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Mostra il contenuto con la massima reputazione di 12/02/2021 in tutte le aree

  1. Mia figlia mi ha fotografato mentre praticavo Zazen insieme al mio maestro personale. E' solo una foto da cellulare, quasi al buio, ma rimarrà tra le più belle che mi abbiano mai fatto!
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  2. L’inverno non ha i colori dell’autunno o della primavera. Ma il bianco ha il suo fascino che ti trascina in una dimensione fatata (se ti lasci trasportare…)
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  3. Un T-34/85 di costruzione cecoslovacca ceduto come aiuti di guerra all'Egitto nei primi anni '50. Nel Sinai, un guasto. Niente di irreparabile e nemmeno nulla di inatteso, vista la frequenza di questi inconvenienti. Ma è il 1956 e i T-34 egiziani stanno accompagnando la fanteria all'assalto di Israele, durante la crisi di Suez. Si fa un tentativo tirando un cavo di traino che però si trancia. Il carro è immobilizzato e non c'è modo di spostarlo senza una gru da campo. Si rinuncia. Il settore viene occupato dagli israeliani e quel carro, insieme a tanti altri rimane sul posto. Gli israeliani recuparano i carri più interessanti per un eventuale riutilizzo. Questo resta li come curiosità, in preda prima alla polvere e poi all'ossido, copioso che si forma dagli acciai non certo pregiati da cui è stato assemblato. Modello tutto sommato di qualità ad un prezzo più che onesto della russa Zvedza. L'ho dipinto in giallo sabbia e poi lo testurizzato di ruggine con una spugnetta sintetica. Infine ho aggiunto puntellature di ossido più chiaro, misto a pigmenti di vero ossido di ferro color arancio. Tutti i colori sono Vallejo passati ad aerografo e poi a mano. *** Ecco qua l'odiato T-34. Per le note costruttive ed altro vedere qui : scatti in focus stacking con Nikon Z7 II e Z 24-200 a diverse focali, f/8, ISO 64 via Helicon Remote. Due LED Godox in gabbia di polistirolo.
    2 punti
  4. il blocco dell'otturatore in materiale composito della Nikon D5 Un breve ripasso ? L'otturatore è un componente fondamentale delle nostre fotocamere ancora nel 21° secolo. Consideriamolo come una tenda alla veneziana estremamente sofisticata posta davanti al nostre elemento sensibile (sia esso un sensore, sia esso una pellicola) che regola il passaggio della luce. Quando noi premiamo il tasto di scatto la fotocamera lascia passare la giusta quantità di luce necessaria perché l'immagine proiettata dall'obiettivo fotografico posto davanti alla fotocamera arrivi a destinazione. Ovviamente noi o la fotocamera stessa, ci siamo premurati di impostare un esatto tempo di esposizione che, combinato con l'apertura del diaframma dell'obiettivo (altro elemento che regola la luce, nel senso della quantità), a seconda della sensibilità ISO del nostro elemento sensibile, portano ad avere un immagine leggibile. E' poi l'elemento sensibile (d'ora in poi ci riferiremo ad esso con il sensore) che procede ad immagazzinare le informazioni che gli arrivano. L'otturatore è regolato in secondi e in frazioni di secondo. Più é grande il tempo di esposizione, per più tempo rimarrà aperto l'otturatore, più è breve questo tempo, per meno tempo rimarrà aperto. Gli otturatori delle nostre fotocamere sono generalmente a tendine e ci riferiremo ad esse in questa chiacchierata. Negli otturatori moderni ci sono due tendine, che in italiano chiamiamo prima e seconda tendina (mentre gli inglesi chiamano Front e Rear "curtain") che lavorano in solido. Al momento della pressione del tasto di scatto abbiamo questa sequenza : il movimento complessivo dura la durata del tempo di esposizione impostato. Gli attuali otturatori sono dispositivi estremamente sofisticati che nelle versioni più perfezionate consentono tempi di scatto brevissimi, anche