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Mostra il contenuto con la massima reputazione di 04/09/2020 in Articoli

  1. Non mi ricordo mai la cifra esatta ma le stime parlano di miliardi di immagini riprese ogni giorno. La gran parte di queste immagini durano il tempo di condividerle. Ma ne restano milioni. Una parte è quella che scattiamo noi con le nostre fotocamere. Tante, tantissime immagini, spesso bellissime. Che sempre più spesso rischiano di restare al chiuso di un hard-disk. Magari dimenticate per anni. E' vero possiamo sempre guardarle a monitor. Il monitor da una visione immediata e semplice. Una volta finito si chiude e amen. Oppure anche sul televisore, anche qui è facile ed immediato. Ma nulla può sostituire lo stupore di una stampa, di qualunque formato sia. Ma soprattutto quando la stampa è di grande formato ed è fatta a regola d'arte. La carta non emette luce, e se è opaca non riflette nemmeno. E porta un dettaglio che difficilmente il miglior monitor è in grado di mostrarci, anche o soprattutto perchè non emette luce ma la assorbe. Una stampa ci parla. Ci ricorda sensazioni che nel mazzo di centinaia o di migliaia di scatti in una directory si stemperano. La carta ha una consistenza tattile reale che ci riavvicina al soggetto quanto un monitor, anche il più spettacolare, difficilmente potrà fare. Esistono tante carte, ognuna con un effetto differente. Gli artisti per secoli hanno scelto la carta più adatta al lavoro che avevano in mente. Oggi possiamo fare esattamente la stessa cosa anche noi. Una fotografia o una serie di fotografie stampate, saranno sempre a vista se valorizzate ed appese in casa. Nella mia stanza e nel mio studio ci sono decine di ritratti appesi. Paia di occhi che mi invitano a fare di meglio la prossima volta. Quindi stampiamole, le nostre foto. Almeno quelle che amiamo di più. Valorizziamole in questo modo. Sarà il miglior tributo che potremo dare alle spese fatte per farle (sia per l'attrezzatura che per scattarle). Stampiamole belle grandi. Stampiamole bene. Non lesiniamo quattro euro per avere fotografie stampate in modo mediocre. un 2:1 gigantesco appena intelaiato in uno studio professionale. Con lo stampatore orgoglioso del suo lavoro stampe più piccole, spedite per regalo alla persona ritratta : qui all'ispezione generale prima della spedizione. Si ma come stamparle ? In casa o fuori ? Questione di indole, di tiratura, di capacità e anche di interesse. Stampare in casa non è una cosa banale - sia in termini di costi che di impegno - e non è alla portata proprio di tutti ottenere risultati di grande qualità. Se si stampa in formati interessanti, fino al formato A2, bisognerà impegnare un migliaio di euro per la stampante. Ma i dolori verranno ad ogni cambio di cartucce. Le stampanti di oggi producono risultati eccezionali ma al costo di una decina - e più - di cartucce di inchiostri che le case si fanno pagare come champagne del 1936. E non crediate che risparmiare l'inchiostro porti a vantaggi. E' vero il contrario. Solo con tirature medie interessanti si ammortizzano i costi rispetto alla stampa fatta in un service o da uno stampatore. Peggio ancora, l'inutilizzo per un certo tempo della vostra stampante - parlo per esperienza - si traduce in blocchi, usure, danni agli ugelli e alle testine. Con costi di manutenzione e/o di riprestino che spesso rendono diseconomico mantenere in vita la stampante stessa. Ma è certo che poter stampare in casa, quando si vuole, controllando tutto il processo dallo scatto alla stampa passando per uno sviluppo adatto, può essere estremamente soddisfacente per chi ci sa fare. Quindi se magari una volta stampavate in casa le vostre fotografie scattate sulla pellicola o se vi affascina il procedimento di stampa, programmate un investimento importante in una bella stampante della marca che più vi attira e poi dedicate il tempo necessario ad affinare il processo. Se stampate molte decine di foto spesso e volentieri, non ve ne pentirete. la vedete al monitor e la stampante ve la materializza sotto i vostri occhi : è un processo affascinante che può ammaliare e legarvi a vita al rituale di stampa. La testina che avanza ritmica e il tamburo che avanza la carta passo-passo, fino alla fine mentre voi seguite l'azione che porta al risultato finale. Ma se invece non ne capite molto, non vi appassiona fare lo stampatore e volete delegare a chi sa il fatto suo un processo che è un'arte del tutto parallela a quella del fotografo, allora non ci pensate nemmeno, ci sono soluzioni alternative che non richiedono di impegnare capitali, comprare carta e spendere centinaia di euro in cartucce di inchiostro. Considerate che oltre ai costi diretti, la stampa in casa può riservare sorprese spiacevoli, guasti, a volte letali