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Mostra il contenuto con la massima reputazione di 18/03/2020 in tutte le aree

  1. Non dal balcone ma sul divano... Peccato che il cane scappa non appena vede la macchina
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  2. Proseguendo da... e "rotolando verso sud" in direzione di Grado si comincia a sentire l'aria salmastra della laguna di Grado. Prima, con una leggera deviazione, seguendo la gronda lagunare, si potrebbe fare un breve giro a "Belvedere" che non è che sia un bel vedere irrinunciabile, ma un giro in bici, immersi nella pace e nel silenzio possono anche essere piacevoli. Il borgo è semplice e quanto alla flora e alla fauna, gli interessati hanno a disposizione dei punti naturalistici non distanti (la foce dello Stella, Marano, Isola della Cona, foce dell'Isonzo....) sicuramente appaganti. Ma ugualmente, per un appassionato come me del limite tra l'emerso e il sommerso delle lagune e degli orizzonti confusi, sicuramente è un paesaggio appagante per lo spirito. Si arriva con il lungo ponte che attraversa la laguna a Grado. Ora, ripeto, non è una guida turistica... e l'occasione era stata propizia per provare la nuova arrivata Z6 e confrontarla con la D850. Ma come tutti i luoghi storici, antichi, sul mare, d'estate o d'inverno, anche Grado il suo fascino ce l'ha. Prendete le mie parole in fiducia.... e una guida turistica per informarvi per bene. E' al limite della laguna e del mare e il lungomare specie in una giornata tersa lascia spaziare lo sguardo lontano, anche oltre confine. Il Santuario della Madonna di Barbana... per devoti o curiosi c'è il motoscafo... Il centro storico ha il classico fascino dei borghi marinari. Calli strette, campielli (in fondo Venezia ha lasciato le sue tracce...) E poi la basilica, il battistero, ristoranti e il lungomare per digerire.... E adesso mi riposerei un pò.... Saluti da Grado!
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  3. Oh bè, se anzichè "dal" posso fare "sul" balcone, la musica è un'altra anche per me:
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  4. Ho in casa il nuovo Experience Kit dedicato alla Nikon Z50 che mi ha mandato in anteprima Nital Spa, distributore nazionale dei prodotti Nikon e mi chiedo come valorizzarlo al massimo. Vorrei provare la Z50 senza pensieri e senza problemi. Neanche uno sguardo ai manuali. Scatterò solo in JPG in barba alla T-Shirt di quel pirloide di Jared Polin, usando a rotazione i picture control creativi della Z50. I suoi obiettivi in kit e ... ? Sarebbe troppo, troppo facile per me prendere il Nikon 105/1.4E che rende magico ogni scatto con la sua anima onirica. No, voglio un obiettivo che comprerei se avessi la Z50 (no, vi assicuro che non la comprerò, ho già Z6 e Z7 e per ora mi bastano in attesa del futuro). Ecco la scelta ideale, il Nikkor 85/1.8S che sulla Z50 inquadra il campo di un 135mm molto luminoso ma non ingombra esageratamente. lo spendido Experience Kit che potete richiedere al vostro negoziante di fiducia. La valigetta è pericolosamente simile a quella dell'inarrivabile Noct ! quindi al contenuto del valigione aggiungo il mio 85mm. Inserisco una Sandisk da 128 gigabyte e parto. Per dove ? Ma è la Milano Fashion Week e ancora il terrore del corona-vairus non si è diffuso abbastanza. La città è piena come un uovo di gente, di modelle e di ricche signore che vanno a fare shopping nel quadrilatero della moda (Montenapo, Via Spiga, Via Bagutta, Via S. Andrea). Sotto a questo megaposter, nel palazzo in profonda ristrutturazione, una volta io ci lavoravo ... oggi c'è Versace con un vestitino che non passerà inosservato andando verso il Duomo c'è Burberry a coprire i lavori in corso Stesso discorso a Piazza San Carlo, dove Dior copre una parete. Ci sono così tanti lavori in corso che quando saranno finiti non riconoscerò più la città in cui sono nato (e già adesso ....) Dior ! ma non finisce qui perchè in Corso di Porta Venezia c'è Irina che ammicca con la sua borsa Furla ma anche abbassando lo sguardo, una vetrina tutta dedicata alla bella di Lodi, Bianca Balti con il nuovo reggiseno Yamamay Nel quadrilatero della moda con la Nikon Z50 e i DX Nikkor 16-50 e 50-250 Vie note in tutto il mondo come le Curve dell'Autodromo di Monza noi italiani dovremmo