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Mostra il contenuto con la massima reputazione di 03/07/2020 in tutte le aree

  1. ...aguzza l'ingegno. Se qualcuno di voi legge La Repubblica online forse lo sa già. Se no qui: https://www.repubblica.it/scienze/2020/07/02/news/e_italiana_la_piu_antica_pinna_dorsale_in_un_rettile-260764690/ C'è un reportage sulla mia ultima fatica scientifica (e come vedete ci sono foto fatte da me -sull'articolo scientifico ce ne sono di più- del tipo che faccio di solito, niente di poetico). Ego a parte, ne scrivo per fare un piccolo resoconto di una realizzazione abbastanza nuova per me, che magari molti di voi avrebbero fatto incredibilmente meglio, ma io ho dovuto mediare fra fretta terribile e qualità accettabile. Vabbè, abbiamo scoperto un Ittiosauro con residui di pelle che testimonia che queste bestie avevano uan pinna dorsale senza scheletro come i delfini, 50 milioni di anni prima di quanto si pensava. Nel frattempo in un museo stavano realizzando un modello 3D in scala proprio di questa specie di Ittiosauro, ed io ero il consulente scientifico. Ho seguito le varie fasi della realizzazione, dalla mesh ai vari rendering fino alla stampa 3d e la colorazione.- Qui fresco di stampa Il risultato finale eccolo: Il modello è opera della ditta Trilobite.it e le foto sono di Giampaolo di Silvestro, non lo scrivo per fare pubblicità ma perchè sono i credit dovuti. Verrà esposto al Museo dei Fossili di Besano e forse una copia anche Milano. Veniamo al dunque: In concomitanza con l'articolo scientifico avevamo pianificato una Press Release con tanto di comunicato ANSA ecc. Volevamo mostrare il modellino accanto allo scheletro, ma siccome al Museo di Milano non è ancora concesso fare assembramenti, si è pensato di metterne una foto a corredo del comunicato stampa, ma ... il modellino in foto sembrava troppo "giocattoloso" , meglio ambientarlo. Intanto che ci ragioniamo ci arriva la notizia che l'articolo (quello scientifico) sarebbe stato pubblicato di lì a brevissimo. Allora "il prof.- che -sa -qualcosa- di- fotografia" si è messo a trovare una soluzione, rapida, pur sapendo di grafica poco più di quanto sa di sanscrito. Allora vai con Photoshop, Prendo uno sfondo "free use", Inserisco una foto che riprende di tre quarti il modellino e la scontorno, Sovrappongo un fondo acquoso con un leggero gradiente, Sfumo leggermente la coda, Aggiungo dei riflessi sul dorso, Aumento la visibilità del catchlight nell'occhio Risultato: Foto del modellino di Giampaolo di Silvestro, grafica mia. Si poteva fare meglio? Senz'altro. Se non fosse stato dall'oggi al domani (per dire) mi sarei esercitato sui riflessi, ad esempio. Avrei anche messo delle bollicine. Pazienza, è piaciuto lo stesso. Il task era ambientare il modello che verrà esposto, altrimenti (avendo il tempo, che non c'era) sarei partito a disegnarlo da zero. Dimenticavo: l' animale vero era lungo 1m se vi interessa.
