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Mostra il contenuto con la massima reputazione di 30/11/2020 in tutte le aree

  1. Scopro con sorpresa che qualcuno anche in Università ha le idee un po' confuse sull'Evoluzione. Ovvero non è del tutto convinto che ci sia un' evoluzione dei viventi. E pensare che non siamo nemmeno in Kansas. Forse il problema è che ancora oggi per la maggior parte delle persone la "cultura" è orientata del tutto o quasi in direzione umanistica o tecnologica (o tutte e due)? A volte si pensa anche alla medicina applicata, ma la componente naturalistica ahimè, è Cenerentola, qualche senso di colpa che spinge un po' più persone a interessarsi di ecologia, viste le contingenze a cui stiamo andando incontro. Intendiamoci, fra le persone con un minimo di cultura tanti sanno (o pensano di sapere) cosa sia l'Evoluzione, ma a parte i professionisti (Genetisti e Paleontologi soprattutto), alcuni naturalisti e appassionati, ho l'impressione che il resto, anche quelle che "credono" (mi si passi il termine che contraddirò tra poco) nell'Evoluzione, non abbia idee molto chiare . Eppure capirne di più farebbe bene. Non sto certo a fare una lezione sulla concezione moderna dell'Evoluzione, nè su come funziona. Le risorse per approfondire non mancano e non è questo il luogo. E' solo una riflessione mia su perchè si dovrebbe sapere qualcosa sull'evoluzione. Sapere ad esempio che l'Evoluzione non è più una "Teoria". E' una Legge. Che differenza c'è in scienza tra Teoria e Legge? La Legge, come quella di Gravità, enuncia un fatto, su cui si possono fare esperimenti per verificarla. Oggi è possibile fare esperimenti evoluzionistici, lo fanno in Genetica. Il legame Mutazione-Selezione-Evoluzione è assodato. Quindi non c'è più bisogno di "credere" nell'Evoluzione di quanto ce ne sia per la legge di gravità. La "teoria" cerca di spiegare come funziona l'evoluzione, non se esista o meno. Sapere dell''Evoluzione rende umili. La sintesi moderna del meccanismo evoultivo ci fa capire che i "grandi" passi dell'evoluzione sono innescati da fenomeni climatici e geologici, più che a competizione, che gioca su scala molto più piccola. Fenomeni sui quali non mi risulta si abbia ancora controllo. Almeno finchè non si riesce a fermare il movimento delle placche terrestri o i movimenti del Nucleo Terrestre. Abbiamo un certo potere sulla superficie della crosta terrestre e sui viventi, senza dubbio (e lo usiamo male), ma i grandi fenomeni sono ancora più forti di noi. Cranio di Tigre dai Denti a Sciabola. Questi magnifici predatori si sono estinti circa 12.000 anni fa insieme a tanti altri animali, in quella che viene chiamata la Scomparsa della Megafauna, un fenomeno che ha interessato quasi tutto il mondo. Modello in resina ad alta fedeltà, di (c) Bone Clones Inc. . Sapere dell' Evoluzione rende uguali. Siamo tutti legati da un'origine comune, più o meno vicina, ma non c'è nessuna "creatura a parte", sottostiamo alle stesse leggi , non ci sono superiorità assolute, solo contingenti e sempre transitorie. Tra noi e il nostro cugino più prossimo, Lo Scimpanzè, c'è solo una manciata di mutazioni. Abbiamo fatto sesso con l'uomo (e le donne) di Neandertal, soprattutto noi Euroasiatici, e ce ne portiamo dentro dei pezzettini di DNA. Un Uomo di Neandertal osserva la sua selce appena scheggiata, modello fotografato al Museo di Storia Naturale di Vienna, sfondo eliminato in postproduzione. Sapere dell'Evoluzione rende saggi. Sapere che la storia dei viventi è una storia di relazioni reciproche, instabili, in evoluzione appunto, ci fa capire che siamo una parte di una comunità vivente che ha avuto un'origine e può avere una fine, e che è la salute della comunità intera che garantisce la salute nostra. Lucy (o sua sorella) e suo "marito" camminano sulla sabbia vulcanica ardente di Laetoli in Tanzania, lasciano quelle impronte che milioni di anni dopo dimostreranno che questi nostri antichissimi antenati avevano una postura eretta come la nostra. Modelli fotografati al Museo di Storia Naturale di Vienna, l'ambientazione è veramente la piana di Laetoli, aggiunta in postproduzione. Sapere dell' Evoluzione ci rende responsabili. Nell'Ottocento si pensava che l'evoluzione fosse solo o soprattutto una lotta per la supremazia di una specie sul'altra e tanti economisti e politici se ne sono innamorati. Oggi sappiamo che non è così. La selezione opera in un modo un po' diverso: la sopravvivenza su larga scala non sta nella competizione sempre più spinta, ma nel mantenere l'equilibrio fra le parti che coevolvono. Siccome siamo diventati una specie intelligente e "progredita", possiamo interferire un po' di più su questi equilibri rispetto ad altre specie, ma un maggiore potere, come per l'Uomo Ragno, comporta maggiori responsabilità. Sapere come lavora l'Evoluzione su larga scala, ci fa capire che pasticciare a caso con il benessere della biosfera anche se può sembrare utile, redditizio, e magari lo è, a breve termine, alla lunga potrebbe diventare assai poco divertente. Sapere dell'Evoluzione ci conferma se mai servisse che non ci sono vincitori e vinti assoluti, ma solo relativi. In natura non ci sono intenzioni, promesse, premi o punizioni, presenti o futuri, ma solo fenomeni, azioni e le loro conseguenze, a cui occorre fare attenzione, qui ed ora, e su cui agire consapevolmente, qui ed ora. Se si vuole eh, se no va bene lo stesso, basta saperlo. Tanto prima o poi verosimilmente ci si estinguerà, come l'Austrovenator qui sopra, ma almeno lui non ne ebbe colpa. Fotografato alla mostra dei Dinosauri Argentini, sfondo oscurato in postproduzione. E allora: Viva la Evoluciòn!
