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Mostra il contenuto con la massima reputazione di 28/09/2022 in tutte le aree

  1. Vi arriva direttamente in un bel trolley in cordura, dotato di tutte le comodità con dentro ben stipato ogni componente. per me già questo è stato un motivo a favore dell'acquisto, perché tendo a perdere ogni accessorio se non sta in una borsa sola. perché qui i componenti sono diversi. Non è una luce pronta all'uso, bisogna montarla sul campo. è composta da due elementi principali : la lampada, piuttosto compatta e con il suo bel sostegno ad arco, il generatore separato, da appendere alla gamba del treppiedi (robusto, anzi, meglio se robustissimo) tramite un bel clamp ben dimensionato, i due cavi e il riflettore argentato. In più, nella cappelliera, il fresnel dedicato, da 10 pollici con una angolazione del cono di luce da 10° a 35°. qui montato su uno stativo a cremagliera da palco di Manfrotto. Un arnese che costa il doppio della luce stessa (in dotazione allo studio, io a casa, se mai userò questa luce, la impiegherò con uno stativo tedesco, da 100 euro). eccolo nel set, di controluce un Godox UL200 usato come luce d'effetto. A destra Pietro sta infastidendo Ginevra mentre Rossano, al solito, sbriga i suoi affari con lo smartphone ... sempre lo stesso set, non sovraesposto per rivelare il Godox M600D che resta, discreto, a 3 metri di altezza e lontano dal soggetto. che qui invece si intravede sulla sinistra. *** Ma torniamo indietro di qualche anno. Sono artisticamente molto legato alla luce teatrale e fotograficamente mi esalto quando i contrasti ricordano le tele di Caravaggio. Oramai molti anni fa mi sono fatto costruire un workshop di una giornata di infarinatura con le luci teatrali condotto magnificamente da Marco Maria d'Ottavi e Luca Mosconi. Quel giorno mi fecero vedere l'effetto in uno studio molto grande e con il soffitto molto alto di due fari da svariati kilowatt muniti di tutti i modificatori dedicati (gobo, occhio di bue etc.), cose che scaldano come un altoforno e necessitano di elementi in titanio perché non si cuociano. Ma pur in luce ambiente (mica in una stanza oscurata, come non era oscurata la stanza in cui ho messo il mio Godox nelle foto di backstage proposte più sopra), gli effetti che ci permisero nel workshop quelle luci mi entusiasmarono. L'inizio della mia carriera di fotografo di questo genere è avvenuto con luci continue tipo le Arri da 500W che cuocevano sia le modelle che i fotografi per non parlare dei softbox, resi marroni dall'uso. Altro che bilanciamento del bianco. Questo mi ha fatto trasmigrare ai flash da studio per ottenere almeno la potenza necessaria, sebbene perdendo quasi del tutto l'immediatezza della luce reale e continua, quella che siamo abituati a vedere ... grazie al sole. Grandi profondità di campo e facilità di impiego per scopi commerciali (tipo moda, beauty etc.) ma meno artistica secondo me e decisamente artificiale. Perché le luci fisse disponibili erano improponibili. Saltava il contatore, erano instabili, si bruciavano, facevano da stufa, la temperatura colore era impossibile. Questo fino all'arrivo dell'ultima generazione di LED, in particolare dei COB (“Chip On Board”, chip di led multipli, legati fra loro a formare un unica unità), come i vari Godox che ho usato in questi anni e che ho presentato anche su queste pagine. Ma parliamo di luci fino a 200 Watt, potenti si ma non tanto da sembrare una luce teatrale. Ma lo scorso dicembre, a sorpresa, la presentazione di di questa nuova serie, denominata Knowled e pensata proprio per scopi teatrali/cinematografici/televisivi. Sorvolando sugli aspetti tecnici, qui parliamo di una lampada che assorbe fino a 720 watt e ne scarica attraverso il suo riflettore circa 600, ottenendo un cono compatto e assolutamente neutro. Le regolazioni avvengono via pannello di controllo sul generato che resta a portata di mano dell'operatore (a differenza degli altri led che una volta tirati all'altezza necessaria per le riprese, sono irraggiungibili per un tappo come me !), oppure via app su smartphone. Le connessioni sono a standard che definirei militari, la qualità del prodotto impressionante per un hobbysta come me. La potenza della luce straordinaria e misurata in decine di migliaia di lux ... a 3 metri di distanza. Aggiungendo il fresnel da 25 cm si ottiene addirittura un incremento di luce (ho misurato ad un metro qualche cosa tipo 300.000 Lux, ma forse erano anche di più ...) che va da 3 a 20 volte a seconda dell'angolo di campo selezionato(mediante rotazione meccanica del cilindro in cui è alloggiata la lente di fresnel). E' il principio di funzionamento dei fari delle automobili che da pochi watt diventano abbaglianti. Ecco l'impressione, una volta acceso e tirato su, anche solo a metà potenza e con il cono del fresnel a 35° è quella di un faro o di una fotoelettrica per scoperta aerea. Sovrabbondante per ogni esigenza fotografica o videografica. Ovviamente, venerdì mi è arrivato e già nel week-end si è fatto 5 ore di scatti. In varie sale del Cross+Studio, uno dei pochi posti cui posso accedere che abbia il treppiedi che ci vuole e l'altezza da terra necessaria ! Nelle foto che seguono, le mie solite, chiedo scusa, mostro svariate possibilità di utilizzo, anche in unione ad una ulteriore luce d'effetto che può essere un altro led a più