    9 punti
  2. Questo 2020 ce lo porteremo nel cuore come ci invita a fare una in particolare, tra i miliardi delle vignette ricevute nel periodo del lockdown, via social media: quella che riprende il tema del film "Back to the future" Adesso quindi la voglia di riprendere parte del tempo perduto in isolamento, ci porta a voler pensare positivo, a divertirci e ad andare in giro come anche la stagione estiva suggerisce. Dello zoomone per Nikon Z, il 24-200mm f/4-6,3 avevamo dato notizia in anteprima, proprio il giorno del lockdown... e così eravamo rimasti al suo riguardo però adesso che finalmente sta per varcare la soglia dei negozi, per essere considerato all'interno di un corredo Z abbiamo pensato di chiederne un esemplare a per poterne valutarne le potenzialità espressive, alla luce del fatto che Nikon nella sua lunga storia di fabbricante di ottiche, ben raramente si è impegnata nella progettazione di ottiche all-in-one come questa, che non fossero di primo equipaggiamento e con tutte le caratteristiche economiche delle ottiche di questo genere. Ma abbiamo anche detto, negli ultimi due anni, che Nikon dall'ora Z ha messo in campo i suoi migliori progettisti, per realizzare ottiche che tutto possono sembrare tranne che scelte di compromesso economico. La sfida apportata da questo zoom, che resta f/4 a TA solo a 24mm, per essere già un f/5,6 ai 50mm e divenire un f/6,3 già dagli 80mm (quindi un 80-200mm f/6,3), sfida prima di tutto al pregiudizio di fotografi come siamo, abituati a pretendere aperture costanti e luminose, ma consapevoli anche di trovare il vino buono nelle botti piccole... è proprio quella già di volersi mettere alla prova utilizzando strumenti potenzialmente non di nostro interesse, ma curiosi di scoprire quale sia stato il ragionamento fondante alla base della progettazione di obiettivi come questo ed anche il microzoom in dotazione alla Nikon Z50, quel 16-50 che anch'esso parte da f/3,5 per arrivare a TA a f/6,3 alla focale ultima del range del quale abbiamo parlato e postato foto in questi ultimi sei mesi non è quindi casuale che nel periodo di visione di questo zoom, cominci a parlarne proprio in abbinamento alla Nikon Z50... Considerandolo appunto come un all-in-one, per quelle persone che desiderino limitare al minimo gli ingombri del proprio bagaglio fotografico, in viaggio, nelle escursioni da weekend, in tutte quelle occasioni nelle quali non vogliano o non possano portare con sè un corredo articolato, questo 24-200, anche su una fotocamera APS-C come la Z50 (il cui 16-50 retrattile ha ingombro zero), costituisce un elemento importante di scelta per moltissimi appassionati. Non ingombrante: sporge 12 cm dalla baionetta, alla minima focale, 19 alla massima, (più paraluce) non pesante (570g), dal diametro filtri umano da 67mm, questo zoom dispone sul barilotto, oltre che delle due ghiere di zoomata e messa a fuoco (programmabile via menù fotocamera per poter pilotare in alternativa, diaframmi, compensazione exp, ISO), anche di uno slider di blocco dell'estensione del barilotto soluzione gradita ai più, rispetto al blocco alla fine della ghiera di zoomata (presente in alcuni altri zoom Z) Questa è la prima foto scattata non appena montato su fotocamera: fin da subito mi sono accorto della sua principale qualità, in ogni occasione, cioè della giusta quantità di contrasto con cui fa risaltare i soggetti dallo sfondo, pur non potendo contare su aperture di diaframma tali da ottenere fisicamente questa caratteristica... Quindi, cominciamo bene ! Qualità che non viene inficiata dalla trasmissione UV alle lunghe distanze e neppure dalla focale di utilizzo, nel vastissimo range del quale questo zoom è dotato Inoltre, come visibile sulla flangia frontale, questo zoom è dotato di VR attraverso un motore elettrico Voice Coil, silenziosissimo ed alla prova dei fatti, ben efficiente, se su di una mirrorless coma la Z50, priva di stabilizzazione del sensore, si riesca ad ottenere risultati utili a mano libera (come questo zoom è stato progettato per essere usato) anche a tempi di 1/8", prima di ...trovare il mosso, come in questa sequenza, scattata a 165mm di focale e fino ad 1/20" a 200mm di focale, sempre eminentemente a mano libera Ma allora, vorrà forse dire che Nikon ha intenzione di produrre delle mirrorless a pieno formato senza sensore stabilizzato? In una fascia che si collocherà al di sotto dell'attuale Z6 ? I prodromi, in quest'obiettivo ci sono tutti. Oltre al fatto che il suo