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Mostra il contenuto con la massima reputazione di 10/11/2020 in tutte le aree

  1. Prime brevi uscite dopo il lockdown forzato. Poche ore evitando di affaticarmi troppo. Approfitto delle temperature ancora elevate (intorno ai 20 gradi) e anche del fatto che per ora da queste parti non si parla di segregazione covid . Due brevi passeggiate e giusto un paio di scatti decenti (credo) Meraviglie del 10-20 3,5 Sigma che carica i colori in modo pazzesco, le prime due su D7100, l'ultima su D500. E io respiro ancora
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  2. a seguito di un invito rimproverante (o forse da un rimprovero invitante) di M&M, pubblico due altre foto di uccelli, che non hanno nulla in comune se non la loro abilità di confondersi con l'ambiente dove vivono, due campioni di mimetismo. la prima è una Otarda di Kori, in Namibia, abbastanza comune ma difficile a vedersi in mezzo ai cespugli secchi del bush la seconda un Tarabuso, ripreso nella bassa padana, abilissimo nel nascondersi, immobile e ritto tra le canne
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  3. In realtà ieri avevo in mente di scattare nel Boscone della Mesola, ma chiude ad Ottobre e nelle Valli di Comacchio, ma una volta arrivato mi sono reso conto di non avere bisogno del Foveon ma di un sensore a raggi infrarossi. Una nebbia non la trovavo da tempo...tranne che a Rovigo. Ho ripiegato così per una località del ravennate, un'oasi palustre che mi ha dato qualche soddisfazione tanti anni fa, quando ho iniziato col grande formato a colori. Il biotopo di Punte Alberete è una zona paludosa di acqua dolce del fiume Lamone. Un tempo privo di sbocco al mare, iniziato a bonificare nel 1839. Oggi è una foresta parzialmente inondata, ricca di flora, apprezzabile in primavera e di fauna: moretta tabaccata, airone rosso, ibis mignattaio, sgarza ciuffetto, nitticora, tarabusi e tarabusini (lo scrivo per i Nikonlander amanti del genere). Il sentiero è ben tenuto e di facile percorrenza. L'oasi di Punte Alberete si colloca a nord di Ravenna, circa al km 8 della Strada Statale Romea 309 che da Ravenna porta a Venezia.
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  4. Il 500 Nikon è la mia lente preferita, il nostro sodalizio iniziò nel 2008 quando - finalmente - riuscii a mettere le mani sul AF-S 500/4 VR. Era il primo 500 stabilizzato Nikon, era rarissimo, e, prima che fosse finalmente prodotto, grandemente invidiato a chi usava Canon. Io lo aspettai quasi un anno! E da allora sono convinto che il 500mm sia la miglior focale per chi voglia fare fotografia di natura. Non troppo pesante, non troppo lungo, non troppo corto.... insomma l'ideale compromesso tra tutti i supertele, dotato di una qualità di immagine veramente straordinaria. Dopo 10 anni, nel 2018, l'ho permutato con il 500/4E FL: una serie di piccoli affinamenti - miglior stabilizzatore, minor peso, AF un filo più veloce - ma sostanzialmente la stessa cosa. Insomma, più la soddisfazione di una voglia che di un reale bisogno, anche per me che amo fotografare in luoghi lontani, raggiunti in viaggio o a piedi con lunghi dislivelli, perché la differenza di peso è inferiore al kg. Nello stesso anno, Nikon portò la tecnologia del 300/4 PF - la lente di Fresnel - ai 500mm. Fu una svolta epocale ma io, nonostante avessi provato quello di Mauro e vedessi la soddisfazione di un compagno di sgambate - Marco, che se ne dotò subito - lo ritenni inadeguato. Chissà perché, a volte, si prendono decisioni drastiche senza un vero razionale. Ma quest'estate, programmando un anno di fotografia in montagna per via del Covid e dell'impossibilità di viaggiare, decisi