Vai al contenuto

Classifica

Contenuto Popolare

Mostra il contenuto con la massima reputazione di 28/03/2021 in tutte le aree

  1. Aggiornamento Febbraio 2021: dopo aver alienato nel 2016 il 200/F2 l' ho riacquistato un paio di settimane fa nella versione II. Nella sacca adesso ho: D85O Sigma 50/1.4 Nikon 105/1.4E Nikon 200/2 Poi mi rendo conto scrivendo che ho più borse che obbiettivi Ma questa e' un' altra storia.
    2 punti
  2. (originale del 2012) Ad Arles, in Provenza, si pratica una corrida incruenta. Due squadre fanno a gara chi riesce a togliere pi? coccarde colorate dalle corna di vacche piuttosto aggressive. E' un evento divertente ed abbastanza spettacolare per l'agilit? e velocit? dei contendenti (vacche comprese). Gli "anziani" della squadra , ossia i meno agili, distraggono le vacche, mentre i giovani aspettano l'occasione giusta per scattare tentare di afferrare la coccarda e sfuggire alla vacca infuriata saltando al di l? dei ripari. Mini reportage eseguito con D200 e 80-400VR. L'entrata di una squadra; e della vacca Pronta alla carica! Acrobazie per sfuggire alla "mucca" infuriata.
    1 punto
  3. Aggiorno la borsa. Negli ultimi tempi, entrati (come già scritto sopra) 20/1.8 S, 70-200/2.8 S con il TC2x, e 24-70/2.8 S, in sostituzione del 24-70/4 da kit, prontamente venduto.
    1 punto
  4. bella espressione stupita della chiesa, hai colto il momento (espressione )
    1 punto
  5. Foto del 10-12-2019 dell'ultima vacanza in Trentino. D7200, AF-S 16-85 Vr f3,5-5,6, a 16mm ISO 100, 20 secondi, f8 elaborazione con Lightroom
    1 punto
  6. bella panoramica notturna e ottimo contrasto tra i luci del paese e il cielo stellato. mi piace la foto e per colori
    1 punto
  7. Quando SIGMA ha presentato il suo superzoom formato APS-C, il 18-300mm HSM OS, recensito QUI da Mauro Maratta, ha commercializzato anche una lente addizionale acromatica dedicata che permetteva di portare il rapporto di riproduzione di quello zoom da 1:3 a 1:2, la SIGMA AML 72-01. Dello zoom sinceramente non mi è mai interessato ma, memore della qualità delle precedenti lenti acromatiche SIGMA, ho pensato che la lente addizionale potesse essere un utile accessorio, soprattutto perchè passando alla Z6, mi sono trovato senza lenti addizionali di diametro adeguato; quelle che avevo potevano andare con il formato Dx, ma sulla Z6 vignettavano terribilmente. Così ho acquistato questa Sigma (diametro 72mm, come dice il nome) ed ecco le mie prime impressioni d'uso. Perchè non ho preso una Marumi? Solo perchè preferisco lenti meno potenti per l'uso sul campo, le lenti Marumi DHG partono da 3 diottrie, il che porta la distanza massima di lavoro sui 33-35cm, spesso troppo pochi per la macro sul campo a soggetti inquieti. Questa Sigma invece, essendo da 1,8 diottrie circa, un poco meno della Canon 500D (due diottrie), mi consente di lavorare a partire da quasi 60 cm (56-57) di distanza. Quello che perdo in potenza diottrica lo recupero usando focali lunghe (se volete sapere perchè, cercate i miei numerosi precedenti articoli sulle lenti addizionali, non mi ripeto qui). Considerando poi che costa tre volte meno della Canon, (sui 50 euro da Amazon, reperibile anche a meno da altri rivenditori) è quello che gli