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Mostra il contenuto con la massima reputazione di 04/09/2020 in tutte le aree

  1. Io ho attraversato fasi differenti in epoca digitale, dal possesso di una terrificante Epson A3 pagata carissima alla metà dei Novanta, con la quale la difficoltà di allineamento ai file dell'epoca, mi portava a buttare più della metà delle stampe prodotte e con uno spreco di inchiostro per la pulizia degli ugelli davvero micidiale. Poi mi sono affidato ai laboratori. Un calvario nelle prime fasi, scattando in Adobe RGB, per ottenere stampe senza la micidiale compressione in sRGB con cui stampavano il 99,99% dei professionisti scarpari dell'epoca. Su Nikonland abbiamo dopo la prima fase e le prime discussioni al riguardo, dedotto che si dovesse far ricorso ad uno stampatore preparato, mentalmente elastico, disponibile ad impiegare il suo tempo a valutare il file prima di decidere, insieme, come e su che supporto stamparlo : salva la sua autonomia decisionale nella sua operatività. E lo avevamo individuato ed accolto. Per me uno stampatore è un professionista completo tanto quanto un fotografo: nel senso che ad entrambi manca un pezzo...che appartiene all'altro. E forse è meglio che ognuno dei due non sconfini oltre la zona di rispettiva competenza, perché l'impostazione mentale è differente, moltissimo. Spesso in maniera incolmabile. Mi rendo conto che negli ultimi due anni ho rinunciato a stampare, pur avendo fotografato moltissimo. Ho perso quella parte che mi mancava. Ma devo ritrovarla, perché non si può prescindere dalla stampa in fotografia.
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  2. Non mi ricordo mai la cifra esatta ma le stime parlano di miliardi di immagini riprese ogni giorno. La gran parte di queste immagini durano il tempo di condividerle. Ma ne restano milioni. Una parte è quella che scattiamo noi con le nostre fotocamere. Tante, tantissime immagini, spesso bellissime. Che sempre più spesso rischiano di restare al chiuso di un hard-disk. Magari dimenticate per anni. E' vero possiamo sempre guardarle a monitor. Il monitor da una visione immediata e semplice. Una volta finito si chiude e amen. Oppure anche sul televisore, anche qui è facile ed immediato. Ma nulla può sostituire lo stupore di una stampa, di qualunque formato sia. Ma soprattutto quando la stampa è di grande formato ed è fatta a regola d'arte. La carta non emette luce, e se è opaca non riflette nemmeno. E porta un dettaglio che difficilmente il miglior monitor è in grado di mostrarci, anche o soprattutto perchè non emette luce ma la assorbe. Una stampa ci parla. Ci ricorda sensazioni che nel mazzo di centinaia o di migliaia di scatti in una directory si stemperano. La carta ha una consistenza tattile reale che ci riavvicina al soggetto quanto un monitor, anche il più spettacolare, difficilmente potrà fare. Esistono tante carte, ognuna con un effetto differente. Gli artisti per secoli hanno scelto la carta più adatta al lavoro che avevano in mente. Oggi possiamo fare esattamente la stessa cosa anche noi. Una fotografia o una serie di fotografie stampate, saranno sempre a vista se valorizzate ed appese in casa. Nella mia stanza e nel mio studio ci sono decine di ritratti appesi. Paia di occhi che mi invitano a fare di meglio la prossima volta. Quindi stampiamole, le nostre foto. Almeno quelle che amiamo di più. Valorizziamole in questo modo. Sarà il miglior tributo che potremo dare alle spese fatte per farle (sia per l'attrezzatura che per scattarle). Stampiamole belle grandi. Stampiamole bene. Non lesiniamo quattro euro per avere fotografie stampate in modo mediocre. un 2:1 gigantesco appena intelaiato in uno studio professionale. Con lo stampatore orgoglioso del suo lavoro stampe più piccole, spedite per regalo alla persona ritratta : qui all'ispezione generale prima della spedizione. Si ma come stamparle ? In casa o fuori ? Questione di indole, di tiratura, di capacità e anche di