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Mostra il contenuto con la massima reputazione di 16/10/2021 in tutte le aree

  1. Quindici anni di Nikonland e una promessa Esattamente il 16 ottobre 2006 aprivamo al pubblico Nikonland.eu. Sembra che non sia passato così tanto tempo eppure è così. All'epoca ci baloccavamo ancora con le reflex in formato DX, la D3 sarebbe uscita in commercio solo a dicembre 2007 e la D700 nel luglio dell'anno dopo. Quindici anni dopo attendiamo invece la prima ammiraglia senza specchio e probabilmente ci apprestiamo a rivivere quanto è successo a cavallo del 1960, quando la Nikon F ha segnato il tramonto delle Nikon a telemetro. Con le mirrorless che prenderanno definitivamente il testimone dalle reflex. Siamo in un'epoca in cui il materiale fotografico è tale e tanto che mancano solo le idee per sfruttarlo bene, il tempo per approfondirne le funzioni e cominciano realmente a scarseggiare anche i fotografi, molti dei quali hanno abbandonato, probabilmente perché non motivati da sufficiente passione. Ma oggi vogliamo solo celebrare i nostri "primi" Quindici Anni con la promessa che almeno fino al 2026 ci saremo, se non altro per vedere che cosa Nikon vorrà proporci per segnare i nostri venti anni. Dopo di che dipenderà da tanti fattori. Non abbiamo la sfera di cristallo per sapere ciò che riserverà il futuro a tutti noi, l'anagrafe purtroppo è difficile da raggirare e forse deciderà al posto nostro. Ma intanto siamo qui : e cercheremo di rendere memorabili questi giorni. Max , Silvio , Massimo e Mauro Se Quindici anni vi sembrano pochi, provate a trovare un altro sito amatoriale dedicato come Nikonland che, senza alcuna componente commerciale, oltrepassi questa boa di longevità. Soffermandoci solo sugli ultimi 5 anni, cioé dall'ultimo grande raduno celebrativo del sito per i suoi "primi 10 anni" (che per ovvi motivi di prudenza non abbiamo ritenuto di ripetere nel 2021) sono tante le novità che vorremmo ricordare. La prima è il trasloco sul nuovo sito, era Nikonland.eu, adesso è Nikonland.it, avvenuto nell'estate del 2017. Giusto in concomitanza con il risveglio di Nikon per il lancio solenne della D850. La seconda, molto importante, il nuovo rapporto amichevole - a differenza del passato - con il distributore italiano. I tempi si sa, sono cambiati, i volumi sono scesi, le difficoltà sono grandi e si cercano alleati ovunque. Ma noi vogliamo credere che sia il fattore umano quello che sigilla le alleanze e pensiamo che sia in questa sfera che vada ricercata la nuova chiave della collaborazione con Nikon che oramai ci permette dal 2016 di avere ogni novità in visione appena disponibile per poterne provare le caratteristiche e scriverne nei nostri articoli. Prima dovevamo acquistare ogni cosa che volevamo provare, e per allargare gli orizzonti ci appoggiavamo ad altri, come Sigma, per avere in prestito obiettivi da testare con le nostre Nikon. Una cosa strana per un sito come il nostro che fin dal primo giorno ha investito ingenti risorse (materiali e non) per sostenere il marchio Nikon in Italia. Oggi invece stiamo attendendo l'invio da Nital del nuovissimo Nikkor Z 40/2 e siamo già in lista di attesa per le novità che speriamo non mancheranno questo autunno. Per carità, restiamo un sito amatoriale, senza connotazione commerciale e libero di esprimere la propria opinione in ogni caso ma ci piace sottolineare come ogni rapporto su Nikonland - interno ed esterno - sia regolato dall'amicizia. Ma siamo anche molto selettivi, il nostro sito è diventato sempre più esclusivamente dedicato al nikonista esperto che è rimasto fedele innamorato di questo glorioso marchio per le ragioni che poi spiegherà in modo più approfondito Max Aquila nelle prossime pagine. L'esperienza ci consente di valutare un oggetto in modo molto approfondito senza usare strumentazione di laboratorio o fare fotografie a mire ottiche. Lo facciamo nel modo più semplice e al tempo stesso naturale che ci sia : utilizzandolo per fotografare. Avere escluso quanto non si può usare su Nikon, dopo un periodo di valutazione delle proposte di altri marchi, ci ha permesso negli ultimi anni di essere più concentrati sulle cose di Nikon e per questo anche maledettamente più esigenti nei confronti della casa giallo-nera. Per questa ragione periodicamente pubblichiamo editoriali critici che cercano di puntare il dito verso quelle carenze che la gestione del catalogo Nikon, costringe i nikonisti a scelte provvisorie, spesso inadeguate ai bisogni e soprattutto inutilmente costose, Lo facciamo a viso aperto, senza la pretesa di essere sempre esauditi ma almeno cercando di suggerire lo stesso senso critico nei nostri colleghi. E' il senso che diamo a Nikonland oggi. Anche e soprattutto oggi che attendiamo, a settimane se non a giorni, l'arrivo della Nikon Z9, prima mirrorless di classe professionale su cui le nostre aspettative crescono mano a mano che riscontriamo limiti nella attuale attrezzatura. E' il sale che ci tiene legati all'evoluzione del marchio. Senza, probabilmente avremmo mollato come tanti altri. Perchè se si può fare bene, allora vogliamo che Nikon lo faccia meglio.
