poco meno di 800 grammi e una lunghezza da medio-tele che confermano uno schema di tipo retrofocus. secondo il produttore ci sono 4 lenti ED e due asferiche, di cui una biconcava e una biconvessa. Le prestazioni misurate sembrano interessanti. Sottolineo il passo filtri di 82mm. Insomma, un bel biglietto da visita. Ancora qualche foto per confermare quanto mi sia piaciuto costruttivamente : dalle foto della lente anteriore si apprezza sia la curvatura che il trattamento antiriflesso. *** Sul campo le impressioni sono positive in un utilizzo generale. La nitidezza in mezzo è estremamente elevata. ma la vignettatura sempre elevata ad ogni diaframma e la resa agli angoli ne è pesantemente condizionata : Il trattamento antiriflesso potrebbe essere decisamente migliore anche se io l'ho messo volutamente alla corda ! Ma se non si vanno a cercare situazioni limite, le foto vengono piacevoli e la vignettatura può essere utilizzata a scopi compositivi/creativi In termini di distorsione le cose sono messe decisamente meglio : e con un click possiamo mettere tutto in bolla : partendo da una situazione abbastanza tollerabile. *** Ma dove credo che questo obiettivo possa dare il massimo di se è il video e il time-lapse. Vi propongo un esempio di time-lapse rallentato ricavato direttamente dalla mia Z7 in una mezzoretta nel lungo lago. VID_7776_1.mp4 *** Conclusioni PRO costruito ottimamente, mi ha veramente sorpreso per il profilo realizzativo. Evidentemente Viltrox ha grosse ambizioni è vuole attrezzarsi per farsi notare lungo e relativamente pesante ma ben bilanciato su una Nikon Z nitidezza in mezzo molto elevata distorsione contenuta per una focale 20mm rapporto prezzo/prestazioni di tutto favore rispetto al Nikon 20/1.8 Z CONTRO contro il quale però non può nulla in termini di trattamento antiriflessi, tenuta al controluce, vignettatura, resa agli angoli (invero un pò scarsa, nonostante l'enorme lente anteriore) la ghiera del diaframma è alla maniera tedesca, piazzata davanti a quella di messa a fuoco ma la distanza tra le due è tale che è facile scambiare il diaframma per la messa a fuoco o viceversa con immaginabili conseguenze un obiettivo adatto al video e al time-lapse per cui sembra proprio realizzato. Anche se è un superwide mettere a fuoco ad occhio non è affatto facile e genera frustrazioni è totalmente "stupido" e non comunica nulla alla fotocamera alla stregua di un obiettivo qualsiasi piazzato su un anello adattatore. Quindi bisognerà ricordarsi cosa si è fatto perchè negli Exif non avremo nulla (ma a questo si può ovviare scrivendo le informazioni in fase di importazione delle foto in Lightroom) Insomma per meno di 400 euro rispetto ai circa 1200 euro del Nikon, le prestazioni sono adeguate e si porta a casa un oggetto ben costruito che anche solo a guardarsi dà soddisfazione. Indicato per chi non utilizzi massicciamente questa focale ma ne voglia disporre saltuariamente per compiti non critici, dove tutti i difetti passano ampiamente in subordine visto il prezzo richiesto. Indicatissimo per i videografi che non hanno bisogno di prestazioni allo stato dell'arte e possano fare a meno delle capacità del 20mm Nikon, è comunque un obiettivo moderno fatto con i criteri necessari per le mirrorless di oggi, rispetto ad un vecchio cimelio da pellicola cui darà sempre la paga sul piano delle prestazioni con in più il vantaggio di non richiedere adattatori. La distribuzione in Italia è ancora indefinita quindi sarebbe auspicabile che l'assistenza venisse garantita da un operatore affidabile, perchè altrimenti ci si dovrà affidare ai cinesi.
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  19. fanciulla con gli occhi verdi il cui volto nasce dal marmo. Immagine generata con Adobe Firefly. Il formato originale è di 2304x1792 pixel. Ottimi per la presentazione, meno per l'uso editoriale su carta stampata. Che fare ? Possiamo semplicemente ingrandirla con Photoshop. L'algoritmo è flessibile e preciso e permette di ingrandire o rimpicciolire una immagine. Ma è "grezzo", non tiene conto della capacità di percezione umana e il risultato a volte può non soddisfare. Gli strumenti attuali però permettono di aggirare questo limite. Immagine ingrandita. Premere per vedere al 100% questo file è il precedente, portato a 4608x3584, sufficiente per la stampa a tutta pagina su Nikonland Magazine. nel riquadro davanti, l'immagine originale, sotto, quella ingrandita del 200% con tecniche "intelligenti" Abbiamo mantenuto lo stesso livello di nitidezza adattandolo per le dimensioni maggiorate, lasciando quel velo di grana introdotto in origine che, nella nostra percezione, consente di apprezzare un maggior dettaglio ... anche se questo dettaglio in realtà, magari non c'è. Ma come abbiamo fatto ? Il Migliora di Adobe Adobe ha introdotto una funzione "Migliora", attiva sia in Camera Raw che in Lightroom. Dietro ad un semplice comando di menù si nascondono tecniche operative che utilizzano tecnologia di Intelligenza Artificiale. In pratica non viene semplicemente ingrandita l'immagine scalandola linearmente verso la nuova dimensione ma vengono "creati" dettagli che ci consentono di apprezzarne "quasi" lo stesso tipo di dettaglio che nella versione originale di dimensioni più piccole. E' un trucco, ovviamente, ma visibilmente funziona. Possiamo partire da qualsiasi immagine, un jpg on un RAW ed ottenerne la versione ingrandita due volte. In pratica la larghezza risulterà raddoppiate e la risoluzione complessiva, quadruplicata. Vediamo questa immagine originale della Z8, qui in formato jpg originale è uno scatto ad f/1.2 e ISO 500, 1/500'' da 8256x5504, cioé 45 megapixel. Solo il punto inquadrato è bene a fuoco, come ci si potrà immaginare, avendo usato il 50/1.2 tutto aperto. Ma noi vogliamo portare questa immagine a 180 megapixel, ovvero a 16512 x 11008 per esaltarne il dettaglio e stamparne un murale ... ed ecco qua la parte centrale ingrandita al 100%. Ovviamente anche qui abbiamo regolato la nitidezza finale e mantenuto la grana generale per dare maggior materia all'immagine nel suo complesso. Pensate che sia complicato ? Nemmeno per idea. Vediamo come si fa dentro a Lightroom (ma con Adobe Camera Raw è praticamente la stessa cosa). Ovviamente si dovrà partire da una immagine il più nitida e ferma possibile. Fotografie mosse e poco nitide risulteranno amplificate nei loro difetti quando ingrandite. Naturale, no ? Qui abbiamo Lorenza, Z8 e 135/1.8 Plena ad f/3.5 Restando nello stesso modulo, selezioniamo nelle miniature la nostra fotografia e premiamo il tasto destro del mouse compare il solito menù a scomparsa di Lightroom. Premiamo il comando Migliora la cui scorciatoia da tastiera è Ctrl+Alt+I dopo una breve preparazione appare una Anteprima che riporta diverse opzioni. La Riduzione disturbo (altrettanto interessante) la vedremo in un successivo articolo. Qui ci interessano i Dettagli raw e in particolare la Super Resolution. Nell'anteprima abbiamo selezionato una zona che riprende una parte dell'occhio. Lo vediamo già ingrandito 2x Premendo dentro con il mouse possiamo vedere come è attualmente : l'incremento di dettaglio è evidente. Se siamo convinti, premiamo il tasto Migliora a destra. in base alla potenza del nostro computer l'azione durerà qualche secondo in più o in meno, evidenziata da una barra di scorrimento in alto a sinistra, qui evidenziata con la freccia verde. Alla fine verrà creato un nuovo file in formato DNG che è l'effettivo ingrandimento. Adobe crea un nuovo file per non danneggiare l'originale che resta intatto, anche ai fini del confronto. E' utile ma non comodissimo. Comunque, da questo momento ci sposteremo nel nuovo file DNG. il nuovo file si chiamerà come il precedente con l'aggiunta della parola Migliorato-SR e la terminazione .dng ingrandiamo al 100% e regoliamo la nitidezza al livello che ci convince di più, mascherando la parte non a fuoco (premendo il tasto Alt mentre si muove il cursore di Mascheratura si vedrà quale parte dell'immagine sarà effettivamente interessata dalla regolazione della nitidezza) a riprova delle dimensioni dell'immagine, qui abbiamo il file DNG aperto in Photoshop. Sono 16.512x11.008 pixel per oltre un gigabyte di occupazione su disco (file a 16 bit). salvando in TIFF potremo vedere le informazioni anche nella finestra dei dettagli della cartella di Windows. Ma come si diceva all'inizio, le "migliorie" saranno effettive solo ed esclusivamente se l'immagine iniziale è nitida e ferma. qui abbiamo il dettaglio finale dell'occhio, applicando anche una certa miglioria in Photoshop a livello di passaggio tra i bordi dei pixel. Crediamo adeguata alla stampa ma in questo senso faremmo giudicare allo stampatore che conosce la sua attrezzatura meglio di noi. Proviamo con una immagine a più bassa risoluzione iniziale, una fotografia ripresa con la Zfc e il suo 16-50, colpo di flash per linearizzare ombre e dettagli. è una bella Mazda MX-5 personalizzata, fotografata all'Autodromo Nazionale di Monza allo scorso MiMo. E' uno scatto da 20 megapixel ma a noi serve che arrivi a 80. Da Lightroom, procediamo come prima, selezioniamo l'immagine e dalla miniatura facciamo comparire il menù a scomparsa e selezioniamo Migliora. l'anteprima ci mostrerà il risultato finale. Procediamo come sopra e creiamo il nuovo file DNG in Super Risoluzione. qui riaperta in Photoshop calcolatrice alla mano, abbiamo 82,7 megapixel utili con cui fare ulteriori lavorazioni o avviare la stampa in grandissimo formato. Naturalmente esistono altri programmi e plugin in grado di aiutarci in queste operazioni. E resta il normale algoritmo di ingrandimento/riduzione di Photoshop che opera su basi lineari e non percettive con autoapprendimento come gli altri. Ma questo è gratuito ed è intelligente, restando dentro a Lightroom o ad Adobe Bridge senza dover imparare nulla di nuovo. Sono procedure automatiche ma l'occhio del fotografo è il giudice finale di questi procedimenti. In base alle necessità e al risultato atteso sceglieremo la via migliore, operando anche tutti gli interventi intermedi atti ad ottenere il risultato migliore. Noi usiamo queste tecniche correntemente per la realizzazione dei numeri di Nikonland Magazine, quando l'immagine di base non ci soddisfa ma ne vogliamo fare la copertina o la doppia pagina. O per le nostre stampe a risoluzione esagerata. Speriamo di avervi incuriositi se non vi siete mai avventurati in queste procedure. Nella prossima puntata ci occuperemo invece di Riduzione del Rumore e di recupero della nitidezza dopo quel processo.
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  20. notizie fotografiche flash di interesse generale ma che non meritano un articolo redazionale. I commenti sono chiusi, se volete aggiungere qualche cosa, dovete aprire una discussione sul forum pertinente.