VR sulle FX di gamma alta, si sommerà al sensore stabilizzato, per superare anche gli attuali traguardi. Perchè la Z50 dietro al Nikon Z 24-200? Perchè la Z50 è la funny camera di Nikon: spigliata, divertente, multitasking, rivolta a chi ieri usasse uno smartphone ed oggi voglia fare un salto enorme di qualità, in ambito fotografico, video ed anche creativo, con i suoi effetti speciali direttamente sulla ghiera di controllo funzioni, che nell'estate 2020 mi fanno del tutto dimenticare le analoghe funzioni in monocromatico, quelle che da anni utilizziamo senza vergogna, spacciando poi le foto ottenute come introspezioni personali in biancoenero, postprodotte ed ulteriormente appesantite da software e manipolazioni che non hanno nulla di differente da queste, all'opposto...colorate, giovanili, divertenti... Ovviamente senza tralasciare nulla di ciò che naturalmente siamo in grado di inquadrare, comporre ed esporre, come da libretta ! nelle abituali condizioni nelle quali si trovi un soggetto che, riducendo ai minimi termini il peso delle sue attrezzature, porti con sè questo Nikkor 24-200mm senza flettere nella resa neppure quando il soggetto fortemente distante, occupi solo una piccola parte dell'inquadratura tanto quando a più breve distanza, sempre inciso e ben contrastato e saturo... ome le attuali tendenze cromatiche impongono ai costruttori di lenti, grazie all'ottima correzione antiriflesso ed all'efficace paraluce a petalo dedicato non per questo meno attento sui piccoli dettagli, rispetto allo sfuocato (piuttosto nervoso) degli sfondi, come presumibile per un obiettivo che non può certo essere la panacea a tutti i mali... ... ma che rappresenta la cura a molti di essi. il Mare è di certo il suo luogo di elezione deserto o affollato che sia... in ogni caso questo obiettivo diventa risolutivo, grazie alle qualità indubbie dei sensori Z cui si accompagna non solamente nelle mie mani, ma potenzialmente in quelle di ognuno di questi soggetti che a loro insaputa ho immortalato in questi giorni in spiaggia. Ma non è solo in spiaggia ed al mare che questo Nikkor 24-200 si dimostra essere un outsider... come immaginerete l'ho voluto mettere alla prova alle distanze ravvicinate, giusta la sua escursione focale e distanza minima di maf di mezzo metro, che ho spesso provveduto ad accorciare in questi giorni, con una lente addizionale Marumi achromat da 3 diottrie, per saggiarne le potenzialità ulteriori in questo ambito, spesso praticato da chi spazi nel tempo libero da un soggetto ad un altro...e si ponga il problema della resa alle brevi distanze ed ecco qualche fiore sfruttando con Auto Iso anche le sensibilità più elevate del sensore della Z50, per utilizzare i diaframmi anche i più chiusi di questo zoom (che arriva fino a f/36 a 200mm) f/22 f/25 f/11 f/4,8 f/8 f/16 f/5 f/22 Chiaro di cosa stiamo parlando? Mille euro di listino, magari tra un pò anche scontato (presentato a marzo, ma sta vedendo la luce solo oggi), ma a mio vedere multitasking su ogni apparecchio in listino oggi e domani: d'altro canto questa deve essere la politica commerciale delle Case che intendando continuare a radicarsi nel mercato attuale. E questo superzoom 8,3X figura bene su una mirrorless DX come su di una FX, come in breve dimostrerò... Anzi, sulla mia Z6 non avrebbe nemmeno bisogno di ulteriori obiettivi di supporto... ALL IN ONE e nemmeno accorgersene !!! Pregi: compattezza, leggerezza, costruzione contrasto, nitidezza, saturazione da zoom di classe superiore autofocus preciso, in relazione ai sensori utilizzati totalitario: basta lui Difetti: prezzo di esordio forse da limare piacerebbe un diaframma di luminosità in più a 50mm Max Aquila photo (C) per Zetaland 2020 to be continued...
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  3. Bravo e il risultato mi piace, ma dei fondi marini free use potevi chiedere a me: in quanto a mare vuoto senza pesci o alcuna forma di vita sono abile collezionista. Comunque grazie di averci reso partecipi. Ci insegni sempre qualcosa di bello ed interessante.
    2 punti
  4. Lilium Bianco o Giglio di San Luigi (L. 1753 : Lilium Candidum) Per me, indubbiamente tra le creature più belle del creato (14 scatti via Helicon, luce naturale, Nikon 24-70/4 S su Z7)
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  5. Grazie Enrico, Aneddoto: il Covid ci ha messo del suo: Le resine per la stampa 3D vengono dalla Cina e ai primi di Giugno non si sapeva ancora se e quando sarebbero arrivate.