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  2. 2006... Era un qualsiasi pomeriggio di metà ottobre del 2006, avevamo appena vinto i Mondiali di calcio (il giorno stesso in cui mi baloccavo con questo Nikon 400/5,6 duplicato su FE-2 e sicuramente una pellicola diapositiva da 50 ISO), non pioveva e mi trovavo a casa di un’amica (comune…), quando mi chiama al cellulare (lo stesso numero che ho adesso, dallo stesso numero che ha ancora pure lui) Mauro Maratta, un amico conosciuto su altro forum, sul quale avevamo rapidamente scalato la vetta, prima da Moderatori e poi da Amministratori, per poi aver deciso di comune accordo di andarcene via per una serie di validi motivi che qui non sono di alcun interesse. Mauro, dunque, mi chiama e mi dice: “Che ne dici se ci apriamo un sito di Fotografia noi due, senza bisogno di frequentare i pessimi che conosciamo, senza legami commerciali con chicchessia, senza pubblicità, senza bisogno di alimentare inutili forum dove si dibattano argomenti puerili, o peggio si litighi fino alle minacce reciproche, senza obbligo di iscrizione a pagamento?” Ed io: “Certo, bellissimo, ma dopo tutti questi senza, con cosa lo riempiamo?” Mauro: “Con i nostri articoli, che abbiamo già scritto in quantità e riscriveremo meglio, con quelli nuovi che ci verranno in mente, liberi di parlare dei marchi che vogliamo, del nostro modo di intendere la fotografia, coinvolgendo chi vorrà intervenire, senza necessità di chiacchiere, ma invece cercando chi ne sappia più di noi per costruire un riferimento web in lingua italiana, in questo momento assente.” Ribadisco: “Mauro, ma come si fa? Io di impostazione di siti, lo sai, non so proprio nulla, devi pensarci tu, io certamente mi divertirò a scrivere di ciò che mi sta più a cuore del fotografare, della fotografia, di Nikon. Potrei anche provare a coinvolgere la mia classe di Accademia nella quale insegno Fotografia, per sfruttare il sito come un punto di incontro, confronto, crescita. Sono certo che potrà essere formativo a doppio senso, anche per noi” Mauro: “certamente che ci penso io al sito….anzi, ti vorrei dire che …in questi giorni che avevo in mente questa idea, ne ho già disegnato la struttura: manca ancora un nome che possa essere inequivocabile ed il dominio: potremmo scegliere tra uno .eu ed uno .it” Io: “il nome? Potrebbe essere xxx, oppure yyy, o forse zzz… Che ne diresti di qualcosa che richiami alla casa per tutti coloro come noi due che amiamo Nikon, indipendentemente dai prodotti e dalle aspettative? Che ne pensi di… Nikon-Land? www.nikonland.eu ?” Mauro: “OK, mi piace ! Fai conto che stasera chiudo l’architettura del sito (ne ho almeno due simili per piattaforma che coltivo da anni) e ti mando il link e l’account per accedere". Io: “ di già? … Urka !” La sera del 16 ottobre avevo puntualmente la mia password e nome utente (il mio nickname sui forum precedenti) e sono entrato con Mauro… in The Secret Garden… La mattina del 17 Mauro-Rudolf e Max-RFSP erano online e il secondo spediva il primo MP (messaggio personale) che conservo ancora sul sito versione .eu (che è ancora online e perfettamente consultabile) Diceva così: (Lieve è l’ultimo nickname di Mauro prima di transitare a www.nikonland.it nel 2017) Non ci eravamo ancora neppure mai incontrati di persona, erano bastati gli anni precedenti di frequentazione web comune a far decidere a Mauro che io potessi essere il co-fondatore di questo neonato sito. Mi rilassavo scattando foto ai miei bambini con le mie due Nikon D200, che dopo l’amata/odiata D70 erano il mio sicuro porto di arrivo nella galassia Nikon, almeno così credevo. Mauro aveva appena finito di litigare sul forum Nital (definitivamente) a proposito delle carenze strutturali, non supportate da aggiornamenti, della sua costosissima D2x [tic toc... ...tic toc] ...2021 E’ un altrettanto qualunque pomeriggio di metà ottobre e domani Nikonland compie 15 anni, un’età davvero sorprendente, sia per un adolescente, tanto quanto per un sito tecnico/descrittivo come il nostro. Sono davanti alla tastiera come ho continuato a fare per tutto questo tempo, sommando parole e concetti, impressioni positive e negative, esaltazione e delusione, speranza e gioia nel pensare alla quantità di materiale fotografico che è arrivata nelle nostre mani e, passando per le dita, si è trasformata in fotografie, capaci quasi tutte di stimolare sensazioni quasi tattili, sapori, odori: ricordi. Siamo ancora qui: entusiasti come ragazzini, nonostante prossimi ai sessanta anni, età che nei miei ricordi di bambino, quando veniva celebrata per le ricorrenze dei parenti, si traduceva automaticamente nel concetto: Vecchi ! Forse si, siamo invecchiati cercando di trovare ogni giorno l’ispirazione per realizzare immagini memorabili, da tramandare, perché chi le guardasse comprendesse l’amore per i soggetti che vi era racchiuso e la passione per il mezzo espressivo che ha consentito a due bovini delle steppe, come siamo da tempo io e Mauro, di andare avanti cercando di progredire noi, insieme al sito che giornalmente attira migliaia di letture e tanti interventi delle persone che ci hanno accompagnato in questo percorso e che spero si intratterranno ancora perché con Mauro abbiamo intenzione di stabilire ancora qualche record. Cosa è cambiato nel frattempo? Abbiamo talmente insistito nel proporci come riferimento che di certo in Italia lo siamo diventati. Abbiamo stretto delle fondamentali partnership con i principali distributori nazionali sia di Nikon, sia dei marchi che siano, parafrasando il motto sotto la prima insegna, all around F(and Z)-mount e non soltanto quelli. Abbiamo stretto rapporti di amicizia con diversi commercianti di livello nazionale, con i quali siamo nella condizione di ottenere sconti per i nostri sodali, senza neppure la necessità di stringere patti economici, per il puro senso dell’amicizia. Quell’amicizia che ci ha portato in 15 anni a organizzare tante occasioni di incontro fisico, tra Lombardia e Veneto, tradotte in ulteriori contatti ed accrescimento di competenze fotografiche, reciprocamente. Usiamo mirrorless Nikon DX ed FX, perchè siamo convinti che le basi tecniche in possesso di Nikon e la sua tradizionale necessità di prevalenza tecnologica sui competitor, la porteranno