bassa potenza (che solo 60 o 100 watt). le foto del set di cui al backstage più sopra. Nikon Z9 e Nikkor Z 24-120/4 ad ISO 500 per f/4 e 1/500''. Il bello è che la scena dal vivo è esattamente così, come si vede nelle foto. Non si deve immaginare, scattare e poi guardare per modificare le impostazioni, come si deve fare con i flash. Qui è tutto in tempo reale e fedele alla realtà. Come nei mirini delle nostre Nikon Z ! qui siamo con il fresnel al minimo angolo di 10°, la luce è più dura, giusta per l'effetto che volevamo qui qui è la luce al naturale, senza trucchi in postproduzione (sui capelli, ancora l'effetto del piccolo led su treppiedino amatoriale) questo è l'effetto in controluce a ad oltre 5 metri di distanza. Considerate che in tutte queste foto ho usato metà potenza. A piena potenza si scatta ad f/8 senza troppi problemi, a 500 ISO, sensibilità base della Z9. le ombre ovviamente sono ben caratterizzate ma questo dipende molto da voi, si possono anche azzerare, quando possibile oppure usarle per modellare il soggetto, secondo le sue caratteristiche e poi dipende anche da dove vi mettete voi. Ma la cosa che continuo a sottolineare, al di la della potenza sufficiente per fare qualsiasi cosa, è l'assoluta naturalezza della tonalità della luce e della visione reale che noi fermiamo nel fotogramma come la stiamo vedendo. Qualità che sono fondamentali nel video, dove non c'è paracadute, la ripresa avviene come l'abbiamo davanti e come l'abbiamo illuminata. dosarla naturalmente è affare vostro. E ci vogliono muscoli per spostare, guardare e scattare. In sintesi : apparecchio certamente impegnativo per peso, ingombro, necessità di montarlo e smontarlo sul campo costoso (ma non più di un bel obiettivo da ritratto, con la differenza che una luce buona come questa rende molto di più del miglior obiettivo quando non c'è la luce buona ...) non alla portata di tutti e specialmente di chi non ama sperimentare ma assolutamente straordinario per potenza, qualità della luce, possibilità creative e, ciliegina sulla torta, se non avete la 220 volt, si possono anche usare V-battery (a potenza ridotta al 60%) ce n'è già una serie (anche le potenze più addomesticabili di 200 e 300 W ma sempre con questo impianto) e ci sono svariati accessori. Può essere combinato con altre luci Led per sistemi a più alto potenziale creativo. Io ne ho ricevuto una impressione ben al di là delle più rosee previsioni. Prevedo molte ore di divertimento insieme !
    8 punti
  2. Mi è piaciuto da matti, come del resto, prima di lui, mi è piaciuto un casino il Nikkor Z 800/6.3 Non credevo che il nuovo 400 fosse così "furbo" ed invece accidenti... Oltre ad essere veramente ben fatto, è straordinariamente maneggevole e PICCOLO. Era noto in verità da molti anni che la soluzione 400/4.5 permette configurazioni decisamente compatte, il nonno 400/4.5 Canon FD e lo zio anziano 400/4.5 Minolta AF erano soluzioni veramente interessanti che ebbero il loro successo, tutto di nicchia per carità ma significativo. Va detto però che quegli obiettivi si trascinavano appresso il concetto del "voglio ma non posso", noioso e alla lunga frustrante, che li relegava tra gli attrezzi di passaggio, palestra economica verso altri strumenti più impegnativi o verso la dismissione di una passione troppo impegnativa. Qui invece Mauro mi ha concesso di testare con mano un nuovo concetto che deve far pensare, ponderare in modo nuovo, tante cose. Intanto il Nikkor Z 400/4.5 digerisce con una leggerezza imbarazzante il TC 14Z, il che non è affatto ovvio. Se fate mente locale, con il vecchio Canon FD o il Minolta AF a nessuno veniva in mente di accoppiarli con un TC imbruttendoli di uno stop oltre che devastandone irrimediabilmente le qualità ottiche native. Qui Invece grazie al mirino elettronico lo stop in meno non è pervenuto, e la qualità risultante è impressionante. In pratica un subiolotto da circa 32 cm (con il paraluce) capace di una risolvenza micidiale, che diventa un 560/6.3 dellamadonna, usabilissimo a mano libera grazie ad un autofocus scattante e alla reattività del VR di ultima generazione, leggero e poco invasivo. Per capirci ecco il confrontino con il 200-400/4 VR II Nel mio zaino grosso questo Nikkor Z400/4.5 ci "balla dentro" a differenza del mio caro zoom che fa ballare me. Ok, ok, confronto uno zoom f/4 con un fisso 4.5 non è la stessa cosa, vero, vero. Ma il potere di ingrandimento lo fanno i 400mm e questo è un aspetto fondamentale altrimenti non saremmo qui a parlarne. Ho ripreso alcuni pellicani ricci a distanza siderale e i jpg della Z9 a tutto schermo sono ben più che ottimi. Ha ragione Mauro questa coppia di teleobiettivi apre orizzonti nuovi. Riprese che normalmente pretendono un certo impegno e dedizione, con ottiche come questa diventano una passeggiata. Il che vuol dire potersi concentrare meno sulla logistica e di più sulla fotografia. Mia moglie dice sempre che a me più che fotografare piace spostare del materiale, non è vero ma non posso biasimarla: un paio di treppiedi reti mimetiche il tele lungo e quello corto, il grandangolo e tre macchinette fanno un bel volume e un bel tonnellaggio. Il nuovo paradigma Nikon ci propone una soluzione assolutamente vincente, tutto sta a digerire quei diaframmi non canonici che rimandano a limitazioni ben note, limitazioni che oggi realmente non esistono più. Grazie Mauro!
