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Mostra il contenuto con la massima reputazione di 09/06/2021 in Articoli

  1. Sapete quanto io ami il surf in tutte le sue forme: ebbene, lo Shaper è un personaggio molto importante del Big Wednesday, è colui che dà forma ai sogni dei surfers, plasmando le linee delle tavole con cui sfideranno il mare e la sua potenza. Senza lo shaper, i sogni restano tali e per quanto si tenti di avvicinarvisi, si viene sempre frullati via: wipe out! Il Nikkor Z 50mm f/1,2S è lo Shaper: fuori da ogni compromesso, con i suoi vetri ed il suo diaframma, col suo schema ottico infinito, da parte a parte del barilotto (mai questo diminutivo è stato tanto mal posto) (17 lenti in 15 gruppi, diaframma a 9 lamelle, 1100grammi, 90x150 le dimensioni) con queste forme e specifiche, Nikon ha lanciato sul mercato degli standard la sfida a 360° nei confronti di ogni produttore, anche dei più blasonati, per la corona assoluta. Certamente siamo stupiti: dall'agosto 2018 ad oggi Nikon ha voluto riscattare un passato recente davvero poco edificante in relazione ai 50mm lasciati sulle baionette F per decenni, tanto da costringerci a cambiare addirittura fornitore di obiettivi, quando la sfida si è fatta dura con i sensori delle ultime iper performanti DSLR giallonere. Fin da subito la linea Z-mount ci ha allettato, col semplice ed economico (ma inarrivabile dagli F) Z 50/1,8S che abbiamo comprato quasi tutti già solo col passaparola di chi se ne diceva man mano incantato. Per poi venir fuori con il galattico Noct f/0,95 a fuoco manuale, obiettivo che come questo f/1,2 sfrutta l'intera dimensione del nuovo attacco per le mirrorless Nikon, tanto da farci pensare col senno di poi, essere stata questa l'esigenza precipua di un diametro accoppiato all'attuale tiraggio inaudito. Adesso questo capolavoro già ben recensito con i soggetti più adatti, quelli femminili, da Mauro Maratta a marzo scorso Ho chiesto quindi a Nital il privilegio di poterlo utilizzare con soggetti disparati e contesti varii, per qualche settimana, ottenendolo: dal suo arrivo ha monopolizzato la mia attenzione, nonostante il periodo ancora ibrido, non del tutto adatto a fotografare in giro per la città. Ovviamente il 70% degli scatti effettuati sono stati scattati a tutta apertura: gli MTF parlano chiaro ... ma si vede ad occhio, con qualsiasi soggetto, sia nitidezza e contrasto sempre presenti, sia la graduale sequenza di passaggio verso il fuori fuoco, cm dopo cm... per quelli vicini l'uno all'altro, così come per quelli nettamente staccati dallo sfondo già per la distanza relativa uno shaping, insieme alla qualità della Luce, che mette voglia di scattare come trovandosi ognii volta tra le quinte di un palcoscenico, regalando vita a soggetti di pietra qualunque sia il formato scelto ad ogni livello di transizione tra luce ed ombra grazie al diaframma apertissimo, conservando possibilità di utilizzo in interni, di tempi di scatto diversamente inconcepibili mantenendo chiarezza ed incisione anche ad elevate distanze, come ben visibile nel crop esagerato dell'immagine precedente Ovviamente in molte riprese delle giornate più assolate ho dovuto utilizzare un filtro ND estremo, un K&F ND vario 2-400 da 82mm dato che desideravo mantenere tutta apertura sul diaframma (anche se qualche escursione a f/2-4-8 ovviamente l'ho fatta), come in queste due seguenti f/4 f/8 però poi...l'ebbrezza di quell'incredibile f/1,2.... scusate la ripetitività, ma adoro le Escarboucle (occhio di fuoco) dell' Orto Botanico di Palermo così come la Fontana di Paride di Nunzio Morello (1838) cui questo "shaper" sa conferire forme delle più differenti ...chi sostenga che un 50mm sia un obiettivo per fare tutto e niente...evidentemente non ha ancora