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  21. Una settimana fa vi ho parlato del traguardo del milione di scatti superato dalla mia Z9 : e vi ho anticipato che l'avrei mandata in assistenza per controllare un paio di cosette "strane" che ho notato ultimamente, insieme ad un controllo generale approfondito. Ho aperto il ticket elettronico lunedì scorso ed ho scelto di utilizzare la procedura di ritiro di LTR tramite corriere espresso DHL. Detto fatto, martedì è passato il furgone e il gentile autista mi ha firmato la ricevuta di ritiro. Il mercoledì la macchina é arrivata in LTR. Avevo chiesto che mi facessero un colpo di telefono per spiegarmi quali lavorazioni avrebbero intrapreso, anticipando che quanto da me compreso sarebbe entrato in questo articolo. E così giovedì mi ha chiamato il gentile Massimiliano per spiegarmi che queste macchine prevedono interventi standard previsti da Nikon tramite tools appositi. In particolare dopo aver verificato che il file-log della macchina non presentava errori o segnalazione di anomalie, l'intervento principale prevede la registrazione dello stabilizzatore integrato nel sensore - che oramai è l'unica parte meccanica soggetta ad usura di queste Z - insieme alla verifica dell'allineamento del sensore stesso con il piano focale. Evidentemente il movimento indotto dallo stabilizzatore potrebbe andare a modificare l'assetto. Rispetto al passato la baionetta non è più soggetta a disallineamenti, probabilmente per il maggior diametro del bocchettone che riduce in qualche maniera lo sforzo di trazione. Mi è stato confidato che raramente arrivano baionette che necessitano la sostituzione. La mia, anche se segnata, è risultata del tutto normale. Come è nei normali parametri di funzionamento la fotocamera. Che peraltro è in ottima compagnia perché sono svariate le Z9 che hanno superato i milioni di scatti, invariabilmente di fotografi impegnati nel motorsport dove sono normali i 100-200.000 scatti a weekend di gare. Il resto della lavorazione ha riguardato la manutenzione, pulizia, lubrificazione. E così già il venerdì, lo stesso omino di DHL mi ha recapitato di ritorno il pacchetto con la mia Z9 fresca di manutenzione. riporto qui la fattura (euro 60 + IVA, pari ad un'ora di manodopera con lo sconto previsto per il materiale con garanzia valida Nital) con l'elenco delle lavorazioni. Compreso l'olio nel pulsante di accensione che era leggermente indurito. le foto che ho fatto non rendono giustizia alla macchina che, nemmeno ad un esame ravvicinato con la lente di ingrandimento, dopo questa accurata pulizia, potrebbe far sospettare un uso così massiccio. Almeno per gli standard di un "normale" fotoamatore come me. Segno che già la prima generazione di Z è composta da prodotti affidabili, longevi, solidi. Oltre che estremamente performanti. Insomma, unmilionesettemilacentosettantanove scatti e ... non sentirli ! Nel ringraziare Nikon (produttrice di fotocamere così solide seppur sofisticate), Nital (titolare oltre che della distribuzione anche della garanzia) ed LTR (servizio impeccabile sotto tutti gli aspetti, anche di comunicazione), vi prego di ... non affrettarvi tutti ad inviare la vostra Z9 a fare un checkup. Se non riscontrate problemi (nel qual caso, vi saranno valutati in garanzia) e se la vostra macchina è "tenuta maniacalmente", con pochi scatti e senza un segno, non credo sia necessario inviarla a fare un tagliando. Fatevi almeno un milione di miglia come me, prima
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  22. Eccolo qua, di fianco al Nikkor Z 70-200/2.8 S VR, al quale da i punti in termini di passo filtri : 82mm contro 77mm. Impegnativo e importante Non è certo un obiettivo che passa inosservato. In questi mesi l'ho usato quasi sempre insieme al 70-200/2.8 e sinceramente le modelle non si accorgevano che stavo usando un obiettivo differente. montato sulla Z7 II è decisamente impegnativo Eppure in mano sta benissimo, senza pesare o renderne difficoltoso l'uso. anche con il bel paraluce a petali, perfetto ed efficiente, dotato di pulsantino di sgancio come gli zoom professionali in mano è un bell'oggetto, non si può scambiare per un "cinquantino", termine odioso, considerando quanto sia nobile la focale "normale" la finitura è di classe, ben si abbina al sistema. In termini costruttive è al pari di 70-200/2.8, 24-70/2.8 e 14-24/2.8. Solo un filino dietro all'irraggiungibile 58/0.95mm Noct. Nell'uso ho trovato molto comoda sia la ghiera interna programmabile (che io abbino alla sensibilità ISO in modo da poterla variare facilmente, visto che in generale scatto in Manuale con diaframma sempre aperto e tempo pre-definito) e il pulsante Funzione (che io associo all'inserimento della modalità di tracking per i momenti in cui l'autofocus delle mie Z mi fa cilecca ...). Insomma, saranno tanti i soldi che Nikon chiede per questo obiettivo. Ma in termini costruttivi non hanno lesinato. Per altri scatti vi rimando all'unboxing che ho fatto al momento in cui mi è arrivato : Basta un filo di luce Come sapete io non testo gli obiettivi con le mire ottiche, i muri o sparando contro al sole per vedere l'effetto che fa. Gli obiettivi li uso. E pur in un clima non particolarmente favorevole anche solo ad uscire di casa (parlo sia del meteo quanto di quell'affare invisibile che se non stai attento ti manda all'ospedale o al camposanto) l'ho usato parecchio in set professionali con modelle internazionali e luce sfidante. Sono oltre 11.000 scatti secondo il conteggio di Lightroom. Tanto sono bastati a farmi capire sia la firma di questo apparecchio, quanto le modalità in cui sfruttarlo al meglio. E' corretto, praticamente privo di difetti ottici. Ma la caratteristica funzionale più importante è la possibilità di usarlo praticamente sempre tutto aperto. Che poi è l'unico motivo per cui uno debba spendere 2.000 euro in più di quanto costa il bellissimo Nikkor Z 50/1.8 S che il suo lavoro come 50mm lo fa e lo fa bene. Scomodare un 50/1.2 che è grande quasi quanto il Noct o più grande di un 24-70/2.8 S ha senso solo se siamo in condizioni di luce ridotta e vogliamo (non dobbiamo) scattare ad f/1.2. E allora, pur con un filo di luce, lui ci ripaga di tutto lo sforzo. Dello sforzo economico per comprarlo. Dello sforzo per portarlo in giro. Del volume che è necessario dedicargli in borsa. Z7 II, 50/1.2 S, f/1.2, ISO 80, 1/250'', luce disponibile. Non servono luci artificiali. O se servono, basta un filo di luce, giusto per caratterizzare l'immagine e non lasciarla definire da se. ISO 64, 1/320'', f/1.2, Z7 II, luce da una finestra lontana Attenti perchè pure in interni, se arriva il sole, 1/8000'' non bastano per tenere tutto aperto il diaframma, nemmeno ad ISO 64. Dietro succede quel che deve succedere è affar suo, non nostro. e se non raggiungiamo i limiti del fantastico Noct Nikkor siamo certamente in quella categoria, non in quella del pur ottimo 50/1.8 S. Lo sfuocato è continuo, dal soggetto verso di noi e dal soggetto verso l'infinito. Il piano di nitidezza è elevato ma non esagerato. Proprio per mantenere fluido e continuo il passaggio tra i piani. Piani che non esistono nella realtà, sono sfumati. Ma senza fanfaronerie da cino-Summilux. Questo è un obiettivo moderno, solo che è pensato per palati fini. Non è un obiettivo per tutti Costa un terzo del 58/0.95 e costa 5 volte il 50/1.8 S. Ma a prescindere dalle dimensioni del proprio portafogli ci vorrebbe solo un pò di onestà. Certo lo si può montare sui tubi e fare foto oniriche come queste oppure utilizzarlo come un qualsiasi altro 50mm, per fare istantanee o cartoline. Ma in tutta franchezza, sarebbe uno spreco. E' un obiettivo da artisti e chi se ne serve, dovrebbe essere (o voler diventare) un artista. Insomma, non dipende dall'assegno che potete compilare ma dalla vostra capacità di impiegarlo per come è stato concepito. Esattamente come il Noct Nikkor 58mm. Dal quale si stacca per l'assoluta comodità di un autofocus veloce e preciso, specie con l'ultimo aggiornamento firmware messo a disposizione da poco per Nikon Z6 II e Z7 II. Insomma, vedetela come vi pare, io vi sto solo dicendo quello che penso. Conclusioni Non mi dilungo oltre, credo che si sia capito cosa intendo. Mentre vi rimando alla galleria dove ho messo un centinaio di foto, praticamente tutte ad f/1.2 in luce disponibile : vi riepilogo il mio pensiero al riguardo : PRO lo attendevamo da oltre trentacinque anni. Certo avevamo già obiettivi f/1.2 ma tutti a fuoco manuale. Questo è autofocus : e che autofocus ! sostanzialmente privo di difetti ottici. Che siano corretti via software, in parte o per lo più a me non sposta nulla, perchè conta il risultato nitido quanto basta pur con una profondità di campo irrisoria ha un campo di sfuocato onirico che se non raggiunge quello del 58/0.95 è certamente più simile a quello che a quanto possono fare gli altri 50mm per Nikon inaugura - credo e spero - una nuova classe di obiettivi superluminosi Nikon cui non vedo l'ora si aggiunga al più presto un fantastico 85mm anche più bello di questo pur nelle sue dimensioni e peso ragguardevoli, si usa agilmente, quanto usereste un "normalissimo" 24-70/2.8 S ... Contro sul prezzo non discuto. Costa "una cifra" ma ognuno sa cosa fare dei propri risparmi ! ma dimensioni e peso sono oltre i massimi della categoria di questi e di altri tipi di obiettivo. Insomma non è né un obiettivo da passeggio né un oggetto che si porta fuori senza ponderare bene perchè occupa in borsa lo stesso spazio di un 70-200/2.8. la focale è quella che è : 50mm sono al confine di tante cose. Non si può nascondere che il ritratto ravvicinato col 50mm ha caratteristiche da grandangolare, non da obiettivo da ritratto. sebbene io abbia un riscontro di fuori fuoco assolutamente marginale nella massa dei miei scatti, meglio scattare una foto in più che una in meno. Specie se il vostro soggetto è "vivace". f/1.2 è maledettamente poco per centrare bene anche se vi state concentrando per non oscillare sulle gambe. Ma se a voi piace "dipingere" i vostri pixel anziché ottenere "scientifiche" copie conformi di quanto state vedendo, allora la scelta è obbligata e vi ho detto tutto !
