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Mostra il contenuto con la massima reputazione di 01/05/2021 in Articoli

  1. Questo articolo ha lo scopo di raccontare, attraverso una decina di immagini, quali meravigliose e mutevoli situazioni si possono incontrare se solo ci si riserva la possibilità di restare sul campo un po' di più e non si cerca soltanto la "bella giornata". La fotografia di paesaggio, per come la vedo io, è una pratica molto legata all'unione tra tempo atmosferico e luce. Sono loro a definire il risultato più di qualsiasi altra cosa, di sicuro più dell'attrezzatura usata e, spesso, anche del posto, o soggetto, fotografato. Che non significa, ovviamente, che sia intrinsecamente sbagliato cercare la migliore attrezzatura o viaggiare verso posti lontani e famosi per fotografare, ma che occorre sempre ricordarsi che sono altri i fattori che più concorrono ad una buona fotografia. E, seppure queste immagini siano fatte al tramonto ed all'alba, neppure che solo quella sia la luce migliore o il giusto momento per fotografare. E' il soggetto e ancora di più la ripresa che si vuole farne che definiscono la "luce giusta". Cominciamo subito, questo è il soggetto: un bellissimo angolo di costa nella Sardegna sud occidentale - che è veramente una zona incantevole, anche e direi soprattutto se visitato fuori dalla stagione balneare. E' il 31/3/2018, sono le 17:04. Sono appena arrivato e sulla scogliera c'è un mucchio di gente. La mareggiata, gonfiata da un vento teso piuttosto freddo, è uno spettacolo incredibile già di suo. Il cielo è nuvoloso e la luce piuttosto piatta. D810 su 70-200/2.8FL@160mm 1/250 f11 ISO100 (17:32) Ma basta spostarsi di un centinaio di metri e la composizione diventa, a mio modo di vedere, ben più interessante grazie al cambio di sfondo. Potrebbe essere anche meglio se si potesse scendere verso il mare, per "alzare" il faro rispetto alla linea dell'orizzonte, ma con queste onde non è proprio il caso. D810 su 70-200/2.8FL@200mm 1/1600 f2.8 ISO64 (17:45) Ma bastano piccoli spostamenti ed aggiustamenti all'inquadratura per cambiare mood. E' sempre importante, però, aspettare l'istante giusto. D810 su 70-200/2.8FL@200mm 1/1600 f2.8 ISO64 (17:47) Un po' più di luce mi consente di far vedere quello che succede sulla scogliera, che in ombra era scura e priva di ogni attrattiva. Capito perché è meglio non abbassarsi? D810 su 70-200/2.8FL@75mm 1/250 f8 ISO64 (18:00) Purtroppo quello di prima sembra essere l'unico momento di luce: in un paio di minuti i nuvoloni coprono completamente il sole. E in pochissimo mi ritrovo da solo, evidentemente il richiamo di una bella cena è irresistibile. Ma credo che pure il ventaccio abbia un suo merito in questo! Ma, ed ecco il senso dell'articolo, in condizioni tempestose come queste tutto può cambiare. Infatti dopo mezzora: D810 su 70-200/2.8FL@86mm 1/1250 f5.6 ISO64 (18:31) Altri venti minuti ed uno spostamento di una cinquantina di metri ed abbiamo questo. D810 su 70-200/2.8FL@190mm 1/5000 f5.6 ISO64 (18:51) E poi, di nuovo, le nuvole coprono il sole, niente vero tramonto questa sera! Ma prima di andare mi regala questa, che credo essere la migliore immagine della giornata. D810 su 70-200/2.8FL@200mm 1/640 f2.8 ISO64 (18:56) Ma non mi arrendo, c'è ancora questa: D810 su 70-200/2.8FL@200mm 1/320 f2.8 ISO64 (19:00) Ora mollo anch'io, l'ora blu è interessante ma i tempi lunghi correlati alla poca luce trasformano questo splendido mare tempestoso in un latte senza senso. È tempo di dedicarsi alla cena! La mattina dopo la sveglia, con il pieno di vermentino che ho fatto a cena, è stata proprio pesante. Ma volevo provare a fotografare il mio amico faro illuminato dall'alba e non avevo idea delle previsioni del tempo, così l'unica cosa da fare era andare a vedere. E andare presto consente di avere in mano tutte le opzioni.... per cui via! Le condizioni sono molto cambiate, c'è meno vento ed il mare è decisamente più calmo. La mareggiata era un ingrediente importante ed insieme al cielo "chiamava" composizioni più chiuse. Ma il mare più calmo mi consente di scendere in basso senza particolari pericoli. Non c'è anima viva in giro, lo spettacolo è se possibile ancora più suggestivo di ieri sera. Riprendo l'ora blu - e qui si apprezza l'importanza del treppiede. D810 su 70-200/2.8FL@70mm 1.6" f11 ISO64 (06:06) Poi le nuvole rese rosa dalla prima luce, con la luna ad arricchire la composizione. D810 su 70-200/2.8FL@70mm 0.2" f16 ISO64 (06:32) Il mare si sta calmando, anche grazie alla marea calante: posso scendere ancora e, finalmente, è tempo di tirare fuori il grandangolo! D810 su 16-35/4@32mm 1.6" f11 ISO64 (07:01) Qui finisce la luce interessante ed io credo di non riuscire a fare più nulla. Così scappo via, le ragazze mi aspettano per la colazione! Non aggiungo note sul materiale, il senso di questo articolo è la fotografia e non l'attrezzatura. Ma se volete ne possiamo parlare nei commenti! Massimo Vignoli per Nikonland (c) 25/3/2021