avuto il privilegio di usare questo Nikkor S quando arriva a fuoco è inesorabile anche nei particolari più fini, come in questo crop 2X dell'immagine precedente lo sfuocato e dettagli anche informi, diventano elementi dell'immagine, prendendo consistenza il colore è certamente il campo più sorprendente per l'applicazione delle sue prerogative, nella totale assenza di aberrazione cromatica, flare e ghosts, grazie agli antiriflesso di cui è dotato (nanocristalli, trattamento Arneo), alla quantità irrisoria di vignattatura da cui è fisicamente affetto a TA (una lente per quanto asferica avrà una minima curvatura)... E allora, operando in bianco e nero? Ovviamente on camera, pensato al momento dello scatto, in termini di contrasto tra luci ed ombre e passaggio graduale (o meno) dei grigi corrispondenti alle tinte del soggetto, reso acuto quanto desiderato... (Max rule...) Non utilizzo suite di filtri da PP e mi limito alle correzioni della curva di viraggio di Lightroom nello sviluppo dei jpg realizzati in monocromatico, regolato on camera sulle mie Nikon Z. Già così semplicemente, se il divario di espressione dello strumento diventa enorme con obiettivi normali, figuriamoci con questo capolavoro... passando da diurni simili, a notturni del tutto differenti...: cambiando la luce, cambiano le carte in tavola e le esigenze espressive: il Nikkor 50/1,2S è qui per questo ! da un opposto interpretativo all'altro... un obiettivo dai mille volti: se non pesasse più di un chilo, con le possibilità del nuovo sistema, che sulla terza ghiera mi permette di gestire, per esempio, la compensazione dell'esposizione, mentre scatto in mezzo alla gente in Auto ISO Manual, stabilendo a priori diaframma e tempo e lasciando scorrere gli ISO sulla mia Nikon Z6ii, che non chiede di meglio, sarebbe una risorsa assoluta in reportage, con quell' amazing bokeh che lo caratterizza a tutte le aperture...da reporter e tra pane, panelle, milza e babbaluci (lumache)... rimangono in linea occhio mente e cuore, come ci perseguita il ricordo del passato, che oggi... si fa presente Max Aquila photo (C) per Nikonland 2021
    6 punti
  2. Stamattina, puntualizzando il mio giudizio sull'ultimo obiettivo oggetto di una mia experience, mi è venuto in mente quanto, su Nikonland, mi ritrovi talvolta ad utilizzare dei mezzi ben al di sopra delle mie disponibilità economiche, grazie all'attivo apporto dei distributori nazionali, che ce ne concedono l'uso per un determinato periodo di tempo (sempre troppo esiguo, purtroppo)... E che tra questi strumenti, spesso ce ne siano alcuni che assumono una caratterizzazione tale nell'ambito di operatività, da risultare determinanti per la riuscita del risultato, inteso in un solo senso: il successo ! Allora qui di seguito, alcuni tra gli articoli che ho scritto negli ultimi anni, riguardanti appunto obiettivi talmente caratterizzanti le immagini prodotte, da dover spesso consigliare ...un acquisto ponderato. Non solamente per l'immobilizzo di denaro, certamente ingente, in molti casi, ma sopratutto perchè la contropartita dall'utilizzo non consapevole di uno di questi obiettivi, potrebbe portare a cocenti disillusioni sulle proprie capacità e risultati. Ci sono degli oggetti pensati per degli scopi talmente specifici che bisogna davvero farsi trovare pronti: allenandosi con le manchevolezze delle attrezzature in possesso, se si riesca a trovarne i limiti. Proprio per la marcata personalità, questi obiettivi possono addirittura peggiorare l'approccio al soggetto che rientra nelle nostre abitudini/capacità. Non basta solo avere occhio, nè allineare la propria mente al cuore: bisogna proprio essere dentro all'immagine che si voglia riportare sul sensore della fotocamera. Pure con i piedi. E tutti e cinque i sensi...
