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Mostra il contenuto con la massima reputazione di 21/02/2021 in Articoli

  1. Nel suo vasto e variegato catalogo, Godox da' una parte importante, quantitativamente e qualitativamente, agli accessori che devono rendere possibile e semplice l'utilizzo di soluzioni principali e , last but not least, di soluzioni di compromesso: spesso le più praticate da chi sia all'inizio di un utilizzo consistente dei flash, non solo in studio, ma anche in esterni. Nel tempo, io e Mauro, per utilizzi differenti dei flash, come possono essere i nostri, vi abbiamo informato delle novità via via proposte da questa casa di Shenzen, tante volte in ritardo, a causa della poliedrica attività di Godox in questo ambito. Più di tre anni fa Mauro ha pubblicato questo articolo sulla staffa AD-B2 che consente di accoppiare due AD200 per ottenere su attacco Bowens, di anteporre qualunque modificatore della miriade disponibile per quella baionetta, Godox inclusi. Adesso è la volta mia, di presentare questa utilissima staffa per flash a slitta: la S-type Speedlite Bracket, disponibile sul loro catalogo anche per baionette Elinchrom e Comet. Semplice e geniale, il suo clamp, che blocca la testa di qualunque flash a slitta sul tappetino di gomma sottostante (senza graffiare, quindi) per anteporre poi i modificatori di specie. Io ho in casa un Godox AD360 flash che denominare a slitta (pur essendolo) sarebbe risibile a causa delle dimensioni e peso, ma che è purtroppo limitato dalla disponibilità di accessori della piccola serie Godox, quella per gli Ad200, effettimanete sottodimensionata per i 360W di questo monumento cinese alla incapacità giapponese di concepire strumenti adeguati alla potenza richiesta, prima che alle dimensioni contenute (che sembrano essere l'ossessione del Paese del Sol Levante) Adesso si... e per giunta di fianco ai miei due AD200 su AD-B2, ho a disposizione una coppia di lampeggiatori di pari potenza, per realizzare la maggior parte dei set immaginabili. il grande vantaggio degli AD-200 su AD-B2 sta anche nella disponibilità delle luci pilota su questa staffa luci pilota purtroppo assenti sul Wiistro AD360 II-N che rimane pur sempre una potente sorgente di luce portatile, con quella batteria capace di alimentare contemporaneamente due lampeggiatori (e basta il cavo apposito, che posseggo, per realizzare anche una sorgente di alimentazione USB esterna) Naturalmente il tutto controllabile attraverso il collaudato sistema wireless radio Godox a 2,4GHz che su Nikonland utilizziamo e consigliamo da anni. Enorme la disponibilità di modificatori Bowens-mount di tutte le marche, anche delle più economiche online inutile dire che molti dei miei sono comunque Godox, che riesce a mantenere livelli qualitativi alti con prezzi accessibili anche su questo versante resta soltanto l'imbarazzo della scelta... di cosa mettere sotto i flash ! Max Aquila photo (C) per Nikonland 2021 una coda a questo articolo, nei commenti a seguire, in relazione all'inserimento della nuova staffa Godox S2 per i flash a testa circolare...
    2 punti
  2. Prima uscita con il mio nuovo superzoom per la Z6, il Nikkor Z 24-200mm f4/6.3 Vr. Non avevo pretese di realizzare grandi foto dal punto di vista artistico, mi interessava vedere com'era la sua resa e come mi sarei trovato con questo tuttofare di cui si è parlato molto bene. Il mio non è un test "numerico", sono delle prime impressioni ed una valutazione soggettiva, rapportata all'uso che intendo farne. Per i test più approfonditi, foto dell'obiettivo ecc., vi rimando agli articoli di Mauro Maratta e di Max Aquila. L'obiettivo. Sorprendentemente leggero! Pesa meno del 24-70 f4 S. Naturale perchè baionetta (di alluminio) a parte, il resto è di plastica. Buona plastica però, solida, "casca" molto bene in mano, ben bilanciato, non ci sono giochi, la zoomata è molto fluida senza essere lasca, l'Af è silenzioso e anche piuttosto veloce con la Z6 aggiornata all'ultimo firmware. Si estende zoomando ma non in modo eccessivo. Certamente non è un obiettivo da maltrattare troppo, ma come ergonomia per un obiettivo da viaggio e reportage leggero, mi piace. Ghiera di messa a fuoco by wire è molto sottile. Da usare solo se non se ne può fare a meno. Nessun tasto, selettore od altro sul barilotto. Non ne ho sentito comunque il bisogno. Il mirino della Z6, perlomeno come da me impostato, mi è sembrato leggermente scuro a 200mm a F6.3, ma niente di preoccupante. La sua resa. Nota: Quanto scrivo è riferito ai 24 megapixel della Z6, non possiedo la Z7, quindi non posso esprimermi in merito all'uso con quel sensore. Quando lessi gli articoli di Max e Mauro su questo zoom, rimasi colpito dalle loro valutazioni molto positive. Non