Vai al contenuto

Classifica

Contenuto Popolare

Mostra il contenuto con la massima reputazione di 23/02/2020 in tutte le aree

  1. In una luminosa mattina invernale due cigni attirano la mia attenzione. Nuotano pigramente in un acquitrino temporaneo, creato dalle piogge copiose dei giorni precedenti. Mi avvicino dall’unica direzione possibile, con il sole contro. La luce è molto interessante, abbondante e luminosa, con il sole ancora non troppo alto, siamo alla fine di Dicembre. Comincio a maturare idee, sensazioni sul come fotografare i cigni. Inizio tentando un controluce per far risaltare la silhouette dei colli, ma non sono soddisfatto. Tento, in seconda battuta, di sfruttare i riflessi superficiali per esaltare lo sfondo con bokeh puntiformi, ma anche questi scatti, seppur più interessanti non sono completamente soddisfacenti. Cerco allora di valorizzare l’enorme quantità di luce brillante e di avvicinarla al candore delle piume dei cigni. L’esposimetro della macchina fotografica, nonostante i miei sforzi, non riesce a fornire la combinazione giusta di scatto per ottenere ciò che sto cominciando a visualizzare in mente. Decido allora di passare in modalità manuale, e dopo qualche iniziale tentativo per tarare l’esposizione riesco ad ottenere ciò che avevo visto prima di scattare. Un’inondazione di luce che, tono su tono, esalta il candore del piumaggio e le linee sinuose e delicate del cigno.
    3 punti
  2. Metto anche io una foto fatta con D850 a 2500ISO e 180-400 con 1.4x inserito e relativo crop al 100%, senza PP.
    3 punti
  3. Oggi era in programma solo un breve giro. Così sono passato da Pescarenico, dopo tanto tempo. Naturalmente non ero interessato al paesello manzoniano quanto come sempre... agli animali. Lì un breve tratto di fiume incassato fra le colline collega il Lago di Lecco al Lago di Garlate, la corrente è forte e il vento di più così si ha sempre una percezione di frescura (anzi, all'arrivo c'erano poco più di tre gradi!). Il lungofiume è piuttosto affollato di ogni genere di umanità (famigliole, persone con cani, joggers, bikers , sfaccendati, fotografi ...). ma se si arriva presto e ci si infila tra le barche tirate in secca, usandole un po' come riparo, si possono fare incontri interessanti. Un banalissimo gabbiano, ma mi sembrava elegante. Qualcosa di meglio? Fistione Turco Bello lui e bei riflessi . Le anatre hanno pattugliato la zona poi si sono spostate sulla riva opposta fuori tiro anche con i moltiplicatori. Così mi sono dedicato ad altri soggetti. Un diverbio tra un airone Cenerino ed un Cigno Delle composizioni di aironi e muro sull'Isola Viscontea, striato dalle variazioni di livello del lago. La vera star del giorno però sarebbe stato il maschio di Smergo Maggiore ma. accidenti, l'ho preso male (avevo cambiato corpo, ossia ho preso la D500 per avvicinare, ma nella fretta ho colpevolmente dimenticato di regolare qualcosa...). Peccato. Pazienza, Magari ci torno un'altra volta.