finalmente di comprarlo. Da qui questa tardiva prova. Parliamo di questo oggetto: Ma per capire il senso di questa tecnologia occorre contestualizzare. Qui lo vedete al centro, tra il 70-200/2.8FL E a sinistra ed il 500/4FL E a destra. Insomma, è un 500.... ma è grande come un 70-200, e pesa tanto uguale!!!! Beh, il 500/4 non se ne cura.... indossa la sua uniforme da lavoro e sorride sornione: abbiamo passato insieme giornate memorabili e poi.... ha la forza di Golia! Ma seguendo la metafora, il 500PF è Davide. E sappiamo com'è andata a finire tra i due. Lo dico subito: qui non andrà nello stesso modo. Ma di poco! Per contestualizzare meglio, qui le lenti frontali dei 3: Ma, come si dice, le dimensioni non sono tutto ed è il momento di far parlare qualche foto. Val di Rhemes, giugno 2020. Z6 su 500/5.6PF 1/500 f5.6 ISO 320 - A mano libera. Val di Rhemes, giugno 2020. Z6 su 500/5.6PF 1/200 f8 ISO 280 - A mano libera. E' il primo contatto, in montagna, come previsto. Un'ottima giornata, fu il debutto anche del 20/f1.8S, altra lente meravigliosa. Capii subito che la mia iniziale posizione negativa era un pregiudizio irrazionale ed ingiustificato. La lente è nitidissima ed usarla a mano libera una gioia. Di fatto il mio 500PF non l'ho mai usato sul campo da treppiede, gli unici scatti fatti in quel modo sono le comparative che vedrete tra poco. Ma non solo, in condizioni fotografiche normali anche il suo punto debole - la qualità dello sfocato - non è così male! Ma ci sono altre caratteristiche interessanti. Ad esempio, mette a fuoco da molto vicino! 3mt secondo le specifiche, con un rapporto di riproduzione 0.18x. Cioè in pratica una cosa così. Parco del Ticino, luglio 2020 - Z6 su 500/5.6PF 1/500 f8 ISO 560 - A mano libera. Ma io l'ho comprato per fare altro.... Gran Paradiso, settembre 2020 - Z6 su 500/5.6PF 1/400 f5.6 ISO 100 - A mano libera. Lo sfocato è effettivamente un po' duretto. Ma l'impatto sulla qualità della fotografia dipende molto dal contesto. Gran Paradiso, settembre 2020 - Z6 su 500/5.6PF 1/500 f5.6 ISO 100 - A mano libera. Gran Paradiso, settembre 2020 - Z6 su 500/5.6PF 1/500 f5.6 ISO 400 - A mano libera. Quel che è certo è che andando in montagna con la Z6, il 24-70S, il 70-300/f4-56 AF-P e questo 500/f5.6PF hai coperte focali da 24 a 500 con una qualità d'immagine stratosferica ed un peso complessivo ben inferiore ai 4KG. Una cosa veramente incredibile! Ma la sua versatilità è importante, ed anche nei boschi del Parco del Ticino sa dire la sua. Parco del Ticino, ottobre 2020 - Z6 su 500/5.6PF 1/30 f5.6 ISO 5600 - A mano libera. Già, non è un errore: 1/30 a 500mm a mano libera. Ma poiché è così nitido, lavora bene anche a ISO altissimi - anche in mezzo alla nebbia. Parco del Ticino, ottobre 2020 - Z6 su 500/5.6PF 1/200 f5.6 ISO 12800 - A mano libera. E chi è abituato a vedere e fotografare i selvatici avrà già capito... Parco del Ticino, ottobre 2020 - Z6 su 500/5.6PF 1/250 f5.6 ISO 2800 - A mano libera. .... se sei ben mimetizzato, una lente frontale piccola, unita allo scatto silenzioso della Z6 ed al vento nella direzione giusta consente di fotografare animali timidissimi senza che ti percepiscano minimamente. E da "vicinanze" incredibili! Beh, per diventare così "ninja" ho impiegato un po'.... e quel che serve non è nella scatola giallo oro dei nikkor. Ma questo è un altro racconto! Parco del Ticino, ottobre 2020 - iPhone X. Quella traccia è il risultato del frequente passaggio degli ungulati.... è il primo passo, poi occorre capire dalle impronte di che ungulato si tratti, stare fermi e mimetizzati.... ed avere molta pazienza ed un pizzico di fortuna per "esserci" al momento giusto. Ma torniamo a questo bellissimo 