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Mostra il contenuto con la massima reputazione di 12/05/2020 in tutte le aree

  1. Quest'esercitazione NATO,trae origine da un'iniziativa attivata dal ministro francese della difesa nel 1961,affinchè si consolidassero i rapporti tra le varie forze aeree della NATO.Il 79th TFS(Tactical Fighters Squadron) dell'USAFE (Us Air Force Europe) di base a RAF Woodbridge,colse la palla al balzo e organizzò per il luglio dello stesso anno,presso la sua sede,un'esercitazione a cui invitò il 74th Squadron della RAF e l'EC1/12 dell'Armee de l'Air francese.Tutti i ireparti coinvolti avevano una tigre nel proprio emblema,da lì le cose si svilupparono negli anni così che l'esercitazione,a cadenza annuale,si ampliasse come reparti partecipanti e come complessità.Oggigiorno a quest'esercitazione,partecipano 24 reparti delle diverse forze aeree NATO,alcuni reparti sono stati sciolti e altri si sono aggregati,poichè non erano moltissimi ad avere una tigre come simbolo,nel tempo la partecipazione venne estesa a diverse altre famiglie di felini come linci,giaguari,puma etc etc. Nel contempo,la crescente popolarità dell'evento,tra gli appassionati,ha fatto si che dei primi anni '80 circa,venisse indetto uno spotterday specialmente dedicato agli appassionati,dietro previa registrazione/pagamento online,è possibile prendervi parte.Tutto attorno all'esercitazione gravita un bel clima goliardico tra i vari reparti e per gli appassionati c'è pure la possibilità di acquistare delle memorabilia tigrate (patches,sciarpe,magliette,cappellini, zoccoli) di ogni singolo evento ,ospitato come già detto in precedenza,a rotazione,dai vari reparti.Allego alcune immagini di eventi occorsi nei passati anni.buona visione. qui sotto vediamo un colorato F-104 Starfighter canadese,questi furono i primi ad adottare una simile livrea su di un F-104,imitati poi da belgi e greci. qui un esemplare di F-104 tigrato belga qui un esemplare greco ora un Tornado tedesco qui invece un'altro Starfighter,questa volta italiano qui invece un FB-111 dell'USAF in una rara apparizione in europa ecco ora un RAFALE francese,come notate ci sono delle variazione nella tonalità delle livree tigrate sempre francese,ma in questo caso un Mirage2000 è la volta ora di un coloratissimo G-91 portoghese ed eccoci ad un colorato F-4 Phantom inglese,questo aereo era non volante torniamo in Francia ora con un bel Mirage F1 quindi eccoci con un bel F-16 dell'aeronautica belga quindi ci spostiamo nell'europa dell'est con un bel Su-22 polacco rimaniamo all''est con un addestratore L-29 Dolphin della forza aerea cecoslovacca. quindi eccoci in Norvegia con un F-5 infine a chiusura di questa breve carrellata di immagini,un Tornado tedesco
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  2. E' un kit da non sottovalutare, in particolare per chi ha già una Z6/Z7 in casa... Il treppiede ed il microfono dovrebbero essere compatibili con tutta la famiglia Z e la basetta SmallRig è quasi irrinunciabile per una presa decente della Zina. Manca l'FTZ ma se lo si ha già in casa è un non problema, ed il 16-50 consente l'uso disimpegnato. E poi dobbiamo ammettere che Nikonland manca ancora del canale Youtube...