avevo motivo di dubitarne, perchè so che sono rigorosi nei loro test, ma mi pareva così strano entusiasmarsi per un 24-200... . Provandolo mi sono entusiasmato anch'io! Davvero molto buono per essere un superzoom, tanto da (scusate il giro di parole) ... non sembrare nemmeno un superzoom! Con "buono" intendo nitidezza più che soddisfacente, bei colori, assenza di aberrazioni e pochissima distorsione (entrambe corrette probabilmente via software, ma il risultato c'è comunque). In condizioni di abbondanza di luce, come nella mia prova in esterni, specialmente tra f8 e f11, conferma la sua validità come ottica da viaggio sia per foto di "paesaggio" che per scorci e particolari, dove mantiene una ottima nitidezza. Grandangolo tele Crop 100% della foto sopra. Questi sotto NON sono crop ma foto di dettagli a diverse focali. Attività fisica in singolo a distanza, come da regole: il mio compare si esibisce nella forma di bastone del Taijiquan, la Z6 e il 24-200 lo seguono: In un paio di foto il bastone è leggermente curvo perchè avendo scattato a raffica con l'otturatore elettronico si ha un po' di rolling shutter. In interni non troppo luminosi chiaramente occorre usare il flash o alzare gli ISO secondo necessità, ma con la Z6 non è un grosso problema. L' unico che non può protestare... Un quasi macro? sì e no, vediamo perchè. NON ho comprato il 24-200 per usarlo come macro sul campo. Però ho voluto divertirmi a esplorare le sue capacità nella fotografia ravvicinata. Test "floreale". Due luci, una di fianco a destra di chi guarda, più potente ed una più debole frontale. Il 24-200 ha una messa a fuoco minima che varia con la focale (dati Nikon Canada): 50 cm a 24mm 54 cm a 35mm 55 cm a 50mm 58 cm a 70mm 65 cm at 105mm 68 cm at 135mm 70 cm at 200mm 70 cm alla focale 200mm è un valore inferiore (di 1cm) a quello del 200mm micro-nikkor f4 Ai. Questo farebbe pensare ad un vero macro, in quanto il 200mm micro-nikkor Ai a quella distanza raggiunge un rapporto di riproduzione di 1:2 (0.5x). Non è così e coerentemente nelle specifiche di questo zoom mi pare non ci sia scritto macro da nessuna parte. A 70 cm di distanza di messa a fuoco ed alla focale di 200mm il 24-200 raggiunge un rapporto di riproduzione leggermente inferiore ad 1:3 (0,28) comunque sufficiente per fotografia ravvicinata, soprattutto still life. Non ha l'incisione di un macro moderno (sarebbe strano se l'avesse e sarebbe altrettanto irrealistico aspettarselo), tuttavia la resa è più che dignitosa. Il rapporto di riproduzione è piuttosto basso perchè, come praticamente tutti gli obiettivi recenti ed in particolar modo i superzoom, il 24-200 accorcia sensibilmente la sua focale alle brevi distanze. In pratica alla distanza di messa a fuoco di 70 cm a 200mm di focale nominale, la focale effettiva è circa 122mm. Un trucco per trasformarlo in un (quasi) vero macro senza perdere nemmeno troppa qualità c'è comunque: basta aggiungerci una lente addizionale a due elementi. Nella foto sotto ho montato un doppietto Olympus paragonabile alla Marumi 330 DHG. Messa a fuoco ad infinito e focale 200mm. Con la messa a fuoco ad infinito si ha una distanza di lavoro di 33 cm ed una qualità molto elevata. Senza lente addizionale: Con lente addizionale da 3 diottrie: crop 100% Se non ci si vuole avvicinare troppo c'è anche un altro trucco: montare un tubo di prolunga SENZA MODIFICARE LA DISTANZA DI MESSA A FUOCO. Come ho già spiegato in altri articoli, montando il tubo, l'obiettivo metterà a fuoco come se il soggetto fosse più lontano, quindi la focale effettiva risulterà meno ridotta. Mica male come risultato (lo stesso discorso vale anche per la lente addizionale, all'ingrandimento dovuto alla lente si somma il fatto che con l'obiettivo ad infinito la focale effettiva è vicina a quella nominale, da tenere presente però che la lente addizionale accorcia le focali, il tubo no). Si potrebbe anche ingrandire di più avvicinandosi, ma già così è un bel risultato. Ripeto quanto scritto sopra: non ho preso il 24-200 per usarlo come macro, ma se durante una gita "leggera" con solo la Z6 e questo zoom mi trovassi davanti un soggetto interessante da fotografare da vicino, non esiterei a montarci sopra una lente (magari da 2 diottrie anzichè 3, così da avere 50cm di distanza di lavoro) che sta ovunque e non ingombra. Conclusione: Soddisfatto dell'acquisto? Sì, almeno da questo prime prove, direi più che soddisfatto. Fa quel che deve e lo fa bene. E' chiaro che bisogna essere realistici, non ci si deve aspettare che faccia quel che fa un 70-200 f2.8 da 2700 euro, però sicuramente non delude, anzi non esito ad unirmi al positivo giudizio di chi ne ha scritto in precedenza. Silvio Renesto
    1 punto
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