    2 punti
  4. Mah, io non so come testano i loro obiettivi e neppure da dove li prendono. Ma qualche dubbio, considerate le loro conclusioni me lo porrei. Io sono un tipo pratico e questo obiettivo lo sto provando. Non fotografo mire ottiche, anche se forse farò qualcosa di simile per confrontare tra loro alcune lenti. Perché le lenti servono a fare le fotografie. Non mi interessa se un obiettivo è molto risolvente se poi non ci posso fare le fotografie che voglio. E di fatto, le prove che farò saranno rivolte a verificare se questo può essere il mio miglior compagno di viaggio. Quindi, io questa mattina ho portato in campagna il 180-400, gli ho messo dietro D5, D850 e Z6 (FW3.0) e tra tutte le macchine ho fatto più di mille scatti. Questo è uno preso a caso, tra quelli fatti con il moltiplicatore e con la D850 - che ricordo avere il sensore più spietato nella produzione Nikon. Questa è la foto intera, no crop. D850 su 180-400/4@550mm (TC integrato), 1/800 f7.1 ISO 900. La luce era un po' dura e per salvare il dettaglio nei bianchi e nello sfondo in luce ho sottoesposto in maniera significativa confidando nella ISO invarianza del sensore, a dire che il rumore, ed il dettaglio "mangiato", sono quelli dei 2000ISO. Più o meno il limite dal quale la D5 prende il sopravvento. Questo, invece, è un particolare a pixel reali della mia amica da quella foto. Non ho voglia di fare i conti, ma credo, a seconda della densità di pixel degli schermi di ognuno, che sia più o meno come guardare una stampa A2 col lentino. Secondo me è mooolto nitido pure moltiplicato. Altro che TC appiccicato. Il problema di come viene usato internet è dato dal fatto che la maggior parte delle persone crede sempre che quel che legge sia vero, senza verificare chi è dietro a quegli scritti. Per questo io commento ma faccio vedere le foto: nel dubbio di chi possa o meno fidarsi delle mie capacità di giudizio facendo fotografie, le foto sono vere indipendentemente da quello che scrivo ed ognuno può trarne l'opinione che preferisce. ah, alcuni ultimi appunti: Io oggi l'ho usato per fotografare gli uccellini perché per problemi di lavoro oggi non potevo fare qualcosa di più adeguato a questa bellezza - il 180-400 e non la mia amica sopra , ma volevo iniziare a provarlo; Per questo tipo di foto è meglio il 500/4 o il 600/4, se qualcuno immagina di comprare una lente per usarla prevalentemente moltiplicata sta sbagliando scelta. Soprattutto se è uno zoom ed anche se il TC è integrato come in questo caso. La D850 non è la macchina con la quale intendo usarlo, nemmeno la possiedo e per questa mattina era un prestito del mio amico Marco. L'ho fatto per metterlo alla frusta... ma d'ora in poi lo sposo alla D5. Questa specifica immagine non è scelta in base alla nitidezza, possibile che tra le altre ci siano immagini anche più nitide.Semplicemente è la prima che ho tirato su per condividere queste note. E per il test completo.... WORK IN PROGRESS!
    2 punti
  5. Una delle esigenze più sentite da chi pratica fotografia itinerante, con treppiede o altri mezzi di gestione della fotocamera (beanbag etc.), in condizioni di bassa o bassissima luminosità o comunque di scatto con tempi troppo più lunghi della possibilità di compensazione del VR, così come tutti coloro che realizzano serie di scatti da unire in post produzione e simili altre esigenze, si pongono prima di ogni altra cosa il problema di demandare ad un remote control lo scatto della fotocamera, per annullare del tutto le possibili vibrazioni indotte al pulsante di scatto, anche utilizzando lo scatto ritardato. Nel caso delle Nikon Z, la presa demandata al remote