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  3. siamo sicuramente il sito che ha avuto più Nikon Z50 in prova .... dell'universo
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  4. NIKON FE. ISTRUZIONI PER L’USO. PRIMA PARTE La Nikon FE è stata una fotocamera che Nikon ha concepito alla fine degli anni ’70, sulla scorta del successo della Nikon FM, dalla quale si differenzia per alcuni dettagli, ma di fondamentale importanza nell’uso sul campo. Buona visione e buona lettura! Nikon FE: l’evoluzione logica della Nikon FM Tra il 1977 e il 1981 Nikon produsse la Nikon FM, fotocamera interamente meccanica, con tempi di posa da 1 secondo fino a 1/1000 di secondo e con esposimetro incorporato TTL alimentato a batteria. Dalla Nikon FM nacque la La Nikon FM2, prodotta dal 1982 al 2001, per ben 19 anni – uno dei modelli più longevi di casa Nikon, è una fotocamera manual focus che non solo ha incontrato grandi consensi di pubblico durante il suo ventennio di produzione, ma è ancora oggi una delle fotocamere Nikon manual focus più ambite.Si distingue inannzitutto dal modello precedente per il fatto che il tempo di scatto più veloce passa da 1/1000 di secondo della FM a 1/4000 di secondo della FM2. In quel periodo c’era una vera e propria corsa al tempo di scatto sempre più veloce, corsa più scientifica e da primato che pratica, visto che le pellicola non superavano i 3600 ISO e non era ancora in voga la “caccia” alle immagini con effetto “bokeh” che avrebbero potuto giustificare tempi di scatto sempre più veloci. Ma contemporaneamente alla produzione della Nikon FM, per la precisione dal 1978 al 1983 arrivò la Nikon FE. E’ la versione elettronica che unisce la tecnologia della Nikon EL2, evoluzione con innesto obiettivi AI della mitica Nikkormat EL. Quasi identiche nel design, negli ingombri e nei pesi, la Nikon FE introduce importanti innovazioni, per il cui funzionamento è però necessaria la batteria: l’otturatore non è più meccanico ma elettromeccanico, è presente un solo tempo fi posa meccanico, il 1/90 di secondo, ma a fronte di questa “dipendenza” la Nikon FE offre la priorità di diaframmi e la possibilità di impostare manualmente tempi fino a ben 8 secondi di posa. Questa dipendenza dalla batteria, per altro facilmente superabile semplicemente avendo con sè una batteria di scorta, ha però fatto sì che ancora oggi sono più ricercate le Nikon FM e FM2 piuttosto che la FE e la sua erede, la Nikon FM2. Io personalmente preferisco immensamente la FE alla FM, vi spiego nei prossimi capitoli il perchè. La priorità di diaframmi La priorità di diaframmi è un semiautomatismo presente anche nelle reflex digitali attuali, che permette all’utente di impostare manualmente il diaframma – responsabile tanto della profondità di campo che del fuori fuoco – o effetto bokeh alle spalle del soggetto -, lasciando che sia la fotocamera a impostare automaticamente il tempo di scatto. Se pensiamo che con queste fotocamere la messa a fuoco è manuale, il riarmo del’otturatore e l’avanzamento della pellicola sono manuali, non doversi preoccupare anche di impostare il tempo di posa permette al fotografo di abbattere preziosi secondi di impostazione dei parametri della fotocamera, consentendogli di catturare davvero l’attimo fuggente. L’estensione dei tempi di posa fino a 8 secondi. Nel 1991 Nikon presentò la Nikon F 601, sia il modello AF che M, che permetteva di impostare manualmente tempi di posa fino a 30 secondi. Ma già poter contare su un’impostazione manuale di 8 secondi, rispetto al tradizionale secondo, permetteva, giò con la Nikon FE di lavorare in condizioni di luce crepuscolare edi ener conto anche dell’effetto di non reciprocità, che accomuna – ancora oggi – tutte le pellicole. L’effetto di non reciprocità. Detto anche effetto Schwartzchild, l’effetto di non reciprocità, o difetto di reciprocità è un limite delle pellicole, soprattutto a colori, tale per cui, oltrepassata la soglia del secondo di posa, impostando per esempio f/8 e 1 secondo di posa, se chiudiamo il diaframma di 1 stop, portandolo a f/11, per mantenere la medesima quantità di luce il tempo di posa non va semplicemente raddoppiato a 2 secondi ma va aggiunto del’altro tempo di posa. L’effetto è a progressione geometrica, questo significa che se già si parte con un tempo di posa molto lungo, una sua variazione, per esempio chiudendo il diaframma, o basandosi semplicemente sul dato fornito dall’esposimetro – che NON tiene conto dell’effetto di non reciprocità – porta a un reale tempo di posa che può essere il triplo o il quadruplo rispetto a quello indicato dall’esposimetro. Ecco il motivo per cui,pur accontentandosi del “soli ” 8 secondid ella Nikon FE, questa fotocamera fino a un certo livello di EV permette di impostare un tempo di posa che tenga