inglesi definiscono un no brainer, non c'è da pensarci sopra. Sempre che la qualità sia adeguata naturalmente, adesso lo vediamo. La SIGMA non è nuova a iniziative del genere, oltre al vetusto, ma ottimo, life size adapter, in pratica una potente lente addizionale che consentiva di arrivare ad 1:1 con l'altrettanto vetusto SIGMA 90mm macro, SIGMA ha messo in vendita come accessorio anche una buona lente acromatica, la AML 58 da 1,6 diottrie (paragonabile alla Nikon 5T, però dal diametro di 58mm anzichè 62) per la prima versione del famosissimo ed economicissimo 70-300mm apo macro, ed una lente non acromatica, da 77mm per non ricordo cosa (sempre uno zoom tele), da me provata sul Nikon 80-200mm f2.8 af e rivelatasi di scarsa qualità. Senza dimenticare che è stata commercializzata anche la AML-1 per la Sigma DP-1, cara, di diametro 49mm, mai provata, ma ne ho sentito parlare bene. Le mie lenti addizionali acromatiche SIGMA Torniamo alla AML 72-01. la fattura è buona, anello in metallo opaco, scritte poco appariscenti, più sottile sia della Canon 500D che della Marumi. E' corredata di un foglietto di istruzioni in cui è specificato che va usata da 80mm a 300mm di focale (come la Canon 500D) e preferibilmente focheggiando ad infinito. I dati sul rapporto di riproduzione e la distanza minima sono riferiti al 18-300mm ma, dato che il focus breathing altera le focali effettive in zoom diversi in modo non paragonabile, questi valori non sono applicabili ad altri obiettivi, occorre provare. Come va sulla Z6 Quello che scrivo sulla resa della AML 72-01 sulla Z6 si applica naturalmente anche a qualsiasi DSLR con sensore di pari formato e densità di pixel, quando si usa lo stesso obiettivo. Ho provato la lente per curiosità anche con il 24-70mm f4 S a 70mm, con ottima resa, ma data la focale relativamente corta ed il già buon rapporto di riproduzione dello zoom, non si guadagna gran che, le distanze di lavoro sono molto corte per cui non vale la pena di usarla su questo obiettivo, meglio, se serve, una più potente Marumi DHG. Il 24.70mm f4 da solo arriva ad 1:3 Con la lente si guadagna poco Dove questa lente addizionale da' il meglio di sè (vale anche per la Nikon 5T e la Canon 500D) è su focali intorno ai 200mm, fino ai 300mm. Tramite anelli adattatori, l'ho provata sia sul 70-300mm AfP che sul 300 f4PF. I rapporti di riproduzione (RR) che si ottengono sono questi: A 200mm si va da un RR di 1:2,7 a 1:2 (circa). A 300mm si va da un RR di 1:2 (circa) a 1:1,5 Se pensiamo che Il 70-300 da solo arriva ad 1:4, e che si può zoomare a focali intermedie, abbiamo un range continuo di ingrandimenti che vanno da infinito (senza lente, ovviamente!!!) a 1:1,5 (su una Z50 o DSLR Dx il fattore di crop porterebbe ad inquadrature paragonabili al rapporto di riproduzione di 1:1 su Fx!). Sul 300f4 PF il risultato è pressochè identico, solo che il rapporto di riproduzione è quello relativo ad una sola focale, per cui meno versatile rispetto allo zoom. Sì, ma la qualità? Qui arriva la sorpresa, la qualità di immagine dipende anche dall'ottica su cui la lente viene montata; con obiettivi di qualità e avendo cura di chiudere il diaframma intorno a f8-11 (vale per tutte le lenti addizionali, che a tutta apertura ammorbidiscono