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  23. Red.COM cita in giudizio Nikon Corporation in California, per presunte violazioni degli algoritmi di compressione video brevettati dalla stessa Red.COM. Oggetto del contendere è la tecnologia acquisita da Nikon ed incorporata nella parte custom del processore Expeed 7, detenuta da intoPIX (ne abbiamo parlato qui : per quanto riguarda i formati foto ma parimenti applicabile a tutti i formati RAW, anche video, specie quelli incorporati nell'ultima versione del firmware 2.0 rilasciata lo scorso mese di aprile. Nelle 26 pagine di citazione Red fa riferimento ai propri brevetti, che in realtà non coprono specificatamente moduli o procedimenti specifici ma la tecnologia in senso lato. Per la verità Nikon ha incorporato anche tecnologia di mercato, ampiamente disponibile come il ProRes, ampiamente usato nel mondo Apple, di fatto uno standard di mercato, e i formati di BlackMagic, concorrente in un certo senso di Red. Red, produce videocamere professionali per il cinema, sviluppate in collaborazione con Hollywood ed utilizzate da registi come Peter Jackson e presenti nella lista del materiale compatibile per Netflix. parliamo di oggetti che nudi costano >20.000 euro, vestiti anche più di 35.000. Red.Com è una società che fattura circa 140 mln di euro. Nikon ne fattura oltre 5 miliardi. Lo scorso dicembre Red.Com ha transato extragiudizialmente con Sony, per una citazione simile a questa. Stranamente, Red non ha citato Apple e non ha citato intoPIX. La prima perchè probabilmente è troppo grande, la seconda perché è troppo piccola e non avrebbe nulla da guadagnare. Nikon USA ha un reparto legale estremamente agguerrito, abituato a discutere cause miliardarie nel campo della produzione dei microchip anche con soggetti di classe dimensionale superiore, tipo Intel, quindi dubito che si siano scomposti. E scommetterei che rapidamente arriveranno ad un accomodamento fuori dalle aule giudiziarie, con uno scambio di licenze e qualche risarcimento, essendo difficile dimostrare il dolo, i danni che Nikon può arrecare a Red, la copertura effettiva dei brevetti di quest'ultima, generosamente concessi dagli stessi organi della California. Ma il punto è un altro, altrimenti non avremmo scritto questo articolo. E' chiaro che la Nikon Z9 non appartiene al segmento di mercato delle macchine di Red, né che Nikon voglia o abbia le velleità per entrare ad Hollywood. La Z9, pur essendo una macchina di fascia elevata, resta una fotocamera, adatta anche a fare video di alto livello, ma non per il cinema con la H maiuscola. Ma questo dimostra che Nikon, ultimissima ad entrare nel mondo del video, comincia ad essere temuta e rispettata : un vero competitore competente in grado di proporre reali alternativa. Sappiamo che più di un professionista si è venduto le Red Scarlet - probabilmente perché sovradimensionate per le sue esigenze - per usare la Z9 che intanto impiega in tutti gli altri compiti della sua attività. Un segnale importante ... altro che Nikon sta fallendo .... !
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  24. Ma la Nikon D780 ce l'ha il focus stacking ? [Ripresa con Cambio di Messa a Fuoco secondo la terminologia di Nikon Italia] Si, ce l'ha. E funziona particolarmente bene, perché si può impostare la fotocamera in modalità "silenziosa" in modo da evitare ogni vibrazione [specchio alzato, otturatore aperto]. Si tratta di una procedura automatica sviluppata all'inizio per la Nikon D850 e poi estesa alle macchina successive, compresa la Nikon D780 e quasi tutte le Nikon Z. In questa situazione, la D780 è un filo meglio di quanto può fare la D850, perché eredita molte delle sue funzionalità dalla Nikon Z6, dove sono state perfezionate. Ma procediamo passo-passo. Di che stiamo parlando ? Quando dobbiamo riprendere un oggetto esteso (ma il concetto si presta perfettamente anche ad un paesaggio, non solamente ad oggetti ben definiti : l'unico requisito fondamentale è che non ci siano parti in movimento ma tutto sia bene fermo) normalmente chiudiamo il diaframma quanto è necessario e facciamo uno scatto. Ma se vogliamo la massima profondità di campo, idealmente sufficiente ad avere proprio tutto a fuoco e il massimo dettaglio, allora uno scatto così può non essere sufficiente. questo è uno scatto fatto ad f/8, messa a fuoco intorno al tasto DISP. Tempo di scatto 0.62'', ISO 100. Come si può ben vedere se il piano di messa a fuoco ... è a fuoco, non lo sono ne le parti davanti ad esso, ne quelle di sfondo. Mentre la nostra amata Nikon Zf è solo parzialmente a fuoco. Insomma, questo scatto può andare bene per una ripresa "artistica" ma non per una che abbia la massima precisione e dettaglio. Per essere chiari, questo è il risultato a cui tendiamo idealmente : potremmo provare a chiudere ulteriormente il diaframma. Ma non sarebbe sufficiente. Ed andremmo pericolosamente a contatto con i noti fenomeni di diffrazione che, alle risoluzioni a cui lavoriamo, influirebbero negativamente sulla definizione dell'immagine, anziché aiutarla. Come risolvere il problema per arrivare alla fotografia che vogliamo ? Niente paura. Non è scienza aerospaziale, parliamo di cose che sono alla portata di tutti, ma proprio tutti i fotografi. La foto che vedete è stata realizzata con la Nikon D780, con il meno adatto dei Nikkor, il 58/1.4G. Il soggetto è illuminato ... dalla luce ambiente (sostanzialmente i LED del lampadario della stanza altre aggiunte. Ma naturalmente qui potremmo utilizzare ogni luce fissa o flash di cui disponiamo. Lasciamo ai singola la scelta. Considerate che per le foto di repertorio dei nostri articoli, noi andiamo in studio ed usiamo 4 flash da 600 W/s ognuno dotato di softbox ottagonale da 120 cm di diametro con nido d'ape). Il bilanciamento del bianco è stato premisurato per non avere inconvenienti poi. Ovviamente la D780 è su treppiedi - uno semplice, non ne serve uno da milionari - con una testa a sfera da 42mm. Ci viene incontro il software Il problema ce lo risolvono le tecniche multiscatto. Facendo una serie di scatti cambiando il punto di messa a fuoco, è possibile avere una sequenza di immagini che coprono l'intero campo visualizzato (e anche oltre, se è possibile). Ci sono programmi dedicati - ma è possibile farlo a mano anche con Photoshop - che elaborano automaticamente queste sequenze di scatti per estrarre da ognuna le zone di immagine più nitide e contrastate. Per creare una immagine risultate che sia il più possibile "perfetta" e con una profondità di campo senza soluzione di continuità ? Magia ? No, è alla portata di qualsiasi fotografo. Persino quelli privi di qualità fotografiche come siamo noi. Abbiamo parlato di sequenze di immagini. Nella preistoria, si facevano ad ... occhio. Ovvero si facevano gli scatti un pò dove l'occhio colpiva, tentando di avere una copertura più o meno completa dei dettagli del soggetto. Per poi andare nel software e magari ... scoprire che il dettaglio più importante, il punto nodale della foto, non era nitida. Dovendo ovviamente ricominciare tutto da capo. Ancora ad occhio ! Ma Nikon ci offre questa procedura automatica che abbiamo deciso di sfruttare con la nostra Nikon D780. nel menù ripresa, in fondo, troviamo la voce Ripresa con cambio messa a fuoco. Come vedete ci sono altre funzionalità automatizzate nella D780 (riprese intervallate, Ripresa time-lapse). Ma fate mente locale invece all'opzione Fotografia live view silenziosa. E' una prerogativa delle Nikon Z. Ma la Nikon D780 è l'unica reflex che ce l'ha ! L'ha ereditata dalla Z6. In questa modalità, la D780 non produce alcuna vibrazione. Tanto che non è necessario impostare particolari intervalli tra uno scatto ed un altro, anche quando si scatta a tempi lunghetti. entrando nella voce del menù, abbiamo una serie di opzioni. Sotto al tasto Avvia, che in sostanza attiva la procedura (è quello che premeremo per far partire la sequenza), ci sono varie opzioni. il numero di scatti da fare. Indica alla fotocamera quanti scatti dovrà effettuare Larghezza step di messa a fuoco. E' un parametro qualitativo che comunica alla fotocamera una quantità di scostamento di messa a fuoco progressiva tra uno scatto e un altro Blocco esposiz. primo fotogr. Segnala alla fotocamera di non variare l'esposizione tra i vari scatti, fermandola alla prima misurata nel primo scatto (sinceramente noi suggeriamo di scattare in manuale, in modo da avere una impostazione fissa. Idem per il bilanciamento del bianco. Meglio fisso o premisurato) Fotografia silenziosa. Se messo su ON, la D780 opera in otturatore elettronico. In silenzio e senza vibrazioni. Se messo su Off, viene utilizzato l'otturatore meccanico. Preferibile usare l'otturatore elettronico tranne i casi di illuminazione oscillante che crei bande di luce negli scatti Avvio cartella di memorizzazione (nelle successive opzioni è possibile indicare se la macchina deve creare una cartella apposita per ogni sequenza o se debba ripetere la numerazione per le varie sequenze) Tutto bellissimo se non ci fosse il dilemma di scegliere il numero di scatti e la larghezza dello step di messa a fuoco. Con l'esperienza si riescono a scegliere i numeri giusti. Ma non sempre. E la necessità di ripetere la sequenza cambiando i parametri è sempre dietro l'angolo. Diciamo che più sono gli scatti, più piccolo dovrebbe essere lo step. Ma detto così sembra una cosa a cui credere per fede ... un paio di scatti del semplice set impostato per questo articolo. Una tavola di truciolare nobilitato come piano. La D780 su treppiedi. Il cavo USB-C per la connessione al computer, in modo da evitare i dover togliere la scheda di memoria per prelevare gli scatti. Ma il cavo verrà utile anche per la seconda parte dell'articolo ... E andiamo agli scatti Con l'accortezza di mettere a fuoco ad occhi, davanti al soggetto, non sopra, un filo davanti. Andiamo al menù e premiamo Avvia il display si oscura. Passa un breve momento e poi partono gli scatti. Vediamo che la macchina lavora perché si accende e si spegne la spia di memorizzazione delle immagini sulla card. Ma la sequenza avviene in modo silenzioso. Ci vuole un pò di tempo perché abbiamo scelto un tempo di 2/3 di secondo. Ma dopo il tempo necessario la macchina si riavvia. Ovviamente durante questo tempo noi dobbiamo stare in religiosa attesa, senza fare né poter fare nulla di utile. Preleviamo gli scatti Potremmo prelevarli anche wireless con l'Utility Nikon Wireless Transmitter ma non ci sembra il caso di complicarci la vita. Abbiamo un cavo USB-C da 3 metri. La Nikon D780 viene vista dal nostro PC. come se fosse una qualsiasi periferica. Vediamo la scheda di memoria da 256 GB, una comune SD Lexar 1066x. navighiamo all'interno e vediamo la cartella di memorizzazione delle foto. e anche l'anteprima degli scatti. Li prendiamo e li trasferiamo in una cartella nel disco fisso del computer. Parte software Abbiamo scritto un tutorial sullo stacking via Photoshop. Ma non tutti hanno Photoshop, che è un programma costoso e complesso. Per fortuna ci sono sul mercato software dedicati allo stacking, estremamente più efficaci e semplici, oltre che velocissimi. Noi abbiamo adottato Helicon Focus, di una software house ucraina. è una app a pagamento, con la licenza rinnovabile di anno in anno, oppure valida per sempre. E' solo una questione di prezzo. il programma, appena avviato si presenta così : con l'invito a trascinare le immagini da elaborare nello spazio grigio non ci facciamo pregare troppo e con il mouse trasciniamo le nostre 11 immagini dentro al programma. Le vediamo in miniatura sulla destra, mentre nel riquadro principale abbiamo l'anteprima del primo scatto. Si vede già che è a fuoco la parte anteriore dell'obiettivo. Mentre il resto è sfuocato. il programma presenta svariati metodi di "montaggio" tra le opzioni. Approfondirle non è oggetto di questo articolo. Magari un'altra volta. Ma noi possiamo anche andare con le impostazioni dell'ultima volta. Basta premere il tasto Crea. Il programma mostrerà il progressivo processo di creazione della fusione di immagini con una animazione in bianco e nero che, al termine, mostrerà il risultato. possiamo salvare l'immagine sul disco fisso. Che poi apriamo con il nostro programma di editing preferito. In questo caso Photoshop. con la taglierina ritagliamo il soggetto in modo da eliminare parti dello scatto non pertinenti che abbiamo lasciato per avere più materiale su cui mettere a fuoco. e qui esaminiamo il risultato. Il soggetto è nitido ma la stessa cosa non possiamo dire dello sfondo. Non sarebbe un problema, ma esteticamente potremmo avere un miglior effetto con tutto a fuoco. Nella foto qui sopra, in verde ciò che ci piace, in rosso ciò che non ci piace. Dove é il problema ? Impostando una sequenza di 11 scatti siamo riusciti a coprire il soggetto ma non molto oltre. E questo non ci ha dato la profondità di campo infinita che volevamo realizzare. Per risolvere non avremmo altro modo che ripetere la sequenza con un numero di scatti maggiore. Quanti scatti ? Un numero maggiore ... a nostro piacimento. Forse sufficienti, forse ancora insufficienti. Forse troppi, un numero eccessivo. Così come continua a non convincerci quel numero che definisce lo Step che non abbiamo modo di parametrare. E' il limite della procedura Nikon. Comoda ma non ideale. Ma che comunque funziona bene e che, con un pò di esperienza vi assicuriamo che ognuno saprà trarne il meglio. Per fotografare, in modo che tutto sia a fuoco, oggetti e soggetti comunque grandi, impossibili da riprendere con profondità di campo infinita, con un unico scatto. Sperando di avervi incuriositi, vi rimandiamo alla prossima puntata per un metodo alternativo ed efficiente. Sempre con la D780 nelle vesti di regista e la Zf di modella.