per tempi inferiori ad 1/8000 di secondo. Questi tempi sono abbastanza difficili da descrivere con nozioni che abbiamo sotto gli occhi quotidianamente. Giusto per avere un'idea, un aereo da caccia F15 alla massima velocità percorre circa 9 mm in un ottomillesimo di secondo, mentre un'auto a velocità di codice sull'autostrada percorre 4 decimi di mm nello stesso tempo. E' un tempo infinitesimale che le nostre fotocamere, reflex o mirrorless ci mettono comunemente a disposizione. Per ottenere tempi del genere i progettisti usano un accorgimento che consente di far variare il funzionamento della sincronizzazione delle due tendine durante il movimento (consideriamo che l'altezza del formato Leica corrisponde a 24mm in tutto e che l'esposizione avviene sempre dall'alto verso il basso). Se il tempo di esposizione impostato è relativamente breve, al di sotto di un tempo di sincronizzazione ragionevole (nell'intorno di 1/200'' - 1/320'') il movimento è proprio quello evidenziato nell'animazione superiore con le due tendine che si muovono in modo indipendente. Ma se il tempo è più breve di quell'intorno, non c'è materialmente modo di eseguire l'operazione separatamente e quindi le due tendine vengono fatte muovere in sincrono, con la seconda tendina che si muove appena dopo che la prima è partita, in modo che l'otturatore alla fine si chiude appena un attimo dopo che la prima tendina ha concluso il suo movimento. Abbiamo una esemplificazione generica nella seguente animazione : a sinistra abbiamo il caso classico, per tempi lenti, in mezzo un caso ibrido per tempi intorno alla capacità massima di sincronizzazione tra le due tendine, a destra il caso dei tempi velocissimi, in cui le due tendine si inseguono tra loro. A sinistra abbiamo il sensore che viene esposto completamente e l'immagine si forma completamente nello stesso istante. La lettura delle informazioni avviene immediatamente dopo che le tendine si sono chiuse e mentre esse tornano in posizione normale. Questa operazione può avvenire alla massima velocità di scatto a raffica della nostra macchina, perchè anche le macchine più veloci non arrivano oltre i 14-16 scatti, al secondo, un tempo che consente ampiamente tutto il movimento dell'otturatore e anche la lettura delle informazioni del sensore, affinchè la macchina sia pronta allo scatto successivo. Questa condizione è assimilabile a quella che viene definita Global Shutter, cioé otturatore totale. Andando alla situazione più a destra invece abbiamo praticamente una condizione in cui solo una strisciolina del sensore è esposta alla luce, mentre il resto del sensore è coperto da una delle due tendine. L'animazione è di tutta evidenza e traslittera il termine inglese con cui viene definita questa modalità, ovvero Rolling Shutter, che tradotto sarebbe un ridicolo otturatore rotolante, dal movimento delle tendine che si arrotolano una sull'altra. Immaginiamoci una Nikon D6 che scatta a 14 scatti al secondo ad 1/8000'' in sequenza per 200 scatti consecutivi. A parte lo specchio che in questa operazione non ha rilevanza se non per il fatto che in una reflex si alza e si abbassa (guidato da un motore diverso da quello dell'otturatore e con un opportuno sistema di smorzamento), l'otturatore si apre con le due tendine che si muovono in sincrono a circa 28 chilometri orari, avendo cura che ogni singola strisciolina di sensore esposto stia ad una distanza dall'altra di 1/8000''. Affascinante ? Si ma non senza controindicazioni, perchè appare evidente che la prima strisciolina esposta del sensore (esposta correttamente, tanto quanto l'ultima) sarà esposta prima dell'ultima e quindi tutte le striscioline lette dall'elettronica del sensore e rimesse insieme dal processore durante la demosaicizzazione delle informazioni, non avranno coerenza temporale assoluta