interesse. Stampare in casa non è una cosa banale - sia in termini di costi che di impegno - e non è alla portata proprio di tutti ottenere risultati di grande qualità. Se si stampa in formati interessanti, fino al formato A2, bisognerà impegnare un migliaio di euro per la stampante. Ma i dolori verranno ad ogni cambio di cartucce. Le stampanti di oggi producono risultati eccezionali ma al costo di una decina - e più - di cartucce di inchiostri che le case si fanno pagare come champagne del 1936. E non crediate che risparmiare l'inchiostro porti a vantaggi. E' vero il contrario. Solo con tirature medie interessanti si ammortizzano i costi rispetto alla stampa fatta in un service o da uno stampatore. Peggio ancora, l'inutilizzo per un certo tempo della vostra stampante - parlo per esperienza - si traduce in blocchi, usure, danni agli ugelli e alle testine. Con costi di manutenzione e/o di riprestino che spesso rendono diseconomico mantenere in vita la stampante stessa. Ma è certo che poter stampare in casa, quando si vuole, controllando tutto il processo dallo scatto alla stampa passando per uno sviluppo adatto, può essere estremamente soddisfacente per chi ci sa fare. Quindi se magari una volta stampavate in casa le vostre fotografie scattate sulla pellicola o se vi affascina il procedimento di stampa, programmate un investimento importante in una bella stampante della marca che più vi attira e poi dedicate il tempo necessario ad affinare il processo. Se stampate molte decine di foto spesso e volentieri, non ve ne pentirete. la vedete al monitor e la stampante ve la materializza sotto i vostri occhi : è un processo affascinante che può ammaliare e legarvi a vita al rituale di stampa. La testina che avanza ritmica e il tamburo che avanza la carta passo-passo, fino alla fine mentre voi seguite l'azione che porta al risultato finale. Ma se invece non ne capite molto, non vi appassiona fare lo stampatore e volete delegare a chi sa il fatto suo un processo che è un'arte del tutto parallela a quella del fotografo, allora non ci pensate nemmeno, ci sono soluzioni alternative che non richiedono di impegnare capitali, comprare carta e spendere centinaia di euro in cartucce di inchiostro. Considerate che oltre ai costi diretti, la stampa in casa può riservare sorprese spiacevoli, guasti, a volte letali che vi fanno spendere centinaia di euro di riparazione della stampante, una stampantona richiede manutenzione ordinaria e straordinaria (che costa, anche solo in termini di inchiostro sprecato per pulire gli ugelli), per non parlare delle tante stampe che fallirete anche quando sarete molto esperti. Tutte cosette che delegando - a pagamento - la stampa a chi lo fa per mestiere, vi risparmierete guadagnando anche tanta serenità in più. Stampare fuori casa : service oppure stampatori artigianali ? Io ho lavorato per anni con uno stampatore artigianale estremamente competente e meticoloso, capace di valorizzare spesso ben oltre le mie aspettative ogni mia stampa. Se avete la fortuna di trovare una persona così, non cercate oltre. Magari non avrete la flessibilità di una grande società di service ma avrete tiraggi unici ed irripetibili. Ogni stampa che otterrete sarà una piccola opera d'arte, indimenticabile e capace di suscitare emozioni. Ma con costi naturalmente non paragonabili a quelli di un service industriale che stampa con processi automatizzati e stampanti a polvere. Diciamo la verità, sotto i formati minimi, la differenza non sarà eclatante. Si, cambierà la qualità della carta ma su un A4 o anche a volte un A3, sinceramente non vale la pena di scomodare una stampa artigianale. La stampa all'ingrosso può essere sufficiente se non è troppo becera. Mentre sui grandi formati non c'è storia, tutta a vantaggio di chi la stampa la fa a mano, magari con una tiratura molto bassa, come una volta facevano i tipografi con il torchietto a mano. Però ci sono anche le vie di mezzo e diversi service adesso si stanno attrezzando per fare