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  25. Si narra che da qualche parte sul pianeta terra, una Nikon FM3a, nuova come il giorno in cui è stata costruita, stanca di attendere in vetrina che qualcuno l’acquistasse, sia fuggita dal negozio con l'aiuto di un ingegnere visionario che l'ha portata nel suo laboratorio. Potendo accedere alle tecnologie Nikon più aggiornate, l'ingegnere le ha spiegato che con una serie di interventi radicali, lei sarebbe potuta diventare la pioniera di una nuova generazione di Nikon. Non più un cimelio trascurato, retaggio di un passato glorioso ma lontano, ma un riferimento ipertecnologico per i giorni a venire, senza nemmeno dover rinunciare a tutto ciò che faceva di lei una vera Nikon. Coraggiosa e audace, come sempre una Nikon è stata, lei ha gettato il cuore oltre ogni ostacolo e ogni impedimento ed ha risposto convintamente “si, voglio farlo, fosse l'ultima cosa che farò”. Ci sono voluti lunghi mesi di esperimenti, tentativi e messe a punto meticolose ma alla fine il risultato è andato al di là di ogni aspettativa. E il travaso di tecnologia é completamente riuscito. Tanto che ha deciso persino di cambiare nome. Adesso lei è la Nikon Zf, ed è già una leggenda. *** E adesso usciamo dalla narrazione per andare alla cronaca di questi giorni Abbiamo avuto l'onore, la fortuna e il privilegio di avere a disposizione un campione di preproduzione della nuova Nikon Zf. Sapete, uno di quei modelli con la pecetta sul marchio per impedire che qualcuno per strada vi veda e la riconosca. No, quando sono uscito con la Zf devono avermi scambiato per un vecchio fotografo che crede ancora nella poesia della pellicola ... quanto si saranno sbagliati. Perché questa macchina, nasconde nel suo aspetto classico ma in fondo senza tempo, ogni tecnologia disponibile nei laboratori Nikon, o almeno, tutta quella che è già trasferibile in un modello di produzione. Tanto da potersi permettere più di una specifica che persino Z8 e Z9 non possono vantare. Che abbiamo potuto testare fotografando in condizioni reali. Che cos'è ? E' una fotocamera moderna, attuale nelle prestazioni generali, capace di scattare a raffica fino a 30 fotogrammi al secondo e di registrare video fino al formato 4K60p. Ha un sensore da circa 24 megapixel, simile a quello di Z6/Z6 II, messo a punto per questa macchina. La batteria standard per le macchine semi-professionali Nikon, quella EN-EL15 adesso arrivata alla versione c, più potente e ricaricabile via porta USB-C. Il motore di elaborazione Expeed 7 ereditato da Nikon Z9 e Nikon Z8. Un sistema di autofocus con tracking 3D automatico e riconoscimento del soggetto analogo a quello di Z9 e Z8. Un vano memorie con due schede diverse, capaci di operare in sincrono o in serie. Il tutto dentro un corpo che sta alla Nikon FM2/FM3 come l'attuale Totem GT sta a quello della originaria Alfa Romeo GT. la Totem GT del 2023 si rifà alla Alfa Romeo Giulia GT originale del 1963 ma di fatto è una supercar con prestazioni più simili a quelle dell'attuale Alfa Romeo Giulia GTAm di quelle della Giulia di un tempo. Ha carreggiate allargate, passo allungato, sospensioni moderne, meccanica alleggerita con un biturbo V6 da 540 CV e albero di trasmissione in fibra di carbonio. Anche la scocca è in fibra di carbonio. Ne esiste anche una versione tutta elettrica da 620 CV con una batteria alleggerita che supera a stento il peso di un serbatoio di benzina da 80 litri (e che fa lo 0-100 Km/h in 2.7''). E' nata per pochi (30 esemplari a circa 500.000 euro) ma vuole dare all'appassionato le sensazioni di un tempo, aggiornate alle aspettative ed esigenze di un moderno gentleman driver. La stessa cosa che può aspettarsi il nikonista appassionato, innamorato della sua Nikon di quaranta anni fa ma intanto viziato dalle capacità delle Nikon attuali. A prezzi più abbordabili perché la Zf è prodotta in grande serie e si potrà presto tranquillamente comperare nel negozio di fiducia ... Cosa non è ? Non è una replica di una fotocamera degli anni '80 del secolo scorso. Non è una fotocamera pensata necessariamente per adattare obiettivi del secolo scorso via adattatori più o meno intelligenti. Al contrario, può impiegare ogni obiettivo Nikkor Z e ogni obiettivo Nikkor F delle ultime generazioni in pieno automatismo, autofocus e stabilizzazione d'immagine. Non è un esperimento di estetica. Non è una mera replica della Nikon Zfc in formato full-frame. Per niente ! la Zf è più larga, più alta, più profonda, in una parola più grande della Zfc del 2021. E' anche più grande della mia Nikon FA del 1983. Ed è molto più comoda da usare e da impugnare di entrambe. Si permette anche di essere più robusta, costruita con materiali migliori. Destinata probabilmente a durare in eterno o almeno, quanto può essere la vita utile di una fotocamera digitale di oggi. Perché offre prestazioni attuali, anzi, più avanzate di quanto si possa immaginare guardandola. Che difficilmente, restando nella filosofia di questo apparecchio, potranno diventare obsolete nel medio periodo. Specialmente se Nikon continuerà ad affinare il suo firmware come ha fatto sinora con la Nikon Z9, la prima ad adottare l'Expeed 7. Come una GT, non è una macchina per compiti professionali o di routine, è una macchina pensata per il divertimento. Che unisce la bellezza - senza tempo, come la GT originale disegnata da Giugiaro per Bertone - tipica delle Nikon del finire dell'era manual focus, alle capacità tecnologiche delle attuali mirrorless digitali più avanzate. In questo surclassa la Zfc, pensata più come operazione nostalgia all'insegna del "piccolo è bello" (e colorato), strizzando l'occhio anche a chi, con pochi soldi, vuole apparire diverso. Che naturalmente la affiancherà nel catalogo Nikon ma senza nemmeno per un momento, pensare di impensierirla. Perché cito sempre la Nikon FA al posto della FM2/FM3a ? Perché tutte le Nikon moderne si rifanno alla FA per l'impostazione generale, mentre le FM erano macchine principalmente meccaniche e pensate per una impostazione manuale. La FA ha introdotto in Nikon la priorità dei tempi e il Program. Zfc e Zf mantengono il selettore della modalità di funzionamento - PASM - eredità diretta della FA. La FA aveva già una cellula esposimetrica a matrice, un processore digitale e i display a cristalli liquidi. Le FM erano molto più spartane. Si, naturalmente, una Zf può essere usata esattamente come una FM/FM2, regolando ogni impostazione a mano e a occhio se uno vuole. Ma può anche funzionare in totale automatismo, avvalendosi di sistemi automatici che quasi dispongono di intelligenza propria. Come è fatta ? il pulsante morbido di rilascio è un'aggiunta vezzosa personale (in commercio ce ne sono di tutti i tipi e colori), per avere un punto di rosso su tutto quel nero. E' anche più comodo per chi come me è solito scattare tanto e tanto di seguito. Ma il pulsante di scatto della Zf è il più classico di quelli con filettatura per il comando di scatto flessibile ... L'architettura è quella che ben conosciamo, con i quadranti di controllo distribuiti sulla calotta (in metallo, a differenza di quella in plastica della mia FA). Sono al tatto più solidi e sostanziosi di quelli delle mie Zfc. Però non aspettiamoci la solidità di acciaio e ottone della Nikon F. Le torrette ben dimensionate, il tutto è sovradimensionato rispetto alla Zfc per una migliore comodità operativa. Restano i blocchi sia per il quadrante dei tempi che per quello della sensibilità. Sensibilità che guadagna i 64.000 ISO in campo lineare. E se non vi bastano quelli ... il vano batteria resta sul fondello ma la batteria è orientata ortogonalmente rispetto alle altre Nikon Z che dispongono della EN-EL15. Ciò ha permesso di limitare la profondità dell'impugnatura che ha solo un piccolo grip sulla parte anteriore del corpo. Con la Zf sarà commercializzato un grip opzionale che consente una presa ancora più ergonomica (da SmallRig). sul lato opposto all'impugnatura, le classiche prese. La USB-C permette la ricarica della batteria. il fondello, bello e ben fatto ma apparentemente in plastica. Peculiarità C'è il selettore per il bianco e nero sulla stessa ghiera del selettore FOT/VIDEO è stata aggiunta la posizione B&W che permette di commutare rapidamente dalla ripresa a colori a quella in bianco e nero. Rispetto al solito, al normale profilo di Picture Control Monocromatico sono stati aggiunti due ulteriori profili dedicati, uno denominato Monocromatico uniforme e uno Monocromatico toni profondi. E' una novità molto ben accetta che elimina la necessità di passare per il menù per passare in bianco e nero. L'intenzione è quella di consentire al fotografo di cambiare idealmente pellicola continuando a scattare magari con il display posteriore chiuso a portafogli con il monitor nascosto e il dorso in similpelle a vista. Ma attenzione che a livello elettronico ci sono diverse altre peculiarità che nelle altre Z (ancora) non ci sono ! Che però si possono scoprire solo trafficando con i menù. A confronto con Z8 e Zfc Zf é più grande, più larga, più alta, più spessa, più pesante e con comandi più comodi di quelli della Zfc. L'impostazione è identica ma è più facile da usare. E anche da impugnare per lungo tempo. A prima vista sembra una lacuna importante la mancanza del joistick. Ma l'impostazione è tale che non se ne sente la mancanza. Per chi è capace di sfruttarla, c'è una modalità di utilizzo del touchscreen che consente di avere funzioni aggiuntive a sfioramento da usare mantenendo l'occhio al mirino. Rispetto alla Z8 invece si mantiene più compatta e meno "importante" ma in termini di consistenza e di peso, somiglia più a questa che alla piccola Zfc. E' anche meglio di Z6 e Z7. Quindi una completa