conto anche dell’effetto di non reciprocità. La priorità di diaframmi della Nikon FE: arriva davvero “solo” a 8 secondi ? L’esposimetro della Nikon FE, come la maggior parte degli esposimetri dell’epoca, aveva un range di EV poco esteso, per la precisione da EV 1 a EV 18, che si traduce in una bassa sensibilità al rilevamento della luce in condizioni di scarsa luminosità. Infatti, anche impostando la priorità di diaframmi, i dati di targa della Nikon FE consentono anche in semiautomatismo di raggiungere solo gli 8 secondi di posa. Per fortuna, nella pratica, i tempi di posa raggiungibili in modalità A sono BEN superiori ! Altro che 8 secondi ! Se osserviamo il grafico della Nikon FE notiamo che impostando una sensibilità di 12 ISO si arriva appunto, in modalità A a8 secondi di posa. Per mia esperienza personale, invece, i tempi di posa che si raggiungono superano i minuti, e c’è chi è arrivato a mantenere aperto, in automatico l’otturatore della propria Nikon FE fino a ben 63 minuti ! Giocando con gli ISO e con la staratura intenzionale dell’esposizione, e senza l’ausilio di un esposimetro esterno, la Nikon FE è in grado di fronteggiare situazione quasi completamente prive di illuminazione, e starando intenzionalmente l’esposizione, di far sì che tenga conto anche dell’effetto di non reciprocità. Non male, direi! Reperibile, riparabile. Nonostante i primi esemplari siano stati immessi sul mercato nel 1981 – quindi quasi quarant’anni fa – la Nikon FE è ancora facilmente reperibile nei negozi specializzati di fotografia. Nonostante l’elettronica, poca rispetto a una digitale, ma superiore rispetto a una Nikon FM, la Nikon FE può ancora tranquillamente essere riparata da diversi laboratori specializzati sparsi su tutta la penisola Leggera, e da oggi non serve neppure tornare a casa per sviluppare i negativi. Leggera, quasi tascabile, dotata di un parco ottiche, specie gli Ai a loro volta leggeri e compatti, la Nikon FE trova posto in una borsa di dimensioni contenute, insieme al suo corredo. E da oggi, se avete fretta di vedere i risultati, basta che abbiate con sè una LAB-BOX con il monobagno, Ars Imago o il Dx ONE di Ag+per poter sviluppare i vostri negativi direttamente sul campo, senza camera oscura, senza changing bag! __________________________________________________ Nikon FE: uno sguardo d’insieme La misurazione in stop down e la compatibilità con gli obiettivi pre Ai La Nikon Fe, come già la Nikon FE ha la possibilità di sganciare l’accoppiamento previsto per gli obiettivi Ai permettendo sia di esenìguire precise esposizioni in stop down che di utilizzare anche gli obiettivi pre Ai, come i vecchi obiettivi F presentati alla fine degli anni ’50 con la prima Nikon F. Un’opportunità certo da non sottovalutare. Nikon FE: le informazioni nel mirino La Nikon FE permette di osservare, attraverso il mirino, diversi dati impostati e di scatto. In alto, come di consueto, grazie a un prisma che legge la scala dei tempi sull’obiettivo montato, è possibile leggere il tempo impostato. A sinistra è presente una scala che permette di leggere i tempi da1/1000 fino a 8 secondi, oltre l’impostazione sul tempo meccanico 1/90 di secondo e la posa B e se la ghiera dei tempi è impostata su A. Per indicare il tempo o la funzione impostata basta osservare dove è posizionata la stanghetta verse, che si muove sincronizzata rispetto alla rotazione della ghiera dei tempi. Per leggere invece il dato suggerito dall’esposimetro basta osservare l’ago nero che, se coincide con la stanghetta verde, indica che l’accoppiata tempo/diaframma scelta dall’utente è in linea con quanto suggerito dall’esposimetro. Sotto o sovraesposizioni intenzionali Al contempo, sempre a questa scala molto chiara e leggibile, è anche possibile introdurre delle sotto o sovraesposizioni intenzionali tenendo come riferimento l’ago dell’esposimetro e scegliendo volutamente un tempo di scatto più lento o più veloce per indurre appunto delle sotto o sovraesposizioni intenzionali La staratura intenzionale dell’esposizione in manuale e in priorità di diaframmi. Un altro sistema per effettuare delle sotto o sovraesposizioni intenzionali dell’esposizioni si ottiene agendo sulla ghiera delle starature intenzionali delle esposizioni; questa ghiera permette di indurre delle sotto o sovraesposizioni intenzionali da -2 fino a +2 stop e può ed è estremamente utile quando si sa già a priori che diverse immagini in sequenza, o perchè il soggetto riflette poca luce o perchè ne riflette troppa, potrebbero non essere correttamente esposte perchè la riflessione della luce da parte del soggetto ingannerebbe l’esposimetro. ATTENZIONE: quando si lavora in manuale sarà l’ago dell’esposimetro a stararsi e sarò l’utente a dover far collimare l’ago ” starato” con la stanghetta verse. Quando