nel tempo a prevalere nettamente in un mercato, quello dei produttori di fotocamere ed obiettivi, che sta diventando sempre più selettivo su entrambi gli estremi del mercato. Usiamo le migliori mirrorless Nikon ed i migliori obiettivi nativi per queste, perchè siamo convinti della necessità di interazione assoluta che questo livello di attrezzature ormai richiede. Siamo in attesa della solita Araba Fenice Nikon, che risorga dalle sue ceneri, liberando alla vista di tutti il capolavoro che io e Mauro abbiamo prenotato già da mesi: la Nikon Z9 con i suoi nuovi obiettivi e ci siamo sbarazzati preventivamente di tutto ciò che, eccellente fino ad ieri, da domani dovesse diventare inutile zavorra, difficile da rivendere (speravamo potesse essere l'argomento per la ricorrenza del 15mo compleanno di Nikonland... aspettiamo fiduciosi) Fotografiamo scientemente e critichiamo obiettivamente, senza trascendere e neppure senza montare sopra scalini sui quali soggetti sicuramente con meno esperienza di noi, salgono quotidianamente sui social, alimentati da accordi economici diretti con le case, quindi, a nostro vedere, inobiettivamente. Siamo un gruppo, non siamo soli, siamo una redazione nella quale si sono alternati i soggetti più capaci e disponibili che in questi quindici anni abbiamo reputato essere utili alla continuità del sito, per quando io e Mauro decideremo di essere soddisfatti abbastanza, o per quando…la Vita lo deciderà al posto nostro. Questa foto ci è stata scattata nel 2014 ed è una delle poche insieme, nella quale siamo venuti bene: me l’ha mandata Roby, uno dei Nikonlander più longevi, attivo sul nostro sito. Spero non si arrabbi se l’ho tagliato fuori dall’inquadratura Auguri Nikonland per i tuoi 15 anni portati benissimo…
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  3. D300S su 500/4G+TC14@700mm 1/1250 f8 ISO 400 - 2/4/2011 Racconigi - Quante ore in quei capanni! Ho iniziato a fotografare con Nikon nel 2000, 21 anni fa. Nel 2000 non conoscevo la fotografia ed ancora meno le attrezzature fotografiche allora disponibili. Arrivai per caso a Nikon e quale fu il motivo? Un incidente! Infatti, in uno dei miei primi viaggi, in Norvegia per la precisione, la macchina fotografica che avevo recuperato e portato con me, per qualche bella foto-ricordo, mi cadde e si guastò. Retrospettivamente, fu un’enorme fortuna: questo inconveniente mi diede il motivo per tartassare Guido, un amico convinto Nikonista, ma proveniente da Canon e quindi capace di illustrami quelli che allora erano i punti di forza e debolezza di entrambi i marchi, con mie richieste di informazioni a 360°. Giornate intere di insistenti piogge mi diedero, per una volta, una mano e tornai a casa pieno di voglia di fotografare e con la consapevolezza che Fotografia non è, o almeno non è soltanto, l’istantanea al bel paesaggio fatta nelle vacanze agostane. Appena rientrato, la prima cosa che feci fu acquistare una F80 con il 28-105 ed un pacco di rullini…. Poi un 20… l’80-200, il 300, una F100…. Nel tempo la lista è diventata enormemente lunga. Solo dal 2006, anno in cui ho iniziato a fotografare in digitale e, curiosa coincidenza, anno della fondazione di Nikonland, ho acquistato ed utilizzato estensivamente 11 corpi macchina e 44 obiettivi, con focali da 12 a 600. E molti altri ne ho provati. Questo non solo per turn-over di lenti e macchine nel mio zaino, ma anche perché a me essenzialmente piace fotografare e lo faccio praticando, anche se ad intensità e con dedizione diverse, più generi fotografici - dal paesaggio al wildlife, dalla fotografia di viaggio a quella in studio. Ma, lo sapete, due sono i miei grandi amori: gli animali ed i paesaggi naturali! La tecnologia impiegata nelle nostre Nikon mi appassiona solo nella misura in cui rende questi strumenti così efficaci nel supportarmi mentre realizzo le mie fotografie, quindi non ho nessuna intenzione di scrivere una recensione di lenti e corpi. Questo articolo vuole raccontare le sensazioni e le soggettività che mi hanno accompagnato e fanno parte di me, quando vado a fotografare con le mie Nikon e che provo a recuperare attraverso i ricordi per condividere con voi una piccola selezione di immagini. Non partirò dal citato 2006, ma da un passato più prossimo, per rendere l’articolo “contemporaneo”. D700 su 16-35/4@22mm 1/15s f18 ISO 200 - 10/9/2011 Laghi Avic - Un posto che amo tantissimo, li in autunno il mio cuore si sincronizza con l'universo. Inizio da quella che fu una vera milestone dell’era digitale: l’uscita di D3 e D300 e, poi, D700. Cioè il periodo in cui Nikon, “nell’era moderna”, ha confezionato un sistema digitale, oggi si dice un ecosistema, convincente a tutto tondo perché composto da strumenti allo stato dell’arte – file ben lavorabili anche ad alti ISO, risolvenza delle lenti ed autofocus rapido e preciso, VR - prendendo la guida del mercato in termini di qualità ed efficacia delle soluzioni realizzate. La D3 l’ho solo provata, ero erroneamente convinto di avere sistematico bisogno di chiudere le inquadrature grazie al fattore di crop del DX, ma con D300 e D300S ho realizzato centinaia di migliaia di fotografie e, superate le mie personali resistenze, anche di più con la D700. Di fatto, quei corpi macchina insieme a 16-35/4G, 70-200/4G, 300/2.8G e 500/4G, hanno cementato il mio essere Nikonista. D700 su 500/4G+TC14@700mm 1/640 f5.6 ISO 1600 - 5/6/2011 Islanda - Un viaggio unico, che porterò nel mio cuore per sempre, insieme ai ricordi più sacri. Poi c’è stato un altro momento catartico: i sensori ad alta risoluzione. Come molti ho saltato la D3X: troppo costosa e, per chi fotografava prevalentemente animali come me in quel periodo, anche troppo lenta. Ma poi sono arrivate loro: D800, D800E e D810: una meglio dell’altra. Anzi, una più dell’altra perché la D810 ha evoluto le altre in ogni aspetto significativo, diventando per me una fantastica macchina per Landscapes ed Animalscapes. D810 su 16-35/4@21mm 6" f16 ISO 64 - 22/8/2015 Spagna del nord - Beh, è mare ma anche montagna! D810 su 70-200/4G@82mm 1/250 f4 ISO 90 - 22/6/2015 Finlandia - Il primo viaggio della mia seconda vita. Non ero sicuro di nulla, nemmeno di farcela. Ed in mezzo, la mia prima DSRL 100% professionale: la D4, che mi ha accompagnato nei primi viaggi “seri”. D4 su 500/4G 1/500 f4 ISO 2800 - 24/6/2015 Finlandia - Mi batte ancora il cuore quando ripenso a quanto ho trattenuto il respiro pregando che stesse con noi.... ma un lupo è un lupo per l'ombra! Qui su Nikonland l’abbiamo definita “la familiare”, quasi in accezione negativa rispetto alla D3S e alla D5 che l’hanno preceduta e seguita che, per stare nella metafora automobilistica, definirei due spider pepate. Arriviamo così agli ultimi dispari in ambito DSLR. Nikon come altri ha adottato un ciclo produttivo “Tick-Tock”, che significa che una serie innova e la serie dopo consolida. Per cui dopo la D4 ecco Batman, la D5. Ma fu, ed è, amore totale ed incondizionato. La D5, per me, è stato l’apice, la vetta. Ad anni di distanza, niente veramente più di lei con quella tecnologia di base: La D6 l’ho provata e saltata: da una parte intenso l’amore per la D5 e dall’altra troppo forte il richiamo delle Z. D5 su 50/1.8 1/200 f2.5 ISO 400 - 3/2/2019 Milano - Non è facile stare davanti ad uno sguardo così, pensare a come fotografarlo e... fotografarlo. D5 su 500/4E 1/1600 f4 ISO 3200 - 8/2/2017 Finlandia - La natura ha leggi semplici. Una è che la vita si costruisce sopra alla morte. Ma, grazie al consiglio di un buon amico, ho usato con profitto anche la D500. La sorellina della D5, piccante anche lei, in grado di esserle perfettamente complementare nella fotografia di Wildlife. Una squadra efficacissima, che spero Nikon reiteri in quanto per me il massimo è avere due corpi complementari. D500 su 500/4E+TC14@700 1/800 f7.1 ISO 360 - 13/5/2018 Parco del Ticino - Chiamarla TC15 è riduttivo, ma come moltiplicatore è il migliore mai costruito. E siamo alle Z. Una svolta così importante e fondativa da far coniare a Mauro e Max il nome Zetaland! Io all’epoca ero perplesso: non trovavo quello che avrei voluto. Ma tutte le rivoluzioni conquistano alcuni al primo sguardo ed altri con il tempo: io per le Z sono indubbiamente stato nel secondo gruppo ed ho impiegato un po’ di tempo, nel quale Nikon ha migliorato il SW, per trovare nelle mie Z gli aspetti positivi capaci, come ora, di farmi lasciare spesso a casa le DSRL serie 5. La prima sono le ottiche, di una qualità tale da farmi perdere ogni freno e resistenza al cambiamento: ogni lente Z di serie S che esce supera con ampio margine la lente F che l’ha preceduta, sia per prestazioni che per comodità d’uso. Inutile elencarle: lo hanno fatto tutte. La seconda è un insieme di caratteristiche abilitate dall’enorme salto tecnologico: le informazioni a mirino, la totale assenza di vibrazioni che rende possibile scattare a tempi mai visti anche con i supertele, la silenziosità solo per citarne alcune. Z6 su 500/4E 1/200 f4 ISO 6400 - 27/10/2019 Parco del Ticino - Ma allora è vero che sono così ben mimetizzato che senza Clack non mi vede?!?! E poi l’enorme versatilità di un sensore disponibile a qualsiasi utilizzo. Z6II su 14-24/2.8S@14 20s f2.8 ISO 3200 - 10/7/2021 Nivolet - Passare la notte sotto le stelle, da soli, è come trascorre del tempo davanti ad uno specchio molto speciale. Ma poi c’è il game changer per definizione: la promessa di autofocus intelligente capace di riconoscere nel soggetto viso ed occhi. Promessa che oggi con le Z6II e Z7II, e con declinazioni diverse nelle altre Nikon Z, è mantenuta nella fotografia di persone, di paesaggio e di tipo generalista, ma che attende un corpo dispari capace di portare tutto questo allo stato dell’arte per qualsiasi sfida, anche quelle nelle condizioni selvagge ed impegnative che più mi piace vivere. Z6 su 70-200/2.8E@200 1/125 f2.8 ISO 6400 - 26/5/2019 Milano - Beh, questo è uno scherzo. Le avventure impegnative e selvagge che preferisco sono altre. Ma vi assicuro che davanti ad Arya, la prima volta che usavo una Mirrorless, senza la D5 per evitare tentazioni e con la Z6 che non pilotava il flash.... ho sudato un sacco!!! D3, D5 ed ora Z9. Non so se è voluto, ma questo doppio salto rappresenta perfettamente la distanza che mi aspetto Nikon metta tra la Z professionale e l’apice delle DSRL. Ma c’è una cosa che non ho ancora detto. E cioè perché, nonostante a notevoli successi siano succedute luci ed ombre nella transizione al mirrorless, io sia così chiaramente orientato verso un futuro tutto Nikon? Perché spero così tanto nella Z9? Non sono un fan. Ancora meno un social addicted oppure un influencer che deve stupire chi lo legge ad ogni nuovo post. Amo fotografare, mi voglio concentrare nel fare le mie immagini e non sui bottoni ed i comandi dei miei attrezzi. Le mie dita ed il mio cervello, in anni d’uso, hanno raggiunto una simbiosi con le mie Nikon. I miei occhi quando guardano nel loro mirino si trovano a casa. I miei obiettivi Nikon Z sono assolutamente perfetti, il meglio che io abbia mai usato o che abbia mai visto, in assoluto. Il loro unico difetto è che non ci sono ancora tutti! Le mie Nikon sono state le affidabilissime compagne del mio sfaccettato viaggio e se le mie attuali Nikon Z (Z6 e Z6II), seppur dotate di alcuni vantaggi rispetto alle DSRL serie 5, non sono state ancora capaci di superarle nella fotografia d’azione più esigente, conto che la Z9 risolverà brillantemente il problema. D5 su 80-400/4.5-5.6@320mm 1/1000 f8 ISO 500 - 12/5/2019 British Columbia - D5: Puoi volare, nuotare, camminare o correre. Io lo metto a fuoco dove vuoi tu. Inoltre, sono convinto che l’attrezzatura sia una fondamentale componente nel produrre le nostre immagini ma anche che queste siano ben più influenzate dal fotografo: è più importante chi c’è dietro il mirino che cosa c’è davanti. Non parlo solo di Arte e di capacità del fotografo di immaginare le proprie fotografie, ovviamente fondamentali, ma della componente artigiana, quella costruita nell’uso e negli anni con quelle specifiche attrezzature. E qui il cerchio si chiude perché Nikon è stata capace di conservare la coerenza comportamentale del proprio prodotto attraverso le diverse generazioni. E così, come mi sono trovato subito a casa con i comandi delle prime Z usate, mi aspetto di esserlo anche con la Z9, che ovviamente attendo più evoluta, intelligente e veloce della mia D5. Insomma, il mio non è un semplice colpo di fulmine ma una relazione ventennale costellata di colpi di fulmine, per un’amante che si rinnova ed ogni volta mi sorprende. Nikon, what else? Massimo per Nikonland (C) 16/10/2021 - il nostro quindicennale