tra loro. Cioé la strisciolina più in basso, sarà in ritardo rispetto alla prima. Ma non solo, ogni strisciolina seguente, sarà in ritardo rispetto alla precedente. Di quanto ? Dipende. Dipende dalla velocità di movimento delle due tendine. Dicevamo che gli otturatori meccanici più perfezionati di oggi arrivano fino ad 1/400'' di velocità di movimento. Quindi nella migliore delle ipotesi quella sarà la distanza temporale tra la prima e l'ultima strisciolina, al di là del tempo di scatto che, attenzione, non influenza per nulla il meccanismo che dipende dalla ... meccanica dell'otturatore. Spero di essere chiaro. Insomma, se l'otturatore è scarso, si muove lentamente, la distanza in termini di tempo tra la lettura della prima strisciolina e quella delle altre é più lunga. Un tempo più lungo significa una distanza percorsa più lunga (spazio legato al tempo, per una data accelerazione che ipotizziamo costante). Se l'otturatore è più sofisticato, la distanza temporale sarà inferiore, quindi lo spazio percorso in quel tempo, inferiore. Ma in un Rolling Shutter, quale che sia, il fenomeno sarà sempre osservabile, ad occhio nudo per i casi più evidenti, strumentalmente per quelli meno evidenti. in questa foto abbiamo il caso più classico di una pala d'elica che gira a velocità molto elevata mentre noi scattiamo ad un tempo molto breve per cercare di congelare il movimento del velivolo. La lettura del sensore avverrà come dicevamo dall'alto verso il basso. L'elica si muove molto più rapidamente per unità di tempo del resto del soggetto che nella realtà è piuttosto lento. Il risultato è che l'elica appare visibilmente deformata dall'alto verso il basso con quella tipica forma a falce. Ma nella realtà, se avessi modo di verificare strumentalmente, potremmo misurare che ogni linea verticale è parimenti deformata in una misura che è proporzionale alla velocità di movimento relativa rispetto a quella di lettura del sensore. Cioè le linee verticali, non sono più verticali ma diagonali. vi posso giurare (la foto è mia) che i pali della recinzione dell'Autodromo Nazionale di Monza sono perfettamente verticali. Ma per effetto del rolling shutter, è evidente che ciò non appaia nella fotografia. Nella realtà tutta l'immagine ne è affetta ma l'effetto si nota di più negli oggetti con velocità relativa più grande rispetto al movimento complessivo. I pali fermi danno la misura del fenomeno, perchè sono fermi, ma può capitare anche con i soggetti in movimento : come credo anche appaia in questa Ferrari in lento movimento alla Variante della Roggia che appare tutta deformata (come i pali che in questo caso tendono al curvo e non al diagonale). Ma io questi fenomeni non li riscontro con la mia fotocamera Ci credo, perchè i progettisti intervengono in tutti i modi per limitare questi fenomeni, tenendo la più alta possibile la velocità di esposizione del sensore e la sua velocità relativa. Ma ci sono limiti tipici di ogni singolo sensore Otturatore elettronico Abbiamo qui sopra visto il meccanismo di funzionamento di un otturatore. L'operazione non varia che sia esso meccanico o elettronico. Quello meccanico semplicemente ha modalità differenti di funzionamento a seconda del tempo di scatto impostato. Per tempo lenti si comporta da Global Shutter, per tempi rapidi più di 1/200''-1/320'' funziona come un Rolling Shutter. In mezzo è ibrido. L'otturatore elettronico invece è limitato ad una modalità di funzionamento unica che dipende dalla sua tecnologia. Tutti i sensori commerciali attuali sono di tipo Rolling Shutter e quindi espongono leggendo striscioline successive di luce, partendo dall'alto e andando verso il basso. Anche quando usiamo l'otturatore meccanico in una reflex o in una mirrorless ed impostiamo la seconda tendina elettronica, non facciamo che impiegare l'otturatore