essere orgogliosi di dove strusciamo i nostri piedi e invece spesso sono più i turisti che lo apprezzano. Siamo strani ... Vetrine che prendono vita e anima Kate Moss che promuove una tutina in pelle di Ermanno Scervino con una serie di sguardi difficili da evitare Qualcuno ha abbandonato la sua Ferrari 812 in doppia fila Ah, ecco, dove ho lasciato la mia Ferrari ? spezzo un pò passando da un bel "Matita" ad un Vivid o ad un Denim camminare per queste strade è come vivere dentro una copia di Vogue o di Vanity Fair Tutti i marchi sono rappresentati per queste strade. Anche quelli di cui non ti ricordavi più. E le occasioni per fotografare si sprecano. Basta avere occhio e la mia Z50 mi asseconda liberamente. Sono già centinaia gli scatti che ho fatto e la batteria è ancora tutta carica. Ovviamente meglio non guardare i prezzi Missoni non è il più caro ma almeno mette i prezzi, gli altri evitano ! Mi fermo all'angolo e sfrutto l'allungo del 50-250 in modo discreto Ma non posso trascurare questi che hanno infilato una Cisitalia in splendido stato dentro alla vetrina Finalmente, di ritorno, arrivo in Piazza del Liberty, dove hanno aperto il megastore di Apple con la sua fontana sempre attiva e la scalinatona Ci sono alcune modelle che posano per gruppi di fotografi. Un workshop ? Un servizio di moda ? I dunno ! Ma mi imbuco e mi metto a scattare anche io. Solo che prima ho montato il mio splendido e maneggevole Nikkor 85mm f/1.8 S che sulla Z50 diventa come un 135mm, selettivo ma ancora usabile. Gli altri due obiettivi si sono portati bene ma qui ci vuole altra classe. Non inarrivabile, l'85mm non costa una cifra ma è comunque di una classe superiore. Comincio Street fashion a la Peter Lindbergh La Nikon Z50 è capace di lavorare come una Nikon Z6 nelle mani di un fotografo capace passerella per la piazza una sequenza a raffica lenta di 25 scatti in automatico con riconoscimento di occhio e volto. Tutte a fuoco spaccato. Ad un certo punto un fotografo mi si è messo in mezzo ma la mia Z50 ha mantenuto l'attenzione sull'occhio della modella e l'ha ripresa subito permettendomi altri 10 scatti nitidi. Il 25° scatto : E un dettaglio al 100% della stessa foto : Non ci sono subbi, la Z50 vale la sorellona Z6 in questo campo e la può rimpiazzare perfettamente ! Quindi se non riuscite a fare foto così, non date la colpa alla macchina ! Conclusioni La Nikon Z50 è una fotocamera con cui ogni nikonista si ritrova perfettamente a casa in un attimo. Se - come me - si ha già esperienza con la Z6 o la Z7 - sarà di immediato utilizzo senza nemmeno dare un'occhiata al manuale. La macchina farà tutto ciò che le chiedete, offrendovi anche di più. E' una vera Nikon capace di adattarsi al fotografo che la usa. Un principiante si lascerà guidare dalla macchina, mentre l'esperto saprà sfruttarla anche nelle situazioni più intricate. Gli obiettivi del kit sono eccellenti e non pesano. L'insieme è sorprendentemente di elevato valore. Più di quanto ognuno potrebbe ammettere ... I jpg che produce la Z50 sono di qualità più che adeguata. Io posso anche evitare i NEF con la Z50, i suoi jpg sono più che sufficienti per un utilizzo anche professionale I suoi Picture Control producono immagini belle e pronte che non richiedono quasi nessun intervento in postproduzione. E se voglio, posso trasferirle via Snapbridge sul mio smartphone per condividerle con il mondo. Le foto sembrano di qualità professonale senza sforzo apparente. Posso sinceramente ammettere che, anche se io sono abituato a macchine professionali, questa Z50 ricorda più una D780 o una D7500 che le entry-level D3x00 e D5x00. Ecco, se solo Nikon cacciasse fuori presto un paio di pancake compatti, leggeri ed economici, la Z50 si venderebbe come il pane caldo appena sfornato ... il quartiere di Giorgio Armani si sposterà presto da Montenapoleone a Via S. Andrea. Lo sapevate ? Altro che telefonino ! Usa la Z50 !!! uno snapshot con la discrezione del 50-250 DX Saluti da Milano, una città che offre migliaia di spunti fotografici basta guardarsi in giro, non farsi troppe domande, non porsi troppi perchè. Usare la propria fotocamera in modo semplice ed immediato. Come permette di fare questa Nikon Z50. Grazie Nital Spa per il prestito del Experience Kit che, lo ammettiamo, ci dispiacerà un pò restituire.