che vi fanno spendere centinaia di euro di riparazione della stampante, una stampantona richiede manutenzione ordinaria e straordinaria (che costa, anche solo in termini di inchiostro sprecato per pulire gli ugelli), per non parlare delle tante stampe che fallirete anche quando sarete molto esperti. Tutte cosette che delegando - a pagamento - la stampa a chi lo fa per mestiere, vi risparmierete guadagnando anche tanta serenità in più. Stampare fuori casa : service oppure stampatori artigianali ? Io ho lavorato per anni con uno stampatore artigianale estremamente competente e meticoloso, capace di valorizzare spesso ben oltre le mie aspettative ogni mia stampa. Se avete la fortuna di trovare una persona così, non cercate oltre. Magari non avrete la flessibilità di una grande società di service ma avrete tiraggi unici ed irripetibili. Ogni stampa che otterrete sarà una piccola opera d'arte, indimenticabile e capace di suscitare emozioni. Ma con costi naturalmente non paragonabili a quelli di un service industriale che stampa con processi automatizzati e stampanti a polvere. Diciamo la verità, sotto i formati minimi, la differenza non sarà eclatante. Si, cambierà la qualità della carta ma su un A4 o anche a volte un A3, sinceramente non vale la pena di scomodare una stampa artigianale. La stampa all'ingrosso può essere sufficiente se non è troppo becera. Mentre sui grandi formati non c'è storia, tutta a vantaggio di chi la stampa la fa a mano, magari con una tiratura molto bassa, come una volta facevano i tipografi con il torchietto a mano. Però ci sono anche le vie di mezzo e diversi service adesso si stanno attrezzando per fare stampe su carte di pregio e processi a getto d'inchiostro. In Italia e all'estero ce ne sono diversi, ognuno con una offerta e una gamma di prezzi per tutte le tasche. Io ho sperimentato a suo tempo Digitalpix che ancora utilizzo per le stampe veloci. Mentre sto testando WhiteWall che è un service che ha vinto svariati premi Eisa come migliore stampatore del mondo per diversi anni consecutivi. Stampe singole o libri fotografici ? Come dicevo, la carta, la stampa accurata, nulla può valorizzare la vostra foto come una bella stampa, magari fine-art con le migliori tecniche disponibili sul mercato. Ma questo ha un costo che può raggiungere livelli elevati se vi piacciono - come a me - le stampe molto grandi - e che richiede uno spazio importante dove appenderle. Perchè, perdonatemi, ma non c'è cosa più triste di conservare centinaia di stampe al chiuso in scatole che poi vi ricorderete di tirare fuori solo per mostrarle agli amici. Una alternativa non così qualitativa ma più economica sul numero e, soprattutto, facile da conservare, è il fotolibro. Oggi ci sono processi di stampa di qualità per libri fotografici fatti on-demand da voi stessi. Veri e propri libri con testo e foto, oppure anche solo album integralmente di immagini. Io ho sperimentato solo Blurb, anche per i passati libri di Nikonland (bei tempi !) che adesso propone anche un nuovo formato completamente piatto che consente una visione delle doppie pagine senza l'antipatica curvatura delle rilegatura che è dove va l'occhio ogni volta che si sfoglia il libro se viene proposta una fotografia a due pagine. Il costo unitario è elevato ma se pensate che dentro ci possono stare anche centinaia di fotografie ben stampate (anche se non al livello massimo possibile, è comunque un processo tipografico, non fine-art) in formato fino al 33x28cm, allora vedete che con un paio di 50x70cm di WhiteWall ci state dentro comodamente. E in più il libro è ristampabile, regalabile, addirittura, se volete, si può mettere in vendita tramite Blurb o anche Amazon se seguite le trafila burocratica di emissione del codice ISBN. la copertina del libro Nikonland 2011, ancora ordinabile per chi lo volesse da Blurb. Insomma, pensateci seriamente ! Se non stampate mai o se avete sempre rimandato, pensateci seriamente. Primo perchè è un'occasione per rivedere tutte le vostre foto, organizzarle, selezionarle, lavorarle al meglio e poi portarle su un supporto concreto che non mancherà di suscitarvi stupore per anni. E poi perchè la stampa vi prenderà la mano e vorrete avere fotografie più belle da poter stampare grandi-grandi. Perchè bisogna veramente amare tanto una fotografia per volerla stampare in grande su carta, tela, supporto rigido o su un libro fotografico per poi mostrarla o appenderla. Non tutte le fotografie se lo meritano ma la nostra fotografia si merita che noi ci impegniamo al meglio per ottenere scatti memorabili che su carta diventino parte del nostro ambiente, della nostra memoria, della nostra quotidinità. Fate come volete, da te o rivolgendovi a chi ci sa fare, ma stampatele, tante, al meglio, belle, belle grandi !