    4 punti
  3. Per considerazioni generali sul nuovo Nikkor Z 400mm f/4.5 S vi rimando al mio unboxing del 18 luglio : qui ne parlo invece con due mesi di foto fatte in varie occasioni, potendo dare un giudizio più completo e pratico. In relazione all'oggetto in se il mio quartetto di voci, due tenori, un basso e un baritono. Mi ritengo particolarmente fortunato - toccando ferro - a disporre di questo geniale quartetto di ottiche compatte e leggere. Di fatto condividono la filosofia molto legata a quella delle mirrorless che vanno incontro alle esigenze di contenimento pesi ed ingombri richiesta dall'intero mercato. A parte il 500mm f/5.6 PF, che sfrutta la tecnologia Phase Fresnel, gli altri tre obiettivi sono abbastanza simili. Condividono buona parte dell'impostazione, hanno lo stesso piedino del treppiedi, differiscono di pochissimo nel peso e, come vedete, anche nell'altezza e nel diametro. Tanto che è facile confonderli se andate via di corsa. Io devo sempre leggere bene l'etichetta per essere certo di non sbagliare obiettivo. Ma è tanto bello poter scegliere in base al tempo, all'estro, alla giornata, allo scopo dell'uscita fotografica. Andando in particolare al nuovo Nikkor Z 400mm f/4.5 mi sento di fare alcune precisazioni, già anticipate in più occasioni ma che secondo me è utile ribadire. Ne ho discusso anche a voce con Max e ho tratto queste conclusioni. Questi obiettivi appartengono alla stessa categoria. Il 400mm f/4.5 va confrontato con il 100-400 e il 70-200, non con i supertele - sia Z che F - della fascia superiore. Tutto lo identifica come appartenente alla categoria media. la scatola il paraluce il collarino del treppiedi l'assenza di una sacca/borsa/astuccio tipici dei supertele (anche del 800/6.3 PF) la costruzione : robusta e professionale ma senza quei requisiti di resistenza a condizioni estreme e ad abusi in ambiente ostile che invece caratterizzano che so, un 400/2.8 o un 600/4, giusto per fare nomi e cognomi questo 400mm però si stacca per il design. Se vi ricordate, nei primi tempi delle mirrorless, specie dalla campana Sony, ci è stato raccontato che il disegno degli obiettivi wide e super-wide si sarebbe avvantaggiato principalmente dal tiraggio corto e dalla gola più larga del bocchettone. Bene, Nikon ci ha dimostrato con questo nuovo obiettivo - che sarà seguito, ne sono certo, da altri fratelli in futuro - quanto ciò sia vero solo in parte. Insomma, quando i progettisti Nikon hanno configurato lo Z Mount sapevano di poter trarre vantaggio anche nel disegno delle focali lunghe. Altrimenti non si spiegherebbe il miracolo di un 400mm che senza elementi a diffrazione, riesce ad essere così piccolo, leggero, compatto eppure così prestazionale. E senza i limiti degli obiettivi PF. Nel conto di questo progetto, però, ci sta una minore cura, un prodotto - sempre di fascia premium - ma decisamente situato più sotto dell'inarrivabile Nikkor Z 400mm f/2.8 TC. Non sto dicendo che questi obiettivi siano scarsi sul piano costruttivo, solo che a dispetto del prezzo di acquisto non proprio economico, restiamo nella gamma descritta dal 70-200/2.8 e 100-400. Oggetti eccellenti ma non costruiti come un 800/5.6. Smarcati questi due assunti, andiamo al sodo Si fa presto oggi a parlare di game changer, ovvero di oggetto che cambia le regole del gioco. Anzi, se ne abusa. Ma mai, fino ad ora, avevamo avuto a disposizione un 400mm ancora ben luminoso, così piccolo e leggero, da usare esclusivamente a mano libera, e allo stesso tempo così prestazionale. Questo per me, che pure posso scegliere, come avete visto, con cosa uscire ogni mattina, è qualche cosa che mi sta cambiando la vita. Specialmente quando dietro c'è attaccata la Nikon Z9. Avere la capacità di scaricare potenzialità fotografiche di questo livello, portandomi solo una borsetta leggera e per nulla ingombrante. Niente treppiedi, niente