più o meno i bordi in confronto ad un obiettivo macro) è una piacevole sorpresa. Ancora più sorprendente, a f8/f11 la qualità rimane quasi inalterata anche alla minima distanza, dove molte altre lenti addizionali cedono sensibilmente. Ottima sul 300 f4 PF Crop 100% dell'immagine sopra. Ma ottima anche sul 70-300 AfP (che la regge benissimo, questo zoom mi piace sempre di più), persino ai bordi. Dimensioni del soggetto ripreso a 270mm alla minima distanza Nitidezza a bordo immagine L'uso sarebbe la fotografia ravvicinata sul campo, ma la situazione attuale non lo permette e non ho in casa fiori di mio gradimento, per cui l'unica libellula che vi propongo (grande in realtà poco più di una zanzara) è questa qui, accontentatevi : Queste le dimensioni del libretto Posso arrivare fino a questo rapporto di riproduzione: Non vedo l'ora di fare una foto così, ma per davvero. E adesso andiamo alle Conclusioni PRO Leggera e sottile Economica Ottima resa (sugli obiettivi giusti) CONTRO non ne vedo se non cose ovvie, tipiche di tutte le lenti addizionali: Non è un obiettivo macro Si perde la messa a fuoco alle distanze medio lunghe Il range di ingrandimento è limitato (ma nemmeno troppo) Conclusione (soggettiva come sempre): CONSIGLIATISSIMA per la fotografia ravvicinata in abbinamento ad uno zoom medio tele come il 70-300 AfP (con cui va davvero a nozze) se non si ha o non si vuole portare un vero macro. Silvio Renesto
    1 punto
  8. Appunto. Non solo non vedo pericoli (se uno ha fatto una correzione sbagliata e l'ha salvata, il matto è lui : comunque nulla è irreversibile). Qui abbiamo la differenza che c'è tra due madrelingua (NEF e software Nikon) che si parlano insieme e due di lingua diversa tra loro che si parlano via radio in inglese (software Adobe, generalmente Canon-centrico) Avete mai fatto mente locale a quanto siano arbitrari i valori del tint (ma anche del WB) in Photoshop rispetto a quelli letti da NX o misurati col termocolorimetro ?
    1 punto
  9. Installato stamattina e provato sommariamente. Devo dire che non mi dispiace affatto, per quelle che sono le mie esigenze di front-end. E' veloce come una scheggia rispetto a quell'elefante di Lightroom che viaggia a 12 km/h. In più mostra cose che LR non può mostrare, come in questo caso in cui dimostra come la Z7 II abbia beccato l'occhietto di Silvia penso che gli darò più di una chance prossimamente.
    1 punto
  10. Nikon Z6 + 85 f1.8 S Luci flash
    1 punto
  11. Aggiungo alcune pose in piedi.
    1 punto
  12. E se non hai voglia....lo sai che dice il dottore...🤣
    1 punto
  13. La variabilità che dici tu stesso caratterizzare il controllo di qualità di questi Irix me li farebbe escludere a priori, come da anni mentalmente faccio con i Tamron, spesso affetti dallo stesso problema. Il tuo utilizzo per riprese notturne è prevalente rispetto altro? Devi comprare il miglior obiettivo disponibile al riguardo. Senza badare a pesi ed ingombri. Tokina su Z7 ? Samyang...? Ma per favore... e tutti i discorsi che poi fareste su coma e ghosts al riguardo? Se io fossi in te avrei già comprato da ben prima delle Z un Sigma Art 14/1,8 che ritengo essere il migliore dei superwide fissi e luminosi, oggi in commercio Salvo smentite...