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  4. No, non avete capito, non si tratta di quegli sgradevoli problemi gassosi legati alla cattiva digestione o agli spasmi intestinali, no. La GAS, acronimo dall'inglese Gear Acquisition Syndrome - traducibile più o meno come SAC, Sindrome dell'Acquisto Compulsivo ( di Attrezzatura) - è una malattia indipendente dalla corretta o meno alimentazione e che colpisce molti fotografi o sedicenti tali. Questo articolo, non troppo serio, è una riflessione su questo istinto e la confessione di un ex GASista A volte, troppe volte, a tanti prende la smania. Pensiamo, no, "sentiamo", un impulso salire dallo scantinato del nostro cervello : noi vogliamo, ci dobbiamo procurare assolutamente quel tale obiettivo, fotocamera, quel tale accessorio, altrimenti la nostra produzione fotografica subirà un drastico calo di qualità (o, ammettiamolo, un calo di motivazione?). Per carità, non c'è niente di male a comprarsi dell'attrezzatura nuova, anzi restare aggiornati e procurarsi gli strumenti migliori che possiamo permetterci per soddisfare la nostra passione è assolutamente un bene. Non è GAS. La GAS è diversa. Come riconoscerne i sintomi? Il sintomo principale è che si compra un obiettivo/corpo macchina/altro aggeggio, con la convinzione (autoindotta, prima la voglia poi la giustificazione) che è assolutamente indispensabile per fare al meglio quello che vogliamo fare, la verità è che ci si fanno un po' di foto così così (ad essere generosi), con l'alibi che "tanto sono di prova" e poi? Poi il prezioso strumento di cui non si poteva fare a meno, senza il quale l'arte non poteva esprimersi, va a finire da qualche parte, la produzione artistica rallenta (se mai è partita) e tutto tace, no, al contrario, parla e scrive tantissimo sui forum di quanto sia buono questo o quello, e se va bene si mostrano per lo più gatti, cani, neonati, canarini, antenne paraboliche, per valutare aberrazioni di ogni genere, fino a che l'astinenza si fa sentire ed eccoci a nutrire il nostro spacciatore fotografico preferito, a procurarci l'ultimo grido con cui si fotograferanno gli stessi cani, gatti ed antenne paraboliche (i neonati anche, non hanno fatto in tempo a crescere, mentre i canarini li ha mangiati il gatto) per prova, poi chi lo sa. Ma perchè ha preso un 70-300 Tamron? Ehmm Dottore, perchè permetteva un rapporto di riproduzione maggiore del Nikon, ed era molto economico. Ma guardi questo crop 100% non mi dica che non sapeva che la qualità non era paragonabile? Beh dottore, lo sapeva anche il gatto (sigh). Ma quante foto ci ha fatto con questo obiettivo prima di darlo via? Scusi dottore, mi stanno chiamando al cellulare... Se per caso si va a fotografare davvero, può anche essere che ci si porti l'attrezzatura vecchia, perchè l'altra la stiamo ancora studiando. Esiste una cura? Ci sono casi incurabili, quelli che hanno bisogno dell'emozione dell'acquisto più ancora che dell'oggetto stesso, al pari dei giocatori, lì ahimè non c'è niente da fare. Per gli altri, ci vuole un po' di buona volontà ma sì, è una malattia curabile. Ecco la ricetta: Il primo ingrediente della medicina è un esame su se stessi: Qual'è il genere fotografico che preferisco? Oltre a preferirlo nella mente, fotografo davvero, sto continuando a fotografare? Se la risposta è no... allora forse è il caso di mettersi a riflettere se non sia meglio prima chiarisi le idee su cosa si vuole fare e dopo valutare gli acquisti in modo che non siano a casaccio e soprattutto senza fine. Se ci viene voglia di qualcosa solo perchè è nuovo, magari accattivante, ma non ci serve realmente, beh, è un problema di GAS. Lei si è comprato un corredo Fuji, perché? Mah dottore, in quel momento mi sembrava la cosa giusta da fare e poi le Fuji X sono tanto carine... Ma le ha rivendute in fretta, per tornare a Nikon, come mai? Scusi dottore, ma devo andare, mi sono ricordato di un impegno urgente... Nel caso invece si abbiano le idee piuttosto chiare e sì, si stia ancora fotografando, allora si può passare al secondo ingrediente: Valutare se quel mirabolante attrezzo di cui ci ha preso il desiderio è coerente con quello che ci va di fotografare, se è davvero utile o invece eccessivo per qualche motivo, peso, ingombro chi lo sa. Tornando seri per un momento, un acquisto extra Nikon di cui non sono pentito è la SIGMA Sd4 H. Nella sua sia pur ristretta comfort zone, è una gran macchina (e la uso davvero). Altro passo fondamentale, è chiedersi se davvero l'oggetto del desiderio ci può portare a fare foto migliori o se invece il problema maggiore sono i nostri limiti, piuttosto che quelli dell'attrezzatura e perciò faremmo meglio ad investire su noi stessi in termini di tempo e studio, anzichè investire denaro in oggetti di per sè ottimi, ma che non riusciremmo a sfruttare per quel che potrebbero rendere se fossero in mani più capaci. Ho arricchito il mio corredo del nuovo corpo macchina e dei nuovissimi obiettivi, ma le mie foto non sono per niente migliori di quelle che facevo prima... mmm... cosa vorrà dire? Ma certo! Che devo comprare altra attrezzatura! Piuttosto, sarebbe meglio investire in studio ed esperienza... (Da Phoblographer) Se questa strada sembra troppo difficile, volendo, c'è la soluzione alternativa, completamente opposta: riconoscere la cronicità della malattia, reagire con un'alzatina di spalle, e senza farsi troppi problemi comprarsi quello che ci pare sapendo che saranno i soliti gatti, cani neonati, nonni e parabole TV "preliminari" e che ad essere sinceri il nostro divertimento sta lì più che nel fare fotografie (e un po' sta anche nelle discussioni infinite online sulle attrezzature, il purple fringing, il focus breathing il cuscinetto, il barilotto...)! Attenti però, non dobbiamo essere puritani/integralisti/manichei tutto bianco o nero. Togliersi uno sfizio un volta tanto, per vezzo o curiosità, voglia di provare, non è un male, lo si fa tutti e non per questo si soffre di GAS, specie se soprattutto si fotografa. E' quando la bilancia pende pesantemente dalla parte dell'acquisto che verso l'uso effettivo degli oggetti acquistati che bisogna cominciare a preoccuparsi.