stampe su carte di pregio e processi a getto d'inchiostro. In Italia e all'estero ce ne sono diversi, ognuno con una offerta e una gamma di prezzi per tutte le tasche. Io ho sperimentato a suo tempo Digitalpix che ancora utilizzo per le stampe veloci. Mentre sto testando WhiteWall che è un service che ha vinto svariati premi Eisa come migliore stampatore del mondo per diversi anni consecutivi. Stampe singole o libri fotografici ? Come dicevo, la carta, la stampa accurata, nulla può valorizzare la vostra foto come una bella stampa, magari fine-art con le migliori tecniche disponibili sul mercato. Ma questo ha un costo che può raggiungere livelli elevati se vi piacciono - come a me - le stampe molto grandi - e che richiede uno spazio importante dove appenderle. Perchè, perdonatemi, ma non c'è cosa più triste di conservare centinaia di stampe al chiuso in scatole che poi vi ricorderete di tirare fuori solo per mostrarle agli amici. Una alternativa non così qualitativa ma più economica sul numero e, soprattutto, facile da conservare, è il fotolibro. Oggi ci sono processi di stampa di qualità per libri fotografici fatti on-demand da voi stessi. Veri e propri libri con testo e foto, oppure anche solo album integralmente di immagini. Io ho sperimentato solo Blurb, anche per i passati libri di Nikonland (bei tempi !) che adesso propone anche un nuovo formato completamente piatto che consente una visione delle doppie pagine senza l'antipatica curvatura delle rilegatura che è dove va l'occhio ogni volta che si sfoglia il libro se viene proposta una fotografia a due pagine. Il costo unitario è elevato ma se pensate che dentro ci possono stare anche centinaia di fotografie ben stampate (anche se non al livello massimo possibile, è comunque un processo tipografico, non fine-art) in formato fino al 33x28cm, allora vedete che con un paio di 50x70cm di WhiteWall ci state dentro comodamente. E in più il libro è ristampabile, regalabile, addirittura, se volete, si può mettere in vendita tramite Blurb o anche Amazon se seguite le trafila burocratica di emissione del codice ISBN. la copertina del libro Nikonland 2011, ancora ordinabile per chi lo volesse da Blurb. Insomma, pensateci seriamente ! Se non stampate mai o se avete sempre rimandato, pensateci seriamente. Primo perchè è un'occasione per rivedere tutte le vostre foto, organizzarle, selezionarle, lavorarle al meglio e poi portarle su un supporto concreto che non mancherà di suscitarvi stupore per anni. E poi perchè la stampa vi prenderà la mano e vorrete avere fotografie più belle da poter stampare grandi-grandi. Perchè bisogna veramente amare tanto una fotografia per volerla stampare in grande su carta, tela, supporto rigido o su un libro fotografico per poi mostrarla o appenderla. Non tutte le fotografie se lo meritano ma la nostra fotografia si merita che noi ci impegniamo al meglio per ottenere scatti memorabili che su carta diventino parte del nostro ambiente, della nostra memoria, della nostra quotidinità. Fate come volete, da te o rivolgendovi a chi ci sa fare, ma stampatele, tante, al meglio, belle, belle grandi !
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  3. Visto il - tiepido - interesse per i SW di sviluppo e per la fotografia notturna, inizio a pubblicare il primo articolo di una serie - quanto lunga lo decideranno i lettori - sull'uso pratico di Capture One 20 for nikon. Come molti di noi, utilizzo Lightroom dalla prima versione. Ma alcuni mesi fa mi sono stufato delle penose prestazioni e, complice l'uscita delle versione scontata dedicata al mondo Nikon, ho deciso di comprare e provare Capture One 20 for Nikon. Devo dire che l'impatto, nelle prime ore, è stato problematico: tutto era nel posto sbagliato o funzionava in modo diverso. Ma subito dopo ho iniziato a capire, anche grazie alla enorme quantità di informazioni presenti sul sito del produttore, come funziona questo SW ed ora sto... per mollare il mondo Adobe! Sempre come molti di noi, fotografo