control non è quella a 10 poli, classica nelle Pro e Prosumer della casa, ma la simil-usb comune ad una larga serie di reflex Nikon, come molte fotocamere delle serie 3xxx, 5xxx, 7xxx, 6xx, 750 e la Df. Il remote control previsto per le serie Z è il cavetto MC-DC2, appunto...un cavetto, di per se stesso, comunque, potenziale ingeneratore di oscillazioni provvisto del solo pulsante di scatto e di un cavo lungo circa 1 metro. Purtroppo manca un equivalente, economico, comando wireless con lo stesso spinotto, se si voglia evitare di arrivare ai ben più costosi Nikon WR10-WT10 Ma grazie al fatto che tendo a conservare anche gli accessori minuti, ho ritrovato il semplicissimo cavetto con il quale utilizzavo con la D7000 prima e la Df poi, il mio ormai ubiquo cinese, economicissimo (circa 18 euro) You Pro wireless remote control YP-860 Tx+Rx e successivamente, con il cavetto a 10 poli anche le D4 e D8xx costituito da telecomando trasmettitore e ricevitore dotato di attacco a slitta flash (privo ovviamente di qualsiasi contatto elettrico) munito sul fondo di madrevite per eventuale attacco a staffa (lasciando libera la slitta flash della reflex) e di un cavetto dedicato di connessione a praticamente tutti i modelli e marchi di fotocamere esistenti. Questo YP-860 è chiaramente figlio della moltitudine cinese di analoghi telecomandi, muniti di trasmettitore radiocontrollato (qui sui 2,4Ghz), alimentato da due batterie alkaline AAA (ministilo) e dotato di quattro dimmer con cui codificare il segnale da inviare alla ricevente (su cui impostare la stessa sequenza, tra i sedici canali disponibili), posta in collegamento con la fotocamera da un cavetto spiralato dedicato: la ricevente e' anch'essa alimentata (un elemento al litio CR2 da 3V) e dotata di un attacco a vite standard da 1/4" per treppiede. Il funzionamento e' altrettanto semplice:attraverso il selettore a quattro posizioni del telecomando (portata dichiarata 100m, in aria libera; meno attraverso pareti) si puo' rispettivamente: scattare in scatto singolo scattare in sequenza, senza dover preventivamente predisporre il selettore relativo sul corpo macchina ! Quindi anche restando a distanza dalla macchina si puo' realizzare una sequenza di scatti senza dover variare altro che la posizione del selettore sul telecomando. scattare in posa B scattare uno scatto ritardato di quattro secondi dal momento della pressione sul pulsante. Manca la posa "T", ma quella è fortunatamente presente nell'otturatore della nostra Nikon Z. L'avevate già notato l'estate scorsa utilizzato nella prova del fantastico Nikkor PC-E 19mm f/4 ED Conclusione?.... Tutti a caccia del cinese !!! (II versione) Max Aquila photo (C) per Zetaland 2019
    1 punto
  6. La gente cerca l'anima negli obiettivi... Non è ancora chiaro come l'anima stia nei fotografi che li usano. Diversamente restano accumuli di plastica e vetro. Indipendentemente dal prezzo
    1 punto
  7. Vorrei sottolineare anche il fatto che la disponibilità del moltiplicatore incorporato su questo zoom, fa la differenza al momento preciso nel quale si renda necessario il suo utilizzo. Possiamo avere il tele più nitido e tutta una panoplia di moltiplicatori dedicati, oppure una pletora di teleobiettivi di lunghezze focali differenti, tutti disponibili: ma al momento di scattare, la differenza la farà (se serva) il moltiplicatore incorporato in questo zoom. E la foto ci sarà
    1 punto
  8. Vedrete, uscirà una Zqualcosa con dppio slot, grip, mire af piccine solo il giorno dopo il mio acquisto di una Z6. Mi stanno curando. Finché non la compero non esce niente. Mi dispiace farvi aspettare, chiedo scusa.