reingegnerizzazione del corpo che non è un semplice ingrandimento di quello della Zfc. Basti pensare alla necessità di alloggiare un sensore più grande, dotato di stabilizzatore evoluto, una scheda madre più potente e un alloggiamento per due anziché una sola scheda di memoria. Il coprioculare é praticamente identico a quello di Z8, completamente diverso - salvo la forma tonda - di quello un pò giocattolo della Zfc. Si può staccare con un pulsantino, per montare un diverso modello, magari a conchiglia. Quello della mia Nikon FA, al confronto, sembra una versione economica. Anzi, nel complesso la FA sembra una macchina economica rispetto alla Zf (eppure a suo tempo, la FA mi costò uno stipendio ...). Come va alla prova dei fatti ? Va sorprendentemente bene. Per chi proviene da Z6/Z7 o da Z50/Zfc sarà una sorpresa. Mentre per chi già conosce Z8 e Z9 si troverà a casa, ritrovando tutte le modalità evolute di autofocus introdotte dalla Z9 ed adottate dalla Z8. In mano sta benissimo e anche senza grip opzionale non ci si stanca. Ho fotografato per un giorno intero, con due batterie, la sola microSD interna senza accusare la stanchezza (e il dolore alla mano destra) che le Zfc mi procurano dopo una manciata di minuti di utilizzo impegnativo. Le prestazioni sono elevate, combinando per la parte AF quelle della Z9 con la pastosità conosciuta del sensore della Z6/Z6 II, sia in foto che in video. Il DUAL GAIN interviene a 800 ISO, quindi le due modalità consigliate sono 100/200 e 800 ISO (e oltre). Per chi adora usare ottiche manuali, segnalo che è la prima Nikon Z (ma forse la prima mirrorless in generale) che è in grado di mantenere tutte le funzionalità autofocus (riconoscimento dei soggetti, volto, occhi, torso, etc.) anche mentre si focheggia a mano. In pratica la macchina riconosce il punto da focheggiare e piazza la il cursore, aiutando nella messa a fuoco il fotografo. L'unica condizione è che l'obiettivo abbia la cpu e i contatti elettrici (quindi sono escluse le ottiche manuali tradizionali che non comunicano con la fotocamera ma sono inclusi tutti gli AF/AFD, gli Zeiss ZF, i Voigtlander, i Viltrox). Nella pratica è divertente ma nulla che possa somigliare alla capacità di mettere a fuoco in automatico che rende l'esperienza fotografica non tanto lontana da quella con una Z8. Ecco, idealmente la Zf può diventare un bel secondo corpo per la Z8, con cui non si troverà a disagio, potendo sostituirla per tutte le volte i cui la professionale è eccessiva. Dando al fotografo quelle capacità di scomparire che le fotocamere moderne, tutte muscoli e curve, ci hanno levato. Con obiettivi compatti, tipo 28/2.8 e 40/2, tutti i fissi f/1.8, il 24-120/4 e il 26/2.8 si trova perfettamente a suo agio, salvo, naturalmente l'estetica non troppo ben assortita. Ma a questo non c'è rimedio finché Nikon non capirà che deve fare una linea di obiettivi dedicati a questa bella fotocamera che nasce già al di fuori del suo tempo, un instant classic come dicono gli anglosassoni. In poche parole : una leggenda. Infine, sembra una trovata del marketing, ma il selettore del B&W a portata di occhio così come tutte le altre regolazioni sulla calottina, veramente porta ad una esperienza di scatto quasi completamente senza entrare nei menù. Mentre il display posteriore completamente articolato, non sarà robusto come quello di Z8 e Z9, pensate per operare in ambiente ostile, ma è tanto, tanto più comodo (tranne in esterni dove si vede veramente poco). Quindi, c'è la batteria, c'è la potenza del processore, c'è l'autofocus, c'è la raffica, c'è il video. C'è l'estetica e c'è l'impostazione d'uso tradizionale che abbiamo imparato ad usare in gioventù. Sinceramente io fatico a trovarle difetti. Come potete leggere nella lunga lista di punti di forza a confronto con quella più ridotta - indulgente, direte voi, dei punti di debolezza. Sport motoristici con una macchina pensata per sembrare vintage ? Con la potenza dell'Expeed 7 si può e più facilmente di quanto non si direbbe. Nikon Zf e Nikkor 24-200 VR, jpg, 30 scatti al secondo Oltre 12.000 scatti in quattro ore, con il 10% di carica residua. Appena un accenno di riscaldamento con la spia sul giallo (avvisi mantenuti sul valore standard, per cautela). Nikon Zf e Nikkor F 58/1.4G@f/1.4, ISO 800, luce disponibile Nikon Zf e Nikkor Z 85/1.8@f/1.8, ISO 800 Nikon Zf e Nikkor F 58/1.4G@f/1.4, ISO 100, luce disponibile Ma naturalmente, forte del suo NEF malleabile eppure molto leggero (circa 10 megabyte a file con compressione più elevata), e il suo mix di possibilità espressive, si adatta a qualunque genere. Qui ho fotografato due modelle in una location ottocentesca, facendo oltre 7.000 scatti in tre ore restando con il 24% di carica residua nella batteria inserita al mattino. Ma avevo un'altra batteria fresca con cui eventualmente affrontare un altro shooting al pomeriggio. Fresco come una rosa. Punti di forza 1) pur ricordando nella impostazione la Zfc, la Zf è di fatto più vicina ad una ipotetica Z6 III 2) rispetto alla Zfc è stata completamente riprogettata a partire dal corpo che è più solido, sostanzioso, robusto, fatto con materiali più solidi ed ha un aspetto visibilmente più premium. Ghiere, quadranti, il pulsante di scatto, la finitura, tutto è dimensionato adeguatamente e trasmette una sensazione di qualità superiore, sia alla vista che all'uso. L'otturatore promette il doppio degli scatti della Zfc. La batteria è quella affidabile, potente e conosciuta di Z6/Z7/Z8, la EN-EL15c. Alla prova dei fatti si possono fare migliaia di scatti con una batteria carica. Con due batterie si lavora per l'intera giornata. La Zfc al confronto ti lascia a terra senza troppo preavviso. 3) la presa in mano, pur non essendo "perfetta" come quella di Z8 e Z9 è abbastanza naturale da poter essere usata per ore senza stancarsi; anzi, per una intera giornata. 4) è la prima Z che porta su un sensore tradizionale di tipo BSI, le capacità dell'Expeed 7. L'autofocus è analogo a quello di Z8 e Z9 per funzionalità e quasi sullo stesso piano per prestazioni 5) l'oscuramento a mirino è stato ridotto al minimo rispetto a tutte le Z (tranne Z8 e Z9 che non ne hanno) e non c'è più "l'effetto moviola" nelle raffiche ad alta velocità 6) sono stati implementati i formati NEF compressi con TicoRAW e il formato HEIF mutuati da Z8. Un NEF compresso è più compatto dei JPG di altre macchine. 7) più simile a Z8 nell'architettura generale del firmware e più aggiornata di Z9 su questo piano 9) il VR sul sensore è stato raffinato. Adesso la sua azione viene modulata per avere la massima efficienza sul punto di messa a fuoco. Una funzionalità utile quando si decentra il punto di messa a fuoco rispetto all'inquadratura complessiva (con obiettivi con VR incorporato) 10) usandola si apprezzano capacità di categoria professionale, ben oltre quello che l'aspetto vintage autorizzerebbe ad immaginare 11) chi preferisce agire su leve, quadranti e ghiere apprezzerà la posizione di ripresa B&W aggiunta a quelle di "foto" e "video" che permette di "cambiare pellicola" senza andare nel menù 12) sono stati aggiunti due ulteriori Picture Control ( bianco e nero FLAT e DEEP) oltre al Monocromatico Standard, una sorta di "simulazione pellicola" 13) il touch pad può essere configurato per estendere le funzionalità tipiche dei tasti Funzione 14) il riconoscimento dei soggetti e la modalità di ripresa ad alta velocità a 30 fps sono paragonabili a quella di Z8 e Z9 anche nel motorsport 15) la copertura del Auto Area AF è la maggiore di tutte le Z (superiore anche a Z8 e Z9) e rispetto a Z6 il numero dei punti direttamente indirizzabili passa da 81 a 299 16) è la prima Z ad implementare anche il Pixel Shift oltre al Focus Shift (prima assoluta per Nikon) 17) per chi scatta ritratti in JPG sono state migliorate le novità introdotte con la Z8 (bilanciamento del bianco, trattamento della pelle del viso, riduzione del clipping delle luci sul volto) 18) modalità video complete, da macchina professionale, fino a 120p per riprese slow motion ed estensione della durata massima della ripresa 19) rispetto a Z6 II e Z7 II la registrazione audio PCM avviene in formato 48 KHz/24 bit 20) al momento è l'unica mirrorless full-frame con architettura "vecchia scuola" [vintage] ad avere queste prestazioni, presente sul mercato. Target di mercato allargato anche al bacino di nikonisti migrati a suo tempo su Fujifilm (ottiche permettendo) 21) prezzo. A 2.500 euro viene offerta una macchina "solida" che strizza l'occhio alle professionali Z8/Z9 per prestazioni e stacca nettamente tutto il resto della gamma Z 22) perfetto mix tra risoluzione disponibile e prestazioni agli alti ISO, unite ad ottime capacità di autofocus in "luce disponibile". *** Punti di debolezza 1) la presa USB-C é molto lenta. Ciò rallenta lo scaricamento dei file. Se fosse adeguatamente veloce invece, la scheda microSD potrebbe essere usata come una memoria interna permanente da non rimuovere mai 2) solo due obiettivi in stile con la fotocamera disponibili a catalogo e peraltro, non dotati di ghiera dei diaframmi (cosa che rende monca una modalità d'uso che replichi in tutto la ripresa in stile "iconico" FM", ovvero regolare anche il diaframma senza usare ghiere sul corpo macchina), peraltro tutti in plastica. La Nikon Zf pretende a gran voce una nuova serie di obiettivi importanti, pensati solo per lei (come invece potrebbero essere i Voigtlander dedicati Z se solo fossero autofocus). Al momento solo Viltrox propone obiettivi Z con autofocus e ghiera dei diaframmi funzionante. Quindi pensate che la comprerò anche se ho già ben tre Zfc, oltre a Z9 e Z8 ? Ma certo, che Nikonista innamorato sarei ? A metà ottobre per "San Cristoforo Colombo", sarà certamente mia.