in RAW. Questo, per beneficiare di tutte le possibilità, presuppone il fatto di fotografare pensando al risultato finale che si basa su un file NEF che catturi tutti i dati. A dire senza clip di informazioni ne' nelle alte luci ne' nelle ombre. Dati che hanno poi evidentemente bisogno di essere regolati con le giuste dosi di luminosità e contrasto. Per questo io in ripresa utilizzo sempre il picture style Neutral, l'unico che rende possibile vedere un istogramma molto vicino a come sono i dati in realtà. Ma veniamo a noi, abbandoniamo la teoria e passiamo alla pratica: per giudicare un sw di sviluppo occorre capire cosa può fare e quanto è semplice farlo. Cioè quanto è semplice passare da questo: a questo: in circa 20' di "lavoro". Qui ho fatto pochi, semplici ed intuitivi passaggi. Usando i livelli, cosi come li vedete nell'apposita sezione del menù. Li riepilogo di seguito: 1) Regolazione complessiva, sul Background. Cioè associare un profilo - qui lo "standard" in modo da non chiudere le ombre, regolare il bilanciamento del bianco e la luminosità (agendo sull'esposizione, che funziona esattamente come quella della macchina fotografica e la luminosità, che agisce sui toni medi, lasciando cioè inalterate ombre ed alte luci). Per il WB mi sono affidato a molti tutorial, ma mi sembra convincente. Nonostante quello che ci spacciano nei film, il cielo di notte non è blu! Il profilo è "Standard" per evitare il troppo contrasto del "Landscape" od il troppo poco del "Neutral". Esposizione e luminosità? ad occhio! Già perché quelle dipendono da come si vuole rendere la scena. Ed intanto vedete una feature di COne: la visione "prima e dopo" della fotografia... E notate come piccole variazioni producano già un apprezzabile risultato. 2) Ma io sono un perfezionista, per cui, con il timbro clone, ho ridotto la luminosità del riflesso sull'acqua del faro della stazione della funivia. E' un dettaglio.... ma mi dava fastidio. Ridotto e non cancellato! 3) Allo stesso modo, ho tolto alcuni puntini rossi nella zona scura a sinistra..... hot pixel? boh, stavano male.... 4) Iniziamo a fare sul serio: regoliamo il contrasto. Il contrasto, per tutte le fotografie, insieme all'esposizione è la regolazione più importante. Nella fotografia notturna è un problema particolare perché il comando "standard", il contrasto appunto, non fa altro che, contemporaneamente, rendere più chiaro ciò che è chiaro e più scuro ciò che è scuro. Qui il risultato sarebbe miserabile: è tutto scuro. E allora? Allora 3 operazioni: - Contrasto sui mezzi toni con una robusta iniezione di clarity, che è appunto, sostanzialmente, contrasto sui mezzi toni; - Piccolo recupero di luce sulle ombre con un giochino sui livelli (3 in input e 5 in output) - Curve!!!!! Nella regolazione mi è scappata la mano ed ho esagerato. Nessuno problema: ho regolato l'opacità al 70%, riducendo l'effetto complessivo (numero a destra nella barra arancione). 5) Ci occupiamo ora di altre tre, minime ma fondamentali, regolazioni locali. La prima è dedicata alle rive del lago. Ripristinare cioè la visione dei massi nell'ombra che i miei occhi mi garantivano quella notte. Come? selezione della zona con il pennello.... .... poi luminosità, clarity, structure e lo stesso giochino sui livelli: 6) Ora, sempre con il pennello, salto la screenshoot perché la tecnica è la stessa, ci prediamo cura del Cervino. Solo un pochino, ma è uno dei protagonisti della serata: tiriamolo fuori dall' ombra! In realtà ho aiutato il pennello con il luma range, sfruttando il fatto che la montagna è molto diversa dal cielo che la circonda. Se interessa, parleremo molto ancora delle capacità di selezione locale di Cone: da sole valgono l'acquisto! anche qui ho un po' ecceduto nei valori e riportato il tutto "in controllo" riducendo l'opacità. 7) E per ultima la protagonista: la via lattea! La selezioniamo con la Gradient Mask radiale e aumentiamo un po' contrasto, saturazione e luminosità. 