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Mostra il contenuto con la massima reputazione di 23/08/2021 in Commenti blog

  1. Ha ecco, non avevo capito.. allora all'epoca non leggevo certo i giornali.. per i carabinieri che avevano indagato su di me, non scherzo.. è vero, ma lo venni a sapere tempo dopo.. io ero una persona tranquilla orientato verso il socialismo, comunque ero curioso di vedere come vivevano da quelle parti, pensavo ci fosse del bello e del buono.. pensavo.. ( poi mi sono chiesto con quale testa ) e allora ci andai, gli amici mi davano del matto, erano a Jesolo ad aspettarmi.. se tornavo; le persone che mi ospitavano gentilissime, ma capii dopo con un secondo fine, avevano due figli, un maschio e una femmina, la ragazza non lo nascondo era carina davvero, e loro facevano di tutto per lasciarci soli.. ma capita l'antifona mi guardavo bene.. lei come lavoro controllava dei negozi di frutta e verdura, controllava i registri di carico e scarico, solo che era la terza persona in cascata che faceva quel lavoro.. mi sembrava alquanto stupido, però tutti avevano un lavoro.. il figlio studiava elettrotecnica e, peccato che non ho fatto una foto.. ma questo è il senno del poi.. mi fece vedere su una tavola di legno, con una serie di chiodini piantati su, un circuito con un galvanometro che probabilmente al tempo di G. Marconi era già vecchio.. tra i chiodini vi erano una serie di resistenze fatte a mano.. grande spirito di costruzione ad ogni costo, io tirai fuori il mio ICE 680 R ( un vecchio tester ) usato, e lo regalai.. era trasecolato di cosa e come non ché quante misure potesse fare.. non aveva mai visto una cosa simile.. non so quanti residuati abbia visto in giro, marciare allegramente.. parlo di vecchie automobili anteguerra, vi erano anche qualche vettura fiat 124 o giù di li.. ma erano poche.. le prostitute davanti al ristorante per stranieri, che rimorchiavano quando possibile.. erano in combutta con la polizia, ho portato quella ragazza al ristorante una volta sola.. poi non ha più voluto, primo, i polacchi era proibito entrare, si pagava solo in dollari, mi portarono su mia richiesta la coca cola, che lei non aveva mai bevuto.. in bicchierini da liquore.. mi incavolai e feci fatica a far lasciare la bottiglietta in vetro.. sul tavolo.. vedere i ragazzi bere di nascosto.. un' ingegnere della Polmo-Fiat che credimi.. pensavo fosse sull'altra sponda.. portarmi fuori a mangiare il gelato ed altro.. e alla fine la ragione me la disse: le piacevano gli schienali in paglia che avevo sui sedili.. unti e bisunti.. mi vergognai e non li diedi.. mi pento ancora se ci penso.. era povera gente che viveva come poteva, eravamo nei primi anni 70... e noi per loro eravamo l'eldorado.. spero di averti accontentato.. Dimenticavo.. non volevo che la mia permanenza fosse un costo per loro e i dollari che avevo con me, ne lasciai una parte a loro.. la polizia al momento dell'ingresso si fece far vedere quanti dollari avevo in tasca, tot dollari per giorno per n giorni all'uscita non ne puoi aver di più.. senno vuol dire che hai fatto cose losche.. non mi accorsi che mi avevano infilato dei dollari nel bagaglio, loro speravano che mi portassi via la figlia.. e non ci pensavo per nulla.. alla frontiera mi controllano, saltano fuori, dopo un pò di tempo, la confisca e posso tornare.. ha anche la loro moneta non era possibile portarla fuori.. stop.
    4 punti
  2. Chi ha storie da raccontare, Roby, dovrebbe scriverle. Nel senso proprio del dovere. Non solo per gli altri: scrivere è rivivere, ma nel modo in cui avremmo voluto.