    2 punti
  2. Visto il - tiepido - interesse per i SW di sviluppo e per la fotografia notturna, inizio a pubblicare il primo articolo di una serie - quanto lunga lo decideranno i lettori - sull'uso pratico di Capture One 20 for nikon. Come molti di noi, utilizzo Lightroom dalla prima versione. Ma alcuni mesi fa mi sono stufato delle penose prestazioni e, complice l'uscita delle versione scontata dedicata al mondo Nikon, ho deciso di comprare e provare Capture One 20 for Nikon. Devo dire che l'impatto, nelle prime ore, è stato problematico: tutto era nel posto sbagliato o funzionava in modo diverso. Ma subito dopo ho iniziato a capire, anche grazie alla enorme quantità di informazioni presenti sul sito del produttore, come funziona questo SW ed ora sto... per mollare il mondo Adobe! Sempre come molti di noi, fotografo in RAW. Questo, per beneficiare di tutte le possibilità, presuppone il fatto di fotografare pensando al risultato finale che si basa su un file NEF che catturi tutti i dati. A dire senza clip di informazioni ne' nelle alte luci ne' nelle ombre. Dati che hanno poi evidentemente bisogno di essere regolati con le giuste dosi di luminosità e contrasto. Per questo io in ripresa utilizzo sempre il picture style Neutral, l'unico che rende possibile vedere un istogramma molto vicino a come sono i dati in realtà. Ma veniamo a noi, abbandoniamo la teoria e passiamo alla pratica: per giudicare un sw di sviluppo occorre capire cosa può fare e quanto è semplice farlo. Cioè quanto è semplice passare da questo: a questo: in circa 20' di "lavoro". Qui ho fatto pochi, semplici ed intuitivi passaggi. Usando i livelli, cosi come li vedete nell'apposita sezione del menù. Li riepilogo di seguito: 1) Regolazione complessiva, sul Background. Cioè associare un profilo - qui lo "standard" in modo da non chiudere le ombre, regolare il bilanciamento del bianco e la luminosità (agendo sull'esposizione, che funziona esattamente come quella della macchina fotografica e la luminosità, che agisce sui toni medi, lasciando cioè inalterate ombre ed alte luci). Per il WB mi sono affidato a molti tutorial, ma mi sembra convincente. Nonostante quello che ci spacciano nei film, il cielo di notte non è blu! Il profilo è "Standard" per evitare il troppo contrasto del "Landscape" od il troppo poco del "Neutral". Esposizione e luminosità? ad occhio! Già perché quelle dipendono da come si vuole rendere la scena. Ed intanto vedete una feature di COne: la visione "prima e dopo" della fotografia... E notate come piccole variazioni producano già un apprezzabile risultato. 2) Ma io sono un perfezionista, per cui, con il timbro clone, ho ridotto la luminosità del riflesso sull'acqua del faro della stazione della funivia. E' un dettaglio.... ma mi dava fastidio. Ridotto e non cancellato! 3) Allo stesso modo, ho tolto alcuni puntini rossi nella zona scura a sinistra..... hot pixel? boh, stavano male.... 4) Iniziamo a fare sul serio: regoliamo il contrasto. Il contrasto, per tutte le fotografie, insieme all'esposizione è la regolazione più importante. Nella fotografia notturna è un problema particolare perché il comando "standard", il contrasto appunto, non fa altro che, contemporaneamente, rendere più chiaro ciò che è chiaro e più scuro ciò che è scuro. Qui il risultato sarebbe miserabile: è tutto scuro. E allora? Allora 3 operazioni: - Contrasto sui mezzi toni con una robusta iniezione di clarity, che è appunto, sostanzialmente, contrasto sui mezzi toni; - Piccolo recupero di luce sulle ombre con un giochino sui livelli (3 in input e 5 in output) - Curve!!!!! Nella regolazione mi è scappata la mano ed ho esagerato. Nessuno problema: ho regolato l'opacità al 70%, riducendo l'effetto complessivo (numero a destra nella barra arancione). 