elettronico per seguire il movimento di lettura della luce. Con la seconda tendina elettronica in pratica la macchina disabilità la seconda tendina dell'otturatore, impiega solo la prima, mentre l'effetto della seconda viene regolato dalla lettura del sensore. Tutto fino al limite di velocità di lettura del sensore. L'operazione di lettura del sensore, avviene in modo del tutto analogo a quello del movimento dell'otturatore meccanico. L'otturatore elettronico di fatto non è altro che usare la modalità di lettura del sensore AL POSTO dell'otturatore meccanico. Ma possiamo usare la stessa animazione che abbiamo visto sopra. con la strisciolina azzurra che è la strisciolina di sensore che viene effettivamente letta. Questa operazione è elettronica, del tutto priva di movimento, vibrazioni e rumore. Il vantaggio formidabile del sensore elettronico rispetto a quello meccanico è proprio qui. Nell'assenza di movimento effettivo. Perchè se potessimo vedere il sensore di una fotocamera mentre espone in modalità di otturatore elettronico, semplicemente non vedremmo proprio nulla. Questa animazione è solo perchè noi si abbia un'idea di quello che succede alle informazioni che i fotoni della luce consegnano ai fotodiodi del sensore che scaricano elettroni nei circuiti della fotocamera. Quindi, esattamente come nel caso dell'otturatore meccanico, abbiamo un evidente Rolling Shutter con tutti le conseguenze del caso. E anche qui l'evidenza del fenomeno è legata alla velocità di movimento, ovvero, visto che non c'è movimento - se non di elettroni - alla velocità di lettura del sensore. Attenzione : il tempo di scatto non ha alcuna rilevanza. Ci sono solo combinazione tra velocità relative e direzione del moto ma il tempo di scatto è ininfluente per il fenomeno. Qui entra in ballo una caratteristica di ogni sensore che è la sua velocità di lettura. Questa dipende dalla tecnologia con cui è progettato, dalla sua densità e da altri specifiche tecniche. Qui c'è una tabella che riporta i tempi di lettura dei più comuni sensori che possiamo trovare dentro le fotocamere in commercio : manca quello della nuovissima Sony a1 che Sony dichiara essere di circa 1/250'' se non ricordo male. Quindi il più rapido di tutto il novero. Abbiamo detto più sopra, parlando dell'otturatore meccanico che il fenomeno del Rolling Shutter - sempre presente - viene ridotto effettivamente, aumentando per quanto possibile la velocità di movimento delle tendine. E' la stessa cosa con i sensori per la modalità di otturatore elettronico. Più è veloce il sensore (tempo di lettura più rapido, ovvero numero al denominatore più grande) minore è l'effetto del Rolling Shutter, più è lento il sensore (nella tabella le macchine più lente sono quelle a più alta risoluzione, ovvero Nikon Z7-Z7 II e Sony a7R IV che hanno il numero al denominatore più piccolo) più evidente sarà l'effetto del Rolling Shutter. Banding Finora abbiamo parlato di velocità e di movimento ma abbiamo altri casi in cui l'effetto del Rolling Shutter può essere reso evidente. E' il caso degli scatti con luci artificiali, siano esse flash che continue. Se impieghiamo un otturatore elettronico a lettura lenta, sarà più probabile riscontrarlo. questo è il caso più semplice. Si tratta della Nikon D850 in modalità Live-View con otturatore elettronico mentre nella stessa situazione qualcuno usa il flash. Il sensore come abbiamo oramai ripetuto fino alla noia viene letto a strisce. Ecco qui abbiamo una evidenziazione di quanto sia alta la strisciolina del sensore che viene letta per unità di tempo in una D850-Z7. La banda bianca è bruciata dalla luce del flash che è stato catturato mentre il sensore esponeva/leggeva quella singola strisciolina mentre il resto del sensore non era interessato alla lettura delle informazioni. Il flash ha scattato a