Vai al contenuto

Classifica

Contenuto Popolare

Mostra il contenuto con la massima reputazione da 12/04/2024 in Blog Entries

  1. Arcipelago Raja Ampat quella segnata in rosso è l'isoletta dove mi trovavo. Isola di Wai Un viaggio indimenticabile e spero di ritornare, ho lasciato tanti scatti ancora da fare, tante albe e tramonti immerso in quel mare che nonostante tutto resiste alla mano dell'uomo. La base è una piccola isola Palau Wai , di appena due KM di perimetro, molto piccola ma accogliente con una spiaggia di sabbia bianchissima, appena quel che serve per vivere in una dimensione totalmente a contatto con la natura, da qui ogni mattina si parte per le escursioni sopra e sotto il mare. Un paradiso si proprio un paradiso terrestre incontaminato a cavallo dell'equatore siamo a Nord-ovest dell'isola della nuova Guinea e fa parte della provincia della Papua Occidentale. RAJA AMPAT (che significa 4 re), è un arcipelago costituito da più di 1600 isole quasi tutte disabitate, del tutto sconosciuto al turismo di massa. Isole ammantate dalla giungla, clima tropicale, sabbia bianchissima, mare cristallino, fondali intatti, barriera corallina tra le più belle del mondo, lagune nascoste, in una solo immersione sono state fotografate ben 374 specie diverse di pesci, una biodiversità incredibile. Banchi di barracuda, carangidi, pesci pipistrello e lutiani convivono con tartarughe liuto (nidificano da ottobre a dicembre), pesci fucilieri, razze, squali epaulette, pesci pappagallo e cernie assieme a tanti altri pesci attratti dai coralli. Dagli ambientalisti Raja Ampat è stata definita 'fabbrica di specie', la capitale mondiale della biodiversità. Ospita 1459 specie di pesci e oltre 550 coralli duri (più del 75% del totale del mondo). Da qui le correnti trasportano le larve dei coralli fino all’Oceano Indiano e al Pacifico, permettendo di ripopolare altre barriere. Un vero paradiso per la fotografia naturalistica e subacquea . Nikon 800E … Nikon 8-15, Nikon 105 micro, Nikon d 60 macro, custodia Isotta
    19 punti
  2. Era da un po' di tempo che volevo capire cosa fosse meglio per la "mia" caccia vagante in valle e dunque li ho portati tutti e tre, il lungo (800mm f6,3) il corto (600mm f6,3) e il pacioccone (180-600mm f6,3) alla fine ho avuto conferma delle tre cose che avevo pensato in precedenza! 1) che conoscendomi avrei quasi sempre avuto in mano l'ottica sbagliata nel momento giusto! 2) che per la poca confidenza delle nostre specie l'obiettivo più lungo è il più adatto nella maggioranza dei casi 3) il 600mm f6,3 è un piacere da usare per la sua velocità di puntamento in ambienti particolari (barca) o angusti ma non ti da gli ingrandimenti dell'800mm 180-600 focale 380mm t1/2000 f6,3 ISO560 600mm f6,3 t1/2000 ISO 220 800mm f6,3 t1/2500 ISO 800 Purtroppo il difetto principale delle lenti di fresnel è lo sfocato duro ma sopratutto la dispersione della luce nei riflessi, ecco un esempio Tuttavia con la funzione sfocatura di Adobe Camera Raw si riesce ad attenuare molto l'effetto
    11 punti
  3. Il 13 aprile è partita alle 8.30 dal piazzale Michelangelo a Firenze, la terza edizione del Circuito Stradale del Mugello, secondo appuntamento del Campionato Italiano Grandi Eventi 2024, che si snoda fra il capoluogo fiorentino, il Chianti e si conclude il 14 aprile all’Autodromo del Mugello, dopo aver percorso parte del circuito storico. Anche quest’anno ho scelto le strade del Chianti per vedere il passaggio dei sessanta equipaggi che si sono dati battaglia a suon di cronometro per accaparrarsi la vittoria, che ha premiato l’equipaggio Alberto e Federico Riboldi su Fiat 508C del 1937 della Franciacorta Motori (foto seguenti). Quest’anno mi sono appostato fra due curve che tagliano i boschi prima di arrivare al Castello di Albola (splendida fattoria nei pressi di Radda in Chianti), dove iniziano i meravigliosi vigneti del Chianti Classico. L’edizione di quest’anno a mio modesto parere, mi è sembrata un po’ più povera rispetto agli anni scorsi, nonostante la presenza dei migliori regolaristi a livello nazionale. Quello che è mancato è il contorno di auto dei “gentleman