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  5. Background. La fotografia di natura presuppone l’uso di lunghe focali, l’appostamento da capanno fisso e l’arrangiamento della composizione gestendo le poche variabili disponibili. Ma io, sempre più spesso, trovo piacere nel godere del contatto con la natura e nel cercare immagini capaci di raccontare la situazione oltre che ritrarre il soggetto. È una trasformazione in atto da tempo nel mio modo di vedere e di fotografare. Per questo, sto sempre meno in capanno e sempre più giro per boschi, fiumi, monti ... e sempre più apprezzo viaggi all’estero immersivi nella natura piuttosto che indirizzati a ritrarre lo specifico animale. Un modo diverso di indirizzare le uscite, quindi, ma anche un modo diverso di “vedere” le immagini. C’è un facile trucco, che ho imparato casualmente tanti anni fa. Sostanzialmente è questo. Guarda quello che vuoi fotografare, chiudi gli occhi e riepiloga nella mente cosa ti ha colpito e cosa rende speciale quello che hai visto. Poi riapri gli occhi e concentra la tua fotografia nel ritrarlo, impostando composizione, diaframma, fuoco ecc.. per renderlo al meglio, includendo ciò che serve ed escludendo tutti gli elementi di disturbo. D5 su 180-400@400 1/1000 f4 ISO800, quando la neve inizia a sciogliersi gli stambecchi scendono molto in basso... D5 su 180-400@400 1/640 f4 ISO100 D5 su 180-400@500 1/1000 f5.6 ISO200 Bene, per fare un esempio, io sempre più, invece di “che bel camoscio” penso “fantastico quel camoscio in mezzo alla pietraia, piccolo piccolo sotto la montagna con quella cima aguzza”. Beh, così è molto enfatizzato, ma rende il senso. Ovviamente, sempre su quel binario, non vuol dire che non scatto più immagini “chiuse”. Ma che le apprezzo entrambe.Da quanto sopra, due forti spinte per valutare uno zoom prestazionale come il 180-400. Per capire, nella sostanza, se nella maggior parte delle situazioni in cui fotografo – in Italia e all’estero, da capanno e in esplorazione – possa essere effettivamente più adatta questa meraviglia piuttosto che la coppia fatta da 500/4E FL e 70-200/2.8E FL o 80-400/5.6G (uno o l’altro a seconda dei casi, ma questa è un’altra storia – il test del 80-400G lo trovate qui). Ma la mia storia di fotografo di natura inizia parecchi anni fa: il mio primo supertele fu proprio il 200-400/4 AF-S VR. Non ci siamo mai amati, l’ho sostituito dopo poco con il 300 2.8 ed i moltiplicatori…. Ma poi, visto cosa ci faceva Unterthiner, giusto per citare qualcuno proprio bravo, lo ricomprai…. Per confermare che non ci amavamo e cambiarlo con il 500/4. Ma era il 2008! Capirete quindi come il prezzo molto elevato e questi precedenti mi abbiano reso incerto e fatto cercare innanzitutto la possibilità di una prova. Prova che Nital e Mauro, ringrazio moltissimo entrambi, hanno reso possibile in questi mesi e della quale racconto con piacere qui su Nikonland. Com’è fisicamente. Parlavo di supertele, il 180-400/4E FL rientra a pieno titolo in questa definizione. Meccanicamente è costruito in maniera eccellente, come potete vedere dalle ottime immagini che Mauro ha realizzato durante l’unboxing. Io non so fare niente di neanche lontanamente così bello, ma è questo. Però vi faccio vedere com’è rispetto agli obbiettivi che ho citato poc'anzi. Il 70-200/2.8E FL, evidentemente, appartiene ad altra categoria ed è nel gruppo solo per dare un’idea. L’80-400/5.6G è qui per far capire che c’è 400 e 400, e che la ricerca della qualità ed uno stop in più di luce cambiano completamente i progetti ottici. Il 180-400 è il secondo da sinistra. Vedete che è poco più piccolo del 500/4; L'80-400 a 80 Il peso è importante, 3840gr sulla mia bilancia (con paraluce e piastra ARCA). Mentre il 500/4E FL pesa “solo” 3410gr (quindi 430gr in meno!), l’80-400/5.6G 1610gr ed il 70-200/2.8E FL 1460gr. Tutto trasuda qualità ed eccellenza meccanica e ottica, le ghiere sono perfette. Il moltiplicatore built-in semplicemente geniale. 