    1 punto
  9. Astenersi quelli che scelgono in base al cartellino del prezzo. Andrà bene per un paio di scarpe o per una busta di prosciutto cotto dell'Esselunga. Non so voi ma io , anche le scarpe, le voglio provare prima per vedere se non mi fanno male ai piedi e qui parliamo di mirrorless full-frame e anche la più economica, costa ben più di uno stipendio medio ... Non c'è proprio bisogno che ve lo dica io, avete già ben presente quanto debba essere ponderato l'acquisto di una delle due. Se dipendesse solo dalla "variabile" £££££££££€€€€€€€$$$$, non ci sarebbe null'altro da aggiungere. Tutti compreremmo la Z6. Ma io ho comperato la Z7 senza nemmeno provare la Z6. E dopo che ho provato la Z6 ho confermato la mia scelta. Perchè la Nikon Z6 fa schifo ? Giammai sia. E' una fantastica macchina e per diversi aspetti, meglio della Z7. Solo che le mie esigenze specifiche vengono soddisfatte in questo momento dalla Z7 e non dalla Z6. Semplice. Nonostante il (forte) differenziale di prezzo. E' quanto andiamo scrivendo su Nikonland dal 2006. Non si compra quello che costa meno a prescindere dalle sue peculiarità, si valuta di acquistare quello che serve. E se ci sono i fondi si compra necessariamente quello e non una cosa che gli somiglia. Le due Nikon Z si somigliano moltissimo. Anzi, sono sostanzialmente gemelle ! Ma differiscono abbastanza da indirizzarsi a fotografi e a ... nikonisti differenti. Vediamo insieme come orientare la scelta ! I due corpi macchina sono identici. Ad identificarle c'è solo il numerino nella targhetta Z. Corpo, comandi, mirino, batteria, alloggiamento memoria, memoria, collegamenti, esposimetro, logica, menù, modalità autofocus, tasti funzione. E' tutto uguale. Cambia solo il sensore e il numero di punti di messa a fuoco. E la scala di sensibilità lineare. Stop. Me ne sono sincerato usandole insieme per il periodo in cui ho avuto a casa una Z6 inviatami gentilmente dal distributore ufficiale italiano, per distinguerle e non dover guardare la targhetta ho tenuto la basetta in legno aftermarket sulla mia Z7 ma sinceramente nell'uso non mi sono mai accorto di nulla, almeno non nella fotografia reale cui mi sono dedicato. In studio, in esterni, in chiesa durante un concerto barocco, in riva al lago. Solo cercando di beccare al volo i gabbiani con il 500/5.6E PF via Nikon FTZ ho potuto apprezzare una differenza effettiva tra le due. E poi a casa, in sviluppo. Ma non nell'uso pratico sul campo. Z6 e Z7 con i due bei fissi Nikkor Z 35 e 50/1.8 linea S ripresi3dalla Nikon D850 Sottolineo ancora i punti focali di queste mirrorless full frame Nikon rispetto alle reflex Nikon se il mio articolo Boola-Boola-Boola-Boola : considerazioni sull'uso delle Nikon Z non fosse stato sufficiente : il mirino elettronico, ragazzo ! Consente di visualizzare ancora prima di scattare come verrà la foto perchè a mirino vedremo l'effetto dell'esposizione, del bilanciamento del bianco, del picture control impostato (se scattiamo in monocromatico virato seppia o verde, vedremo il mondo così, senza dovercelo immaginare) e potremo cogliere la scena così come la vediamo attraverso l'obiettivo e il mirino l'autofocus a tutto frame. Che ci permette di concentrarci sull'inquadratura senza preoccuparci di dover mettere il soggetto in mezzo per poterlo mettere a fuoco. Che si abbia la Z7 con i suoi quasi 500 punti di messa a fuoco o la Z6 con quasi 300 punti, potremo mettere a fuoco alla stessa maniera, con le stesse modalità e, soprattutto, praticamente scegliendo qualsiasi punto della scena inquadrata dove mettere il nostro fuoco, sia guardando nel mirino che nel display posteriore, muovendoci con il joistick o direttamente con un dito sul display la modalità di scatto silenziosa che ci permette - con poche limitazioni - di scattare