testa. Niente altro. Si, lo so, sono cose che ho già scritto a proposito del fantastico Nikkor F 500/5.6 PF quando è uscito quattro anni fa. Ma con questo 400mm Nikon si è superata. Perchè è un oggetto meglio bilanciato, ancora più facile da usare, pronto all'uso e meno impegnativo come focale. Con superiore luminosità massima. Potendo peraltro passare con un click in formato crop della Z9 all'equivalente - per angolo di campo soltanto - di un 600mm che nel video possono diventare anche 800 e più. E proprio nel video che l'ho trovato meraviglioso, capace di seguire il fuoco senza incertezza e senza rumori. Sempre in modo fluido e con una capacità di lettura anche del controluce, eccellente, senza interventi in postproduzione. Rispetto al 500/5.6 PF il silenzio è assoluto, anche per ciò che riguarda di stabilizzazione. Le prestazioni allineate ma con una prontezza superiore in termini di aggancio del soggetto. Rispetto al 70-200/2.8 S duplicato, non c'è confronto. Quella è una soluzione di ripiego da usare quando proprio si è rimasti con solo quell'obiettivo e basta. Mentre contro il 100-400/4.5-5.6 secondo me qui abbiamo prestazioni migliori in senso generale (specie di sfuocato), un miglior bilanciamento (il 400/4.5 non si allunga) e una pasta delle immagini di un gradino superiore. Il 100-400 ovviamente offre la variabilità della focale. Ma io spesso fotografo tutto il tempo a 400mm e non mi serve altro. Insomma, che altro dire ? Niente, non trovo difetti, tutto sommato nemmeno nella fattura da saldare a Nikon per averlo. Io ne sono innamorato e dubito che me ne priverò mai. Si sovrappone con altre soluzioni che già possiedo. Va bene, ma ogni violinista in casa ha più di un violino. Avete idea di quanto possa costare un bel violino ? E un pianoforte da concerto ? Informatevi ... Mi fermo qui per non diventare ulteriormente verboso. Propongo un montaggio di vari spezzoni di video in una giornata ventosa di luglio. Uno slideshow di immagini scattate in differenti occasioni. E qualche foto significativa. Specie l'ultima. 400mm.mp4 montaggio di più clip video 400slideshow.mp4 slideshow di alcune foto fatte in differenti occasioni Z9X_1272.MP4 mamma Ippo con figlio Ippo (Le Cornelle) Un falcone da caccia con il sole negli occhi. Sfondo liquefatto, senza accorgimenti particolari. e qui un animale meraviglioso, qui ritratto in ombra, ad alta sensibilità della Z9 Chiudo con un nikonista entusiasta di questo obiettivo e della mia Z9 ma eternamente indeciso nel fare il grande passo dalla reflex ... ... che quando si convincerà di passare finalmente agli strumenti giusti per quello che deve fare lui - come questo meraviglioso Nikkor Z 400mm f/4.5 - forse avrà già l'età per desiderare qualche cosa di ancora più leggero e compatto anche se solo "abbastanza buono" e non eccellente come questo (io certamente, per quell'epoca sarò costretto dagli acciacchi a sfogliare solamente le centinaia di migliaia di foto che scatterò in questi mesi con il mio 400mm)
    3 punti
  4. Il Nikkor Z 24-120mm f/4 S ha fatto un rapido passaggio per casa mia in queste settimane di settembre. Era tanta la curiosità di provarlo. Non come "tuttofare giramondo" come pare sia considerato dai più. Ma come ottica specializzata in grado di sostituire il Nikkor Z 70-200/2.8 S (alle gare di dragway) e tutto un arsenale di Nikkor Z in studio fotografico. Ed è questo l'oggetto di questo test. Che poi un vero test non è. Nel senso che quando io prendo totale confidenza con il mezzo che sto usando (è il caso della Nikon Z9 già con me da inizio anno ma è stato altrettanto immediato con questo zoom transtandard) mi dimentico del tutto che ... sto provando un obiettivo e mi concentro su quello che mi piace di più : fotografare. Ecco, credo che questa sia la sintesi estrema delle mie settimane d'uso con questo obiettivo. E' talmente naturale usarlo che tutto il resto