driver” che si iscrivono, ma poi fanno solo passerella, tuttavia è stato sempre un passaggio di auto interessante da vedere. Di seguito posto le foto delle vetture più significative, tutte scattate con una Nikon Z 8 ed il 24-120/4. Fiat 514S del 1930 – Fontanella Gian Mario/Covelli Annamaria – 6° classificati Fiat 514S del 1930 – Fontanella Gian Mario/Covelli Annamaria – 6° classificati Fiat 508C del 1938 – Passanante Mario/Molgora Alessandro – 2° classificati Lancia Ardea del 1941 – Moceri Giovanni/Dicembre Valeria - 4° classificati Lancia Ardea del 1941 – Moceri Giovanni/Dicembre Valeria - 4° classificati Lancia Lambda Spider Casaro del 1928 – Beccalossi Carlo/Marchionni Marzia Lancia Lambda Spider Casaro del 1928 – Beccalossi Carlo/Marchionni Marzia Lancia Lambda Spider Casaro del 1929 – Sisti Sergio/Gualandi Anna – 8° classificati Lancia Lambda Spider Casaro del 1929 – Sisti Sergio/Gualandi Anna – 8° classificati Bugatti T. 37 del 1929 – Miatto Roberto/Borchia David Bugatti T. 37 del 1929 – Miatto Roberto/Borchia David Fiat 508C del 1937 – Crugnola Roberto/Mentasti Annalisa 3° classificati Fiat 508C del 1937 – Crugnola Roberto/Mentasti Annalisa 3° classificati Fiat Balilla Spider Sport 508S “Coppa d’Oro” del 1933 auto già presente nel 2022 con un equipaggio femminile (Bussolati/Rotundo) e quest’anno, portata in gara da due maschietti di cui non si conoscono le generalità, in quanto non trasmesse negli elenchi forniti dall’organizzazione e neppure presenti fra i classificati. Fiat Balilla Spider Sport 508S “Coppa d’Oro” del 1933 Fiat 1100/103 del 1953 – Lui Luciano/Pizzi Paolo Alfa Romeo Giulietta Spider del 1957 – Soldo Giovanni/Messina Sabrina Morris Cooper S del 1968 – Pighi Giovanni/Cocca Anita Porsche 356 A Speedster del 1956 – Virdis Alessandro/Giordo Silvia Fiat 1300 del 1963 – Tattini Alberto/Sciolti Rossella Porsche 356 C del 1964 – Lambruschini Giorgio/Mancini Alessandro Innocenti Mini Cooper del 1973 – Converso Dario/Ameglio Federica Lancia Aurelia B20 GT del 1954 – Axel P. e Tatjana Assmus Lancia Lambda del 1928 – Massimo e Lapo Ermini – vincitore della Coppa Gentleman Fiat 508C del 1937 – Zanasi Massimo/Corneliani Corrado – 7° classificati BMW 328 del 1939 – John e Julie Herlihy BMW 328 del 1939 – John e Julie Herlihy Alfa Romeo 1900 CSS Touring del 1954 – Rogiers Raf/Reekmans Kurt Ford Anglia del 1962 – Aiello Alessandro/Buccioni Elisa Ferrari 250 Testa Rossa del 1958 – Paul e Olivier Schouwenburg Ferrari 250 Testa Rossa del 1958 – Paul e Olivier Schouwenburg Austin Healey 100/4 BN2 del 1956 – Chiarini Maurizio/Vancini Roberto Fiat 124 Sport Spider del 1972 – Paoli Stefano/Ricci Alessandro Fiat 124 Sport Spider del 1972 – Paoli Stefano/Ricci Alessandro Porsche 356C del 1964 – Ratti Michele/Lastrucci Gianpaolo Porsche 924 Turbo del 1983 – Notaras Polykarpos/Christopoulus Petros Ferrari 308 GTS del 1984 – Paolo e Francesco Prandini Steyr Puch 650 T del 1962 – Giacinti Roberto/Campatelli Serena Ferrari 208 GTS Turbo (1988) – Castello Aldo/Pascal Maria Teresa Di seguito ci sono le vetture nuove o seminuove che partecipano al "Tributo Circuito Stradale del Mugello". Porsche Carrera 4S del 1996 – Vania Parolaro e Ornella Pietropaolo – Vincitrici della Coppa delle Dame Ferrari 488 GTB del 2017 – Vergamini Fabio/Fabrizi Lisa – 2° classificati Ferrari 488 GTB del 2017 – Vergamini Fabio/Fabrizi Lisa – 2° classificati Ferrari 812 Superfast del 2018 – Mozzi Giordano/Giusti Marco – 1° classificati Ferrari 812 Superfast del 2018 – Mozzi Giordano/Giusti Marco – 1° classificati Porsche 911 Dakar del 2023 – Medaer Raf/Jans Anne-Mieke Ferrari F12 del 2013 – Eitel e Lorenzo Monaco – Vincitori della coppa Media del Tributo Ferrari 296 GTB del 2023 – Binder Frank/Van Zeujlen Bastaan – Primi fra gli equipaggi stranieri Ferrari 458 S del 2015 – Mancinelli Graziano/Barbieri Silvia Claudia Porsche 718 Spider del 2021 – Eichhorn Einz Jurgen/Wirth Michael Adesso non resta che attendere la prossima edizione della Mille Miglia Storica prevista per la metà di giugno, dove i partecipanti saranno molto più numerosi e con una notevole varietà di auto interessantissime.