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  6. Sto pensando a che commento lasciare, perchè è dovuto. Penso seriamente che deve essere un'esperienza meravigliosa, dopo tanti anni passati sui libri, raggiungere un tale livello di preparazione nel proprio lavoro. L'Ego sicuramente avrà buon diritto, ma la consapevolezza di poter elargire la conoscenza a piene mani e poter lasciare un segno del proprio passaggio su questa terra non è in alcun modo misurabile. Chapeau (Per il lavoretto su Photoshop conosco fior di illustratori che non saprebbero fare di meglio, tranquillo)
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  7. Nei due sondaggi lanciati da Mauro qualche giorno fa appaiono delle affermazioni del tipo, "non sono abbastanza bravo per..." "le mie foto sono troppo brutte allora..." . Ci ho pensato sopra, se facciamo foto brutte a nostro stesso giudizio, come possiamo essere contenti di fotografare? C'è un modo per cambiare la situazione? Per me, se si vuole, un modo c'è. Spesso amici e colleghi vedendomi disegnare dicono: "Eh anche a me piacerebbe saper disegnare, ma non sono capace". La cosa mi pare un po' strana, perchè prima di imparare, anch'io non ero capace, come, un po' prima ancora, non ero capace di parlare nè di camminare, ma dato che queste cose mi interessavano (e qualcuna mi serviva), un po' alla volta le ho imparate. Senza scherzi, è mia convinzione che se una cosa ci piace davvero, la amiamo davvero, allora possiamo impararla, anzi dobbiamo, perchè la soddisfazione che di darà il praticarla è grandissima. La chiave sta nel davvero. Ogni tanto io dico ad altri, "eh come mi spiace non capire quasi nulla di musica, di non saper suonare", ma non è per davvero, perchè non mi è mai passato per la testa nemmeno per un istante di prendere lezioni di musica. Non ci ho mai investito nulla in termini di tempo o denaro. Nelle cose che mi interessavano, invece ci ho messo tutto l'impegno che potevo. E continuo a mettercelo. Sì ma, perdonaci, a noi che ci frega di quel che fai tu? Niente, la mia vuole essere solo una riflessione: quando qualcuno riconosce, ad esempio qui su Nikonland, che le sue foto "fanno schifo" (a detta di lui stesso!!) come situazione definitiva, come se fare foto "da schifo" fosse una decisione del Fato... Le tue foto faranno sempre schifo! ...contro cui nulla si può, e per questo magari non le fa nemmeno vedere, perchè "non si sente all'altezza", allora mi vien da pensare. Scrivo per discuterne e, se riesco, proporre dei suggerimenti, ma anche per suscitare una discussione "educata" sul tema. Se ritenessi che le mie foto "fanno schifo", anche dopo anni di pratica, vedrei due possibili reazioni, 1) smetterei di fotografare per fare altro, oppure 2) mi sforzerei di migliorare. Altrimenti più che passione sarebbe frustrazione. Di certo non indulgerei in un hobby costoso, senza trarre piacere nel praticarlo. Eh parli bene tu, ma ci vuole tempo e io non ne ho. Che parlo bene è fuori di dubbio , che ci vuole tempo anche, che non ne hai... può darsi, ma può darsi di no. Il tempo che metti per fare quelle foto che (a tuo dire eh, io non le ho viste) fanno schifo potresti impiegarlo ad esercitarti a migliorarle, un poco per volta. E poi... quanto tempo passi in passatempi passivi, quando lo stesso tempo potresti impiegarlo attivamente? Ormai sono vecchio, che vuoi che impari alla mia età. Ahi Ahi, una mia collega ed amica cita spesso un proverbio di sua nonna calabrese che recita così: "La vecchia aveva cent'anni, ma non voleva morire perchè aveva ancora tanto da imparare". Hokusai (il pittore della famosa "onda") nel 1834 scriveva: Sin dall'età di sei anni ho amato dipingere qualsiasi forma di cosa. All’età di cinquanta ho disegnato qualcosa di buono, ma fino a quel che ho raffigurato a settant’anni non c’è nulla degno di considerazione. A settantatré ho un po’ intuito l’essenza della struttura [...]