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  26. Di fondo la pratica dello stacking di immagini esiste da tempo. Dapprima sono state sviluppate tecniche solo software che a partire da una serie di immagini "apparentemente" identiche della stessa scena, sono in grado di individuare la matrice di informazioni a livello di singolo pixel e di qui avviare una elaborazione che si basa sulla pretesa che a livello micrometrico nessuna immagine è mai uguale alla stessa immagine ripresa nello stesso modo. Questo gioco di parole per dire che un programma molto raffinato è in grado di sovrapporre più riprese della stessa scena a livello di singolo pixel identificando scostamenti minimi per sfruttare questi scostamenti per effettuare elaborazioni. Elaborazioni utili ad aumentare la risoluzione complessiva dell'immagine ripresa oppure a ridurre il disturbo registrato (rumore digitale), migliorando la resa della foto. Ma la tecnologia avanza e la disponibilità di stabilizzatori sul sensore sempre più raffinati ha portato i produttori di fotocamere ad implementare procedure automatiche per produrre serie di scatti effettuati spostando fisicamente il sensore di un pixel o di mezzo pixel, nelle quattro direzioni. Questo crea di fatto quella serie di immagini necessarie alla successiva elaborazione software con la "quasi" certezza che questo scostamento di pixel effettivamente ci sia e non sia una mera supposizione statistica. Insomma, ecco il pixel shift o ripresa con decentramento di pixel come la chiama Nikon che arriva, credo, buona ultima come suo solito in questo campo. E lo fa non con la ammiraglia o con la sua sostituta (Z9 e Z8) ma con la nuovissima e insospettabile Zf che molti scambieranno per il solito esercizio di stile del tempo che fu. la voce del sistema automatico di Ripresa con decentramento pixel presente nel MENU' DI RIPRESA FOTO. che dà accesso ad una serie di opzioni utili per ottenere una buona serie di scatti per la successiva elaborazione via software. Si, perché come la ripresa con cambio di messa a fuoco (ovvero focus shift per il resto del mondo), la procedura automatica della fotocamera si presta solamente a produrre gli scatti. Scatti che andranno poi elaborati via software per ottenere il risultato finale. Riassumendo : la fotocamera produce solamente gli scatti necessari per una successiva elaborazione questi scatti vanno poi elaborati in un software dedicato (per Nikon è NX Studio versione 1.5, attualmente in stadio di beta version) per produrre l'immagine impilata questa è leggibile ed ulteriormente elaborabile/esportabile solo ed esclusivamente nel software dedicato e non negli usuali ambienti di sviluppo (Adobe o Phase One o altri che vi vengano in mente non leggono che i singoli NEF ma non gli NEFX generati da NX Studio 1.5). naturalmente la ripresa andrà fatta su treppiedi e ad un soggetto fermo. Perché ogni anche minimo movimento o vibrazione andrà ad annullare l'effetto del microspostamento che la fotocamera attua a livello di stabilizzatore di immagine. Nella sostanza, una volta scelte le opzioni, si avvia la procedura premendo il pulsante di scatto. La fotocamera avvisa a display (vedi immagine sopra) che siamo pronti per la ripresa, ricordando quanti scatti sono previsti. Dopo di che passa automaticamente in silenzioso e si oscura. L'azione viene evidenziata solo dalla spia a led che avvisa che gli scatti vengono memorizzati sulla scheda di memoria. A seconda delle scelte fatte, la procedura può durare anche minuti (con 32 scatti, ad esempio, un secondo di tempo di scatto e un secondo di intervallo tra uno scatto e un altro e 10 secondi di attesa prima di attivare la sequenza in modo che la fotocamera stessa si stabilizzi, ci vorranno almeno 74 secondi se non di più). Alla fine ci troviamo con la serie di scatti NEF, necessariamente fatti in luce controllata, esposizione manuale, diaframma adeguato (per esempio f/8) da sottoporre al software di sviluppo. NX Studio 1.5 ha la buona educazione di segnalarci le sequenza disponibili e ci permette con uno o due click di elaborare la serie. Con un i9 non di ultimissima generazione si impiega qualche manciata di secondi ad ottenere il file di uscita. E' possibile eseguire più elaborazioni di seguito in una passata sola. I file risultanti sono chiamati NOME_FILE.combined.NEFX e possono occupare da oltre 100 megabyte a quasi 500 megabyte l'uno (un NEF di partenza non ne occupa che una decina abbondante). Questi NEFX, come già anticipato, possono essere visualizzati e sviluppati solo dentro a NX Studio ma poi possono essere esportati in formato TIF a 16 o 8 bit, oppure in JPG o HEIF. Tutto chiaro ? Speriamo di si, in fondo è una procedura banale. Gli unici accorgimenti sono di illuminare correttamente e in modo diffuso il soggetto e di mettere il tutto in modo che sia stabilissimo ed esente da vibrazioni. Poi si fanno gli scatti e si porta la schedina al computer per far digerire i file ad NX Studio. Bene, fino a qui è la parte facile. E' a monte e a valle del processo che le cose si fanno più complesse e richiedono un intervento giudizioso del fotografo. Perché non tutti i soggetti sono adatti al processo e in fase di sviluppo si dovrà intervenire per valorizzare il risultato. Anche due parole di teoria. Nikon mette a disposizione sequenze di 4 e 8 scatti, fatte con uno spostamento di un pixel sui quattro assi. Questo metodo dovrebbe consentire di produrre una immagine composta che elimina gli artefatti da demosaicizzazione della matrice di Bayer. In pratica ad aggirare l'interpolazione dei colori che facciamo ogni volta che estraiamo una immagine a colori dal nostro sensore che per natura è invece monocromatico. Matrice di Bayer. In pratica una matrice di microfiltri ottici colorati nei colori BLU-ROSSO-VERDE che viene incollata sopra al sensore (i fotodiodi sono indicati in grigio, sotto alla matrice, per ricordare che sono monocromatici, non sono sensibili al colore ma solo al livello della luce che li colpisce). Courtesy Wikipedia In pratica i livelli di segnale luminoso che arrivano al sensore vengono filtrati per colore, in modo da poter determinare per quel colore il livello di luminosità effettivo. Per arrivare al colore reale, il valore del colore misurato viene mediato con i valori dei colori adiacenti, per ipotizzare quale sia la terna di valori RGB che compongano il vero colore di quel punto. Questo valore viene memorizzato ed inviato al motore di elaborazione che produce l'immagine per punti che noi vediamo a monitor o stampiamo. E' un procedimento aritmetico, non descrive esattamente la realtà, la simula. Per avere l'esatta misura di ogni pixel, dovremmo avere fotodiodi sensibili a tutti i colori, un qualche cosa che viene elaborato - pur con tante limitazioni - solo dai sensori Foveon di Sigma. Essendo una simulazione fatta per approssimazione, non è detto che i colori siano perfettamente aderenti, non è detto che non si formino artefatti (di falsi colori o di interferenze come il Moireé). E comunque nel procedimento si perde una parte della definizione di immagine del sensore. Come se mettessimo un leggerissimo filtro di sfuocatura davanti al sensore, effetto che viene acuito nei sensori che sono dotati di filtro passa-basso. Bene, lo spostamento di un pixel nelle quattro direzioni, dovrebbe consentire di ottenere un file ripulito da questi problemi. Per chiarire il procedimento, prendiamo a prestito uno schema pubblicato da Fujifilm nella documentazione del suo sistema applicato alla GFX 100. i quattro (che per Nikon possono essere anche 8) scatti consentono di avere in uscita una informazione colore precisa per ogni singolo pixel. Fin qui uno shift di un pixel Se lo spostamento avviene per mezzo pixel, invece, siamo alla ricerca anche di informazioni che possono sfuggire al sensore in uno scatto singolo. Nikon mette a disposizione sequenze di 16 e 32 scatti, fatte con uno spostamento di mezzo pixel sui quattro assi. Questo metodo dovrebbe consentire di produrre una immagine composta che elimina gli artefatti da demosaicizzazione della matrice di Bayer e al contempo di risoluzione lineare doppia per i due lati del fotogramma. Quindi non solo superare lo scoglio dei "falsi colori" ma ricavare ulteriori informazioni tra i pixel che permettano di fare una interpolazione di immagine ingrandita. ancora un diagramma esemplificativo pubblicato da Fujifilm per il pixel-shift della GFX 100 che in questo caso da in uscita un'immagine da 400 megapixel, partendo dai 100 iniziali. Ok, se non avete ancora il mal di testa, andiamo al dunque. Fatti gli scatti, guardiamoli insieme a monitor. Qui abbiamo scelto un oggetto tridimensionale, colorato e con molte scritte. E lo abbiamo fotografato con Zf e Nikkor Z 105/2.8 VR su treppiedi Leofoto con testa Marsace. il primo è lo scatto al naturale il secondo è il combinato di 8 scatti, per aumentare la definizione, a risoluzione inalterata Sono screenshot da NX Studio in formato 4K, bisogna ingrandire per vedere bene. Quindi la sequenza a 32 scatti, con risoluzione finale di 96 megapixel dai 24 nativi. gli effetti, pur non eclatanti a noi sembrano visibili anche ad occhio nudo. L'immagine da 12.096 pixel di lato lungo è materialmente stampabile per il doppio di lunghezza. Andiamo a soggetti più bidimensionali. E' ovvio che la messa a fuoco, oltre che il mosso, incidano sulla sensazione di nitidezza finale. Un tessuto damascato. scatto singolo 4 scatti scatto singolo 32 scatti e risoluzione lineare doppia stesso soggetto ma su un'altra luminosità scatto singolo 32 scatti per 96 megapixel ancora un oggetto tridimensionale, lavorando solo sulla definizione e non sulla risoluzione 1 scatto 8 scatti e quindi il più classico dei classici, l'illegale fotografia di una banconota da 20 euro di corso corrente. 1 scatto 8 scatti 1 scatto 32 scatti esplorabile più in dettaglio : e accorgendoci così che la parte in basso a sinistra non rientrava nel campo di messa a fuoco in perfetto piano. Non siamo invece riusciti a produrre immagini accettabili di soggetti in esterni per l'insorgere di bande colorate che presumiamo dipendano dallo stadio preliminare del software. *** Ecco, non vorremmo indugiare oltre perché la materia è complessa e ancora più complessa da mettere a punto. Un procedimento in cui la scelta del soggetto non è secondaria e in cui è il fotografo a dover controllare bene il processo. Anche perché non sappiamo se e che tipo di sharpening e di maschera di contrasto vengano applicato in automatico (i NEF hanno sempre un certo livello di sharpening di base, altrimenti sarebbero tutti "molli") alle immagini combinate. E tenendo bene a mente che sia la fotocamera che il software sono in stadio preliminare. Nonostante tutto ci sembra promettente e una volta consolidato, ci piacerebbe mettere a confronto questi risultati con quelli ottenuti dal software che, per l'ingrandimento, con l'applicazione di processi a base di IA, oramai ottengono risultati formidabili con poca o nessuna fatica.