8) Alcune stelle sono veramente al limite per la stampa (255 su ogni canale), cosa che porterebbe a far trasparire il colore della carta: non buono! Ed allora selezione con le maschere di luminosità delle alte luci e piccola riduzione di esposizione e con i livelli. E quindi.... da qui: a qui: Cioé, da qui: a qui: Pochi minuti di lavoro, la stessa foto... migliore! p.s.: questo vale come informazione per tutti quelli che non sono convinti che la Z6 abbia un sensore straordinario o che il 20mm f1.8S sia il miglior 20mm della storia di Nikon! p.s.2: per economia di tempo e per evitare di far addormentare il lettore occasionale non ho proprio scritto tutto... ma risponderò ad ogni domanda! Massimo Vignoli per Nikonland (c) 31/8/2020
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  4. Per la prima volta un fisheye rettilineare (a copertura dell'intero fotogramma) da 11mm in formato FX per bayonetta Nikon Z
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  5. Io del rapporto prezzo/n.di scatti all'anno non mi sono mai curato. Anzi, sono stato felice di vendere il mio Sigma Art 24-105/4 quando mi sono accorto che mi stavo assuefacendo a utilizzarlo in esclusiva: una volta, ad un matrimonio, contai il 90% degli scatti realizzati con esso. Ci sono obiettivi talmente speciali per natura, da essere destinati a scattare poco: è saggio non venire condizionati dalla specialità di un oggetto, qualunque esso sia. Un fisheye fa scattare la molla del tentativo di rendere un soggetto in modo tal da ingannare l'osservatore: come se lo vedesse contemporaneamente in tre dimensioni, se si riesce a non farlo notare. Diversamente diventa come un filtro: il cui effetto torneremo a cercare n volte, per mancanza di idee.. Spero di non cadere in questo errore... Ma la possibilità di far scorrere lo sguardo sull'intera navata della Chiesa della Martorana, dai mosaici ed affreschi, fino all'altare, cercando di farlo sembrare un unicum... è stato per me impagabile. Chi mi guardava riprendere ...nella postura in cui stavo, avrà certamente riso. Ma chi ingrandisce il file nel dettaglio di uno scatto a mano libera, capirà il senso di questo TTartisan, senza occuparsi del prezzo...
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  6. Inauguriamo con questo bel fisheye per Nikon Z la collaborazione che speriamo proficua con il marchio cinese TTArtisan. Casa giovane ma che ha in catalogo splendidi e ben costruiti obiettivi manual focus per macchine a telemetro Leica e per mirrorless. L'oggetto in questione ci è stato spedito insieme ad un 35mm f/1.4 che sembra la replica di un Summilux Leitz, che noi ovviamente proveremo, tramite adattatore TTArtisan LeicaZ, sulle nostre Nikon Z. peso circa 480 grammi prezzo intorno ai 200 euro lunghezza 82mm diametro 62mm angolo di campo 180° diagonale filtro : non installabile paraluce : fisso a petali anello del diaframma manuale senza click diaframma a 7 lamelle distanza minima di messa a fuoco : 17 cm totalmente manuale, nessun contatto elettrico (niente dati Exif, da inserire se volete manualmente quando importate le foto in ambiente di sviluppo) Il test del fisheye sarà fatto da Max nel suo sole di Sicilia e già potete ammirare le sue prime foto in galleria. Ma intanto, l'unboxing ; 1.mp4 E' un obiettivo tutto fatto di solido metallo come potete sentire dal tintinnio del tappo anteriore sul paraluce. E vetro. La lente anteriore è appena bombata ed ha riflessi che vanno dal verde al magenta. Si sposa benissimo con le nostre Z sia per estetica che per fattura. La presa in mano è eccellente. Il controllo delle ghiere deciso, sicuro. Ma tanto un obiettivo del genere non ha molto bisogno di regolazioni, sarà per lo più in iperfocale per avere tutto a fuoco dai vostri piedi all'infinito. la confezione è abbastanza spartana ma ben fatta, i due gusci di polistirolo garantiscono protezione all'obiettivo. Non avendo elettronica è improbabile che ci possano essere malfunzionamenti anche in un futuro fatto di migliaia di scatti. L'impressione e buona ma su questo poi si esprimerà meglio Max che ha già predisposto un album dedicato che vi invito a visitare : guardate questo scatto su Nikon Z7 :