. A ottant’anni avrò sviluppato questa capacità ancora oltre mentre a novanta riuscirò a raggiungere il segreto della pittura. A cento anni avrò forse veramente raggiunto la dimensione del divino. Quando ne avrò centodieci, anche solo un punto o una linea saranno dotati di vita propria. Gli antichi maestri di Baguazhang (un modo molto elegante di picchiarsi che ho studiato) avevano un detto: "Vivi fino alla vecchiaia, impara finche vivi". Questo signore ha oltre cent'anni (è morto qualche anno fa a 118 anni) ed è un famoso maestro, si direbbe che il Baguazhang faccia bene. Il succo, è che sì, con l'età diventa più difficile, ma se la cosa appassiona, si può sempre migliorare, basta un po' di ... intenzione sincera, è la mia esperienza. Si fa fatica però! Ma certo. Per questo che deve essere davvero una passione, altrimenti l'inerzia iniziale, il peso da smuovere, è insopportabile. Molte persone che conosco mi dicono da anni: "eh sì, anch'io vorrei fare un po' di movimento, per la salute, sai". Ma lo dicono con lo stesso entusiasmo con cui direbbero "eh sì, dovrei proprio fare un clistere di otto litri, per la salute, sai". Perchè il movimento per loro non è piacere e non gli interessa veramente di migliorare il proprio fisico. Quindi non lo faranno mai o forse lo faranno un po', poi smetteranno. Chi fa cross-fit, Mountain bike o che so io, fa fatica, ma si diverte e si fissa sempre nuovi obiettivi. Allora chiediamoci, proviamo piacere nel fotografare? Vogliamo andare avanti? O ci va bene così, "tanto per". E poi so che non diventerò mai bravo come tanti altri. Può darsi, anzi quasi sicuro. Ma chi se ne frega, non è questo il punto. Il vero scopo che ci deve muovere nella nostra passione, qualsiasi sia, è essere ogni giorno un po' più bravi di quanto si era prima, fino ad essere essere soddisfatti dei propri risultati. Tra eccellere e fare schifo c'è un sacco di spazio, dove si sarà "almeno" soddisfatti delle proprie foto, poi si potrà provare ad andare anche più in là, un po' per volta. Certi maestri di arti marziali (non agonistiche) fanno capire che se oggi riesci a battere qualcuno che prima ti batteva, non devi essere contento perchè sei diventato più bravo di lui, ma perchè sei diventato più bravo di com'eri prima. Penso sia lo stesso per quasi tutte le arti (la danza ad esempio), ma io parlo solo di quello che conosco. Si incontra sempre gente più brava di noi, e allora? Sono convinto che non ci si debba misurare con altri se non con se stessi. Ma se pubblico le mie foto poi mi giudicano male perchè sono brutte e io ci rimango malissimo. Se parliamo di un contesto come questo, dove in gran parte non ci si conosce di persona, se qualcuno giudica male te, è lui che sbaglia, la cosa non ti deve amareggiare o irritare, non fa testo, non si devono giudicare mai le persone, soprattutto quelle che non si sa nemmeno che faccia abbiano. Questo è il mio pensiero almeno. Se invece esprime un giudizio sulla tua foto, anche severo, ma educato, allora se ne deve tenere il dovuto conto, che significa valutare criticamente, ma onestamente il giudizio ricevuto, allo scopo di migliorarsi. All'inizio della mia avventura digitale, quando si cominciava appena a condividere foto in internet, avevo pubblicato su un forum di fotografia naturalistica una foto di due cicogne in controluce che mi sembrava un capolavoro... uno dei membri storici, fotonaturalista di buon livello, con la massima schiettezza mi ha spiegato che per lui il posto giusto per quella foto era il cestino e mi ha detto perchè. Nonostante fossi molto più giovane ed irritabile di adesso, dopo un primo momento di sconcerto, ho capito che aveva ragione, e gli sono ancora grato adesso per avermi esortato a non essere indulgente con me stesso. Mi è anche capitato (ma rarissimamente) di ricevere giudizi offensivi e o indifferenza, non vivo su un Pero, ma il bilancio, posso dirlo, è largamente positivo. Ho imparato tantissimo, ho conosciuto gente eccezionale (e un po' di str...ani) ma soprattutto mi ha aiutato a migliorare quel che faccio. Magari non mi risponde nessuno, si commentano solo tra amici. Può essere, anzi a volte è, ma insistendo, "scassando" facendosi conoscere, presenziando, un po' alla volta, i feedback arrivano (o si viene cacciati , no scherzo). Ma attenzione, non lo si deve fare per dovere! Se poi anche noi si commenta gli altri... aiuta. La fai facile tu. Senz'altro c'è chi è più portato a comunicare e chi meno, ma se c'è interesse, entusiasmo per quel che