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  27. Una opportunità ormai rara, quella di paragonare sul campo, nel segno di Nikonland, due obiettivi che rappresentano il passato ed il futuro delle lenti specializzate in fotografia ravvicinata e macro. I due 105/2,8, quello F-mount in listino tra il 2006 ed il 2021, ed il moderno Z-mount, appunto del 2021, entrato in commercio col contestuale ritiro dell'altro dal catalogo. Ovviamente entrambi su Nikon Z9, con l'ausilio di un FTZ II che li rende simili in lunghezza... Simili in altezza si, ma non nel peso: tra le innovazioni consistenti della linea Z, infatti, la diminuzione sostanziale di peso delle ottiche...e, se il vecchio Micro 105VR era considerato un obiettivo poco pesante, in forza dei suoi 814g a cui aggiungere quelli dell' FTZii che cosa dovremmo dire del peso del nuovo MC105 dotato di baionetta Z ??? Chiaramente sensibile su di una Z della prima serie questa differenza di quasi tre etti, certamente meno sulla Z9, strumento di riferimento di questo test. Altro parametro, la distanza minima di maf a parità di RR: ci sono 2,5 cm di differenza tra i due obiettivi macro, cosa che può interessare in maniera differente certuni potrebbero infatti, a parità di RR, sentirsi avvantaggiati da una maggiore distanza dal soggetto. Ancora: la scala tradizionale del VR105, tripartita tra metri, piedi ed RR dà maggior conforto del moderno display del MC105 che non riusciamo ad ottenere di poter regolare in durata di apparizione, in effetti eccessivamente breve... Potendo tenerlo sempre acceso comporterebbe una diversa considerazione. Entra qui in campo inoltre, una differenza di base tra i due obiettivi in relazione alla lunghezza focale effettiva: quella del nuovo MC105 mi sembra leggermente inferiore a quella del vecchio VR105, ovviamente fino ad un metro dal soggetto, MC105 105VR MC105 VR105 al di sotto della quale quota conta, ben più della focale effettiva, il Rapporto di Riproduzione tra le dimensioni di soggetto e sensore MC105 105VR dorato il VR, come da antica tradizione per le ottiche Nikkor dotate di vetri speciali, tanto quanto austero il moderno Nikkor Z 14 lenti in 12 gruppi, una sola lente ED, trattamento ai nanocristalli sulla lente frontale, per il VR105 del 2006 16 lenti in 11 gruppi, ben tre lenti ED ed una ASPH, trattamento antiriflesso ARNEO per il Nikkor Z MC105 motore AF SWM per il più vecchio, stepper per il MC, silenziosissimi, al contrario dell'altro. VR integrato nel nuovo MC, disattivabile dal menù (o da uno dei tasti FN. Invece slider ON/OFF presente sul fianco del VR105. Piuttosto rumoroso l'intervento del VR del vecchio Micro Nikkor, rispetto all'assoluta silenziosità del nuovo MC: anche questi elementi, con soggetti animati inquadrati, possono fare subito una netta differenza. Anche ad obiettivo staccato dalla macchina, il nuovo MC105, scuotendolo, non dà quella sensazione di parti in movimento, più presente invece sul vecchio VR105 una bella differenza sul nuovo Z: il limitatore di fuoco che stavolta correttamente consente di evitare hunting dell' AF quando ci si trovi agli RR più elevati che consenta un obiettivo di questa categoria: tra la minima maf di 29cm ed i 50cm, che corrispondono ad un RR di 1:3,3 (peraltro bypassabile con la ghiera manuale di maf). Nel VR105, inspiegabilmente per un obiettivo macro, il limitatore di maf opera tra mezzo metro e infinito, quindi tutela maggiormente gli utilizzi a distanze non ravvicinate di questo obiettivo. Il desiderio di tutti noi nikonisti, in epoca full digital, sarebbe quello di poter programmare di volta in volta, da menù, il range utile dell' AF, in relazione al soggetto inquadrato. Proprio come auspichiamo una revisione dell'utilissimo focus stacking, che ci consenta di stabilire a mirino/monitor la distanza minima e massima di intervento dell' AF, in funzione della quale, unitamente agli altri parametri (diaframma, step di intervento, exp...) la fotocamera poi computi quanti scatti effettivamente servano a coprire il range richiesto. Non ci pare una opportunità da poco, tantomeno irrealizzabile... Andiamo quindi a valutarne le prestazioni sia in termini assoluti, sia in relazione all'adattabilità del vecchio VR105 (per chi ne sia ancora in possesso) su di una Nikon Z9: qual'è il presupposto di un test del genere, oggi, nel 2022 ...? Essenzialmente: essere già possessore del "vecchio" AF-S 105VR e considerare pregi e difetti della sua utilizzabilità su Z decidere sull'acquisto (da usato) di un 105VR piuttosto che di uno Z MC105 stabilire se passare a Z in funzione delle prestazioni del nuovo macro 105 (chi utilizzi questo obiettivo in misura preminente o esclusiva rispetto altri) E cosa si ricerca oggi in un 105mm Macro? Fondamentalmente nitidezza, microcontrasto, correttezza cromatica, tra le prestazioni fotografiche, inoltre precisione dell' AF, assistenza del VR, silenziosità del sistema. Ancora: distanza di lavoro adeguata ai soggetti preferiti, maneggevolezza nell'utilizzo a mano libera, completezza delle indicazioni relative a distanza, RR, pdc. Ma un obiettivo macro di questa focale è anche un mediotele che si può sfruttare non solamente ai diaframmi medi e chiusi, per i quali è sicuramente ottimizzato, così cominciamo proprio da qui, dai diaframmi a tutta apertura (f/2,8 nominale, ma che a seconda del diminuire della distanza di maf può diventare anche f/4,2 sul MC e f/4,8 sull' AF-S) MC105 f/2,8 105VR f/3 MC105 f/2.8 105 VR f/3 MC105 f/2.8 105VR f/4 MC105 f/4 105 VR f/3,3 MC105 f/3,3 e a tutta gamma dei diaframmi disponibili, fino all' improbabile valore di f/40 (a rischio di diffrazione e ...polvere) 105VR MC105 Ineccepibile la progressione dei due obiettivi a tutti i valori di diaframma ed anche la gradualità e, sopratutto, la gradevolezza dello sfuocato, grazie anche alle 9 lamelle del diaframma di entrambi questi macro. Ben differente invece, la prestazione dell'autofocus, pur in questa sequenza di scatti eseguita su treppiede, variando unicamente il valore del diaframma, cercando di utilizzare l' eyeAF ottimizzato per animali, disponibile sulla Z): ovviamente nessun problema con lo Z MC105, mentre il più vecchio AF-S ha chiaramente manifestato "allergia" a questa funzione, chiudendo oltre f/11: nel senso che il sistema rilevava l'occhio del tacchino, ma poi il sensore AF che si attivava era quello relativo alla parte piu contrastata del pupazzo, tra il corpo scuro ed il collo rosso (da f/16 in poi) Avvicinandosi al soggetto, oltre le distanze minime fisiologiche per un mediotele come un 105mm, ci si rende conto di quanto sia importante diaframmare ed anche pesantemente: la riprova questi due scatti che seguono, a f/8, che in questa condizione assomigliano maledettamente ad una apertura molto più luminosa di quella utilizzata... 105VR f/8 MC105 f/8 (da notare nel riflesso della finestra sul vetro del fisheye , come il microcontrasto del nuovo Z MC105 sia decisamente superiore, a parità di condizioni di ripresa) Una delle critiche più frequenti mosse negli ultimi anni al Micro Nikkor AF-S 105/2,8G specie dopo l'avvento di sensori come quello della D850 da cui deriva proprio quello della Z9, è stata quella relativa ad una certa abbondanza di aberrazione cromatica e di fringings... la buona notizia è che, grazie alle correzioni automatiche da fw delle fotocamere Z, estese alle ottiche F-mount attraverso l' FTZ, mi pare che sul sensore della Z9 si siano annullate quasi del tutto, come potrete constatare aprendo le immagini di questo articolo... ecco una ninfea ripresa col 105VR ed il suo crop... mi paiono assolutamente analoghe alla stessa immagine ripresa con il MC105 ed al suo crop... anche ai margini del pericolo di... zona diffrazione 105VR a f/22 MC105 f/22 così come anche le seguenti coppie di immagini realizzate ad f/11 e a TA dello stesso soggetto, assolutamente scevre, a mio avviso, da qualunque possibile influenza di aberrazione cromatica, anche sul più incline F-mount 105 VR MC105 altrettanto che in queste immagini realizzate ai diaframmi medi di entrambi gli obiettivi MC105 105VR Last but not least... un gruppo di immagini di Odonati, realizzate per testare la funzionalità dei due Macro alle distanze più ravvicinate in combinata con l'efficienza dei motori AF che nei due obiettivi, come detto, appartengono a generazioni differenti per tecnologia. Metto per prime e di seguito, quelle realizzate con il Micro AF-S 105G VR, a varie distanze e RR, ma sopratutto, a vario tipo di cellule AF, tra le tante disponibili su Z9 Le libellule sono dei soggetti molto stimolanti per colore, forme e, sopratutto, come palestra di pazienza nel loro avvicinamento. Non hanno propriamente delle strutture corporee indicate per essere aiutati dall' eyeAF: molto spesso il sensore viene ingannato e ritiene essere occhio una geometria delle ali, oppure il loro attacco dorsale, per cui probabilmente i sensori più adatti sono quelli di AF dinamico small e medio. Ma il motore dell'AF deve essere fulmineo per riuscire a cogliere l'essenza del tessuto oculare composto da decine di migliaia di organi visivi, perchè poi si evidenzi a foto ingrandita come perfettamente messo a fuoco. La postura di stasi, nella quale, lateralmente, troviamo l'ala a protezione del capo, non consente con facilità di individuare l'occhio retrostante. Insomma...guardate adesso gli scatti realizzati nello stesso contesto di soggetti e di luce, questa volta con lo Z Nikkor MC105/2,8 S su Nikon Z9 e poi ne parliamo... ... Vi prego di non farmi il torto di non aprirle, una per una, per comprendere il solco, la trincea, che solo quest'ultimo test scava tra i due obiettivi in lizza: una evidente supremazia dei motori stepper, silenziosi e fulminei nell'aggancio alla cellula del sensore AF, qualunque essa sia, rispetto all'obsoleto e più rumoroso SWM, nel determinare la reale differenza qualitativa tra una foto perfettamente (o tendente a esserlo...) a fuoco sull'esatto punto del soggetto dove si è puntato il riferimento di messa a fuoco. Impossibile senza milioni di scarti, ottenere in MF questi risultati, inutile perseverare a farlo con obiettivi come questo Micro Nikkor, non solamente fuori catalogo, ma definitivamente oscurato dalle alternative moderne. Anche con le libellule, lo stesso problema nei test dell' eyeAF che con il 105VR F-mount, si fermano ad f/11 e non vanno oltre, a differenza che con il moderno MC105 Z-mount, che lo gestisce anche alle aperture meno luminose di f/11 compatibilmente con le difficoltà del soggetto in questione, la libellula...insetto dai 28k di occhi... E' solamente a questo punto che mi sento di tirare le somme e di rispondere ai quesiti iniziali: chi possegga un Micro Nikkor 105/2.8G VR sappia che attraverso un FTZ I o II, potrà non solamente utilizzarlo nella pienezza delle sue funzioni, ma lo troverà decisamente migliorato dalla gestione fw dei file ottenuti, sulle prestazioni complementari in ragione di distorsione ed aberrazioni cromatiche chi debba decidere quale obiettivo dei due preferisca, legga il mio articolo e ne guardi le immagini SI !!! Se un motivo ci sia di passaggio al nuovo sistema Z, questo Nikor MC 105/2.8S è certamente un argomento fondamentale, per i cultori di questa focale e dei generi ad essa associati (non escluso il puro ritratto) Spero di non essere stato prolisso o, peggio, incompleto... Max Aquila photo (c) per Nikonland 2022 IT'S AN ICON IT'S A NIKON