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  5. Gli ultimi anni sono stati caratterizzati dal dirompente ingresso sul mercato delle mirrorless ed il quindicennale di Nikonland cade in un momento di transizione del mercato, con Nikon impegnata nella realizzazione delle mirrorless Z che, a tutto campo, stanno conquistando i fotografi con le loro caratteristiche innovative e le straordinarie prestazioni delle nuove lenti. Nikonland è assolutamente convinta che le reflex siano ormai superate, sostanzialmente in ogni genere fotografico. Scopo di quest’articolo è quindi fare il punto nell’ambito della fotografia di natura, genere che somma landscape – in tutte le sue declinazioni come seascape, starscape, nightscape - e wildlife, quest’ultimo particolarmente sfidante per le mirrorless, attraverso l’esame delle caratteristiche innovative del nuovo sistema. Z6 su 20/1.8S 15" f2 ISO 1600 Assenza di vibrazioni e silenziosità. Manca lo specchio, una cosa ovvia, banale ed evidente. Ma quanto è significativa e grande la ricaduta nell’uso pratico di questa caratteristica è una cosa da provare perché significa due cose fondamentali. Grazie allo scatto elettronico non produce nessun rumore pur conservando sostanzialmente tutte le funzionalità. Questo punto è da solo già determinante perché consente al fotografo naturalista impegnato, quello cioè che cerca i propri soggetti nella natura ed al di fuori di qualsiasi situazione controllata, di non essere percepito attraverso il rumore. Certo, le fotografie con il soggetto che guarda in camera hanno un look molto intimo e personale, ma l’obiettivo del fotografo naturalista è più spesso ritrarre il soggetto intento alle sue attività e, per farlo, sviluppa e sfrutta capacità di avvicinamento, appostamento e mimetismo. Ma sul più bello, con la reflex succede che… CLACK! al primo scatto il soggetto individua il fotografo o al minimo che c’è qualcosa che non va ed interrompe le sue attività. Fa un mondo di differenza, invece, poter scattare quanto si vuole ed in raffica alla massima velocità senza essere sentiti. Z6 su 500/4E 1/160 f4 ISO 7200 Non produce nessuna vibrazione. Per decenni la pratica standard del fotografo impegnato è stata usare sistematicamente il treppiede, il più grande e stabile possibile e con sopra una testa bella grossa, oltre a, nel caso della fotografia di paesaggio, scatto remoto ed alzo dello specchio. Ancora oggi il treppiede è l’attrezzo che più di altri “fa pro”. Superato, non serve più. La vibrazione da annullare arrivava dallo specchio e nelle Z l’IBIS, la riduzione delle vibrazioni sul sensore, fa il resto. Con una mirrorless è possibile ottenere scatti perfettamente privi di micromosso a tempi impossibili per una reflex anche con il setup più stabile. È possibile ottenere immagini prive di micromosso a mano libera ad 1/20 di secondo con il 500mm. Personalmente, ormai, uso il treppiede solo se mi servono tempi realmente lunghi nella fotografia in notturna o per ottenere effetti fotografici particolari sull’acqua o le nuvole. O in caso di sessioni di scatto in appostamento prolungato per sostenere il peso dell’attrezzatura o contribuire al mimetismo, drappeggiando la rete mimetica sopra il tele ed il treppiede. Ma non lo uso più in tutti gli altri casi e, comunque, uso mediamente sostegni molto più agili e leggeri non dovendo più smorzare le vibrazioni. Z6 su 500/4E 1/40 f4 ISO 3600 - A mano libera! Le attuali Z impiegano ancora i sensori di vecchia generazione, con una ridotta velocità di lettura, quindi lo scatto elettronico può produrre l’effetto distorsivo dato dal rolling shutter, ma nella fotografia di paesaggio e nella fotografia di animali è un problema più teorico che pratico, considerate le velocità relative in gioco. Per questo e nonostante i limiti sull’autofocus che vedremo più avanti, personalmente già oggi nel wildlife di animali dotati anche della minima timidezza, la maggior parte in Italia, io preferisco la Z6II alla D5. Mirino Elettronico. Niente specchio significa mirino elettronico, in pratica un minuscolo monitor. Tre aspetti fondamentali. WYSIWYG - What You See Is What You Get – Cioè il mirino riproduce esattamente quello che il sensore sta catturando. Un fotografo esperto sa pre-visualizzare nella mente le proprie immagini. Ma a volte sbaglia, o meglio poteva sbagliare: ora non più. E questo riferisce ovviamente non solo alla composizione ma alle altre caratteristiche dell’immagine, come l’esposizione ed il modo esatto in cui la luce viene catturata dal sensore e “cade sull’immagine”, in base alla gamma dinamica effettivamente disponibile per gli ISO selezionati ed in rapporto al contrasto della scena. Z6 su 24-70/4S@39mm 1/80 f8 ISO 100 Possibilità di rivedere a mirino le fotografie fatte esattamente come nel monitor. Anzi, in taluni casi molto meglio: per chi li porta, non c’è più il problema con gli occhiali nel passaggio dal mirino al monitor. Non c’è più il problema della luce forte sullo schermo. Ma soprattutto, per chi è appostato e cerca di non farsi vedere, non occorre muoversi per rivedere le foto scattate nel monitor ma lo si può fare nel mirino. Informazioni aggiuntive, come una bella implementazione della livella elettronica e l’istogramma in real time, oltre ad infinite possibilità di personalizzazione. L’EVF delle attuali Z ha un’ottima qualità di visione, che non fa rimpiangere il mirino ottico, ma è superato dalle migliori realizzazioni del mercato sulle immagini in rapido movimento e nel blackout durante le raffiche, che ostacolano una accurata composizione di soggetti in rapido movimento. Il problema, però, più che dovuto alla tecnologia del mirino deriva dal sensore. La nuova generazione di sensori lo risolverà, ne parleremo più avanti. Lenti straordinarie. Non sembra un merito diretto delle Mirrorless, ma lo è perché non si tratta semplicemente di progetti ottici aggiornati. Ma di progetti che sono stati resi possibili dal bocchettone delle nostre Z, contemporaneamente il più grande del mercato e quello con la minor distanza del sensore. Z6II su 14-24/2.8S@18mm 0.5s f11 ISO 100 Sono fantastiche, niente di meno, praticamente tutte, ovviamente ciascuna in rapporto alla propria categoria. La terna di zoom f2.8 professionali è la migliore di sempre, non solo per Nikon ma anche per il mercato. Personalmente sono innamorato del 14-24/2.8S, il 24-70/4S ha ridefinito il concetto di zoom kit, il 105/2.8S MC ha una qualità di immagine che ha ripristinato la distanza tra i fissi e gli zoom. I fissi f1.8 sono uno meglio dell’altro. La lista sarebbe troppo lunga e rinuncio qui a proseguirla. Ma già da sole le nuove lenti secondo me sarebbero motivazione sufficiente a passare al mondo Z, indipendentemente dal fatto che si provenga dal mondo Nikon F o da altri produttori del mercato. Il difetto più grande? Personalmente credo solo che ne vorrei di più! Ma Nikon sta lavorando sodo ed a breve avremo un catalogo completo di tutte le lenti fondamentali. Da lì in avanti si