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Mostra il contenuto con la massima reputazione di 08/09/2021 in tutte le aree

  1. Ecco finalmente quello che nelle intenzioni di Nikon e nelle aspettative (devo dire soddisfatte) degli utenti, veniva classificato nelle conversazioni da forum come "pancake" ossia appartenente a quella stirpe di obiettivi che nascono minuscoli di dimensioni, in profondità sopratutto, per rendere la fotocamera cui abbinarli, quanto più maneggevole e tascabile possibile. Nella realtà dei fatti, il Nikon Z Nikkor 28mm f/2,8 SE (dove SE non sta per Serie E come i vecchi suoi antenati della fine anni '70) è un grandangolare "compatto" da 7,2x4,3cm e, sopratutto, 155 grammi di peso, che se non ne fanno il Nikkor più sottile e piccolo della storia, credo che invece per il peso sia realmente un record. 9 lenti in 8 gruppi e due elementi asferici: Aria di famiglia con i suoi antenati Ai ed Ai-S, ossia gli obiettivi Nikkor del periodo 1977-1985, ante periodo AF successivo: in fondo un brevissimo periodo di produzione in termini di tempo (prima del '77 l'estetica dei nonAi era differente, così come per i successivi AF), caratterizzato da questa estetica "diamond ridged" delle ghiere di messa a fuoco e del diaframma, probabilmente la più funzionale di tutti i tempi, in termini di presa, in un periodo nel quale mettere a fuoco con precisione era buona parte del lavoro, oltre quello della composizione. Eccolo quindi in buona compagnia, insieme ai suoi nonni e trisavoli di quel periodo, delle focali più disparate e, per me, rappresentative. Aria di famiglia, che è ciò che Nikon ha voluto alimentare con questo obiettivo dedicato alla Z fc, per buona pace di chi si scomoda a parlare di imitazioni con i modelli di quel passato: in realtà Nikon non ha mai copiato nella sua Storia, ma sempre e solamente innovato, sempre nel solco della sua tradizione, secondo il principio più volte riportato nei miei scritti, del ossia del miglioramento continuo nella vita personale, privata, sociale, professionale, nel segno della continuità col proprio passato... Spiegatelo a chi, dentro Nikon stessa di oggi, continua a cercare somiglianze tra la Zfc con questo 28/2,8 e le vecchie FM-FE con le loro successive migliorie. Solo aria di famiglia, quindi, per questo bell'esercizio tecnologico, che cambia la veste di una Nikon Z50 non abbastanza amata, con la veste simile a quella dei parenti "amarcord" della famiglia Nikon. Ma la somiglianza che suscita questa nuova mirrorless con questo obiettivo, si ferma qui: tutto il resto è modernità e dinamismo digitale. 150 grammi di peso, si possono ottenere solo abbondando in plastica, molto più che in qualsiasi altra realizzazione Nikon, davanti dietro ed in mezzo, lasciando solo l'idea del metallo alla zigrinatura di presa per il montaggio dell'ottica sulle fotocamere Z, che biancheggia al centro del barilotto, ma è...in plastica anch'essa. Ovviamente munito unicamente di ghiera di messa a fuoco manuale, trasformabile via menù (sezione f2) in ghiera di variazione del diaframma ....(per ora non funziona la possibilità di variare la compensazione dell'esposizione, pure disponibile in impostazione f2, problema che forse verrà risolto da un futuro aggiornamento fw). Oggi il peso di un 28/2,8 non scende mai sotto i 200 grammi (il vecchio e molto più piccolo AFD ne pesava 205), il "plasticone" AFS f/1,8G (lungo però il doppio) ne pesa 330. Solo il mini 16-50DX (lui davvero pancake) pesa meno di questo 28mm, ma perlappunto è un obiettivo DX e non un FX come questo Nikon SE che alla fine della fiera...ha solo un lontano parente proprio nel bruttissimo e altrettanto plasticoso 28/2,8 Serie E del 1979 che pesava esattamente uguale! In effetti quindi, più che pancake un obiettivo compatto (proprio come sarà anche il prossimo 40/2) come si può ben vedere a confronto con veri campioni per dimensioni della famiglia AiS di quarant'anni fa: qui a confronto con un 50/1,8 (lui si pancake) ed un ben più luminoso, 24mm f/2 Dove questo 28mm vintage non vede concorrenti di nessuna epoca e marca è invece per una caratteristica ben serigrafata sul barilotto, vale a dire una distanza minima di messa a fuoco di soli 19cm, autentico primato questo, scorrendo le caratteristiche tecniche degli altri wide di questa stessa focale E proprio per questa caratteristica ho fatto i primi scatti con questa ottica, restando a minima distanza di messa a fuoco dal soggetto, a tutta apertura e poi a tutta chiusura (f/16) cercando di avvicinare i due soggetti ritratti per ottenere una pdc utile a tenerli entrambi nitidi... Si ragazzi, qua però stiamo parlando di un leggero wide come un 28mm con le ali tarpate dal formato DX della fotocamera di destinazione !!! Nikon, non sarebbe stato più coerente di far uscire per primo il 40mm f/2 stessa serie, per ottenere un 60mm-eq sulla bella Ztc invece di questi detestabile nè carne nè pesce 42mm-eq, ciò che appunto un 28mm produce sul formato dx? Dobbiamo fare di necessità virtù e quindi, le caratteristiche globali di questo obiettivo, saranno poi meglio messe alla prova su una Z FX, per vedere