    3 punti
  3. Roby è sempre un piacere leggere i tuoi ricordi. Insomma, a me pare tutto così lontano e nebuloso e invece... questo blog è la macchina del tempo. Un'Italia quasi dimenticata e una storia distante mezzo secolo, corredata da immagini che hanno il peso specifico della carta Kodak e i colori sbiaditi e lattiginosi come l'aria di Bagnoli. Nel 1976 iniziai a lavorare e avevo appena 16 anni. Era proprio un'altra Italia, non so se migliore o peggiore di oggi ma la riflessione che mi sovviene è che tutte le epoche che abbiamo vissuto hanno prodotto cose buone e cose meno buone. E' arduo stabilire se il bicchiere in quegli anni fosse mezzo vuoto o mezzo pieno... mah Comunque un bel lavoro Roby, mandane sempre
    2 punti
  4. Ma storie come queste sono forti e vere. Non "titubare", non vedo l'ora (ma non solo io) di leggerne altre!
    2 punti
  5. Da incidere nella roccia. Monito ed esortazione per tutti.
    2 punti
  6. Giannantonio, mi hai fatto rompere le acque... la diga della memoria che le tenera tutte rinserrate si sbriciola un pochino.. e allora mi fai ricordare questo: A squola non ero certo un campione.. se potevo bypassare una cosa.. ma, in disegno tecnico me la cavavo bene, vuoi forse ad una cosa un pochino innata.. io riuscivo ad immaginare un pezzo come doveva essere fatto.. ora un pò meno, ma non è questo il punto; a Milano alle serali andava alla grande la scuola di disegno presso la soc. Arti e Mestieri in via S. Marta, l'anno preparatorio.. me lo fecero saltare, la prima.. promosso alla grande.. la seconda.. ecco inizia un problema di " gestione " individuale.. in classe spesso vi erano solo due persone.. io e il docente, non è giusto ora lo ammetto ma è così.. ma il diavolo ci metteva lo zampino, sono orfano di padre, avevo 11 anni.. agente di Polizia ma realmente era uno dei meccanici che curavano i mezzi, all'epoca era in uso scrivere.. ma con la penna e a mano.. e scrissi montagne di lettere a tutti gl'uffici del personale delle più grandi aziende e partecipate.. e vedevo cosa pubblicava il Corriere della sera, all'epoca una grandissima cosa, sotto questo profilo.. vi erano pagine e pagine di: disegnatori offresi.. e due righe di disegnatori cercasi.. visto che per passione giocherellavo con l'elettrotecnica, presi la decisione e abbandonai la scuola di Disegno; venne a casa mia il docente.. una persona piccolina, già con i suoi anni.. bianco e ricciolino.. purtroppo non ricordo il nome, mi implorò di continuare.. pianse pure alla vista che ero irremovibile.. hai il diploma in tasca.. ed io no, non fà per me.. ma sei bravo.. è vero.. ma in una grande azienda, si va avanti a passi.. và in pensione tizio, alcuni avanzano e via dicendo, per anni avrei dovuto fare le chine del superiore.. non ero il tipo... Anni dopo alla Carlo Erba Strumentazione, quanto avevo appreso a Santa Marta.. mi venne buono.. avevo il mio Tecnigrafo, ero libero di fare e disfare.. beh dovevo produrre comunque.. e furono anni belli, poi.. quando iniziai a fare fotografie per l'azienda.. divenne una favola.. Ecco cosa mi hai fatto scatenare dalla mia zucca.. e in quei tempi.. iniziai ad andare in Pravo.. ma questa è un'altra storia...
    1 punto
  7. Si, naturalmente collegare le Jade II ad un ricevitore wireless bluetooth per ascoltare Emma Marrone o Adele, sarebbe come impiegare un Nikkor Noct Z su una D70 per fotografare la carta oleata della mortadella
    1 punto
  8. Ognuna canta a modo suo, insomma certo per quelle cuffie oltre alle orecchie anche l’impianto deve essere adeguato…
    1 punto
  9. Ecco, generalmente consiglierei cuffie planari per generi di musica unplugged e ben registrata. Non per roba elettronica pompata. Ovviamente nessun DPCM vieta di avere cuffie differenti, per usi differenti. É solo una questione di gusti e di sghei. Le cuffie perfette o definitve, non esistono. Considera che qui sopra ho confrontato cuffie che vanno da 1700 a 3500 euro l'una. Ma come vedi, non c'è quella che vince sempre, ognuna sa il fatto suo.
    1 punto
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