    1 punto
  14. La mia foto della cinciallegra posata su un tronco come un picchio e i commenti a seguito mi hanno invogliato a mostrare quante cose interessanti possono a volte essere nascoste nelle foto di natura. In che ambiente vive un animale, il suo comportamento son cose che saltano all'occhio più facilmente, ma ci può essere ancora di più Fra le cose che studio (e insegno) c'è la morfologia funzionale: il rapporto tra come è fatto un animale o una sua parte (struttura) e quello a cui serve la struttura (funzione). Si parte dalle forme viventi per fare ipotesi su quelle scomparse. E' interessante (sorprendente?) vedere quali "trucchi" l'evoluzione ha sviluppato per sfruttare i diversi ambienti: gli accorgimenti per il volo, per la corsa, il muoversi sottoterra o l'arrampicare. E' anche (credo) la parte che piace di più agli studenti. E' una specie di ingegneria della natura (e spesso uso le mie foto a lezione ). Un esempio? Con poche mie foto provo a raccontare come fanno certi animali a salire, scendere oppure stare fermi in modo stabile su pareti verticali (cosa non facile ). Chi di noi ha "fatto" la pertica a scuola o chi fa arrampicata su roccia, sa per esperienza che per salire ci vuole un paio di arti che siano in trazione/tengano la posizione (le braccia) contrastando la forza di gravità, ed un paio che spinga (le gambe). Naturalmente ci vogliono delle strutture per aderire agli appigli od incastrarsi nelle fessure (dita o artigli) ma non ne parliamo perchè la faremmo troppo lunga. Per salire, le zampe posteriori spingono, le anteriori tengono. Fin qui, niente di speciale, molti animali sono in grado di arrampicarsi più o meno bene. Il problema in realtà non è tanto salire, quanto scendere. Noi umani non ci poniamo il problema perchè scendiamo all'indietro, le braccia continuano a esercitare trazione contrastando la forza di gravità permettendo di controllare la discesa. In natura però scendere "di sedere" non è consigliabile: non vedere dove si sta andando può portare a sorprese spiacevoli, quali essere mangiati da un predatore che aspetta di sotto . Per questo gli animali scendono con la testa avanti. Qui sta il problema: Le zampe posteriori della maggior parte dei mammiferi sono fatte per spingere, non per tirare, se provassimo a scendere a testa in giù dalla pertica (o lungo una parete di roccia) le gambe spingerebbero da sopra, tendendo a ribaltarci... con quel che segue . Per questo ad esempio i gatti sono velocissimi a salire su un albero, ma piuttosto impacciati a scendere, perchè hanno difficoltà a controllare la discesa. Gli animali realmente abili ad arrampicare invece non hanno difficoltà. Si sono evoluti per vivere sugli alberi e correre su e giù lungo i tronchi. Gli scoiattoli ad esempio hanno una caviglia molto più mobile di quella di altri mammiferi, per cui possono rovesciare il piede all'indietro, in modo da esercitare trazione contro la forza di gravità, evitando di ribaltarsi quando scendono a testa in giù e addirittura possono restare fermi in quella posizione. (Non ci sono solo gli scoiattoli, se andiamo ai tropici troviamo esempi ancora più spettacolari, ma volevo usare animali nostrani e foto mie). Nello scoiattolo che scende il piede è ruotato all'indietro, questo un gatto non lo può fare. E gli uccelli? Per loro è piuttosto facile arrivare ovunque volando, ma poi star fermi contro una superficie verticale con solo due zampe è un'altra faccenda. In molti uccelli viene in aiuto la coda, ad esempio nei picchi è molto robusta e fa da punto di appoggio, in compressione, come una trave che scarica il peso sul tronco così l'animale è in equilibrio senza troppo sforzo e non si ribalta. La coda del picchio ha penne robuste ed è un importante punto di appoggio. Anche nei gruccioni si vede la stessa cosa, le zampe tengono, la coda serve da appoggio, le penne a ventaglio, per allargare l'area di contatto e scaricare meglio il peso. E se si ha una codina come il Picchio Muratore? Il nostro piccoletto è un maestro del free-climbing: divide i compiti fra le zampe, una la tiene in trazione e l'altra spinge così può addirittura correre sue giù per i tronchi. Una zampa in trazione, l'altra in compressione, il Picchio Muratore ha risolto così il problema. Per brevità ho parlato solo di Mammiferi e di Uccelli, ma ci sono tantissime soluzioni nel mondo animale, le lucertole fanno più o meno come gli scoiattoli, e le Raganelle... Non hanno unghie, non hanno ventose come si potrebbe pensare, ma sfruttano la coesione della pellicola d'acqua presente fra le dita e la foglia (è la tensione superficiale, quella che ci appiccica un foglietto di carta alle dita bagnate) è una forza molto piccola ma può bastare a farle aderire, perchè le raganelle pesano pochissimo. E' anche per questo che fotografo gli animali (e ne racconto), oltre alla "bellezza" ci sono cose che mi meravigliano da sempre, con l'entusiasmo di un bambino. Spero di non essere stato noioso nè supponente. E che le foto siano comunque gradevoli. Grazie a chi è arrivato fin qui.