senza fare rumore la stabilizzazione oncamera che estende le capacità di tutti gli obiettivi - anche quelli classe 1959 anche quelli eventualmente non Nikon usati tramite adattatore - di scattare con tempi molto più bassi di quelli di sicurezza eliminazione sostanziale di tutte le problematiche di offset dell'autofocus degli obiettivi il video che si può (finalmente !) appoggiare ad un autofocus a rilevazione di fase che consente di avere il soggetto sempre perfettamente nitido rispetto alla lentezza delle reflex le nuove ottiche che possono sfruttare un tiraggio più corto, una progettazione riveduta, alla ricerca di prestazioni che con le ottiche da reflex stavamo cominciando a dimenticare un fattore di ingombro e di peso complessivo ma soprattutto un ridotto effetto scenico delle macchine che all'apparenza non influenzano i soggetti inquadrati e non le trasformano in obiettivi per maleintenzionati la piccola Nikon Z6 è nella realtà del tutto indistinguibile dalla Z7, salvo la targhetta davanti, in basso a destra i primi tre obiettivi nativi per Nikon Z. Un trio molto ben assortito e prestazionale le cui qualità di immagini sono totalmente coerenti tra loro Ribadisco che nell'uso "ad occhi bendati" non si nota alcuna differenza di utilizzo, nonostante le differenze di lato sensore e punti AF, segno che i tecnici Nikon hanno affinato perfettamente le due macchine e il loro software. Anzi, sono proprio pensate per poter essere usate indifferentemente, per le sorelle gemelle che sono. Non è quindi nell'interfaccia, nell'ergonomia, nelle funzionalità (che condividono nel profondo) che dovremo cercare le motivazioni d'acquisto. Bene, fin qui le similarità. Andiamo a vederle separatamente. Nikon Z6 Il suo sensore da 24 megapixel è moderno e aggiornato. Praticamente lo stato dell'arte per questo formato. Questa risoluzione che oramai possiamo definire media, nella realtà è piùche sufficiente per tutti gli usi comuni. La sua gamma di sensibilità ISO da 100 a 51200 lo rende flessibile anche in luce precaria, mantenendo sempre una gamma dinamica elevata. Il limite pratico varierà secondo le aspettative di ciascuno ma io credo che fino a 8-10.000 ISO si possa utilizzare impunemente. E anche a 12.800 per molti usi professionali. Nella pratica offre dei vantaggi rispetto alla pur ottima Nikon D750 e si avvicina a quelle che sono le prestazioni della D5, potendola tranquillamente superare alle sensibilità inferiori a 1600 ISO in termini di dinamica e rivaleggiando con l'ammiraglia a quelle più elevate. Nikon Z6 con Nikkor 50/1.8S a 12800 ISO Nikon Z6 e Nikon 70-200/2.8E FL a 11.400 ISO f/8, 1600 ISO, scatto in luce disponibile perfettamente stampabile anche su una brochure di presentazione ... per cuffie high-end in termini velocistici, come c'è da aspettarsi, il file più compatto (circa la metà di peso) rispetto alla sorellina Z7 si tramuta in vantaggio. Non effettivamente in termini di capienza del buffer che è circa pari ma di svuotamento dello stesso. Nella pratica non ho mai avuto i blocchi per buffer pieno che ho avuto con la Z7. E in raffica non ho nemmeno riscontrato quelle impuntature e quei rallentamenti che mi hanno fatto desistere dall'usare la Z7 in situazioni di azione. Insomma, nella Z6 la raffica è effettivamente una potenzialità pronta da utilizzare, dove nella Z7 nella mia esperienza è più che altro un "potrei" Nikon Z6, Nikon FTZ e Nikon 500/5.6e PF : schiamazzi tra cormorani (circa 25 metri di distanza, no crop) restano però i limiti di autofocus in continuo, comuni con la Nikon Z7 che spero possano essere attenuati con modifiche via firmware Come dicevo, nessun problema a fare raffiche e minor lag con il soggetto rispetto alla Z7. Ma l'autofocus resta lento. Se il soggetto viene agganciato al primo colpo, avremo