circa 1/1000'' mentre la D850 scattava ad 1/250''. Ma questo non importa, perchè è il tempo di 1/15'' che implica la presenza della banda orizzontale, non il tempo di scatto della macchina. Sarebbe successo anche scattando in otturatore meccanico ? Forse si, forse no. Dipende dal tempo di sincro della macchina e del flash. Ma questo è un argomento più vasto che preferirei tenere separato da questo sugli otturatore. questo è il caso di banding prodotto dalla differente velocità di modulazione della luce artificiale e della velocità di lettura del sensore di una Nikon Z6. E' possibile ridurre il fenomeno (che gli inglesi chiamano anche flickering) ma probabilmente non eliminarlo del tutto. Anche in questo caso dipende dalla velocità del sensore rispetto alla luce (50 o 60 Hz, probabilmente per la luce, 38 Hertz per la Z6). Conclusioni L'argomento ha tante implicazioni e non vorrei complicare qualche cosa che non è poi così semplice, quindi mi fermo qui riassumendo i concetti di base. l'otturatore meccanico si comporta da Global Shutter a tempi di scatto lenti, da Rolling Shutter a tempi di scatto veloci l'otturatore elettronico più comune è sempre di tipo Rolling Shutter i fenomeni distorsivi del Rolling Shutter sono via via meno evidenti in modo inversamente proporzionale alla velocità di lettura del sensore (o di movimento delle tendine dell'otturatore meccanico) ma sono sempre presenti sia gli otturatori meccanici che quelli elettronici sono soggetti al Rolling Shutter i sensori a bassa velocità di lettura sono più soggetti a fenomeni distorsivi, quelli a più elevata velocità, lo sono meno (Lapalisse) il tempo di scatto è ininfluente per questi fenomeni i sensori a bassa velocità di lettura non possono sincronizzare il flash quando usati in modalità "otturatore elettronico" Nikon chiama l'otturatore elettronico : "modalità silenziosa". E' una dizione corretta in quanto parlando strettamente l'otturatore elettronico non esiste la seconda tendina elettronica é un altro modo di usare l'otturatore meccanico in modalità ibrida (muovendo solo la prima tendina dell'otturatore meccanico mentre la seconda resta ferma, sostanzialmente per ridurre le vibrazioni) Uno potrebbe dire, ma allora, perchè usare l'otturatore elettronico al posto di quello meccanico ? l'otturatore elettronico non fa rumore, nessun rumore l'otturatore elettronico non si usura (quello meccanico si, ha una durata finita, quello elettronico dura quanto dura un sensore : decenni) l'otturatore elettronico non produce alcuna vibrazione (insieme allo stabilizzatore consente tempi di sicurezza molto più lunghi di quelli comunemente impiegati con le reflex e/o con l'otturatore mecccanico) l'otturatore elettronico potenzialmente consente velocità di raffica più elevate quindi per nostra convenienza dovremo convivere con le due modalità, finchè i progettisti non troveranno accorgimenti sempre più economici per fare a meno dell'otturatore meccanico. L'ideale sarebbe passare al Global Shutter che però, a parte i costi, ha anche altre controindicazioni, prima tra tutte il fatto che il sensore è più in tensione e quindi produce più calore e potenzialmente più rumore digitale. Nell'attesa, Sony che è sempre all'avanguardia su questi versanti sta usando due sensori ad alta velocità di lettura che se non eliminano del tutto i fenomeni negativi del Rolling Shutter li riducono moltissimo. In particolare quello nuovissimo della Sony a1 che consente per la prima volta di sincronizzare il flash in modalità elettronica, riducendo anche di molto il banding in luci artificiali. Pensiamo che piano piano tutti gli altri produttori adotteranno sensori di questo tipo che, pur più costosi, sono più efficienti e più indicati per le macchine di fascia più alta dedicate all'azione (ma non solo). Tutto chiaro ? Parliamone !