passa in secondo piano. E' privo di difetti ottici (giusto un filino minimo di vignettatura alle focali più corte). E' nitidissimo sempre. Ha un autofocus rapidissimo. E' tanto affidabile da toglierti ogni ansia. Anche di cambiare obiettivo Morale, ho fatto 17.582 scatti in quattro sessioni fotografiche con due modelle. Usandolo in tutta la gamma focale ma principalmente - ma guarda un pò - tra 85 e 105mm. Difetti ? Si, personalmente rinuncerei ai 24mm per arrivare invece a 135 sul lato più lungo ! Per il resto capisco perfettamente perché Nikon non riesca a produrne abbastanza per soddisfare le richieste. La finisco qui nell'introdurre la lunga teoria di foto che ho selezionato per convalidare quanto dicevo più sopra : altro che test, io ho scattato con questo obiettivo come se facesse parte del mio arsenale in pianta stabile ... da anni. Mi scuso se la gran parte di queste foto sono da visualizzare in situazioni di privacy ma io adoro le donne. Tanto più quando, così belle, lo sono ancora di più al naturale ! *** Location : Cross+Studio di Milano, sale Bridge e Watt Modelle : Silvjia e Ginevra Luci : Godox M600D e UL200 con fresnel da 10'' e riflettore in ambiente misto naturale+artificiale Diaframma quasi sempre f/4, sensibilità ISO 64 e ISO 500, bilanciamento del bianco su Natural Auto, picture control su Portrait o Monocromatico, NEF compresso ed efficienza elevata e ovviamente la mia adorata Nikon Z9 Messa a fuoco perfetta ? Checked ! immagine piena dettaglio del viso immagine piena dettaglio del viso al 100% immagine piena dettaglio al 100% La capacità di lettura del sistema è tale da poter aprire impunemente le ombre per ottenere ogni dettaglio visibile mentre le tonalità di colore sono esattamente come le vedo ad occhio nessuna incertezza sull'incarnato. Queste foto non hanno alcun ritocco se non in dettagli marginali. Nessuna teoria del colore applicata, né gradazioni tonali o altre sofisticherie. Io scatto troppo per permettermi anche queste complicazioni ... al limite posso starare io il bianco per avere un effetto a piacere ... Ma partendo da una base assolutamente neutra, come si conviene per uno strumento chiaramente professionale dettaglio della foto precedente (con la pelle e tutto il resto di Silvjia al naturale) insomma, lavoro se uno lavora, divertimento se uno si diverte. Senza pensare un secondo allo strumento che deve essere del tutto duttile, come la creta dello scultore. Altra situazione, altra modella, altro tipo di luce : Ma torniamo per un attimo all'altra scena, per confrontare i differenti contrasti resi. sono mezzi busti ma ho la certezza che se ingrandisco gli occhi al 100% li avrò perfettamente a fuoco ! Ma per averne la certezza ... voilà ! Chiudiamo una sala ... ... per spostarci nell'altra In questo set alternavo la Z9 con il 24-120/4 ad f/4 con la Zfc e un obiettivo f/1.4 per differenziare le riprese, quindi la gran parte delle immagini riprese con il 24-120/4 sono figure intere o quasi in varie situazioni di luce e postura. Concludendo in una visione caravaggesca dove si esaltano forme e volumi. Insomma ... ... il più l'ho già detto. E' difficile che trovi la confidenza assoluta con un obiettivo nuovo già la prima volta. E' come con le modelle, devo prendere bene le misure per sapere fin dove posso osare con la giusta tranquillità. Ma non è raro che con i Nikkor Z già dai primi scatti la sintonia sia totale. Con questo Nikkor Z 24-120/4 S ho fatto circa 25.000 scatti in tre settimane. Non so se qualcuno sia da buttare. Certamente non per causa sua. Piena soddisfazione. Ecco, in questo articolo potete vedere cosa pensa questo obiettivo, delle donne. Io non c'entro, ho lasciato fare a lui e a loro (il problema adesso è che mi è piaciuto tanto che, una volta spedito al destinatario, mi manca. Ma che diamine, come dice il mio amico Giuseppe, mica posso comprarmi sempre tutto !)