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  2. Ormai vi posto una foto anche dell'altro Nibbio presente per la nidificazione (ma anche con qualche svernante in Italia).... Aspettando il terzo Nibbio europeo, il Nibbio bianco presente in altre nazioni e da qualche anno presente con pochissimi (si contano sulle dita di una Mano) anche in Italia durante i passi o d'Inverno. Foto di qualche anno fa. D300S VR 500mm f4G 1/1600 f5,6 Auto-Iso 800, un deciso ritaglio, era lontano.... Critiche Consigli e Pareri Necessari.... P.S. Aperta è sicuramente più Vivace non so perché...
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  3. Io vorrei che fosse una Z8 da non più di 30 megapixel e non una Z9 da 999milioni di pizze. E che fosse una fotocamera Nikon legittimamente professionale. Il resto lo lascio a loro.
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  4. Mi aspetto sui comandi del ponte sx (impugnando) anche qualche innovazione: Al posto del tasto di bracketing, penso il più inutilizzato dalla sua presentazione del 1988 su F801 (e sul ponte comandi, dalla D1 del 1999), potrebbe apparire ISO auto, conclamandolo come sistema di ripresa più attuale e fattivo del bkt. Anche la rotella delle impostazioni scatto dell'otturatore riformerei. Le opzioni sono invisibili al buio. Andrebbero retroilluminate
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  5. Premesso che io domani manderò a stampare ad un service online le foto del mio Blakey che sto selezionando e che se non me le fanno bene ... me le rifanno, e che la foto stampata da Pedrito mi piace di più di quella visualizzata a monitor ... .... avrei determinato la causa del problema in un flusso ridotto di ciano causa cartuccia inutilizzata, anzichè tutti i ragionamenti che si leggono su queste pagine. Sarò un facilone, in questo come in tutto quello che faccio, ma per il periodo in cui ho avuto la Epson 3800 in casa ed ho stampato da me, senza alcuna calibrazione al di fuori del monitor, ho sempre ottenuto stampe del tutto simili a quelle che vedevo a monitor. E molte sono appese per casa. Finchè cartucce, tubi etc. si sono intasate per scarso utilizzo, ho venduto come ferrovecchio la stampante ed ho rinunciato per sempre al Satana della stampa fai da te.
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  6. Per tagliare la testa al toro, poi: sono decenni che mi chiedo cosa porti lle persone dense di contenuti (fotografici) a discutere di standard e "flussi di lavoro" (definizione che mi fa pensare da sempre all'idraulica fisiologica) Invece che delle proprie fotografie, frutto di immaginazione e pensiero, realizzate tra mille difficoltà di adattamento, proprio a quelle pastoie cui il mezzo (in ogni periodo) ha costretto il fotografo. Non solo l'inglese come barriera linguistica (o il russo, ovviamente) ma il più delle volte discussioni all'arma bianca su dettagli infinitesimi che poi alla resa dei conti restano appannaggio di poche fasi e certamente molto meno importanti , rispetto quella creativa e realizzativa. Perchè una fotografia, per essere efficace, non ha bisogno dello spazio colore più adatto, come vi state affannando a definire per la miliardesima volta (non solo voi, ovviamente) ma dello spazio mentale più ampio possibile, al momento della sua ideazione/realizzazione. Pazienza se il blu della confezione di pasta non sia stato stampato come avremmo voluto, dal laboratorio che asininamente rappresenta lui il collo dell'imbuto finale. Ciò che importa è che il senso della luce e del colore siano stati trasmessi a chi debba acquistare il prodotto. O il messaggio...
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  7. Al di là di quanto costano Sony a9 II e Canon EOS R5 che ai fini del Nikonista potrebbero anche arrivare in omaggio se compri due set di Mocio Viledatm, io penso che macchine mirrorless della fascia di prezzo di D6 o di Canon EOS 1DX-III al momento non abbiamo più mercato di queste due reflex (che non mi risulta stiano creando una fila in piazza per averne una). Ecco perché auspicherei - per il bene del conto economico di Nikon - che continuassero con l'attuale politica di fare il passo con la propria gamba, senza stare a vedere gli altri. Su 100-400 e 200-600 non ho dubbi che saranno nel primo batch ad uscire nel 2021. Ma se anche tardassero qualche mese, entro il 2021 ci saranno. Il 400/2.8 costerà come una Peugeot 208 ben accessoriata. Ma io ad automobili sono già ben servito per i chilometri che faccio in questo periodo
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  8. Cantava Lucio Battisti... Certe volte è così. Si sta fotografando qualcosa, come ad esempio un Gheppio posato su un vecchio edificio Foto magari anche carine, ma nella norma, poi all'improvviso "la" foto: Queste sorprese, imprevedibili anche se, paradossalmente, cercate e desiderate, sono le soddisfazioni che mi da' la fotografia di natura. Può non essere perfetta, ma non importa poi molto, coglie una testimonianza di vita, racconta, spiega e ferma un momento che mi ha regalato un'emozione. Non è certo il Giaguaro che sbuca dalla giungla del nel Pantanal, lo so bene , ma poco importa. La sensazione l'ha descritta molto meglio "il Valerio" nei suoi racconti sulle Lame del Sesia, ma sono sicuro che qualsiasi fotografo naturalista sappia di cosa sto parlando. E spero anche tutti gli altri.
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