    1 punto
  15. più o meno atteso da mesi, dopo un periodo di sviluppo che supponiamo sia stato abbastanza lungo, vede la luce il nuovo Nikon 180-400mm f/4 con teleconverter incorporato. ha un aspetto decisamente importante e superprofessionale. Rispetto al precedente modello 200-400/4 che non credo vada a sostituire del tutto, è facile scambiarlo per un 500mm F4 ha una bottoniera decisamente estesa, ma la vera novità è il teleconverte incoporato che con un click lo allunga senza la necessità di inserire il classico TC14 nella montatura. i pulsanti di blocco e di ingaggio del teleconverter ne risulta uno schema molto complesso che grazie all'uso della fluorite - come in tutti i più recenti supertele Nikkor - non dovrebbe inficiare le prestazioni ottiche se possiamo credere ai grafici MTF presentati da Nikon Ovviamente, è un obiettivo professionale e quindi protetto da infiltrazioni e polvere le caratteristiche complessive sono queste (fonte Nikon USA) : Mount Type: Type E AF-S lens with built-in CPU and F mount (1.4x TC built-in) Focal Length Range: 180 - 400 mm With built-in TC 252-560 mm Zoom Ratio: 2.2 x Maximum Aperture: f/ 4 With built-in TC f/5.6 Minimum Aperture: f/ 32 With built-in TC f/45 Format: FX/35mm Maximum Angle of View (DX-format): 9° Minimum Angle of View (DX-format): 4° Maximum Angle of View (DX-format) with built-in Teleconverter: 6°20' Minimum Angle of View (DX-format) with built-in Teleconverter: 2°50' Maximum Angle of View (FX-format): 13°40' Minimum Angle of View (FX-format): 6°10' Maximum Angle of View (FX-format) with built-in Teleconverter: 9°50' Minimum Angle of View (FX-format) with built-in Teleconverter: 4°30' Maximum Reproduction Ratio: 0.25x (at 400 mm) 0.36x (at 560 mm) Lens Elements: 27 Built-in Teleconverter Lens Elements: 8 Lens Groups: 19 Built-in Teleconverter Lens Groups: 5 Compatible Format(s): FX DX VR (Vibration Reduction) Image Stabilization: Yes Diaphragm Blades: 9 Distance Information: Yes Nano Crystal Coat: Yes ED Glass Elements: 8 Fluorite Elements: 1 Fluorine Coat: Yes Super Integrated Coating: Yes Autofocus: Yes AF-S (Silent Wave Motor): Yes Internal Focusing: Yes Minimum Focus Distance: 6.6 ft. (2.0 m) from focal plane Focus Mode: Manual, Manual/Auto, Auto/Manual E-type: Yes Filter Size: 40.5 mm Accepts Filter Type: Drop-in filter Compatible with Nikon AF-S Teleconverters: Yes Approx. Dimensions (Diameter x Length): 5.0 in. (128.0 mm) x 14.2 in. (362.5 mm) Approx. Weight: 123.4 oz. (3,500 g) il peso non è contenutissimo (3500 grammi), proprio per lo schema che porta a 27 lenti il totale, di cui 8 dovute al teleconverter. Disponibilità dal prossimo mese di marzo 2018 ad un prezzo suggerito - negli USA - di 12.399 dollari. Attendiamo notizie da Nital per la disponibilità e il prezzo in Italia.