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  5. Chick Corea & Bobby McFerrin nella copertina del disco dedicato all'improvvisazione su Mozart, pubblicato nel 1996. *** Tracce di album Concerto per pianoforte n. 23 in la maggiore, K. 488 - Allegro Adagio Allegro Assai Concerto per pianoforte n. 20 in re minore, K 466 - Allegro Romanza Rondo (Allegro Assai) Piano Sonata No.2 in F Major, K. 280 - Adagio Io sono molto politicamente scorretto e non voglio in nessun modo rimangiarmi il titolo. Mi piace moltissimo il jazz ma quello classico. Non sono un grande appassionato del free, del fusion e in generale di quello celebrale e un pò nevrotico. E' più forte di me, credo che il cinema western fosse bellissimo finchè era ingenuo e fatto tutto ad Hollywood. Poi sono arrivati gli sceneggiatori di New York e hanno portato la psicologia, l'esistenzialismo, le crisi di identità. E il western è finito ... Ovviamente non voglio generalizzare né mi permetto di esprimermi per intero. Ma insomma, per quanto mi riguarda Duke Ellington, Ella Fitzgerald, Nina Simone e Louis Armstrong tutta la vita. Magari conditi da un pò di sano dixieland ! Ma ci sono musicisti di una levatura tale da poter star seduti ovunque e suonare con chiunque. Voglio perciò ricordare Chick Corea non per uno dei suoi tanti dischi di musica originale o di standard in trio ma per una collaborazione tutta personale con un altro genio come Bobby McFerrin, capaci insieme di fare qualche cosa di diverso su musica che per me è il pane quotidiano. The Mozart Sessions è un disco di musica di Mozart con una overdose di improvvisazione a condimento. Ci sono ovviamente edizioni dei due concerti - tra i più belli scritti da Mozart - che distaccano Corea di anni luce ma ... Corea non era un pianista classico, sebbene abbia scritto anche musica classica. Il suo Mozart è un pò scolastico. Ma è personale. E nei momenti in cui c'è la voce celestiale di McFerrin si stacca dalla routine, pregevole ma di seconda scelta, degli altri movimenti. Un disco non memorabile nel complesso ma per metà molto originale ed estremamente personale. Molto al di là dell'obiettivo di fondo di avvicinare due mondi, forse più quello degli appassionati della musica pop alla classica. Perchè nella realtà gli amanti della grande musica, la grande musica la conoscono tutta. Ecco. Tutto qua. Ciao Chick, ci vediamo dall'altra parte appena toccherà anche a me, tienimi un posto per uno dei tuoi recital, magari insieme a Friedrich Gulda che Mozart lo masticava molto bene, meno bene il jazz
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  6. Sullo scafo del Leopard 1 è stata sviluppata una intera famiglia di mezzi corazzati. Tra questi il Gepard è un veicolo antiaereo che unisce la mobilità fuori strada del Leopard alla capacità di difesa di punto di una ... torretta navale. Infatti, la torretta "gigantesca" del Gepard insieme ad una coppia di cannoni ad alta cadenza e velocità di uscita da 37mm Oerlikon, unisce due radar, uno di ricerca e scoperta, l'altro per il tracciamento dei velivoli individuati. Concepito per difendere direttamente le colonne corazzate dalla minaccia di aerei da attacco al suolo ed elicotteri controcarro, poteva entrare in azione immediatamente, senza alcuna preparazione particolare. A differenza delle batterie trainate, come l'Oerlikon/Contraves Fieldguard, simile per potenza di fuoco ma che doveva essere messo in batteria, alimentato, tarato etc. etc. e diventava quindi un sistema di difesa statico e non mobile. Di qui la lunga carriera del Gepard, dismesso dal Bundeswehr soltanto nel 2010 (il Leopard 1 risale a metà degli anni '60) e che è ancora in servizio presso altri eserciti. La peculiarità del mezzo è la doppia valenza, potendo essere utilizzato anche ad alzo zero verso obiettivi terrestri. qui è in posizione di