passerà ai fuochi artificiali…. Autofocus. Iniziamo dalle caratteristiche positive già disponibili. La messa a fuoco è sempre perfetta in quanto fatta direttamente sul sensore, cosa che significa che non occorre più inseguire e correggere la taratura di lenti e moltiplicatori. Nel tempo, come molti utilizzatori di supertele luminosi, sono diventato piuttosto abile a tarare l’AF delle reflex, ma questo testimonia unicamente di quanto fosse importante e, quindi, quanto tempo abbiamo dovuto dedicare ad imparare ed eseguire un’operazione che ora è del tutto inutile. Ad esempio, la mancanza di perfetta taratura out-of-the-box dei TC su certe lenti è la causa principale della loro cattiva reputazione. Infatti, nonostante il tempo trascorso, ricordo perfettamente quanto sudai per tarare la D4 sul 500/4G con il TC14II, una combinazione notoriamente critica. Era attrezzatura professionale ed una lente fissa, chi ha provato a tarare zoom più “amatoriali” saprà di sicuro di cosa parlo. La copertura autofocus del campo inquadrato è completa, cosa che consente di abbandonare del tutto la necessità di focheggiare e ricomporre indipendentemente da quanto sia decentrato il punto su cui si vuole mettere a fuoco o quanto perifericamente si muova questo punto. Purtroppo, le nostre Z rispetto alle più recenti realizzazioni della migliore concorrenza hanno ancora due punti deboli nel caso di fotografia wildlife. • Il riconoscimento di viso ed occhio, che è stato assolutamente un game changer nella fotografia di persone ma non è ancora adeguatamente implementato per la fotografia di animali. • Il tracking dinamico e l’autofocus continuo non sono sufficienti a garantire il risultato nella fotografia d’azione, e sono piuttosto lontani dall’affidabilità delle migliori reflex. D500 su 500/4E 1/2000 f5.6 ISO 400 Per cui, al momento, per immagini come queste resta più sicuro usare una reflex serie 5. Comune a tutte le ML, non solo quelle di Nikon, c’è poi una certa tendenza a preferire lo sfondo rispetto al soggetto, in particolare se questo è più contrastato e luminoso, cosa comune ad esempio fotografando ungulati. È per questi limiti che l’autofocus non è ancora in cima alla lista dei motivi per cui, oggi, le ML sono preferibili alle DSRL nella fotografia wildlife. Ma è solo questione di tempo, lo vedremo più avanti. Schermo orientabile. Il punto di ripresa cambia drasticamente la prospettiva e la resa estetica ed artistica delle nostre immagini e lo schermo orientabile consente di posizionare la macchina in posizioni che sarebbero impensabili dovendo comporre guardando il mirino. Certo, per le macchine prive di questa caratteristica ci sono dei palliativi, come il mirino angolare. Ma io l’ho usato ed è solo un costoso ed arcaico periscopio. Lo schermo orientabile, invece, insieme alla possibilità di lavorare estensivamente a mano libera è di una notevole comodità sulle attuali Z e, per questo, sono assolutamente contento che la nuova Z9, prima professionale, lo abbia. La Z9, l’elefante nella stanza. Siamo alla Z9, l’elefante nella stanza. O almeno quello che Nikonland vorrebbe che fosse ed è convinta che sarà, per quanto catturerà l’attenzione di ogni fotografo che usi Nikon e dell’intero mercato. Il motivo è semplice, in Nikonland ci aspettiamo che superi tutti i punti deboli delle attuali Z. Niente di meno. Riteniamo che lo farà grazie ad una componentistica e costruzione da ammiraglia, spesso ci si dimentica che Z6 e Z7 non lo sono, ed agli anni di esperienza nel SW che le attuali Z hanno consentito. Ma soprattutto al nuovo sensore che, per effetto della sua tecnologia e velocità di lettura, porterà la Z9 prima e poi le future Z a superare, a tutto tondo ed anche nelle situazioni più dinamiche e sfidanti, le più veloci reflex mai prodotte. Massimo per Nikonland (C) 16/10/2021 - il nostro quindicennale
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  6. Alcuni oggetti esprimono l'essenza dell'arte. L'arte è fatta di dettagli: composizione, colori, sensibilità, storie da raccontare, proprio come il mio lavoro. Viviamo in un momento dove abbiamo tutto, veramente tutto... Da sempre sento dire che viviamo in un presente "povero", che abbiamo davanti a noi un futuro incerto. Ho sempre sentito quel peso del passato, un peso che spesso è molto ingombrante e vedo sempre di più che le generazioni si confrontano elogiando un passato glorioso che ormai non lascia più spazio ad altro... Secondo me invece le cose dovrebbero andare in modo completamente diverso, il passato ci deve insegnare, il passato ci deve dare supporto, deve animarci ad agire nel presente. All'Improvviso arriva Nikon Z fc da un passato glorioso con una estetica incredibile almeno per me che non ho un legame "storico" con la fotografia ma vederla per la prima volta mi ha dato la stessa sensazione di quando ho visto (sempre per la prima volta) il duomo di Firenze. C'è qualcosa che non si spiega , ma si percepisce ed è proprio per questo motivo che ho dedicato un video dove cerco di trasmettere il fascino e tutto il potenziale di questo corpo macchina che secondo me rappresenta un binomio perfetto tra stile e tecnica. Qui abbiamo tutto, veramente tutto. Lolivito (C) per Nikonland 2021 Auguri per il Quindicesimo Anniversario...!!!
    8 punti
  7. 😂😂😂😂 Mica mi fai paura, io pago sempre i miei debiti e con Nikonland in generale, e la redazione in particolare, più che un debito da pagare è una questione di vasi comunicanti, di reciproca collaborazione ed accrescimento. Non è un caso che diverse delle foto che ho scelto esistano proprio grazie a Nikonland. I ritratti è ovvio, in entrambi i casi ad aiutarmi c’era Ross e nel primo anche Mauro, ma anche i miei primi passi con le Z sono avvenuti da scettico, grazie agli “spintoni” tuoi e di Max.
    3 punti
  8. Se capite il senso di ciò che ho scritto i complimenti li dovete fare al sito e non a chi lo ha vezzeggiato e curato in questi quindici anni. Magari all'ombra di una tastiera. Max Aquila è un fotografo indipendentemente da Nikonland. Nikonland è la fotografia che io, Max Aquila, ho scattato ininterrottamente per questi quindici anni. Prima in mente e poi per iscritto
    3 punti
  9. A me è piaciuto così tanto il contributo finale di Massimo nel libro del 15° che ho voluto incorniciarlo mentre lo editavo. E voglio per questo riportarlo qui in coda al suo editoriale : attento che io e Nikonland saremo come una cambiale all'incasso ...
    3 punti
  10. Lolivito è un testimonial Nital per il video
    2 punti
  11. Abbiamo il piacere di ricevere gli auguri per il nostro Anniversario anche da Leonardo E. Olivito, vlogger di tendenza, di origine argentina, ma trapiantato in Toscana, anche lavorativamente, col quale abbiamo già fatto le presentazioni l'anno scorso Complimenti da Nikonland per l'efficacia del tuo messaggio in questa clip sulla fortunata Nikon Zfc Hai perfettamente compreso il senso di Nikon per la fotografia...e viceversa. Grazie della partecipazione alla fiesta !!!