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  7. Ovviamente il costo della stampante non viene considerato, lo si ammortizza nel tempo. Ti mostro un esempio pratico. Da 2 anni e mezzo a questa parte, tutto ciò che espongo lo stampo da me, prima da un lab di Sondrio che funzionava bene con il mio modo di preparare i file. Prima di stampare comunque limitavo al minimo necessario ciò che facevo stampare, per me rimanevano nulla o le briciole, oggi stampo tutto ciò che è richiesto più le mie vetrine che cambio settimanalmente con foto nuove. Numericamente non tengo conto di ciò che stampo da quando lo faccio io, ma ho esposto in una decina di luoghi alcune personali con 30 scatti altre collettive con 4/5 scatti. Tutti A2 incorniciati da me. in questo periodo nonostante io la usi assiduamente, ho sostituito tutte le cartucce colore una sola volta, perché le iniziali sono scese a metà per aver riempito i tubi da nuova. In più ho sostituito 3 tamponi di scarico (20€) e 2 neri perché ho stampato molto in bw in chiave bassa. Facciamo i conti andando a spanne per la carta che non ricordo quanta fine art o cellulosa ho usato ma si parte da 3€ fino agli 8 della hahnemuhle photorag barita che va solo in galleria d’arte. 1000 di stampante 700 di taniche colore in 30 mesi Sono più che sicuro di aver fatto almeno un centinaio di stampe, mediamente con una carta da 5€ fanno 500 totale 2200 per 100 stampe sempre a spanne supponiamo di aver fatto 40 fine art e 60 cellulosa o FA economico. 40x50€ 2000€ 60x25€ 1500€ totale 3500€ 1300 di risparmio con dentro la stampante
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  8. Io stampo poco, nel 2020 ancora nulla a parte un fotolibro con Blurb per uso ricordi di famiglia che sto ultimando. Ho avuto anche io la mia breve esperienza con una Epson formato A4 a getto fi inchiostro parecchi anni ma ho capito subito che non era una via praticabile per me. Qualche stampa di qualità l'ho fatta in un paio di occasioni e confermo che la differenza si vede; lo stampatore professionista può davvero dare una marcia in più alle tue foto. Però non ho ancora avuto il coraggio di far stampare un foto in grande formato per appenderla in casa, anche se è un'idea che ogni tanto mi torna in mente. Avrei anche un paio di pareti adatte allo scopo. Questo articolo mi ha fatto pensare che forse è ora di farlo, magari partendo da qualcosa di non troppo grande.
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  9. Canon Imageprograf 1000 Sul piano occupa 44x72 cm con 32kg di peso, ma per poter stampare serve una profondità di almeno 120cm
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  10. Enorme arricchimento, enorme l'interazione proficua tra fotografo e stampatore. Che deve avere conoscenza dei supporti e di come farli rendere al meglio sulla SUA stampante e deve comprendere il lavoro del fotografo per proporgli una o più realizzazioni possibili... Che esistono sempre, alternative le une alle altre: il fotografo nemmeno può immaginare come possa rendere il suo sforzo !!! Gente come Berengo Gardin e Steve Mc Curry deve TUTTO agli stampatori. Gente come Lindbergh, Avedon, Karsch deve molto ad essi. Gente come Salgado e Scianna ....motiva gli stampatori !!!!
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  12. E parliamo pure di hw... Sono del tutto fuori dal mercato in questo ambito... Quali sono le stampanti A2 ed A3+ che vanno per la maggiore (rapporto qualità/costo x stampa)? Quali possedete e quali altre desidereste acquistare, oltre le due citate Canon ed Epson? (Ho sempre avuto una certa idiosincrasia con le macchinosita operative di Epson ) Quali altre consigliereste per la semplicità di gestione del sw stampante e per le necessarie regolazioni per allineare a sensore e monitor la stampante stessa ?