    3 punti
  5. Max ha provato lo scorso anno il modello da 33mm, sempre f/1.4 che fa parte della prima terna di obiettivi che Viltrox ha proposto per Nikon Z. Poi c'è questo 56mm e quindi un bel 23mm. Sono obiettivi autofocus, dotati tutti di motore passo-passo molto veloce e silenzioso, perfettamente funzionale in ambito Nikon Z (esistono anche per altri attacchi, Sony e Fujifilm per esempio), comprese le modalità più sofisticate con il riconoscimento di volti e occhi. Sono costruiti interamente in metallo, anche il paraluce. Costano un filo più di 300 euro su Amazon. Ci sono sia in finitura nera che argento. Sono esteticamente intonati con una macchina dall'aspetto retro come la Nikon Zfc. Sono tutti progettati per il formato DX. Ma soprattutto, hanno una ghiera dei diaframmi vecchio stile, perfettamente funzionante, che annulla la funzionalità della rotellina dei diaframmi della nostra Nikon. Insomma, con uno di questi obiettivi (non dimentichiamoci anche il mio bel 13/1.4 provato di recente su queste pagine), una Nikon Zfc funziona totalmente alla vecchia maniera. Con i tempi che si regolano con il quadrante superiore a destra e il diaframma che si regola con la mano sinistra, quella che regge l'obiettivo. Potrà non piacere, io mi trovo perfettamente sia in questo modo che con il sistema più moderno. Un pò meno nelle forme ibride, quelle obbligate - con la Nikon Zfc - per tutti gli altri obiettivi che non hanno la ghiera dei diaframmi. Ho provato a simularlo con la ghiera programmabile dei Nikkor Z. Ma non c'è alcun feeling. Se uno è nato con la ghiera meccanica, preferirà sempre quella. E' questo il caso. E ne sto enfatizzando la funzionalità perché l'utilizzo in questo modo è tanto piacevole che ti viene voglia di comperarti tutta la serie di questi obiettivi. Per usarli così, al di la delle loro (buone) prestazioni. scatola bianca, bollino rosso. Se vogliamo quella C rossa è l'unica cosa che stona nel design. Anche l'occhio vuole la sua parte. E la Nikon Zfc pretende che chi le sta davanti sia elegante quanto lei. l'obiettivo è discretamente compatto ma solido e massiccio in mano. Parliamo di 320 grammi in un fusto da 73mm di lunghezza per 69 di diametro. Passo filtri da 52. Il più classico per Nikon. lo schema ottico è abbastanza complesso e contiene un vetro ED. il paraluce, come dicevo, è in metallo. insomma, lo definirei un oggetto che da soddisfazione quando lo prendi in mano e quando lo usi. Ultima annotazione ancora sulla ghiera dei diaframmi. Purtroppo è pensato con un occhio di riguardo al video perchè è priva di punti fermo per non avere il ckick di ritorno nel microfono. Ma sinceramente è una cosa cui si fa l'abitudine senza tanti problemi. Basta sincerarsi che sia al valore che ci aspettiamo prima di scattare dopo una pausa (è facile spostarla inavvertitamente). Prestazioni Ottiche Il grafico MTF non fa gridare al miracolo per quanto riguarda la nitidezza che però a me sembra di ottimo livello. Almeno al centro. Perché ai bordi e agli angoli estremi, ai diaframmi più aperti lascia abbastanza a desiderare. Ma questa è una focale equivalente a 85mm in pieno formato, quindi la più classica delle focali da ritratto. Che ci metteremo in un ritratto all'angolo alto a sinistra ? Io niente, non so voi. La resistenza al controluce è buona anche se non da urlo. Dell'autofocus ho già detto, è rapido quanto un Nikkor Z e sempre puntuale e preciso. Dove ho trovato un limite è nell'aberrazione cromatica, sia assiale che laterale. Sempre visibile ai diaframmi più aperti di f/4, verde nelle zone dopo la messa a fuoco e magenta prima. Per me è fastidiosa perché non ci ero più abituato con i Nikkor Z (ci convivo invece con il bel 105/1.4E che ha questo in comunque con il Viltrox in prova) ma si corregge in un attimo in Camera Raw. Deciderete voi se questo è un limite. Tenendo conto che sul mercato al momento non c'è un obiettivo come questo, pensato specificatamente per le Nikon Z in formato DX. Non considero il Nikkor Z 50/1.8 S nella stessa fascia di questo obiettivo. Perchè è molto più lungo e perchè costa ben più del doppio. E perchè non ha questo carattere vecchia scuola. Ecco, se lo cercato è probabilmente per avere un obiettivo autofocus con il sapore dei vecchi obiettivi degli anni '80. Se non sapete cosa sto dicendo, evidentemente non è l'obiettivo che fa per voi. Diversamente e se fotografate persone, allora, lo starete già ordinando, se già non l'avete. In conclusione, ottimo giocattolo, adatto per divertirsi senza l'ansia di superare severi test di laboratorio. Adatto per fotografare come una volta. Ma con una nitidezza ad f/1.4 che un 50/1.4 AIs se la sogna (!) e con un autofocus che non ha nulla da invidiare ad un Nikkor Z entry level. Con l'aberrazione cromatica si può sopravvivere. Anche con la