500mm. Che è incredibilmente piccolo e leggero l'ho detto. E' anche molto nitido, ha pochissima vignettatura ed uno stabilizzatore molto efficace. L'AF è veloce. Ma rispetto al 500/4FL E? beh, è ovvio. I miracoli non esistono, ed anche se esistessero farli non è nelle prerogative degli ingegneri Nikon. E ci dobbiamo ricordare che il 500/5.6PF costa un terzo del 500/4FL E. Iniziamo dalla nitidezza. Corbetta, novembre 2020 - Z6 su 500/5.6PF 1/400 f5.6 ISO 800 - da treppiede E qui un crop a pixel reali di tre scatti. Da sx a dx: 500/4FL E a f4, 500/4FL E a f5.6, 500/5.6PF a f5.6. Il 500/4 FL E è più nitido, di poco a tutta apertura e di più a f5.6. Ma è lui che è stellare non il PF che demerita. Perché vi posso assicurare che, senza un confronto all'americana come questo, tutta questa differenza non si vede. E lo sfocato? Beh, anticipo che, senza leggere i dati, ho sempre riconosciuto la lente semplicemente guardando l'immagine, ma ecco qui: Corbetta, novembre 2020 - Z6 su 500/5.6PF 1/400 f5.6 ISO 800 - da treppiede Corbetta, novembre 2020 - Z6 su 500/4FL E 1/400 f5.6 ISO 800 - da treppiede Corbetta, novembre 2020 - Z6 su 500/4FL E 1/800 f4 ISO 800 - da treppiede Corbetta, novembre 2020 - Z6 su 500/5.6PF 1/400 f5.6 ISO 400 - da treppiede Corbetta, novembre 2020 - Z6 su 500/4FL E 1/400 f5.6 ISO 400 - da treppiede Corbetta, novembre 2020 - Z6 su 500/4FL E 1/400 f4 ISO 400 - da treppiede Ma queste sono immagini scattate per mettere in luce il problema, a voi valutare quanto impatti la pratica fotografica. Gran Paradiso, ottobre 2020 - Z6 su 500/5.6PF 1/2500 f5.6 ISO 400 - a mano libera Gran Paradiso, ottobre 2020 - Z6 su 500/5.6PF 1/320 f5.6 ISO 100 - a mano libera Gran Paradiso, ottobre 2020 - Z6 su 500/5.6PF 1/1000 f5.6 ISO 200 - a mano libera Gran Paradiso, ottobre 2020 - Z6 su 500/5.6PF 1/1000 f5.6 ISO 400 - a mano libera Parco del Ticino, ottobre 2020 - Z6 su 500/5.6PF 1/60 f5.6 ISO 12.800 - a mano libera In sintesi, le mie conclusioni: Pro: - Leggerissimo e dall'ingombro estremamente limitato, ma con ottima qualità costruttiva - Stabilizzatore efficacissimo, è nato per essere usato a mano libera. Anche ai confini del giorno, dove però l'apertura limitata finisce per penalizzare l'autofocus - Autofocus veloce, anche se meno di quello del 500/4FL E - Vignettatura quasi assente, molto meglio di quella del 500/4FL E - Nitidezza eccellente, anche se su livelli visibilmente inferiori a quelli - stellari - del 500/4FL E - e comunque drasticamente superiore ai vari superzoom che raggiungono queste focali - Prezzo conveniente - 1/3 di quello del 500/4FL E! - anche se non propriamente economico Contro: - Sfocato più nervoso del fratello maggiore, ma il "difetto" è limitato e non sempre evidente nelle immagini "reali" Quindi, un'ottica straordinaria ed un'esclusiva di Nikon nel panorama fotografico mondiale. Da sola, per un fotografo naturalista, può essere il motivo per usare Nikon! Certo non mi farà vendere il 500/4FL E, che resta per me il meglio del meglio, ma lo consiglio senza riserve a tutti i fotografi amanti dell'avventura, dei viaggi e della montagna - terreno sul quale, accoppiato al 70-300/f4-5.6, forma una combinazione straordinariamente efficace e dove assolutamente primeggia. E anche di più a chi, desideroso di fare il salto verso il primo "super tele", non possa o non voglia impegnare il capitale necessario all'acquisto del fratello maggiore. Sono sicuro che non si pentirà dell'acquisto e che potrà per molti anni trarre grandissime soddisfazioni dal suo utilizzo. Massimo Vignoli per Nikonland (c) 6/11/2020