80-400 a 400 E le lenti frontali Come si confrontano quei 4. Le foto ai muri di mattoni o alle mire ottiche non sono il mio forte, ma ho chiesto ad una vecchia amica di farmi da modella, per dare un’idea. Giusto un’idea di quali sono le differenze in nitidezza, vicino al centro del fotogramma, ma è fondamentale tenere conto che questo è solo uno dei parametri da valutare e, spesso, nemmeno il più importante nella resa complessiva dell’immagine. Per me sono più importanti il micro contrasto, le transizioni tra zone a fuoco e fuori fuoco, la resa nelle diverse condizioni di luce. Ma c’è molto "rumore" in giro sulla presunta inadeguatezza qualitativa di questa lente, in parte arrivato anche qui, e quindi ho voluto portare qualche elemento di valutazione. Come vedrete sotto veramente tanto rumore... per nulla. Personalmente trovo questo zoom letteralmente fantastico. 500/4E FL+TC14 – 700mm f5.6 500/4E FL – 500mm f4 180-400/4E FL +TC – 500mm f5.6 180-400/4E FL – 400mm f4 80-400/5.6G – 400mm f5.6 180-400/4E FL – 200mm f4 80-400/5.6G – 200mm f5.3 70-200/2.8E FL – 200mm f2.8 Le immagini sono fatte con la Z6, da distanze diverse, in modo da ritrarre il soggetto alla stessa dimensione sul sensore. Ho fatto 5 scatti di ognuna in modo da evitare che errori in ripresa inquinassero il risultato. Ho usato il treppiede, lo scatto elettronico e messo a fuoco con il pinpoint sull’occhio sinistro (quello al centro della foto). Le immagini sono a tutta apertura, regolate in LR nello stesso identico modo (stesso bilanciamento del bianco, nessuna regolazione a luci, ombre, contrasto ecc. esclusi i profili built-in delle lenti). La nitidezza è regolata per tutte allo stesso modo così come la riduzione rumore. Tutte le lenti migliorano, in misura diversa, diafframmando un po'. Questo è quindi il worstcase, in particolare per le immagini moltiplicate e per l'80-400@400mm. Come vedete, alla faccia di chi pensa che gli zoom siano sempre meno nitidi dei fissi, l’immagine più nitida è quella a 400mm fatta con il 180-400/4E FL. Non tantissimo, ma visibilmente. E che, molto più intuitivamente, a 500mm il 500/4 liscio è più nitido del 180-400/4E FL moltiplicato. Anche qui, non tantissimo ma visibilmente. E che quello che perde il 500/4E FL inserendo il moltiplicatore è molto simile a quello che perde il 180-400/4E FL moltiplicandolo. Sempre restando nell’ovvio, a dire che il moltiplicatore built in è… un moltiplicatore. A 400mm: Il 180-400/4E FL è più nitido del 80-400/5.6G che però si difende e non esce a pezzi. Scendendo ancora, a 200mm: Il 180-400/4E FL continua ad essere il più nitido. Ma, ovviamente, lo stacco del soggetto dallo sfondo, che pure è lontanissimo, del 70-200/2.8E FL è irraggiungibile dagli altri. Nota a margine: Io sono sempre più convinto di avere un esemplare straordinariamente ben riuscito dell’80-400/5.6G! A chi ritiene che la Z6 non abbia abbastanza risolvenza da mettere in crisi queste lenti e che, quindi, che avrei dovuto usare la Z7 o la D850 rispondo dicendo che questi sono supertele pensati per un certo tipo di fotografia, per la quale nessun produttore (Nikon – D5/D6, Canon - 1DX, Sony A9) ha superato i 24mpix. Come va? È molto molto nitido, sempre. A tutte le focali e anche moltiplicato. Ovviamente moltiplicato perde qualcosa. Non problematico l'uso con il TC inserito alle focali inferiori alla massima. D850 su 180-400@550 