vignettatura, del tutto tipica per queste ottiche. Per il resto, una volta montato su una Zfc/Z50 non credo che avrete di nulla di cui recriminare. Seguono le foto che ho fatto in queste settimane. Sono le mie solite, perdonatemi ... *** vedete l'aberrazione cromatica evidente (verde) sul metallo della finestra nonostante esista un profilo per Adobe Camera Raw di questo obiettivo, come evidenziato qui in Lightroom va corretto ad occhio e ridotto così, se a voi da fastidio. come vedete questo effetto passa dal magenta al verde, a seconda della distanza di messa a fuoco principale andando alla nitidezza, come vi dicevo, è elevata al centro f/1.4 f/4 ma anche ad f/2 insomma a tutti i diaframmi per quanto riguarda la vignettatura, è tipica ma si corregge facilmente, se si vuole per il resto è un piacere da usare in tutte le circostanze, sia con luce artificiale, che mista che del tutto naturale. e da il meglio sia nella figura che nel ritratto stretto è possibile che qualcuno voglia per forza usarlo per fare paesaggio. Ma io non l'ho provato che con questi scorci, mi spiace ... insomma, naturalscape sia a colori, giusti già al naturale ma regolabili come si vuole, che in bianco e nero, secco, nitido e profondo anche ad f/1.4 tenete conto che io ho alternato la Zfc con il VIltrox AF 56/1.4 e la Z9 con 24-120/4 e 105/1.4 senza ravvisare differenze operative inaccettabili (salvo la differente visione tra il meraviglioso mirino della Z9 e quello più modesto - ma non per questo scarso - della Zfc). Insomma, si capisce che questo Viltrox AF 56mm f/1.4 per Nikon Z mi è piaciuto ? Giudicate un pò voi ... (quello vestito sono io)
    3 punti
  6. Sabato 24 settembre 2022 Autodromo di Monza, pioggia abbondante Ingresso seconda Variante - Nikon D850@600 f/6.3 t:1/800 Auto ISO EXP -0.3 Seconda variante, panning in uscita - Nikon D850@400 f/6.0 t:1/50 Auto ISO EXP -0.3 Prima variante, panning Nikon D850@240 f/7.1 t:1/60 Auto ISO nessuna compensazione EXP Nessun ritaglio applicato alle foto, PP tutta in automatico corretta dopo a sentimento. Scusatemi se ho esagerato un po' con le foto, ma spero che si veda quanto mi sono divertito. Alla prossima
    2 punti
  7. La luce più amata da Peter Linbergh che chiudeva città e ingaggiava set cinematografici da decine di kilowatt anche in luoghi assolati. Ho avuto il piacere di scattare assieme a Mauro sabato con quel sole che non scalda nessuno e non cuoce i modificatori, il piacere di riscoprire che la luce continua controllata non ti fa sbagliare un fuoco alla macchina e quando è tanta anche se la modella non si muove lentamente, ti consente un tempo rapido sufficiente per sbagliare poco. Sono due mondi paralleli diversi i flash e le luci cinematografiche i li trovo entrambi affascinanti ma certo che vedere cosa stai facendo è molto più immediato e divertente. Ricordo diversi dei miei set che hanno richiesto anche 40' per settare la luce flash, la pazienza delle modelle che se non fossero state amiche mi avrebbero mandato a quel paese prima di trovarlo
    2 punti
  8. Scatti con Nikkor 100-400 + tc 1.4 f/8 iso 100, su Z6II
    2 punti
  9. 2 punti
  10. Infatti io la Z30 continuo a proporla a Rossano da usare sul gimbal mentre lui vorrebbe una seconda Z6 II con cui litiga continuamente.
    2 punti
  11. Dall'album: 18 settembre - 16 ottobre 2022 : una domenica in esterni in bianco e nero

    Ricordo che da piccolo, quando bevevo il Caffè latte ,la mamma mi diceva che erano le mucche bianche e nere a farlo . Valle del Primiero Domenica 25 Settembre
    2 punti
  12. Io faccio molte foto macro in stacking. Uso Helicon, del quale ho la licenza, e Photoshop. Helicon da dei buoni risultati quasi sempre, dipende dal soggetto. Siccome la Z7 canna 2 stacking su 3, uso Helicon per vedere in fretta il risultato, essendo velocissimo. Se voglio un risultato più curato sistemo i Nef in Capture One e li converto in jpg. A quel punto uso Photomerge di Photoshop, che è di una lentezza estenuante ma dà risultati nettamente migliori. Allego il risultato di 35 scatti Nef , uniti nel primo caso da Helicon che qualche volta produce degli strani artefatti e la seconda da Photoshop. La foto è da buttare in ogni caso perché per ottenere il fiore completo avrei dovuto fare 60 scatti, non 35. Ma è per dimostrare che non esiste una ricetta che vada bene per tutto. Comunque a parte la lentezza, Photoshop rimane sempre la soluzione migliore nel 90% dei casi. Per lo meno per i miei soggetti.
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  13. E quello era l' hurrah di Mauro... intendeva: sono tre anni che consigliamo Helicon, anche per il costo contenuto, se rapportato ai .. . contenuti
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  14. ce l'ho su SACD questo disco ma anche in streaming è meraviglioso.