marcia, con le canne livellate, il radar di tracciamento rivolto verso l'interno e quello di scoperta piegato verso terra qui è in batteria con le canne a 45° verso l'alto il radar di tracking orientato in avanti e quello di ricerca in rotazione il modello è molto ben dettagliato anche se ho dovuto modificare un paio di dettagli, autocostruire le sacche di copertura che sono appese sul retro ed aggiungere un paio di cavi di traino in rame. Si tratta della serie di modelli Tamiya degli anni 70-80, superati concettualmente ed usciti di recente dal catalogo che però si possono trovare ancora a buon prezzo. Questo l'ho preso su Amazon per una cifra ridicola e tutto sommato, nel suo schema mimetico Nato moderno fa la sua figura. Sporcato abbastanza ma non troppo, con colori acrilici Vallejo. Set con luci Led, Nikon Z7 II e Z 24-200 Nikkor ad f/8, ISO 200m Helicon Remote per scatti via cavo USB-C. L'ho iniziato ad inizio anno : ma poi non ero ispirato sul tipo di finitura che ho completato ieri mentre lavoravo all'Ariete. Tutto sommato non mi sembra male
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  7. Bel modello di un carro che mi è sempre piaciuto,bravo👍
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  8. Ti ringrazio di aver colto l'occasione per celebrare uno dei più eclettici e seri (ma non serioso) musicisti della scena che ha caratterizzato tutto il percorso musicale, fin qui, della nostra vita. Dagli anni 60 ad oggi Chick Corea è stato sempre pronto a rappresentare nella sua musica lo specchio del tempo in cui si viveva: ed il suo ritmo. È mancato oggi, a 79 anni, affetto da un male complicato. Il che, per un semplificatore, è un bel paradosso... Fiesta !
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  9. benchè superato dalle minacce moderne che non sono più i suoi pariclasse ma gli individui armati di PRG o gli ordigni improvvisati a bloccare i passaggi, l'IVECO/OTO MELARA C1 Ariete è uno dei più avanzati carri armati al mondo. E indubbiamente il più avanzato e miglior mezzo da combattimento terrestre mai progettato e prodotto in Italia, insieme al coevo B1 Centauro, blindato cacciacarri. Ma mentre è certo che ci sarà un B2, appena finanziato, difficilmente vedremo un C2. E l'Ariete aggiornato nelle sue componenti più invecchiate, in questa configurazione con corazzature aggiuntive, dovrà mantenere il suo ruolo di arma principale di proiezione di forza nei nostri reparti impiegati nelle zone più sensibili del mondo. Poi si vedrà se sostituirlo con il Leopard 3 che non si vedrà prima del 2030 o se, più improbabilmente, l'Italia si consorzierà con l'IDF per la nuova versione del Merkava. Ma è praticamente certo che non ci sarà un nuovo carro da battaglia tutto italiano. Questo Ariete costituisce la fine di un'era. E' un carro esteticamente non bellissimo ma estremamente aggressivo, coriaceo, forte. Fa onore del tutto al suo nome indomabile. Il modello è nello standard Trumpeter, bello una volta finito ma un pò precario nelle scelte e con una qualità delle plastiche discutibile. Quello che però conta è il risultato e a me piace molto. Il set è il solito che vedete in queste pagine. La macchina è la Z7 II e l'obiettivo è il Nikkor Z 24-200mm fissato con la cianoacrilica ad f/8. Stacking in tethering via Helicon (nessun male è stato fatto ad alcuna scheda di memoria durante queste riprese ) *** tra l'impostazione e il completamento sono passati esattamente 7 giorni : a conferma di quanto mi piaccia questo modello e di quanto io mi esalti con questo genere di carri da battaglia. Come al solito è stato dipinto esclusivamente con colori acrilici Vallejo ad aerografo. Sporcato a pennello con vari lavaggi, sempre Vallejo, in differenti tonalità di terra, poi coperto da uno strato diluito di vernice matte.
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