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  5. Nel senso che si tratta sempre di riduzioni in scala. Esistono, è vero, anche modelli di dimensioni reali che generalmente vengono definiti "mockup" in quanto confrontabili con la cosa vera ma in generale i modelli sono una riduzione scalata dell'originale. Esistono molti formati "standard" di scale, più che altro per tradizione anglosassone. Le più comuni sono la 1/76 e la 1/32. Poi c'è la 1/87 per il fermodellismo, la 1/35 per i veicoli militari. Quelle per le automobili : 1/43, 1/24, 1/18 Ma anche meno comuni come 1/160, 1/144, 1/100. E per le navi : 1/700, 1/350, 1/1200 Per i figurini militari (i "soldatini") : 54mm, 90mm, 120mm, 1/6, 1/16, 1/32 E via spropositando. Ogni scala ha il suo perchè e rappresenta un compromesso tra dimensioni del modello finito e dettaglio dello stesso. Più la scala è ridotta (ovvero, più è grande il rapporto : 1/1200 sarà una riduzione più forzata di 1/6, con la prima dedicata alle navi più grandi, la seconda ai figurini in grande scala, tipo i personaggi dei fumetti Marvel alti 30cm). Più la scala è generosa, maggiore sarà il dettaglio del modello. Rapporti tra automobili : e dimensioni approssimative. Nelle automobili la mia scala preferita per quelle già fatte è la 1:18. Per quelle da fare, la 1:24. un vecchio poster di confronto della vecchia Monogram Ma con le automobili - o i figurini - è ragionevolmente semplice valutare una scala. Le auto sono lunghe tra i 3 e i 5 metri, non troppo di più o di meno. Gli uomini li possiamo anche immaginare tutti alti 6 piedi (180cm), con le donne giusto un qualche pollice in meno se statuarie come piace a me. Ma gli aerei, i carri, le navi, no, è tutto un paio di maniche. E non parliamo di raffronti di scale tra oggetti diversi. Se un carro armati in scala 1/72 è ragionevolmente piccolo (al più 10-12 cm di lunghezza), la portaerei Enterprise in scala 1/72 sarà lunga qualche cosa come 5 metri. Però sopra potrà portare aerei perfettamente dettagliati. Mentre una piccola Enterprise in scala 1/1200, sarà lunga solo 30 cm. Ma i suoi aerei saranno lunghi solo 1 cm ... Restando alle cose che interessano me, ecco un paio di scatti di modelli reali, fatti in focus stacking (Nikon Z7 con Nikkor 24-70/2.8 S, f/8, 20 scatti via Helicon). in primo piano il piccolo Henschel HS 123, in scala 1/72. In secondo piano il grosso Phantom II in scala 1/48 e al suo fianco l'altrettanto ma non così tanto, abbondante Hawker Typhoon. Sempre in scala 1/48. Ho in scatola un Phantom II in scala 1/32 ancora da aprire, che finito supera i 53 cm di lunghezza. Quindi quanto questi tre modelli messi insieme. Per i carri le cose sono più semplici. davanti un Panzerhaubitze 2000 in corso di montaggio, in scala 1/72. Al vero è più grande del pur non piccolissimo T-72 in secondo piano, che invece è in scala 1/35. Ma la differenza di dettaglio è spaziale. Personalmente detesto la scala 1/72, va bene per i cesellatori e per chi si vuole spicciare alla buona. Fare le cose veramente bene richiede un manico che io non ho. E c'è poca soddisfazione a fare cose così piccole quando parliamo di carri. Per gli aerei, dipende. Un conto è un B52 o un SR-71, un altro è un triplano Fokker del barone rosso. Per i carri la mia scala è 1:35. Ma ho in mente di fare anche degli 1:25 e degli 1/16. Per gli aerei il giusto compromesso credo sia 1/48, perchè per molti aerei 1/32 é troppo, non parliamo di 1/24. Ma certi aerei piccoli sono meglio in 1/24. Certi aerei molto grandi, come dicevo, meglio in 1/72 altrimenti non vi entrano in casa ... Più la scala è dettagliata più dovete essere bravi. Non è una questione di soldi. Certo un modello in scala grande costa molto di più. Ma ci vuole molto più tempo a farlo e quindi il conto è uguale. No, è che bisogna essere maledettamente più in gamba per farlo !