1/800 f7.1 ISO900 Crop a pixel reali L' autofocus è molto veloce, sui massimi livelli. D5 su 180-400@550 1/2000 f5.6 ISO100 D5 su 180-400@550 1/3200 f5.6 ISO400 D5 su 180-400@550 1/2000 f5.6 ISO400 Ben contrastato, tende a chiudere le ombre un po di più del 500/4E FL ma niente di problematico anche con soggetti scuri. D5 180-400@400 1/500 f4 ISO100 Lo stabilizzatore è molto molto efficace. Non mi sono dedicato a calcolare gli stop, ma quello sotto è uno scatto fatto a 400mm con tempo 1/10 di secondo. Z6 su 180-400@400 1/10 f4 ISO280 Si avete letto bene: 1/10. Per cui diciamo che, considerata la destinazione d’uso, funziona così bene da non porre al fotografo nessun limite pratico. Certo, anche la Z6 con lo scatto elettronico e l'Ibis aiuta. Anche lo sfocato, con o senza moltiplicatore, e pure con sfondi problematici come questi è bello. Valutate voi. Senza difetti? No. Innanzitutto, vignetta. In maniera molto significativa, soprattutto alle focali corte. Qui uno scatto a 180mm. D5 su 180-400@180 1/3200 f4 ISO100 Ma è un problema gestibile con la correzione automatica, come vedete sotto. D5 su 180-400@180 1/2000 f4 ISO100 E che si riduce, senza sparire, diaframmando o andando alle focali più lunghe. Inoltre, come visto, pesa veramente tanto. Questo è il primo problema pratico rilevante, per la mia destinazione d’uso. Non inatteso, basta leggere la brochure per saperlo. Ma quanto impatta, ad esempio, fotografando in montagna. Occorre provarlo con il proprio genere di fotografia. Io in montagna vado più lontano, più in alto o su terreni più difficili di quello che la maggior parte degli escursionisti fa. Beh, qui non sono molto in alto e neppure molto lontano... ma la terra finisce di botto pochi cm alla mia destra e riprende alcune centina di metri sotto. La sintesi è che riesco benissimo a usarlo fotografando a mano libera, ma l’impatto pratico è che sono molto meno mobile sui terreni difficili. Più o meno come quando porto il 500/4E FL, che per la cronaca a mano libera è per me molto più usabile del 180-400/4E FL, ma senza coprire così bene le lunghe focali che il 500 mi consente. Ed allo stesso tempo 180mm sono un poco lunghi per ambientare efficacemente in certi tipi di fotografia. Quindi, in montagna, l’80-400, almeno se ne avete uno perfetto come il mio, o il 500/4, se servono focali lunghe, sono preferibili. Ma in tutte le situazioni dove il peso e l’ingombro non impattino in maniera significativa ed il range di focali 180-400 sia appropriato – considerando di fare un uso occasionale del moltiplicatore, non teme confronto con nessuna altra lente. E anche moltiplicato resta molto molto buono. Di fatto il moltiplicatore built-in, capacità unica nel catalogo nikon e comune solo ad un’altra lente della concorrenza ormai datata, è una importante freccia al suo arco. Perché moltiplica la flessibilità prima che le focali. Immaginate di fotografare in condizioni avverse, climatiche o ambientali, o di avere tempi ristretti: consente di fare una vera e propria magia. Immaginate, fotografando dal gommone, o mentre nevica…. Beh, impagabile. Peccato che non ho avuto modo di andare a fotografare con quelle condizioni! D5 su 180-400@390 1/500 f5.6 ISO100 (con TC inserito) D5 su 180-400@500 1/2000 f5.6 ISO400 Z6 su 180-400@560 1/2000 f5.6 ISO400 (curiosità: La focale massima trasmessa a LR dalla D5 e dalla D850 è 550 mentre dalla Z6 è 560) Ma purtroppo, da noi, 400mm sono sempre pochi e, a volte, anche 500mm lo sono. E, nonostante le incredibili prestazioni ISO delle macchine attuali, tra f4 e f5.6 c’è un salto notevole vicino all’alba ed al tramonto. Ma lo zoom, ed il TC, sono utili anche in un'uscita nel bosco vicino