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  13. Come ho già scritto, mi sono munito di stampante proprio per risparmiare sui costi, soprattutto nelle piccole esposizioni locali in cui vengo coinvolto, dove magari la carta hahnemuhle non è richiesta e basta una ilford che costa la metà, come già espresso da Massimo le A2 hanno costi di gestione inferiori, le cartucce che si chiamano taniche per il contenuto di inchiostro, non svaniscono dopo 3 cicli di pulizia e non scendono mai tutte insieme, soprattutto se si stampa in bianconero, dove solitamente pur usando tutti i colori, a scendere sono le 4 dedicate al grigio. C’è da dire che se si hanno esigenze sopraffine (tipo le vendi in galleria al costo di un 85 1.8s) si presuppone che il bianconero sia totalmente privo di dominanti (non richieste) e questo richiede una carta con un profilo preciso ed anche una certa esperienza. Tuttavia il risparmio anche con la carta più costosa della hahnemuhle (200€ a pacco da 25) è apprezzabile già dai primi mesi. Con 500€ invece di 10 stampe ne fai almeno 40, se invece usi carta più economica puoi anche raddoppiare quella cifra. L’uso degli inchiostri dipende molto da cosa fai, se fai low key ovviamente il nero scende più alla svelta, ma mai quanto si è abituati con le stampanti A3 dove il costo degli inchiostri in relazione ai volumi di stampa è molto più alto.
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  14. Mauro, io ti porto la mia esperienza personale - Epson 3880 che stampa l’A2. Che ho scelto perché: - ha un costo per stampa, sugli inchiostri, che é circa la metà di quelli della corrispondente A3+ (legato alla maggior dimensione delle cartucce ed al minor costo per ml). - mentre la stampa A3+ è l’ideale per la condivisione (e per me il limite minimo per apprezzare una stampa, e, nella stampa, gli sforzi fatti per fotografare con alta qualità), la dimensione che appendo è A2 (o superiore). - Inchiostro a pigmenti, per le stampe da appendere dovrebbe garantire durate ben più lunghe. Usando carta INNOVA, ma ti assicuro che non ha niente da invidiare a quella che citi tu, almeno la cotton che uso per il 100% delle mie stampe, dai calcoli fatti a suo tempo ho il costo per un A2 (carta+inchiostro) a circa 5€, 2-3 per l’A3+. Il costo della stampante, a mio modo di vedere, non va considerato. Per me, la produzione del Mio risultato è la stampa e voglio il controllo completo dall’idea, attraverso lo scatto fino alla stampa. Altrimenti dovrei attribuire a ciascuna stampa anche la quota parte del resto dell’attrezzatura fotografica che ho usato (si, considero la stampante attrezzatura fotografica) a dire che se con la mia Z6 farò 200 foto stampabili, ciascuna di queste costerà 10€ di Z6+....+5€ di stampa. E magari pure il Mac che uso al 99% per fare postproduzione..... A dire che, facilmente, una stampa costa un centinaio di euro. Mi rendo conto che è un ragionamento molto estremo, ma se condividiamo che l’obiettivo è la stampa - se amate veramente le vostre foto: stampatele! - allora è così che dovremmo ragionare.
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  15. Può essere divertente una trasferta di lavoro nell'assolata provincia senese in una calda giornata di agosto? Dipende. Se però nei giorni precedenti la pioggia ha rinfrescato l'aria rendendo piacevole il sole che splende alto nel cielo, se hai un po' di tempo per fermare la macchina e scendere ad osservare il meraviglioso paesaggio che hai dinanzi, se la luce del pomeriggio appare stranamente pulita e benevola e, soprattutto, se hai avuto l'intuizione di portare con te la tua piccola fotocamera perché prima di partire hai pensato che "chissà, non si sa mai", ecco che allora una giornata di lavoro come tante può magicamente trasformarsi in un'esperienza piacevole ed appagante. Le Crete Senesi offrono paesaggi e scorci nuovi ed interessanti in ogni periodo dell'anno: bisogna solo saperli cogliere quando la luce lo consente. Anche in estate, quando la grande calura che avvolge questi territori non sempre permette di ben rappresentare in immagini lo straordinario paesaggio che si offre ai viaggiatori attenti (o ... innamorati, dipende). Gli scatti che propongo sono stati ripresi in circa 30 minuti fra San Giovanni d'Asso e Trequanda con una piccola Olympus E-M10 Mk II ed il 14-42mm di kit, quasi tutte a f/18, e sviluppate con LR a partire dal profilo Adobe Paesaggio. Enjoy. 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10.
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