possibilità di seguirlo bene con parecchi scatti nitidi (parlo di rapido movimento e teleobiettivo spinto, non crop di soggetti lontani o movimento sul posto di soggetti vicini), altrimenti niente da fare : tutta la sequenza sarà sfuocata a prescindere dalle impostazioni di lock-on etc. etc. Nikon Z7 Ideale contraltare mirrorless della Nikon D850, la Z7 si esalta alle basse sensibilità e dove c'è modo di mettere in luce la sua maggiore risoluzione e gamma dinamica. Come per la Z6 anche qui possiamo parlare di stato dell'arte in termini di sensore ad alta risoluzione, capace di rivaleggiare più con le medio-formato che con le 24x36mm. Perfetta per dettagliare i ... dettagli, come il pelo di uno dei miei cani : Nikon Z7, Nikon 70-200/2.8E FL, ISO 360, f/2.8 o gli occhi color giada del baltico di una ragazza : Nikon Z7, Nikon 105/1.4E, f/1.4, 200 ISO, 1/250'', messa a fuoco con riconoscimento del volto vantaggi che diventano eclatanti quando chiudiamo il diaframma, in luce controllata Nikon Z7, Nikon 70-200/2.8E FL, f/7.1, 64 ISO, 1/100'', messa a fuoco con riconoscimento del volto la Nikon Z7 in termini di qualità delle immagini è una D850 mirrorless. Fa quello che fa la D850 ma ne estende le potenzialità arrivando là dove la D850 non può arrivare (video, autofocus a tutto frame, riconoscimento del volto a mirino, scatto silenzioso a mirino etc.) In termini di alte sensibilità se la cava e anche in chiesa ha fornito una buona prova. Tendenzialmente si ferma ad uno STOP pieno dalla Z6, quindi è bene usarla con obiettivi più luminosi che non mancano nel nostro arsenale di nikonisti. Ideale l'accoppiamento con il 50/1.8S e il Nikkor 105/1.4E. Conclusioni entrambe facili da usare e docili nell'uso, la Z6 mi è piaciuta di più in termini di duttilità di impiego. Dove perde di risoluzione, si fa apprezzare per facilità d'uso. Non ho prove scientifiche ma mi pare che oltre che nella raffica e in generale nell'utilizzo dinamico, la Z6 abbia un margine sulla Z7 anche in termini di stabilizzatore integrato. Forse uno stop pieno o poco meno a parità di focale. Non ho prove a supporto delle mie osservazioni e vi prego di prendere la mia affermazione con l'indulgenza che merita. Anche nel video, mi pare che la Z6 offra una prestazione più pulita, più chiara, più naturale. Entrambe hanno la qualità del file e la gestione complessiva dei parametri di scatto e di sviluppo a livello cui Nikon ci ha abituati. Al netto delle differenze di ambiente di sviluppo - estranee a Nikon - offrono file utilizzabili in modo pienamente professionale. La Z7 produce file nitidissimi con l'accortezza di impiegarla là dove dà il meglio di se, alle sensibilità più basse. In questo è meno adatta della Z6 alla fotografia generale in condizioni di luce più scarsa. Dove però produce file un pò più ... argentici se mi permettete la boutade. La Z6 invece va su di sensibilità in modo sfacciato, in questo si sente come una D5 ! Il mirino é eccellente per entrambe, forse un pelo troppo luminoso rispetto al risultato di scatto in condizioni di bassa luce. Per questo consiglio di visualizzare l'istogramma in tempo reale anche a mirino e fidarsi di quello per l'esposizione (perchè altrimenti si tenderebbe a sottoesporre). Idealmente - e potendo - le vedrei bene insieme nella stessa borsa - tanto sono facile da usare insieme e totalmente intercambiabili, ma in ogni caso più orientate a : Nikon Z7 : paesaggio still-life e in generale fotografia di studio con il flash ovviamente macro al massimo livello riproduzioni ritratto Nikon Z6 : reportage e street fotografia di scena (teatro, palco, chiesa) matrimonio eventi sportivi non altamente dinamici (tipo boxe, golf, lotta) VIDEO ! entrambe sub-judice per quanto riguarda la fotografia d'azione in autofocus continuo, quando