casa. Due caprioli, 370mm Z6 su 180-400@370 1/500 f4 ISO1000 Stringo sul maschio, 560mm Z6 su 180-400@560 1/500 f4 ISO2500 Z6 su 180-400@560 1/500 f4 ISO2200 Z6 su 180-400@560 1/500 f4 ISO2800 Z6 su 180-400@400 1/500 f4 ISO1250 Z6 su 180-400@560 1/500 f4 ISO2800 Questa orribile stagione, ed il COVID-19 (dita incrociate perché la situazione migliori presto!), hanno ostacolato la prova. Anche i viaggi che ho nei prossimi mesi sono molto a rischio - è per equipaggiarmi al meglio per quelle situazioni che ho molto pensato a questa lente. Ma credo di avere comunque avuto l’opportunità, nelle diverse uscite fatte, di provarlo adeguatamente e di farmene un’idea precisa. Conclusioni. Un ennesimo esempio delle capacità di Nikon di realizzare strumenti straordinari e capaci di supportare al meglio il fotografo. Ma questa prova non era finalizzata a verificare se il 180-400 fosse effettivamente in grado di realizzare immagini di qualità, quello lo sapevo già. Ho la fortuna di conoscere diversi fotografi molto bravi che lo usano con enorme soddisfazione e che lo hanno adottato sostituendo diversi teleobiettivi, contemporaneamente. E che me lo hanno consigliato senza riserve. A me serviva capire se, anche per me come per loro, avrebbe potuto sostituire il 500/4E FL. Stresso per me, perché gli strumenti che usiamo non si scelgono in base alle brochure, o a quello che ne pensano gli amici. Da li si parte, ma poi occorre provare e scegliere quello che agevola la nostra visione ed il nostro modo di fotografare. Con le parole di Silvio, cercavo la risposta a questa domanda: questo 180-400 può essere la mia Katana? È una risposta difficile ma, di pancia prima che con il cervello, credo di no. Non perché sia, riprendendo il titolo, un Jack of all trades... master of none. Il 180-400 è indiscutibilmente il master di un ambito, in fotografia naturalistica, molto specialistico. È il caso in cui contemporaneamente si abbiano soggetti abbastanza grandi o avvicinabili, necessità di cambiare spesso e rapidamente focali, in particolare in condizioni climatiche avverse (polvere, pioggia, neve) ed avendo difficoltà ad usare 2 corpi macchina su due diverse lenti (o necessitando addirittura di un terzo). Ma, per come, cosa e dove fotografo io, non sarebbe in grado di sostituire le lenti - in particolare il 500/4 - con le quali l’ho ritratto all’inizio del test, potrebbe solo affiancarsi. Ed il costo, non potendo sostituire altri oggetti, diventerebbe esorbitante. Quindi, dopo la prova e valutata l’usabilità nelle diverse condizioni in cui amo fotografare, considero che per me la miglior combinazione resti avere 70-200 o 80-400 su un corpo e 500 sull’altro. Avessi la fortuna di andare più spesso all’estero, in safari o in zone artiche o in zone dove gli animali sono grandi o confidenti, e meno la necessità di fotografare ai confini del giorno, sarebbe la lente perfetta! Pro: • Qualità costruttiva • Prestazioni ottiche • Stabilizzatore • Autofocus • Versatilità d’uso Contro: • Peso • Prezzo (*) (*) ma solo nel caso non si riesca ad adottarlo come unico supertele Massimo Vignoli per Nikonland © 14/3/2020
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  7. Z6 + 24-70/2.8 Z (Non vivo in Italia, sono in 40-ena volontaria tranne la domenica dove esco da solo)
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  8. La foto "è così com'è" come dice MM e la luce non ti ha aiutato dall'alto in quel modo. Così non è ne ambientata ne un primo piano, forse e dico forse croppandola un pochino aumenta la percezione del soggetto e non si perde la peculiare posizione di mimetismo tipica di specie di canneto come questo Tarabusino M. e del Tarabuso....