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  2. Il mio primo approccio con la Nikon D4 è stato di totale scetticismo.Ma davvero mi compro la Nikon D4 ? Hmmmmmmm ...E non lo rinnego per nulla. Ma per questo vi rimando alle conclusioni di questo test.E', come mio costume, un test sul campo, portato dall'esperienza di decine di migliaia di scatti in ogni circostanza, per circa 9 mesi consecutivi, utilizzando la D4 come partner di altri gioielli Nikon, come la D800E e la D3x e con la memoria fresca di D3 e D3s, precedenti cavalli di battaglia.Sarebbe facile evidenziare nella Nikon D4 la sua velocità :questo è uno scatto multiplo di una Porsche lanciata nel rettilineo principale dell'Autodromo di Monzaquesta è una sequenza fatta ad un metro e 20 di distanza dal soggetto che mi lancia addosso tutto il suo abbigliamentooppure evidenziando le sue indubbie doti alle sensibilità siderali che il suo sensore può consentirci :un calice di birra rossa irlandese a 12.800 ISOe il crop 1:1 della trama del rumorema ho scelto un altra componente della D4 che secondo me le compendia tutte e che sta nell'affidabilità. Affidabilità non intesa semplicemente come "oggetto che non si rompe" ma di macchina che garantisce sempre risultati affidabili.Sotto al sole o con la pioggia battente, di notte o di giorno, in controluce o in studio, con il flash o nell'oscurità totale la Nikon D4 assicura costanza di funzionamento e costanza di prestazioni.Tutto questo al di là dei dati di targa che mi hanno fatto lungamente riflettere se dotarmene o no.Una foto banale di Agostino Noviello ripreso da Duccio Nutini.Non vi dice nulla ? Eppure guardate il soggetto al limite dell'ombra ma in pieno sole, le lingue di luce nel porticato di un castello, le differenze di esposizione gestite in totale autonomia dall'esposimetro della D4. Non c'è nessun intervento sul NEF originale. E' come è stata scattata. E così può restare.Eppure le ombre sotto al porticato sono leggibili e naturali come - o forse meglio - di come apparirebbero ai nostri occhi abbagliati.Qui abbiamo una situazione del tutto opposto ma con forte contrapposizione.Sempre in matrix, sempre in automatico, la D4 ha gestito la scena mantenendo il forte controluce sul lato opposto dei soggetti ma rendendoli perfettamente leggibili.come qui, con un soggetto ancora più difficile, con il flash a schiarireo qui, invece, in ombra. Il risultato è di una delicatezza impagabile.in ombra con la schiarita di un pannello argentatocontroluce in una stanza buia, con l'unica illuminazione data dalla luce che filtra dalla persiana alle spalle del soggetto.E tutto questo a 3200 ISO ...***Ovviamente in campo sportivo la raffica da 9 frame al secondo e un buffer enorme che accoppiato alla dimensione ridotta del file e alla velocità di scrittura della nuova scheda di memoria XQD, consentono di mantenere sotto mira tutti i soggetti che ci piombano addosso alla massima velocità : non importa se piove o c'è il sole, sempre in matrix, sempre in auto-ISO, sempre fidando sul sistema di controllo della macchina.ma potendo scegliere in qualsiasi motivo di andare oltre, con soluzioni creative alla ricerca della foto ... imperfetta ;)E quando il sole scende ma si devono comunque seguire soggetti che corrono ... per mestiere ... in manuale, scelto tempo e diaframma opportuno, l'auto-ISO non mostra cedimenti :e si scopre che a 9.000 ISO si lavora come a 400che questi siano 5.000 ISO lo credi solo se vai a controllaree se ti dimentichi che hai un tempo impostato per una azione e invece il soggetto è fermo, pure a 5.600 in jpg, la foto è comunque ... perfetta.Azioni di gioco tra 5.000 e 5.600 ISO : tanto che sembrano banali i 2200 ISO scelti dalla macchina per compensare il fatto che stai duplicando il 400/2.8 ed hai voluto un diaframma di F8 pur volendo congelare un prototipo in staccata ad 1/1600'':***Analizziamo il dettaglio :una foto che non dice nulla di che, salvo che lo scatto è a 12.800 ISOe due dettagli 1:1 sono jpg, nessun intervento di correzione su nessun parametro.Nikkor 400/2.8, 1/500'', F4, auto-ISO : 9.000 ISOcome sopra ma 12.800 ISO (da trenta metri circa, di notte, luci a scarica sopra alla rappresentazione)dettaglio della testa del Gran Sacerdotela Crocifissione di Cristo. Soltanto 3.600 ISO.Dentro ad un pub, per giocare. Nikkor 24-70/2.8 :ISO 25.600crop del marchio GuinnessInsomma, si scopre che non è una macchina pensata solamente per la velocità : ma che consente di andare oltre, in ogni condizione, sempre contando su una compagna affidabile.