    4 punti
  4. quando si parla di tempo matto...al mattino clima estivo al pomeriggio spunta pure la neve.....
    4 punti
  5. I cancelli della base di Istrana di venerdì 5 aprile sono stati aperti per la cerimonia dell’addio all’AMX, che lascia definitivamente l’Aeronautica Militare dopo 35 anni di servizio (1989), e dopo aver volato per la prima volta nel maggio del 1984. L’AMX è stato un progetto congiunto tra Italia e Brasile, che ha coinvolto, all'epoca, tre aziende: Aeritalia, Aermacchi ed Embraer, ed è stato impiegato dalle aeronautiche militari di Italia e Brasile. E’ stato prodotto in più di 200 esemplari in versione monoposto per l’impiego operativo - nei ruoli bombardamento e ricognizione - e biposto per l’addestramento. La sua storia è iniziata proprio nella base di Istrana, dove il primo esemplare fu assegnato nel 1989 al 103esimo Gruppo Volo. Il velivolo AMX ha operato in diversi teatri operativi all'estero ma ha dato un contributo importante anche in ambito nazionale, dov'è stato utilizzato in missioni di ricognizione fotografica in casi di emergenze e pubbliche calamità e a supporto di operazioni di contrasto ad attività illecite sul territorio. A lui sono stati attribuiti due nomignoli nel corso della sua vita: Ghibli per la Forza Armata e “Topone” per chi è stato a contatto con lui. Uno di questi è stato Alessandro Floriani che ha volato sull'AMX per quasi 7 anni (dal (dal 1998 al 2005) come pilota da combattimento e come istruttore di tattiche operative. Durante il viaggio in pullman verso Istrana e ritorno, ha rammentato alcuni aneddoti del periodo in cui lo pilotava e con commozione ha ricordato l'incidente del 2001 nel quale perse la vita il Colonnello Davide Franceschetti, suo amico e capopattuglia. A farci compagnia, oltre ad Alessandro, c'erano anche una trentina di dipendenti dell'ex Aermacchi, ora Leonardo, che ci hanno invece raccontato delle loro esperienze sui modelli iniziali dell'AMX e sui successivi adeguamenti ed aggiornamenti. Purtroppo il mio invito per la tribuna d'onore è andato smarrito e quindi sono rimasto a terra e oltremodo lontano dallo speaker che raccontava cosa stava accadendo. Non mi è ancora capitato di fotografare una manifestazione a favore di luce ed anche questa volta non è stato differente, inoltre la giornata era un misto di nuvole con un sole pallido che si palesava ad intermittenza. Non mi è dato sapere a questo punto se fosse a causa della meteorologia che la PAN ha volato con soli 4 aerei ma era la festa dell'AMX e quindi ho deciso di dedicare questo spazio a lui, per quanto mi è stato possibile, vista la mia posizione alquanto disagiata. Oltre a qualche passaggio dedicato in esclusiva ai 5 AMX, ce ne sono stati un paio in parata, con i quattro aerei della PAN e con i successori dell'AMX stesso, un Tornado, un Eurofighter e un F35 L’Aeronautica Militare ha voluto celebrare questa giornata con un aereo commemorativo per l’evento del phase-out come si usa chiamare in gergo tecnico questa fase e non poteva mancare la versione con una livrea speciale. Sulla deriva sono presenti un pilota che saluta al fregio avvolto dal tricolore, elementi che contraddistinguono l’#AeronauticaMilitare, e la frase “Volatus ad astra, memoria in aeternum”. Dietro la cabina di pilotaggio, sulla fusoliera, sono raffigurati una bussola e un mondo stilizzato a rappresentare il contributo nelle missioni dentro e fuori dai confini nazionali. Infine, sul muso troviamo l’araldica della Forza Armata. Per tutta la manifestazione non c'è stato il ritmo frenetico di un airshow e del resto non lo era! Infine un ultimo passaggio in parata per la pattuglia AMX e poi l'atterraggio. A volare per l'ultima volta sull'AMX anche il Capo di Stato Maggiore dell'Aeronautica Generale di Squadra Aerea Luca Goretti e il Comandante del 51° Stormo Emanuele Chiadroni (il quinto della fila) Alla cerimonia d'addio hanno preso parte oltre diecimila persone e, come affermato dal Generale Goretti, dopo 35 anni di onorato servizio, può ora "godersi la pensione".