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  9. Nikon D800e, Nikon 24-120/4 ad f/4, 800 ISO, 1/320'' Romagnano Sesia 2013, sessione notturna della Rappresentazione Sacra del Venerdì Santo Cercavo l'impressione barocca dello stesso quadro di Caravaggio anche se la composizione è totalmente differente questa mi è sembrata più di impatto. Ho girato la luce al "caravaggesco" giallo ed aumentato il dettaglio, tipico di quel formidabile secolo. Credo che si potrebbe fare di più, senza interventi falsamente fumettistici o articanti. Sempre molto umilmente graditi consigli, giudizi, commenti, spunti, suggerimenti
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  10. Eccezionalmente, oggi il bis. Non ho resistito. Sembrano le cronache del dopobomba
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  11. Non è una guida turistica... ci sono nelle librerie dedicate e in rete migliaia di guide più o meno approfondite su qualsiasi regione del globo, Friuli Venezia Giulia compreso. A quelle fonti vi consiglio caldamente di abbeverarvi per cenni storici e consigli enogastronomici. Questo è stato il primo giro che ho fatto con la nuova arrivata Nikon Z6, un giorno dei primi di Febbraio. Avevo portato con me anche la D850 per poterne ricavare dall'una e dall'altra le mie personali considerazioni d'uso e le differenze del caso. Pertanto non è un reportage di viaggio, ero troppo impegnato ad esplorare il sistema... Avevo deciso all'ultimo momento la destinazione. Ma almeno la giornata era perfetta, tersa e non troppo fredda (almeno alle 13!). Dicevo, ad Aquileia sarebbe bello arrivarci con la bicicletta da Cervignano, sfruttando la ciclabile ricavata sul sedime della vecchia ferrovia per il pontile di Belvedere (piccola nota storica: tutti l'avranno vista nel vecchio filmato del trasporto del Milite Ignoto da Aquileia a Roma...). Personalmente erano decenni che non ci andavo... Non ci si può aspettare la maestosità dei fori imperiali di Roma, dei grandi anfiteatri, ma se ti guardi intorno e vedi campi agricoli, canali, poderi ed entri ad Aquileia si ha un po' l'impressione di... una nave semiaffondata che a stento affiora dal terreno... col paziente lavoro degli archeologi. Dico, se vai in Sicilia te la aspetti la Valle dei Templi, respiri la Magna Grecia... qui è difficile immaginarsi cosa fosse una delle maggiori città del periodo romano, un importante porto fluviale e via dicendo. Difficile immaginarlo avendo il mare ormai a qualche chilometro ed una laguna nel mezzo. Qui sotto la "via sacra" ricostruita nel secolo scorso e i resti del porto fluviale... I resti del Foro a fianco della trafficata statale che corre effettivamente in corrispondenza dell'antica strada romana, che ieri come oggi congiunge l'adriatico al Nord europa (ieri ambra, vino e olio, oggi i vacanzieri...). Effettivamente passargli accanto il fine settimana per andare al mare lo fa sembrare un normale sito archeologico, non ci si fa più caso a lui. Ed è un peccato, perchè è un vero tuffo nel passato a due passi da casa. Dopo barbari invasioni pestilenze... divenne sede Patriarcale, con la sua basilica, vivendo una nuova vita che ha dato il simbolo stesso del Friuli (l'aquila appunto) tra guerre e lotte con Grado, Venezia, Imperatori e via così... Il viaggio prosegue...
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  12. Un mese fa. Per dire come sono cambiate le cose. La normalità sembra è banale, ma non è scontata.
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  13. Briancon - Tour de France 2019 -Z7-FTZ-70-300 FP
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