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  28. Sto usando la Nikon Z6 II da quando è uscita lo scorso autunno. Purtroppo il periodo non è stato propizio per utilizzarla dove avrei voluto valutarne davvero le potenzialità - rispetto alla Nikon Z6 prima serie - in eventi sportivi sfidanti, quali il motocross o l'automobilismo. L'ho potuta usare per lo più in fotografia di ritratto e generale. Oltre che in test informali che avrete già visto in queste pagine. Il mio giudizio complessivo è molto positivo pur con qualche caveat che condividerò più avanti, se avrete la bontà di continuare a leggere questo articolo. Che come mio solito, non è un test di laboratorio ma un'esperienza d'uso quotidiana, sul serio, da parte di uno che mangia pane e Nikon da quando il Presidente degli Stati Uniti era ancora Ronnie Reagan *** Uno strumento da lavoro La Nikon Z6 II si può considerare l'equivalente sia sul piano merceologico che funzionale, della reflex Nikon D750. Non è l'ammiraglia e non ha nemmeno un corpo professionale ma esattamente come la D750 serve a qualsiasi scopo le si voglia affidare. come nel caso della sorella più costosa, Nikon Z7 II, le differenze esteriori rispetto alla precedente serie sono minime. Si limitano per lo più al marchietto II dopo al numero del modello. La produzione passata in Thailand dal Giappone. L'apertura del vano memorie più alta. Perché le differenze concrete sono all'interno. nel doppio alloggiamento per memorie (XQD/CFexpress + SD di tipo UHS-II) nella contattiera estesa per consentire al battery-grip MB-N11 progettato espressamente per Z6 II e Z7 II di operare con i comandi in verticale nell'ingresso USB-C e la relativa elettronica in grado di sfruttare le peculiarità della nuova batteria potenziata EN-EL15c (compatibile con le precedenti ma in grado di operare in ricarica mentre la macchina è attiva) nell'uso di un doppio processore rispetto al processore singolo che insieme ad un buffer maggiorato, permettono alla Z6 II di raggiungere sequenze di 200 scatti consecutivi, il che nella pratica significa poter scattare sempre in continuo altre differenze aggiunte sul piano software come le nuove modalità autofocus, i tempi di scatti allungati sino a 900 secondi. la promessa di aggiornamenti firmware già mantenuta con l'ultima versione v 1.1 che ha aggiunto il video in formato 4K60p (sebbene in modalità 1.5x) e il formato RAW proprietario di Blackmagic (mediante registratore esterno e modifica hardware in assistenza a pagamento) che speriamo verrà costantemente estesa nel prossima futuro sin qui la teoria. Se questo si possa tradurre nella pratica in operatività migliorata nella vostra quotidianità fotografica, lo lascio a voi. Per me si, ed è il motivo per cui l'ho ordinata e comprata prima di provarla. a me bastava già solo questo battery-grip, montato e mai smontato da quando mi è arrivato con dentro due batterie EN-EL15c che da quel giorno ricarico esclusivamente via USB-C (con un bel caricabatteria da 65 W). Perchè nella sostanza la Z6 II è immutata ergonomicamente rispetto alla Z6 I. E questo per me significa dolore fisico a mani, polsi e braccia, durante l'uso continuo che ne faccio con il suo compagno di merende : la Z6 II si avvantaggia enormemente (al pari della sorella Z7 II) del nuovo battery-grip Nikon MB-N11 nell'uso di ottiche impegnative sul piano fisico, specie scattando in verticale Sinceramente del secondo slot di memoria non mi è mai importato nulla. Solo sulla D5 l'ho sfruttato in ridondanza, perchè quella macchina è l'unica Nikon (con la D6) con due slot uguali XQD/CFExpress. Ma nelle Z come nella D850 lo sbilanciamento di prestazioni delle due schede di memoria non mi entusiasma. Anche se ammetto di usare solo SD le poche volte che faccio scatti singoli qui in studio per foto di poco conto in jpg "small" & "basic" a scopo di pubblicazione sul web. Ma sul campo solo ed esclusivamente le migliori CFExpress. Del resto non dico che le nuove modalità di AF non mi convincano, solo devo ammettere che mi aspetto ben altro da Nikon. Ma di questo parleremo nelle conclusioni. Mentre in linea generale, la Z6 già era molto agile, adesso lo è di più. E' piuttosto la Z7 II che adesso può lavorare insieme alla Z6, mentre la Z7 proprio non ce la faceva in termini di buffer e doveva fermarsi continuamente ansimante. Per quanto riguarda il doppio processore, i vantaggi ci sono e credo di averli mostrati qui : ma probabilmente i tecnici Nikon è solo con la versione 1.1 del firmware che stanno sfruttando di più la maggior potenza. Adesso il riconoscimento dell'occhio avviene più da lontano, col cursore piccolissimo (come l'occhietto, lontano) e con maggiore percentuale di centri. Così come la doppia potenza consente la ripresa video in modalità 4K60p mentre prima era limitata al 30p. Ecco, non avrei molto altro da dire, ribadendo, per l'appunto, che non ho potuto usare la macchina in eventi sportivi impegnativi (intendo con soggetti in moto variabile come le moto del motocross) o nel seguire uccelli in volo veloce. Con Z6 e specialmente Z7 ammetto che non sono mai stato soddisfatto. Con la Z6 II spero di poterci provare con la bella stagione se le modalità colorate ci consentiranno di uscire fuori porta. Cosa oggi che non mi è consentita ... La qualità d'immagine è identica a quella della Z6. E su questo credo che non ci sia da indagare oltre. Ne indugiare in fantasticherie sulla sensibilità dell'autofocus dove luce non ce n'è. Mi è bastato scattare in un salone in penombra insieme ad un amico con la Z6. Già con il firmware 1.0x la differenza era evidente. Con la 1.1, praticamente abissale. Basterebbe questo per fare l'upgrade ? Dipende da voi. Come ho scritto per me già è bastato il battery-grip. Il resto è venuto come gradito omaggio. Nikon Z6 II + Nikkor Z 70-200/2.8 S con TC 1.4x a 280mm. Sodalizio perfetto, sancito anche dai dati Exif *** Non mi sentirei di aggiungere molto altro se non andare a concludere in modo sommario. Conclusioni La Nikon Z6 II è una Nikon Z6 matura e completa. Perfettamente azzeccata nella sua fascia di segmento e prezzo. Secondo me è assolutamente la migliore Nikon Z sinora proposta. Per il giusto prezzo offre il mix migliore di caratteristiche giusto senza troppo chiedere in cambio, né in termini di sforzo economico né di apparato di contorno. Va bene per tutto e non é specializzata quanto lo è la sorellona Z7 II. Ha una raffica potente, un buffer inesauribile, gamma dinamica agli alti ISO che per averne una migliore si deve passare alla D6. Non si crede di essere più di quanto non sia (una ammiraglia) e quindi è tanto bella quanto onesta pare ... Pro il prezzo è quello giusto per il mix di caratteristiche offerte sinceramente sia per l'hobbysta che per il professionista non c'è da desiderare di più, salvo che per quel 5% di fotografi specializzati in fotografia d'azione (tipo sport veloci o wildlife) la risoluzione è quella giusta il video è di grande qualità, anche in modalità autofocus automatico è compatta e agile per chi trova che queste siano caratteristiche positive il nuovo eye AF è nettamente migliorato rispetto alla prima generazione il nuovo battery grip è come deve essere fatto un battery grip la nuova batteria è davvero prestazionale Contro la raffica base è scarsa nel 2021 l'oscuramento del mirino in raffica nel 2021 "non si può più vedere" la raffica estesa è limitata da talune specifiche e comunque a mirino viene riprodotta con un effetto moviola che non consente di seguire in tempo reale l'azione (c'è un evidente lag tra l'evento reale e quello che si vede nel mirino) le modalità di autofocus sono da considerare ancora primitive e piuttosto amatoriali, non rispetto alla concorrenza che pure è più avanti ma rispetto alla Nikon D6. L'intero comparto autofocus andrebbe ripensato dalla base, prendendo a base quello della D6 per estenderlo alle potenzialità della rilevazione di fase a tutto frame. Purtroppo devo nella pratica riscontrare che in molte circostanze l'autofocus della Z6 II (che pure è meglio di quello della Z7 II) proprio non ci capisce niente "e va per muri e prati", costringendomi ad intervenire con paroline dolci e vezzeggiativi ... la potenza installata a livello di processore è chiaramente inadeguata alle aspettative del 2021. Certi smarphone di fascia media hanno più potenza disponibile il sensore è superato, oggi ci si aspetta di avere un video 4K60p in formato pieno o quasi, anche se la Z6 II non è una macchina dedicata al video, è la macchina d'elezione del video per Nikon sebbene meno della Z7/Z7 II la Z6 è incline a mostrare effetti del rolling shutter in modalità silenziosa. I contro sembreranno magari ingenerosi ma tutto sommato appaiono, secondo me, in linea con la fascia di appartenenza della macchina, che lo ripeto ancora non è e non si spaccia per essere una ammiraglia. Per questo motivo l'ho adottata e penso che la userò come macchina da battaglia - non come compagna per la vita - finchè non comparirà una Nikon Z di fascia più alta che superi almeno buona parte dei limiti che le attribuisco io. Naturalmente ognuno ha il suo mileage e credo che nella realtà per il 99% dei fotografi le capacità della Z6 II siano più che adeguate. Anzi ... Per me l'upgrade dalla Z6 alla Z6 II è stato naturale (anche perchè avevo accumulato quasi 200.000 scatti sulla I) per qualcun altro credo che un pensierino al riguardo lo dovrebbe fare. Per molti no, le migliorie non sono sostanziali anche se, per uno come me, sono ben più che formali, anzi, all'atto pratico sufficienti a farmela adottare. Insomma, in medio stat virtus, mai come nel caso della Nikon Z6 II il vecchio motto latino si adatta a questo modo.
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  29. Sconsiglio la visione di questi filmati senza commento alcuno, a chi fa macro, still-life e astrofotografia/paesaggio/panorami/foto nell'orto con la Z6. Questa è roba da Chuck Norris, The Rock, Bruce Willis, Rambo, John Wayne ... Qui ci sono circa 7.200 scatti in sequenza registrati con un microfono professionale in soggettiva per apprezzare ogni ... tintinnio della tendina in composito della Z6 II (ho amplificato il volume in tre dei quattro filmanti). Sono sequenze miste in H+, con un cronografo in primo piano. RAW a 14 bit, a 12 bit, jpg. Con la CFExpress Lexar da 256 Gigabyte e con la SD Lexar UHS-II 1667x, oppure con entrambe impostate in eccedenza su SD. Il buffer è praticamente costantemente vuoto fino all'approssimarsi del limite imposto (per motivi fiscali ?) di 200 scatti. Ma giusto un secondo o anche meno dopo lo stop .... e possiamo riprendere a scattare a 14 frame al secondo perchè il buffer è già vuoto. (per confronto la Z6 I parte da circa 23 file, dopo poco si azzera e poi riprende un pò a singhiozzo ma senza fermate). Ricordo che questa velocità massima di raffica non è sempre disponibile, dipende dalla profondità in bit del file salvato e dalla modalità di autofocus. Qui per avere sempre il massimo non ho nemmeno montato l'obiettivo, quindi in MF la macchina si è messa a fare il suo lavoro al massimo. Solo per fare questi test il contascatti della mia Z6 II adesso segna 9988. E la batteria il 71% della carica. Come dire che io a bordo pista con il battery-grip MB-N11 e due schede da 512 Gigabyte potrei fare qualche cosa come 67.000 scatti in jpg prima di dovermi fermare. Naturalmente li farei in otturatore elettronico. Qui ho tenuto quello meccanico solo per fare scena ! Buona visione ... *** file ripresi in 2K/24p con la Nikon Z7 e il Nikkor Z 24-70/2.8 S e poi ridotti per necessità di pubblicazione, senza tagli e senza editing. VID_4528.mp4 VID_4529.mp4 VID_4530.mp4 VID_4531.mp4
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