come questo economico obiettivo renda ai bordi immagine, qui asportati dal sensore piccolo della Ztc. La cosa strana è che i piedi, guidati dal cervello, mi fanno posizionare da dove scatterei la foto con un vero angolo di campo da 74°, come se la fotocamera fosse FX: invariabilmente devo quindi retrocedere...ed anche di tanto, per ritrovare il soggetto tutto intero in inquadratura. Il risultato che ne deriva è purtroppo una ben visibile curvatura del campo inquadrato: quella di un 28mm appunto, senza gli estremi, nello spazio di un 40-45mm che per sua geometria, sarebbe di certo molto più plano. Pazienza: stiamo solamente valutando qui di seguito, la resa cromatica, il contrasto e la tenuta ai riflessi di questo obiettivo, che mi pare comportarsi bene in tutti i sensi. Ovviamente la stessa inquadratura, ma in verticale,contribuisce ad evidenziare la curvatura del wide che, per quanto leggera, non ci aspetteremmo in una focale equivalente standard. cosa che ci agevola invece con i soggetti che della curvilineità si...nutrono Questo scatto, sovraesposto audacemente per evidenziare forme e disegni, non perde brio nei colori che restano ben saturi anche in condizioni di luminosità precarie, in ombra totale, a dimostrazione dell'ottima qualità dell'abbinamento lente/sensore. Ancora in ombra e ciononostante carico di informazioni, tanto quanto in luce diretta a mio giudizio una resa un pò pastellata ma proprio per questo piacevole, non per forza carica di saturazione e contrasto, pur con una sorgente luminosa così...decisa. La texture è proprio quella che ci si augura in un obiettivo da architetture come un 28mm (in FX), sia in luce sia in ombra chiusa la profondità di campo, anche a diaframmi medi, come f/8, non mi pare poi enorme, nonostante peraltro il formato inferiore che dovrebbe agevolare anche qui di 1,5x e chiudendo ad f/11 ne abbiamo la riprova grazie a Giacomo Leopardi il cui sfondo, a quel diaframma ed in formato dx, ci saremmo di certo aspettati un pò più nitido Alla fine, neppure troppo distante dalla stessa valutazione, condotta però a tutta apertura: il cui crop rivela una progressione non dissimile alla precedente, pur considerando l'enorme variazione di apertura Bellissima la resa dei bianchi estremi sotto la luce diretta... variabile...variando cellula esposimetrica, come è possibile fare sempre, ma ogni tanto ...in molti se lo dimenticano... anche nelle ombre miste a luci... e, come sempre nelle mie prove su strada, ombra rischiarata da lampi talmente brevi da lavorare il più delle volte in diurna in HSS , con risultati molto differenti nelle resa globale, sempre molto accettabili, a mio modesto avviso. Un obiettivo leggero ed economico, facile da usare, specie potendosi avvicinare tantissimo al soggetto, dotato di caratteristiche cromatiche in linea con la qualità delle ottiche del sistema Z, ossia molto più alte del precedente standard, espressivo in termine di elevati contrasti luminosi, senza perdere nè nelle luci, tantomeno nelle ombre pur forzando appositamente l'esposizione. Capace di molto più che questo, che scopriremo mettendogli dietro il sensore che si merita, in altro test, lasciando in questo immutata l'aria di famiglia delle vecchie foto seppiate, che Nikon ha voluto infondere a questo ensamble di Nikon Z fc con Z Nikkor 28/2,8 SE Max Aquila photo (C) per Nikonland 2021
    2 punti
  2. Però, al di là della sfiga per cui il TTA me lo tengo in manuale (e va bene così), stavolta i compiti li ho fatti bene e senza fretta vero?
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  3. ullallà: avevo riscontrato qualche difficoltà di messa a fuoco che ritenevo collegata alla lunga escursione dell'elicoide di maf. Ma addirittura negarne il funzionamento... Chiediamo a Mauro che ha entrambi (Megadap e 50TT)...
    1 punto
  4. Potrebbe, in teoria ma andando incontro a possibili banding (strisce orizzontali di differente esposizione, corrispondenti alla lettura delle parti del rolling shutter come descritto nell'articolo) di tipo casuale. Fenomeno che non è riscontrabile nella pratica - per fortuna - visto che Nikon disabilita automaticamente il contatto flash quando si seleziona lo scatto silenzioso. Della Z9 ancora non sappiamo nulla. Sappiamo che la Sony a1 sincronizza in FP fino ad 1/32000'' in otturatore elettronico - se non ho capito male dalla lunga sequenza di caveat a pié di pagina delle specifiche Sony. Della Canon EOS R3 sapremo il 14/9.
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  5. Mah...io con il 16-50 mi ci trovo molto meglio: non so se si sia compreso. Questo 28mm figura bene con una Z FX per le sue qualità: lo metteremo alla prova anche in termini di vignettatura e distorsione, cose che in DX certamente vengono corrette dal formato. Il 16-50 pesa 135 grammi: è lui il vero pancake Z
    1 punto
  6. Riesumo questa discussione per dire che, alla fine, mi sono dotato del nuovo monitor: un Eizo 2740 (4k 27"). Al primo contatto è un gran bel monitor, a 360°: colori, rivestimento antiriflesso, risoluzione. CONSIGLIATISSIMO!!!!!
    1 punto
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