    2 punti
  12. Foto incredibili, Massimo. Poi, da pigro quale sono, ho sempre ammirato i fotonaturalisti che prendon su e vanno ad appostarsi al freddo e lontano da casa per catturare gli animali nel loro habitat. Se poi i risultati sono questi... Al di là delle foto, la passione e l'entusiasmo per Nikon sono tangibili e contagiosi
    2 punti
  13. Alcune foto di Albanelle minori che cacciano in Val d'Orcia, mese di Agosto....tutte dalla macchina le prime due D500+Nikon 500mmm f5,6 PF la prossima D500+ Sigma 500mm f4+Sigma TC1,4
    1 punto
  14. 15 anni e speriamo in una durata lunghissima per Nikonland sito di fotografi per i fotografi.ben strutturato,competente e per i nikonisti vecchi e nuovi,analogici e digitali.ogni settimana scorrendo tra i vari articoli e blog c'è sempre da apprendere qualcosa di nuovo,e gli articoli tecnici scritti di prima mano da chi veramente usa questo o quello, son ottimi.continuate così.bravi.
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  15. Nikon e Nital dovrebbero valorizzare di più il lavoro di Nikonland che ė decisamente meglio della comunicazione ufficiale. Ottimo lavoro
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  16. Massimo, quando saper vedere, passione ed esperienza "sudata" si ritrovano insieme, quello che ne esce è arte. La tua è arte.
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  17. Ecco, non tocchiamo il tasto modellini, che dopo 42 libri di Horus Heresy è dura non cedere ai modelli ForgeWorld dei personaggi dei libri. Mi trattengo solo perché non sarò mai in grado di dipingerli come si deve (per ora)
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  18. Le parole con cui Max ha ricordato quei giorni e come li ha messi in prospettiva ... di oggi, sono appassionanti. Io purtroppo tendo a dimenticare molto le sensazioni del passato, le archivio in un deposito dove accumulo - come mio solito - troppa roba per poterla apprezzare : perché, incontentabile, sono sempre nell'attesa che il prossimo sarà l'evento più importante. E' (anche) per questo che (molto egoisticamente) ho fortemente voluto accentuare questa celebrazione. Perché ne restino segni online, di questa levatura, ovviamente.
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  19. Pure. E non solo colori (Vallejo, AK, Mig) ma soprattutto modellini, non riesco a fermarmi. Ma a mia discolpa, sto accumulandoli per la pensione Il materiale fotografico invece lo compro solo se lo devo usare, tanto e intensivamente.
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  20. Bravi ad entrambi, siete un punto di riferimento insieme a tutti gli amici Nikonlander per mantenere viva la passione per la fotografia e per il nostro marchio,
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  21. Beh, che dire non fa una piega!! Da leggere e rileggere....e il conto in banca ringrazierà!!!!!
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  22. Anch'io ho cominciato nel 2000 la mia avventura nella fotografia digitale, ed anch'io con una Nikon! Mi sento di condividere quasi tutto quello che hai scritto, a partire dalla passione per la fotografia prima ancora che per gli strumenti con i quali praticarla. Ma pure io dopo aver avuto la prima reflex, la D300, non ho saputo utilizzare con la stessa disinvoltura altre macchine, e solo con una Nikon in mano sento di poter ottenere quello che cerco quando metto l'occhio dentro al mirino. Complimenti.
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  23. Nikoland è stata la mia svolta...Ho imparato molto e sono sicuro imparerò ancora da VOI e da tutti quelli che ci scriveranno..... Mi dispiace invece di poter dare poco..... GRAZIE INFINITE
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  24. Sto balcone vi ha segnato 😂😂
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  25. Ci mancherebbe...
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  26. SOL & PAT Musiche di Zbinden, Ravel, Kodaly Patrizia Kopatchinskaja, violino, Sol Gabetta, violoncello Alpha 8/10/2021, HD, via Qobuz *** Due pazze che si conoscono bene, da oltre 20 anni ed hanno una intesa assoluta. Avete presente il disco di Sol Gabetta con Helene Grimaud che mi aveva lasciato piuttosto freddo ? Ecco, qui siamo all'opposto. Secondo me Sol non ci azzecca niente con Helene e le ha messe insieme il marketing, mentre con Patrizia o si va d'accordo o si va d'accordo. Non è tutta musica che io digerisco facilmente ma, santo cielo, che spettacolo. Note originali : "Nonostante il suo semplice titolo, Sol & Pat è un album più interessante di quanto possa apparire. Dietro il nome di questo duo, che ricorda i music-hall degli anni '40/'50, si nascondono due grandi interpreti, la violinista Patricia Kopatchinskaja e la violoncellista Sol Gabetta, impegnate in un recital di opere del XX e XXI secolo, nel segno di due eminenti artisti “barocchi”, Jean-Marie Leclair e Johann Sebastian Bach. Oltre ai due compositori, è un puro piacere scoprire opere per violino e violoncello di Jörg Widmann, Francisco Coll e Marcin Markowicz. La Fête au village del compositore svizzero Julien-François Zbinden - morto alla veneranda età di 103 anni l'8 Marzo 2021 - ci introduce nella campagna del cantone di Vaud, dove il vino bianco di quella regione sembra aver fatto girare la testa alle nostre due interpreti, prima che Xenakis e Ligeti ci portino verso orizzonti più lontani. Il piatto forte - o dovremmo dire la portata principale - di questo menù così ricco di colore, è composto da quei due capolavori acidi e tormentati composti per questa rara formazione di archi, che sono la Sonata in la minore per violino e violoncello di Ravel e il Duo per violino e violoncello in re minore, op. 7 di Zoltán Kodály. Se Ravel sembra quasi voler dimostrare di non essere un compositore classico, tra un'armonia tonale spinta ai suoi limiti estremi e splendidi accenni di jazz, Kodály sperimenta nuove timbriche, ispirandosi alla tecnica e all'espressione della musica popolare che ha ricercato nelle campagne di Ungheria e Romania. Sol & Pat è, fondamentalmente, la storia di un'amicizia tra due musiciste piena di umorismo e freschezza, e al contempo è la testimonianza vivente di due concerti tenuti in Svizzera, a Saanen e Zweisimmen, nel 2014 e nel 2018, nell'ambito del Gstaad Festival."
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  27. "Dio creò il gatto perchè l'uomo potesse accarezzare la tigre" (J. Mery), non è vero, ma ha lo stesso un suo perchè
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  28. Seeee ... guarda che è capitato a Shannon con un ghepardo mentre giravano :
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  29. 1 punto
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