5) Ci occupiamo ora di altre tre, minime ma fondamentali, regolazioni locali. La prima è dedicata alle rive del lago. Ripristinare cioè la visione dei massi nell'ombra che i miei occhi mi garantivano quella notte. Come? selezione della zona con il pennello.... .... poi luminosità, clarity, structure e lo stesso giochino sui livelli: 6) Ora, sempre con il pennello, salto la screenshoot perché la tecnica è la stessa, ci prediamo cura del Cervino. Solo un pochino, ma è uno dei protagonisti della serata: tiriamolo fuori dall' ombra! In realtà ho aiutato il pennello con il luma range, sfruttando il fatto che la montagna è molto diversa dal cielo che la circonda. Se interessa, parleremo molto ancora delle capacità di selezione locale di Cone: da sole valgono l'acquisto! anche qui ho un po' ecceduto nei valori e riportato il tutto "in controllo" riducendo l'opacità. 7) E per ultima la protagonista: la via lattea! La selezioniamo con la Gradient Mask radiale e aumentiamo un po' contrasto, saturazione e luminosità. 8) Alcune stelle sono veramente al limite per la stampa (255 su ogni canale), cosa che porterebbe a far trasparire il colore della carta: non buono! Ed allora selezione con le maschere di luminosità delle alte luci e piccola riduzione di esposizione e con i livelli. E quindi.... da qui: a qui: Cioé, da qui: a qui: Pochi minuti di lavoro, la stessa foto... migliore! p.s.: questo vale come informazione per tutti quelli che non sono convinti che la Z6 abbia un sensore straordinario o che il 20mm f1.8S sia il miglior 20mm della storia di Nikon! p.s.2: per economia di tempo e per evitare di far addormentare il lettore occasionale non ho proprio scritto tutto... ma risponderò ad ogni domanda! Massimo Vignoli per Nikonland (c) 31/8/2020
    1 punto
  3. Inauguriamo con questo bel fisheye per Nikon Z la collaborazione che speriamo proficua con il marchio cinese TTArtisan. Casa giovane ma che ha in catalogo splendidi e ben costruiti obiettivi manual focus per macchine a telemetro Leica e per mirrorless. L'oggetto in questione ci è stato spedito insieme ad un 35mm f/1.4 che sembra la replica di un Summilux Leitz, che noi ovviamente proveremo, tramite adattatore TTArtisan LeicaZ, sulle nostre Nikon Z. peso circa 480 grammi prezzo intorno ai 200 euro lunghezza 82mm diametro 62mm angolo di campo 180° diagonale filtro : non installabile paraluce : fisso a petali anello del diaframma manuale senza click diaframma a 7 lamelle distanza minima di messa a fuoco : 17 cm totalmente manuale, nessun contatto elettrico (niente dati Exif, da inserire se volete manualmente quando importate le foto in ambiente di sviluppo) Il test del fisheye sarà fatto da Max nel suo sole di Sicilia e già potete ammirare le sue prime foto in galleria. Ma intanto, l'unboxing ; 1.mp4 E' un obiettivo tutto fatto di solido metallo come potete sentire dal tintinnio del tappo anteriore sul paraluce. E vetro. La lente anteriore è appena bombata ed ha riflessi che vanno dal verde al magenta. Si sposa benissimo con le nostre Z sia per estetica che per fattura. La presa in mano è eccellente. Il controllo delle ghiere deciso, sicuro. Ma tanto un obiettivo del genere non ha molto bisogno di regolazioni, sarà per lo più in iperfocale per avere tutto a fuoco dai vostri piedi all'infinito. la confezione è abbastanza spartana ma ben fatta, i due gusci di polistirolo garantiscono protezione all'obiettivo. Non avendo elettronica è improbabile che ci possano essere malfunzionamenti anche in un futuro fatto di migliaia di scatti. L'impressione e buona ma su questo poi si esprimerà meglio Max che ha già predisposto un album dedicato che vi invito a visitare : guardate questo scatto su Nikon Z7 :
    1 punto
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