si lavora in A ovvero in priorità di diaframmi, verrà proposto un tempo di scatto “starato” sul quale però non è necessario intervenire, perchè sarà la fotocamera stessa ad adeguare il tempo di scatto. Una piccola pecca della FE è data dal fatto che, a differenza di altre fotocamere, come guà la Nikon FE2, quando si sposta la ghiera della staratura nel mirino non compare alcun avviso di staratura; sarà quindi l’utente, a staratura ultimata, che dovrà ricordaesi di riportare la ghiera sul simbolo “ZERO”. La visualizzazione nel mirino della staratura intenzionale dell’esposizione nella Nikon FE2. Qui si vede chiaramente il simbolo +/- che si retroillumina di rosso sulla Nikon FE2 quando si attiva una staratura intenzionale dell’esposizione. Devo ammettere, anche se la FE è mia fedele compagna da 39 anni, che questa miglioria sulla Nikon FE2 non è da disprezzare Personalmente, per evitare di ritrovarmi un intero rullo quasi intenzionalmente starato, io preferisco non usare, sulla FE, la ghiera della staratura intenzionale. Detto anche effetto Schwartzchild, l’effetto di non reciprocità, o difetto di reciprocità è un limite delle pellicole, soprattutto a colori, tale per cui, oltrepassata la soglia del secondo di posa, impostando per esempio f/8 e 1 secondo di posa, se chiudiamo il diaframma di 1 stop, portandolo a f/11, per mantenere la medesima quantità di luce il tempo di posa non va semplicemente raddoppiato a 2 secondi ma va aggiunto del’altro tempo di posa. L’effetto è a progressione geometrica, questo significa che se già si parte con un tempo di posa molto lungo, una sua variazione, per esempio chiudendo il diaframma, o basandosi semplicemente sul dato fornito dall’esposimetro – che NON tiene conto dell’effetto di non reciprocità – porta a un reale tempo di posa che può essere il triplo o il quadruplo rispetto a quello indicato dall’esposimetro. Ecco il motivo per cui,pur accontentandosi del “soli ” 8 secondid ella Nikon FE, questa fotocamera fino a un certo livello di EV permette di impostare un tempo di posa che tenga conto anche dell’effetto di non reciprocità. Il Memory Lock Il Memory Lock è un’altra funzione interessante di Nikon che serve per bloccare l’esposizione puntando sul soggetto desiderato la parte centrale dell’inquadratura, si attiva spingendo verso l’obiettivo la leva dell’autoscatto e una volta premuta va tenuta bloccata fino a che non si effettua lo scatto. Attenzione: il Memory Lock funziona esclusivamente in priorità di diaframmi, ovvero quando la ghiera dei tempi è impostata sulla “A” verde. Il Memory Lock: attenzione all’ago dell’esposimetro! Quando viene attivato il Memory Lock e ricomponendo l’inquadratura si cambia il punto dell’inquadratura, se questa è più chiara o più scura rispetto al centro dell’immagine su cui è stato fatto il Memory Lock, l’ago dell’esposimetro si muoverà proponendo un nuovo tempo di scatto, o più lento o più veloce. Attenzione: anche se l’ago si muove, l’esposizione rimarrà bloccata sull’esposizione che è stata effettuata al momento della pressione del Memory Lock. Nikon FE o Nikon FE2 ? Questo è il dilemma. Dilemma simile a quello tra Nikon FM e Nikon FM2. La Nikon FE2 arriva a 1/4000 di secondo, dispone di TTL flash, il syncro flash è su 1/250 e anche il tempo meccanico è su 1/250. Attraverso il mirino il simbolo +/- avvisa se è stata impostata uno sotto o sovra esposizione intenzionale. Gli ISO impostabili sono stati portati da 3200 a 4000 ISO. Ma, ma c’è un ma: non è più possibile lavorare in stop down e soprattutto utilizzare gli obiettivi pre Ai. Io, personalmente, non ho bisogno di tempi superiori a 1/1000 di secondo, nè del syncro flash a 1/250 di secondo nè tantomeno di un tempo di scatto meccanico a 1/250 di secondo, francamente troppo veloce per poter, in caso di necessità, con pellicole non molto sensibili, chiudere di un paio di stop in più il diaframma. Avrei bisogno del riferimento per la staratura intenzionale ma ho ancora più bisogno di lavorare in stop down e, se voglio, usare gli obiettivi pre Ai. La mia scelta, quindi, cade assolutamente sulla Nikon FE, senza per questo nulla togliere alle migliorie apportare sulla FE, migliorie per alcuni “peggiorie” per altri… Scelgo Nikon FE, quindi. Leggera, quasi tascabile, dotata di un parco ottiche, specie gli Ai a loro volta leggeri e compatti, la Nikon FE trova posto in una borsa di dimensioni contenute, insieme al suo corredo CONCLUSIONI Il nostro tour sulla Nikon FE termina qui: Nikon FE rimane ancora oggi, per noi argentici, una fotocamera straordinaria. Quale sarà la prossima fotocamera di cui vi parlerò? C’è un solo modo per scoprirlo: follow me! A presto e buona luce Gerardo Bonomo (http://www.gerardobonomo.it/, canale YouTube)
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