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  6. La mia Z6 II nasconde qualcosa... ...La scatola di un telezoom..? Forse il 100-400Z è arrivato alla chetichella, smarcando ogni rumor? Ma no...!!! E' il superwideZoom 14-24/2,8 S, promesso, annunciato, anelato... ed infine, arrivato a Palermo, a casa mia. Ma perchè questa scatola gigantesca? Non avevamo saputo che una delle principali feature fossero appunto la compattezza e leggerezza? Una scatola identica per altezza a quella del mio ultimo acquiZto... Orsù...tagliamo i sigilli... e forziamo la linguetta, murata dalla garanzia tiriamo fuori i leaflet in tutte le lingue del mondo (anche la nostra) la ...improbabile custodia in microfibra, che resterà piegata e nuova dentro lo scatolo dello zoom, come tutte le altre, della mia ormai consistente batteria di ottiche Z Ah...ecco lo scatolo del...paraluce...? del...dei... ma quanti diamine sono...? Ecco il motivo dell'abnorme altezza della scatola... tiro fuori un gigantesco tappo e ben DUE paraluce: rispettivamente: HB-96, HB-97 ed il tappone LC-K104 da 125mm, funzionale all' HB-97 che è il paraluce sul quale poter montare filtri a vite da 112mm di diametro ! Ma ecco apparire il 14-24... levati i due blocchi di polistirolo di protezione, il sacchetto di cartene, protetto dal tappo LC-Z1424, associato al paraluce base ma anche questo accessorio è del tutto particolare e assolutamente dedicato (come recita la sigla) a questo zoom: meglio fare attenzione alle distrazioni e non tentare di montarlo su altri lenti Z ! Vediamo subito perchè: il 14-24 Z è dotato di un primo paraluce a petalo, incorporato, quadrilobato, che realizza degli incavi, sui quali devono coincidere gli "spikes" del tappo Attenti a non tentare di montarlo inavvertitamente su di un 20/1,8 o sul 70-200/2,8 che entrambi hanno tappi da 77mm, simili per diametro a questo tappo esclusivo ! Entrambi i paraluce sono dotati di tasto di sblocco dalla baionetta di fissaggio, per evitare shift inappropriati... Beh... ecco il tutto out of the box ! A prima vista l'impressione è subito di bellezza costruttiva sia per materiali, sia per design. Il display digitale ci riporta a poter leggere anche la scala della pdc, da anni ingiustamente dimenticata nei wide. Ecco a voi il Mago dei Filtri, questo 14-24 Z consente anche la possibilità di montare a baionetta posteriore filtri in ritagli di lastra, per esempio filtri correttori o compensatori nel BW Certo l'ebbrezza di provarci su un filtro a vite di vetro da 122mm... Io non ce l'ho di quel diametro...ma ...ma il mio MTO 1000/10 russo, forse si.... no ...mannaggia... sono da 116mm !!! Peccato !!! Made in Thailand... Pesa un nulla, meno di 650 grammi, senza tappi e paraluce... decisamente poco, se lo confrontiamo alle simili realizzazioni reflex e mirrorless, in casa e fuori. Chiama le foto. Domani vedremo !!! Max Aquila photo (C) per Nikonland, Annus Horribilis 2020
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  7. Un effetto collaterale del secondo lock down è che ogni speranza di didattica in presenza per il semestre è svanita. Questo ha come conseguenza mia personale che per tre corsi mi sono trovato a dover recuperare modi diversi per riempire decine di ore che dedicavo a visite a musei o a osservazione diretta "hands on" di materiale. Questo spiega anche perchè la mia presenza qui si è rarefatta un po', così come l'attività fotografica: non solo perchè devo stare in casa ma perchè il mio tempo, weekend compresi, lo sto impiegando tutto per riorganizzare i due corsi che tengo in contemporanea adesso e perparareuna strategia per il terzo che terrò nel prossimo semestre visto che del doman non c'è certezza. Ma il motivo del post non è quello, vengo al dunque. Per vivacizzare le lezioni a distanza si integrano le presentazioni power point in modi diversi fra cui dei video di contenuto ovviamente di adeguato livello. Ho pescato un video originale dello studioso americano che ha proposto una teoria sull'origine del volo nel passaggio dinosauri uccelli, dove si vede come ha fatto a filmare gli uccelli per i suoi studi. Mi ha colpito l'attrezzatura ho congelato un paio di fotogrammi: L'obiettivo è un vecchio nikon Ai (il 55mm?) ma su cosa sarà montato (gli studi sono stati pubblicati nel 2003, quindi presumo che il video risalga approssimativamente al 2000)?