    1 punto
  16. Frans Lanting è un'altra delle Nikon Legends, ma è una leggenda non solo per Nikon, uno dei più grandi fotografi naturalisti di tutti i tempi. Non si poteva non dedicargli un articolo qui su Nikonland. Come l'altro mio articolo su Joel Sartore, vedetelo come uno spunto di discussione e se altri appassionati di fotografia naturalistica vogliono intervenire a seguito con altre notizie, aneddoti, sono i benvenuti. Frans Lanting è nato nel 1951 a Rotterdam in Olanda, si è laureato in economia e poi si è trasferito negli USA per studiare pianificazione ambientale. Presto tuttavia ha cominciato a fotografare la natura e non ha più smesso, così la sua vita è cambiata. Per decenni ha documentato la natura in tutti gli angoli del mondo, trasmettendo la conoscenza e la bellezza di ogni forma di vita, con immagini che suscitano meraviglia e hanno definito nuovi standard di qualità per le generazioni successive di fotografi naturalisti. Di lui si è detto che ha una mente da scienziato, un cuore da cacciatore e gli occhi di un poeta (Thomas Kennedy ex direttore del National Geographic Magazine). Per il national Geographic Lanting ha lavorato moltissimo, dai servizi sugli scimpanzè pigmei (bonobo) del Congo, alla vita sulle chiome dellla foresta pluviale amazzonica, ai pinguini dell'Antartide, alla fauna e i popoli del Madagascar. Per realizzare questi servizi non ci si può risparmiare: Lanting ha passato settimane su piattaforme di legno in cima agli alberi, ha seguito i branchi di Leoni, ha dormito in crateri vulcanici con le Tartarughe Giganti. Tra i suoi lavori più famosi ci sono quelli sul delta dell'Okavango, Sul Borneo, Sui Pinguini Imperatori dell'Antartide sugli ultimi Ghepardi Iraniani, lavori pubblicati su riviste e esibiti in mostre in tutto il mondo. Orsi "danzanti". Nei suoi libri Lanting trasforma gli animali in arte come nessun altro fotografo scrive il New Yorker, e guardando le sue foto non si possono non provare emozioni che vanno dalla tenerezza allo stupore alla riverenza per le forme viventi da lui ritratte. Al di là della bellezza delle sue immagini, che sono vera poesia di forme e luci, molti suoi lavori hanno anche un grande valore scientifico, documentando nuove scoperte sulla diversità della vita. Il sole basso illumina una duna dietro i tronchi di acacie morte. Airone a pesca che fa ombra con le ali per individuare i pesci. Oltre a questo, la missione di Lanting è usare il la fotografia come mezzo per sostenere le iniziative promosse dalle diverse organizzazioni per la protezione dell'ambiente ad ogni livello, e lo fa tramite le pubblicazioni, le mostre le apaprizioni sui media e col sostegno attivo a fondazioni. E' Ambasciatore del WWF olandese , ed è nel comitato nazionale del WWF USA, membro o sostenitopre di altre organizzazioni fra cui la International League of Conservation Photographers (ILCP). L'orgoglio dei cacciatori riflesso nell'occhio della zebra uccisa. Si potrebbe andare avanti ancora a lungo, elencare i suoi libri e così via, ma ne abbondano informazioni sulle sue opere online, per cui prefersco soffermarmi su un suo progetto di ampio respiro, simile sotto certi aspetti al progetto Ark di Joel Sartore. Nel 2006 Lanting ha lanciato il progetto LIFE, una storia della vita dalle origini del mondo ad oggi realizzata sia come libro, che come mostra, sito interattivo e spettacolo multimediale accompagnato da un'orchestra sinfonica. Qui due Link utili: http://www.lanting.com/ http://www.photographyoffice.com/blog/2011/02/50-brilliant-examples-of-professional-animal-photography-by-frans-lanting Tutte le foto sono prese da internet al solo scopo di illustrare l'opera di Frans Lanting Un vecchio scimpanzè all'abbeverata.
    1 punto
  17. Preso da nostalgia, dopo tanto tempo sono tornato ad appostarmi in un capanno, ho scelto un'oasi del Vercellese. E mi sono divertito proprio come una volta. C'erano i soliti piccoli amici, come la cinciallegra e il pettirosso: Ma io ero andato lì sfidando lo sterrato fangoso e tutto il resto perchè è un posto attrezzato per fotografare le Poiane. Non saranno aquile, ma sono sempre dei bei rapaci, no? ed infatti ecco che arrivano. E si mettono a litigare. Il capanno è schermato da un vetro semiriflettente, per cui gli animali non mi vedono proprio e così: Vicinissimo! Altre gradite visite: E i sempre simpatici scoiattoli! Foto scattate con Nikon D500 e Sigma 100-400 f5-6.3 C.
    1 punto
×
×
  • Crea Nuovo...