si fa, un'opinione o una piccola domanda.... No in realtà non ne ho proprio voglia, mi diverto a fare il fotografo per finta, gioco con le attrezzature, compro vendo e ne discuto sui forum, poi le foto sono un di più, la storia dello schifo è una scusa. Allora il problema non esiste! Se sei già contento così, non c'è bisogno d'altro. Ma credi di sapere tutto tu? Ma lo sai che ci stai proprio rompendo i... Sì lo so, sto procurandovi una grave gonadofrazione (modo difficile di dire che rompo ciò che ho sostituito coi puntini sopra), ma le mie intenzioni sono buone. Ho sperimentato su di me il detto che lo scopo del viaggio non è tanto nella meta ma nel viaggio stesso; ha ragione (tranne quando prendi il treno da pendolare per andare a lavorare). Metaforicamente, ogni piccolo passo in avanti che fai è una soddisfazione. La mia intenzione è proporre una via per essere più contenti di quel che si fa. Attenzione: non sto dicendo che partecipare al forum vi darà la felicità, ma che la condivisione e la partecipazione ad un forum è uno degli strumenti, uno dei tanti che potrebbero aiutarci a migliorare, se ci interessa farlo. Non confondiamo il dito che indica con l'oggetto indicato. Ecco, se a leggere vi siete divertiti e vi è servito a qualcosa, sono contento, se no ...sono contento perchè mi diverto lo stesso a scrivere, ma un po' meno. SCUSE DOVUTE E CHIARIMENTI NECESSARI: SCUSATE SE OGNI TANTO HO FATTO IL SANTONE, è un ruolo troppo divertente e non ho resistito ma, sul serio, non penso di essere più saggio di nessuno. NON C'E' ALCUN INTENTO PROMOZIONALE NE' COERCITIVO Quanto ho scritto è solo allo scopo di incoraggiare chi vuole provarci. QUELLO CHE SCRIVO NON PRETENDE DI ESSERE VERITA' UNIVERSALE. E' solo la mia visione della cosa. Ci sono ben poche verità universali e io non ne possiedo. MI INTERESSA MOLTO SENTIRE LE VOSTRE OPINIONI E I VOSTRI PERCHE', SE VOLETE, SOPRATTUTTO PER OFFRIRE UNA BASE PIU' AMPIA DI CONFRONTO A CHI PUO' SERVIRE. Grazie!
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  8. Potrei ripetermi in tante delle riflessioni che avete fatto, quello che posso confermare è senza dubbio che nel fare le foto ogni volta mi impegno sempre di più. Questa voglia di migliorare non tanto nella foto ma nel messaggio o nella emozione che una foto può dare è quello che mi guida. La tecnica di ripresa mi sembra, parere mio, già parecchio migliorata ma non basta, anche io scarto molte foto e commetto ancora errori, la vera motivazione e nella ricerca del fotografo che c'è in me. Qui sono consapevole che sarà una strada con gioie e dolori, ma in fondo tutta la nostra vita lo è, l'importante è avere sempre la voglia di continuare divertendosi.
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  9. Migliori di ieri sicuramente. Ma domani migliori di oggi... ci si deve lavorare. Però esistono ottime possibilità. A totale supporto della tua posizione esiste la mentalità di base del fotoamatore evoluto (preferisco sempre il termine "dilettante" perchè mi rende più umano): fare meglio della volta precedente, sempre. Quando da ragazzino imparavo e passavo il tempo a rompere letteralmente le balle a tutti i professionisti che conoscevo, con una certa invidia (in senso buono ovviamente) per quella che consideravo la straordinaria qualità del loro lavoro, un giorno un vecchio fotografo, un amico che oggi non è più tra noi, mi disse: "Voi appassionati siete meglio dei professionisti: noi siamo costretti a fare il lavoro sempre bene e in breve tempo perchè dobbiamo consegnarlo al cliente. Mentre voi potete usare tutto il tempo che volete per fare e rifare fino ad ottenere un lavoro migliore". Amen. Noi siamo così, salve le volte nelle quali le buone idee finiscono nel cestino perchè il risultato non ci soddisfa... ma anche rifare è un piacere, l'importante è, come dice Silvio, non fermarsi. ----- Non lo avevo mai fatto, ma questo pomeriggio andrò a cercare un campo di girasoli. Non che mi freghi niente di fotografarli, ma so già da ora che in post produzione quelle immagini mi creeranno diversi problemi. Voglio solo sapere quali e perchè. E solo per questa mia curiosità ci spenderò sopra un intero pomeriggio. Sono uno scellerato.