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  8. Per il momento Helicon &C sono un miraggio. So che esiste e cosa fa in linea di massima, ma se voglio mantenere saldo il matrimonio qualche limite me lo debbo porre (ribadisco, non sono un pro). Debbo però dire che sarei stato in difficoltà ad usarlo nella configurazione che ha descritto M&M questa domenica per una foto che ho fatto ad un mazzo di ciclamini spontanei in mezzo a degli arbusti di un umidissimo sottobosco (foto non riuscita tanto bene perchè ho "cannato" qualche parametro). Max, quella che hai proposto al Product Manager Nital mi pare la "soluzione ottima", e fa piacere sapere che almeno ne parlino. E' quello che intendevo dire quando accennavo a certe abilità nel gestire i feedback del mercato insite nel DNA di molte grosse aziende Giapponesi. Speriamo solo che sia fattibile perché probabilmente richiede una elaborazione complessa, ma se consideriamo quante elaborazioni fa al volo la CPU prima, durante e dopo uno scatto, ed in quanto breve tempo, sono fiducioso. Magari aggiungerei di prevedere di lasciare al fotografo anche l'opzione di decidere una percentuale di overlap di messa a fuoco tra uno scatto e l'altro per lasciare al successivo software di post produzione un maggiore margine di scelta sulle parti più nitide in fase di assembleaggio. Poichè esistono anche gli applausi di incoraggiamento, e questi si fanno "prima dello spettacolo", da parte mia rivolgo alla struttura un ... .
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  9. Il file che devi aprire nel box G1, premendo il pulsante select file è quello che ti ho lasciato, ossia V860IIN_V1.9.fri che attualmente nel tuo pc si trova nella cartella: > Questo PC>Download>Godox_V860IIN_V1.9_3 Ovviamente il flash deve essere collegato via USB al PC e spento (non levare la batteria) Quindi la sequenza è: collegare il flash spento via USB al PC (cura che il cavetto USB sia buono, ossia ad alto contenuto di rame, per poter scaricare dati) aprire il programma G1 dal PC premere select file ed individuare nella cartella di cui sopra il file di aggiornamento .fri premere connect : che permetterà di individuare il flash individuato il flash connesso, premere upgrade... alla domanda se vuoi cancellare e riscrivere il fw rispondi yes (clicca yes) fatto
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  10. Bentornato, bellissimi i colori e le atmosfere, spesso si tende ad esagerare quando ci si trova davanti questo tipo di ambientazioni, è sempre una questione di interpretazione del fotografo, per me queste sono in perfetto equilibrio.
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  11. bellissime foto, per il paesaggio e per l'ora magica che hai colto. la prima è quella che mi piace di più, anche se i rossi della seconda e dell'ultima hanno uno straordinario impatto emotivo; e fanno sperare tempi migliori, per te e per tutti. ciao
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  12. Se pensi al dji mini 2 (mavic s'è perso) dovrai usare un cellulare, il controller non credo permetta l'uscita video che è prerogativa dei modelli più professionali. Però tanta manna in questo 250ino rispetto al mavic mini che lo ha preceduto. I monitor esterni servono. I cinesi "anonimi" ogni tanto sbottano, godox si è creata un bello spazio nella fotografia professionale, ben venga un prodotto del genere, non so se saranno in grado di controllare anche le Z (colpa di nikon) ma anche solo come monitor è comunque una manna per gli occhi per chi fa riprese video per lunghi periodi..