    3 punti
  3. Questo articolo ha lo scopo di raccontare, attraverso una decina di immagini, quali meravigliose e mutevoli situazioni si possono incontrare se solo ci si riserva la possibilità di restare sul campo un po' di più e non si cerca soltanto la "bella giornata". La fotografia di paesaggio, per come la vedo io, è una pratica molto legata all'unione tra tempo atmosferico e luce. Sono loro a definire il risultato più di qualsiasi altra cosa, di sicuro più dell'attrezzatura usata e, spesso, anche del posto, o soggetto, fotografato. Che non significa, ovviamente, che sia intrinsecamente sbagliato cercare la migliore attrezzatura o viaggiare verso posti lontani e famosi per fotografare, ma che occorre sempre ricordarsi che sono altri i fattori che più concorrono ad una buona fotografia. E, seppure queste immagini siano fatte al tramonto ed all'alba, neppure che solo quella sia la luce migliore o il giusto momento per fotografare. E' il soggetto e ancora di più la ripresa che si vuole farne che definiscono la "luce giusta". Cominciamo subito, questo è il soggetto: un bellissimo angolo di costa nella Sardegna sud occidentale - che è veramente una zona incantevole, anche e direi soprattutto se visitato fuori dalla stagione balneare. E' il 31/3/2018, sono le 17:04. Sono appena arrivato e sulla scogliera c'è un mucchio di gente. La mareggiata, gonfiata da un vento teso piuttosto freddo, è uno spettacolo incredibile già di suo. Il cielo è nuvoloso e la luce piuttosto piatta. D810 su 70-200/2.8FL@160mm 1/250 f11 ISO100 (17:32) Ma basta spostarsi di un centinaio di metri e la composizione diventa, a mio modo di vedere, ben più interessante grazie al cambio di sfondo. Potrebbe essere anche meglio se si potesse scendere verso il mare, per "alzare" il faro rispetto alla linea dell'orizzonte, ma con queste onde non è proprio il caso. D810 su 70-200/2.8FL@200mm 1/1600 f2.8 ISO64 (17:45) Ma bastano piccoli spostamenti ed aggiustamenti all'inquadratura per cambiare mood. E' sempre importante, però, aspettare l'istante giusto. D810 su 70-200/2.8FL@200mm 1/1600 f2.8 ISO64 (17:47) Un po' più di luce mi consente di far vedere quello che succede sulla scogliera, che in ombra era scura e priva di ogni attrattiva. Capito perché è meglio non abbassarsi? D810 su 70-200/2.8FL@75mm 1/250 f8 ISO64 (18:00) Purtroppo quello di prima sembra essere l'unico momento di luce: in un paio di minuti i nuvoloni coprono completamente il sole. E in pochissimo mi ritrovo da solo, evidentemente il richiamo di una bella cena è irresistibile. Ma credo che pure il ventaccio abbia un suo merito in questo! Ma, ed ecco il senso dell'articolo, in condizioni tempestose come queste tutto può cambiare. Infatti dopo mezzora: D810 su 70-200/2.8FL@86mm 1/1250 f5.6 ISO64 (18:31) Altri venti minuti ed uno spostamento di una cinquantina di metri ed abbiamo questo. D810 su 70-200/2.8FL@190mm 1/5000 f5.6 ISO64 (18:51) E poi, di nuovo, le nuvole coprono il sole, niente vero tramonto questa sera! Ma prima di andare mi regala questa, che credo essere la migliore immagine della giornata. D810 su 70-200/2.8FL@200mm 1/640 f2.8 ISO64 (18:56) Ma non mi arrendo, c'è ancora questa: D810 su 70-200/2.8FL@200mm 1/320 f2.8 ISO64 (19:00) Ora mollo anch'io, l'ora blu è interessante ma i tempi lunghi correlati alla poca luce trasformano questo splendido mare tempestoso in un latte senza senso. È tempo di dedicarsi alla cena! La mattina dopo la sveglia, con il pieno di vermentino che ho fatto a cena, è stata proprio pesante. Ma volevo provare a fotografare il mio amico faro illuminato dall'alba e non avevo idea delle previsioni del tempo, così l'unica cosa da fare era andare a vedere. E andare presto consente di avere in mano tutte le opzioni.... per cui via! Le condizioni sono molto cambiate, c'è meno vento ed il mare è decisamente più calmo. La mareggiata era un ingrediente importante ed insieme al cielo "chiamava" composizioni più chiuse. Ma il mare più calmo mi consente di scendere in basso senza particolari pericoli. Non c'è anima viva in giro, lo spettacolo è se possibile ancora più suggestivo di ieri sera. Riprendo l'ora blu - e qui si apprezza l'importanza del treppiede. D810 su 70-200/2.8FL@70mm 1.6" f11 ISO64 (06:06) Poi le nuvole rese rosa dalla prima luce, con la luna ad arricchire la composizione. D810 su 70-200/2.8FL@70mm 0.2" f16 ISO64 (06:32) Il mare si sta calmando, anche grazie alla marea calante: posso scendere ancora e, finalmente, è tempo di tirare fuori il grandangolo! D810 su 16-35/4@32mm 1.6" f11 ISO64 (07:01) Qui finisce la luce interessante ed io credo di non riuscire a fare più nulla. Così scappo via, le ragazze mi aspettano per la colazione! Non aggiungo note sul materiale, il senso di questo articolo è la fotografia e non l'attrezzatura. Ma se volete ne possiamo parlare nei commenti! Massimo Vignoli per Nikonland (c) 25/3/2021
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