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  10. E invece ... come protremmo interpretare l'inazione degli iscritti e dei Nikonlander in particolare ? Dando sempre la colpa al solito Salvini .... burbero e pretenzioso Admin ?
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  11. Nikon Z6 con 300mm f4 +Tc14. f8, 1/640s, 2000 ISO. Silver efex.
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  12. Grazie a tutti Il mio sogno sarebbe anzi è, arrivare lì, un giorno.
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  13. Le parole "non sarò mai bravo" sono importanti nel titolo, mi fa piacere tu le abbia tenute, perché lanciano un messaggio diretto di come molte persone si approcciano alle cose della vita (la fotografia è una delle tante) e nell'articolo è descritto in maniera impeccabile che tutti possono essere bravi se lo vogliono, ma se il "non sarò mai bravo" continuerà a restare nella nostra testa allora così sarà, si chiama legge dell'attrazione. E per chi fosse curioso ed andasse a cercare cosa si nasconda dietro a questa cosa, attenzione che ci sono un sacco di baggianate in rete. La sostanza è che se io sono determinato ad ottenere un obiettivo, tanto più lo sarò, quanto più questo si presenterà con certezza. Col duro lavoro si può arrivare in luoghi apparentemente impensabili. Complimenti Silvio per la dialettica con cui hai stemperato un argomento così complesso.
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  14. Articolo originariamente pubblicato su Nikonland 1.0 nel 2016 ma ancora del tutto attuale Con D2h e D2x il 300/2.8 era il mio standard nello sport.In DX il 300/2.8 resta un 300 mm luminoso ma inquadra il campo quasi di un 500/4, restando tutto sommato compatto ed abbordabile. Il passaggio al full-frame con la D3 lo ha relegato in un ruolo di secondo piano.Nel tempo mi sono dotato di 500/4, 600/4 per poi standardizzare sul 400/2.8. Il 400/2.8 è un obiettivo straordinario ma è anche una vera capital ship, oltre ad essere enorme e pesante. Ecco che con il ritorno di macchine DX prestanti come la D7100 e la D7200, il 300/2.8 ritorna di prepotenza l'obiettivo giusto per fare tante cose Così nel tempo ho venduto tutti gli altri supetele per tenere solamente questo ultimo, fantastico 300mm F2.8 nella sua seconda versione stabilizzata. Vediamolo insieme. con la usuale cappacopripolvere in materiale sintetico.Come già sapete, tutti i supertele Nikon vengono forniti senza tappo frontale.La prima lente (in realtà un vetro ottico posto a protezione delle restanti lenti) ha un diametro esagerato per un normale tappo a vite.Così la cappa copripolvere funge da protezione integrale, avvolgendo di fatto il paraluce.il paraluce è un oggetto di straordinaria fattura, in fibra di carbonio resistentissima ad urti ed abusi.Costa anche come un buon obiettivo normale ... se vi capitasse di perderlo e frantumarlo con una mazza, è meglio saperlo ! eccolo qua, il paraluce a stadio unico che si blocca in posizione con una vite.A riposo si rovolta sull'obiettivo stesso.di ultima generazione i comandi di controllo per innescare o disinnescare lo stabilizzatore, su due posizioni "normale" e "sport".L'obiettivo è anche dotato di limitatore della messa a fuoco (a partire da 6 metri) e di memorie di punti di messa a fuoco (mai usate se non per prova).attacco standard, ancora con la camma per controllare meccanicamente il diaframmail collarino del treppiedi è quello usuale di Nikon. Non esasperatamente stabili.Va bene però per i miei usi con monopiede.la vista frontale di questo pozzo di vetro e luce ed eccolo qui in tutta la sua estensione con il paraluce in posizione da combattimento Con questo 300/2.8 Nikon ha presentato anche - come faceva una volta - un duplicatore 2x dedicato, dotato di lente asferica.A dispetto delle versioni