***Conclusioni (per ora)La Nikon D4 va oltre il solco impostato dalle varie D1h, D2h e D3(h) che l'hanno preceduta.Unisce alla velocità esecutiva delle altre, una precisione chirurgica nell'autofocus (mai avuto un fuori fuoco se non ... perchè ho sbagliato io), ad una dinamica e una profondità di colore che dimostrano come il sensore non sia stato stiracchiato per avere solo ... la sensibilità come in certi casi, in passato.Lo dimostra la sua sensibilità base ISO 100, avendo comunque mantenuto le stesse possibilità della D3s nella parte estrema della curva, con le posizioni HI-1 e 2 ancora sfruttabili, seppur con cautela. Aggiungendo quella manciata di megapixel in più che rendono l'immagine più ricca e il crop mode 1.2x sfruttabile (circa 11 megapixel, sufficienti per una doppia pagina di rivista).Le possibilità di impiego sono le più svariate con in testa il fotogiornalismo sia sportivo che di cronaca.Le sue caratteristiche la rendono a mio parere difficile da superare ma al felice proprietario di una D4 francamente penso che poco importi. Sarà troppo occupato e soddisfatto di utilizzarla per curarsi di altro !DifettiSono tutti quegli aspetti discutibili che in origine mi hanno fatto a lungo interrogare se prenderla o no.- nel 2013 16 megapixel sono pochi. In tanti campi di applicazione il confronto con la D800 è impietoso a parità di impostazioni e di ottica. La D800 consente risultati strabilianti che con la D4 sembrano invece ordinari.- ergonomia migliorata nel complesso ma a spese di svariati cambi di impostazione e di comandi. Ci sono dei joistick in più, alcuni comandi sono stati spostati. Modalità di esposimetro e di autofocus sono decisamente meno immediate di prima. Una macchina del genere va utilizzata ad occhi chiusi ed io dopo nove mesi ancora non riesco a raggiungere con le dita i comandi che mi servono nel momento in cui mi serve farlo. E devo staccare l'occhio dall'oculare per vedere cosa premere.- il cambio di batteria se da un lato ha permesso superiori prestazioni nell'uso a raffica (circa 10.000 scatti a carica non sono una follia) e nel video, nell'uso tradizionale non ha la durata della precedente ed immortale EN-EL4a ereditata da D2Xs e D3. In più l'incompatibilità con il sistema precedente obbliga il fotografo che ancora usa le D3 ad avere in giro batterie e caricabatterie diversi e non interfruibili tra loro.- la XQD che Sony ha imposto a Nikon (salvo poi non utilizzarla in nessun suo modello) ha prestazioni eccezionali. Ma ha un futuro ?Se non me ne avessero regalata una all'acquisto non l'avrei comperata. E mi sarei ritrovato con una sola scheda, anzichè due come nelle D3. Scelta bizzarra, avrei capito di più se avessero messo due XQD (ed avessero venduto le XQD a prezzi normali)- il corpo è sicuramente più "sexy" di quello della ammiraglie precedenti ma c'è qualche cialtroneria economica (come lo sportellino del rilascio del vano memorie ... in prastica)Punti di forza- autofocus, esposimetro, cadenza, raffica, alimentazione, tutto è al massimo- sensibilità e dinamica. Un compromesso apparentemente impossibile è reso invece di utilizzo pratico- qualità del file. A mio parere di gran lunga superiore e più lavorabile di quello delle precedenti D3/D700 e in linea con D800 e D3x.- pulizia. L'immagine è sempre pulita e ... non trovo una definizione più appropriata, professionalmente impeccabile- dimensione del file. Se la risoluzione è un pò limitata al giorno d'oggi (è di fatto la macchina a risoluzione più bassa sul mercato ...) in compenso i suoi file restano leggeri e nelle manifestazioni sportive o comunque dove si deve scattare molto, questo è un grande vantaggio- affidabilità. Come dicevo all'inizio, è questa a mio parere, la dote principale della Nikon D4 ma questo lo si può apprezzare solamente utilizzandola a fondo Articolo pubblicato il 9 aprile 2013 su Nikonland.eu
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