    4 punti
  6. I Misteri di Trapani sono da 400 anni la celebrazione del Venerdì e del Sabato Santo che ripercorre gli eventi della Passione e Morte di Gesù Cristo. Le origini spagnole del rito, simillime a quelle andaluse, portano alla rappresentazione delle fasi della Via Crucis attraverso una processione cui partecipano le Confraternite religiose della città, ognuna legata a un ceto mercantile o artigianale, con 20 raffigurazioni scultoree (i Misteri) delle fasi della Passione, comprese alcune neppure citate nei Vangeli, come la Separazione dalla Madre, messa in scena dal ceto degli Orefici, che a Trapani ha tradizioni antichissime di potenza economica. I gruppi scultorei vengono portati in processione, uscendo il Venerdì Santo alle 14 dalla Chiesa delle Anime del Purgatorio, situata tra il porto ed il centro storico, e vi rientreranno il Sabato Santo dopo un giorno intero di processione attraverso la città, con le Maestranze delle Corporazioni di un tempo (abolite dai Borboni perchè all'origine dei Moti di indipendenza del 1820-21), oggi rinominate ceti. La caratteristica andatura ondivaga della processione (annacata) è accompagnata dalle marce funebri suonate da altrettanti gruppi musicali, alcuni davvero enormi, che accompagnano ognuna delle venti "vare" sulle quali svettano le raffigurazioni delle fasi della Passione di Cristo. Misteri TP 2024.mp4 Il capo dei portatori dà il tempo delle manovre attraverso uno strumento legato al polso, la "ciaccula" molto simile alle nacchere andaluse, per sollevare, abbassare la vara ed anche nelle manovre di girata più ardue, attraverso i vicoli del centro storico trapanese, molto simili ad un dedalo arabo. La partecipazione alla processione è ambitissima e coinvolge tantissimi bambini, oltre ai portatori che fanno parte delle singole Maestranze, di provenienza delle più varie, dai commercianti più fiorenti agli operai dei cantieri del porto ed ai lavoratori "a giornata". Oltre all'enorme numero di musicisti partecipanti ai gruppi musicali che accompagnano le vare: la loro musica è protagonista della trance mistica che in una celebrazione così lunga, pervade tutti i partecipanti e fedeli. L'impegno è solenne e durissimo, a causa delle condizioni atmosferiche pasquali delle più varie (ieri ed oggi soffiava scirocco a trenta nodi e 27 gradi) e per la durata immensa della processione che finisce più di 24 ore dopo il suo esordio. I visitatori vengono da tutto il mondo ed i fotografi sono tantissimi. Negli anni si sono alternati nomi notissimi della fotografia di reportage italiana e straniera, tra i più noti, Josif Koudelka, Franco Zecchin e Letizia Battaglia, Ferdinando Scianna e molti altri. Questa volta sono intervenuto per fotografare con i due 20mm per Nikon Z in mio possesso, il mio Nikkor ed il Viltrox di Mauro, accompagnati dal Nikkor Z 70-200/2,8 per i dettagli sui soggetti. Non sono rimasto per tutta la notte, ma sono ritornato al mattino presto, prima che le vare rientrassero in chiesa. E sono andato a fotografare alcuni tra i gruppi più venerati, tra i quali quello dell' Addolorata, che chiude sempre la processione, con la sua funebre veste addosso alla statua che, come molte delle altre, risale al 1700. Durissimo monito all' Umanità intera. Buona Pasqua a tutti ...! Max Aquila photo (C) per Nikonland 2024
    2 punti
×
×
  • Crea Nuovo...