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  15. dopo questa ulteriore conferma qualificata, non vedo l'ora di riceverlo insieme alla agognata Z9 Complimenti per l'articolo che, a mio modesto parere, è stato scritto con spontaneità e illustrato meravigliosamente
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  16. Ragazzi: è da prima di Ferragosto che vi alternate su questo tema, del tutto al buio: ossia senza neppure aver pubblicato una foto della vostra trappolina preferita... : giusto per aiutare nella comprensione chi non possegga la Zfc Allora: la Nikon Zfc è una mirrorless dotata di doppi comandi: come un aereo di linea. Oltre alle ghiere che fanno bella mostra di se sul pannello superiore, in ricordo di quelli delle reflex più evolute degli anni 70 (non della FM quindi), possiede anche ghiera anteriore e posteriore (per indice e pollice della mano destra) per poter non solo regolare i menù interni, ma soprattutto recuperare la veloce e moderna funzionalità, per chi desideri utilizzarla come si usano le macchine fotografiche dalla D1 di 23 anni fa, in qua. Per cui, rispetto le due domande di Gabriele: 1) la ghiera di destra, quella dei tempi, ha non una, ma ben 4 posizioni di blocco, dalle quali uscire premendo il pulsante concentrico (1/3 step, X, T, B) come da sempre sui combinatori circolari Nikon (gli ultimi sulla F4 e poi sulla Df). La ragione è che in uso Manual i tempi debbano poter scorrere, insieme ai diaframmi sull'obiettivo (a proposito...settate gli obiettivi per avere i diaframmi sulla ghiera programmabile o...usate la ghiera anteriore, come su tutte le ml???) facilitando la regolazione dell'esposizione, tenendo d'occhio i riferimenti relativi a mirino 2) la ghiera di sinistra, quella degli ISO, è ovvio che debba invece rimanere bloccata in ogni sua posizione, compresi i terzi di stop (i puntini in mezzo a due cifre intere) per evitare difetti di sovra e sotto exp. È così dalla notte dei tempi di tutte le marche di fotocamere. 3) aggiungo io: e allora...a cosa serve sulla ghiera di destra la posizione 1/3 di stop, se la potremmo tranquillamente ricreare, nell'uso MANUALE che dite di fare di questa mirrorless, sia con i terzi di ISO, sia...con la comodissima ghiera di staratura dell'esposizione posta all'estrema destra del ponte, a disposizione di pollice ?????? Avete notato che 1/3stop e AUTO (levetta coassiale alla torretta di sx dei modi di esposizione MASP) sono entrambi colorati in celestino??? Ecco: il simultaneo utilizzo dei due comandi celestini, riporta la Zfc ad essere una mirrorless da poter utilizzare solamente con le ghiere a pollice/indice destro, come una Z50 o una Z9. Se non ci fosse stata la posizione specifica 1/3stop (bloccata per questo motivo, come un pilota automatico di aereo) la Zfc camminerebbe in auto a stop interi, mancando per scelta la loro regolazione a menù. Provate l'ebbrezza della vostra Zfc anche in X (sincro flash fisso a 1/200"), T (Time: uno scatto per aprire otturatore ed uno per chiuderlo) e B (Bulb...posa lunga ad otturatore aperto, finché si tiene pigiato il pulsante) Erano privilegi meccanici sulle reflex semiautomatiche... Che non avete mai usato per ragioni anagrafiche...
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  17. Nikkor Z 50-250mm f/4,5-6,3 VR @ 165mm f/16 t/250 ISO7200 con lente addizionale Nikon 6T da 62mm Uffà uffà...non l'ho fatta con la Zfc, (che mi fa venire l'orticaria per il fintume che è ogni volta che la vedo), ma con la Z50, il brutto anatroccolo del quale parliamo solo io e l' Uomo Ragno...
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  18. Il mio non ha ancora mai fotografato in “quelle condizioni”… ma lo farà presto. Tra le immagini, tutte decisamente belle, le mie preferite sono le ultime.
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  19. Prescindendo dall'abilita' fotografica di Mauro, il suo 24/120 e' stato pesantemente supportato nel secondo batch di foto da una fotoelettrica controarea; il tuo trombone non ha nulla da protestare nel merito
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  20. Un articolo scritto e, soprattutto, illustrato col cuore.
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  21. Ombrellino legato allo spallaccio dello zaino, ha funzionato. Una giacca veramente impermeabile con cappuccio.
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  22. Dall'album: 18 settembre - 16 ottobre 2022 : una domenica in esterni in bianco e nero

    Costretto in casa a fare il nonno (con la sola eccezione del permesso elettorale - 10 minuti a piedi da casa) non mi restava che il terrazzo, con Z9 e 100-400Z Una delle mie da "guardiano del faro".
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  23. Secondo me hanno ancora scorte del sensore della D850 da smaltire. Questo sensore può fare ancora molto per chi si contenta "di uno scatto solo" Ma la verità è che nessuno sa cosa ha intenzione di fare Nikon. Per questo dico che ogni voce che si sente è campata in aria. Concretamente, comunque è tutta questione di sensori e di processori. Una Z6 III con un sensore qualsiasi (da almeno 1/60'' di secondo di tempo di lettura) ma con l'Expeed 7 e l'autofocus stile Z9 già terrebbe bene il mercato. Ricordiamoci sempre che il tallone di Achille della Z6, a parte il processore, è la matrice dell'autofocus molto limitata in termini di punti effettivi di messa a fuoco, non simulati. Per Nikon questo si può migliorare solo con risoluzioni più elevate. Canon ha risolto raddoppiando i pixel e "sprecandone" la metà per il solo autofocus, Sony con un approccio ibrido. Ma senza dimenticare l'effetto moviola a mirino quando si passano i 5 fps.
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