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  13. Begli scatti e... contento di rivederti qui.
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  14. bentornato e l'ultima foto ha una marcia in più rispetto alle prime tre foto
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  15. La prima è scattata a Fertilia, dopodiché ho detto al mio accompagnatore di andare verso Porto Conte perché ero certo che avremo avuto un tramonto rosso. Così è stato. E c'è passato anche lui quando ormai non c'era più luce ed ero sotto di due diaframmi. Per fortuna che la 7100 li regge... l'ultimo scatto
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  16. Parlo per i miei usi, montato su una micro testa a sfera è un aiuto eccezionale in macro, potendo orientare la fotocamera in ogni direzione e mantenere il monitor nella posizione più comoda per l'inquadratura e maf (oltre ad avere un ingrandimento maggiore). Ho provato ad usare un tablet qualche volta ed ha funzionato benissimo ma troppo ingombrante e non pratico macro così assiduamente da pensare di dotarmi di un monitor esterno, ma è una cosa molto utile.
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  17. Un giro intorno sopra una corrente termica di risalita? E' una sequenza interessante, forse la distanza ha anche aiutato a mantenere il soggetto a fuoco se avevi un diaframma un po' chiuso. La Z6 mi ha piacevolmente sorpreso in quanto a lavorabilità dei file anche ritagliando un po' (senza esagerare naturalmente) e a seconde di quel che se ne deve fare. Senz'altro lavorandoci sopra potresti gestire le zone in ombra e le luci migliorando la resa finale. Non mi è ancora capitata occasione di provare la Z 6 su uccelli in volo, mi fa perciò piacere la tua condivisione. Certo, aironi e rapaci che veleggiano nelle termiche sono più facili di altri uccelli, però è interessante comunque vedere i risultati.
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  18. Io le trovo molto utili. Premetto che ho una Z6, scatto quasi esclusivamente in manuale, con messa a fuoco su punto singolo attivata dal pulsante posteriore AF-on e non sul pulsante di scatto. Insomma ho una mia configurazione standard impostata enlla macchina attorno alla quale faccio poche modifiche. Talvolta però ho necessità di fare foto di ritratti al volo con riconoscimento volto e occhi, messa a fuoco su pulsante scatto, iso automatici con determinati limiti di iso max e velocità minima di otturatore e via dicendo. Per passare dal mio modo standard a questo dovrei smanettare assai tra i menu. Invece, memorizzando queste modalità ad esempio nella U3 ... eccoli li pronti con un solo comando. La configurazione dei pulsanti U non compromente e non "incasina" tutto il resto quindi, Sakurambo, vai tranquillo e provaci. Eventualmente puoi salvare la configurazione della macchina sulla schdeda prima di provare a settare i comandi U così, se poi vuoi annullare tutto, ti basta riesumare la vecchia configurazione (se nel frattempo non l'hai sovrascritta) oppure riportare tutta la configurazione alla configurazione "di fabbrica" mediante apposita funzione. Anch'io sono rimasto spiazzato dal fatto che, dopo aver impostato ad es. U3, se modifico qualcosa mentre scatto e non salvo la nuova configurazione, quando riaccendo la macchina mi ritrovo la U3 precedente. Sul momento mi ha spiazzato ma a ben pensarci non è sbagliato. Se l'avevo salvata così un motivo c'era e se volgio cambiare questa configurazione è bene che lo faccia in modo "consapevole" risalvandola dopo la modifica. Credo che sia stato questo lo spirito dei softwaristi quando hanno concepito questa funzione. Dal punto di vista "informatico" a mi avviso potrebbero fare di meglio se nel menù personalizzato invece che inserire un solo comando alla volta consentissero di riesumare diversi files di configurazione precedentemente salvati sulla scheda di memoria, files salvabili con nomi assegnati dall'utente.
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  19. Questo 14-24 ridefinisce le aspettative per lo zoom grandangolare nel 2020. Dai Max, dacci dentro!
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