avremo obiettivi nativi dedicati (teleobiettivi e zoom-tele) con motori pensati per le Z, ed eventualmente se ci saranno interventi di fine-tuning negli algoritmi di controllo delle modalità AF-C via firmware, perchè al momento le loro prestazioni in questo comparto sono ben sotto le giuste aspettative di chi spende 3 o 4.000 euro per un nuovo sistema. Entrambe con il corpo piccolo e compatto ma per questo scomodo da utilizzare con ottiche più lunghe di quelle Z (tipo, ad esempio, 70-200/2.8 o 300 e 500PF). Idealmente, allo stato attuale più adatte, a completare un corredo basato su reflex che a sostituirlo. Ma in questo non posso mettermi nei panni e nelle personali scelte di ciascuno di noi. Al professionista Z7 e Z6 possono permettere di affrontare compiti particolari (tipo la fotografia in situazioni in cui si deve essere silenziosi e dove una D5 non sarebbe ben accetta) oltre che nel video. Al fotoamatore tutto quanto escluda lo sport d'alto livello o il wild-life estremo. Io cosa ho scelto ? lungi dal voler essere asseverante, ben sapendo che ognuno ha il suo personale mileage, e senza voler influenzare nessuno con le mie scelte (è di moda oggi che i vari redattori delle testate online escano con un editoriale del tipo "ecco perchè non sostituirò la mia D750 con la Z6" oppure "ecco perchè ho lasciato la reflex e non mi volterò mai indietro) io ho scelto a mente fredda, dopo averla provata in anteprima, la Z7 perchè ho sempre manifestato esigenze da mirrorless con la D850, tanto che l'ho sempre più spesso utilizzata come una mirrorless che come una reflex. Mentre nei compiti dove la Z6 eccelle, per ora sto meglio con la D5. Nel prossimo periodo, userò la Z7 al posto della D850 per tutto ciò che concerne lo studio - still-life, riproduzioni e macro - perchè è semplicemente più facile usare la Z7 che la D850. Userò entrambe in studio con le modelle in modo da usare l'una o l'altra con obiettivi diversi e a seconda delle condizioni, potendo avere poi file sostanzialmente identici, perchè non mi sono mai trovato bene a mescolare quelli della D5 e della D850 nel recente passato. Ma sinceramente la D850 diventerà una macchina adibita più a compiti a prova d'errore, preferendo sempre più spesso la Z7 per cose rapide, specialmente quando è più comodo avere pesi e ingombri inferiori. Comprerei la Z6 come secondo corpo mirrorless se dovessi fare spesso fotografia ai concerti di musica classica o in generale in condizioni di bassa luce dove la D5 non è il caso che si faccia vedere. Ma ammetto che per questi compiti spero che Nikon nel giro di un paio di anni presenti una macchina realmente professionale (tipo una reflex ma ... mirrorless) che sia idealmente una evoluzione della Z6 ma somigli il più possibile ad una D5. "Come dite la in fondo ?" Ah, si, ci avrei scommesso, voi tutti comprerete la Nikon Z6 perchè costa meno. "Non avevo dubbi ... "
    1 punto
  10. Troppa poca l'acqua nel Rio Scorticato per considerarle cascate ma molto suggestiva l'ambientazione della antica faggeta. Madonna del Faggio, santuario del '700 raggiungibile da Porretta Terme o da Monteacuto delle Alpi, rimane la meta principale ma per chi vuole immergersi nel bosco troverà svariati sentieri lungo il Rio Scorticato. Sigma Dp1, 2, 3...Quattro
    1 punto
  11. Due giorni al rifugio Lagazuoi. Luce pessima e scarse occasioni di esaltare la bellezza del posto. Cerca cerca... Dalla Cima Lagazuoi le montagne circostanti sono abbastanza lontane quindi ho utilizzato quasi esclusivamente il Sigma 105 macro con la SD1M.
    1 punto
  12. Il Foveon è un'ottima base per interpretare in bianco e nero. Se hai molto a disposizione puoi scegliere di togliere, ma se hai poco non puoi aggiungere. Passo Falzarego, dicembre 2017.
    1 punto
×
×
  • Crea Nuovo...