precedenti, qui il degrado dell'immagine è veramente ridotto.Infatti, per le prestazioni esibite, è l'unico teleconverter che ho trattenuto in casa.E' troppo comodo avere la possibilità quando serve di inserire un affarino di 5 cm ed avere magicamente un 600/5.6 VR II ancora compatto con poca spesa ... Costruttivamente l'obiettivo non si presta ad alcuna critica.Io lo possiedo da 6 anni e non ha mai lamentato il minimo problema.Adesso l'azionamento del motore accenna un leggerissimo sibilo ma nulla di preoccupante.Fa parte del gioco, con il 200/2 VR I era ben più allarmante eppure funziona ancora, dopo 12 anni dalla messa in produzione Fotografia generale Qualche foto di esempio per apprezzarne le caratteristiche di isolamento del soggetto, utilizzando la Nikon D3, la D7100 e la D3x qualche scatto al football D3D7100 e qui con D3x ad una rievocazione storica-religiosa, il Venerdì Santo di Romagnano Sesia Ritratto Non è inusuale usare il 300/2.8 per il ritratto, specie in esterni.In interni può risultare un pò inquietante per il soggetto e adesso preferisco usare il magnifico 300/4 PF, che non dà così nell'occhio su Nikon D800E, con l'obiettivo invariabilmente sempre tutto aperto. Si nota il potere di isolamento del soggetto, la morbidezza complessiva dello sfuocato, i colori brillanti ma senza esagerazione (sono tutti NEF con profilo Portrait). In pista Ma come detto è in autodromo che l'ho usato per lo più su D7100, in qualche caso in crop mode 1.2, in qualche caso con duplicatore per un 900 o 1200mm equivalente su Nikon D800E anche su V2 per vedere come mi trovavo con gli 810 mm sintetici in attesa dell'arrivo del 1 Nikkor 70-300 CX Conclusioni Usciti altri obiettivi di cui mi sono dotato (il 300/4PF, splendido e compatto, il 200-500/5.6 che sto testando adesso in pista) ho più volte pensato di vendere anche quest'ultimo supertele.Ma ogni volta lo guardo e mi fermo.Lo prendo, inquadro qualche bel soggetto, apprezzo lo sfuocato, la nitidezza sul piano di messa a fuoco sensazionale ma delicata.Apprezzo l'oggetto in quanto ... la vera quintessenza del retaggio Nikon tramandato fino ad oggi dai tempi che furono. E non me la sento. Credo che lo terrò comunque, specie nella prospettiva di utilizzarlo con la Nikon D500, la macchina che più delle altre lo può valorizzare ovunque. Sostanzialmente lo ritengo un obiettivo perfetto, privo di difetti e dotato solo di pregi. Non parlo semplicemente di cose come la messa a fuoco fulminea o la stabilizzazione valida anche a mano libera fino ad 1/50'' nonostante il peso.Ma del complesso delle qualità dell'oggetto ed a dispetto del costo principesco (ma ancora limitato rispetto ad un 400/2.8 FL o un 600/4 FL che oramai superano il prezzo di un piccolo Cross-Over 4x4 orientale). Facile che questa estate esca la versione E, con il controllo del diaframma elettromagnetico e il trattamento alla fluorite. Può anche essere che quello sarà di uno iota migliore di questo. Ma io questo già ce l'ho
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  15. Grazie del passaggio Simona, ma mi sembra che qui a molti sfugga il senso dell'articolo: Lo scopo non era filosofico, ma estremamente pratico. Non volevo affatto disquisire sul concetto di bellezza e la sua soggettività e tutto il resto. Lo scopo era semplicissimo: incoraggiare, invitare, esortare chi "non se la sente a pubblicare perché le sue foto bla bla", da una parte a sforzarsi un po' per migliorare, ma per lui stesso, dall'altra a condividere le sue immagini perchè potrebbe aiutarlo a migliorare, appunto, e nel contempo animare questo sito che ci ospita. Se uno si diverte, gli bastano i suoi risultati, va benissimo, ma allora non ci dovrebbero essere problemi nel condividerli e parlarne, no? E' più chiaro ora?
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